Differences between revisions 7 and 8
Revision 7 as of 2006-10-20 17:39:32
Size: 23787
Editor: anonymous
Comment:
Revision 8 as of 2008-06-26 09:50:52
Size: 23793
Editor: anonymous
Comment: converted to 1.6 markup
Deletions are marked like this. Additions are marked like this.
Line 1: Line 1:
[[Anchor(top)]] <<Anchor(top)>>
Line 3: Line 3:
||<tablestyle="background-color: #00FF00; align: right">[:rorinterattiva: Home page Ror interattiva]||<style="background-color: #CCCCCC; align: right">[#appunti Appunti e note redazionali]||<style="background-color: #FF0000; align: right">[:RorFonti: Fonti]|| ||<tablestyle="background-color: #00FF00; align: right">[[rorinterattiva| Home page Ror interattiva]]||<style="background-color: #CCCCCC; align: right">[[#appunti|Appunti e note redazionali]]||<style="background-color: #FF0000; align: right">[[RorFonti| Fonti]]||
Line 176: Line 176:
[[Anchor(appunti)]] <<Anchor(appunti)>>
Line 186: Line 186:
||<tablestyle="background-color: #CCCCCC; align: right">[#top Torna a inizio pagina]|| ||<tablestyle="background-color: #CCCCCC; align: right">[[#top|Torna a inizio pagina]]||

Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Afghanistan: uccisi 8 impiegati Usa

  • Otto impiegati afghani dell'esercito Usa sono stati uccisi nei pressi di una base americana nell'est dell'Afghanistan. La polizia afghana attribuisce l'attacco ai taleban. Il gruppo aveva lasciato la base di Asadabad, capitale della provincia di Kunar, ieri sera dopo il turno di lavoro a bordo di un pulmino. Il loro automezzo e' stato fermato da uomini armati, che hanno trivellato a colpi di arma da fuoco 8 degli occupanti, mentre due sarebbero riusciti a fuggire.

Iraq. Bush: "Valuteremo un cambio di strategia"

  • Il presidente degli Stati Uniti si consulterà con i vertici dello stato maggiore in Iraq per valutare un cambiamento di strategia nel Paese. Bush ha ammesso che la situazione in Iraq è difficile e ha annunciato che si consulterà con i capi dello Stato Maggiore in Iraq per valutare un cambiamento di strategia nel Paese. Bush non ha voluto specificare se ritenga necessario il previsto cambiamento di strategia.

La notizia giunge nel giorno in cui le milizie del leader shiita iracheno Muqtada Al Sadr hanno conquistato la città meridionale di Amara, l'ultimo episodio di una inarrestabile escalation di violenza esplosa negli ultimi due mesi in Iraq.

Il presidente ha moderato la notizia sottolineando che ci sono sempre aggiustamenti di rotta nel corso delle operazioni. "Modifichiamo le tattiche in continuazione - ha detto Bush - in modo da raggiungere gli obiettivi prefissati". Il presidente ha tuttavia aggiunto "In questo momento la situazione è difficile".

Bush ha spiegato che una delle ragioni per cui ci sono più caduti tra i soldati americani in questo periodo è che "il nemico è molto attivo, e così anche le nostre truppe".

La Casa Bianca ha comunque annunciato che tali modifiche non porteranno ad un cambiamento della strategia generale del presidente in Iraq, nonostante la crescente preoccupazione dei repubblicani che l'andamento della guerra possa influenzare negativamente le vicine elezioni di metà mandato.

"Non è di quelli che cambiano idea di fronte ai sondaggi negativi", ha detto il portavoce della Casa Bianca Tony Snow riferendosi a Bush. "Il presidente non cambierà il suo approccio solo in base a considerazioni politiche".

