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Azione fascista al Centro Sociale la Torre di Roma. Decine di individui armati di bastoni e mattoni hanno prima imbrattato il murales dedicato a Valerio Verbano, realizzato proprio ieir in occasione del 26o anniversario della sua morte; poi hanno assaltato il casale occupato. Non ci sono stati danne alle poche persone che si sono barricate nel centro sociale, ma sono state danneggiate alcune macchine. In particolare, l'auto di uno degli occupanti e' stata data alle fiamme. Contro questa e le altre aggressioni che stanno colpendo i luoghi del dissenso nella città di Roma, domani alle 18 si svolgerà un corteo a Casal de' Pazzi, dove si trova il centro sociale La Torre. Azione fascista al Centro Sociale la Torre di Roma. Decine di individui armati di bastoni e mattoni hanno prima imbrattato il murale dedicato a Valerio Verbano, realizzato proprio ieri in occasione del 26o anniversario della sua morte; poi hanno assaltato il casale occupato. Non ci sono stati danni alle poche persone che si sono barricate nel centro sociale, ma sono state danneggiate alcune macchine. In particolare, l'auto di uno degli occupanti e' stata data alle fiamme. Contro questa e le altre aggressioni che stanno colpendo i luoghi del dissenso nella città di Roma, domani alle 18 si svolgerà un corteo a Casal de' Pazzi, dove si trova il centro sociale La Torre.
 
Con Carla e Valerio nel cuore

Le elezioni si avvicinano, i fascisti in doppiopetto criminalizzano i movimenti sociali e aizzano, i fascisti in divisa si materializzano nella notte, sfregiano, aggrediscono e si dileguano nel buio, le istituzioni non vedono, non sentono, non parlano, tese a rincorrere una pacificazione impossibile e un voto ‘moderato’ in più.
La notte è quella appena trascorsa, corollario ad una vitale, decisa, ricca giornata di memoria e azione. La manifestazione per Valerio Verbano ha avuto successo, nei numeri e nella sostanza, il murales esprime passione e regala emozione, rammentando di ieri parlando di oggi.
Verbi da coniugare anche al passato, perché la notte arma idioti utili al sistema: una mano di bianco, offese di nero, l’infamità è servita. Un abbraccio immenso a Carla, le bestie non conoscono il rispetto, ma tu non sarai mai sola.
Poi l’assalto al centro sociale La Torre. Nessun ferito, la difesa funziona, mille ferite, la determinazione collettiva come antidoto. E’ successo a noi, è successo ad altri, è successo a tutti.
E tutti, determinati, saremo oggi pomeriggio alla Garbatella, altro territorio su cui si concentrano le attenzioni e le provocazioni di un candidato sindaco con la camicia linda e la giacca a tracolla, abito nuovo che non può nascondere concetti vecchi e sporchi di odio.
E tutti, determinati, saremo venerdì 24, ore 18.00, al csa La Torre, ingranaggi di una macchina che reclama strada, liberazione. Tutt’altro che pacificata.
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Uccisi tre giornalisti della televisione al-Arabiya

Tre giornalisti iracheni che lavoravano per la televisione al-Arabiya sono stati uccisi in Iraq. La polizia ha detto che sono stati rapiti e assassinati dopo aver cercato di documentare la distruzione del mausoleo sciita al-Askari di ieri a Samarra.

Rappresaglie antisunnite nel paese

Dopo l'attacco alla moschea di Samarra, la più alta autorità della comunità religiosa, l'ayatollah Alì al-Sistani, ha incitato tutti i fedeli a protestare, ma senza attaccare i luoghi di culto. L'invito, però, non è stato accolto: nella sola Bagdad i fedeli hanno preso d'assalto ventisette moschee sunnite. 80 cadaveri sono stati trovati a Bagdad e anche la loro morte sembra essere una rappresaglia contro l'attacco alla Moschea. Gli scontri hanno provocato sei vittime, tra cui tre imam e tre fedeli che pregavano nel luogo sacro. Un quarto imam sarebbe stato rapito. Nella capitale Baghdad è stato imposto il coprifuoco, e la guerra civile sembra vicina.

