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'''Sommario''' '''ITALIA'''
 
'''Sciopero Telecom: a Roma manifestazione del sindacalismo di base'''
 
Per la giornata di sciopero di lavoratrici e lavoratori di tutto il gruppo Telecom, a Roma, si è tenuta questa mattina una partecipata manifestazione indetta dai sindacati di base, contro le perdite di posti di lavoro e contro la privatizzazione dell’azienda.
La delegazione che si trovava sotto Palazzo Chigi è stata malamente scacciata dalla piazza e alcuni manifestanti sono stati fermati.
'''Audio'''

'''Milano: Corteo dei lavoratori Telecom'''
 
E' partito alle 10 di questa mattina a Milano il corteo dei lavoratori e delle lavoratrici della Telecom che protestano contro lo "spezzettamento" della società e per "il mantenimento del livello occupazionale". Il corteo si è aperto con uno striscione che recita: "Telecom una e trino, no allo spezzatino". Alla manifestazione nazionale di Milano sono giunte delegazioni da tutte le regioni d'Italia.
"Tronchetti Provera presto andrai in galera", oppure "Tronchetti, Pirelli, attento c'è Borrelli". Questi alcuni degli slogan scanditi da diverse centinaia di lavoratori Telecom.

'''Torino: senegalese muore inseguito dai carabinieri'''

Venerdì scorso, durante l'ennesima retata nell'ex città olimpica, i carabinieri hanno ricevuto pietre e sassi da chi rischia il cpt e sopporta le loro angherie. I carabinieri hanno caricato e i 2 senegalesi sono caduti nella Stura, uno di loro è ancora disperso, mentre di un altro è stato trovato il cadavere.
Da sabato in C.So Giulio, verso la periferia nei pressi del ponte della stura, 150 migranti continuano a presidiare di giorno in attesa che le forze dell'ordine recuperino e tirino fuori dalle acque limacciose della stura il corpo ormai senza vita del loro compagno. Domenica la rabbia ha raggiunto un'intensità tale da far sfociare il presidio in un blocco della strada.
Ad oggi il corpo non è stato ancora trovato e le ricerche sono state interrotte. Non importa era solo un negro come altri. Non è così per i suoi compagni, che per oggi hanno indetto un presidio per tutta la giornata. Per ora sono stati pacifici, dicono, aspettiamo la fine di questa giornata e vediamo se da parte delle istituzioni ci sarà un proseguire delle ricerche, poi si vedrà che fare.

'''Friuli: Presidio No tav a Cervignano (Udine)'''

Ieri pomeriggio, organizzato velocissimamente, si è svolto un presidio No tav a Cervignano del Friuli.
Ieri con il trucco e l’inganno, l’assessore all'Energia Lodovico Sonego ha convocato i Sindaci con la scusa di fornire aggiornamenti sulla TAV ma in realtà ha già pronto da far firmare il “protocollo di intesa” come va bene a lui.

I soldi non ci sono ma la TAV la si vuole fare lo stesso: parola di Ministri (Di Pietro e Bianchi), ma in realtà non è detto che si possa fare perché è comunque vincolata ai soldi e come si fa a spremere di più, sempre di più, dalle tasche della gente? Ma intanto si prendono e si pappano quelli che deve dare l’Europa (il 20%) e poi si vedrà! Altro che pensare al futuro!! I pescecani della TAV pensano al presente cioè a quanto mettere in tasca subito!! E poi qui in loco ci sono le porcherie di contorno: vedasi l’elettrodotto da Ogroblo (Slovenia) a Udine Nord (sul percorso della TAV) e il mega-cementificio di Grigolin a Torviscosa (sul percorso Duz-Moretton).

'''Crema: corteo contro la guerra'''

Si svolgerà domani a Crema un corteo cittadino contro LA GUERRA. Il corteo si terrà in contemporanea con l'incontro con Magdi Allam, organizzato dal circolo Cremete (noto per la sua presentazione del libro sul fascista Ramelli, da cui erano poi scaturiti scontri di piazza, e per l'incontro sulla democrazia diretta che ha preceduto la presentazione della lista di FN alle scorse elezioni...).

'''OBBIETTRICE ALLE SPESE MILITARI'''
 
Nei giorni scorsi (alla presenza di una troupe del TG3 e di una giornalista di Radio Città del Capo), si è tenuta l'udienza presso la Commissione Tributaria Provinciale di Bologna per discutere il ricorso dell'obiettrice alle spese militari Morena Maini. Nel ricorso Morena Maini chiedeva all'Agenzia delle Entrate la restituzione della somma obiettata e, in subordine, veniva avanzata la richiesta di rinviare il contenzioso alla Corte Costituzionale perché riconosca l'illegittimità costituzionale delle norme tributarie che obbligano il contribuente (e la contribuente!) a versare quella parte di imposte che certamente verrà utilizzata per costruire e conservare armi omicide. Tali norme sono infatti in netto contrasto con gli artt.13, 19 e 21 della Costituzione (inviolabilità dei diritti di libertà personale, religiosa e di pensiero) e, più in generale, con l'art. 2 che garantisce i diritti inviolabili dell'essere umano. Quale diritto è infatti più inviolabile dell’ideale della nonviolenza, del convincimento morale, o di un problema di coscienza, che vede proprio nel ripudio della guerra la ragione preminente della propria conseguente obiezione? Come dunque non notare la contraddittorietà legislativa che, da un lato salvaguarda il diritto di svolgere un servizio alternativo a quello militare; e dall'altro obbliga tutti, indistintamente, a finanziare con le proprie imposte le spese militari?
La sentenza del ricorso di Morena Maini per non contribuire con le proprie tasse alle spese militari è prevista per le prossime settimane.
Per informazioni: Vittorio Pallotti, tel. 051-584513

'''Bologna: mobilitazioni contro gli stupri'''

Aggiornamenti sulle mobilitazioni dei gruppi femministi e lesbici contro la violenza alle donne, a seguito degli stupri e delle aggressioni da parte di uomini contro donne e lesbiche. Cool Clitoristrix
'''Audio'''
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E’ di venerdì la notizia che la sperimentazione della pillola Ru486, anche detta pillola abortiva, ha subito un’ulteriore sospensione.
L’RU486 è un farmaco che permette alle donne di abortire evitando l’intervento chirurgico e la storia della sua sperimentazione presso l’Azienda Ospedaliera S.Anna di Torino è costellata da mesi di attesa per il nullaosta delle procedure, polemiche politiche, sospensioni e rinvii. Ricordiamo che la sperimentazione aveva come scopo quello di raffrontare due diversi dosaggi e non la validità ed efficacia del farmaco in sé stesso, che già da anni viene utilizzato in diversi paesi europei.

Si cerca ora una soluzione per continuare la somministrazione della RU486, e tra le altre si sta studiando la possibilità di chiedere l’inserimento del farmaco nell’elenco di quelli importabili facendone richiesta all’AIFA (Associazione Italiana del Farmaco).
Il problema sull’impossibilità di usare questo farmaco in Italia, è legato al fatto che nessuna casa farmaceutica in Italia ne ha chiesto la registrazione per la sua produzione.
La Regione Toscana, ad esempio, ha aggirato l’ostacolo con l’importazione diretta del farmaco, ma questo comporta iter burocratici, per le Aziende ospedaliere, abbastanza complessi e la richiesta deve essere inoltrata per ogni singolo caso, quindi le donne che ne possono usufruire sono in numero limitato.


'''OBBIETTRICE ALLE SPESE MILITARI'''
COMUNICATO STAMPA - 21/09/2006

Nei giorni scorsi (alla presenza di una troupe del TG3 e di una giornalista di Radio Città del Capo), si è tenuta l'udienza presso la Commissione Tributaria Provinciale di Bologna per discutere il ricorso dell'obiettrice alle spese militari Morena Maini. Nel ricorso la Maini chiedeva all'Agenzia delle Entrate la restituzione della somma obiettata e, in subordine, veniva avanzata la richiesta di rinviare il contenzioso alla Corte Costituzionale perchè riconosca l'illegittimità costituzionale delle norme tributarie che obbligano il contribuente a versare quella parte di imposte che certamente verrà utilizzata per costruire e conservare armi omicide. Tali norme sono infatti in netto contrasto con gli artt.13, 19 e 21 della Costituzione (inviolabilità dei diritti di libertà personale, religiosa e di pensiero) e, più in generale, con l'art. 2 che garantisce i diritti inviolabili dell'uomo.
Quale diritto è infatti più inviolabile del nobile sentimento della nonviolenza, del convincimento morale o di un problema di coscienza che vede proprio nel ripudio della guerra la ragione preminente della propria conseguente obiezione? Come dunque non eccepire l'incoerenza e la contraddittorietà legislativa allorquando, da un lato (cfr. leggi n. 772/72 e succ. modifiche, n.230/98, n.64/2001) salvaguarda il diritto di svolgere un servizio alternativo a quello militare, per ragioni di coscienza, e legittima, istituzionalizzandola, la difesa popolare nonviolenta e non armata; dall'altro obbliga tutti, indistintamente, a finanziare con le proprie imposte scelte mlitari e di violenza istituzionalizzata che ledono appunto quegli stessi diritti altrove
garantiti?
All'udienza pubblica erano presenti, oltre a Morena, l'avvocato Gianfelice Corsini, che ha svolto l'arringa difensiva, il rappresentante della controparte (l'Agenzia delle Entrate di Bologna), alcuni obiettori fiscali bolognesi (tra cui Renzo Craighero, coordinatore della Rete Lilliput) e i giornalisti.
La sentenza è prevista per le prossime settimane e sarà divulgata con un successivo comunicato stampa.

Per informazioni: Vittorio Pallotti, tel. 051-584513

'''DIRITTI/2. IL 24 SETTEMBRE A TEHERAN UNA MANIFESTAZIONE CONTRO LA CONDANNA A MORTE DI TRE DONNE'''

(DWpress) – Roma - Con l’avvicinarsi delle date in cui verranno eseguite le condanne a morte contro tre donne di nome Kobra Rahmanpour, Nazanin Fatehi e Fatemeh Haghighat Pajouh, i loro familiari hanno lanciato un appello in cui chiedono ai cittadini iraniani di scendere in piazza in sostegno alle loro care figlie "vittime della povertà dilagante in Iran". L'appuntamento è per domenica 24 settembre, presso la piazza adiacente palazzo dell'Onu a Teheran.
Si ricorda che Kobra Rahmanpour a causa della povertà ha sposato un uomo di quasi 50 anni più grande di lei. Durante un litigio con la suocera ha ucciso quest'ultima. Nazanin durante un tentativo di violenza ha ucciso un ragazzo. Identica situazione per Fatemeh Haghighat Pajouh.
L’Associazione dei Rifugiati politici iraniani residenti in Italia insieme all'Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia aderisce alle richieste dei familiari delle tre ragazze chiedendo a tutte le associazioni e organismi dei diritti umani di attivarsi per salvare la vita di queste tre innocenti "vittime della violenza e della povertà in Iran".
SI POTREBBERO SENTIRE LE DONNE DEMOCRATICHE IRANIANE, CHE ABBIAMO I NUMERI...


