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'''Guantanamo, ecco le celle «estreme» - Trasferiti i primi detenuti a Camp 6'''

La nuova struttura è destinata ad ospitare i prigionieri più pericolosi, alcuni provenienti dalla rete di carceri segrete della Cia

GUANTANAMO - Le autorità militari americane hanno iniziato a trasferire alcuni prigionieri nella nuova sezione di massima sicurezza – Camp 6 – costruita all’interno del centro di detenzione di Guantanamo (Cuba). Nelle celle verranno rinchiusi alcuni tra i più pericolosi elementi di Al Qaeda, alcuni dei quali provenenti dalla rete di carceri segrete della Cia. La lista comprende – secondo indiscrezioni – Khaled Sheikh Mohammed, presunta mente dell’11 settembre, Abu Zubayda, responsabile operativo, Ramzi Bin Al Shibh e una dozzina di terroristi coinvolti in gravi attentati.

CAMP 6 - Il Camp 6 è stato costruito con tre obiettivi: impedire gli assalti alle guardie, rendere ancora più severa la detenzione, prevenire i tentativi di suicidio dei prigionieri. All’interno delle celle ci sono due “brande” in cemento, le pareti sono completamente liscie, i servizi igienici sono “a vista”. A Guantanamo sono detenuti attualmente oltre 400 elementi e tra qualche mese potrebbero iniziare nuovi processi. Sulla reale pericolosità dei detenuti i giudizi si dividono.

I DETENUTI - Sicuramente una quota di prigionieri è da considerare ad alto rischio, in quanto composta da personaggi sicuramente legati alla rete qaedista. Ma un buon numero di internati appartiene all’area grigia della militanza, con poche implicazioni terroristiche. Tanto è vero che molti dei detenuti estradati dagli americani nei paesi d’origine – retti da regimi poco accondiscendenti con gli islamisti – sono stati poi liberati.

19 dicembre 2006

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/12_Dicembre/19/guantanamo.shtml
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'''USA-IRAQ'''

Sul Washington Post in edicola tra poche ore nelle edicole statunitensi viene intervistato Bush sulle scelte per la guerra in Iraq. Bush per la prima volta afferma che in Iraq "non stiamo vincendo" riprendendo l'analisi di Robert Gates che ha recentemente scalzato Rumsfeld al dipartimento della difesa. Però Bush non si sbilancia sulla nuova strategia che sceglierà rimandando la risposta a gennaio del prossimo anno, nel frattempo comunica al mondo che per ora aumenterà i contingenti armati in Iraq.



'''PALESTINA'''

Nei prossimi giorni dovrebbe tenersi un incontro tra il primo ministro israeliano Ehud Olmert e il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen: è quanto rivelano oggi fonti palestinesi citate dal quotidiano 'Hàaretz'. «Stiamo lavorando per organizzare un incontro, ma non è stata fissata alcuna data», hanno fatto sapere ieri dall'ufficio del premier. Secondo una fonte palestinese vicina ad Abu Mazen, il primo meeting uffici()ale tra Olmert e il presidente dell'Anp potrebbe avvenire il 24 o il 25 dicembre, al più tardi il primo o il 2 gennaio. Ieri lo stesso capo negoziatore palestinese Saeb Erekat ha confermato che sono in corso sforzi per organizzare un incontro tra i due leader.

Intanto le forze armate israeliane hanno annunciato di aver arrestato la notte scorsa in Cisgiordania 22 palestinesi. La maggior parte degli arrestati - ha detto un portavoce militare - sono sospettati di appartenere a gruppi armati legati a Al Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen, e al movimenti di resistenza islamica Hamas, del primo ministro palestinese Ismail Haniyeh.

Due palestinesi sono stati uccisi e sei feriti oggi nella Striscia di Gaza in scontri armati fra militanti di Al Fatah e di Hamas. Lo hanno detto fonti mediche. Gli scontri sono avvenuti la notte scorsa nonostante un nuovo accordo per un cessate il fuoco fra i due movimenti.
Successivamente un portavoce di Al Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas), ha detto che i due uccisi erano membri di Fatah. Le sparatorie fra i due gruppi rivali sono proseguite per diverse ore, secondo fonti mediche. Stamattina, decine di uomini armati continuano a pattugliare le strade della città di Gaza. Secondo vari testimoni, nessuno dei blocchi stradali eretti nei giorni scorsi è stato tolto, contrariamente a quanto stipulato nell'accordo per il cessate il fuoco entrato uffici()almente in vigore ieri sera e comunicato uffic()ialmente in TV da Haniyeh e da Abu Mazen