Proteste anche a Bassora, dove c'è stata un'esplosione davanti a una moschea sunnita durante una manifestazione. Ancora non si conosce il bilancio dei danni, mentre pesante è quello di un linciaggio ai danni di dieci cittadini stranieri, di nazionalità saudita o egiziani, trucidati perché sospettati di aver combattuto al fianco della guerriglia sunnita in Iraq. I presunti miliziani, complessivamente undici persone, sono stati trascinati fuori a forza da un commando di individui armati dalla prigione in cui erano rinchiusi: tutti, tranne uno, sono stati linciati.

Preval: 'Aristide può tornare'
  
Il neoeletto presidente di Haiti, Rene Preval, ha detto che l'ex capo di Stato Bertrand Aristide, oggi in esilio in Sud Africa, potrà tornare nel suo Paese secondo la Costituzione. La dichiarazione di Preval, un tempo alleato di Aristide, è arrivata dopo che quest'ultimo aveva espresso la volontà di rientrare ad Haiti il prima possibile. Non è di questo avviso, tuttavia, il Dipartimento di Stato Usa, secondo cui il ritorno di Aristide potrebbe influire negativamente sulla stabilizzazione del Paese caraibico
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'''In primo Piano'''

Uno tra i più famosi server della rete Pear to Pear eMule/eDonkey è stato sequestrato dalla polizia belga. Il titolare dell’associazione svizzera che gestisce il server è stato invece arrestato dalla polizia svizzera nella sua abitazione e sembra che si trovi tutt’ora in stato di fermo.
Si tratta di un atto molto grave, pur se non giunto inaspettatamente, tanto piu’ che l’associazione ha cercato in più occasioni di trovare accordi con le major discografiche e cinematografiche per conciliare la condivisione di file degli utenti eMule con la distribuzione legale di opere.
E’ da notare inoltre che il server non conserva ne’ files ne’ dati sugli utenti che si connettono alla rete P2P per scambiarsi files. L’attività del server si limita ad indicizzare i files contenuti nei computer degli utenti.
A gioire dell’operazione è la MPA (Music Publishers’ Association: http://www.mpa.org), che cura gli interessi degli studios di Holliwood. In una nota la MPA sostiene che i gestori di Razorback agivano con scopo di lucro, ed hanno scelto di non controllare i files scambiati dagli utenti.
MPA sostiene che l’operazione assesta un duro colpo alle reti p2p, ma in molti osservano che, pur essendo Razorbak importante, non lo è tanto da mettere in crisi l’intero network p2p.
Slyck.com (sito che si occupa di news relative al mondo del p2p http://slyck.com) segnala che la polizia internazionale stia realizzando molti server fasulli sulla rete p2p allo scopo di monitorare e raccogliere dati sul traffico e sulle attività degli utenti.
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'''Territori occupati: altri tre palestinesi uccisi a Nablus'''

E' salito a cinque il numero dei palestinesi uccisi dalle truppe di occupazione nella città di Nablus nel corso della giornata. L'assalto alla città della Cisgiordania occupata è in corso da cinque giorni. Dopo i due palestinesi assassinati in mattinata, tre presunti membri delle Brigate dei martiri di Al Aqsa sono stati uccisi nei pressi del cimitero di Nablus.


'''Uccisi tre giornalisti della televisione al-Arabiya

È di almeno 130 morti, 68 moschee date alle fiamme e 15 imam arrestati il bilancio provvisorio di una giornata di scontri e violenze a Baghdad e in molte altre città irachene, all’indomani dell’attentato che ha distrutto la cupola della moschea di Samarra, tempio sacro agli sciiti di tutto il mondo. Le cronache dall’Iraq parlano, oltre che del crescente numero di vittime, anche di manifestazioni di protesta molto nutrite inscenate dalla maggioranza sciita. Nel sud, a Bassora, 100.000 persone starebbero sfilando mentre altre proteste di piazza sono in corso a Samarra, a Diyala (a est di Baghdad), a Samara e a Kirkuk, nel Kurdistan. Deserte, invece, le strade di Baghdad, dove sarebbero schierati migliaia di soldati e poliziotti. Il governo, inoltre, avrebbe revocato tutte le licenze dei militari e si starebbe preparando ad affrontare il peggio. Intanto nuovi particolari chiariscono, almeno parzialmente, la vicenda del rapimento e dell’uccisione dei tre giornalisti della testata televisiva satellitare ‘Al Arabiya’, scomparsi nella serata di ieri e ritrovati oggi cadaveri. Secondo una prima ricostruzione, due uomini armati di kalashnikov, a bordo di un pick- up bianco, avrebbero affiancato l'auto dei tre giornalisti alla periferia di Samarra, mentre i giornalisti rientravano a Baghdad dopo aver coperto la vicenda della distruzione della cupola della moschea avrebbero cominciato a sparare raffiche di mitra in aria costringendo le tre vittime a tacere e a seguirli.

