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Qattro marines americani sono rimasti uccisi a causa di due distinte azioni nella turbolenta provicia occidentale irachena di al-Anbar, roccaforte della guerriglia e cuore del famigerato 'Triangolo Sunnita'. Lo ha reso noto il Comando Usa con un comunicato: le vittime sono morte allorche' il loro veicolo e' stato investito dall'esplosione di una bomba, nascosta lungo il ciglio della strada che stavano percorrendo; la quarta ha invece perso la via in un attacco dei ribelli mentre era impegnata in non mreglio precisate "operazioni di sicurezza". Entrambi gli episodi risalgono all'altroieri. Con tali decessi e' dunque salito ad almeno 2.506 il numero complessivo delle perdite subite dagli Stati Uniti in Iraq, compresi cinque dipendenti civili del Pentagono, dal marzo 2003, quando ebbe inizio l'interveto militare per rovesciare il regime di Saddam Hussein. Qattro marines americani sono rimasti uccisi a causa di due distinte azioni nella turbolenta provicia occidentale irachena di al-Anbar, roccaforte della guerriglia e cuore del famigerato 'Triangolo Sunnita'. Lo ha reso noto il Comando Usa con un comunicato: le vittime sono decedute allorche' il loro veicolo e' stato investito dall'esplosione di una bomba, nascosta lungo il ciglio della strada che stavano percorrendo; la quarta ha invece perso la vita in un attacco dei ribelli mentre era impegnata in non meglio precisate "operazioni di sicurezza". Entrambi gli episodi risalgono all'altroieri. Con tali decessi e' dunque salito ad almeno 2.506 il numero complessivo delle perdite subite dagli Stati Uniti in Iraq, compresi cinque dipendenti civili del Pentagono, dal marzo 2003, quando ebbe inizio l'interveto militare per rovesciare il regime di Saddam Hussein.

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Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

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In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


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ESTERI

Iraq

Il ministro del Commercio iracheno, lo sciita Abd al-Falah al-Soudani, ha minacciato ritorsioni nei confronti dell'Australia, Stato che costituisce uno dei principali componenti della coalizione multinazionale guidata dagli Usa nel Paese arabo, se non si scusera' formalmente e non versera' un indennizzo per l'uccisione di uno degli uomini della sua scorta da parte di guardie di sicurezza australiane, che di recente a Baghdad spararono per errore alla vittima. Il portavoce di Soudani ha affermato che il ministro "considera il governo australiano responsabile" dell'omicidio e che, in caso di omesso risarcimento e di mancate scuse, "riconsiderera' gli accordi commerciali tra i due Paesi". Canberra e' uno dei piu' importanti fornitori di frumento all'Iraq; soprattutto sul piano commerciale, le relazioni bilaterali sono gia' state messe a rischio dal coinvolgimento di operatori australiani del settore nello scandalo delle tangenti a suo tempo pagate dal regime di Saddam Hussein per aggirare l'embargo Onu dietro la copertura del cosiddetto piano 'Oil for Food', che autorizzava la vendita di quantitativi predeterminati di greggio, con i cui proventi acquistatre generi di prima necessita' destinati rigorosamente alla popolazione civile.

Qattro marines americani sono rimasti uccisi a causa di due distinte azioni nella turbolenta provicia occidentale irachena di al-Anbar, roccaforte della guerriglia e cuore del famigerato 'Triangolo Sunnita'. Lo ha reso noto il Comando Usa con un comunicato: le vittime sono decedute allorche' il loro veicolo e' stato investito dall'esplosione di una bomba, nascosta lungo il ciglio della strada che stavano percorrendo; la quarta ha invece perso la vita in un attacco dei ribelli mentre era impegnata in non meglio precisate "operazioni di sicurezza". Entrambi gli episodi risalgono all'altroieri. Con tali decessi e' dunque salito ad almeno 2.506 il numero complessivo delle perdite subite dagli Stati Uniti in Iraq, compresi cinque dipendenti civili del Pentagono, dal marzo 2003, quando ebbe inizio l'interveto militare per rovesciare il regime di Saddam Hussein.

Afghanistan

A meno di due settimane dalla sua ultima apparizione in video, su Internet, in un sito filo-islamico utilizzato spesso dagli integralisti, e' ricomparso il numero due di 'al-Qaeda', l'egiziano Ayman al-Zawahiri (ex pediatra, considerato l'ideologo dell'organizzazione di Osama bin Laden e lo stratega degli attentati dell'11 settembre 2001 a New York e a Washington) che in un nuovo filmato esorta gli afghani a combattere le truppe straniere presenti nel loro Paese, gli "infedeli" che, sostiene, non fanno che oltraggiare l'Islam e puntano a ridurre in schiavitu' i locali.

