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'''IRAQ VERSO RISCHIO DI GUERRA CIVILE, OGGI COPRIFUOCO DIURNO'''

Le autorità irachene hanno deciso di imporre per oggi il coprifuoco anche nelle ore diurne, fino alle 16:00 a Baghdad e zone limitrofe. Lo hanno rivelato fonti governative precisando che in tal modo di spera di arginare le violenze. BRUCIATE 68 MOSCHEE

Mentre si affaccia il rischio di una guerra civile in Iraq, dove 68 moschee sono state incendiate e almeno 130 persone uccise dopo l'attentato di ieri alla moschea sciita di Samarra, la più grande formazione politica sunnita, il Fronte dell'Accordo, ha deciso oggi di abbandonare le trattative per la formazione di un nuovo governo.

"Stiamo sospendendo la nostra partecipazione ai negoziati con l'Alleanza sciita", ha detto in una conferenza stampa Tareq al Hasimi, un dirigente del Fronte dell'accordo iracheno, riferendosi ai negoziati per la formazione del nuovo governo in corso con l'Alleanza irachena unita, la coalizione di 16 formazioni sciite uscita largamente vittoriosa nelle elezioni irachene del 15 dicembre scorso. "Se il prezzo della partecipazione al processo politico - aveva detto in precedenza all'Afp Thafer al-Aani, portavoce del Fronte sunnita - è il sangue del nostro popolo, allora siamo intenzionati a rinunciarci. Questa atmosfera non aiuta la ripresa dei negoziati".
"Crediamo - aveva sottolineato il portavoce - che alcune fazioni dell'Alleanza irachena unita siano responsabili dello spargimento di sangue che ha preso di mira la nostra gente, dell'incendio delle moschee e dell'arresto dei nostri figli".

RAPPRESAGLIE A BAGHDAD, 80 CADAVERI CRIVELLATI DI COLPI
Un bilancio della polizia irachena di 80 persone uccise nelle ultime 24 ore a Baghdad, alle quali si aggiungono tre giornalisti della tv di Dubai Al Arabiya rapiti e poi uccisi a Samarra, testimonia stamane l' intensificarsi della violenza tra sunniti e sciiti in Iraq dopo l'attentato di ieri mattina che ha semidistrutto la cupola dorata della Moschea santuario della stessa città di (125 chilometri a nord di Baghdad), quarto luogo sacro per i musulmani sciiti.

TROVATI CORPI DI TRE GIORNALISTI AL ARABIYA RAPITI MERCOLEDI'
I tre giornalisti - la reporter Atwar Bahjat, il cameraman Adnan Abdallah ed il fonico Khaled Mohsen - erano arrivati ieri dopo l' esplosione nella moschea, compiuta pare da un commando con tute mimetiche, per realizzare un reportage che è stato trasmesso stamane più volte dalla emittente di Dubai. Sarebbero stati affrontati da due uomini armati che li hanno sequestrati. Un quarto collega che sembra fosse con loro sarebbe riuscito a scappare. I corpi dei tre rapiti sono stati trovati stamattina 15 chilometri a nord di Samarra. I corpi di 47 persone uccise, apparentemente tutti sunniti - hanno detto fonti di polizia - sono stati trovati in varie zone di Baghdad, crivellati di colpi d'arma da fuoco.

68 MOSCHEE BRUCIATE E 15 IMAN ARRESTATI, ULEMA
Un totale di 68 moschee sono state bruciate ieri in Iraq, per reazione all'esplosione della cupola della Moschea d'oro di Samarra, e 15 imam sono stati arrestati in Iraq. Sono dati resi noti da Al Qubaisy, portavoce del Consiglio degli Ulema, la maggiore autorità religiosa sunnita in Iraq, durante una conferenza stampa trasmessa dalla tv del Qatar Al Jazira. Sono state anche mostrate foto di moschee e copie del Corano bruciate negli atti vandalici. Gli Ulema criticano anche responsabili sciiti che ieri hanno sollecitato manifestazioni di protesta, "ben sapendo che il momento non era opportuno". Riferendosi quindi alla giornalista di Al Arabiya uccisa, hanno detto che "ha pagato con la sua vita per colpa di mani cattive, che hanno approfittato di quello che è successo a Samarra. Ci sono persone nascoste tra i cittadini - ha detto il portavoce - che seminano zizzania". Infine Qubaisy ha chiesto al leader sciita Moqtada Sadr di intervenire per impedire che aderenti alla sua formazione politica partecipino alla devastazione delle moschee.

