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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

LIBANO: NUOVI MASSACRI DI CIVILI BOMBARDATI DAGLI AEREI ISRAELIANI (corrisp. ROR da Beirut)

E' di 11 vittime il bilancio provvisorio di due raid israeliani compiuti nel sud del Libano, nell'area di Sidone. Nel primo attacco, l'aviazione israeliana ha bombardato un villaggio a Ghassaniyeh, a sud del porto. Un'abitazione è stata centrata in pieno: sette componenti di una stessa famiglia sono morte e cinque sono rimaste ferite. L'altro attacco è stato sferrato sul villaggio di Kfar Tebnit, ad est di Sidone: quattro civili sono morti e altrettanti sono rimasti feriti. L'aviazione israeliana ha colpito il villaggio libanese di Houla, a ridosso del settore orientale della frontiera, e diversi edifici sono stati rasi al suolo. I soccorritori, giunti sul luogo nel pomeriggio, hanno trovato sotto le macerie di una casa distrutta dai bombardamenti 65 persone miracolosamente vive, tra cui 35 bambini. Gli aerei israeliani hanno colpito oggi tre edifici in due incursioni consecutive a Tiro, nel Libano meridionale. L'attacco avrebbe causato la morte di cinque civili. I palazzi colpiti si trovano nelle adiacenze di un edificio colpito la settimana scorsa dalle unità navali israeliane. Nel sud del Libano e nella valle della Bekaa, nell'est del Paese dei cedri, i raid aerei israeliani hanno ucciso dieci persone, di cui nove civili e un attivista palestinese filo-siriano, secondo fonti della polizia locale. Anche un soldato libanese è morto nel corso degli attacchi di Tsahal, e altri quattro sono rimasti feriti. Una nuova salva di razzi libanesi si è abbattuta su diverse località della Galilea. Lo ha riferito la radio militare israeliana. I razzi hanno colpito alcuni villaggi di frontiera. Da stamane i miliziani di Hassan Nasrallah hanno sparato oltre 100 razzi. La città più colpita in assoluto è stata Kiryat Shmona. Fonti del governo libanese stimano che è stata ormai superata la quota di 1.000 persone uccise in Libano dall'inizio dell'offensiva di Israele, giunta oggi al suo ventottesimo giorno. L'aviazione israeliana ha compiuto altri raid sul vicino villaggio di Haruf e sulla città di Nabatiyeh. Per Israele quella di ieri è stata la giornata con il più alto tributo di sangue dall'inizio del conflitto con il Libano, scoppiato lo scorso 12 luglio: in mattinata i razzi Hezbollah hanno ucciso dodici soldati riservisti, nei pressi dell'ingresso di un kibbutz, a Kfar Giladi, vicino al confine libanese, mentre in serata a finire nel mirino dei missili del Partito di Dio è stata la citta costiera di Haifa: 3 i morti e oltre 160 i feriti. Francia e Stati Uniti dovrebbero, secondo fonti diplomatiche, presentare oggi all'Onu un nuovo testo sul Libano, rivisto e aggiornato per tenere conto delle richieste di Beirut. I cambiamenti proposti riguardano in particolare la richiesta a Israele di ritirare le proprie truppe dal Libano contemporaneamente alla fine delle violenze e al contestuale passaggio di consegne delle sue postazioni alla forza di peacekeeping dell'Onu. Non chiede quindi un cessate il fuoco immediato, che Israele non accetta. L'obiettivo dei ministri degli Esteri della Lega Araba è quello di sostenere il piano di pace presentato il 26 luglio dal premier libanese Fuad Siniora. Questo piano prevede il cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri fra Hezbollah e Israele, ma anche l'invio dell'esercito libanese nel sud del Libano, che implicherebbe il disarmo delle milizie del partito di Dio, oltre che il rafforzamento della forza Onu attualmente in Libano. Gli israeliani chiedono che l'Onu garantisca che Hezbollah non possa ricevere altre forniture di armi da Siria e Iran.

