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'''ITALIA'''

'''Sciopero Alitalia il 17 giugno'''

Confermato lo sciopero degli assistenti di volo dell'Alitalia previsto per il 17 giugno. Il Sult fa sapere che potrebbe essere solo l'inizio di una stagione sindacale molto calda. "Intorno ad Alitalia - si legge in una nota - si stanno nuovamente addensando nuvole di tempesta. Sia per quanto riguarda le questioni sindacali, sia rispetto a problematiche di carattere industriale, la situazione si sta incancrenendo e potrebbe determinare una nuova estate di lotta e di mobilitazioni".

ITALIA

Sciopero dei detenuti nel carcere di Trento
Una cinquantina di detenuti del carcere di Trento attua da oggi lo sciopero della fame per protestare contro le precarie situazioni nelle quali si troverebbero a vivere: sovraffollamento, struttura vecchia e malandata. I carcerati lamentano inoltre la presenza di 170 reclusi in una struttura adibita a contenerne al massimo un centinaio. I detenuti protestano infine per le scarse condizioni igieniche e per i tempi lunghi che servono per organizzare i colloqui con gli educatori.

SAN LORENZO

Roma. Polizia carabinieri e Digos per lo sfratto di un anziano di 101 anni
24 maggio 2006
Sfratto interforza a San Lorenzo: tre blindati della polizia, uno dei carabinieri, decine di agenti in divisa insieme all'ufficiale giudiziario per eseguire alle sei di questa mattina lo sfratto di un anziano di 101 anni. Presente anche la Digos. La forza pubblica ha chiuso le finestre di casa dell'anziano, avvitandole.
Questo il comunicato di Action: "E' una 'prova di forza' del prefetto che ha deciso di mostrare tolleranza zero contro chi difende gli sfratti, dopo che venerdì scorso un picchetto era riuscito a impedire lo sfratto di una famiglia di San Lorenzo.
Occorre una parola chiara da parte del sindaco. Chiediamo l'allontanamento del prefetto da questa città e le dimissioni del commissario di San Lorenzo che vive l'ordine pubblico in contrapposizione al movimento di lotta per la casa e ad Action in particolare".
Questo pomeriggio, alle 17, corteo di quartiere a San Lorenzo da via dei Marrucini al commissariato di San Lorenzo.

MIISTRO A LAMPEDUSA
 
Il ministro della solidarierà sociale Paolo Ferrero
LAMPEDUSA - Una nuova sanatoria regolarizzerà 480 mila immigrati "che in Italia hanno già o possono avere un datore di lavoro": sono gli stessi che avevano presentato domanda alle Poste in base al precedente decreto. Lo ha annunciato il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, in visita oggi al Centro di prima accoglienza di Lampedusa. La regolarizzazione avverrà con un nuovo decreto, che il governo adotterà "entro i tempi tecnici".
"Non ci piace definirla sanatoria - afferma il neo ministro - ma si tratta di rendere visibili queste persone che già nei mesi scorsi avevano chiesto di essere regolarizzate attraverso le domande inoltrate", aggiungendo inoltre che occorre rivedere le quote fissate dal precedente ministro Maroni. Per Ferrero, "la legge Bossi-Fini è sbagliata e va cambiata". Dal 2000 al 2004 sono stati circa un milione i lavoratori immigrati che hanno ottenuto il permesso.
Quanto ai centri di accoglienza, "faremo in modo di renderli trasparenti e dare visibilità a quello che avviene al loro interno". Nelle intenzioni del neo ministro, il Cpa di Lampedusa, che finora ha registrato 5.145 immigrati contro i 3.471 dello stesso periodo del 2005, non sarà chiuso, ma affiancato da un nuovo centro più ampio, che utilizzerà probabilmente gli spazi di una caserma fuori dal centro abitato.
La situazione del Cpa è molto spesso drammatica: secondo i dati delle forze dell'ordine, per almeno 50 giorni l'anno il centro ospita 600 persone, a fronte di soli 190 posti letto disponibili.


SPAGNA
Il premier spagnolo Jose Luis Rodriguez Zapatero ha oggi salutato il ''cambio qualitativo nell'atteggiamento e nell'impegno'' dell'Unione Europea che ieri ha promesso a Madrid aiuti sotto forma di un gruppo rapido di pattugliamento costiero e la creazione nell'arcipelago delle Canarie di un centro dell'Agenzia di controllo delle frontiere (Frontex).
Il portavoce del Partito Popolare in parlamento Pio Garcia Escudero ha accusato il governo di essere responsabile del ''clamoroso fallimento'' della politica migratoria, sottolineando che l'ondata di migliaia di subsahariani alle Canarie (150 solo ieri), che quintuplica quelli del 2005, e' la conseguenza del processo di regolarizzazione messo in atto da Madrid.