Evitare “materiali che abbattono il morale e possono provocare disappunto”, non descrivere le forze armate afgane come deboli, non criticare la coalizione internazionale guidata dagli statunitensi o la missione della Nato, non intervistare i “comandanti dei terroristi” né riprenderli o fotografarli: sono solo alcune delle indicazioni contenute in una sorta di ‘decalogo’ di due pagine consegnato dal Consiglio per la sicurezza nazionale agli organi di stampa afgani. In coda un’avvertenza, “non è autorizzato pubblicare o fotocopiare questo documento”, tuttavia ignorata, dal momento che una copia della lettera è giunta alla ‘Bbc’. Pronte le critiche delle stazioni televisive e radiofoniche locali e delle organizzazioni non governative (ong) internazionali per la difesa della libertà di stampa. Il direttore di un’agenzia di stampa nazionale ha osservato che dovrebbe censurare il 95% delle notizie se queste direttive diventassero legge. Molti hanno poi avanzato il sospetto che il documento sia stato redatto dopo l’incontro di fine maggio tra il presidente afgano Hamid Karzai e i consiglieri sulla sicurezza, seguito alle proteste antistatunitensi nella capitale innescate da un incidente stradale causato da un veicolo americano. “La libertà di stampa è garantita dalla costituzione e la rispettiamo, tuttavia i media devono rispettare la sicurezza nazionale e scrivere entro i limiti della legge e della costituzione” ha detto il portavoce del presidente afgano, Karim Rahimi, precisando che la lettera conterrebbe semplici indicazioni volte a “non glorificare il terrorismo o dare ai terroristi una piattaforma”. Tra queste figura il divieto di pubblicare opinioni contro la politica estera del governo o di inserire le “notizie sulle attività dei terroristi”, come suicidi o autobomba, tra le ‘top story’. “Bisogna capire che libertà di stampa non è solo riportare cose carine e pro-governative. Il governo non può e non deve evitare che si parli anche di autobomba e di uccisioni” ha commentato Vincent Brossel, capo di ‘Reporter sans frontiers’ (Rsf) per l’Asia e il Pacifico, e ricordato l’esempio di due quotidiani afgani pacifisti, ‘Afghan Daily’ e ‘Kilid’: “Sono per la pace. Riportano solo la realtà, ma sembra che il governo voglia vietarlo”.

croce rossa

La Conferenza internazionale della Croce rossa e Mezzaluna rossa ha approvato l'ingresso delle societa' di soccorso israeliana e palestinese. La decisione e' giunta dopo due giorni di difficili trattative a Ginevra. La modifica degli statuti necessaria per accogliere le due societa' del Medio Oriente e' stata approvata con 237 voti contro 54, e 18 astensioni. I negoziati erano resi piu' difficili dal deteriorarsi della situazione nei Territori palestinesi.

ITALIA

camorra

Una vasta operazione anticamorra e' in corso da stamane in Campania e in Emilia per infiltrazioni in appalti pubblici. I carabinieri stanno eseguendo 27 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip su richiesta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. I reati vanno dall'associazione mafiosa alle estorsioni, alla turbata liberta' degli incanti. Al centro dell'inchiesta le infiltrazioni degli uomini del clan Zagaria, attivo nel Casertano, negli appalti e nei servizi pubblici della provincia di Caserta, compresi quelli relativi all'ampliamento e ammodernamento della Ferrovia Alifana, che collega il Sannio con Napoli, e alla realizzazione del Centro radio della Nato di Licola (Na). Il gruppo, secondo quanto accertato dagli investigatori, esercitava il piu' totale controllo territoriale anche attraverso intimidazioni e sistematiche estorsioni ai danni di altri operatori economici. Nello stesso contesto sono riconducibili numerosi decreti di sequestro di beni per un valore di 45 milioni di euro. I risultati dell'operazione saranno resi noti in mattinata presso la Procura della Repubblica di Napoli.

mafia

Retata antimafia nell'agrigentino condotta dai carabinieri del comando provinciale della citta' dei templi, disposta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Una decina gli arresti nell'operazione denominata "Saraceno" nei confronti di esponenti mafiosi, appartenenti alle cosche di Campobello di Licata, Ravanusa, Licata, Favara e Canicatti', e di persone ritenute a loro contigue. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi, il sindaco di Campobello, il diessino Calogero Gueli, ex parlamentare regionale del Pci. Maggiori dettagli saranno forniti durante la conferenza stampa in programma alle 11 presso il comando provinciale di Agrigento.


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gror060622 (last edited 2008-06-26 09:59:37 by anonymous)