LIBANO: I “CORRIDORI UMANITARI” CONCESSI DA ISRAELE NON ESISTONO

“Hanno bombardato anche l’ultimo passaggio sul fiume Litani e adesso siamo veramente nei guai”: si sfoga un operatore umanitario nella zona di Tiro. “La situazione si fa ogni giorno più grave. Tiro è di nuovo sotto il fuoco dell’artiglieria israeliana, hanno appena ricominciato a sparare. Comunque la cosa che più ci preoccupa è che ormai sono saltate tutte le vie che usavamo per far affluire gli aiuti a Tiro e che da qui smistavano nei villaggi del Sud, i più colpiti da 27 giorni di violenze. Oggi aspettavamo un convoglio di 3 camion partito da Beirut con aiuti umanitari e sanitari, nonché con il carburante che ci permette di muoverci e di lavorare. I mezzi sono fermi sulle sponde del Litani. Gli stiamo andando incontro con altri 3 camion e con una catena umana trasferiremo gli aiuti da una parte all’altra del fiume”. Secondo l’Alto Comitato per i soccorsi libanese dall'inizio dell'aggressione israeliana (il 12 luglio scorso) sono oltre "73 i ponti e 72 i viadotti” distrutti. I caccia e l'artiglieria di Tel Aviv hanno concentrato in particolare i loro bombardamenti contro i ponti sull'autostrada litorale tra il Libano del Sud e Beirut e tra la stessa capitale e il Nord del Paese, ma hanno anche tagliato con lo stesso sistema le vie di collegamento verso le montagne e verso la frontiera siriana nella parte orientale del Libano. Sono giorni ormai che agenzie Onu e le principali organizzazioni non governative (ong) internazionali denunciano l’impossibilità di lavorare a causa delle mancate garanzie sulla sicurezza e dei danni alla rete viaria del paese.

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

‘’’ATTACCHI A BAGHDAD E NEL NORD, MORTI E FERITI’’’

Almeno undici persone sono rimaste uccise oggi in diversi attacchi avvenuti a Baghdad e nel nord del paese. Sei soldati iracheni sono morti e altri 15 sono stati feriti in un assalto a colpi di mortaio sferrato attorno alle 02:00, ora locale, contro un posto di blocco nel quartiere dell’Imam Mansur a Baladruz, 60 chilometri a nord della capitale; due poliziotti sono stati assassinati a Mossul, 370 chilometri a nord di Baghdad, mentre nell’est della capitale uomini armati hanno fatto irruzione in un salone di un barbiere assassinando due impiegati e piazzando una bomba esplosa pochi minuti provocando una vittima e diversi feriti. Sempre a Baghdad, un ordigno artigianale è deflagrato di fronte a un negozio di telefoni uccidendo il proprietario; quando la polizia è arrivata sul luogo un’autobomba è saltata in aria provocando sette feriti. Anche tre soldati statunitensi sono morti ieri per una bomba a Baghdad; ne ha dato notizia nelle prime ore di oggi il loro comando militare, portando così a 2.590 il numero di vittime americane dal marzo del 2003. Domenica un grave attentato suicida aveva causato altri 15 morti tra una folla di persone riunita per un funerale a Tikrit, 180 chilometri a nord di Baghdad; un bilancio non ancora definitivo a causa di molti feriti gravi. Ancora ieri violenti scontri si erano protratti per diverse ore nel quartiere sciita di Sadr City a Baghdad opponendo miliziani dell'esercito del Mehdi ai soldati iracheni appoggiati dall'aviazione americana: tra le vittime, anche una donna e una bambina.