USA IMMIGRAZIONE


Il Senato degli Stati Uniti potrebbe votare già domani la riforma alla legge sull’immigrazione, decidendo del futuro di milioni di immigrati irregolari. Nel frattempo, la Camera alta del Congresso statunitense ha respinto l’emendamento presentato dalla senatrice democratica della California, Dianne Feinstein, che proponeva attraverso un innovativo sistema, definito del ‘cartellino arancione’, di legalizzare in blocco tutti gli immigrati irregolari giunti negli Usa prima del 1° gennaio 2006. I repubblicani e una parte dei democratici si sono opposti alla proposta, bocciando l’emendamento con 61 voti contro e 37 a favore. Il ‘cartellino arancione’ (o ‘tarjeta naranja’, come il sistema ideato dalla Feinstein era già stato ribattezzato dalla folta comunità ispanica immigrata illegalmente negli Usa) prevedeva che fossero automaticamente legalizzati tutti quei clandestini che parlassero inglese e conoscessero elementi di storia e del governo statunitensi; costoro dovevano inoltre essere in grado di dimostrare di pagare regolarmente le tasse e versare nelle casse federali una multa una tantum di 2.000 dollari.




MEDIO ORIENTE
Almeno due giovani palestinesi, anche se alcune fonti già parlano di tre, sono stati uccisi oggi dall’esercito israeliano durante un’incursione a Ramallah, in Cisgiordania, che ha portato all’arresto di un capo del movimento radicale della ‘Jihad islamica’, Mohammad Al-Chobaki: lo hanno reso noto fonti mediche palestinesi, secondo le quali un’altra trentina di palestinesi sarebbero rimasti feriti poiché raggiunti da colpi d’arma da fuoco sparati dalle unità dei corpi speciali di Tel Aviv. Al-Chobaki era ricercato in quanto capo della ‘Jihad islamica’ nella regione di Qalqilya, nel nord della Cisgiordania. I soldati di Israele avrebbero sparato per disperdere la folla che si era assembrata per impedire l’arresto dell’integralista. Con quelle di oggi sale a 5.062 il numero di vittime dall’inizio, nel settembre 2000, della seconda Intifada; l’80% dei morti è palestinese.

'''Iran: studenti in protesta'''

Gli studenti iraniani sono tornati a manifestare,subendo anche attacchi da parte della polizia e della milizia islamica a Teheran, già teatro di rivolte anti-regime nel 1999 e nel 2003. Ieri sera e' iniziata una protesta nel campus universitario, proseguita fino all'alba. 2.000 studenti hanno protestato contro l'espulsione di alcuni colleghi e le "limitazioni imposte nelle università e agli attivisti del movimento studentesco dopo l'entrata in carica del nuovo governo" guidato dal presidente conservatore Mahmud Ahmadinejad, nell'agosto 2005. La protesta segue quella del 9 maggio scorso, quando studenti dell'università di tecnologia Sahand nella città di Tabriz, avevano iniziato un SIT-IN per protestare contro la repressione e la segregazione dominanti nell'ambiente accademico. Alcuni giorni prima, il 3 ed il 4 maggio, alcuni agenti della polizia paramilitare Bassidj avevano fatto chiudere con la forza un festival culturale dell'università.



SOMALIA

Rotta la tregua a Mogadiscio: 6 morti
A seguito di nuovi combattimenti scoppiati nella capitale somala, Mogadiscio, 6 persone sono morte e altre 6 sono rimaste ferite. Gli scontri si sono verificati tra le milizie dei Tribunali islamici e l'Alleanza anti terrorismo. I combattimenti rompono la tregua concordata tra i due gruppi 10 giorni fa. Più di 100 persone sono morte dall'inizio del mese a Mogadiscio.
  

BANGLADESH

RIVOLTA LAVORATORI TESSILI

La polizia e le forze di sicurezza sono state inviate dal governo del Bangladesh a presidiare gli stabilimenti tessili della capitale Dhaka e della provincia dopo che, negli ultimi tre giorni, si sono succeduti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, nei quali ha trovato la morte almeno una persona e sono rimaste ferite almeno altre 100. Il dispiegamento di forze, secondo l’esecutivo bangladese, è una misura preventiva per evitare nuove eruzioni di violenza e assalti alle fabbriche, dopo che almeno 14 importanti stabilimenti tessili sono stati dati alle fiamme nelle ultime 72 ore, con danni milionari. I lavoratori del settore tessile sono scesi in piazza per protestare contro le impossibili condizioni di lavoro cui sono costretti e contro il salario molto basso, pari a 19-20 dollari al mese di media, cosa che fa degli operai del settore, automaticamente, dei poveri. Secondo i proprietari delle fabbriche e il governo, invece, non sarebbero le condizioni di lavoro e la paga bassa a spingere gli operai alla protesta ma una non meglio qualificata “cospirazione”; nel frattempo, a causa della concitazione di questi giorni, starebbe già diminuendo la domanda internazionale di tessili. Il settore tessile sostiene da solo l’80% dell’intero export del Paese asiatico, pari a 4,2 miliardi di euro l’anno. In Bangladesh vi sono circa 4.000 imprese tessili, che impiegano soprattutto donne, e che negli ultimi due anni hanno trascinato l’economia nazionale a una crescita intorno al 20%.