'''DOCUMENTARIO INCHIODA UN IMAM'''

(DWpress) – Il Cairo - Il quotidiano Star News di Nuova Delhi ha rivelato l'esistenza di un vero proprio mercato della Fatwa dopo aver scoperto un imam che emetteva appunto Fatwa dietro compenso. 50 mila rupie e l’imam dell'Utar Bradesh (nord dell'India) era disposto a dimenticare i precetti della sua religione e ad emettere degli editti religiosi per autorizzare le donne a indossare, per esempio, jeans attillati; oppure per consentire l'insegnamento dell'inglese (lingua degli infedeli) nella scuola. Marana Siffallah Ramai, direttore generale dell'Accademia di teologia islamica (Fiqh) dell'Utar Bradesh, ha promesso un'inchiesta per far luce sull’accaduto ma intanto ha posto il veto sulle emissioni di nuove Fatwa.
Numero 176 del 20 settembre 2006

'''PARI OPPORTUNITA’/2. REGIONE TOSCANA: PRESENTATA L’INDAGINE SESSI E SESSISMO NEI TESTI SCOLASTICI'''

(DWpress) – Firenze – “E' di particolare importanza che questa ricerca venga pubblicata proprio quest'anno in cui ricorre il sessantesimo anniversario del voto alle donne”. Così Ambra Giorgi, presidentessa della Commissione Attività culturali e turismo, ha presentato il libro “Sessi e sessismo nei testi scolastici” di Irene Biemmi. “Il percorso di emancipazione della donna non si è ancora concluso ed è fondamentale porsi il problema dell'educazione dei bambini e delle bambine, a partire dall'uso del linguaggio” ha continuato la presidentessa illustrando i punti salienti del libro. Il pamphlet, che si inserisce nel quadro del progetto Polite (Pari Opportunità nei Libri di Testo), partendo dai libri di lettura delle quarte elementari, fa un'analisi quantitativa e qualitativa della presenza di figure maschili e femminili. Il risultato è ancora il prevalere del ruolo maschile, e la tendenza all'immobilismo nel rappresentare la famiglia e il mondo del lavoro. Il dato sorprendente della ricerca è che mentre il modello femminile sta lentamente cambiando, è quello maschile a rimanere fissato in stereotipi tradizionali.
Numero 176 del 20 settembre 2006


'''Violenza e patriarcato: a prevaricazione del genere maschile su quello femminile è trasversale alle culture e alle religioni'''

Adelaide Coletti
Responsabile regionale politiche di genere e associazionismo PRC-SE

L’articolo pubblicato giorni fa su Il Giornale dell’Umbria relativo all’incidenza e alla tipologia di stupri in Umbria, riportando i dati forniti a livello nazionale e locale dall’Istat, contribuisce a rompere il silenzio mediatico circa i numeri e l’oggettiva entità del fenomeno in questione.

I dati forniti dall’Istat riflettono pienamente quelli emersi da una ricerca del consiglio d’Europa, che rivela come la prima causa di mortalità delle donne sia la violenza di un uomo “vicino”, padre, compagno o conoscente.

L’urgenza di trattare il tema della violenza di genere deriva non tanto e non solo dai molteplici casi di attualità, quanto dalla consapevolezza che questi fenomeni sono la punta visibile di un fenomeno che ha prevalentemente per sfondo non il migrante, il pericolo che viene dalla strada, ma la famiglia e le mura domestiche, la rete delle conoscenze e in definitiva il rapporto tra i sessi.

Affermare che il patriarcato sia frutto “dell’incontro disperato dell’Islam con la modernità” ( Il Foglio, 21.08.06) non rappresenta altro che un malcelato tentativo di occultare tanta parte della nostra storia- che come quella di altre civiltà- ha tra le sue fondamenta la prevaricazione del genere maschile su quello femminile.

I punti del pacchetto proposto dalla ministra per le Pari Opportunità, per contrastare la cosiddetta emergenza stupri, sono ormai noti: innalzare il minimo della pena prevista per i violentatori, l’istituzione di un osservatorio permanente, la richiesta di dedicare un apposito capitolo della finanziaria alla prevenzione della violenza; questo ultimo punto potrà concretizzarsi solo all’interno di una finanziaria che non si basi sui tagli ai grandi capitoli della spesa sociale, rispettando dunque il programma con cui l’Unione ha ricevuto il mandato a governare dai propri elettori.

Considerando,inoltre,che i centri e le associazioni anti-violenza in Italia ormai rappresentano un servizio a tutti gli effetti, ma ancora vivono sul volontariato e senza fondi, si spera che il lavoro della ministra sia finalizzato anche alla garanzia di un finanziamento stabile a queste strutture.


'''Milano: Corteo dei lavoratori Telecom'''

E' partito alle 10 di questa mattina a Milano il corteo dei lavoratori e delle lavoratrici della Telecom che protestano contro lo "spezzettamento" della società e per "il mantenimento del livello occupazionale". Il corteo si è aperto con uno striscione che recita: "Telecom una e trino, no allo spezzatino".
Alla manifestazione nazionale di Milano sono giunte delegazioni da tutte le regioni d'Italia.

"Tronchetti Provera presto andrai in galera", oppure "Tronchetti, Pirelli, attento c'è Borrelli". Questi alcuni degli slogan scanditi da diverse centinaia di lavoratori Telecom, che nel giorno dello sciopero hanno manifestato a Milano contro lo scorporo di Tim dalla Telecom. La manifestazione, organizzata da Uilcom-Uil, Fistel-Cisl e Flc-Cgil, ha visto la partecipazione dei segretari generali della Uil Luigi Angeletti e della Cisl Raffaele Bonanni e ha sfilato per le vie del capoluogo lombardo per raggiungere la sede milanese del gruppo telefonico.

'''Sciopero telecom; incidenti a Roma'''
  
Ore 14, piazza Colonna. Davanti al negozio Tim ci sono una trentina di dipendenti Telecom che manifestano contro lo 'spezzatino' del gruppo telefonico. A presidiare il sit-in improvvisato, numerosi agenti di polizia del reparto mobile e carabinieri.

Dopo circa mezz'ora la polizia ha invitato i manifestanti a sgomberare il marciapiede all'angolo di via del Corso per spostarsi di fronte, davanti la galleria Alberto Sordi. C'e' stato qualche spintone. Dai manifestanti sono partiti applausi ironico e qualcuno ha gridato: 'Buffoni, buffoni'. Poi la protesta e' rientrata. Due manifestanti sono stati fermati per essere identificati, perche' privi di documento d'identita'.

'''Torino: è molto attenta al problema repressione'''

Forse la notizia già nota, ma noi la ribadiamo...
Sono passati cinque anni e gli agenti imputati nei processi genovesi continuano nelle loro brillanti carriere. Gli ultimi premiati sono Gilberto Caldarozzi, impegnato alla scuola Diaz come vice capo dello Sco, imputato per falso e calunnia, promosso capo dello Sco e ora divenuto primo dirigente “per meriti straordinari”: i suoi uomini nell'aprile scorso hanno arrestato Bernardo Provenzano. Spartaco Mortola, che partecipò al blitz alla Diaz come capo della Digos di Genova, anche lui imputato al processo in corso, era divenuto vice questore di Alessandria: nelle settimane scorse il nuovo scatto di carriera, con la nomina a vice questore di Torino.




'''Crema: corteo contro la guerra'''

Si svolgerà domani a Crema un corteo cittadino contro LA GUERRA
Il corteo si terrà in contemporanea con l'incontro con Magdi Allam, organizzato dal circolo Cremete (noto per la sua presentazione del libro sul fascista Ramelli, da cui erano poi scaturiti scontri di piazza, e per l'incontro sulla democrazia diretta che ha preceduto la presentazione della lista di FN alle scorse elezioni...).

'''Torino: senegalese muore inseguito dai carabinieri'''

Venerdì scorso, durante l'ennesima retata nell'ex città olimpica, i carabinieri hanno ricevuto pietre e sassi da chi rischia il cpt e sopporta le loro angherie. I carabinieri hanno caricato e i 2 senegalesi sono caduti nella Stura, uno di loro è ancora disperso, mentre di un altro è stato trovato il cadavere.

Da sabato in C.So Giulio, verso la periferia nei pressi del ponte della stura, 150 migranti continuano a presidiare di giorno in attesa che le forze dell'ordine recuperino e tirino fuori dalle acque limacciose della stura il corpo ormai senza vita del loro compagno.
Domenica la rabbia ha raggiunto un'intensità tale da far sfociare il presidio in un blocco della strada.

Ad oggi il corpo non è stato ancora trovato e le ricerche sono state interrotte. Non importa era solo un negro come altri.
Non è così per i suoi compagni, che per oggi hanno indetto un presidio per tutta la giornata.
Per ora sono stati pacifici, dicono, aspettiamo la fine di questa giornata e vediamo se da parte delle istituzioni ci sarà un proseguire delle ricerche, poi si vedrà che fare.

Per maggiori informazioni o per dirette il numero è 0115806888


'''Presidio No tav a Cervignano (Ud)'''

Ieri pomeriggio, organizzato velocissimamente, si è svolto un presidio No tav a Cervignano del Friuli. L'incontro è stato tenuto segreto anche ai giornalisti che ieri mattina avevano chiesto al Sindaco di Cervignano, Pietro Paviotti, quando ci sarebbe stato l'incontro e lui ha risposto "prossimamente". Se non è mafia questa!!!

'''IL VOLANTINO DIUSTRIBUITO'''
 
Protocollo d’ intesa?
Si, ma per cacciare Sonego e Moretton!
Primi firmatari Elvio Ruffino (DS), Francesca Fransoni (Margherita), Alessandro Metz (Verdi)

Non se ne può più. Oramai tutto il Friuli, dal mare ai monti, ha sperimentato la politica di arroganza e ricatto dei due Assessori pordenonesi Lodovico Sonego e Gianfranco Moretton.
Oggi lunedì 2 ottobre con il trucco e l’inganno Sonego convoca a Cervignano i Sindaci della bassa con la scusa di fornire aggiornamenti sulla TAV ma in realtà ha già pronto da far firmare il “protocollo di intesa” come va bene a lui. Tanto i sindaci di centro”sinistra” li tiene legati con il ricatto politico e per quegli altri (generalmente non schierati) si è rivolto a Strassoldo perché li convinca a firmare. Fra l’altro in questa occasione vedremo all’opera il Presidente della Provincia per capire se è un berlusco-lunardiano agli ordini di Galasso, o se è un battitore libero che mantiene fede alle sue stesse dichiarazioni fatte prima delle elezioni e cioè che la Tav è un’opera inutile!