IRAN: 118 GIUSTIZIATI NEL 2005, TRA CUI 8 MINORENNI

Secondo i dati forniti da "Nessuno tocchi Caino", in Iran sono state registrate 113 esecuzione nell'anno 2005. L'Iran è il secondo Paese 'boia' al mondo, preceduto solo dalla Cina. La pena di morte inoltre, secondo il codice penale iraniano, riguarda anche i minorenni - femmine di età maggiore a 9 anni e maschi con più di 15 - e ben otto sono stati quelli giustiziati nel corso dello scorso anno. Il quadro è in realtà più tragico, poiché le autorità non forniscono statistiche ufficiali. All'inizio del 2006, il Consiglio nazionale della resistenza iraniana ha denunciato che sarebbero invece 140 le condanne a morte e le esecuzioni avvenute nel Paese dall'insediamento del presidente Mahmoud Ahmadinejad, nel giugno 2005. In Iran, la pena di morte è prevista per omicidio, rapina a mano armata, stupro, blasfemia, apostasia, cospirazione contro il governo, adulterio, prostituzione, omosessualità e reati legati alla droga (possesso di più di 30 grammi di eroina o di 5 kg di oppio). La legge islamica, poi, vieta 'uso di bevande alcoliche punendo con la fustigazione o con la condanna a morte chi viola per tre volte la disposizione. I dettami della Sharia iraniana prevedono anche frustate per chi abbia rapporti sessuali prima del matrimonio e il taglio delle mani e dei piedi per i ladruncoli. Nonostante, nel gennaio dello scorso anno, il portavoce dell'autorità giudiziaria Jamal Kamimrad, avesse negato che in Iran vi fossero ancora condanne a morte di minorenni o alla lapidazione, nel 2005 i tribunali hanno continuato ad emettere condanne tramite lapidazione, che non sono state però eseguite. Nello stesso anno la stampa iraniana ha riportato notizia di almeno 52 esecuzioni pubbliche: l'impiccagione, infatti, pena preferita per gli uomini, viene spesso eseguita davanti alla folla.

‘’’ETIOPIA: 200 MORTI PER LE INONDAZIONI’’’

Tragico il bilancio delle inondazioni che hanno travolto la città di Dire Dawa, in Etiopia. I morti sarebbero ormai quasi duecento, con circa trecento persone che ancora mancano all'appello. La città africana si trova a 525 chilometri a est di Addis Abeba. Nella notte dello scorso sabato il fiume Dechatu ha rotto gli argini e sorpreso nel sonno gli abitanti: soprattutto donne e bambini non hanno avuto scampo, intrappolati nelle baracche costruite a ridosso del corso d'acqua. E più si scava nelle macerie, più aumenta il bilancio delle vittime. "Le famiglie hanno cominciato a seppellire i propri cari. In alcuni casi l'identificazione delle vittime è difficile", ha detto un ufficiale di polizia. L'interruzione della corrente elettrica e delle linee telefoniche, inoltre, rende difficile l'organizzazione dei soccorsi. Lo scorso anno, durante la stagione delle piogge, circa 200 persone morirono a causa delle inondazioni. Oltre 260.000 persone furono costrette a lasciare le proprie abitazioni.

‘’’CHIAPAS: SGOMBERO VIOLENTO DI UNA COMUNITA’ CONTADINA’’’ San Cristóbal de Las Casas, Chis, 5 agosto - La giunta di buon governo (JBG) Nueva Semilla que va a Producir ha denunciato che 30 famiglie basi d'appoggio zapatiste sono state sgomberate "violentemente" da poliziotti statali e municipali, da una proprietà che avevano "recuperato" nel 1999 nel municipio di Tumbalá. Con un comunicato stampa, la JBG con sede nella comunità di Roberto Barrios, municipio di Palenque, informa che i fatti sono successi giovedì in un insediamento chol ubicato in Tumbalá, municipio autonomo di El Trabajo. Alle 10 e 30, il giudice federale Ernesto Hernández Ruiz, del municipio di Playas de Catazajá, è passato "casa per casa" ordinando alle famiglie basi d'appoggio dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) di andarsene dalle loro case in 10 minuti. Ha chiesto loro inoltre la consegna dei documenti agrari che accreditano la proprietà delle terre. Un'ora più tardi - come ha denunciato la JBG - sono arrivati più di sei veicoli con poliziotti statali e tre con agenti municipali, ed altrettanti vestiti di civili che "hanno bruciato ed abbattuto 30 case con motoseghe e due trattori". Gli alberi di arancia, cocco, limone, avocado e banana sono stati "buttati giù e gli animali di cortile bruciati con le case". Inoltre il mais già sgranato è stato rubato. Sono stati pure arrestati Juan Jiménez Vázquez, Bartolo Arcos Mendoza e Mateo Sánchez Montejo, basi d'appoggio dell'EZLN, mentre col viso coperto da un passamontagna annotavano il numero di targa dei veicoli con i quali erano arrivati i poliziotti. "Li hanno picchiati con manganelli, li hanno messi a terra e li hanno minacciati di essere violentati durante il tragitto fino al comando di sicurezza pubblica, in Palenque, dove sono stati obbligati a firmare un documento nel quale dicevano che erano usciti volontariamente dalla loro comunità". I detenuti sono stati liberati più tardi - ha detto la JBG - dopo aver dato la responsabilità di quanto accaduto agli ex-proprietari della proprietà Eduardo Moyte Goyado, Rafael Cruz Sánchez e Filiberto, così come al presidente Vicente Fox ed al governatore del Chiapas, Pablo Salazar Mendiguchía.