'''RUSSIA'''

Mosca rilancia il proprio ruolo in Medio oriente. Quattro giorni dopo l’incontro con il premier libanese, Fuad Siniora, Vladimir Putin ha ricevuto al Cremino il presidente siriano Assad, con cui ha discusso della situazione regionale


'''ONU'''

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, lascia a fine mese il palazzo di Vetro con il rammarico di un lavoro incompiuto. 68 anni, settimo segretario generale dell’ONU, Annan ha coperto due mandati quinquennali, ed è stato un acceso sostenitore del multilateralismo. La sconfitta più amara ha detto Annan, è stato non aver impedito la guerra all'Iraq.

'''TAILANDIA'''

Un mix religioso-culturale sarebbe alla base dell'elevato numero di donne che muoiono partorendo nel sud musulmano della Thailandia, dove mancano medici donne e resta un tabù il fatto di farsi visitare - o aiutare a partorire - da un uomo. A lanciare il monito è stato il dottor Manoj Mukati, rappresentate della Croce Rossa thailandese. «Nove donne su 100 muoiono partorendo a Yala, Narathiwat e Pattani. Un numero molto più grande rispetto al resto del Paese e più dell'Etiopia, uno dei Paese meno sviluppati del mondo», ha detto Manoj durante il lancio del 'Rapporto dei disastri mondiali 2006

'''SPAGNA'''

Fonti soci()aliste, citate dalla radio Cadena Ser, non hanno smentito l'informazione di El Correo pur indicando che non sarebbe completamente esatta. La notizia dell'incontro, se confermata, coincide con la decisione del giudice Baltasar Garzon di proibire tutte le manifestazioni organizzate oggi dal movimento pro amnistia nel Paese Basco a favore dell'autodeterminazione e per riattivare il processo di pace. La decisione di Garzon, giustificata con il fatto che la convocazione delle manifestazioni sarebbe avvenuta ad opera del collettivo illegale dei detenuti politici baschi Askatasuna, ha fatto temere un congelamento negativo del processo di pace in un momento in cui secondo la sinsitra indipendentista questo «sta affondando»

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Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Guantanamo, ecco le celle «estreme» - Trasferiti i primi detenuti a Camp 6

La nuova struttura è destinata ad ospitare i prigionieri più pericolosi, alcuni provenienti dalla rete di carceri segrete della Cia

GUANTANAMO - Le autorità militari americane hanno iniziato a trasferire alcuni prigionieri nella nuova sezione di massima sicurezza – Camp 6 – costruita all’interno del centro di detenzione di Guantanamo (Cuba). Nelle celle verranno rinchiusi alcuni tra i più pericolosi elementi di Al Qaeda, alcuni dei quali provenenti dalla rete di carceri segrete della Cia. La lista comprende – secondo indiscrezioni – Khaled Sheikh Mohammed, presunta mente dell’11 settembre, Abu Zubayda, responsabile operativo, Ramzi Bin Al Shibh e una dozzina di terroristi coinvolti in gravi attentati.

CAMP 6 - Il Camp 6 è stato costruito con tre obiettivi: impedire gli assalti alle guardie, rendere ancora più severa la detenzione, prevenire i tentativi di suicidio dei prigionieri. All’interno delle celle ci sono due “brande” in cemento, le pareti sono completamente liscie, i servizi igienici sono “a vista”. A Guantanamo sono detenuti attualmente oltre 400 elementi e tra qualche mese potrebbero iniziare nuovi processi. Sulla reale pericolosità dei detenuti i giudizi si dividono.

I DETENUTI - Sicuramente una quota di prigionieri è da considerare ad alto rischio, in quanto composta da personaggi sicuramente legati alla rete qaedista. Ma un buon numero di internati appartiene all’area grigia della militanza, con poche implicazioni terroristiche. Tanto è vero che molti dei detenuti estradati dagli americani nei paesi d’origine – retti da regimi poco accondiscendenti con gli islamisti – sono stati poi liberati.