GUERRA RADDOPPIA NUMERO SFOLLATI INTERNI

Dall’inizio del conflitto nel marzo 2003, oltre 750.000 iracheni sono stati costretti a lasciare le loro case, di questi oltre metà - 365.000 - sono fuggiti dal febbraio scorso; sono le ultime cifre sugli sfollati iracheni rilasciate dall’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) che esprime “grande preoccupazione per il rapido deteriorarsi della situazione di sicurezza”. Ai nuovi sfollati vanno aggiunti gli 800.000 civili fuggiti dalle proprie abitazioni durante il governo di Saddam Hussein; il totale dei profughi interni ammonterebbe così a oltre 1,5 milioni. L’Unhcr ricorda che altri 1,6 milioni di iracheni sono invece fuggiti all’estero, soprattutto nelle confinanti Siria - dove vivono 400.000 iracheni – e Giordania. Altre decine di migliaia di persone si stanno trasferendo in Turchia, Libano, Egitto, negli stati del Golfo e in Europa. Su circa 40 nazionalità di provenienza di richiedenti asilo nei paesi europei nella prima metà del 2006, gli iracheni sono al primo posto con più di 8.100 domande presentate. Le statistiche fornite da 36 paesi industrializzati per i primi sei mesi del 2006 indicano un aumento del 50 per cento nelle domande d'asilo di iracheni rispetto allo stesso periodo del 2005. Anche i dati interni confermano un aggravamento della situazione: l’ultimo bilancio del ministero delle Migrazioni iracheno dal febbraio scorso - quando l’attentato alla moschea sciita di Samarra ha innescato una nuova fase di violenze settarie - oltre 182.000 persone si sono registrate negli elenchi degli sfollati per chiedere assistenza, anche se solo una parte si rivolge al ministero.

Medio Oriente. Haniyeh sfugge ad un agguato a Gaza

Il primo ministro dell'autorità palestinese, Ismail Haniyeh, è stato fatto bersaglio di colpi di arma da fuoco. Ne dà notizia la radio di Hamas che aggiunge che Haniyeh non è stato ferito.

Ismail Haniyeh aveva appena lasciato un comizio. Secondo una prima ricostruzione delle autorità palestinesi, a sparare sarebbero stati parenti di militanti di Fatah uccisi nei recenti scontri con le forze di Hamas.

Fonti dell'ufficio di Haniyeh hanno smentito che l'azione sia stata un vero e proprio attentato alla vita del premier. Uno dei veicoli del corteo si è incendiato. Gli agenti della sicurezza di Hamas hanno risposto al fuoco.

La tensione si è fatta di nuovo alta negli ultimi tempi nei territori. Proprio oggi Hamas e Fatah hanno annunciato un accordo per mettere fine agli scontri, ma sembra ancora lontana un'intesa politica tra le due fazioni.

Il premier è stato attaccato nel campo profughi di Nusseirat, dove aveva appena tenuto un discorso per ribadire il suo sostegno a un governo di unità nazionale Hamas-Fatah proposto dal presidente Abu Mazen. Hanyeh ha escluso altre vie d'uscite alla crisi politica palestinese.

Sri Lanka: morti 20 ribelli Tamil

Almeno 20 ribelli Tamil sono rimasti uccisi in una battaglia navale con la marina militare dello Sri Lanka nel nord del Paese. 'C'erano 12 imbarcazioni delle Ltte - afferma un portavoce della marina - incluse 3 barche per attacchi suicidi. Siamo riusciti a distruggere 3 imbarcazioni. I combattimenti proseguono e stiamo dando la caccia ai ribelli'. Gli ultimi scontri avvengono a pochi giorni da colloqui di pace in programma per il 28 e 29 ottobre.

ESPLOSIONE IN UN MERCATO A PESHAWAR

Sei persone sono state uccise e almeno altre venti sono rimaste ferite - ma il bilancio sembra destinato a salire -per l’esplosione di una bomba a Peshawar, principale città del nordovest del paese: lo ha riferito il capo della polizia provinciale, precisando scoppio è avvenuto in un mercato vicino al ‘Jinnah Park’, un parco dove una folla di persone iniziava a radunarsi per il pasto dell’Iftar, la “rottura del digiuno” imposto dal mese sacro musulmano del Ramadan. Sembra che l’ordigno fosse stato nascosto in un carretto di uno dei numerosi ambulanti che si trovavano sul posto per vendere cibo, vestiti e gioielli per l’Eid-al-Fitr, la festa che conclude il Ramadan. Secondo il ministro degli Interni, Aftab Ahmed Khan Sherpao, non ci sarebbero ancora elementi sufficienti per identificare i responsabili dell’attacco, non ancora rivendicato. “Sembra che la bomba fosse stata prodotta artigianalmente. Si tratta di un tentativo di creare il caos e il terrore” ha detto il ministro. Peshawar è situata vicino al confine con l’Afghanistan, a lungo teatro di violenze e scontri tra le truppe pakistane e i miliziani del Waziristan, vicini ai Talebani e ad al-Qaeda.