'''RUSSIA: CROLLO TETTO MERCATO A MOSCA, 57 I MORTI'''

In seguito al recupero durante la notte del cadavere di una donna da sotto le macerie, e' salito ad almeno 57 il numero complessivo dei morti accertati a causa del crollo della copertura del mercato 'Baumansky', avvenuto ieri nell'omonimo quartiere sud-orientale di Mo. Lo ha riferito l'emittente 'Ntv', che citava fonti del ministero federale per la Protezione Civile. Le ricerche dei dispersi frattanto non accennano a rallentare, e si teme che il bilancio della sciagura sia destinato ad aggravarsi ulteriormente. Tuttora, quanto meno a livello ufficiale, non si sa con esattezza quante persone ci fossero nel mercato al momento del cedimento del tetto; un anonimo venditore che lavora proprio nel 'Baumansky' ha affermato tuttavia che sarebbero state circa duecento.

'''ISRAELIANI UCCIDONO 2 PALESTINESI A CONFINE CON GAZA'''

Almeno due palestinesi sono stati uccisi da soldati israeliani nei pressi del valico di Kissufim, al confine tra lo Stato ebraico e il settore sud della Striscia di Gaza. Lo hanno denunciato fonti sanitarie locali, secondo cui le vittime sarebbero state avvistate mentre, insieme a un paio di compagni, stavano presumibilmente piazzando ordigni lungo la recinzione di sicurezza che corre all'altezza della frontiera: i militari di guardia hanno aperto il fuoco a due riprese, colpendo tre degli intrusi, uno dei quali e' rimasto ferito ma sarebbe comunque riuscito a fuggire; il quarto palestinese e' stato catturato e si trova attualmente sotto interrogatorio. Uno dei morti e' stato identificato come Suleyman el-Kauda, 21 anni.

'''Mladic, smentiti negoziati su resa'''

Il ministero degli Esteri olandese smentisce che il ministro Ben Bot abbia detto che sono in corso trattative tra Mladic e il Tpi dell'Aja. 'La notizia non e' corretta', ha commentato un portavoce del ministero, precisando: 'Il ministro Bot ha sentito dalle autorita' serbe che Mladic era malato. Le autorita' serbe non sanno dove si trovi ma hanno ascoltato indiscrezioni per le quali potrebbe essere in contatto con la sua gente per arrendersi all'Aja a causa della malattia'.

'''MANIFESTAZIONE DI INDIPENDENTISTI CONTRO LA “COLONIA” E LA FBI'''

Più di 1000 persone, che facevano sventolare decine di bandiere verdi con una croce bianca, hanno partecipato a Porto Rico a una manifestazione del Partido Independentista Puertorriqueño (Pip) di fronte al tribunale federale di Hato Rey, penisola che fa parte della capitale San Juan, per protestare contro il “regime coloniale” e la presenza del Federal Bureau of Investigation (Fbi) sul territorio dell’isola caraibica che da decenni vive in regime di “commonwealth” con gli Stati Uniti. Ricordando l’uccisione di Filiberto Ojeda Rios – compiuta il 23 settembre dell’anno scorso dalla Fbi a Porto Rico, nel piccolo centro di Hormigueros, in circostanze tutte ancora da chiarire, Rubén Berríos Martínez , presidente del Pip, ha definito l’Fbi “istituzione repressiva” che negli ultimi tempi ha già “travolto i diritti degli indipendentisti” e della stampa locale. Alla manifestazione ha partecipato anche Elma Beatriz Rosado, vedova di Ojeda Rios che ha unito la sua voce protesta dicendo che quella repressiva è “la faccia dell’Fbi sempre denunciata da Filiberto”. Era dal maggio 2003, data della smobilitazione della base navale americana dell’isolotto di Vieques, che da Porto Rico non si aveva notizia di significative manifestazioni indipendentiste contro Washington.

