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'''ITALIA''' '''CINA'''
 
Due navi merci si sono scontrate durante il fine settimana nel Mar della Cina orientale, causando la morte di almeno otto persone, mentre altri nove marinai rimangono dispersi. Lo riferiscono oggi i media cinesi. La collisione è avvenuta al largo della provincia di Zhejiang, tra un cargo cinese e uno di Hong Kong, che è affondato poco dopo. Delle 29 persone a bordo di quest'ultimo, 12 sono state soccorse, ma oltre agli otto corpi recuperati è ancora incerta la sorte di nove dispersi.

'''THAILANDIA'''
  
Tre donne buddiste sono state uccise oggi a colpa di pistola nel sud della Thailandia da presunti militanti musulmani, due giorni dopo l'attacco a una scuola islamica che ha causato la morte di tre studenti. Il conflitto separatista nel sud del Paese condotto da formazioni islamiche ha già causato 2.000 morti. I separatisti vorrebbero l'indipendenza delle province meridionali, a maggioranza musulmana, annesse dalla Thailandia un secolo fa. Le donne uccise erano braccianti già rese vedove dalle violenze degli ultimi anni, e si stavano dirigendo verso un'azienda agricola nel distretto di Nong Chik, nella provincia di Pattani. Le vittime erano a bordo di un camion che trasportava altre 13 donne.

'''AFGANISTAN'''

Una bomba è scoppiata oggi contro un convoglio dell'ambasciata statunitense a Kabul, in Afghanistan, scaraventando uno dei veicoli dall'altra parte della strade e dandolo alle fiamme. Lo ha riferito un reporter dell'Associated Press che è stato testimone dell'esplosione. Secondo il giornalista, sembra che l'ambasciatore statunitense non fosse a bordo del convoglio, formato da tre veicoli. Dall'ambasciata Usa non sono ancora giunti commenti.

'''YEMEN'''
  
Sette soldati yemeniti e 25 ribelli sciiti sarebbero morti a seguito di scontri a fuoco avvenuti nel nord del Paese negli ultimi due giorni. Lo rendono noto fonti del governo yemenita. I militari sono stati uccisi dai seguaci del capo ribelle sciita Abdul Malik Al Huthi.


'''IRAQ'''

A quattro anni dall'invasione dell'Iraq, solo il 18% degli iracheni ha fiducia nelle forze della coalizione a guida americana, mentre l'86% teme che i propri familiari
possano essere vittima di violenze e vi è una scarsa fiducia nel governo di Baghdad. È quanto riferisce un sondaggio realizzato su un campione di 2mila persone, su commissione di Bbc, Abc News, Ard e Usa Today, di cui sonostati anticipati questa mattina alcuni risultati.
Il rilevamento mostra un netto calo di fiducia nel futuro rispetto ad un analogo sondaggio condotto nel 2005. Il 67% ha risposto di non ritenere che gli sforzi di ricostruzione siano stati efficaci.


'''ISRAELE'''

Una chiara maggioranza degli israeliani, secondo un sondaggio d'opinioni, e' favorevole a un dialogo col governo di unita' nazionale palestinese o almeno con i ministri che sono di Al Fatah. Stando al sondaggio, i cui risultati sono stati pubblicati oggi dal quotidiano Yedioth Aharonoth, il 39% degli israeliani approva l'avvio di un dialogo col governo palestinese e un altro 17% e' per un dialogo limitato pero' ai soli ministri di Al Fatah, per un totale del 56%. Mentre il 40% e' sulla stessa posizione del governo del premier Ehud Olmert, che si rifiuta di dialogare col governo palestinese fino a quando questo non avra' chiaramente accettato le condizioni dei mediatori internazionali del Quartetto (Usa, Ue, Russia, Onu): riconoscimento di Israele, accettazione degli accordi firmati con Israele e rinuncia alla violenza. Il 4% non ha espresso un parere. Nel campione sono state incluse 517 persone. Il margine d'errore e' del 4,3%.