Ed infatti ribadiamolo, come abbiamo fatto nelle affollate assemblee di Muzzana, Porpetto, Bagnaria,… “La leggenda del corridoio Lisbona-Kiev” come dice esattamente il titolo di un saggio dell’economista Marco Ponti (Docente di Economia dei Trasporti al Politecnico di Milano) reperibile in internet all’indirizzo
http://www.spintadalbass.org/images/corridoio5.doc

I soldi non ci sono ma la TAV la si vuole fare lo stesso: parola di Ministri (Di Pietro e Bianchi), ma in realtà non è detto che si possa fare perché è comunque vincolata ai soldi e come si fa a spremere di più, sempre di più, dalle tasche della gente? Ma intanto si prendono e si pappano quelli che deve dare l’Europa (il 20%) e poi si vedrà! Altro che pensare al futuro!! I pescecani della TAV pensano al presente cioè a quanto mettere in tasca subito!!
E poi qui in loco ci sono le porcherie di contorno: vedasi l’elettrodotto da Ogroblo (Slovenia) a Udine Nord (sul percorso della TAV) e il mega-cementificio di Grigolin a Torviscosa (sul percorso Duz-Moretton).

E’ inutile che l’ANCI si lamenti che i Comuni vengono penalizzati dalla Finanziaria!!
Dire No alla TAV e alle grandi opere inutili è oramai questione di sopravvivenza!!
Bisogna valorizzare l’esistente e cominciare a capire qualcosa di logistica ferroviaria. Negli USA le merci viaggiano in lunghe tradotte a 30 Km/ora!!
Ci chiediamo quanti viaggiatori fruirannno giornalmente della linea ad alta velocità Trieste-Torino!!?? E ci chiediamo anche quanti viaggiatori sono quotidianamente insoddisfatti della mala gestione dei treni normali!!??

Per concludere, fra i vari trucchetti e ricattucoli, oggi Sonego potrebbe di dire: ma come, vi spostiamo (la Regione??) la linea, in modo che impatti di meno su Bagnaria e Villa Vicentina e allora perché non firmate? Allora vuol dire che ve la lasciamo così com’è!
La risposta è che qualunque cosa dica Sonego non ha alcun valore perché tanto dopo che ha carpito le firme dei Sindaci farà quello che vuole lo stesso!
Coordinamento Regionale No Tav fip 2 ottobre 2006


'''ESTERI'''

'''Petizione Europea per la Chiusura dei CPT in tutta Europa'''

Il gruppo della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica al Parlamento Europeo ha lanciato una campagna per la chiusura di tutti i 174 centri di detenzione amministrativa oggi presenti in Europa.

'''CAMPAGNA EUROPEA PER LA CHIUSURA DI TUTTI I CENTRI DI PERMANENZA TEMPORANEA (CPT)
NO ALLA FORTEZZA EUROPA!'''
http://www.no-fortezza-europa.eu

Entro la fine del 2006, il Parlamento Europeo dovrà pronunciarsi sulla proposta di direttiva recante norme e procedure comuni per il rimpatrio dei migranti soggiornanti illegalmente in Europa.
Tale proposta dispone - fra le altre cose - che la detenzione amministrativa possa prolungarsi per sei mesi e legalizza, di fatto, la detenzione amministrativa per i migranti su scala europea.
Il gruppo della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica al Parlamento Europeo ha lanciato una campagna per la chiusura di tutti i 174 centri di detenzione amministrativa oggi presenti in Europa.


'''Zambia: Gravi tumulti a Lusaka per presunti brogli elettorali'''

02 settembre 2006 - I negozi e le banche sono rimasti chiusi lunedì a Lusaka, capitale dello Zambia, dopo una notte dei tumulti iniziati dai sostenitori di Michael Sata, candidato dell'opposizione, che, mentre lanciava un appello alla calma, ha rinnovato le accuse di frode a favore del capo di Stato Levy Mwanawasa durante lo scrutinio presidenziale di giovedì. Michael Sata ha riconosciuto la sua sconfitta ma l'ha attribuita alle frodi del potere. “Se il voto non fosse stato truccato, l'avrei battuto. Ma poichè il voto è stato truccato, non lo riconoscerò", ha dichiarato. Evocando problemi logistici, la commissione elettorale ha rinviato una seconda volta l'annuncio dei risultati finali delle elezioni presidenziali che dovevano essere annunciati lunedì alla fine della giornata. Secondo i risultati provvisori annunciati progressivamente domenica e lunedì, a Mwanawasa è stato accreditato il 43% dei voti, davanti a Michael Sata (27.7%) e Hakainde Hichilema (26.98%). Gli osservatori internazionali hanno considerato gli scrutini liberi e equilibrati. Sata d'altra parte ha affermato di avere le prove della distruzione o della scomparsa di 400.000 schede dalle urne elettorali.
  E’ di venerdì la notizia che la sperimentazione presso l’Azienda Ospedaliera S.Anna di Torino della pillola Ru486, la pillola abortiva, ha subito un’ulteriore sospensione.
Si cerca ora una soluzione per continuare la somministrazione della RU486, e tra le altre si sta studiando la possibilità di chiedere l’inserimento del farmaco nell’elenco di quelli importabili facendone richiesta all’AIFA (Associazione Italiana del Farmaco). Il problema sull’impossibilità di usare questo farmaco in Italia, è legato al fatto che nessuna casa farmaceutica in Italia ne ha chiesto la registrazione per la sua produzione. La Regione Toscana, ad esempio, ha aggirato l’ostacolo con l’importazione diretta del farmaco, ma questo comporta iter burocratici, per le Aziende ospedaliere, abbastanza complessi e la richiesta deve essere inoltrata per ogni singolo caso, quindi le donne che ne possono usufruire sono in numero limitato.

'''Roma: furto all’Intifada'''

Ignoti sono entrati la notte scorsa nel centro sociale Intifada. Intorno alle 3.30, spaccato porta segreteria del c.s. (rubata telecamera professionale, rotti computer) e furti a associazione immigrati, centro anziani, palestra. Gli occupanti leggono i fatti nell’ambito dell’emergenza sociale, della marginalità e la disperazione della gente del quartiere che spinge a rubare ed escludono il movente politico. È in corso un’assemblea con il quartiere.

'''Roma''': Continua escalation di tensioni che ha coinvolge il residence di via Bravetta, occupato da più di 1000 immgirati.
'''Audio'''

'''Roma''': operazione di pulizia delle sponde del tevere. Sgomberate le famiglie che vi abitano e portare in un recinto-lager a ponte Marconi.
'''Audio'''

'''ESTERI'''

'''PALESTINA'''
 
Continua a deteriorarsi la situazione nei Territori palestinesi. In mattinata il gruppo delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, legato ad al Fatah, ha inviato un comunicato all'agenzia Reuters, minacciando di colpire i dirigenti di Hamas all'interno dei Territori e in esilio, ritenuti dall'organizzazione responsabili per i drammatici scontri interpalestinesi verificatisi negli ultimi giorni.
Intanto, dopo gli scontri di domenica nella striscia di Gaza, il ministro degli Interni Siyam ha ordinato il rientro nelle loro basi delle forze fedeli al governo, mentre la guardia presidenziale agli ordini Abu Mazen ha pattugliato l'area.
E'in corso nella Striscia di Gaza, nei pressi del campo profughi di El Bureij, una manifestazione di un centinaio di agenti delle forze di sicurezza palestinesi che chiedono il pagamento degli stipendi arretrati.
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GAZA, RAID AEREI E VITTIME IN NUOVI SCONTRI INTERNI Altro Altro, Brief

È di almeno tre feriti il bilancio del raid aereo compiuto questa mattina dall’aviazione israeliana nella città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti palestinesi, secondo cui obiettivo dell’attacco era l’edificio in cui viveva un membro di Hamas. Ammonta invece a due morti e 21 feriti il bilancio degli scontri verificatisi ieri sera nel sud della Striscia di Gaza e in Cisgiordania tra miliziani appartenenti a Hamas e ad al-Fatah. Lo riferiscono fonti mediche palestinesi, precisando che le vittime hanno tutte riportato ferite per colpi d’arma da fuoco. I due morti, in particolare, sono stati rinvenuti nella stessa regione del sud di Gaza in cui due giorni fa altre 8 persone avevano perso la vita (e circa 130 erano rimaste ferite), sempre in seguito agli scontri tra i simpatizzanti del presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmud Abas (Abu Mazen) e quelli del primo ministro di Hamas, Ismail Haniyeh. Le violenze si sono verificate nonostante da due giorni Abu MAzen inviti le parti alla calma. Oltre che a Gaza atti di violenza sono stati segnalati anche in Cisgiordania, dove due guardie del corpo del vice-primo ministro di Hamas Nassareddin al-Chaer sono rimaste gravemente ferite in seguito a un attacco armato contro l’automobile su cui viaggiavano. Un terzo palestinese, cameriere in un ristorante di Gerico, è rimasto ferito da colpi d’arma da fuoco sparati da appartenenti ad al-Fatah ed è considerato clinicamente morto. Ieri invece un pescatore di Gaza sarebbe stato ucciso da colpi sparati dalla marina israeliana contro la sua barca, in circostanze non ancora chiare.[LL]

È di almeno tre feriti il bilancio del raid aereo compiuto questa mattina dall’aviazione israeliana nella città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti palestinesi, secondo cui obiettivo dell’attacco era l’edificio in cui viveva un membro di Hamas.

'''LIBANO'''
 
Il generale Michel Suleiman, comandante delle forze armate libanesi, assumendo il controllo di diverse aeree evacuate dalle forze di invasione israeliane lungo la linea di confine tra il Libano e lo Stato ebraico,ha detto nel villaggio di Labboune, nel corso di una cerimonia, che l'esercito libanese e' chiamato ad opporsi con ogni mezzo alle "aggressioni e violazioni" israeliane contro il territorio libanese.

'''IL 24 SETTEMBRE A TEHERAN UNA MANIFESTAZIONE CONTRO LA CONDANNA A MORTE DI TRE DONNE'''

Con l’avvicinarsi delle date in cui verranno eseguite le condanne a morte contro tre donne di nome Kobra Rahmanpour, Nazanin Fatehi e Fatemeh Haghighat Pajouh, i loro familiari hanno lanciato un appello in cui chiedono ai/alle cittadini/e iraniani di scendere in piazza in sostegno delle 3 donne "vittime della povertà dilagante in Iran". L'appuntamento è per domenica 24 settembre, presso la piazza adiacente palazzo dell'Onu a Teheran.
Si ricorda che Kobra Rahmanpour a causa della povertà ha sposato un uomo di quasi 50 anni più grande di lei. Durante un litigio con la suocera ha ucciso quest'ultima. Nazanin e Fatemeh durante 2 tentativi di violenza hanno ucciso il loro stupratore. L’Associazione dei Rifugiati politici iraniani residenti in Italia insieme all'Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia aderisce alle richieste dei familiari delle tre ragazze chiedendo a tutte le associazioni e organismi dei diritti umani di attivarsi per salvare la vita di queste tre innocenti "vittime della violenza e della povertà in Iran".

'''Zambia: Gravi tumulti a Lusaka per presunti brogli elettorali'''

I negozi e le banche sono rimasti chiusi ieri a Lusaka, capitale dello Zambia, dopo una notte dei tumulti iniziati dai sostenitori di Michael Sata, candidato dell'opposizione, che, mentre lanciava un appello alla calma, ha rinnovato le accuse di frode contro il capo di Stato durante lo scrutinio presidenziale di giovedì. Michael Sata ha riconosciuto la sua sconfitta ma l'ha attribuita alle frodi del potere. “Se il voto non fosse stato truccato, l'avrei battuto. Ma poichè il voto è stato truccato, non lo riconoscerò", ha dichiarato.

