Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

AFGHANISTAN: SANGUINOSA LIBERAZIONE DEI MILITARI ITALIANI RAPITI (Peacereporter)

I due militari italiani del Sismi rapiti sabato in zona di guerra, nell’ovest dell’Afghanistan, sono stati liberati questa mattina all’alba nella provincia di Farah con un blitz della Nato guidato dagli incursori italiani (Col Moschin e Comsubin) affiancati dalle Sas britanniche. Durante l’azione è scoppiato un violento scontro a fuoco nel quale sono rimasti uccisi tutti gli otto o nove rapitori e feriti i due ostaggi italiani. Uno dei due è in gravi condizioni. Quando sono stati rapiti, pare da una banda di predoni locali che stava per venderli ai talebani, i due agenti dei servizi militari italiani stavano operando nella zona di Shindand, nell’estremo sud della provincia di Herat. Non è dato sapere cosa stessero facendo, ma di certo non si trattava di una missione umanitaria, visto che quella è una zona di guerra sotto controllo dei talebani, una zona più volte bombardata dall’aviazione Nato. Il 27 aprile scorso, decine di civili erano morti sotto le bombe da una tonnellata sganciate dai bombardieri Usa B-1 sui villaggi della zona. L’azione militare italiana di questa mattina è avvenuta ancora più a sud, nella provincia di Farah, controllata dagli statunitensi ma rientrante sotto il Comando regionale ovest italiano. Qui la presenza talebana è ancor più massiccia. E ancor più massicce sono le operazioni belliche della Nato: il 7 luglio oltre cento civili sono rimasti uccisi in un bombardamento aereo nel distratto di Babaluk. Non è certo la prima volta che le nostre truppe si spingono così a sud in queste zone di guerra: i circa 200 uomini della task force di reazione rapida italiana (composta appunto dagli incursori del Col Moschin, dai marines del Comsubin e, almeno fino a maggio, dal 66° reggimento di fanteria della brigata aeromobile Friuli) sono impegnati da molti mesi in operazioni di “interdizione”, e forse anche altro, a fianco delle forze speciali statunitensi. Ma sulle missioni non-umanitarie delle nostre truppe, il ministero della Difesa afgano ha imposto il massimo riserbo. Nelle stesse ore e nella stessa regione del blitz, due soldati spagnoli sono morti in uno scontro a fuoco con presunti talebani. I due militari rapiti e liberati in Afghanistan appartengono al Sismi. Lo conferma il ministro della Difesa, Arturo Parisi, nell'informativa urgente del governo sul sequestro e la liberazione di due militari in Afghanistan. Erano incaricati "di mantenere e sviluppare dei rapporti con la popolazione civile e le autorità locali per individuare le migliori forme di collaborazione e convivenza, nonchè di raccogliere informazioni utili a tutelare la protezione del contingente dalla minaccia terroristica". Il blitz per liberare i due militari è avvenuto non appena sono stati individuati i due veicoli dei rapitori. Secondo il governo italiano, sarebbe stato ucciso solo uno dei sequestratori e un altro sarebbe stato ferito.

AFGHANISTAN: CONTINUANO LE STRAGI DI CIVILI

Mercoledì scorso la Nato ha annunciato l’inizio di una “grande offensiva” militare nella provincia meridionale di Helmand per “ripulire” la zona dai ribelli. I comandi Isaf hanno già parlano di oltre cento “talebani” uccisi in pochi giorni, ammettendo solo sei vittime civili incidentali. Ma la realtà, come al solito, è ben diversa. “Il nostro personale locale riferisce di massicci bombardamenti aerei avvenuti negli ultimi giorni”, racconta a PeaceReporter uno dei responsabili dell’ospedale di Emergency a Lashkargah, appena riaperto. “Ci sono stati almeno una settantina di vittime civili, tra cui un tassista quarantenne, cugino del nostro manager Rahmatullah Hanefi. Riceviamo pochissimi feriti perché dopo i raid dell’aviazione le truppe Nato sigillano i villaggi colpiti bloccando tutte le strade attorno e intanto rimuovono i cadaveri dei civili vittime delle bombe”. Versioni discordanti. “Un bombardamento aereo sul villaggio di Haidarabad, 20 chilometri a nord-est di Grishk, lungo il corso del fiume Helmand, ha distrutto tre abitazioni uccidendo 30 civili. Un altro raid aereo ha colpito il vicino villaggio di Mirmandau, dall’altra parte del fiume, distruggendo la casa di un tale Dastagir e uccidendo tutta la sua famiglia di 12 persone, donne e bambini compresi. In entrambi i casi, i soldati della Nato hanno isolato i villaggi e portato via i corpi”. Sui bollettini Nato si legge che aerei statunitensi F-15, A-10 e Predator e caccia britannici Harrier hanno colpito con bombe ‘Asfaltatrici’ da 225 chili e missili ‘Fuoco dell’Inferno’ diversi “nascondigli nemici” vicino a Grishk “ottenendo il risultato desiderato”… Un altro bombardamento c’è stato a Garmsir, una cinquantina di chilometri a sud di Lashkargah. “Qui - raccontano da Emergency - le truppe Nato hanno effettuato un blitz in cerca di ribelli. Quando i soldati hanno lasciato la città, sono arrivati i talebani e hanno rinchiuso nella prigione cittadina alcuni civili accusati di essere spie. Durante la notte, l’aviazione ha bombardato la prigione uccidendo 22 persone, tra cui anche il cugino di Rahmat”. In questo caso, il bollettino Nato riferisce che gli A-10 hanno sganciato bombe da 225 chili su un “edificio nemico” a Garmsir, distruggendolo. Infine, il responsabile locale dell’Ong italiana riporta la notizia di “una bomba che ha colpito un'abitazione civile, distruggendola, nel villaggio di Zumbelai, 10 chilometri a nord-est di Grishk lungo il corso del fiume Helmand: 6 civili sono morti”. Questo deve essere l’errore ammesso dalla Nato, che si riferiva genericamente a un “villaggio vicino a Grishk”, senza specificarne il nome, nel quale erano morti sei civili.