'''DETENUTI POLITICI: PROCESSO, PER PROTESTA NESSUNO RISPONDE AI GIUDICI'''

La maggior parte dei 129 imputati ‘politici’ arrestati a novembre e accusati di tradimento e genocidio – tra loro i dirigenti del principale partito di opposizione, giornalisti, editori e attivisti dei diritti umani – ha rifiutato di dichiararsi ‘colpevole’ o ‘innocente’, affermando che il processo apertosi oggi davanti all’Alta corte federale di Addis Abeba è “politico”. Soltanto tre – tra cui l’avvocato e attivista Daniel Bekele, direttore di ‘Action Aid’ in Etiopia – si sono detti “non colpevoli” attraverso i loro avvocati. Il governo del controverso primo ministro Meles Zenawi accusa gli imputati – di cui una trentina processati in contumacia - di aver fomentato le proteste di piazza a giugno e novembre relative ai brogli elettorali alle legislative di maggio; in entrambi i casi, le forze dell’ordine repressero con la violenza le dimostrazioni, provocando in tutto non meno di 86 vittime (molte di più secondo la società civile). “Ho letto i capi di imputazione, nessuno di essi riflette la realtà dell’Etiopia”, ha detto in aula Hailu Shawel, presidente della Coalizione per l’unità e la democrazia (Cud), il principale partito di opposizione, che alle legislative ha ottenuto oltre 100 seggi, ma che ha finora boicottato il Parlamento federale. “Io non ho commesso alcun crimine, sono qui solo come prigioniero politico”, ha dichiarato un altro deputato della Cud davanti ai giudici. Gli imputati – alcuni dei quali incriminati per tradimento e genocidio – sono accusati di aver ordito “un complotto con l’obiettivo di rovesciare con la forza un governo costituzionale”. Un’accusa “inaccettabile” secondo Amnesty International che ha chiesto “l’immediata e incondizionata scarcerazione” di tutti gli imputati. Alla seduta di oggi per la prima volta dopo il dibattimento iniziato a dicembre hanno partecipato come osservatori anche un giudice britannico inviato dall’Unione Europea e un giurista belga della Lega internazionale per i diritti dell’Uomo. Alcuni Paesi europei – tra cui la Gran Bretagna – hanno sospeso gli aiuti al governo di Zenawi rimproverandolo per i provvedimenti contro l’opposizione e gli esponenti della società civile. Il processo è stato aggiornato al 1 marzo; alcuni osservatori temono che possa durare eccessivamente: quello contro l’ex-dittatore Menghistu è in corso da 15 anni.
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'''Salari d'oro al Comune di Taranto 30 milioni in più per lavori extra'''

SIETE stanchi del vostro stipendio di fame? Volete finalmente far fruttare il diploma di ragioniere e divenire milionari? Se amate le città di mare, ci sono interessanti posizioni lavorative presso il comune di Taranto. Al municipio volano infatti buste paga da favola. Dal 2001 al 2005 i dipendenti si sono divisi quasi trenta milioni di euro, soldi fuori dalla tariffa base dei loro compensi. Salario "accessorio" e straordinario.

Non tutti sono stati baciati dalla fortuna: dei millecento dipendenti i più premiati, i meglio retribuiti sono stati gli impiegati dell'ufficio di ragioneria. Bravissimi ed iperattivi, sempre pronti, sicuri, documentati ed efficienti. Hanno lavorato tanto che il comune, pur avendo debiti per 148 milioni di euro, ha deciso di aumentare del 600 per cento il budget preventivato per retribuire le ore di ufficio in più.

Essendo veramente straordinari, le luci accese anche di notte, un panino per pranzo, i sabati e le domeniche immolate alla città, l'amministrazione ha voluto mostrare riconoscenza raddoppiando anche la voce del cosiddetto "salario accessorio", elemento eventuale ed integrativo della busta paga. La voce regina del salario accessorio è il "progetto obiettivo". Io ti do un obiettivo, e se lo raggiungi pago.

I ragionieri tarantini si sono messi al lavoro e ciascuno si è dato un obiettivo. In effetti, per fare presto e fare bene, si sono organizzati sempre in gruppo: ora cinque, ora dieci colleghi. Un esempio? Bisognava, era il 2002, sistemare tutte le fatture inoltrate dai fornitori dell'ente pubblico. Raccoglierle e numerarle. In dieci si sono dati l'obiettivo. Hanno prima titolato il progetto ("Raccolta e numerazione progressiva di tutte le fatture" - Prot. 1813 14/03/02), e si son detti: tu numeri da uno a cento, tu da centouno a duecento e così via. Raggiunto l'obiettivo, sono passati alla cassa: 26.500 euro. Nemmeno tremila euro ciascuno, una miseria. I comunali di Taranto hanno sempre tenuto alla produzione, e in questo quadriennio il loro lavoro è stato ritmato unicamente da un obiettivo.