ITALIA

PALERMO 18.32 - 20 Ottobre Questa mattina il tribunale di Palermo ha assolto i membri del “comitato 12 luglio” per un occupazione della cattedrale durata ben 30 giorni, del tutto simile a quella che sta vivendo in questi giorni, avvenuta nel 2002. Dopo la prima protesta a 100 famiglie vennero assegnate da una commissione comunale alcuni appartamenti confiscati ai boss mafiosi. A distanza di 4 anni i senzatetto chiedono che venga stilata una nuova lista di soggetti svantaggiati e che sia riattivato l'iter di assegnazione degli alloggi. "Del comitato fanno parte una settantina di famiglie che aspettano ancora una risposta. Questo fatto ha ovviamente ripercussioni positive sulla lotta che il comitato sta portando avanti nel capoluogo siciliano, come ci spiega Toni Pellicano, portavoce del comitato 12 luglio.

MIGRANTI E ANTIRAZZISTI ROMANI IN PIAZZA PER IL DECRETO FLUSSI E PER REGOLARIZZARE CHI LAVORA IN NERO

Questa mattina alcune decine di attivisti della rete antirazzista romana hanno manifestato a piazza Colonna, davanti Palazzo Chigi sede del Governo, per chiedere alcune modifiche al decreto flussi bis che il Governo si appresta a varare, oltre ad una radicale modifica della normativa sull’immigrazione nel nostro Paese. Proprio all’indomani della riunione del Consiglio dei Ministri che ha rimandato ad un disegno di legge la decisione sul rilascio di un permesso di soggiorno a chi lavora al nero, escludendo il carattere di urgenza del provvedimento, i manifestanti hanno portato alcune sagome di cartone raffiguranti quelli che sono stati definiti i “fantasmi”, gli invisibili, ossia quegli immigrati che già lavorano in Italia al nero e quelli che dovranno far finta di arrivare dall’estero, perchè in attesa di un permesso di soggiorno con il decreto flussi, nascondendosi per paura di essere rinchiusi in un CPT e rimpatriati. Le loro storie, appese sulle sagome di cartone, testimoniano la reale urgenza di chi rischia ogni giorno l’espulsione o addirittura la vita nei campi di pomodori o sulle carrette del mare, perchè costretto ad entrare in Italia e lavorare in maniera irregolare: al Ministro Amato gli antirazzisti dicono che nel nostro paese questa è putroppo la regola.

In particolare i manifestanti hanno chiesto: l’eliminazione del perverso (e falso) meccanismo di incontro a distanza tra domanda e offerta di lavoro; l’introduzione di un meccanismo di regolarizzazione ordinaria per tutte le persone straniere che lavorano in Italia al nero; la modifica sostanziale della legislazione sull’immigrazione, ispirata a principi democratici e alla garanzia dei diritti di cittadinanza per tutti un cambiamento delle politiche migratorie e sull’immigrazione che privilegi gli interventi di inclusione sociale e le politiche di cittadinanza rispetto alle politiche di contrasto dell’immigrazione.

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

L'OPEC TAGLIA LA PRODUZIONE DI 1,2 MILIONI DI BARILI DI PETROLIO

I rappresentanti dei paesi esportatori di petrolio raccolti nell'Opec hanno deciso questa notte al termine di una riunione a Doha di diminuire la loro produzione complessiva di 1,2 milioni di barili al giorno.

  • Con il taglio deciso ora la produzione Opec dovrebbe scendere a 26,3 milioni di barili entro il primo novembre. In un comunciato diffuso al termine della riunione di Doha, definita consultiva, si afferma che "la conferenza ha deciso di ridurre la produzione di 1,2 milioni di barili a partire dalla sua produzione attuale di 27,5 milioni di barili". Questa cifra corrisponde all'incirca alla produzione media di settembre. Si tratta, viene specificato, di una misura provvisoria che sarà nuovamente studiata alla prossima riunione dell'Opec, già fissata per il 14 dicembre a Abuja, in Nigeria. Non si menzione nel comunicato la cosiddetta quota ufficiale dell'Opec, che resta fissata pertanto a 28 milioni di barili al giorno. I ministri del petrolio del cartello affermano nel comunicato di avere "notato con preoccupazione che l'offerta di greggio è molto superiore alla domanda reale, come dimostra il livello superiore alla media si stock di greggio nei paesi dell'Ocse". La diminuzione della produzione riguarderà in misura non ancora ben definita tutti i membri dell'Opec ad eccezione dell'Iraq.

