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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

Gb: presto celle nei grandi magazzini Progetto del ministero dell'Injterno: prigioni allestite nei mall per trattenere i taccheggiatori e identificarli prima del rilascio

LONDRA (GRAN BRETAGNA) - Grandi magazzini con prigione annessa. Non è il sogno di qualche sceneggiatore cinematografico, ma il progetto del ministero dell'Interno britannico. Se verrà approvato, presto in mezzo a profumerie, negozi d'intimo e caffetterie, sorgeranno anche delle celle trasparenti dove la polizia metropolitana potrà detenere in custodia i taccheggiatori fino a quattro ore, giusto il tempo di identificarli, fotografarli, prendere impronte digitali e un campione di DNA. Già sono in corso da tempo i colloqui per posizionare le prime «gabbie» di questo tipo a «Selfridges», il celebre grande magazzino situato a Londra nell'affollatissima Oxford Street. Ma l'idea è di metterle in tutti «department store» più frequentati d'Inghilterra e Galles per disimpegnare le stazioni di polizia dal compito di perdere del tempo a interrogare e identificare questi criminali «minori». «I poliziotti avrebbero più tempo per pattugliare le strade e occuparsi di problemi più urgenti», dice un portavoce del ministero dell'Interno. Il ministero propone anche di investire la polizia di poteri molto più ampi di quelli attuali, soprattutto per quanto concerne la possibilità di prendere impronte digitali - che vorrebbero estendere anche ai maggiori di 10 anni accusati di reati per cui non è previsto il carcere - e di raccogliere campioni di DNA dai delinquenti. Al momento impronte e DNA possono essere rilevati solo per crimini da fedina penale. E proprio quest'ultima proposta ha immediatamente scatenato le ire dei difensori dei diritti civili. Gareth Crossman, direttore politico di «Liberty», ha sottolineato come, così facendo, «il governo stravolga le tradizioni della legge britannica introducendo una agghiacciante presunzione di colpevolezza». «Sei anni fa raccogliere campioni di DNA era finalizzato a combattere crimini seri. Oggi si propongono scuse risibili come sporcare e parcheggiare in divieto per creare un database di campioni di DNA sempre più ampio», ha sottolineato Crossman.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

IRAQ Arrestato avvocato della difesa di Saddam nel processo per il genocidio dei curdi Bad Aref Izzat, avvocato del collegio di difesa di Saddam Hussein nel processo per il genocidio contro i kurdi, è stato arrestato questa mattina a Baghdad durante l'udienza, per aver definito il tribunale una "macelleria". Subito dopo l'affermazione rivolta alla corte, il giudice Mohammed al Khalifah al Orayibi ne ha ordinato l'arresto. A dare la notizia l'agenzia stampa irachena indipendente Aswat al Iraq.

Iraq Profughi, ancora emergenza

Sempre più grave la situazione dei profughi iracheni, che da ormai quasi quattro anni cercano scampo nei paesi vicini. La giordania, il paese verso il quale si sono riversati la maggior parte dei profughi, sta valutando la possibilità di richiedere un visto, da ottenere presso l’ambasciata giordana a Bagdad . Le autorità giordane assicurano che non si tratta di una misura restrittiva, ma nello stesso tempo lamentano una situazione diventata per la popolazione troppo squilibrata: si calcola che su una popolazione di 5 milioni di abitanti oltre 750.000 siano iracheni, senza contare il milione e mezzo di rifugiati palestinesi. I rifugiati iracheni all’estero sono ormai oltre tre milioni, di cui un milione residente in Siria. Per chi resta nel paese, la situazione non è certo stabile: oltre 5 milioni di iracheni sono stati sfollati dalle proprie case.

PALESTINA Approvata lista de ministri di unità nazionale palestinese

Il presidente Abu mazen ha approvato la lista dei Ministri del governo di unità nazionale palestinese che verrà presentata il prossimo sabato al Consiglio legislativo palestinese per ottenerne il voto di fiducia. A dare la notizia oggi a Gaza il premier Ismail Haniyehè. Un portavoce del ministro degli Esteri ha però reso noto che lo Stato ebraico non collaborerà con il nuovo esecutivo. "Con nostro rammarico il nuovo governo non accetta nè esplicitamente nè implicitamente le tre condizioni della comunità internazionale: il riconoscimento di Israele, la rinuncia al terrorismo e l'accettazione dei precedenti accordi firmati con Israele" ha riferito il portavoce. Il commento di Kalil, palestinese che collabora con l'agenzia di informazione Infopal