Era come un incubo: ogni giorno che si entrava in municipio, dove per inciso non si può nemmeno timbrare il cartellino perché purtroppo i marcatempo non funzionano, l'uno chiedeva all'altro: tu in questa settimana che obiettivo hai? E l'altro: devo provvedere agli adempimenti per far aderire il comune al condono edilizio deciso dal governo Berlusconi. E infatti nel 2004 uno delle decine dei progetti obiettivo era appunto "Adesione al condono previsto dalla legge". In quattro si son messi al lavoro e in un battibaleno hanno certificato l'adesione. L'amministrazione, ringraziando, ha staccato anche a loro un assegno suppletivo di ventunomila euro.

A Taranto si dice: Ci sparte ave 'a megghia parte (chi divide ha la parte migliore). E i dipendenti hanno sempre avuto questa impostazione comunitaria, l'esigenza di utilizzare le menti in modo collettivo. E infatti collettivamente hanno realizzato un progetto ambiziosissimo: inquadrare la città in aree omogenee e redigere i piani di zona di assistenza sociale, offrire uno strumento per aiutare i deboli. A progetto ultimato, hanno fatto due conti e sei impiegati hanno chiesto e ottenuto un premio di 377mila euro. Al dirigente-coordinatore solo novantanovemila euro.

Purtroppo la tranquillità dei dipendenti è stata messa a repentaglio dalle malelingue con il moto perpetuo del pettegolezzo. Anche il consiglio comunale è dovuto intervenire con una commissione d'inchiesta; la Guardia di Finanza s'è fatta curiosa e ha iniziato a spulciare le carte. I fascicoli sono poi stati trasferiti alla magistratura. Adesso in municipio manca la fiducia. I progetti rallentano, gli obiettivi si allontanano, la città invece di lavorare mormora: unge l'asse ca 'a rota gire (ungi l'asse che la ruota gira).

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[#appunti Appunti e note redazionali]

[:RorFonti: Fonti]

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

IRAQ VERSO RISCHIO DI GUERRA CIVILE, OGGI COPRIFUOCO DIURNO

Le autorità irachene hanno deciso di imporre per oggi il coprifuoco anche nelle ore diurne, fino alle 16:00 a Baghdad e zone limitrofe. Lo hanno rivelato fonti governative precisando che in tal modo di spera di arginare le violenze. BRUCIATE 68 MOSCHEE

Mentre si affaccia il rischio di una guerra civile in Iraq, dove 68 moschee sono state incendiate e almeno 130 persone uccise dopo l'attentato di ieri alla moschea sciita di Samarra, la più grande formazione politica sunnita, il Fronte dell'Accordo, ha deciso oggi di abbandonare le trattative per la formazione di un nuovo governo.

"Stiamo sospendendo la nostra partecipazione ai negoziati con l'Alleanza sciita", ha detto in una conferenza stampa Tareq al Hasimi, un dirigente del Fronte dell'accordo iracheno, riferendosi ai negoziati per la formazione del nuovo governo in corso con l'Alleanza irachena unita, la coalizione di 16 formazioni sciite uscita largamente vittoriosa nelle elezioni irachene del 15 dicembre scorso. "Se il prezzo della partecipazione al processo politico - aveva detto in precedenza all'Afp Thafer al-Aani, portavoce del Fronte sunnita - è il sangue del nostro popolo, allora siamo intenzionati a rinunciarci. Questa atmosfera non aiuta la ripresa dei negoziati". "Crediamo - aveva sottolineato il portavoce - che alcune fazioni dell'Alleanza irachena unita siano responsabili dello spargimento di sangue che ha preso di mira la nostra gente, dell'incendio delle moschee e dell'arresto dei nostri figli".

RAPPRESAGLIE A BAGHDAD, 80 CADAVERI CRIVELLATI DI COLPI Un bilancio della polizia irachena di 80 persone uccise nelle ultime 24 ore a Baghdad, alle quali si aggiungono tre giornalisti della tv di Dubai Al Arabiya rapiti e poi uccisi a Samarra, testimonia stamane l' intensificarsi della violenza tra sunniti e sciiti in Iraq dopo l'attentato di ieri mattina che ha semidistrutto la cupola dorata della Moschea santuario della stessa città di (125 chilometri a nord di Baghdad), quarto luogo sacro per i musulmani sciiti.