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ESTERI

CINA

Due navi merci si sono scontrate durante il fine settimana nel Mar della Cina orientale, causando la morte di almeno otto persone, mentre altri nove marinai rimangono dispersi. Lo riferiscono oggi i media cinesi. La collisione è avvenuta al largo della provincia di Zhejiang, tra un cargo cinese e uno di Hong Kong, che è affondato poco dopo. Delle 29 persone a bordo di quest'ultimo, 12 sono state soccorse, ma oltre agli otto corpi recuperati è ancora incerta la sorte di nove dispersi.

THAILANDIA

Tre donne buddiste sono state uccise oggi a colpa di pistola nel sud della Thailandia da presunti militanti musulmani, due giorni dopo l'attacco a una scuola islamica che ha causato la morte di tre studenti. Il conflitto separatista nel sud del Paese condotto da formazioni islamiche ha già causato 2.000 morti. I separatisti vorrebbero l'indipendenza delle province meridionali, a maggioranza musulmana, annesse dalla Thailandia un secolo fa. Le donne uccise erano braccianti già rese vedove dalle violenze degli ultimi anni, e si stavano dirigendo verso un'azienda agricola nel distretto di Nong Chik, nella provincia di Pattani. Le vittime erano a bordo di un camion che trasportava altre 13 donne.

AFGANISTAN

Una bomba è scoppiata oggi contro un convoglio dell'ambasciata statunitense a Kabul, in Afghanistan, scaraventando uno dei veicoli dall'altra parte della strade e dandolo alle fiamme. Lo ha riferito un reporter dell'Associated Press che è stato testimone dell'esplosione. Secondo il giornalista, sembra che l'ambasciatore statunitense non fosse a bordo del convoglio, formato da tre veicoli. Dall'ambasciata Usa non sono ancora giunti commenti.

YEMEN

Sette soldati yemeniti e 25 ribelli sciiti sarebbero morti a seguito di scontri a fuoco avvenuti nel nord del Paese negli ultimi due giorni. Lo rendono noto fonti del governo yemenita. I militari sono stati uccisi dai seguaci del capo ribelle sciita Abdul Malik Al Huthi.

IRAQ

A quattro anni dall'invasione dell'Iraq, solo il 18% degli iracheni ha fiducia nelle forze della coalizione a guida americana, mentre l'86% teme che i propri familiari possano essere vittima di violenze e vi è una scarsa fiducia nel governo di Baghdad. È quanto riferisce un sondaggio realizzato su un campione di 2mila persone, su commissione di Bbc, Abc News, Ard e Usa Today, di cui sonostati anticipati questa mattina alcuni risultati. Il rilevamento mostra un netto calo di fiducia nel futuro rispetto ad un analogo sondaggio condotto nel 2005. Il 67% ha risposto di non ritenere che gli sforzi di ricostruzione siano stati efficaci.

ISRAELE

Una chiara maggioranza degli israeliani, secondo un sondaggio d'opinioni, e' favorevole a un dialogo col governo di unita' nazionale palestinese o almeno con i ministri che sono di Al Fatah. Stando al sondaggio, i cui risultati sono stati pubblicati oggi dal quotidiano Yedioth Aharonoth, il 39% degli israeliani approva l'avvio di un dialogo col governo palestinese e un altro 17% e' per un dialogo limitato pero' ai soli ministri di Al Fatah, per un totale del 56%. Mentre il 40% e' sulla stessa posizione del governo del premier Ehud Olmert, che si rifiuta di dialogare col governo palestinese fino a quando questo non avra' chiaramente accettato le condizioni dei mediatori internazionali del Quartetto (Usa, Ue, Russia, Onu): riconoscimento di Israele, accettazione degli accordi firmati con Israele e rinuncia alla violenza. Il 4% non ha espresso un parere. Nel campione sono state incluse 517 persone. Il margine d'errore e' del 4,3%.


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