Palestina-Libano Gli studenti dell'università americana di Beirut costruiscono un muro Un muro dentro l’università per ricordare il muro in palestina voluto da Israele. A farlo sono stati gli studenti dell’università americana di Beirut, che lo hanno edificato nella loro facoltà, con la speranza, dicono, di attirare l’attenzione sulla reale parete di segregazione che l’esercito israeliano sta costruendo. “Quello che è impressionante è che molti degli studenti non sanno nemmeno che esiste già una barriera di separazione in palestina”, spiega uno degli ideatori del progetto. “Ci chiedono quando verrà costruita, e perché”. La barriera cosatruita nell’università è una riproduzione in piccolo di quella reale, con tanto di barriere che gli studenti devono attraversare per arrivare nelle loro aule: il muro è stato riempito di graffiti, tra i quali spicca la scritta “abbattere il muro” e il celebre Handala, il bambino stilizzato creato da Naji Al-Ali, simbolo della palestina libera.

COSTA D'AVORIO Amnesty, guerra civile: appello contro l'impunità degli stupratori

Amnesty International ha reso noto oggi che la Costa d'Avorio deve attivarsi per punire i responsabili dei numerosi abusi sessuali consumatisi durante la guerra civile del 2002. "Eliminare la violenza sessuale deve essere una priorità per qualsiasi piano teso a trovare una soluzione pacifica all'attuale crisi in cui versa la Costa d'Avorio." ha affermato Veronique Aubert, deputata direttrice del programma di Amnesty in Africa. Secondo Amnesty è probabile che siano migliaia le donne e le ragazze rapite durante la guerra civile, alcune di loro giovanissime. Rapimenti e violenze sessuali sono crimini contro l'umanità e vanno puniti per impedire che continuino a dilaniare il paese. Da poco il presidente Laurent Gbagbo e il leader dei ribelli Guillaume Soro hanno firmato l'ultimo di una serie di accordi di pace con lo scopo di riunire i paesi dell'Africa occidentale divisi dalla guerra civile del 2002.

NIGER Bambine spose a 10 anni: richiesta regolamentazione per fermare queste pratiche

I capi tradizionali più influenti del Niger hanno sollecitato l'intervento del governo per redigere una regolamentazione che impedisca che le ragazze siano date in sposa quando sono ancora delle bambine. Si tratta di una decisione che va contro l'ideologia dei gruppi islamici del Niger, nazione africana con la più numerosa comunità musulmana. Le usanze famigliari, in ossequio alla legge islamica, prevedono che le bambine, spesso di età inferiore ai 10 anni, vengano spesso date in sposa: strategia utilizzata dalle famiglie che ricercano attraverso i matrimoni un miglioramento economico e sociale. Una volta sposate le ragazze sono costrette a fare figli molto presto, terminando di concepire quando sono appena ventenni. La popolazione del Niger sta crescendo più che in qualsiasi altra nazione del mondo: ogni donna partorisce, in media, 7 bambini e sempre secondo le statistiche sette donne su 1000 muoiono mentre partoriscono.

SOMALIA Nazioni Unite: 40.000 civili hanno lasciato Mogadiscio nel mese di febbraio

Nel mese di febbraio sono circa 40.000 i civili che hanno abbandonato Mogadiscio a causa della crescente insicurezza e delle numerose violenze che si consumano nella capitale somala. A dare la notizia l'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite che opera nel Paese. Dallo scorso dicembre, quando le truppe somalo-etiopi hanno scacciato i combattenti delle Corti islamiche, la situazione nella capitale somala è molto vacillante.

Nicaragua Gli Usa non ci hanno ancora dato i 300 milioni di dollari promessi

Daniel Ortega, presidente del Nicaragua, riferisce oggi che il governo degli Stati Uniti, deve ancora consegnare i 300 milioni di dollari al Consiglio della Riconciliazione e della Pace, costituito nel paese dell'America Centrale per aiutare le vittime e i combattenti della guerra civile tra i sandinisti e i contras. "Mi farebbe piacere che gli Stati Uniti, che con la recente visita del presidente George W. Bush hanno dichiarato di volersi prendere cura dell'America Latina, si assumessero le loro responsabilità nella guerra civile", ha dichiarato il presidente Ortega, aggiungendo inoltre che "sarebbe buona cosa se gli Usa ci fornissero almeno uno dei 300 milioni di dollari promessi, perché si possano ricostruire le abitazioni di queste famiglie, per poter consegnare fondi a queste famiglie affinché tornino a coltivare la terra". Nella guerra civile, della durata di sedici anni, che scoppiò nel paese negli anni Ottanta, il governo di Washington, guidato allora da Ronal Reagan, aveva finanziato le milizie paramilitari contras, per abbattere il governo sandinista, guidato dallo stesso Ortega.