CISGIORDANIA: MOLTI AVAMPOSTI ISRAELIANI COSTRUITI SU TERRE PALESTINESI

Almeno 75 dei 102 avamposti israeliani costruiti in Cisgiordania sarebbero stati collocati su terre di proprietà privata di cittadini palestinesi: lo sostiene un rapporto presentato dall’organizzazione pacifista israeliana ‘Peace Now’, secondo cui “i dati dimostrano che contrariamente alla falsa impressione che vogliono dare coloro che li hanno realizzati, molti avamposti sono stati costruiti interamente o parzialmente su terre palestinesi, riconosciute come tali dallo Stato”, ha dichiarato il capo del gruppo di monitoraggio dell’organizzazione, Dror Etkes. Gli ‘avamposti’ di solito costituiscono la prima fase dell’insediamento di nuove colonie e spesso sono, all’inizio, roulotte, camper e tende poi sostituite da edifici. “La rimozione degli avamposti e la punizione dei responsabili della loro costruzione dimostrerà quanto Israele possa essere annoverato tra gli stati in cui prevale il diritto” ha aggiunto Etkes. Il rapporto di ‘Peace Now’ si rifà in molte sue parti – e lo cita direttamente - a un precedente documento, il ‘Sasson Report’, presentato nel marzo 2005 al governo di Tel Aviv da un’apposita commissione costituita dall’allora primo ministro israeliano Ariel Sharon e presieduta dall’ex-procuratore dello Stato Talia Sasson. Nel ‘Sasson Report’ si sottolineava che “la costruzione di avamposti su terre private palestinesi è assolutamente proibita” e che queste edificazioni “in certe circostanze possono costituire un atto criminale”. Secondo il rapporto di ‘Peace Now’, almeno 15 dei 75 avamposti israeliani illegali in Cisgiordania sono costruiti al 70% su terre palestinesi; altri 15 tra il 40 e il 70%; i restanti 45 su non oltre il 40%.

COMBATTIMENTI E AGGUATI, ANCORA VITTIME TRA I CIVILI

Otto civili, dipendenti di una base militare statunitense, sono stati assassinati oggi da uomini armati che hanno fermato il pulmino su cui viaggiavano ed hanno aperto il fuoco contro i passeggeri. L’agguato è avvenuto nell’area di Koragal, nella provincia orientale di Kunar. Il mezzo trasportava complessivamente 10 dipendenti che tornavano a casa per un periodo di ferie; due lavoratori sono riusciti a fuggire. Le vittime sono state derubate prima dagli aggressori; secondo la polizia locale sarebbero talebani o miliziani loro alleati. A luglio altri cinque dipendenti afgani della base militare di Kunar erano stati assassinati in analoghe circostanze. A proposito di altre vittime civili, il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer ha definito ieri “estremamente deplorevole” la morte di 22 persone, donne a bambini inclusi, mercoledì scorso durante due operazioni militari delle forze Isaf a guida Nato in due province; non è chiaro tuttavia se nell’episodio siano coinvolti anche milizie talebane. Secondo il governatore di Kandahar, 9 civili sono rimasti uccisi e 11 feriti durante i bombardamenti dell’aviazione della coalizione nel distretto di Zhari, mentre nel villaggio di Tajikai, nella vicina provincia di Helmand, gli abitanti hanno riferito che un razzo avrebbe colpito un’abitazione civile uccidendo 13 persone. Intanto il fotogionalista italiano Gabriele Torsello, rapito la settimana scorsa da una banda armata, ha fatto sapere di “stare bene” ma di essere “preoccupato”; l’uomo ha potuto parlare telefonicamente con l’ospedale dell’organizzazione umanitaria “Emergency’ a Lashkar Gah, dicendo che i suoi rapitori confermano la scadenza dell’ultimatum per domenica prossima. Per il suo rilascio, l’ultima richiesta dei rapitori di Torsello e il ritiro delle truppe italiane dall’Afghanistan.