BRASILE

Gas. Frizioni tra Brasile e Bolivia
24 maggio 2006
Tornano all'attacco i dirigenti di Petrobras, l'impresa petrolifera brasiliana i cui interessi sono stati fortemente danneggiati dalla recente nazionalizzazione del gas in Bolivia. José Sergio Gabrielli, direttore generale dell'impresa, ha dichiarato che verranno utilizzati " tutti i mezzi legali possibili" per tutelare gli interessi commerciali di Petrobras in Brasile.
L'impresa é inoltre decisa, secondo quanto riportato dal dirigente, a limitare al massimo gli investimenti in Bolivia, e a orientarsi verso l'incremento della produzione nel Sud-est dl brasile. L'impresa starebbe inoltre prendendo in considerazione l'ipotesi di costruire due rigassificatori, capaci di riconvertire 20 milioni di metri cubici al giorno di gas liquido importato da oltremare.
Nonostante la decisione di limitare al massimo la dipendenza energetica, Gabrielli, ha comunque confermato la volontà di Petrobras di non ritirarsi completamente dalla Bolivia, le cui risorse energetiche, "sono necessarie per soddisfare la domanda brasiliana presente e futura". Tuttavia, ha sottolineato, anche la Bolivia ha bisogno del Brasile, perché " ha bisogno di investimenti stranieri e compratori per trarre beneficio dalle risorse che possiede";
"Abbiamo un contratto con la Bolivia che scade nel 2019" ha aggiunto Gabrielli, che ha spiegato che Petrobras da tempo é in trattative con YPFB ( la compagnia petrolifera boliviana) per definire le condizioni finanziarie dei progetti esistenti, "non siamo obbligati a trattare con il governo del presidente Evo Morales"
Ancor più duro il direttore generale dell'Agenzia nazionale dell'energia elettrica brasiliana (Aneel), Jerson Kelman, che ha parlato di posizione ''molto comoda'' e favorevole nei negoziati con La Paz. Questo perche', ha spiegato alla stampa Kelman, ''messi alle strette, noi possiamo sopravvivere, ma non altrettanto puo' fare la Bolivia senza il denaro brasiliano, ha bisogno che il Brasile acquisti il suo gas''.


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'''Iran: studenti in protesta'''

Gli studenti iraniani sono tornati a manifestare,subendo anche attacchi da parte della polizia e della milizia islamica a Teheran, già teatro di rivolte anti-regime nel 1999 e nel 2003. Ieri sera e' iniziata una protesta nel campus universitario, proseguita fino all'alba. 2.000 studenti hanno protestato contro l'espulsione di alcuni colleghi e le "limitazioni imposte nelle università e agli attivisti del movimento studentesco dopo l'entrata in carica del nuovo governo" guidato dal presidente conservatore Mahmud Ahmadinejad, nell'agosto 2005. La protesta segue quella del 9 maggio scorso, quando studenti dell'università di tecnologia Sahand nella città di Tabriz, avevano iniziato un SIT-IN per protestare contro la repressione e la segregazione dominanti nell'ambiente accademico. Alcuni giorni prima, il 3 ed il 4 maggio, alcuni agenti della polizia paramilitare Bassidj avevano fatto chiudere con la forza un festival culturale dell'università.
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'''ITALIA'''

'''Sciopero Alitalia il 17 giugno'''

Confermato lo sciopero degli assistenti di volo dell'Alitalia previsto per il 17 giugno. Il Sult fa sapere che potrebbe essere solo l'inizio di una stagione sindacale molto calda. "Intorno ad Alitalia - si legge in una nota - si stanno nuovamente addensando nuvole di tempesta. Sia per quanto riguarda le questioni sindacali, sia rispetto a problematiche di carattere industriale, la situazione si sta incancrenendo e potrebbe determinare una nuova estate di lotta e di mobilitazioni".

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Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ITALIA

Sciopero Alitalia il 17 giugno

Confermato lo sciopero degli assistenti di volo dell'Alitalia previsto per il 17 giugno. Il Sult fa sapere che potrebbe essere solo l'inizio di una stagione sindacale molto calda. "Intorno ad Alitalia - si legge in una nota - si stanno nuovamente addensando nuvole di tempesta. Sia per quanto riguarda le questioni sindacali, sia rispetto a problematiche di carattere industriale, la situazione si sta incancrenendo e potrebbe determinare una nuova estate di lotta e di mobilitazioni".