PAKISTAN Sale cinematografiche chiuse per protesta contro la pirateria

I cinema di tutto il Pakistan sono rimasti chiusi per un giorno, martedì, in segno di protesta contro le mancanze del governo nella lotta alla pirateria dei film. Le associazioni di categoria del paese hanno detto che la maggior parte dei cinema pachistani, circa 300 in totale, ha aderito allo sciopero. "Chiuderemo i cinema una volta a settimana in marzo e poi sciopereremo per un'intera settimana in aprile" ha detto uno dei rappresentanti, Nadeem Mandviwalla. Il problema deriva dalla valanga di copie pirata dei film, in vendita a poco prezzo nei mercati, perlopiù provenienti dall'indinana Bollywood. Sono pellicole molto apprezzate dai pachistani ma vietate nei cinema iraniani dal 1965, quando i due paesi hanno combattuto la seconda delle tre guerre che li hanno visti l'uno contro l'altro armati. I cinema faticano dunque a stare aperti, mostrando solamente film pachistani o occidentali. Mandviwalla ha detto che lo sciopero è un atto disperato degli operatori di settore che sopravvivono a fatica. Il numero delle sale cinematrografiche è più che dimezzato dagli anni Settanta, trasformandosi spesso in centri commerciali o negozi. "Il divieto di mostrare film indiani nei cinema non ha senso quando sono disponibili liberamente sul mercato. O ci permettono di trasmetterli o bisogna vietare le copie pirata" ha concluso.

ITALIA

P2P, identificati quasi 4mila utenti italiani Un discografico tedesco ha individuato numerosi file che ritiene siano diffusi abusivamente sulle reti del peer-to-peer. Ed ora il tribunale di Roma costringe Telecom Italia a fornire i nomi corrispondenti agli indirizzi IP rilevati online Sono 3.636 i nominativi che Telecom Italia dovrà fornire entro 15 giorni alla società discografica di Hannover Peppermint Jam Records Gmbh, nomi di utenti Internet italiani e clienti Telecom che, secondo l'azienda tedesca, tramite le piattaforme di sharing hanno posto in condivisione un gran numero di brani musicali protetti da diritto d'autore e senza autorizzazione.

LEGGE ANTIDROGHE: SOSPESO IL DECRETO TURCO Il Tar del Lazio ha di fatto bloccato l'applicazione del cosiddetto 'Decreto Turco', ovvero il provvedimento con il quale il governo Prodi ha innalzato da 500 milligrammi a 1 grammo la quantità massima di detenzione di cannabis al di là della quale scattano le sanzioni penali. La decisione dei giudici della III sezione quater, presieduta da Mario Di Giuseppe, che hanno pubblicato oggi la loro ordinanza con la quale hanno accolto le richieste di sospensione del Decreto fatto dal Codacons e da una cooperativa sociale-comunità terapeutica di Taranto.

Il ministro della Salute, Livia Turco, ha commentato: "Rispetto tutte le sentenze, per questa farò ricorso al Consiglio di Stato perché c'è un dato tecnico-giuridico che mi pare infondato, vale a dire che non possa intervenire la discrezionalita' della politica. Non e' cosi' sulla base della legge Fini-Giovanardi, non e' cosi' sulla base degli atti della commissione insediata dal governo precedente, che stabilisce che sulla definizione della soglia massima sull'uso della cannabis sia una discrezionalita' politica. Se invalidato questo decreto - ha concluso la Turco - e' invalidato anche il decreto precedente e quindi anche invalidata la legge Fini-Giovanardi". In suo soccorso il Ministro della Solidarieta' sociale, Paolo Ferrero, che "esprime piena condivisione con quanto affermato dal Ministro Turco, sulla necessita' di impugnare il provvedimento". Il Presidente della Commissione Attivita' Produttive della Camera, Daniele Capezzone, invita i magistrati "a non fare politica: il fatto grave e' che c'e' qualcuno che pensa che un tribunale possa prendere il posto del Parlamento e del Governo". Per il Presidente del Prc al Senato, Giovanni Russo Spena, "siamo perfettamente d'accordo con la Turco come lo siamo stati sul decreto, che e' stato fatto per evitare l'incarcerazione di tanti giovani colpevoli solo di farsi uno spinello ed appoggiamo in pieno la sua decisione di ricorrere al Consiglio di Stato". Il Verde Tommaso Pellegrino invita il Parlamento "ad attivarsi subito per sostenere legislativamente il provvedimento sulla dose minima di cannabis".