NEW YORK TIMES: USA AMMETTONO FALLIMENTO PIANO SICUREZZA

Il comando americano in Iraq ha ammesso il fallimento della campagna militare iniziata 12 settimane fa per garantire sicurezza a Baghdad: lo scrive oggi con ampio risalto il ‘New York Times’, citando un comunicato letto da un portavoce nella capitale, definito uno dei più “cupi” documenti mai diffusi dalle forze Usa durante la guerra. L’operazione sicurezza è stata caratterizzata da crescenti attacchi contro i militari americani (+ 22% nelle prime tre settimane di Ramadan); con l’annuncio delle ultime tre vittime, i soldati Usa uccisi a ottobre sono stati 73, uno dei bilanci più elevati degli ultimi due anni. Il ‘Nyt’ scrive che le truppe inviate dalla Casa Bianca sono state costrette spesso a rientrare in quartieri che in precedenza erano stati consegnati alle forze irachene. “La violenza è scoraggiante” ha detto il portavoce militare Usa, citato dal più prestigioso quotidiano statunitense. Tanto che il comando statunitense starebbe lavorando con il governo iracheno per rivedere l’intera operazione”. Le descrizioni del generale, sottolinea il giornale in un articolo pubblicato stamani, “inusuali per la loro limpidità e per il modo diretto di descrivere ‘brutte notizie’, sembrano descrivere un nuovo ostacolo agli sforzi militari americani”.

Iraq: ucciso marine americano

Tre soldati americani sono rimasti uccisi in Iraq nelle ultime 48 ore, secondo quanto ha reso noto oggi un comunicato militare statunitense. Un soldato della Prima Brigata della Prima Divisione corazzata e' morto mercoledi' per le ferite riportate a causa della azione del nemico nella provincia occidentale di Anbar. Un altro soldato, della XVI Brigata militare, e' morto lo stesso giorno a Balad, a nord di Baghdad, per l'esplosione di un ordigno al passaggio del suo veicolo.

Corea del Nord. Kim Jong Il: non sono in programma nuovi test nucleari

La Corea del Nord "non ha in programma" ulteriori test nucleari. Lo ha assicurato il leader nordcoreano Kim Jong Il alla delegazione cinese che ha visitato in questi giorni Pyongyang.

Se confermata, la notizia pubblicata dall'agenzia di stampa ufficiale sudcoreana Yonhap aiuterebbe a ridurre la tensione delle ultime settimane in Asia.

Nei giorni scorso, alcuni giornali avevano parlato di un imminente secondo test da parte di Pyongyang. L’indiscrezione aveva contribuito ad accendere i toni della polemica internazionale.

ITALIA

Rifiuti:Campania,incendi cassonetti

Sono stati un'ottantina, nella notte, gli interventi dei pompieri per spegnere incendi di cassonetti di rifiuti nel Napoletano. Nonostante la raccolta sia ripresa, infatti, in alcuni comuni dell'immediata periferia, nel Vesuviano ed anche in alcuni quartieri di Napoli - Ponticelli, Pianura e Scampia - restano in strada cumuli di rifiuti che vengono incendiati nella notte.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

Iraq: ucciso marine americano

Un marine americano e' stato ucciso in combattimento ieri nella provincia irachena di al Anbar. Lo ha annunciato il comando americano. Il soldato Usa e' morto a causa di una 'azione nemica' nel corso di un'operazione in questa provincia dove e' attiva la ribellione. Il mese di ottobre in Iraq si annuncia come il piu' sanguinoso per le forze americane dall'invasione del marzo 2003.

Uzbekistan: disastro aereo,15 morti

Un aereo della compagnia nazionale Uzbekistan Airways si e' schiantato in un atterraggio d'emergenza vicino Tashkent: 15 i morti. L'Antonov An-2 sarebbe incontrollabile a causa del maltempo, afferma il ministero della Situazioni d'emergenza uzbeko, e il pilota avrebbe tentato una manovra d'atterraggio d'emergenza vicino all'aeroporto'. Le vittime sono i due membri dell'equipaggio e i 13 militari che il monomotore a elica trasportava per un volo d'addestramento.