ITALIA

Sciopero dei detenuti nel carcere di Trento Una cinquantina di detenuti del carcere di Trento attua da oggi lo sciopero della fame per protestare contro le precarie situazioni nelle quali si troverebbero a vivere: sovraffollamento, struttura vecchia e malandata. I carcerati lamentano inoltre la presenza di 170 reclusi in una struttura adibita a contenerne al massimo un centinaio. I detenuti protestano infine per le scarse condizioni igieniche e per i tempi lunghi che servono per organizzare i colloqui con gli educatori.

SAN LORENZO

Roma. Polizia carabinieri e Digos per lo sfratto di un anziano di 101 anni 24 maggio 2006 Sfratto interforza a San Lorenzo: tre blindati della polizia, uno dei carabinieri, decine di agenti in divisa insieme all'ufficiale giudiziario per eseguire alle sei di questa mattina lo sfratto di un anziano di 101 anni. Presente anche la Digos. La forza pubblica ha chiuso le finestre di casa dell'anziano, avvitandole. Questo il comunicato di Action: "E' una 'prova di forza' del prefetto che ha deciso di mostrare tolleranza zero contro chi difende gli sfratti, dopo che venerdì scorso un picchetto era riuscito a impedire lo sfratto di una famiglia di San Lorenzo. Occorre una parola chiara da parte del sindaco. Chiediamo l'allontanamento del prefetto da questa città e le dimissioni del commissario di San Lorenzo che vive l'ordine pubblico in contrapposizione al movimento di lotta per la casa e ad Action in particolare". Questo pomeriggio, alle 17, corteo di quartiere a San Lorenzo da via dei Marrucini al commissariato di San Lorenzo.

MIISTRO A LAMPEDUSA

Il ministro della solidarierà sociale Paolo Ferrero LAMPEDUSA - Una nuova sanatoria regolarizzerà 480 mila immigrati "che in Italia hanno già o possono avere un datore di lavoro": sono gli stessi che avevano presentato domanda alle Poste in base al precedente decreto. Lo ha annunciato il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, in visita oggi al Centro di prima accoglienza di Lampedusa. La regolarizzazione avverrà con un nuovo decreto, che il governo adotterà "entro i tempi tecnici". "Non ci piace definirla sanatoria - afferma il neo ministro - ma si tratta di rendere visibili queste persone che già nei mesi scorsi avevano chiesto di essere regolarizzate attraverso le domande inoltrate", aggiungendo inoltre che occorre rivedere le quote fissate dal precedente ministro Maroni. Per Ferrero, "la legge Bossi-Fini è sbagliata e va cambiata". Dal 2000 al 2004 sono stati circa un milione i lavoratori immigrati che hanno ottenuto il permesso. Quanto ai centri di accoglienza, "faremo in modo di renderli trasparenti e dare visibilità a quello che avviene al loro interno". Nelle intenzioni del neo ministro, il Cpa di Lampedusa, che finora ha registrato 5.145 immigrati contro i 3.471 dello stesso periodo del 2005, non sarà chiuso, ma affiancato da un nuovo centro più ampio, che utilizzerà probabilmente gli spazi di una caserma fuori dal centro abitato. La situazione del Cpa è molto spesso drammatica: secondo i dati delle forze dell'ordine, per almeno 50 giorni l'anno il centro ospita 600 persone, a fronte di soli 190 posti letto disponibili.

SPAGNA Il premier spagnolo Jose Luis Rodriguez Zapatero ha oggi salutato il cambio qualitativo nell'atteggiamento e nell'impegno dell'Unione Europea che ieri ha promesso a Madrid aiuti sotto forma di un gruppo rapido di pattugliamento costiero e la creazione nell'arcipelago delle Canarie di un centro dell'Agenzia di controllo delle frontiere (Frontex). Il portavoce del Partito Popolare in parlamento Pio Garcia Escudero ha accusato il governo di essere responsabile del clamoroso fallimento della politica migratoria, sottolineando che l'ondata di migliaia di subsahariani alle Canarie (150 solo ieri), che quintuplica quelli del 2005, e' la conseguenza del processo di regolarizzazione messo in atto da Madrid.