Di diverso tenore i commenti della Cdl, da sempre contraria al decreto Turco, che "canta vittoria" ed invita la Turco a dimettersi. Il Presidente dei senatori di An, Altero Matteoli, ritiene che l'"ordinanza del Tar e' una chiara sconfessione dell'operato del Ministro Turco, che firmo' un decreto di natura politica ed ideologica, contenente norme discrezionali non supportate da una necesaria istruttoria tecnica, come il caso del raddoppio della quantita' di droga legalmente detenibile richiedeva". "All'ex Ministro della Salute ed attuale Ministro dello 'spinello libero', non resta che dimettersi, ironizza Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia. Laura Bianconi, capogruppo di Forza Italia in commissione igiene e sanita', sostiene di "concordare con la sentenza del Tar del Lazio, che ha deciso di sospendere il decreto Turco. "Un decreto che abbiamo sempre vissuto come politicamente scorretto, che ha dato ai giovani una visione distorta ed altamente diseducativa".

Lavoro, quando i numeri mentono

Inchiesta sul mondo dei giovani e del lavoro condotta dalla Università bocconi e dalla manpower, uan delle più note agenzie interinali. In un comunicato stampa diramato alle agenzie, i due enti affermano che il posto di lavoro fisso non è più un mito. Infatti, dicono, è rifiutato da un lavoratore su tre. Ma a leggere i dati dall’ottica oposta, appare evidente come oltre il 60% lo desideri: dato tra l’altro confortato da un altro indice: solo il 4,5% vuole un contratto a progetto, e solo il 3% un contratto di somministrazione lavoro, cioè le due tipologie oggi più diffuse

P2P, identificati quasi 4mila utenti italiani Un discografico tedesco ha individuato numerosi file che ritiene siano diffusi abusivamente sulle reti del peer-to-peer. Ed ora il tribunale di Roma costringe Telecom Italia a fornire i nomi corrispondenti agli indirizzi IP rilevati online Sono 3.636 i nominativi che Telecom Italia dovrà fornire entro 15 giorni alla società discografica di Hannover Peppermint Jam Records Gmbh, nomi di utenti Internet italiani e clienti Telecom che, secondo l'azienda tedesca, tramite le piattaforme di sharing hanno posto in condivisione un gran numero di brani musicali protetti da diritto d'autore e senza autorizzazione.

LEGGE ANTIDROGHE: SOSPESO IL DECRETO TURCO Il Tar del Lazio ha di fatto bloccato l'applicazione del cosiddetto 'Decreto Turco', ovvero il provvedimento con il quale il governo Prodi ha innalzato da 500 milligrammi a 1 grammo la quantità massima di detenzione di cannabis al di là della quale scattano le sanzioni penali. La decisione dei giudici della III sezione quater, presieduta da Mario Di Giuseppe, che hanno pubblicato oggi la loro ordinanza con la quale hanno accolto le richieste di sospensione del Decreto fatto dal Codacons e da una cooperativa sociale-comunità terapeutica di Taranto.

Il ministro della Salute, Livia Turco, ha commentato: "Rispetto tutte le sentenze, per questa farò ricorso al Consiglio di Stato perché c'è un dato tecnico-giuridico che mi pare infondato, vale a dire che non possa intervenire la discrezionalita' della politica. Non e' cosi' sulla base della legge Fini-Giovanardi, non e' cosi' sulla base degli atti della commissione insediata dal governo precedente, che stabilisce che sulla definizione della soglia massima sull'uso della cannabis sia una discrezionalita' politica. Se invalidato questo decreto - ha concluso la Turco - e' invalidato anche il decreto precedente e quindi anche invalidata la legge Fini-Giovanardi". In suo soccorso il Ministro della Solidarieta' sociale, Paolo Ferrero, che "esprime piena condivisione con quanto affermato dal Ministro Turco, sulla necessita' di impugnare il provvedimento". Il Presidente della Commissione Attivita' Produttive della Camera, Daniele Capezzone, invita i magistrati "a non fare politica: il fatto grave e' che c'e' qualcuno che pensa che un tribunale possa prendere il posto del Parlamento e del Governo". Per il Presidente del Prc al Senato, Giovanni Russo Spena, "siamo perfettamente d'accordo con la Turco come lo siamo stati sul decreto, che e' stato fatto per evitare l'incarcerazione di tanti giovani colpevoli solo di farsi uno spinello ed appoggiamo in pieno la sua decisione di ricorrere al Consiglio di Stato". Il Verde Tommaso Pellegrino invita il Parlamento "ad attivarsi subito per sostenere legislativamente il provvedimento sulla dose minima di cannabis".