'''A Onitsha cadaveri per le strade, torna relativa calma'''

Oltre 130 persone sono morte in cinque giorni di scontri tra musulmani e cristiani in Nigeria, dove torna una relativa calma. A Onitshanel sudest, almeno 85 persone sono state uccise in due giorni di disordini. Giovani cristiani hanno aggredito musulmani con coltelli e dato loro fuoco dopo averli cosparsi di benzina, per vendicare il massacro di almeno 46 persone a opera di musulmani. Cadaveri giacevano sparsi in varie zone di Onitsha.
È parere condiviso da molti osservatori locali in questi giorni, che i fattori della crisi sono da ricercare anche – e forse soprattutto – nelle condizioni di miseria e di povertà strutturale in cui vivono gran parte degli oltre 130 milioni di nigeriani, malgrado il Paese sia il primo esportatore di petrolio dell’Africa sub-sahariana. A queste cause, si sovrappongono ulteriori elementi come la possibile ricandidatura del presidente Olusegun Obasanjo, un cristiano la cui appartenenza religiosa sarebbe, secondo alcuni, strumentalizzata dai suoi avversari politici, soprattutto negli stati settentrionali del Paese dove - in 12 sui 36 che compongono la Federazione nigeriana – è stata introdotta la Sharia.

'''belgio e munizioni a grappolo
Con uno storico voto alla Camera dei deputati, il Belgio è diventato il primo Paese al mondo ad aver messo al bando le munizioni a grappolo - conosciute anche come cluster - equiparandole, per i loro effetti indiscriminati, alle mine antipersona. Con 122 voti a favore, solo due contrari e dodici astensioni, la Camera belga ha infatti approvato un disegno di legge che estende alle submunizioni delle armi a grappolo il divieto vigente per le mine antipersona.


'''petizione per le donne di judad suarez'''
Dal 1993 a Ciudad Juárez, città di frontiera tra Messico e Stati Uniti, oltre 430 donne, adolescenti e bambine sono state assassinate secondo lo stesso rituale: rapimento, tortura, sevizie sessuali, mutilazioni, strangolamento.
Oltre 400 sono i casi di donne scomparse a Ciudad Juarez e Chihuahua. Noto come "femminicidio" questo fenomeno è diventato lo scandalo di violazione dei diritti umani più vergognoso nella recente storia del Messico. Gli investigatori più seri ritengono che si tratti dell'opera di due serial killer psicopatici, ancora introvabili dopo tanti anni. Mentre le autorità messicane parlano di "falsi miti" nuovi corpi straziati di donne vengono ritrovati ad un ritmo crescente. Nell'occhio del ciclone per la sua negligenza e incompetenza, la polizia messicana ha cercato di placare le proteste dell'opinione pubblica trovando dei capri espiatori, persone che hanno confessato la loro colpevolezza sotto tortura. Non solo la polizia non è riuscita a fermare il "femminicidio", ma si è anche resa colpevole di questi gravi abusi. L'organizzazione 'Nuestras Hijas de Regreso a Casa' (http://www.mujeresdejuarez.org/) costituita da familiari ed amici vicini alle giovani assassinate e desaparecidas, sta promuovendo una petizione per appoggiare una lista di risoluzioni riguardanti la violenza alle donne di Ciudad Juarez e Chihuahua in Messico.
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'''amnesty denuncia presenza di minori nei centri di detenzione'''

Ogni anno, centinaia di minori migranti e richiedenti asilo finiscono
regolarmente in centri di detenzione per stranieri al loro arrivo alla
frontiera marittima italiana. Consentendo questa situazione, le autorita’
italiane violano le norme e gli standard del diritto internazionale dei
diritti umani e, nella maggior parte dei casi, la stessa legge nazionale.
E’ quanto ha denunciato Amnesty International, in un rapporto intitolato
‘Invisibili. Minori migranti detenuti all’arrivo in Italia’ (EGA Editore,
con una prefazione di Andrea Camilleri), presentato questa mattina a Roma.
In molti casi, il diritto dei minori in stato di detenzione di essere
tenuti separati da adulti che non sono membri della loro famiglia, non e’
stato rispettato. Molti minori, in alcuni casi anche di eta’ inferiore a
cinque anni, hanno dovuto affrontare intense temperature d’estate, freddo
e umidita’ d’inverno, in strutture precarie all’interno dei centri di
detenzione.