USA IMMIGRAZIONE

Il Senato degli Stati Uniti potrebbe votare già domani la riforma alla legge sull’immigrazione, decidendo del futuro di milioni di immigrati irregolari. Nel frattempo, la Camera alta del Congresso statunitense ha respinto l’emendamento presentato dalla senatrice democratica della California, Dianne Feinstein, che proponeva attraverso un innovativo sistema, definito del ‘cartellino arancione’, di legalizzare in blocco tutti gli immigrati irregolari giunti negli Usa prima del 1° gennaio 2006. I repubblicani e una parte dei democratici si sono opposti alla proposta, bocciando l’emendamento con 61 voti contro e 37 a favore. Il ‘cartellino arancione’ (o ‘tarjeta naranja’, come il sistema ideato dalla Feinstein era già stato ribattezzato dalla folta comunità ispanica immigrata illegalmente negli Usa) prevedeva che fossero automaticamente legalizzati tutti quei clandestini che parlassero inglese e conoscessero elementi di storia e del governo statunitensi; costoro dovevano inoltre essere in grado di dimostrare di pagare regolarmente le tasse e versare nelle casse federali una multa una tantum di 2.000 dollari.

MEDIO ORIENTE Almeno due giovani palestinesi, anche se alcune fonti già parlano di tre, sono stati uccisi oggi dall’esercito israeliano durante un’incursione a Ramallah, in Cisgiordania, che ha portato all’arresto di un capo del movimento radicale della ‘Jihad islamica’, Mohammad Al-Chobaki: lo hanno reso noto fonti mediche palestinesi, secondo le quali un’altra trentina di palestinesi sarebbero rimasti feriti poiché raggiunti da colpi d’arma da fuoco sparati dalle unità dei corpi speciali di Tel Aviv. Al-Chobaki era ricercato in quanto capo della ‘Jihad islamica’ nella regione di Qalqilya, nel nord della Cisgiordania. I soldati di Israele avrebbero sparato per disperdere la folla che si era assembrata per impedire l’arresto dell’integralista. Con quelle di oggi sale a 5.062 il numero di vittime dall’inizio, nel settembre 2000, della seconda Intifada; l’80% dei morti è palestinese.

Iran: studenti in protesta

Gli studenti iraniani sono tornati a manifestare,subendo anche attacchi da parte della polizia e della milizia islamica a Teheran, già teatro di rivolte anti-regime nel 1999 e nel 2003. Ieri sera e' iniziata una protesta nel campus universitario, proseguita fino all'alba. 2.000 studenti hanno protestato contro l'espulsione di alcuni colleghi e le "limitazioni imposte nelle università e agli attivisti del movimento studentesco dopo l'entrata in carica del nuovo governo" guidato dal presidente conservatore Mahmud Ahmadinejad, nell'agosto 2005. La protesta segue quella del 9 maggio scorso, quando studenti dell'università di tecnologia Sahand nella città di Tabriz, avevano iniziato un SIT-IN per protestare contro la repressione e la segregazione dominanti nell'ambiente accademico. Alcuni giorni prima, il 3 ed il 4 maggio, alcuni agenti della polizia paramilitare Bassidj avevano fatto chiudere con la forza un festival culturale dell'università.

SOMALIA

Rotta la tregua a Mogadiscio: 6 morti A seguito di nuovi combattimenti scoppiati nella capitale somala, Mogadiscio, 6 persone sono morte e altre 6 sono rimaste ferite. Gli scontri si sono verificati tra le milizie dei Tribunali islamici e l'Alleanza anti terrorismo. I combattimenti rompono la tregua concordata tra i due gruppi 10 giorni fa. Più di 100 persone sono morte dall'inizio del mese a Mogadiscio.

BANGLADESH

RIVOLTA LAVORATORI TESSILI

La polizia e le forze di sicurezza sono state inviate dal governo del Bangladesh a presidiare gli stabilimenti tessili della capitale Dhaka e della provincia dopo che, negli ultimi tre giorni, si sono succeduti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, nei quali ha trovato la morte almeno una persona e sono rimaste ferite almeno altre 100. Il dispiegamento di forze, secondo l’esecutivo bangladese, è una misura preventiva per evitare nuove eruzioni di violenza e assalti alle fabbriche, dopo che almeno 14 importanti stabilimenti tessili sono stati dati alle fiamme nelle ultime 72 ore, con danni milionari. I lavoratori del settore tessile sono scesi in piazza per protestare contro le impossibili condizioni di lavoro cui sono costretti e contro il salario molto basso, pari a 19-20 dollari al mese di media, cosa che fa degli operai del settore, automaticamente, dei poveri. Secondo i proprietari delle fabbriche e il governo, invece, non sarebbero le condizioni di lavoro e la paga bassa a spingere gli operai alla protesta ma una non meglio qualificata “cospirazione”; nel frattempo, a causa della concitazione di questi giorni, starebbe già diminuendo la domanda internazionale di tessili. Il settore tessile sostiene da solo l’80% dell’intero export del Paese asiatico, pari a 4,2 miliardi di euro l’anno. In Bangladesh vi sono circa 4.000 imprese tessili, che impiegano soprattutto donne, e che negli ultimi due anni hanno trascinato l’economia nazionale a una crescita intorno al 20%.