Di diverso tenore i commenti della Cdl, da sempre contraria al decreto Turco, che "canta vittoria" ed invita la Turco a dimettersi. Il Presidente dei senatori di An, Altero Matteoli, ritiene che l'"ordinanza del Tar e' una chiara sconfessione dell'operato del Ministro Turco, che firmo' un decreto di natura politica ed ideologica, contenente norme discrezionali non supportate da una necesaria istruttoria tecnica, come il caso del raddoppio della quantita' di droga legalmente detenibile richiedeva". "All'ex Ministro della Salute ed attuale Ministro dello 'spinello libero', non resta che dimettersi, ironizza Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di An per le politiche della famiglia. Laura Bianconi, capogruppo di Forza Italia in commissione igiene e sanita', sostiene di "concordare con la sentenza del Tar del Lazio, che ha deciso di sospendere il decreto Turco. "Un decreto che abbiamo sempre vissuto come politicamente scorretto, che ha dato ai giovani una visione distorta ed altamente diseducativa".

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

MULTINAZIONALE BANANE AMMETTE “ARRUOLAMENTO” FORZE PARAMILITARI

La ‘Chiquita Brands International Inc.’ ha accettato di pagare un’ammenda di 25 milioni di dollari dopo avere ammesso di aver arruolato, “per la protezione dei suoi impiegati”, gli squadroni della morte paramilitari di estrema destra nelle regioni settentrionali di Urabá (Antioquia) e Santa Marta (Magdalena), roccaforti delle Autodifese unite della Colombia (Auc). Il patteggiamento mette fine a una lunga e ancora in parte oscura vicenda giudiziaria innescata da un’inchiesta del Dipartimento di giustizia americano che ha coinvolto la nota società bananiera: secondo gli inquirenti, la ‘Chiquita’ avrebbe versato tra il 1997 e il 2004 almeno 1,7 milioni di dollari alle Auc, responsabili di efferati crimini e massacri di civili durante il quarantennale conflitto colombiano, qualificate solo nel 2001 come “organizzazione terroristica” dagli Stati Uniti. “Consideriamo l’accordo una soluzione razionale al dilemma che ha affrontato la compagnia per molti anni. I pagamenti effettuati dalla compagnia sono stati sempre motivati dalla nostra preoccupazione in buona fede per l’incolumità dei nostri dipendenti” ha detto in un comunicato Fernando Aguirre, presidente di ‘Chiquita’. In un dossier presentato ieri di fronte a un tribunale del distretto di Columbia (Washington) i pubblici ministeri che hanno guidato l’inchiesta precisano che “per oltre sei anni, ‘Chiquita’, attraverso la filiale ‘Banadex’, verso denaro alle Auc in due regioni della Colombia in cui aveva attività bananiere” e aggiungono che i versamenti ai ‘paras’ furono decisi dagli alti vertici della società, basata a Cincinnati, Ohio, nonostante l’opinione contraria di alcuni avvocati. “Attorno al settembre del 2000, i dirigenti di ‘Chiquita’ sapevano che l’azienda effettuava pagamenti alle Auc e che le Auc erano un’organizzazione paramilitare violenta” si legge ancora nel dossier. La ‘Chiquita’ “avrebbe pagato in precedenza anche altre organizzazioni terroristiche che operano in Colombia, in concreto le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) e l’Esercito di liberazione nazionale (Eln)”.

VISITA BUSH: CRITICHE ANCHE A POSTERIORI, A PARTIRE DA “RIFORMA MIGRATORIA”