19 dicembre 2006

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/12_Dicembre/19/guantanamo.shtml

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

USA-IRAQ

Sul Washington Post in edicola tra poche ore nelle edicole statunitensi viene intervistato Bush sulle scelte per la guerra in Iraq. Bush per la prima volta afferma che in Iraq "non stiamo vincendo" riprendendo l'analisi di Robert Gates che ha recentemente scalzato Rumsfeld al dipartimento della difesa. Però Bush non si sbilancia sulla nuova strategia che sceglierà rimandando la risposta a gennaio del prossimo anno, nel frattempo comunica al mondo che per ora aumenterà i contingenti armati in Iraq.

PALESTINA

Nei prossimi giorni dovrebbe tenersi un incontro tra il primo ministro israeliano Ehud Olmert e il presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen: è quanto rivelano oggi fonti palestinesi citate dal quotidiano 'Hàaretz'. «Stiamo lavorando per organizzare un incontro, ma non è stata fissata alcuna data», hanno fatto sapere ieri dall'ufficio del premier. Secondo una fonte palestinese vicina ad Abu Mazen, il primo meeting uffici()ale tra Olmert e il presidente dell'Anp potrebbe avvenire il 24 o il 25 dicembre, al più tardi il primo o il 2 gennaio. Ieri lo stesso capo negoziatore palestinese Saeb Erekat ha confermato che sono in corso sforzi per organizzare un incontro tra i due leader.

Intanto le forze armate israeliane hanno annunciato di aver arrestato la notte scorsa in Cisgiordania 22 palestinesi. La maggior parte degli arrestati - ha detto un portavoce militare - sono sospettati di appartenere a gruppi armati legati a Al Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen, e al movimenti di resistenza islamica Hamas, del primo ministro palestinese Ismail Haniyeh.

Due palestinesi sono stati uccisi e sei feriti oggi nella Striscia di Gaza in scontri armati fra militanti di Al Fatah e di Hamas. Lo hanno detto fonti mediche. Gli scontri sono avvenuti la notte scorsa nonostante un nuovo accordo per un cessate il fuoco fra i due movimenti. Successivamente un portavoce di Al Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas), ha detto che i due uccisi erano membri di Fatah. Le sparatorie fra i due gruppi rivali sono proseguite per diverse ore, secondo fonti mediche. Stamattina, decine di uomini armati continuano a pattugliare le strade della città di Gaza. Secondo vari testimoni, nessuno dei blocchi stradali eretti nei giorni scorsi è stato tolto, contrariamente a quanto stipulato nell'accordo per il cessate il fuoco entrato uffici()almente in vigore ieri sera e comunicato uffic()ialmente in TV da Haniyeh e da Abu Mazen

RUSSIA

Mosca rilancia il proprio ruolo in Medio oriente. Quattro giorni dopo l’incontro con il premier libanese, Fuad Siniora, Vladimir Putin ha ricevuto al Cremino il presidente siriano Assad, con cui ha discusso della situazione regionale

ONU

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, lascia a fine mese il palazzo di Vetro con il rammarico di un lavoro incompiuto. 68 anni, settimo segretario generale dell’ONU, Annan ha coperto due mandati quinquennali, ed è stato un acceso sostenitore del multilateralismo. La sconfitta più amara ha detto Annan, è stato non aver impedito la guerra all'Iraq.

TAILANDIA

Un mix religioso-culturale sarebbe alla base dell'elevato numero di donne che muoiono partorendo nel sud musulmano della Thailandia, dove mancano medici donne e resta un tabù il fatto di farsi visitare - o aiutare a partorire - da un uomo. A lanciare il monito è stato il dottor Manoj Mukati, rappresentate della Croce Rossa thailandese. «Nove donne su 100 muoiono partorendo a Yala, Narathiwat e Pattani. Un numero molto più grande rispetto al resto del Paese e più dell'Etiopia, uno dei Paese meno sviluppati del mondo», ha detto Manoj durante il lancio del 'Rapporto dei disastri mondiali 2006

SPAGNA

Fonti soci()aliste, citate dalla radio Cadena Ser, non hanno smentito l'informazione di El Correo pur indicando che non sarebbe completamente esatta. La notizia dell'incontro, se confermata, coincide con la decisione del giudice Baltasar Garzon di proibire tutte le manifestazioni organizzate oggi dal movimento pro amnistia nel Paese Basco a favore dell'autodeterminazione e per riattivare il processo di pace. La decisione di Garzon, giustificata con il fatto che la convocazione delle manifestazioni sarebbe avvenuta ad opera del collettivo illegale dei detenuti politici baschi Askatasuna, ha fatto temere un congelamento negativo del processo di pace in un momento in cui secondo la sinsitra indipendentista questo «sta affondando»

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