BRASILE

Gas. Frizioni tra Brasile e Bolivia 24 maggio 2006 Tornano all'attacco i dirigenti di Petrobras, l'impresa petrolifera brasiliana i cui interessi sono stati fortemente danneggiati dalla recente nazionalizzazione del gas in Bolivia. José Sergio Gabrielli, direttore generale dell'impresa, ha dichiarato che verranno utilizzati " tutti i mezzi legali possibili" per tutelare gli interessi commerciali di Petrobras in Brasile. L'impresa é inoltre decisa, secondo quanto riportato dal dirigente, a limitare al massimo gli investimenti in Bolivia, e a orientarsi verso l'incremento della produzione nel Sud-est dl brasile. L'impresa starebbe inoltre prendendo in considerazione l'ipotesi di costruire due rigassificatori, capaci di riconvertire 20 milioni di metri cubici al giorno di gas liquido importato da oltremare. Nonostante la decisione di limitare al massimo la dipendenza energetica, Gabrielli, ha comunque confermato la volontà di Petrobras di non ritirarsi completamente dalla Bolivia, le cui risorse energetiche, "sono necessarie per soddisfare la domanda brasiliana presente e futura". Tuttavia, ha sottolineato, anche la Bolivia ha bisogno del Brasile, perché " ha bisogno di investimenti stranieri e compratori per trarre beneficio dalle risorse che possiede"; "Abbiamo un contratto con la Bolivia che scade nel 2019" ha aggiunto Gabrielli, che ha spiegato che Petrobras da tempo é in trattative con YPFB ( la compagnia petrolifera boliviana) per definire le condizioni finanziarie dei progetti esistenti, "non siamo obbligati a trattare con il governo del presidente Evo Morales" Ancor più duro il direttore generale dell'Agenzia nazionale dell'energia elettrica brasiliana (Aneel), Jerson Kelman, che ha parlato di posizione molto comoda e favorevole nei negoziati con La Paz. Questo perche', ha spiegato alla stampa Kelman, messi alle strette, noi possiamo sopravvivere, ma non altrettanto puo' fare la Bolivia senza il denaro brasiliano, ha bisogno che il Brasile acquisti il suo gas.

Guatemala: assalto alla stazione di polizia contro chiusura di una radio comunitaria

Una folla di abitanti di Santa Maria de Jesús, in Guatemala, ha assaltato una stazione di polizia, in protesta per la chiusura di una radio comunitaria di ispirazione cattolica, decisa della magistratura locale. La reazione della popolazione è scattata dopo che una pattuglia ha sgomberato la sede dell’emittente perchè “non in regola” con le norme vigenti. La legge sulla radio-diffusione prevede che anche le radio comunitarie si iscrivano in un apposito registro, sebbene si tratti principalmente di emittenti senza scopo di lucro e spesso unico mezzo di comunicazione per le popolazioni che vivono nelle aree più remote del paese.

ESTERI

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

DIRITTI UMANI, IN DUE MESI 2.500 MORTI E 85.000 SFOLLATI IN IRAQ

Ad un giorno dalla pubblicazopne del rapporto annuale di Amnesty International, che denuncia il costante aumento di casi di gravi violazioni dei diritti umani in nome della "sicurezza globale", la missione di assistenza dell'Onu in Irak denuncia, nel suo rapporto sul 2005, le costanti violazioni dei diritti umani dalla caduta di Saddam Hussein ad oggi. Quasi 2.500 vittime e oltre 85.000 civili costretti ad abbandonare le proprie case: è il bilancio delle violenze in Iraq nei mesi di marzo e aprile. “Il risultato di una violenza diffusa è che gli iracheni continuano a fuggire dalle proprie zone di residenza, sia in modo volontario che per le violenze o le minacce di insorti, miliziani e altri gruppi armati” si legge nel rapporto presentato oggi. Nel documento si denuncia inoltre che il numero di detenuti “continua a essere troppo alto”, con 15.387 prigionieri nelle mani del contingente multinazionale e oltre 7.700 affidati al ministero della giustizia, cui se ne aggiungono altri cinquemila detenuti gestiti dal ministero dell’Interno. Le loro condizioni, scrivono gli esperti Onu con un eufemismo, “non sono generalmente in linea con gli standard internazionali di diritti umani”. Le carceri e i centri di detenzione “sono spesso sovraffollati (con detenuti in attesa di processo insieme ai condannati), e spesso mancano cibo, igiene e assistenza sanitaria”.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