Si è concluso, come è iniziato, tra le proteste e le critiche delle organizzazioni della società civile - anche statunitensi - il viaggio ufficiale di George W. Bush in cinque paesi dell’America Latina (Brasile, Uruguay, Colombia, Guatemala e Messico). Le promesse di una prossima “riforma integrale” sul delicato tema dell’immigrazione, ripetute dall’inquilino della Casa Bianca durante la sua visita, sono state messe in dubbio – oltre che da milioni di guatemaltechi e messicani – dal ‘Centro Sin Fronteras’ di Chicago e dal ‘Center for community change’ (Ccc) di Washington, associazioni no-profit che si battono per la difesa dei migranti e contro la povertà. Cristina Lopez, direttore esecutivo del Ccc, si chiede per esempio: “Perchè continuare con le retate e le espulsioni che dividono le famiglie quando si dice che si è sul punto di approvare una legge che legalizzerebbe tutti gli immigrati?” Per Emma Lozano, direttore del ‘Centro sin fronteras’ “è è un'ipocrisia arrestare persone che, se dovesse passare la riforma, potrebbero essere regolarizzate in pochi mesi”. Entrambe hanno protestato ieri a Washington, insieme a un gruppo di attivisti, di fronte agli uffici del dipartimento della Sicurezza interna, consegnando una lettera indirizzata al segretario Michael Chertoff dove chiedono una “moratoria” alle operazioni di polizia contro i clandestini “che hanno provocato una vera crisi umanitaria nelle città dell’intero paese”. Anche dal Messico, l’ultimo paese del viaggio presidenziale, sono arrivate nuove critiche sia da parte dei partiti conservatori che dall’opposizione di sinistra: “Le parole di Bush restano parole. A più riprese ha detto di voler proporre una riforma ma non ha mai detto come intende farlo” ha sottolineato il portavoce del ‘Partido revolucionario institucional’ (Pri), Enrique Benítez. “Bush fa solo i suoi interessi: invece di agire quando aveva la maggioranza al Congresso, ha deciso di costruire un muro che lo divide da un paese cosiddetto ‘amico’, che è anche un suo socio commerciale” secondo Luis Sanchez Jimènez del ‘Partido de la Revolucion Democratica’ (Prd, sinistra). Dall’Ecuador, incontrando la stampa straniera, il presidente socialdemocratico Rafael Correa ha contestato Bush per la sua “terribile politica estera” a cui ha opposto la “solidarietà regionale mostrata invece da Venezuela, Argentina e Spagna nei settori sanitario ed energetico”. Qualche puntualizzazione è giunta anche da Buenos Aires, grande esclusa dal viaggio del presidente americano. Il presidente argentino Néèstor Kirchner, che la settimana scorsa aveva ospitato il suo omologo venezuelano Hugo Chavez, ha sottolineato: “A chi ha dimenticato gli argentini, come i governanti di altri grandi paesi che non hanno tenuto conto di noi, dico che se vogliono venire o no in Argentina è solo un loro problema”. Ed ha aggiunto: “A chi mi ha criticato dico che ho ricevuto Chavez perchè con i fratelli delle Repubbliche latinoamericane che ci sono vicini manterremo sempre un rapporto di solidarietà”.

VITTIME PER ATTACCO RIBELLI MAOISTI A CASERMA POLIZIA NEL SUD

Un gruppo di 3-400 ribelli Naxaliti di ispirazione maoista ha attaccato oggi un caserma della polizia nel distretto di Bijapur, nello stato centrale di Chhattisgarh, uccidendo almeno 50 persone e ferendone un’altra dozzina tra agenti e membri di una milizia locale arruolati nelle file delle forze dell’ordine: lo hanno riferito fonti dell’amministrazione locale, secondo cui l’assalto è sarebbe stato condotto a Rani Bodli, 500 chilometri a sud della località di Raipur, capitale del Chhattisgarh, con granate e bombe incendiarie. Al momento dell’attacco, nella caserma - situata nelle fitte foreste meridionali della regione - si trovavano oltre un centinaio di agenti.I ribelli Naxal hanno dato fuoco alla caserma prima di fuggire con un bottino di armi e munizioni esplosive. Secondo l’Asian center for human rights, il Chhattisgarh è uno degli stati indiani più colpiti dall’offensiva maoista che solo nel 2006 ha provocato almeno 750 vittime. Il movimento dei Naxaliti - dal nome di un gruppo studentesco degli Anni ’70, ‘Naxalbari’, al quale affermano di ispirarsi – è composto da più gruppi attivi dalla fine degli anni ’60 in nove stati della federazione indiana del centro-sud e dell’est; sostengono di battersi per l’emancipazione dei contadini e dei dalit (fuori casta) dall’oppressione dei proprietari terrieri in una guerriglia che ha provocato finora oltre 6.000 vittime.