'''KENYA'''

Lo scandalo 'Anglo Leasing' -appalti statali per circa 300 milioni di dollari per opere mai effettuate- sconvolge il governo keniano. La Procura ha reso noto di aver posto sotto inchiesta quattro ex ministri, quattro segretari generali di ministeri, ed altri otto alti funzionari governativi. E l'affare Anglo Leasing appare la punta di un iceberg: la corruzione dilaga sempre piu', i crediti internazionali sono quasi bloccati, e anche la coalizione governativa e' implosa.

'''ARGENTINA: continua lo sciopero della fame dei detenuti'''

Lo sciopero della fame iniziato dai detenuti dell'Unità Penale n.9 della città La Plata, provincia di Buenos Aires, conta già sull'adesione di più di 8mila prigionieri, dopo che ieri altre 13 carceri del Servizio Penitenziario dello stato hanno aderito all'iniziativa. Con questa protesta, giunta al dodicesimo giorno, i prigionieri esigono migliori condizioni di detenzione, processi più agili e servizi medico-sanitari in carcere. Le 39 prigioni della provincia di Buenos Aires alloggiano la metà del totale dei reclusi dell'Argentina, ovvero 25.500 persone, delle quali il 70 percento è ancora in attesa della sentenza definitiva. A essere coinvolto è un distretto grande quanto l'Italia, dove si registrano 200 prigionieri ogni centomila abitanti, una percentuale fra le più alte dell'America Latina.
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Domani si mercoledi 4 ottobre 6 pm si terrà una manifestazione di fronte al quartier generale di Shell a Dublino indirizzo: 53 Lower Leeson Street, Dublin 2, Ireland.
Cosa sta succedendo a Mayo, e come ció potrebbe danneggiare il resto del paese? Tre compagnie multinazionali, Shell, Statoil e Marathon, hanno formato un consorzio per sfruttare il giacimento petrolifero Corrib, prossimo alla costa ovest d’Irlanda. La maniera usuale di processare il gas sarebbe quella di farlo in una piattaforma fuori dalla costa. Shell, il leader del consorzio, ha scelto di non fare cosí. Invece, loro vogliono costruire un pericoloso gasdotto sperimentale e pompare il gas crudo, non trattato direttamente dal fondo del mare fino ad un enorme raffineria che hanno pianificato di costruire 6 miglia dentro la costa nella contea di Mayo Gaeltacht. Per fare ció, per loro, sarebbe necessario passare attraverso un area residenziale, contro i desideri della popolazione locale.

Il governo Irlandese ha reso le cose semplici a Shell fin dal principio. Questa é la prima volta in Irlanda che una compagnia privata é stata autorizzata a rilasciare ordini di esproprio
La resistenza contro Shell chiede aiuto!

Aiutateci!

http://www.indymedia.ie/article/78770
http://www.struggle.ws/rsc
http://www.shelltosea.com
For comment and verification contact Dr. Mark Garavan 0035387-9023687

Micheal 00353863588890
Aron 00353872895036
Eve 00353879935876
Bob 00353863201612


Questa è una richiesta di aiuto da parte della ShellToSea di rossport. Ci si aspetta che nei prossimi giorni Shell, con l'assistenza della polizia, tenti di far partire i lavori di costruzione di pericolosissimo gasdotto sperimentale e di una mostruosa raffineria di gas.
Oltre 200 agenti di polizia sono stati concentrati nell' area per circa un mese.

Vi preghiamo di venire a sostenerci il prima possibile. Verranno forniti vitto e alloggio.

Se non potete venire qui vi preghimao di picchettare le stazioni Shell più vicine a voi in modo da sottolineare l'urgenza della situazione.





'''OAXACA COMMEMORA LA STRAGE DI TLATELOLCO DEL 2 OTTOBRE 1968 - NEL 38esimo ANNIVERSARIO'''
2 ottobre

Nel 1968 anche a Città del Messico, come ad Ankara, Berkeley, Berlino, Belgrado, Roma, Madrid, Praga, Rio de Janeiro, Tokyo, Varsavia, ebbero inizio grandi mobilitazioni studentesche.

Nell'estate del 1968 gli studenti decisero che fosse giunto il momento, per così dire, di prendere il testimone lasciato loro dai lavoratori. I centri propulsori della protesta furono la UNAM (Universidad Nacional Autónoma de Mexico) e l'IPN (Istituto Politecnico Nacional). Gli studenti si presero le scuole e chiesero libertà per i prigionieri politici, fine della repressione e ritiro delle leggi liberticide.

Il 2 ottobre la Piazza delle Tre Culture era in stato d'assedio, con 8000 effettivi dell'esercito, della polizia e dei servizi segreti che presidiavano Tlatelolco. Gli agenti in borghese avevano avuto ordine di non portare documenti; come segno di riconoscimento, un guanto bianco. Alle 18.10, quando ormai il raduno volgeva al termine, un bengala rosso e uno verde, in rapida successione, diedero il segnale convenuto per la mattanza: "...62 minuti di fuoco nutrito, fino a che i soldati non sopportano più il calore delle armi arroventate...", secondo la notizia di agenzia trasmessa dal giornalista Leonardo Femat. Si è calcolato che più di 15.000 furono i proiettili vomitati sulla folla dalle armi automatiche e dai blindati. Molti manifestanti furono uccisi a colpi di baionetta. Alcuni feriti, ricoverati in ospedale, furono prelevati in camera operatoria e fatti sparire. I dirigenti del movimento studentesco parlarono di una cifra intorno ai 150 assassinati... (segue)
  


'''THE WALL : La nuova frontiera della democrazia americana? Un muro fra Usa e Messico'''

La nuova frontiera della democrazia americana? Un muro innalzato fra gli Usa e il Messico. Per non parlare della pratica della tortura sui prigionieri politici...

Sarà questa la nuova frontiera della democrazia? In pochi giorni negli Stati Uniti d’America, ossia il paese più democratico del mondo, sono state varate due nuove leggi: la prima prevede la costruzione di un muro sulla frontiera con il Messico come soluzione del problema dell’immigrazione clandestina; la seconda, ancora più sconvolgente, fornisce di fatto il via libera alla Casa Bianca a continuare nella disastrosa politica delle torture contro prigionieri di guerra. Continuare a definire gli Stati Uniti come modello di democrazia credo sia ormai sempre più improponibile. Da un po’ di anni Noam Chomsky, forse il più grande intellettuale americano in vita, definisce gli Stati Uniti uno “stato fallito, con istituzioni democratiche che funzionano a malapena”. Se ce ne fosse stato ancora bisogno l’ultima settimana ha solo spazzato via gli ultimi dubbi a riguardo. A distanza di pochi giorni una dall’altra, sono state varate due leggi che convertono di diritto gli Usa in una delle peggiori repubbliche delle banane. Analizziamo nel dettaglio questi provvedimenti...


'''FASCISTI DEL GOVERNO KOSOVARO RINGRAZIANO EU E USA'''

C'e' da provare vergogna per essere italiani ed avere aiutato ad installarsi in Kosovo un governo razzista,fascista e mafioso.

La ''nostra gente'' di Kosovo e Albania
03.10.2006 Da Kosovo, scrive Tanya Mangalakova

Domenica scorsa un'esplosione ha danneggiato la casa di un membro della comunità Gorana, nel sud del Kosovo. "Un atto criminale per destabilizzare il Kosovo", ha commentato il governo. Ma chi sono i Gorani? Un reportage di Tanya Mangalakova
Un matrimonio - foto di Tanya Mangalakova In Kosovo, nella regione della Gora, che confina con Macedonia ed Albania, tra le cime dello Shar, del Korab e del Koritnik, vivono circa 12mila Gorani, ( o “nashentzi”, “la nostra gente”, come si auto-definiscono), in diciotto villaggi, abitati esclusivamente da loro.

I “nashentzi“, in Kosovo, vivono anche nella regione della valle della Zhupa, ad est di Prizren, in villaggi come Lokvitza, Rechane e Yablanitza. Due villaggi gorani si trovano invece in Macedonia occidentale, Yelovyane e Urvich, con circa 4mila abitanti, mentre in Albania settentrionale, nella regione di Kukes, tra le Alpi albanesi che confinano con il Kosovo, vivono circa 7mila e cinquecento “nashentzi” in nove diversi villaggi.

Le genti della Gora e di Zhupa formano una comunità etnica specifica, e si identificano nella definizione di “nashentzi”, “la nostra gente”, definendo il loro linguaggio come “nashenski”, “la nostra lingua”. Si tratta di un dialetto bulgaro arcaico, molto vicino al macedone. Sono slavi, convertiti all'Islam durante il dominio ottomano. Miftar Ademi, insegnate e scrittore di Prizren nato nel villaggio di Dolo Ljubine, nella regione della Zhupa, ha ideato la “Nashinitza”, alfabeto in caratteri latini per poter scrivere la lingua dei “nashentzi”. Lui stesso, come altri intellettuali del Kosovo, scrive prosa e poesia nella sua lingua madre. In Kosovo e Macedonia i “nashentzi” usano il cirillico, mentre in Albania si usano soltanto i caratteri latini. Secondo i dati ufficiali, in Albania la minoranza dei “nashentzi” non esiste.

Questo viaggio tra i Gorani del Kosovo e dell'Albania è stato per me una specie di avventura, essendo la zona delle montagne intorno a Kukes a me del tutto sconosciuta. Sono partita armata zaino e di un cd pieno di vecchie mappe sovietiche della zona risalenti al 1975, con i nomi dei paesi gorani in cirillico, regalatomi da un amico speleologo.

I “nashentzi” sono persone estremamente ospitali. Chi viaggia tra i villaggi gorani può ancora godere del privilegio di sentirsi un ospite. Ognuno di loro prova a superare il vicino in generosità, dando ospitalità e sommergendo gli ospiti di doni. Per secoli la gente di queste montagne ha trovato sostentamento lavorando lontano da casa.

I Gorani di Dragash sono noti come i migliori produttori di burek e di boza nei Balcani, i “nashentzi” di Zhupa lavorano invece come muratori. Gli anziani di Sofia, Plovdiv, Kyustendil e Varna, in Bulgaria, ricordano ancora i negozi di burek, baklava e khalva (questi ultimi dolci di tradizione turca) di strani albanesi che parlavano la lingua bulgara.

Dall'inizio del 19° secolo fino alla seconda guerra mondiale, nelle città della Bulgaria, questi negozi era effettivamente proprietà di gorani. Durante il viaggio tra le montagne ho incontrato molti “nashentzi”, i cui padri avevano lavorato in Bulgaria. Nel villaggio di Milke, in Kosovo, ho conosciuto Rushid Veapi, di 84 anni, che ancora ricorda con malinconia il suo negozietto a Plovdiv, e il momento in cui dovette lasciarlo per tornare a casa, durante la guerra.

