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'''Fascisti a Roma'''

Sabato scorso manifestazione a Roma di almeno 500 fascisti di Forza Nuova presente
Roberto Fiore, con canti e slogan e grida di " duce, duce..." ecc. A poche
piazze di distanza anche la Fiamma Tricolore con band e circa 300 attivisti.
In testa al primo corteo anche alcune ragazze della sede fascista incendiata
a Roma poco tempo fa. Poche, ma c'erano. I manifestanti hanno strizzato
l'occhio agli elettori di centro destra e anche a quelli leghisti, con la
solita retorica patriarcal-familista. L'attentatore della bomba a Il
Manifesto, tale Sàbato, si è espresso per il cattolicesimo come identità
degli italiani ed ha ringraziato la redazione del Manifesto per aver firmato
per la sua scarcerazione perchè potesse curarsi .

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Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

SCRITTE OMOFOBE ALL'ARISTOFANE

La comparsa di scritte omofobe - "via le lesbiche dalla scuola" -, razziste e fasciste sulle pareti del Liceo Aristofane, sito nel IV municipio di Roma, desta viva preoccupazione soprattutto alla luce del ripetersi di simili fenomeni su tutto il territorio cittadino con cadenza crescente.

Sconcerto, invece destano le parole della vice-preside dell'istituto Wanda Macrì che, nel commentare l'episodio, minimizza parlando di semplici "bravate". Parlare di bravate di fronte a manifestazioni di razzismo e incultura talmente evidenti da essere state denunciate con forza dagli stessi studenti, appare in netto contrasto con il ruolo educativo e di formazione civile e democratica che dovrebbe avere la scuola.

Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli chiede al Comune di provvedere al più presto a ripristinare il decoro dell'edificio cancellando le infami scritte e chiede di poter incontrare quanto prima la vice-preside per valutare insieme interventi rivolti a contrastare discriminazioni, omofobia e razzismo. Siamo pronti a organizzare un sit in di protesta di fronte alla scuola contro queste assurde prese di posizione che vedono colpite sempre le minoranze più deboli e discriminate.

Siparietto


Gr 13:00

PALESTINA

La riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi della Lega araba, convocata d'urgenza per discutere del dramma palestinese alla luce dei massacri israeliani nella striscia di Gaza, ha lanciato un appello per una conferenza internazionale di pace con la partecipazione anche dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza per porre fine al conflitto arabo-israeliano sulla base delle risoluzioni internazionali approvate e tenendo presente il principio della terra in cambio della pace. Alla riunione ha preso parte anche il ministro degli Esteri palestinese Mahmoud al Zahar e avrebbe aderito alla richiesta.

I ministri dei paesei della lega araba hanno annunciato che cesseranno il blocco economico finanziario imposto dal febbraio di quest'anno. Il governo del Kuwait ha immediatamente annunciato l'intenzione di inviare 30 milioni di dollari alle autorita' palestinesi.

IRAQ

Un cameraman e un ufficiale di polizia sono morti in scontri a fuoco separati, avvenuti stamane rispettivamente a Mosul e Baghdad, secondo quanto riferito dalle autorità irachene. Il cameraman, che lavorava presso il canale satellitare al-Sharqiya, è stato freddato all'uscita da casa da uomini armati non identificati. Sempre stamane, il brigadiere Salih Kamel è stato ucciso da ignoti assieme al suo autista nel quartiere di Waziyria, a Baghdad. Sempre stamane un attentato suicida avrebbe causato la morte di undici persone e il ferimento di altre trenta su un autobus alla periferia nord di Baghdad. Appena ieri, trentacinque reclute della polizia sono rimaste uccise in un dei più sanguinosi attacchi suicidi degli ultimi mesi.

ISRAELE

Il premier israeliano Ehud Olmert è da ieri sera negli Stati Uniti, per una visita di stato che durerà cinque giorni. La principale questione che Olmert discuterà con le autorità statunitensi è quella del programma nucleare iraniano, che secondo Tel Aviv mirerebbe alla creazione di una bomba atomica. Olmert ha comunque smentito l'esistenza di un piano militare israeliano -che alcune agenzie avevano diffuso- per distruggere le installazioni nucleari iraniane. Olmert dicuterà anche della questione israelo-palestinese e della nuova crisi innescata dalle stragi dell'esercito nella striscia di Gaza ed anche dei possibili cambiamenti di politica statunitense dopo la sconfitta elettorale dei repubblicani.