“NOTIFICA” DELLA SANTA SEDE AL TEOLOGO DELLA LIBERAZIONE JON SOBRINO

Il gesuita Jon Sobrino, teologo della liberazione e uno dei fondatori della Universita’ Centroamericana di San Salvador, ha ricevuto una ‘Notifica’ della Santa Sede secondo la quale “la Congregazione per la Dottrina della Fede si vede obbligata a comunicare che le opere menzionate del P. Sobrino presentano, in alcuni punti, notevoli discrepanze rispetto alla fede della Chiesa’’. La Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) e’ un “ministero” del Vaticano che usualmente valuta gli scritti dei teologi di tutto il mondo; Jon Sobrino e’ conosciuto in tutto l’ambiente della chiesa latino-americana per i suoi scritti sulla teologia della liberazione (ha pubblicato 11 libri) di cui e’ uno dei maggiori esponenti. I libri sotto esame ("Jesucristo Liberador. Lectura histórico-teológica de Jesús de Nazaret” y "La fe en Jesucristo. Ensayo desde las víctimas") furono pubblicati rispettivamente nel 1991 e nel 1999. In una nota esplicativa del caso Sobrino, la CDF chiarisce che ‘’in questo caso, la stessa Notifica indica i passi che sono stati seguiti secondo il procedimento urgente. E’ stato scelto questo procedimento considerando tra le altre ragioni la grande diffusione che, soprattutto in America Latina, hanno raggiunto….le opere del P. Jon Sobrino. In esse si trovano gravi difetti tanto di ordine metodologico che di contenuto…La Congregazione non pretende di giudicare le intenzioni soggettive dell’ autore, ha però il dovere di richiamare l’attenzione su alcune affermazioni che non sono conformi alla dottrina della Chiesa. Queste affermazioni si riferiscono a: 1) i presupposti meotodologici enunciati dall’ Autore, sui quali basa la sua riflessione teologica, 2) la divinita’ di Gesu’ Cristo, 3) l’incarnazione del Figlio di Dio, 4) la relazione tra Gesu’ Cristo e il Regno di Dio, 5) l’autocoscienza di Gesu’Cristo e 6) il valore salvifico della sua morte’’. Malgrado nella stessa ‘Notifica’ non appare nessuna informazione sui mezzi disciplinari o preventivi, secondo una notizia pubblicata ieri per la agenzia Adital, l’arcivescovo di San Salvador, monsignor Saenz Lacalle ha detto che "il padre Sobrino non potra’ insegnare teologica in nessun centro cattolico se non rivedrà le sue conclusioni".

Florida, a 14 anni ucciso di botte nel video le violenze dei secondini

Lo hanno picchiato a morte. Letteralmente. E' la storia di Martin Lee Anderson, la cui fine assurda, avvenuta per mano delle guardie in un "boot camp", un centro di rieducazione per minori a Panhandle, in Florida, sta sconvolgendo gli Stati Uniti. Gli aguzzini del ragazzo, che aveva solo 14 anni, hanno sempre sostenuto di essere innocenti. Ma un nuovo filamato, rilasciato oggi, sembra indicare il contrario.

Il video mostra due secondini del campo costringere Martin Lee in ginocchio e picchiarlo ripetutamente. Le sevizie, però, non si limitano agli schiaffi. La testa del ragazzo viene sbattuta più volte contro il terreno, e poi contro un'inferriata. Entrambi gli uomini, poi, lo prendono a pugni. Alla fine gli premono sul volto un pezzo di stoffa, forse intriso di ammoniaca.

Martin Lee aveva appena avuto un collasso mentre faceva ginnastica. Le guardie, sostiene la difesa, stavano solo cercando di farlo riprendere. Dopo 27 minuti, si vede arrivare un'infermiera e, dopo 35 minuti, dei barellieri, che portano via il corpo, quasi esanime, del ragazzo. Che morirà, il giorno dopo, in ospedale.

Dopo la diffusione del video shock, però, la posizione della difesa è sempre più scricchiolante. I condannati rischiano 30 anni di carcere. E lo Stato della Florida di dover risarcire 40 milioni di dollari alla famiglia Anderson.

ITALIA

Rete dei Cittadini e dei Movimenti contro l’inquinamento dell’aeroporto di Ciampino