Oggi molti “nashentzi” in Kosovo sopravvivono grazie ai cento euro di penisione ricevuti da Belgrado. I gorani che ricevono uno stipendio dalla Serbia sono circa 2mila, mentre in 1800 circa ricevono la pensione. Nelle attuali condizione della comunità, in Kosovo, con una disoccupazione del 90%, questi soldi hanno importanza capitale. Molti sono emigrati in Serbia, in Macedonia o in Bosnia, e tornano nella Gora solo per le vacanze estive. Anche oggi molti si guadagnano da vivere all'estero insieme alle proprie famiglie.

Matrimoni al suono di “zourias” e tamburi

Luglio e agosto nella gora sono la stagione dei matrimoni, e le colline risuonano dell'eco delle “zuorias” (una specie di clarinetto) e dei “tupani” (tamburi). I Gorani tornano per sposarsi nei loro villaggi. Gli scapoli cercano la loro dolce metà nel “korzo”, la strada principale al centro di ogni villaggio gorano. Oggi i matrimoni durano uno-due giorni, e sono gionri di festa per tutto il villaggio. Le spose sono colorate, i loro visi sono coperti con un velo in broccato e truccati, proprio come succede nei matrimoni dei pomacchi ( bulgari mussulmani). Il suocero porta via la sposa dai genitori, a dorso di cavallo e coperta di velo. Le giovani donne indossano copricapi in pelle, adornati con monete d'oro che vengono tramandate attraverso le generazioni. I “nashentzi”, secondo tradizione, si sposano per amore, e tornono a casa da lontano per sposarsi nella Gora. I matrimoni misti sono una rarità. Morach, un giovane del villaggio di Shishtevec, si è sposato l'estate scorsa. Vive e lavora a Londra, come 700 suoi compaesani. Suo padre l'ha messo in guardia dallo sposare un'inglese, e lo ha rimandato a Shishtevec, dopo passeggiando per il “korzo”, ha conosciuto una ragazza del posto. L'emancipazione è ancora lontana per le donne gorane in Kosovo e in Albania, dove i bar e i caffè sono riservati agli uomini. Le donne gorane sono grandi lavoratrici, badano ai figli e lavorano nei campi o con le bestie, e in Albania fanno la raccolta di grano, segale e avena. La terra è tutt'altro che fertile, ma nonostante l'abbondanza di spoglie montagne, ci sono piccoli campi coltivati a piselli, mais, patate e frumento. Le donne si recano ai campi a piedi o a cavallo, mentre i bambini portano gli animali al pascolo.

Djurdjevden (Il giorno di San Giorgio)

I “nashentzi”, oltre al Bajram mussulmano, festeggiano anche ricorrenze cristiane e pagane. La festa più grande sulla Gora e a Zhupa è quella di Djurdjevden, il giorno di San Giorgio. IL 6 maggio di ogni anno viene festeggiato da ogni villaggio sui prati, con cori, tamburi e “zourias”. Le donne gorane, in Kosovo, sono vestite con caffettani bianchi, mentre in Albania mettono gli autentici costumi tradizionali fatti a mano, e ricchi di ricami.

Discendenti dei Bogomili

Oltre a Djurdjevden, i “nashentzi”, festeggiano molte feste ortodosse, Bozhic (Natale), Mitrovden, Krastovden, Antanas ecc.Tra l'altro conservano l'antica tradizione cristiana del giorno di “Tutti i Santi”. Delle festività mussulmane rispettano soltanto il Bajram e il “Sunets” (la circoncisione). Nazif Dokle, storico, artista ed intellettuale della regione di Kukes, in Albania, sostiene che i “nashentzi” sono “Torbeshi”, discendenti dei Bogomili, che trovarono rifugio sulle montagne tra Kosovo, Albania e Macedonia. Secondo Dokle le tracce del cristianesimo ortodosso sono ancora molte, il che, secondo lui, significa che l'Islam è stato accettato in modo piuttosto superficiale. C'è un cimitero “kavursko”( da “kavur, gavur” – una parola peggiorativa turca per “cristiano”, ai tempi dell'impero ottomano) in ogni villaggio, mentre nel villaggio di Orgosta, in Albania, sono stati trovati antichi affreschi. Secondo Dokle i Bogomili si convertirono all'Islam a causa delle numerose somiglianze tra le due fedi. Le moschee sono semplici, e l'Islam non ha icone, così come non le avevano i Bogomili. Espulsi dalla chiesa ortodossa, i Bogomili trovarono speranza tra le braccia dell'Islam. In Albania, i “nashentzi” che oggi hanno nome e cognome in albanese, conservano ancora i propri soprannomi slavi.

Una questione di identità

Durante l'estate gli otto caffè del villaggio di Brod, in Kosovo, sono affollati dagli emigranti che ritornano a casa. Qui spesso si discute sulla propria identità nazionale. “Che cosa siamo, Serbi, Macedoni, Bosniaci, Turchi o Bulgari?“, è questo il nocciolo della questione. Su una cosa però sono tutti d'accordo, “Noi siamo Gorani, “nashentzi“ e parliamo “nashenski“, la nostra lingua“. Solo la Serbia e la Macedonia forniscono loro qualche tipo di sussidi. La Serbia paga gli stipendi dei lavoratori sociali, come dottori e insegnanti, oltre a pagare le pensioni. I contributi di disoccupazione sono di appena 40 euro, davvero poco in una regione devastata dalla mancanza di lavoro. La maggior parte dei cittadini di Brod vivono in Macedonia, a Skopje, e hanno passaporto macedone. “Da quando i socialdemocratici di Branko Cervenkovski sono andati al potere, nel 2002, le procedure per prendere la cittadinanza macedone si sono complicate. Ma adesso con la vittoria della coalizione guidata dal VMRO-DPMNE, tutto sarà più semplice”, mi ha detto Ismail Bojda, presidente dell'Unione dei Macedoni Mussulmani, un'Ong con sede a Skopje. Bojda, originario di Brod, ex ingegnere ora in pensione, probabilmente dirigerà presto l'Agenzia per i Macedoni all'Estero. Secondo lui gli abitanti della Gora sono Macedoni di religione mussulmana, giudizio espresso anche dalla conferenza internazionale dei Gorani, tenutasi a Skopje il 14 gennaio del 2006, nella quale si è espressa la richiesta di organizzare l'insegnamento della lingua macedone nella Gora, dove dovrebbe essere usata come lingua ufficiale nell'amministrazione. Il problema è che a Brod ci sono anche bosniacchi e che spesso persone della stessa famiglia si identificano in comunità etniche differenti.

Contro le festività “infedeli”

All'inizio degli anni '90 un gruppo di estremisti dichiarò guerra alla celebrazione del Natale nel villaggio di Brod. In seguito il giovane imam di Restelitza ha apostrofato gli abitanti di Brod perchè celebrano Djurdjevden, “una festa kavur”. Restelitza è il villaggio più grande della Gora, e quello in cui vivono i mussulmani più credenti. C'è una scuola islamica dove insegna un maestro formatosi in Arabia Saudita. Nella moschea circa 400 ragazzi studiano il Corano, le ragazze sono velate, mentre ogni donna dovrebbe indossare un lungo mantello. Ramiza vive da 30 anni in Svizzera, ma quando rientra col marito a Restelitza, lui ferma la macchina per farle indossare il caffettano.

Naser, giovane imam del villaggio, continuava a fremere ogni volta che menzionavo la grande festa di Djurdjevden. “Ma non si tratta di Djurdjevden, ma di Letan dan (Il giorno d'estate), rimasto dai tempi pagani, che non ha niente a che fare con la cristianità... Perchè dovremmo celebrare Natale o Ilinden (il giorno di Sant'Ilia)?” Secondo lui, qui la maggior parte delle persone si ritiene bosniacca.

A Restelitza c'è una scuola in lingua bosniaca. Dopo la guerra in Kosovo molti “nashentzi”, per la loro sicurezza personale, preferiscono definirsi bosniacchi. I rappresentanti politici bosniacchi partecipano al governo ad interim del Kosovo, al contrario di quanto fanno quelli serbi. Sadik Idrizi, ministro della Sanità e membro del team negoziale di Pristina sullo status, sostiene che nella Gora ci siano Bosniacchi che parlano il bosniaco. Ma anche a Krushevo, il suo paese natale, la maggior parte delle persone che ho interrogato si riferivano a loro stessi come a “nashentzi”, e di parlare il “nashenski”.

In Albania la religione è un fattore meno influente. Durante il comunismo le moschee di molti villaggi sono state distrutte e adesso i Gorani le stanno ricostruendo. A Borje e Shishtevec sono quasi finite, ma si stanno ancora raccogliendo i soldi per i minareti. Nel frattempo gli imam locali bevono birra e rakia in compagnia dei propri paesani. Nei villaggi della Gora ci sono ancora i resti di molte chiese e molti cimiteri cristiani. A Brod si ricorda ancora Bozhana, l'ultima donna cristiana, morta nel 1856, e il posto dove è sepolta, nel cimitero “kavur”. Nel libro “Canzoni tradizionali gorane” di Harun Hasani, nato nel villaggio di Bachka e oggi a Belgrado dal 1999, si trovano molti nomi bulgari come Stoyan, Yana, Maria,Stana, Peio, Antanas, Dincho ecc.

Bosniacchi, Gorani, Macedoni, Serbi o Bulgari?

I politici di Gora e Zhupa sono divisi, e non sono in grado nemmeno di fare minime richieste comuni in un momento importante come questo, mentre si discute del futuro status del Kosovo. I “nashentzi” sono pessimisti e impauriti dalla prospettiva dell'indipendenza. Supportano piuttosto il processo di decentralizzazione, e in molti insistono sulla ricostituzione della vecchia municipalità di Gora con centro a Dragash, abolita dopo il 1999. Sadik Idrizi e Djezair Murati – parlamentare a Pristina e presidente del Partito Democratico dei Bosniacchi in Kosovo, hanno però fatto una proposta alternativa: la creazione di una municipalità di Dragash con due amministrazioni parallele, come a Mitrovica. Secondo Murati, i Bosniacchi del Kosovo dovrebbero essere integrati nelle istituzioni ad interim, e imparare l'albanese in quanto lingua della maggioranza. E' interessante notare che la Bosnia ed Erzegovina non concede la sua cittadinanza ai Bosniacchi del Kosovo. Vedat Bajramaga, nato a Brod, è stato costretto da alcuni albanesi a vendere le sue proprietà a Pristina a fuggire a Sarajevo. Vedat e i suoi familiari in Bosnia sono considerati stranieri, ed hanno lo status di rifugiati. “Sono disperato, a Sarajevo rifiutano di concedermi il passaporto. Pago tutto come uno straniero, sanità, educazione, ecc. Non mi sento sicuro di vivere in Serbia perchè il mio cognome è tipicamente mussulmano, ma in Bosnia non mi danno i documenti”, mi ha raccontato.

Rustem Ibishi, parlamentare a Pristina e leader dell Iniziativa dei Cittadini della Gora, è ugualmente preoccupato per il futuro dei Gorani in Kosovo. “Se non si fa la municipalità di Gora, e non va avanti la decentralizzazione, siamo finiti”, mi ha detto a Mlike, il suo villaggio natale. Ibishi è critico rispetto al concetto di Bosniacchi in Kosovo. Secondo lui, i Gorani sono un'entità etnica a parte. Il problema, secondo Ibishi, è che i “nashentzi” stanno abbandonando il Kosovo a causa di disoccupazione, mancanza di prospettive e contrasti con la maggioranza albanese del Kosovo.