Tortura: un terzo e' a favore

In un sondaggio della Bbc, un terzo degli intervistati si dichiara favorevole alla reintroduzione della tortura 'in certe circostanze'. Sono il 59% i contrari, 29% i favorevoli alla tortura per combattere il terrorismo. Negli Usa la percentuale di chi si oppone fermamente alla violenza legalizzata contro i prigionieri scende al 58%, con un 36% 'favorevole'. L'Italia e' al 1/o posto con un categorico 'no' pronunciato dall'81% degli intervistati contro un 14% di 'possibilisti'.

ITALIA

RAGGIUNTO L'ACCORDO SUL TFR

Governo, sindacati e Confindustria hanno raggiunto un accordo sull'anticipo al 2007 del decollo della previdenza integrativa. Lo si è appreso da alcuni partecipanti all'incontro a palazzo Chigi. Lunedì si firmerà l'intesa.

Sindacati, governo e Confindustria hanno deciso di stabilire la soglia di esenzione a 50 dipendenti per il versamento del 50% del Tfr inoptato all'Inps. Sopra tale soglia il versamento riguarderà il 100% delle somme accantonate per il Tfr. Lo ha annunciato il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani.

SINDACATI, ACCORDO SODDISFACENTE I sindacati considerano "soddisfacente" l'accordo raggiunto a palazzo Chigi sul Tfr. L'intesa prevede che, in caso di scelta del lavoratore di lasciare il Tfr in azienda, la liquidazione "maturanda" sarà trasferita in un fondo presso l'Inps solo nel caso in cui l'azienda abbia più di 50 dipendenti. I sindacati apprezzano l'anticipo al primo gennaio 2007 per il decollo della previdenza integrativa. Il periodo in cui si potrà scegliere sarà di sei mesi, fino al 30 giugno 2007. Dopo quella data, in caso di silenzio assenso del lavoratore, il Tfr maturando andrà al fondo pensione contrattuale. "E' un accordo positivo - dice il numero uno della Cgil Guglielmo Epifani - per noi è importante che ci sia l'anticipo del decollo della previdenza integrativa al 2007.

"Il Governo aveva scavalcato le parti sociali sul Tfr - ha detto il leader della Cisl Raffaele Bonanni - stasera abbiamo raggiunto un accordo soddisfacente che mette un punto su tanta incertezza. E' importante che la tassazione del rendimento dei fondi pensione sia zero come accade negli altri Paesi". "Abbiamo chiesto a Padoa-Schioppa - ha precisato Epifani - di valutare un trattamento fiscale in discesa rispetto a quello attuale che è all'11%". "E' un accordo importante - dice il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti - cambia l'impostazione del Governo sui questo tema. Dal primo gennaio i lavoratori potranno concretamente scegliere se lasciare il Tfr in azienda o se mandarlo ad alimentare la previdenza integrativa".

SILENZIO ASSENSO; ENTRO GIUGNO LAVORATORE DECIDA SU TFR Entro giugno 2007 i lavoratori dovranno decidere la destinazione del proprio Tfr. In assenza di una decisione, in base al meccanismo del silenzio assenso, infatti, il Tfr sarà destinato direttamente al fondo integrativo di categoria del lavoratore. Lo prevede l'accordo per l'anticipo al 1 gennaio 2007 delle norme sul decollo della previdenza integrativa. Tra gennaio e giugno il lavoratore potrà decidere a quale fondo destinare il proprio Tfr maturando (negoziale o aperto o Pip) o di lasciarlo in azienda. Se non dichiarerà nulla il proprio Tfr andrà direttamente al fondo negoziale.

Inno Mameli con sciacquone water

Disposto il sequestro di un'installazione in cui viene diffuso l'inno di Mameli con gli effetti acustici dello sciacquone di un water. L'opera e' esposta la Museion. Le due autrici sono indagate con l'ipotesi di vilipendio. L'inchiesta della Procura di Bolzano era stata aperta dopo un'esposto di Alleanza Nazionale che accusava l'opera di scempio. La direzione del museo si e' limitata a' prendere atto' della decisione, sottolineando che 'nelle democrazie l'arte e' libera'.


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina

gror06100620 (last edited 2008-06-26 09:50:52 by anonymous)