LIBANO

Il primo ministro Fuad Siniora ha respinto le dimissioni di sei ministri del suo esecutivo, dopo che oggi anche il capo del dicastero dell’ambiente, Yacoub Sarraf, ritenuto vicino al presidente Emile Lahoud, si è unito ai cinque ministri sciiti legati a Hezbollah e all’alleato movimento Amal, che sabato avevano rimesso il loro mandato. Non è ancora chiaro se i ministri procederanno comunque con la loro intenzione. Secondo osservatori, le dimissioni dei sei ministri sarebbero in relazione alla riunione di gabinetto prevista oggi per decidere la creazione di un tribunale speciale per giudicare i responsabili dell’assassino del primo ministro Rafik al Hariri, ucciso in un attentato il 14 febbraio 2005. Siniora ha fatto sapere di voler procedere comunque con la riunione di gabinetto, malgrado l’assenza dei sei ministri e nonostante il presidente Lahoud abbia messo in discussione la costituzionalità della seduta.

Si aprirà domani a Beirut il trentesimo Congresso dei responsabili della polizia e della sicurezza arabi. Lo ha riferito la segreteria generale del Consiglio dei ministri degli interni arabi, con sede a Tunisi. In un comunicato diffuso a Beirut, la segreteria ha precisato che - oltre ai capi delle polizie e dei servizi di sicurezza arabi - parteciperanno al Congresso anche il segretario generale dell'Interpol, rappresentanti dell'Ufficio dell'Onu contro la droga e il crimine (Unodc) e due delegati della Lega Araba. Nel Congresso, precisa il comunicato, verranno discussi «i modi per rafforzare il processo di sicurezza e stabilità nella regione araba e per sostenere il comune lavoro arabo in materia di sicurezza». A Beirut, i capi delle polizie e dei servizi di sicurezza arabi esamineranno inoltre «le esperienze dei paesi membri in materia di diffusione e sostegno ai diritti umani e il ruolo degli organi di sicurezza per la tutela dell'ambiente»

INQUINAMENTO

I Paesi sviluppati sono in larga misura responsabili per l'inquinamento in Cina, che ne è vittima, essendo diventata negli ultimi vent'anni una sorta di «officina» mondiale. È quanto sostiene uno studio ufficiale cinese citato dal quotidiano 'China Daily'. «Noi importiamo le materie prime, produciamo, inviamo i prodotti all'estero e ci teniamo per noi i rifiuti e l'inquinamento», ha dichiarato al quotidiano cinese Shen Guofang, esperto al Consiglio cinese per la cooperazione internazionale sull'ambiente e lo sviluppo (Cciced), un organismo creato dal governo di Pechino. Secondo il Cciced, scrive il 'China Daily', i media occidentali hanno la tendenza a mettere l'accento sulla grave situazione ambientale nel gigante asiatico, dimenticando però la parte di responsabilità degli altri Paesi. Per esempio, la Cina è accusata di devastare le foreste del sud-est asiatico per importare legname, mentre il 70% di quel legname serve a fabbricare mobili esportati negli Stati Uniti e in Europa.

TURCHIA

Il premier turco Recep Erdogan ha incontrato questa mattina a Istanbul il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan ed il premier spagnolo, Jose Luis Zapatero, giunti ieri nella stessa Istanbul per la presentazione della bozza di un «Libro bianco» preparato dal «Gruppo di alto livello dell'Iniziativa per l'Alleanza delle civiltà» che propone, tra l'altro, la convocazione di una «Conferenza Internazionale» sul Medio Oriente. L'iniziativa, sostenuta in particolare da Erdogan e da Annan, fu lanciata in sede Onu dal premier spagnolo nel settembre 2004 e si propone in generale di «avvicinare le istituzioni e le società per superare i pregiudizi ed i malintesi tra popoli di cultura e religione differenti» e, in particolare, di contribuire a risolvere il conflitto israelo-palestinese, il problema iracheno e gli altri focolai di crisi in Medio Oriente e nel Caucaso. Nel corso di una conferenza stampa congiunta Zapatero-Erdogan stamani il premier spagnolo, pur precisando che l'Iniziativa stessa «non è collegata al processo europeo della Turchia» ha ribadito l'appoggio di Madrid all'adesione della Turchia all'Ue e, ricordando il «documento strategico» firmato alcuni mesi fa dai premier dei due paesi a Madrid, ha auspicato un'espansione delle relazioni economiche e politiche tra i due paesi.

VENEZUELA

I presidenti del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva, e del Venezuela, Hugo Chavez, inaugurano oggi un ponte sul fiume Orinoco, in Venezuela. Per Lula si tratta della prima trasferta estera dopo la riconferma alla guida del Paese, per Chavez, un'importante appoggio pubblico in vista delle elezioni del prossimo 3 dicembre. Chavez ha accolto personalmente Lula ieri sera, al suo arrivo all'aeroporto di Puerto Ordaz. I due presidenti non inaugureranno solo il nuovo ponte, costruito dall'azienda brasiliana Odebrecht. Visiteranno infatti insieme uno dei pozzi di petrolio a cui stanno lavorando insieme le imprese statali Petrobras e Pdvsa. Parleranno, inoltre, del progetto del nuovo gasdotto del sud, un'immensa opera di oltre 8mila chilometri che dovrebbe collegare Venezuela, Brasile e Argentina.