TROVATI CORPI DI TRE GIORNALISTI AL ARABIYA RAPITI MERCOLEDI' I tre giornalisti - la reporter Atwar Bahjat, il cameraman Adnan Abdallah ed il fonico Khaled Mohsen - erano arrivati ieri dopo l' esplosione nella moschea, compiuta pare da un commando con tute mimetiche, per realizzare un reportage che è stato trasmesso stamane più volte dalla emittente di Dubai. Sarebbero stati affrontati da due uomini armati che li hanno sequestrati. Un quarto collega che sembra fosse con loro sarebbe riuscito a scappare. I corpi dei tre rapiti sono stati trovati stamattina 15 chilometri a nord di Samarra. I corpi di 47 persone uccise, apparentemente tutti sunniti - hanno detto fonti di polizia - sono stati trovati in varie zone di Baghdad, crivellati di colpi d'arma da fuoco.

68 MOSCHEE BRUCIATE E 15 IMAN ARRESTATI, ULEMA Un totale di 68 moschee sono state bruciate ieri in Iraq, per reazione all'esplosione della cupola della Moschea d'oro di Samarra, e 15 imam sono stati arrestati in Iraq. Sono dati resi noti da Al Qubaisy, portavoce del Consiglio degli Ulema, la maggiore autorità religiosa sunnita in Iraq, durante una conferenza stampa trasmessa dalla tv del Qatar Al Jazira. Sono state anche mostrate foto di moschee e copie del Corano bruciate negli atti vandalici. Gli Ulema criticano anche responsabili sciiti che ieri hanno sollecitato manifestazioni di protesta, "ben sapendo che il momento non era opportuno". Riferendosi quindi alla giornalista di Al Arabiya uccisa, hanno detto che "ha pagato con la sua vita per colpa di mani cattive, che hanno approfittato di quello che è successo a Samarra. Ci sono persone nascoste tra i cittadini - ha detto il portavoce - che seminano zizzania". Infine Qubaisy ha chiesto al leader sciita Moqtada Sadr di intervenire per impedire che aderenti alla sua formazione politica partecipino alla devastazione delle moschee.

RUSSIA: CROLLO TETTO MERCATO A MOSCA, 57 I MORTI

In seguito al recupero durante la notte del cadavere di una donna da sotto le macerie, e' salito ad almeno 57 il numero complessivo dei morti accertati a causa del crollo della copertura del mercato 'Baumansky', avvenuto ieri nell'omonimo quartiere sud-orientale di Mo. Lo ha riferito l'emittente 'Ntv', che citava fonti del ministero federale per la Protezione Civile. Le ricerche dei dispersi frattanto non accennano a rallentare, e si teme che il bilancio della sciagura sia destinato ad aggravarsi ulteriormente. Tuttora, quanto meno a livello ufficiale, non si sa con esattezza quante persone ci fossero nel mercato al momento del cedimento del tetto; un anonimo venditore che lavora proprio nel 'Baumansky' ha affermato tuttavia che sarebbero state circa duecento.

ISRAELIANI UCCIDONO 2 PALESTINESI A CONFINE CON GAZA

Almeno due palestinesi sono stati uccisi da soldati israeliani nei pressi del valico di Kissufim, al confine tra lo Stato ebraico e il settore sud della Striscia di Gaza. Lo hanno denunciato fonti sanitarie locali, secondo cui le vittime sarebbero state avvistate mentre, insieme a un paio di compagni, stavano presumibilmente piazzando ordigni lungo la recinzione di sicurezza che corre all'altezza della frontiera: i militari di guardia hanno aperto il fuoco a due riprese, colpendo tre degli intrusi, uno dei quali e' rimasto ferito ma sarebbe comunque riuscito a fuggire; il quarto palestinese e' stato catturato e si trova attualmente sotto interrogatorio. Uno dei morti e' stato identificato come Suleyman el-Kauda, 21 anni.