COLOMBIA VERSO ELEZIONI: ONG DENUNCIANO PRESSIONI E MINACCE DEI PARAMILITARI

A cinque giorni dalle elezioni presidenziali, nei quartieri poveri della zona meridionale di Bogotá le milizie urbane dei gruppi paramilitari di ultra-destra hanno aumentato le pressioni sulla popolazione affinché non voti i candidati di sinistra: lo hanno riferito sindacati e organizzazioni della società civile di Ciudad Bolívar, un'agglomerato urbano di 2 milioni di abitanti di cui quasi la metà ‘desplazados’ (sfollati) per la guerra. A Ciudad Bolivar, negli ultimi mesi, 170 persone considerate ‘nemici politici’ sono scomparse presumibilmente per mano delle Autodifese unite della Colombia (Auc). “Chiunque si schieri contro la rielezione di Uribe è vittima di minacce. I paramilitari dicono che ogni voto alla sinistra costerà caro” ha detto Emily Rincón, coordinatrice di ‘Corporación social para la asesoría y la capacitacion comunitaria’ (Cospac), organizzazione non governativa locale.

PALESTINA

Tre militanti di Hamas sono stati uccisi questa mattina all'uscita di una moschea della cittadina di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, da armati non identificati. Lo hanno riferito fonti della sicurezza palestinese. Attualmente non si è a conoscenza dei resposabili, anche se alcune agenzie di notizie lo attribuiscono allo scontro tra Hamas e Fatah

ISRAELE, SEI MESI DI TEMPO PER INIZIARE I NEGOZIATI SE ENTRO FINE ANNO HAMAS NON CAMBIERA' RITIRO SARA' UNILATERALE

Questa mattina, il ministro israeliano della Giustizia,Hain Ramon, molto vicino ad Ehud Olmert, ha dichiarato che "Se Hamas non riconoscera' Israele, non rispettera' i precedenti accordi e non rinuncera' alla violenza entro sei mesi, Israele avviera' in modo unilaterale il suo piano di ritiro per delineare i confini definitivi entro il 2012". Le dichiarazioni israeliane seguono quelle di ieri del primo ministro palestinese, Ismail Hanyeh,che non si è pronunciato sulla tregua di Hamas.

Tunisia: nuovo giacimento petrolio

Un nuovo giacimento di petrolio e' stato scoperto nel sud della Tunisia, nella zona di Jenein, 700 km a sud di Tunisi.Il giacimento, esteso su 1.992 chilometri quadrati, avrebbe una capacita' di produzione media di gas di circa 1.625 Bep (equivalente a un barile di petrolio) al giorno e di circa 1.500 barili di petrolio al giorno, con un tasso del 54%. La concessione del giacimento appartiene per il 50% alla compagnia tunisina Etap e per il 50% alla compagnia austriaca Omv.

Nucleare:Iran per negoziato con Usa

Proseguono i negoziati tra Iran e Stati Uniti sul problema del nucleare. Secondo rivelazioni apprase sul Washington post, l'Iran starebbe inviando esplicite richieste agli Stati Uniti per avviare un negoziato diretto sul suo programma nucleare. Sembra che alti dirigenti del governo di Teheran abbiano chiesto ad una serie di intermediari, tra cui il capo dell'Aiea El Baradei, il segretario generale dell'Onu Kofi Annan e dirigenti indonesiani e del Kuwait, di far capire a Washington il loro desiderio di avere colloqui diretti. Il Dipartimento di Stato Usa non ha rilasciato dichiarazioni in proposito.

PRESENTATO PROGETTO DI REATTORE NUCLEARE A BRUXELLES

Mentre si dibatte sulla possibilità di superare la crisi petrolifera attraverso la sfruttamento massicio di energia nucleare, è stato presentato stamattina a Bruxelles un progetto miliardario per la costruzione del nuovo reattore nucleare internazionale "Iter", a cui lavorano da anni scienziati di tutto il mondo.Il progetto verrà firmato oggi dall'Ue, dal Giappone, dalla Cina, dalla Corea del Sud, dall'India e dagli Usa.

ITALIA

Parigi

Nel pomeriggio di ieri c'è stata a Parigi la seconda udienza per la richiesta di scarcerazione dei due attivisti italiani arrestati a seguito della manifestatzione per la May Day. Oggi ci sarà la risposta del tribunale in merito a questa questione, in attesa del processo del 29 maggio prossimo. ascoltiamo un audio di radio onda d'urto registrato ieri pomeriggio.

ISTAT RAPPORTO 2005, NECESSARIO OPERARE SCELTE CORAGGIOSE

Il Paese e' vulnerabile e fragile. Ma e' possibile trasformare gli ostacoli allo sviluppo in opportunita. Il XIV rapporto annuale dell'Istat sulla situazione italiana, tratteggiando un 2005 difficile, segnato dalla crescita zero, offre indicazioni concrete per il futuro che gia' nel primo trimestre del 2006 offre spiragli di ripresa. L'obiettivo deve essere quello di far emergere il potenziale di dinamismo implicito nella ricchezza dei comportamenti osservati. Soprattutto, i messaggi che emergono dalla relazione presentata oggi dal presidente Luigi Biggeri, mettono in luce i costi e i rischi dell'inazione e la conseguente necessita' di operare scelte coraggiose nel rispetto dei vincoli economici, della comune appartenenza europea e della coesione sociale. La dichiarazione del presidente dell'Istat sembra in linea con le posizioni dei rappresentanti del governo, che hanno già annunciato una serie di misure drastiche previste all'interno del documento di programmazione economica e finanziaria.