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Sommario

garbatella

In risposta agli attacchi che il centro-destra sta facendo al Centro Sociale La Strada e che la destra fa ai centri sociali. Giovedì 23 Febbraio Ore 17.00 Gran Parata di Carnevale contro fascisti, mafiosi e menzonieri. Il csoa La Strada non si tocca!! Solidarieta militante al csoa La Torre! Appuntamento a. Via Passino 24 Garbatella. E' gradita la presenza di maschere a tema, suonatori pazzi, acrobati, bande di strada e artisti itineranti e soprattutto dei bambini.. Nel corso della parata si raccoglieranno le firme per la chiusura (o spostamento oltre il raccordo anulare) della sede di AN di Garbatella. A carnevale....

Nuovo attacco dei fascisti contro il movimento

Azione fascista al Centro Sociale la Torre di Roma. Decine di individui armati di bastoni e mattoni hanno prima imbrattato il murale dedicato a Valerio Verbano, realizzato proprio ieri in occasione del 26o anniversario della sua morte; poi hanno assaltato il casale occupato. Non ci sono stati danni alle poche persone che si sono barricate nel centro sociale, ma sono state danneggiate alcune macchine. In particolare, l'auto di uno degli occupanti e' stata data alle fiamme. Contro questa e le altre aggressioni che stanno colpendo i luoghi del dissenso nella città di Roma, domani alle 18 si svolgerà un corteo a Casal de' Pazzi, dove si trova il centro sociale La Torre.

Con Carla e Valerio nel cuore

Le elezioni si avvicinano, i fascisti in doppiopetto criminalizzano i movimenti sociali e aizzano, i fascisti in divisa si materializzano nella notte, sfregiano, aggrediscono e si dileguano nel buio, le istituzioni non vedono, non sentono, non parlano, tese a rincorrere una pacificazione impossibile e un voto ‘moderato’ in più. La notte è quella appena trascorsa, corollario ad una vitale, decisa, ricca giornata di memoria e azione. La manifestazione per Valerio Verbano ha avuto successo, nei numeri e nella sostanza, il murales esprime passione e regala emozione, rammentando di ieri parlando di oggi. Verbi da coniugare anche al passato, perché la notte arma idioti utili al sistema: una mano di bianco, offese di nero, l’infamità è servita. Un abbraccio immenso a Carla, le bestie non conoscono il rispetto, ma tu non sarai mai sola. Poi l’assalto al centro sociale La Torre. Nessun ferito, la difesa funziona, mille ferite, la determinazione collettiva come antidoto. E’ successo a noi, è successo ad altri, è successo a tutti. E tutti, determinati, saremo oggi pomeriggio alla Garbatella, altro territorio su cui si concentrano le attenzioni e le provocazioni di un candidato sindaco con la camicia linda e la giacca a tracolla, abito nuovo che non può nascondere concetti vecchi e sporchi di odio. E tutti, determinati, saremo venerdì 24, ore 18.00, al csa La Torre, ingranaggi di una macchina che reclama strada, liberazione. Tutt’altro che pacificata.

muri imbrattati anche al liceo aristofane

Dopo l'assemblea del 22 febbraio, in commemorazione di Valerio, al liceo Aristofane al Tufello, i nazifasci hanno risposto nella notte, senza farsi vedere e sempre in maniera vigliacca: entrati nel giardino della scuola, hanno imbrattato tutti i muri con svastiche e scritte insultanti, come "zecca t'accoltello", o "skin head regnano" (ignorando tra l'altro che esistono anche skin head rossi), ed una scritta che insultava un compagno del liceo: " xxx ebreo", attorniata da due svastiche. Celtiche ovunque, il gruppetto ha lavorato indisturbato. Non è la prima volta che succede al liceo un attacco simile, e, per l'ennesiva volta, i compagni hanno prontamente, nella mattina, ripitturato le pareti, per nascondere quegli orrori. La risposta alla bandiera rossa e allo striscione per la memoria di Valerio è stata inutile, stupida e vigliacca, come ogni attacco dei fascisti. Immediate, dopo la pittura, i tentativi di individuare i colpevoli, considerati forse interni alla scuola: alla fine della giornata, nulla di fatto, ma i compagni stanno pensando a come prendere un provvedimento radicale.