‘’’URUGUAY: MILITARE CONFESSA OCCULTAMENTO CADAVERI VITTIME DITTATURA’’’

“Nel 1984 dissotterrammo tra i 20 e i 30 corpi dalla base del battaglione 14 per ordini superiori. Pulimmo tutto il terreno e cambiammo completamente la geografia del posto”: così il colonnello Gilberto Vázquez, su cui pesa una richiesta di estradizione argentina per violazioni dei diritti umani, ha confessato dalla sua cella di Montevideo l’occultamento di un numero imprecisato di vittime della dittatura uruguayana (1973-’85) nell’ambito della cosiddetta ‘Operación Zanahoria”. Vázquez, che già il 3 luglio scorso aveva tentato di sottrarsi alla custodia fuggendo dall’ospedale militare in cui era ricoverato per una visita medica, ha raccontato che la giunta al potere dispose l’eliminazione di ogni traccia che potesse condurre agli oppositori uccisi. “Nessun militare potrebbe dire ora con certezza i luoghi dove furono abbandonate le spoglie” ha aggiunto l’ufficiale, spiegando che molte furono cremate e disperse. Le dichiarazioni di Vázquez rischiano di complicare le operazioni di ricerca dei ‘desaparecidos’ intraprese dal governo e dalle forze armate che finora hanno già consentito il ritrovamento e l’identificazione dei militanti comunisti Chaves Sosa e Fernando Miranda.

ITALIA

’’’NAPOLI: incidente sul lavoro, muore muratore 16enne’’’ Un apprendista muratore di appena 16 anni è morto nel napoletano. Il ragazzo, regolarmente assunto da pochi giorni, il 2 agosto scorso era caduto da un'altezza di 5 metri mentre spingeva una carriola e ha battuto la testa al suolo. Subito ricoverato all'ospedale La Schiana di Pozzuoli, era in condizioni gravissime per una emorragia cerebrale e oggi è morto. Subito dopo l'incidente il titolare dell'azienda nella quale lavorava e il direttore dei lavori hanno ricevuto un avviso di garanzia per lesioni colpose gravissime che ora, automaticamente, si trasformerà in omicidio colposo.

  • ‘’’ROMA: SIT-IN DELLA MEZZALUNA ROSSA PALESTINESE-LIBANESE’’’

Si è svolto nella tarda mattinata e nel primo pomeriggio una manifestazione di protesta contro l’invasione israeliana del Libano, per chiedere un intervento deciso e concreto del governo italiano e dell’U.E. per imporre rapidamente un cessate il fuoco e il ritiro dell’esercito israeliano dal Libano. L’iniziativa non ha purtroppo coinvolto molte persone, anche perché la polizia ha imposto lo spostamento da p. Colonna (davanti alla sede del governo e a lato di v. del Corso) a p. Montecitorio, davanti al Parlamento chiuso per ferie.

‘’’ROMA: MANIFESTAZIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL PER IL CESSATE IL FUOCO IN LIBANO’’’ (corr. A.I. per ROR)

‘’’FISCO: FORTE AUMENTO DELLE ENTRATE’’’

Nei primi sei mesi dell' anno il gettito derivante dalle imposte richieste con una cartella esattoriale in gran parte dovute ai controlli, è cresciuto del 101,9%, passando dai 509 milioni del 2005 ai 1.169 milioni del gennaio-giugno 2006. Lo comunica il Dipartimento per le Politiche fiscali del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Le entrate tributarie erariali nei primi sei mesi dell'anno hanno registrato un incremento tendenziale del 12,3% risultando pari a 179,111 miliardi di euro (+19,674 mld). Secondo Prodi, questo è il risultato della determinazione del governo a non ripetere i condoni del passato e a condurre una seria lotta all'evasione.

Siparietto


Gr 13:00

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ESTERI

ITALIA

Siparietto


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ESTERI

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gror060807 (last edited 2008-06-26 09:56:06 by anonymous)