ROMA

Sfratto nel quartiere romano di San Lorenzo: tre blindati della polizia, uno dei carabinieri, decine di agenti in divisa insieme all'ufficiale giudiziario per eseguire alle sei di questa mattina lo sfratto di un anziano di 101 anni. Presente anche la Digos. La forza pubblica ha chiuso le finestre di casa dell'anziano. Per denunciare le responsabilità del prefetto nell'accaduto si terrà questa mattina una conferenza stampa alle ore 12 via dei Marrucini, 6/A, cui seguirà un corteo nelle strade di San Lorenzo alle ore 17 da via dei Marrucini al Commissariato del quartiere.

I

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

COLOMBIA VERSO ELEZIONI: ONG DENUNCIANO PRESSIONI E MINACCE DEI PARAMILITARI

A cinque giorni dalle elezioni presidenziali, nei quartieri poveri della zona meridionale di Bogotá le milizie urbane dei gruppi paramilitari di ultra-destra hanno aumentato le pressioni sulla popolazione affinché non voti i candidati di sinistra: lo hanno riferito sindacati e organizzazioni della società civile di Ciudad Bolívar, un'agglomerato urbano di 2 milioni di abitanti di cui quasi la metà ‘desplazados’ (sfollati) per la guerra. A Ciudad Bolivar, negli ultimi mesi, 170 persone considerate ‘nemici politici’ sono scomparse presumibilmente per mano delle Autodifese unite della Colombia (Auc). “Chiunque si schieri contro la rielezione di Uribe è vittima di minacce. I paramilitari dicono che ogni voto alla sinistra costerà caro” ha detto Emily Rincón, coordinatrice di ‘Corporación social para la asesoría y la capacitacion comunitaria’ (Cospac), organizzazione non governativa locale.

PALESTINA

Tre militanti di Hamas sono stati uccisi questa mattina all'uscita di una moschea della cittadina di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, da armati non identificati. Lo hanno riferito fonti della sicurezza palestinese. Attualmente non si è a conoscenza dei resposabili, anche se alcune agenzie di notizie lo attribuiscono allo scontro tra Hamas e Fatah

ISRAELE, SEI MESI DI TEMPO PER INIZIARE I NEGOZIATI SE ENTRO FINE ANNO HAMAS NON CAMBIERA' RITIRO SARA' UNILATERALE

Questa mattina, il ministro israeliano della Giustizia,Hain Ramon, molto vicino ad Ehud Olmert, ha dichiarato che "Se Hamas non riconoscera' Israele, non rispettera' i precedenti accordi e non rinuncera' alla violenza entro sei mesi, Israele avviera' in modo unilaterale il suo piano di ritiro per delineare i confini definitivi entro il 2012". Le dichiarazioni israeliane seguono quelle di ieri del primo ministro palestinese, Ismail Hanyeh,che non si è pronunciato sulla tregua di Hamas.

IRAQ

Un bomba e' esplosa vicinissimo a un gruppo di operai iracheni nel quartiere sciita di Kadhmiya, nella zona nord di Baghdad. La polizia ha riferito di un numero imprecisato di feriti. E' il secondo attentato in pochi giorni contro lavoratori sciiti in attesa della chiamata giornaliera

A sud di Baghdad si è verificato uno scontro per un contenzioso su una proprieta' terriera che par abbia provocato sedici morti e diciotto feriti. La polizia irachena ha riferito che gli incidenti sono avvenuti ieri in un villaggio non distante dalla cittadina di Suwayra, una quarantina di chilometri dalla capitale.

ROMA

Sfratto nel quartiere romano di San Lorenzo: tre blindati della polizia, uno dei carabinieri, decine di agenti in divisa insieme all'ufficiale giudiziario per eseguire alle sei di questa mattina lo sfratto di un anziano di 101 anni. Presente anche la Digos. La forza pubblica ha chiuso le finestre di casa dell'anziano. Per denunciare le responsabilità del prefetto nell'accaduto si terrà questa mattina una conferenza stampa alle ore 12 via dei Marrucini, 6/A, cui seguirà un corteo nelle strade di San Lorenzo alle ore 17 da via dei Marrucini al Commissariato del quartiere.

ITALIA


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gror060524 (last edited 2008-06-26 09:54:38 by anonymous)