Mladic, smentiti negoziati su resa

Il ministero degli Esteri olandese smentisce che il ministro Ben Bot abbia detto che sono in corso trattative tra Mladic e il Tpi dell'Aja. 'La notizia non e' corretta', ha commentato un portavoce del ministero, precisando: 'Il ministro Bot ha sentito dalle autorita' serbe che Mladic era malato. Le autorita' serbe non sanno dove si trovi ma hanno ascoltato indiscrezioni per le quali potrebbe essere in contatto con la sua gente per arrendersi all'Aja a causa della malattia'.

MANIFESTAZIONE DI INDIPENDENTISTI CONTRO LA “COLONIA” E LA FBI

Più di 1000 persone, che facevano sventolare decine di bandiere verdi con una croce bianca, hanno partecipato a Porto Rico a una manifestazione del Partido Independentista Puertorriqueño (Pip) di fronte al tribunale federale di Hato Rey, penisola che fa parte della capitale San Juan, per protestare contro il “regime coloniale” e la presenza del Federal Bureau of Investigation (Fbi) sul territorio dell’isola caraibica che da decenni vive in regime di “commonwealth” con gli Stati Uniti. Ricordando l’uccisione di Filiberto Ojeda Rios – compiuta il 23 settembre dell’anno scorso dalla Fbi a Porto Rico, nel piccolo centro di Hormigueros, in circostanze tutte ancora da chiarire, Rubén Berríos Martínez , presidente del Pip, ha definito l’Fbi “istituzione repressiva” che negli ultimi tempi ha già “travolto i diritti degli indipendentisti” e della stampa locale. Alla manifestazione ha partecipato anche Elma Beatriz Rosado, vedova di Ojeda Rios che ha unito la sua voce protesta dicendo che quella repressiva è “la faccia dell’Fbi sempre denunciata da Filiberto”. Era dal maggio 2003, data della smobilitazione della base navale americana dell’isolotto di Vieques, che da Porto Rico non si aveva notizia di significative manifestazioni indipendentiste contro Washington.

DETENUTI POLITICI: PROCESSO, PER PROTESTA NESSUNO RISPONDE AI GIUDICI

La maggior parte dei 129 imputati ‘politici’ arrestati a novembre e accusati di tradimento e genocidio – tra loro i dirigenti del principale partito di opposizione, giornalisti, editori e attivisti dei diritti umani – ha rifiutato di dichiararsi ‘colpevole’ o ‘innocente’, affermando che il processo apertosi oggi davanti all’Alta corte federale di Addis Abeba è “politico”. Soltanto tre – tra cui l’avvocato e attivista Daniel Bekele, direttore di ‘Action Aid’ in Etiopia – si sono detti “non colpevoli” attraverso i loro avvocati. Il governo del controverso primo ministro Meles Zenawi accusa gli imputati – di cui una trentina processati in contumacia - di aver fomentato le proteste di piazza a giugno e novembre relative ai brogli elettorali alle legislative di maggio; in entrambi i casi, le forze dell’ordine repressero con la violenza le dimostrazioni, provocando in tutto non meno di 86 vittime (molte di più secondo la società civile). “Ho letto i capi di imputazione, nessuno di essi riflette la realtà dell’Etiopia”, ha detto in aula Hailu Shawel, presidente della Coalizione per l’unità e la democrazia (Cud), il principale partito di opposizione, che alle legislative ha ottenuto oltre 100 seggi, ma che ha finora boicottato il Parlamento federale. “Io non ho commesso alcun crimine, sono qui solo come prigioniero politico”, ha dichiarato un altro deputato della Cud davanti ai giudici. Gli imputati – alcuni dei quali incriminati per tradimento e genocidio – sono accusati di aver ordito “un complotto con l’obiettivo di rovesciare con la forza un governo costituzionale”. Un’accusa “inaccettabile” secondo Amnesty International che ha chiesto “l’immediata e incondizionata scarcerazione” di tutti gli imputati. Alla seduta di oggi per la prima volta dopo il dibattimento iniziato a dicembre hanno partecipato come osservatori anche un giudice britannico inviato dall’Unione Europea e un giurista belga della Lega internazionale per i diritti dell’Uomo. Alcuni Paesi europei – tra cui la Gran Bretagna – hanno sospeso gli aiuti al governo di Zenawi rimproverandolo per i provvedimenti contro l’opposizione e gli esponenti della società civile. Il processo è stato aggiornato al 1 marzo; alcuni osservatori temono che possa durare eccessivamente: quello contro l’ex-dittatore Menghistu è in corso da 15 anni.