GEORGIA

La Commissione elettorale che ha curato il referendum sull'indipendenza, tenutosi ieri nella regione secessionista georgiana dell'Ossezia del Sud, ha reso noti i primi dati: l'affluenza alle urne avrebbe superato il 90 percento, così come il "sì" all'indipendenza, nonostante non siano ancora disponibili cifre ufficiali. Il referendum non è riconosciuto a livello internazionale, ma le autorità di Mosca hanno più volte affermato che la comunità internazionale dovrebbe tenerne conto. L'Ossezia del Sud è di fatto auto-amministrata dal 1991. Il governo georgiano ha più volte accusato la Russia di sostenere le mire indipendentiste di Ossezia del Sud e Abkhazia, entrambe in territorio georgiano.

NUCLEARE

Accompagnato da proteste di migliaia di antinuclearisti, il convoglio di scorie radioattive proveniente dalla Francia ha raggiunto stamane il sito di stoccaggio di Gorleben, sua destinazione finale nel nord della Germania. I 12 container con 175 tonnellate di scorie di centrali nucleari tedesche è arrivato a Gorleben poco prima delle sei dopo 58 ore di viaggio. Il convoglio era infatti partito venerdì sera dall'impianto di La Hague in Normandia (nordovest della Francia). Ecologisti e antinuclearisti hanno cercato in tutti i modi di ostacolare la marcia del convoglio in particolare nell'ultimo tratto di 20 km da Dannenberg a Gorleben, che i container hanno percorso su strada caricati su enormi automezzi speciali. Il resto della tratta era stata percorsa su ferrovia. In vari punti i dimostranti hanno organizzato blocchi e sit-in che sono stati tuttavia regolarmente smantellati con la forza dalla polizia, presente in forze con migliaia di agenti in assetto antisommossa. Quello di oggi è stato il decimo trasporto di scorie radioattive trattate in Francia o Gran Bretagna e riportate al sito di stoccaggio di Gorleben.

ITALIA

SERVIZI SEGRETI e IMMIGRAZIONE

Il vicepresidente della Commissione Europea, Franco Frattini, parlando a margine di un incontro alla scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, spezza una lancia in favore del Sismi, lamentando che "la situazione di incertezza sul futuro dei Servizi Segreti ne indebolisce la capacità funzionale». «Credo - ha aggiunto- che occorra subito portare in Parlamento una riforma dell'Intelligence e, una volta trovato un accordo di massima, passare alla riorganizzazione dei Servizi». Con la missione in Libano e gli altri delicati impegni, ha sottolineato Frattini, «abbiamo bisogno che il Sismi lavori bene come sta facendo: accompagnarlo con l'incertezza è controproducente. Bisogna quindi fare subito la riforma, piuttosto che annunciare ogni settimana un cambio dei vertici».

Inoltre Frattini sul tema dell'immigrazione ha affermato che «La Libia deve sentirsi coinvolta nel processo di collaborazione con l'Europa in materia di contrasto all'immigrazione clandestina. Questo è il messaggio che porterò alla Conferenza Euroafricana che si svolgerà a Tripoli il prossimo 22 novembre»

SCIOPERO AVVOCATI

Primo giorno di astensione degli avvocati penalisti contro il decreto Bersani che ha determinato tra l'altro la liberalizzazione della professione forense nel senso della competitività e trasparenza. Lo sciopero proseguirà per tutta la settimana e probabilmente verrà dichiarata un'ulteriore settimana di astensione dall'11 al 16 dicembre prossimi. La maggior parte dei processi pertanto sono stati rinviati, fatta eccezione per quelli con detenuti. Intanto gli avvocati che aderiscono alla Camera Penale di Roma sono riuniti in assemblea coordinata dal presidente dell'associazione l'avvocato Giandomenico Caiazza. Alla base dell'astensione il «no alla riforma mercantile della professione forense e alla controriforma del giusto processo», si legge in una nota.

Siparietto


Gr 9:30

PALESTINA

La riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi della Lega araba, convocata d'urgenza per discutere del dramma palestinese alla luce dei massacri israeliani nella striscia di Gaza, ha lanciato un appello per una conferenza internazionale di pace con la partecipazione anche dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza per porre fine al conflitto arabo-israeliano sulla base delle risoluzioni internazionali approvate e tenendo presente il principio della terra in cambio della pace. Alla riunione ha preso parte anche il ministro degli Esteri palestinese Mahmoud al Zahar e avrebbe aderito alla richiesta.