Il fenomeno dei passaporti bulgari

I “nashentzi” sono grandi lavoratori, ma per loro il Kosovo non è un posto dove poter fare business, e il passaporto blu dell'Unmik non gli è di grande aiuto, visto che per viaggiare in Europa hanno bisogno di visti. Per questo, il passaporto bulgaro è diventato il sogno di molti, la via più facile per fuggire dalle enclaves verso l'Unione Europea. Ci sono due Ong in Kosovo, che promuovono la cooperazione con la Bulgaria, l'associazione culturale “Bulgarski Muhamedani” (mussulmani bulgari), creata nel 2004 nel villaggio di Dolno Ljubine, e la Youth Union Gora, nata a fine 2005. I loro membri si aspettano una politica flessibile della Bulgaria verso i Gorani, sempre che Sofia voglia avere un qualche peso in Kosovo.

Avnija Bahtijari, presidente della Youth Union Gora, ha fatto un vero appello ai politici bulgari: “I Gorani sono benestanti e lavoratori. Se Sofia gli darà cittadinanza e passaporti, verranno ad investire i loro soldi in Bulgaria, aprendo caffè, negozi, pasticcerie. D'altra parte, così facendo, Sofia potrà contare su cittadini bulgari in Kosovo. Non c'è molto tempo, perchè nel 2007 la Bulgaria entrerà nell'Ue, e lo status del Kosovo sarà presto risolto. La Bulgaria deve fare presto, altrimenti tutto sarà vano”, mi ha detto Avnija, visibilmente emozionato.

Paura per lo status del Kosovo

La comunità gorana è troppo piccola per influenzare il processo di definizione dello status del Kosovo. Isolati tra le loro montagne, i Gorani non hanno libertà di movimento, nè di usare il proprio dialetto. L'unica loro pubblicazione è la rivista “Alem”, pubblicata in bosniaco dal bravo giornalista Mustafa Balje, oltre ad una trasmissione settimanale in tv.

Negli anni scorsi ci sono stati 51 attacchi dinamitardi nella Gora, ad opera di estremisti albanesi. Ultimamente gli attacchi sono terminati, “ma solo perchè gli albanesi voglio mostrare agli internazionali che rispettano gli standard”, dicono molti “nashentzi”. La grande paura dei Gorani è che gli Albanesi vogliano cacciarli dalle loro montagne, comprando le proprietà e i terreni più pregiati, per poi costringerli ad andare via. Al momento 200 terreni di proprietari gorani sono stati venduti ad acquirenti albanesi. Quando uno dei terreni più belli dello Shar, nei pressi di Brod è stato comprato da un businessman albanese per edificare un hotel, alcuni degli abitanti hanno mormorato, “Adesso è finita””. Djezair Murati, è convinto che il parlamento debba adottare una legge speciale, per limitare la vendita di terreni e abitazioni.

I Gorani dei villaggi al confine con l'Albania denunciano un'altro pericolo. Da cinque o sei anni i “Ljumani”, (con questo termine si indicano gli Albanesi che vivono lungo il fiume Ljuma, nell'Albania settentrionale), entrerebbero regolarmente in Kosovo attraverso sentieri di montagna, per razziare bestiame e apparecchi elettrici dalle case disabitate a Mlike, Restelitza, e Globochitza. Molti gorani sostengono che, dopo il tramonto, la polizia non controlli affatto il confine tra Kosovo e Albania.

I “nashentzi” sono tali soltanto quando sono tra le loro montagne. Allontanandosi dalla Gora per vivere nelle grandi città, stanno perdendo la loro cultura. “Abbiamo una terra sterile, tutta di sasso, sette mesi di freddo e un solo mese di estate. Come si fa a guadagnarsi il pane? E' per questo che scappiamo dalle nostre montagne”, mi dice Chengiz, un gorano che vive a Mitrovica nord, dove i suoi genitori si sono trasferiti negli anni '30.

Chengiz pensa di essere al passo coi tempi. Crede che non abbia senso preparare il burek nella sua pasticceria. “Invece di ammazzarmi d lavoro col burek, posso vendere caffé “macchiato”. Il burek vale meno del lavoro che richiede.”

Quest'estate i tamburi e le “zourias” dei marimoni gorani echeggiavano tra le cime dello Shar, in Kosovo, e oltre il confine, tra i monti dell'Albania. La questione è, per quanto tempo ancora continueranno a farlo?



Domani mercoledi 4 ottobre si terrà una manifestazione di fronte al quartier generale di Shell a Dublino. Cosa sta succedendo a Mayo in Irlanda, e come ció potrebbe danneggiare il resto del paese? Tre compagnie multinazionali, Shell, Statoil e Marathon, hanno formato un consorzio per sfruttare il giacimento petrolifero Corrib, prossimo alla costa ovest d’Irlanda. La maniera usuale di processare il gas sarebbe quella di farlo in una piattaforma fuori dalla costa. Shell, il leader del consorzio, ha scelto di non fare cosí. Invece, loro vogliono costruire un pericoloso gasdotto sperimentale e pompare il gas crudo, non trattato direttamente dal fondo del mare fino ad un enorme raffineria che hanno pianificato di costruire 6 miglia dentro la costa nella contea di Mayo Gaeltacht. Per fare ció, per loro, sarebbe necessario passare attraverso un area residenziale, contro i desideri della popolazione locale.
Il governo Irlandese ha reso le cose semplici a Shell fin dal principio. Questa é la prima volta in Irlanda che una compagnia privata é stata autorizzata a rilasciare ordini di esproprio.

'''GRAN BRETAGNA: nuova polizia contro i migranti'''

Entrerà in funzione oggi la nuova unità della polizia britannica destinata al controllo del traffico di esseri umani. Gruppi di attivisti per i diritti umani, questa mattina, hanno lanciato un appello al governo affinché gli immigrati sfruttati vengano considerati come vittime di un crimine e non come colpevoli del reato di immigrazione irregolare.
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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

ITALIA

Sciopero Telecom: a Roma manifestazione del sindacalismo di base

Per la giornata di sciopero di lavoratrici e lavoratori di tutto il gruppo Telecom, a Roma, si è tenuta questa mattina una partecipata manifestazione indetta dai sindacati di base, contro le perdite di posti di lavoro e contro la privatizzazione dell’azienda. La delegazione che si trovava sotto Palazzo Chigi è stata malamente scacciata dalla piazza e alcuni manifestanti sono stati fermati. Audio

Milano: Corteo dei lavoratori Telecom

E' partito alle 10 di questa mattina a Milano il corteo dei lavoratori e delle lavoratrici della Telecom che protestano contro lo "spezzettamento" della società e per "il mantenimento del livello occupazionale". Il corteo si è aperto con uno striscione che recita: "Telecom una e trino, no allo spezzatino". Alla manifestazione nazionale di Milano sono giunte delegazioni da tutte le regioni d'Italia. "Tronchetti Provera presto andrai in galera", oppure "Tronchetti, Pirelli, attento c'è Borrelli". Questi alcuni degli slogan scanditi da diverse centinaia di lavoratori Telecom.

Torino: senegalese muore inseguito dai carabinieri

Venerdì scorso, durante l'ennesima retata nell'ex città olimpica, i carabinieri hanno ricevuto pietre e sassi da chi rischia il cpt e sopporta le loro angherie. I carabinieri hanno caricato e i 2 senegalesi sono caduti nella Stura, uno di loro è ancora disperso, mentre di un altro è stato trovato il cadavere. Da sabato in C.So Giulio, verso la periferia nei pressi del ponte della stura, 150 migranti continuano a presidiare di giorno in attesa che le forze dell'ordine recuperino e tirino fuori dalle acque limacciose della stura il corpo ormai senza vita del loro compagno. Domenica la rabbia ha raggiunto un'intensità tale da far sfociare il presidio in un blocco della strada. Ad oggi il corpo non è stato ancora trovato e le ricerche sono state interrotte. Non importa era solo un negro come altri. Non è così per i suoi compagni, che per oggi hanno indetto un presidio per tutta la giornata. Per ora sono stati pacifici, dicono, aspettiamo la fine di questa giornata e vediamo se da parte delle istituzioni ci sarà un proseguire delle ricerche, poi si vedrà che fare.

Friuli: Presidio No tav a Cervignano (Udine)

Ieri pomeriggio, organizzato velocissimamente, si è svolto un presidio No tav a Cervignano del Friuli. Ieri con il trucco e l’inganno, l’assessore all'Energia Lodovico Sonego ha convocato i Sindaci con la scusa di fornire aggiornamenti sulla TAV ma in realtà ha già pronto da far firmare il “protocollo di intesa” come va bene a lui.

I soldi non ci sono ma la TAV la si vuole fare lo stesso: parola di Ministri (Di Pietro e Bianchi), ma in realtà non è detto che si possa fare perché è comunque vincolata ai soldi e come si fa a spremere di più, sempre di più, dalle tasche della gente? Ma intanto si prendono e si pappano quelli che deve dare l’Europa (il 20%) e poi si vedrà! Altro che pensare al futuro!! I pescecani della TAV pensano al presente cioè a quanto mettere in tasca subito!! E poi qui in loco ci sono le porcherie di contorno: vedasi l’elettrodotto da Ogroblo (Slovenia) a Udine Nord (sul percorso della TAV) e il mega-cementificio di Grigolin a Torviscosa (sul percorso Duz-Moretton).

Crema: corteo contro la guerra

Si svolgerà domani a Crema un corteo cittadino contro LA GUERRA. Il corteo si terrà in contemporanea con l'incontro con Magdi Allam, organizzato dal circolo Cremete (noto per la sua presentazione del libro sul fascista Ramelli, da cui erano poi scaturiti scontri di piazza, e per l'incontro sulla democrazia diretta che ha preceduto la presentazione della lista di FN alle scorse elezioni...).