dell’ASSEMBLEA PUBBLICA dei Cittadini davanti l’AEROPORTO di CIAMPINO di sabato 10 marzo 2007 Nonostante la chiarezza con cui i partecipanti all’assemblea pubblica si sono espressi, le notizie riportate domenica 11 marzo da alcuni organi di informazione e giornali sono risultate imprecise e incomplete. Invitiamo pertanto gli organi di informazione e giornali che non hanno dato notizie corrette a pubblicare quanto segue: Sabato 10 marzo si è svolta, in via dell'aeroscalo di fronte all'ingresso dell'aeroporto di Ciampino, l'assemblea pubblica promossa dalla rete dei cittadini e dei movimenti che da anni si battono contro l'aumento incontrollato dei voli che stanno causando gravissimi danni all'ambiente e alla salute di tutti i cittadini. All'assemblea hanno partecipato circa quattrocento persone, i sindaci di Ciampino, Marino, il presidente del X Municipio, i presidenti di Legambiente Lazio e WWF Lazio, il Comitato per l'Ecomobilità, rappresentanti di movimenti e partiti. Sono stati ringraziati per la loro partecipazione i sindaci di Ciampino, Marino, il presidente del X Municipio venuti in rappresentanza dei loro cittadini (circa 400.000 persone tra Ciampino, Marino, e il X Municipio di Roma). All'assemblea hanno preso la parola numerosi cittadini che hanno espresso con parole forti le loro preoccupazioni per l’inquinamento e le dirette esperienze di gravi malattie direttamente collegate alla prossimità dell’aeroporto. E’ stato ricordato che nel Comune di Ciampino negli ultimi anni si è triplicata l’insorgenza annuale di nuovi casi di tumore e si riscontra una larghissima diffusione dell’asma tra adulti e bambini. Infine, da tutti è stato richiesto con forza un intervento urgente e risolutore da parte delle numerose istituzioni competenti e corresponsabili per questa grave situazione di degrado ambientale. A scanso di ogni equivoco, è stato ribadito con fermezza l’obiettivo principale della Rete dei Cittadini e dei Movimenti contro l’inquinamento dell’aeroporto di Ciampino: RIPORTARE IL TRAFFICO AEREO DELL'AEROPORTO DI CIAMPINO AI LIVELLI DEL 2001 …a difesa della salute di tutti i cittadini del territorio. Non proponiamo lo spostamento di voli in altri aeroporti. Eventuali soluzioni potranno essere proposte solo dalle istituzioni competenti e corresponsabili della grave situazione creatasi.

DROGA, SOSPESO IL DECRETO TURCO SULL'USO PERSONALE

Il Tar del Lazio ha sospeso il cosiddetto 'Decreto Turco' ovvero il provvedimento che ha innalzato da 500 milligrammi a 1 grammo la quantita' massima di detenzione di cannabis al di la' della quale scattano le sanzioni penali. Lo hanno deciso i giudici della III sezione quater, presieduta da Mario Di Giuseppe, che hanno pubblicato oggi la loro ordinanza con la quale hanno accolto le richieste di sospensione del Decreto fatto dal Codacons e da una cooperativa sociale-comunita' terapeutica di Taranto.

I giudici amministrativi hanno ritenuto che la Legge non conferisca - si legge nel provvedimento - al Decreto un potere politico di scelta in ordine alla individuazione dei limiti massimi delle sostanze stupefacenti o psicotrope che possono essere detenute senza incorrere nelle sanzione penali. Bensi' un potere di scelta di discrezionalita' tecnica, soprattutto per quanto attiene alle competenze del Ministero della Salute. Non solo; il Tar ha anche ritenuto che, nel caso specifico, la scelta effettuata con il decreto impugnato non risulta supportata da alcuna istruttoria tecnica che giustifichi il raddoppio del parametro moltiplicatore.

TURCO, FARO' RICORSO A CONSIGLIO DI STATO Rispetto tutte le sentenze, per questa faro' ricorso al Consiglio di Stato perche' c'e' un dato tecnico-giuridico che mi pare infondato. Cosi' il ministro della Salute, Livia Turco, commenta la sentenza di sospensione del decreto ministeriale che raddoppia i quantitativi di cannabis detenibile per uso personale senza incorrere in sanzioni penali e li porta da 500 a 1000 milligrammi. Il dato cui il ministro fa riferimento e' il fatto che non possa intervenire la discrezionalita' politica. Non e' cosi' - spiega Turco - sulla base della legge Fini-Giovanardi, ne' sulla base degli atti della commissione insediata dal governo precedente, che stabilisce che sulla definizione della soglia massima di cannabis ci sia una discrezionalita' politica. Se e' invalidato questo decreto - conclude il ministro - e' invalidato anche quello precedente e la legge Fini-Giovanardi.

CODACONS, DECISIONE TAR LAZIO E' GIUSTA Quella di oggi del Tar del Lazio sul 'Decreto Turco' e' senza alcun dubbio una decisione giusta, visto anche il raddoppio, dal 2001 al 2005, del numero di consumatori di cannabis soprattutto dei giovani tra i 15 e i 24 anni. E' il commento del presidente del Codacons Carlo Rienzi, dopo la decisione del Tar del Lazio che ha sospeso il Decreto con il quale erano stati innalzati i limiti quantitativi massimi, riferibili ad un uso esclusivamente personale, delle sostanze stupefacenti. La facilita' di passaggio alle droghe piu' pericolose - ha continuato Rienzi - e' scientificamente dimostrata.

La decisione del Tar evitera' l' attivita' di quell' uso in comune di cannabis che finiva per diventare una sorta di spaccio involontario creatosi tra i giovani ai quali, col nuovo provvedimento, era in pratica data la possibilita' di avere con se' ben 40 dosi di cannabis e di poterle cosi' facilmente scambiare con gli amici.

Siparietto


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