Incidente in miniera: l'Italia come la Cina

Un uomo e' morto nel crollo di una miniera dell'Italkali a Realmonte (Agrigento). L'operaio e' morto per il crollo di un masso avvenuto questa mattina nella miniera di Salgemma. Il cadavere si trova ancora in una galleria. L'uomo era alla guida di in piccolo trattore quando un masso lo ha travolto. Sono in corso le operazioni di recupero da parte dei vigili del fuoco.

Sulla devolution ci sarà il referendum

Via libera della Cassazione al referendum confermativo sulla devolution richiesto da 15 consigli regionali. Lo ha reso noto il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Giacomo Spissu, il consiglio 'capofila' nella presentazione della richiesta. L'istanza era stata presentata il 10 febbraio a Roma e la Cassazione ha informato dalla sua decisione la Regione capofila.

I risultati della perizia su Federico Aldrovandi

Sono stati pubblicati i risultati della perizia sul corpo di Federico Aldrovandi, morto a 18 anni a Ferrara dopo essere stato fermato dalle forze dell'ordine. Secondo la perizia Federico sarebbe morto per un'insufficienza cardiaca, ma non ha spiegato quali siano state le cause dell'insufficienza. Secondo gli avvocati della famiglia, Federico è morto soffocato a causa della violenza della polizia, provata dai segni di percosse ritrovati sul suo cadavere e dalle testimonianze che hanno raccontato cosa sia successo la notte del 25 settembre, dopo che la madre ha denunciato via internet l'accaduto tre mesi dopo via internet.

Editoriale

NOTIZIE BREVI

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ESTERI

Territori occupati: altri tre palestinesi uccisi a Nablus

E' salito a cinque il numero dei palestinesi uccisi dalle truppe di occupazione nella città di Nablus nel corso della giornata. L'assalto alla città della Cisgiordania occupata è in corso da cinque giorni. Dopo i due palestinesi assassinati in mattinata, tre presunti membri delle Brigate dei martiri di Al Aqsa sono stati uccisi nei pressi del cimitero di Nablus.

Uccisi tre giornalisti della televisione al-Arabiya

È di almeno 130 morti, 68 moschee date alle fiamme e 15 imam arrestati il bilancio provvisorio di una giornata di scontri e violenze a Baghdad e in molte altre città irachene, all’indomani dell’attentato che ha distrutto la cupola della moschea di Samarra, tempio sacro agli sciiti di tutto il mondo. Le cronache dall’Iraq parlano, oltre che del crescente numero di vittime, anche di manifestazioni di protesta molto nutrite inscenate dalla maggioranza sciita. Nel sud, a Bassora, 100.000 persone starebbero sfilando mentre altre proteste di piazza sono in corso a Samarra, a Diyala (a est di Baghdad), a Samara e a Kirkuk, nel Kurdistan. Deserte, invece, le strade di Baghdad, dove sarebbero schierati migliaia di soldati e poliziotti. Il governo, inoltre, avrebbe revocato tutte le licenze dei militari e si starebbe preparando ad affrontare il peggio. Intanto nuovi particolari chiariscono, almeno parzialmente, la vicenda del rapimento e dell’uccisione dei tre giornalisti della testata televisiva satellitare ‘Al Arabiya’, scomparsi nella serata di ieri e ritrovati oggi cadaveri. Secondo una prima ricostruzione, due uomini armati di kalashnikov, a bordo di un pick- up bianco, avrebbero affiancato l'auto dei tre giornalisti alla periferia di Samarra, mentre i giornalisti rientravano a Baghdad dopo aver coperto la vicenda della distruzione della cupola della moschea avrebbero cominciato a sparare raffiche di mitra in aria costringendo le tre vittime a tacere e a seguirli.