OBBIETTRICE ALLE SPESE MILITARI

Nei giorni scorsi (alla presenza di una troupe del TG3 e di una giornalista di Radio Città del Capo), si è tenuta l'udienza presso la Commissione Tributaria Provinciale di Bologna per discutere il ricorso dell'obiettrice alle spese militari Morena Maini. Nel ricorso Morena Maini chiedeva all'Agenzia delle Entrate la restituzione della somma obiettata e, in subordine, veniva avanzata la richiesta di rinviare il contenzioso alla Corte Costituzionale perché riconosca l'illegittimità costituzionale delle norme tributarie che obbligano il contribuente (e la contribuente!) a versare quella parte di imposte che certamente verrà utilizzata per costruire e conservare armi omicide. Tali norme sono infatti in netto contrasto con gli artt.13, 19 e 21 della Costituzione (inviolabilità dei diritti di libertà personale, religiosa e di pensiero) e, più in generale, con l'art. 2 che garantisce i diritti inviolabili dell'essere umano. Quale diritto è infatti più inviolabile dell’ideale della nonviolenza, del convincimento morale, o di un problema di coscienza, che vede proprio nel ripudio della guerra la ragione preminente della propria conseguente obiezione? Come dunque non notare la contraddittorietà legislativa che, da un lato salvaguarda il diritto di svolgere un servizio alternativo a quello militare; e dall'altro obbliga tutti, indistintamente, a finanziare con le proprie imposte le spese militari? La sentenza del ricorso di Morena Maini per non contribuire con le proprie tasse alle spese militari è prevista per le prossime settimane. Per informazioni: Vittorio Pallotti, tel. 051-584513

Bologna: mobilitazioni contro gli stupri

Aggiornamenti sulle mobilitazioni dei gruppi femministi e lesbici contro la violenza alle donne, a seguito degli stupri e delle aggressioni da parte di uomini contro donne e lesbiche. Cool Clitoristrix Audio

RU486: le case farmaceutiche italiane non la producono

E’ di venerdì la notizia che la sperimentazione presso l’Azienda Ospedaliera S.Anna di Torino della pillola Ru486, la pillola abortiva, ha subito un’ulteriore sospensione. Si cerca ora una soluzione per continuare la somministrazione della RU486, e tra le altre si sta studiando la possibilità di chiedere l’inserimento del farmaco nell’elenco di quelli importabili facendone richiesta all’AIFA (Associazione Italiana del Farmaco). Il problema sull’impossibilità di usare questo farmaco in Italia, è legato al fatto che nessuna casa farmaceutica in Italia ne ha chiesto la registrazione per la sua produzione. La Regione Toscana, ad esempio, ha aggirato l’ostacolo con l’importazione diretta del farmaco, ma questo comporta iter burocratici, per le Aziende ospedaliere, abbastanza complessi e la richiesta deve essere inoltrata per ogni singolo caso, quindi le donne che ne possono usufruire sono in numero limitato.

Roma: furto all’Intifada

Ignoti sono entrati la notte scorsa nel centro sociale Intifada. Intorno alle 3.30, spaccato porta segreteria del c.s. (rubata telecamera professionale, rotti computer) e furti a associazione immigrati, centro anziani, palestra. Gli occupanti leggono i fatti nell’ambito dell’emergenza sociale, della marginalità e la disperazione della gente del quartiere che spinge a rubare ed escludono il movente politico. È in corso un’assemblea con il quartiere.

Roma: Continua escalation di tensioni che ha coinvolge il residence di via Bravetta, occupato da più di 1000 immgirati. Audio

Roma: operazione di pulizia delle sponde del tevere. Sgomberate le famiglie che vi abitano e portare in un recinto-lager a ponte Marconi. Audio

ESTERI

PALESTINA

Continua a deteriorarsi la situazione nei Territori palestinesi. In mattinata il gruppo delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, legato ad al Fatah, ha inviato un comunicato all'agenzia Reuters, minacciando di colpire i dirigenti di Hamas all'interno dei Territori e in esilio, ritenuti dall'organizzazione responsabili per i drammatici scontri interpalestinesi verificatisi negli ultimi giorni. Intanto, dopo gli scontri di domenica nella striscia di Gaza, il ministro degli Interni Siyam ha ordinato il rientro nelle loro basi delle forze fedeli al governo, mentre la guardia presidenziale agli ordini Abu Mazen ha pattugliato l'area. E'in corso nella Striscia di Gaza, nei pressi del campo profughi di El Bureij, una manifestazione di un centinaio di agenti delle forze di sicurezza palestinesi che chiedono il pagamento degli stipendi arretrati.

Israele continua a bombardare Gaza

È di almeno tre feriti il bilancio del raid aereo compiuto questa mattina dall’aviazione israeliana nella città di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti palestinesi, secondo cui obiettivo dell’attacco era l’edificio in cui viveva un membro di Hamas.

LIBANO

Il generale Michel Suleiman, comandante delle forze armate libanesi, assumendo il controllo di diverse aeree evacuate dalle forze di invasione israeliane lungo la linea di confine tra il Libano e lo Stato ebraico,ha detto nel villaggio di Labboune, nel corso di una cerimonia, che l'esercito libanese e' chiamato ad opporsi con ogni mezzo alle "aggressioni e violazioni" israeliane contro il territorio libanese.

IL 24 SETTEMBRE A TEHERAN UNA MANIFESTAZIONE CONTRO LA CONDANNA A MORTE DI TRE DONNE

Con l’avvicinarsi delle date in cui verranno eseguite le condanne a morte contro tre donne di nome Kobra Rahmanpour, Nazanin Fatehi e Fatemeh Haghighat Pajouh, i loro familiari hanno lanciato un appello in cui chiedono ai/alle cittadini/e iraniani di scendere in piazza in sostegno delle 3 donne "vittime della povertà dilagante in Iran". L'appuntamento è per domenica 24 settembre, presso la piazza adiacente palazzo dell'Onu a Teheran. Si ricorda che Kobra Rahmanpour a causa della povertà ha sposato un uomo di quasi 50 anni più grande di lei. Durante un litigio con la suocera ha ucciso quest'ultima. Nazanin e Fatemeh durante 2 tentativi di violenza hanno ucciso il loro stupratore. L’Associazione dei Rifugiati politici iraniani residenti in Italia insieme all'Associazione Donne Democratiche Iraniane in Italia aderisce alle richieste dei familiari delle tre ragazze chiedendo a tutte le associazioni e organismi dei diritti umani di attivarsi per salvare la vita di queste tre innocenti "vittime della violenza e della povertà in Iran".

Zambia: Gravi tumulti a Lusaka per presunti brogli elettorali

I negozi e le banche sono rimasti chiusi ieri a Lusaka, capitale dello Zambia, dopo una notte dei tumulti iniziati dai sostenitori di Michael Sata, candidato dell'opposizione, che, mentre lanciava un appello alla calma, ha rinnovato le accuse di frode contro il capo di Stato durante lo scrutinio presidenziale di giovedì. Michael Sata ha riconosciuto la sua sconfitta ma l'ha attribuita alle frodi del potere. “Se il voto non fosse stato truccato, l'avrei battuto. Ma poichè il voto è stato truccato, non lo riconoscerò", ha dichiarato.

KENYA

Lo scandalo 'Anglo Leasing' -appalti statali per circa 300 milioni di dollari per opere mai effettuate- sconvolge il governo keniano. La Procura ha reso noto di aver posto sotto inchiesta quattro ex ministri, quattro segretari generali di ministeri, ed altri otto alti funzionari governativi. E l'affare Anglo Leasing appare la punta di un iceberg: la corruzione dilaga sempre piu', i crediti internazionali sono quasi bloccati, e anche la coalizione governativa e' implosa.

ARGENTINA: continua lo sciopero della fame dei detenuti

Lo sciopero della fame iniziato dai detenuti dell'Unità Penale n.9 della città La Plata, provincia di Buenos Aires, conta già sull'adesione di più di 8mila prigionieri, dopo che ieri altre 13 carceri del Servizio Penitenziario dello stato hanno aderito all'iniziativa. Con questa protesta, giunta al dodicesimo giorno, i prigionieri esigono migliori condizioni di detenzione, processi più agili e servizi medico-sanitari in carcere. Le 39 prigioni della provincia di Buenos Aires alloggiano la metà del totale dei reclusi dell'Argentina, ovvero 25.500 persone, delle quali il 70 percento è ancora in attesa della sentenza definitiva. A essere coinvolto è un distretto grande quanto l'Italia, dove si registrano 200 prigionieri ogni centomila abitanti, una percentuale fra le più alte dell'America Latina.

Manifestazione contro Shell a Dublino

Domani mercoledi 4 ottobre si terrà una manifestazione di fronte al quartier generale di Shell a Dublino. Cosa sta succedendo a Mayo in Irlanda, e come ció potrebbe danneggiare il resto del paese? Tre compagnie multinazionali, Shell, Statoil e Marathon, hanno formato un consorzio per sfruttare il giacimento petrolifero Corrib, prossimo alla costa ovest d’Irlanda. La maniera usuale di processare il gas sarebbe quella di farlo in una piattaforma fuori dalla costa. Shell, il leader del consorzio, ha scelto di non fare cosí. Invece, loro vogliono costruire un pericoloso gasdotto sperimentale e pompare il gas crudo, non trattato direttamente dal fondo del mare fino ad un enorme raffineria che hanno pianificato di costruire 6 miglia dentro la costa nella contea di Mayo Gaeltacht. Per fare ció, per loro, sarebbe necessario passare attraverso un area residenziale, contro i desideri della popolazione locale. Il governo Irlandese ha reso le cose semplici a Shell fin dal principio. Questa é la prima volta in Irlanda che una compagnia privata é stata autorizzata a rilasciare ordini di esproprio.

GRAN BRETAGNA: nuova polizia contro i migranti

Entrerà in funzione oggi la nuova unità della polizia britannica destinata al controllo del traffico di esseri umani. Gruppi di attivisti per i diritti umani, questa mattina, hanno lanciato un appello al governo affinché gli immigrati sfruttati vengano considerati come vittime di un crimine e non come colpevoli del reato di immigrazione irregolare.


Gr 13:00

ISRAELE

Il ministro degli Esteri egiziano Aboul Gheit ha accusato i rapitori del soldato israeliano Gilad Shalit di aver respinto un accordo. 'L'Egitto era riuscito ad assicurare uno scambio con Israele per liberare donne, bambini e vecchi e chi sta scontando lunghe pene detentive in cambio del soldato - ha detto Aboul Gheit in un'intervista alla tv al Arabiya - L'accordo avrebbe potuto garantire il rilascio di 900-1.000 detenuti... ma sfortunatamente loro hanno deciso di tenere il caporale'.

Israele ha revocato la chiusura generale dei territori palestinesi decisa venerdi' in occasione dello Yom Kippur. Lo ha reso noto questa mattina l'esercito israeliano in una nota. La revoca della chiusura e' stata decisa a livello politico, in seguito ad una valutazione della situazione sul piano della sicurezza, ha precisato l'esercito.

LIBANO

Il generale Michel Suleiman, comandante delle forze armate libanesi, assumendo il controllo di diverse aeree evacuate dalle forze di invasione israeliane lungo la linea di confine tra il Libano e lo Stato ebraico,ha detto nel villaggio di Labboune, nel corso di una cerimonia, che l'esercito libanese e' chiamato ad opporsi con ogni mezzo alle "aggressioni e violazioni" israeliane contro il territorio libanese.

PALESTINA

Continua a deteriorarsi la situazione nei Territori palestinesi. In mattinata il gruppo delle Brigate dei martiri di Al Aqsa, legato ad al Fatah, ha inviato un comunicato all'agenzia Reuters, minacciando di colpire i dirigenti di Hamas all'interno dei Territori e in esilio, ritenuti dall'organizzazione responsabili per i drammatici scontri interpalestinesi verificatisi negli ultimi giorni. Tra i possibili obiettivi sono stati indicati il capo dell'Ufficio politico di Hamas Khaled Meshal, il ministro degli Interni dell'Anp Saed Siyam e il fratello del ministro degli Esteri Youssef al Zahar, alto funzionario del Ministero degli interni dell'Anp. Intanto, dopo gli scontri di domenica nella striscia di Gaza, il ministro degli Interni Siyam ha ordinato il rientro nelle loro basi delle forze fedeli al governo, mentre la guardia presidenziale agli ordini Abu Mazen ha pattugliato l'area.