I ministri dei paesei della lega araba hanno annunciato che, in risposta al veto americano assunta in Consiglio di sicurezza per impedire la condanna della strage israeliana commessa a Beit Hanoun, cesseranno il blocco economico finanziario imposto dal febbraio di quest'anno. Il governo del Kuwait ha immediatamente annunciato l'intenzione di inviare 30 milioni di dollari alle autorita' palestinesi.

Al Fatah ha ufficialmente nominato il presidente palestinese Abu Mazen successore di Yasser Arafat alla guida del movimento. Il Consiglio, riunito a Ramallah, in Cisgiordania, si e' pronunciato all'unanimita' e Abu Mazen ha ottenuto 132 voti a favore. Il presidente palestinese e' anche a capo dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), di cui il Fatah e' il gruppo principale.

ISRAELE

Il primo ministro israeliano Ehud Olmert si è recato oggi a Washington per incontrare Bush. La discussione verterà sul dossier nucleare iraniano e sui nuovi rapporti Usa-Israele in luce dei cambi avvenuti dopo le elezioni di medio termine.

SIRIA

La Siria e' pronta ad aprire un dialogo con gli Stati Uniti per portare la stabilita' in Iraq e Medio Oriente. Lo ha detto il ministro degli Esteri siriano, Walid Mwallem, spiegando dal Cairo che il suo Paese 'sostiene il processo politico in Iraq e si oppone a che sia versato sangue iracheno'. Secondo il giornale 'The Observer', il primo ministro inglese Tony Blair ha chiesto al presidente Usa, George W. Bush, di coinvolgere la Siria e l'Iran nel processo di pace.

IRAQ

Quattro soldati britannici sono stati uccisi a Bassora, in Iraq, quando e' stata attaccata la motovedetta a bordo della quale si trovavano. Secondo quanto ha annunciato a Londra il ministero della Difesa, la motovedetta e' stata attaccata sulle acque del fiume Shatt al Arab. Intanto 3 soldati Usa sono morti per le ferite riportate ieri in combattimenti nella provincia sunnita di Al Anbar, nell'ovest dell'iraq. Lo riferiscono oggi fonti dell'esercito statunitense.

Il partito democratico che controllera' il Congresso dal 2007, auspica che gli Usa inizino a ritirarsi dall'Iraq l'anno prossimo. Lo ha ribadito il senatore del Michigan Carl Levin, probabile futuro presidente della commissione Forze Armate. 'Abbiamo bisogno di avviare una fase di dispiegamento delle forze dell'Iraq nei prossimi 4 o 6 mesi, ha detto Levin, perche' l'impegno americano non e' senza fine. Secondo il senatore per l'Iraq esiste soltanto la soluzione politica'.

CINA

Almeno 24 minatori sono rimasti uccisi in un'esplosione di una miniera di carbone nella provincia dello Shanxi, nel nord della Cina. L'esplosione, che si e' verificata domenica sera in una miniera del distretto di Lingshi dove lavoravano 34 persone, e' stata causata da un uso improprio di esplosivi. E in un'altra esplosione avvenuta il 5 novembre, sempre nel Nord del paese, ci sono stati 35 morti, con 12 minatori ancora intrappolati.

BANGLADESH

La Lega di Awami, la principale coalizione di partiti di opposizione, ha proclamato uno sciopero dei trasporti e manifestazioni di protesta che si sono protratte fino a lunedì. Negli scontri tra polizia e manifestanti, una persona sarebbe morta e decine sarebbero rimaste ferite. Il Paese è paralizzato, con il leader dell'opposizione Sheikh Hasina che minaccia di non cessare la protesta finché il presidente della Commissione Elettorale, M.A. Aziz, non verrà rimosso dall'incarico. Il presidente Iajuddin Ahmed ha finora respinto le richieste dell'opposizione, minacciando di far intervenire l'esercito se la protesta non si placherà. In gennaio nel Paese sono previste le elezioni.

SOMALIA

L'Unione delle Corti islamiche, che da alcuni mesi controlla la capitale somala Mogadiscio e buona parte del sud del Paese, ha annunciato di aver preso possesso della città di Bandiradley, nella regione di Mudug, al confine con la regione semi-autonoma settentrionale del Puntland. Secondo fonti locali, il bilancio degli scontri sarebbe di almeno otto morti. La mossa delle Corti, che mirano a conquistare anche la parte settentrionale del Paese, arriva un giorno dopo il disconoscimento, da parte del governo di transizione di Baidoa, degli accordi presi tra le Corti e il portavoce del Parlamento per riavviare i colloqui di pace. La Somalia sta faticosamente tentando di uscire da 15 anni di guerra civile, che ha provocato circa mezzo milione di morti.


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gror061113 (last edited 2008-06-26 09:57:41 by anonymous)