ITALIA

Salari d'oro al Comune di Taranto 30 milioni in più per lavori extra

SIETE stanchi del vostro stipendio di fame? Volete finalmente far fruttare il diploma di ragioniere e divenire milionari? Se amate le città di mare, ci sono interessanti posizioni lavorative presso il comune di Taranto. Al municipio volano infatti buste paga da favola. Dal 2001 al 2005 i dipendenti si sono divisi quasi trenta milioni di euro, soldi fuori dalla tariffa base dei loro compensi. Salario "accessorio" e straordinario.

Non tutti sono stati baciati dalla fortuna: dei millecento dipendenti i più premiati, i meglio retribuiti sono stati gli impiegati dell'ufficio di ragioneria. Bravissimi ed iperattivi, sempre pronti, sicuri, documentati ed efficienti. Hanno lavorato tanto che il comune, pur avendo debiti per 148 milioni di euro, ha deciso di aumentare del 600 per cento il budget preventivato per retribuire le ore di ufficio in più.

Essendo veramente straordinari, le luci accese anche di notte, un panino per pranzo, i sabati e le domeniche immolate alla città, l'amministrazione ha voluto mostrare riconoscenza raddoppiando anche la voce del cosiddetto "salario accessorio", elemento eventuale ed integrativo della busta paga. La voce regina del salario accessorio è il "progetto obiettivo". Io ti do un obiettivo, e se lo raggiungi pago.

I ragionieri tarantini si sono messi al lavoro e ciascuno si è dato un obiettivo. In effetti, per fare presto e fare bene, si sono organizzati sempre in gruppo: ora cinque, ora dieci colleghi. Un esempio? Bisognava, era il 2002, sistemare tutte le fatture inoltrate dai fornitori dell'ente pubblico. Raccoglierle e numerarle. In dieci si sono dati l'obiettivo. Hanno prima titolato il progetto ("Raccolta e numerazione progressiva di tutte le fatture" - Prot. 1813 14/03/02), e si son detti: tu numeri da uno a cento, tu da centouno a duecento e così via. Raggiunto l'obiettivo, sono passati alla cassa: 26.500 euro. Nemmeno tremila euro ciascuno, una miseria. I comunali di Taranto hanno sempre tenuto alla produzione, e in questo quadriennio il loro lavoro è stato ritmato unicamente da un obiettivo.

Era come un incubo: ogni giorno che si entrava in municipio, dove per inciso non si può nemmeno timbrare il cartellino perché purtroppo i marcatempo non funzionano, l'uno chiedeva all'altro: tu in questa settimana che obiettivo hai? E l'altro: devo provvedere agli adempimenti per far aderire il comune al condono edilizio deciso dal governo Berlusconi. E infatti nel 2004 uno delle decine dei progetti obiettivo era appunto "Adesione al condono previsto dalla legge". In quattro si son messi al lavoro e in un battibaleno hanno certificato l'adesione. L'amministrazione, ringraziando, ha staccato anche a loro un assegno suppletivo di ventunomila euro.

A Taranto si dice: Ci sparte ave 'a megghia parte (chi divide ha la parte migliore). E i dipendenti hanno sempre avuto questa impostazione comunitaria, l'esigenza di utilizzare le menti in modo collettivo. E infatti collettivamente hanno realizzato un progetto ambiziosissimo: inquadrare la città in aree omogenee e redigere i piani di zona di assistenza sociale, offrire uno strumento per aiutare i deboli. A progetto ultimato, hanno fatto due conti e sei impiegati hanno chiesto e ottenuto un premio di 377mila euro. Al dirigente-coordinatore solo novantanovemila euro.

Purtroppo la tranquillità dei dipendenti è stata messa a repentaglio dalle malelingue con il moto perpetuo del pettegolezzo. Anche il consiglio comunale è dovuto intervenire con una commissione d'inchiesta; la Guardia di Finanza s'è fatta curiosa e ha iniziato a spulciare le carte. I fascicoli sono poi stati trasferiti alla magistratura. Adesso in municipio manca la fiducia. I progetti rallentano, gli obiettivi si allontanano, la città invece di lavorare mormora: unge l'asse ca 'a rota gire (ungi l'asse che la ruota gira).


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gror060224 (last edited 2008-06-26 09:53:58 by anonymous)