E'in corso nella Striscia di Gaza, nei pressi del campo profughi di El Bureij, una manifestazione di un centinaio di agenti delle forze di sicurezza palestinesi che chiedono il pagamento degli stipendi arretrati. Gli agenti hanno dato fuoco a copertoni di automobili e hanno bloccato la strada principale della Striscia.

IRAN

La comunita' internazionale imporra' sanzioni all'Iran se non sospendera' l'arricchimento dell'uranio. Lo ha detto Condoleezza Rice. Il segretario di stato Usa e' a Gedda, prima tappa di un suo viaggio in Medio Oriente. Rice ha rilevato che gli Usa non hanno ricevuto alcun segnale della volonta' dell'Iran di sospendere l'arricchimento e ha annunciato che i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu piu' la Germania, terranno 'a breve' consultazioni sul caso iraniano.

Ahmadinejad ha detto che non e' l'Iran a rischiare l'isolamento per il suo programma nucleare, ma gli Usa e i Paesi che li seguono. Il presidente iraniano, citato dall'agenzia Fars, ha sottolineato che i 118 Paesi membri del Movimento dei non allineati, i 57 dell'Organizzazione per la cooperazione economica e quelli del D-8, cioe' gli otto piu' importanti Paesi in via di sviluppo del mondo, hanno manifestato il loro appoggio all'uso pacifico dell'energia nucleare da parte di Teheran.

IRAQ

Due rapimenti e diversi ritrovamenti di cadaveri hanno segnato le ultime 48 ore in Iraq. Nella capitale sono state sequestrate, ieri, 14 persone da un negozio di computer e piu' di venti da un'azienda di prodotti alimentari. I rapimenti sono stati portati a termine da gruppi di uomini armati in divisa.

Solo a Baghdad, nelle ultime ore, sono stati rinvenuti una trentina di cadaveri, molti con evidenti segni di torture subite. A Suwayra sono stati ritrovati altri 7 corpi. Nella provincia di al Anbar tre militari americani hanno perduto la vita. A Bassora e' morto un soldato britannico

Mentre il Parlamento iracheno ha prolungato ancora di trenta giorni lo stato di emergenza che consente alle autorita' l'applicazione di misure restrittive sulla liberta' di movimento notturno e per effettuare fermi e controlli per accrescere la sicurezza, le varie forze politiche irachene hanno elaborato l'ennesimo piano per cercare di garantire condizioni di sicurezza migliori a Baghdad. La Reuters ha riferito che e' stato approvato un nuovo progetto articolato in quattro punti.

Il primo passo prevede la creazione di comitati locali, rionali, comprendenti esponenti di varie fazioni politiche, oltre a leader tribali e rappresentanti delle forze di sicurezza. Come passo ulteriore dovrebbe essere costituito un Comitato centrale per la pace e la sicurezza. Il terzo punto ipotizza un accresciuto controllo sui media le cui informazioni contribuirebbero ad alimentare la tensione. Infine, ogni mese i responsabili dovrebbero riunirsi per verificare gli eventuali progressi compiuti.

GRAN BRETAGNA

Entrerà in funzione oggi la nuova unità della polizia britannica destinata al controllo del traffico di esseri umani. Gruppi di attivisti per i diritti umani, questa mattina, hanno lanciato un appello al governo affinché gli immigrati sfruttati vengano considerati come vittime di un crimine e non come colpevoli del reato di immigrazione irregolare.

RUSSIA

Nonostante il rilascio dei quattro ufficiali russi arrestati nei giorni scorsi, il governo di Mosca continua a mantenere nei confronti della Georgia il blocco sui trasporti e sulle comunicazioni. Sergei Ivanov, ministro della Difesa russo ha accolto gli ufficiali ringraziandoli per "il coraggio e il senso dell'onore dimostrati" e ha ribadito che le azioni della Georgia sono considerate dal suo governo 'atti di terrorismo di stato'. Un portavoce del presidente georgiano Saakashvili ha ribattuto che la Russia sta mantenendo nei confronti del suo Paese un atteggiamento "arrogante e inaccettabile".

COREA

La Corea del Nord ha preannunciato che compira' un esperimento nucleare. Lo riporta l'agenzia nordcoreana 'Kcna' ripresa dalla 'Yonhap'. Secondo un portavoce del ministero degli esteri nordcoreano, la decisione e' stata presa da Pyongyang perche' 'costretta dall'ostilita' americana'. Il portavoce non ha fornito precisazioni sulla data prevista per il test, il primo del genere della Corea del Nord, ma ha affermato che saranno prese tutte le misure per garantire la sicurezza.

ARGENTINA

Lo sciopero della fame iniziato dai detenuti dell'Unità Penale n.9 della città La Plata, provincia di Buenos Aires, conta già sull'adesione di più di 8mila prigionieri, dopo che ieri altre 13 carceri del Servizio Penitenziario dello stato hanno aderito all'iniziativa. Con questa protesta, giunta al dodicesimo giorno, i prigionieri esigono migliori condizioni di detenzione, processi più agili e servizi medico-sanitari in carcere. Le 39 prigioni della provincia di Buenos Aires alloggiano la metà del totale dei reclusi dell'Argentina, ovvero 25.500 persone, delle quali il 70 percento è ancora in attesa della sentenza definitiva. A essere coinvolto è un distretto grande quanto l'Italia, dove si registrano 200 prigionieri ogni centomila abitanti, una percentuale fra le più alte dell'America Latina.

COLOMBIA

l presidente colombiano, Alvaro Uribe, ha affidato a un alto funzionario l'incarico di negoziare un accordo con la guerriglia delle Farc. L'intesa avverrebbe in vista di uno scambio tra ostaggi e ribelli detenuti. Perche' lo scambio umanitario possa avvenire le Forze armate rivoluzionarie della Colombia hanno chiesto in particolare al governo la smilitarizzazione dei municipi di Florida e Pradera, dove dovrebbero svolgersi i negoziati.

BRASILE

Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva si è detto fiducioso per la sua rielezione nel ballottaggio che lo vede opposto a Geraldo Alckmin. Servirà solo un pò più di tempo per ottenere la vittoria, ha dichiarato durante una conferenza stampa lunedì il presidnete in carica. Durante la prima sessione di voto, Lula ha ottenuto il 48 percento delle preferenze, senza raggiungere la maggioranza assoluta che gli avrebbe regalato la vittoria immediata. Il suo avversario Alckmin, ex governatore di Sao Paulo, ha ottenuto il 41,4 percento dei voti.

KENYA

Lo scandalo 'Anglo Leasing' -appalti statali per circa 300 milioni di dollari per opere mai effettuate- sconvolge il governo keniano. La Procura ha reso noto di aver posto sotto inchiesta quattro ex ministri, quattro segretari generali di ministeri, ed altri otto alti funzionari governativi. E l'affare Anglo Leasing appare la punta di un iceberg: la corruzione dilaga sempre piu', i crediti internazionali sono quasi bloccati, e anche la coalizione governativa e' implosa.

SUDAN

Più di 40 persone sono rimaste uccise negli scontri tra le milizie del Justice and Equality Movement (Jem) e quelle del Sudan Liberation Army (Sla), nel Sudan meridionale. La battaglia sarebbe docuta alla contrapposizione che vede i due gruppi divisi sull'accordo di pace che il Sla ha siglato e il Jem no. Le violenze hanno costretto gli operatori umanitari ad abbandonare, per ragioni di sicuerezza, il campo profughi di Greida.

KAZAKHSTAN

E' salito a sei il numero dei bambini morti di Aids a Cimkent, nel Kazakhstan, dopo trasfusioni fatte con materiale sanitario non sterilizzato. Altri 66 bambini - tra i due mesi e i 10 anni - sono risultati sieropositivi, secondo un bilancio fornito dal ministero della Sanita'. Il virus Hiv e' stato trovato anche in sette mamme. Il bilancio rischia di aggravarsi: non sono stati ancora sottoposti ai test per l'Aids piu' di 1.000 bambini degli oltre diecimila bambini che hanno ricevuto trasfusioni.


Gr 9:30

PALESTINA

Continuano i combattimenti nella Striscia di Gaza tra miliziani vicini al partito Fatah e militanti di Hamas. Due persone sono morte ieri sera, e altre 12 sono rimaste ferite, nella cittadina di Rafah, al confine con l'Egitto. Oggi è previsto uno sciopero generale in Cisgiordania contro il mancato pagamento degli stipendi da parte del governo guidato da Hamas, che ha invece chiuso tutti gli uffici governativi in segno di protesta contro l'incednio del Parlamento palestinese a Ramallah.

IRAN

Teheran ha proposto alla Francia di creare un consorzio per la produzione in Iran di uranio arricchito. Lo ha detto oggi alla radio France Info il vicedirettore dell'Agenzia dell'energia atomica iraniana Mohammad Saeedi. La proposta e' stata avanzata al fine di uscire dallo stallo sul dossier nucleare.

AFGHANISTAN

Due soldati americani e un militare afghano sono stati uccisi e tre soldati americani feriti ieri sera in uno scontro armato in Afghanistan. Lo ha annunciato la coalizione guidata dagli Stati Uniti. I soldati facevano parte di una pattuglia che si e' imbattuta nel distretto di Pech, in Afghanistan orientale, con ribelli e ne e' nato uno scontro a fuoco con l'impiego di armi leggere e artiglierie.

TURCHIA

Sono sette le persone ferite, di cui una in gravi condizioni, nell'esplosione di una bomba a mano lanciata da uno sconosciuto questa sera in un bar del centro di Smirne (Turchia egea). Lo ha riferito l'agenzia Anadolu.

FILIPPINE

Almeno 161 morti in seguito al passaggio del tifone Xangsane sulle Filippine. Lo hanno indicato responsabili della protezione civile. Il tifone, decimo della stagione a colpire l'arcipelago, ha investito prima l'isola principale di Luzon e poi l'est, provocando massicce inondazioni. A Manila, dove molte strade si sono trasformate in corsi d'acqua, scuole e mercati finanziari hanno sospeso l'attivita'.

CONGO

E' di 14 morti, 12 miliaziani e 2 militari, il bilancio della battaglia avvenuta nella notte tra l'esercito regolare e i guerriglieri dell'Ituri Patriotic Resistance Front (Frpi) nella regione dell'Ituri, al confine con l'Uganda. Il Frpi è uno dei gruppi che non ha accettato il 'cessate il fuoco' concordato tra le milizie secessioniste e il governo di Kinshasa per le elzioni del 30 luglio scorso.

NIGERIA

Sono 14 i militari nigeriani che hanno perso la vita negli scontri di ieri sera nella zona petrolifera di Port Harcourt, nella regione del delta del Niger. I militari sono caduti nell'imboscata di un gruppo di guerriglieri.


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


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gror061003 (last edited 2008-06-26 09:53:34 by anonymous)