A Onitsha cadaveri per le strade, torna relativa calma

Oltre 130 persone sono morte in cinque giorni di scontri tra musulmani e cristiani in Nigeria, dove torna una relativa calma. A Onitshanel sudest, almeno 85 persone sono state uccise in due giorni di disordini. Giovani cristiani hanno aggredito musulmani con coltelli e dato loro fuoco dopo averli cosparsi di benzina, per vendicare il massacro di almeno 46 persone a opera di musulmani. Cadaveri giacevano sparsi in varie zone di Onitsha. È parere condiviso da molti osservatori locali in questi giorni, che i fattori della crisi sono da ricercare anche – e forse soprattutto – nelle condizioni di miseria e di povertà strutturale in cui vivono gran parte degli oltre 130 milioni di nigeriani, malgrado il Paese sia il primo esportatore di petrolio dell’Africa sub-sahariana. A queste cause, si sovrappongono ulteriori elementi come la possibile ricandidatura del presidente Olusegun Obasanjo, un cristiano la cui appartenenza religiosa sarebbe, secondo alcuni, strumentalizzata dai suoi avversari politici, soprattutto negli stati settentrionali del Paese dove - in 12 sui 36 che compongono la Federazione nigeriana – è stata introdotta la Sharia.

belgio e munizioni a grappolo Con uno storico voto alla Camera dei deputati, il Belgio è diventato il primo Paese al mondo ad aver messo al bando le munizioni a grappolo - conosciute anche come cluster - equiparandole, per i loro effetti indiscriminati, alle mine antipersona. Con 122 voti a favore, solo due contrari e dodici astensioni, la Camera belga ha infatti approvato un disegno di legge che estende alle submunizioni delle armi a grappolo il divieto vigente per le mine antipersona.

petizione per le donne di judad suarez Dal 1993 a Ciudad Juárez, città di frontiera tra Messico e Stati Uniti, oltre 430 donne, adolescenti e bambine sono state assassinate secondo lo stesso rituale: rapimento, tortura, sevizie sessuali, mutilazioni, strangolamento. Oltre 400 sono i casi di donne scomparse a Ciudad Juarez e Chihuahua. Noto come "femminicidio" questo fenomeno è diventato lo scandalo di violazione dei diritti umani più vergognoso nella recente storia del Messico. Gli investigatori più seri ritengono che si tratti dell'opera di due serial killer psicopatici, ancora introvabili dopo tanti anni. Mentre le autorità messicane parlano di "falsi miti" nuovi corpi straziati di donne vengono ritrovati ad un ritmo crescente. Nell'occhio del ciclone per la sua negligenza e incompetenza, la polizia messicana ha cercato di placare le proteste dell'opinione pubblica trovando dei capri espiatori, persone che hanno confessato la loro colpevolezza sotto tortura. Non solo la polizia non è riuscita a fermare il "femminicidio", ma si è anche resa colpevole di questi gravi abusi. L'organizzazione 'Nuestras Hijas de Regreso a Casa' (http://www.mujeresdejuarez.org/) costituita da familiari ed amici vicini alle giovani assassinate e desaparecidas, sta promuovendo una petizione per appoggiare una lista di risoluzioni riguardanti la violenza alle donne di Ciudad Juarez e Chihuahua in Messico.

ITALIA amnesty denuncia presenza di minori nei centri di detenzione

Ogni anno, centinaia di minori migranti e richiedenti asilo finiscono regolarmente in centri di detenzione per stranieri al loro arrivo alla frontiera marittima italiana. Consentendo questa situazione, le autorita’ italiane violano le norme e gli standard del diritto internazionale dei diritti umani e, nella maggior parte dei casi, la stessa legge nazionale. E’ quanto ha denunciato Amnesty International, in un rapporto intitolato ‘Invisibili. Minori migranti detenuti all’arrivo in Italia’ (EGA Editore, con una prefazione di Andrea Camilleri), presentato questa mattina a Roma. In molti casi, il diritto dei minori in stato di detenzione di essere tenuti separati da adulti che non sono membri della loro famiglia, non e’ stato rispettato. Molti minori, in alcuni casi anche di eta’ inferiore a cinque anni, hanno dovuto affrontare intense temperature d’estate, freddo e umidita’ d’inverno, in strutture precarie all’interno dei centri di detenzione.

Siparietto


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gror060223 (last edited 2008-06-26 09:51:28 by anonymous)