MYANMAR: ENORME PROTESTA POPOLARE GUIDATA DAI MONACI BUDDISTI

Le quotidiane proteste di piazza contro la giunta militare del Myanmar hanno ormai assunto proporzioni vertiginose, e il regime non sembra più in grado di controllare una massa umana così enorme. Oggi nel giro di poche ore è salito vertiginosamente il livello della partecipazione alla più massiccia contestazione organizzata nelle ultime cinque settimane nell'ex Birmania. Centinaia di migliaia le persone scese in strada, per metà monaci buddhisti, gli altri per lo più studenti, per un totale superiore alle trecentomila unità. I religiosi hanno chiesto alla popolazione di pregare, di non commettere violenze e di non scandire slogan politici. I monaci, pur di continuare le loro marce quotidiane, hanno persino sfidato il divieto di tornare in piazza impartito loro dall'organismo al vertice della gerarchia ecclasiastica buddhista controllata dal regime, il comitato del 'Sangha Nayaka', che pretendeva rientrassero tutti nei monasteri ponendo fine alle contestazioni anti-governative. I religiosi si sono invece riversati nelle vie della vecchia capitale insieme a una torma di sostenitori, sempre più oceanica. Dalla Pagoda d'Oro di Shwedagon, il principale tempio del Paese asiatico, i dimostranti si sono diretti verso il centro di Yangon, sfilando davanti alla sede quasi in rovina della Lnd, la Lega Nazionale per la Democrazia, la maggiore forza di opposizione guidata da Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace 1991, segregata agli arresti domiciliari dal 2003. La marcia ben presto ha preso la direzione dell'ex cittadella universitaria, situata in periferia sulle rive di un lago, non lontano da dove sorge la casa-prigione di Suu Kyi. L'antico campus fu teatro nel '98 di una rivolta studentesca, prima di oggi la maggiore insurrezione mai registrata nella storia nazionale, peraltro fatta ben presto stroncare nel sangue dalla giunta con l'intervento delle 'teste di cuoio'. Di recente, per contro, il regime ha scelto un profilo relativamente basso. In giornata il generale Than Shwe, leader della giunta, ha però convocato una seduta di emergenza dei vertici militari che si terrà a Napydaw, il villaggio 400 chilometri a nord di Yangon trasformato nella nuova capitale..

IRAQ

Secondo quanto afferma il Journalistic Freedom Observatory, Jawad Sadun al-Dami, giornalista iracheno che lavorava per una emittente satellitare, sarebbe stato ucciso da un commando armato in una zona sudoccidentale di Baghdad. L'omicidio sarebbe avvenuto nella giornata di ieri nel quartiere di al Qadisiyah. Jawad Sadun al-Dami è il terzo cronista ucciso dall'inizio di settembre. In precedenza la stessa sorte era toccata a Amir Malallah al Rashidi e Muhammad Ghanim al Ubeidi. Dal 2003 secondo una stima effettuata dall'Iraqi Journalist Union sarebbero 236 i giornalisti che hanno perso la vita in attentati. Una macabra scoperta ha interessato questa mattina la città di Baquba. In tre distinte fosse comuni sono stati scoperti i cadaveri in avanzato stato di decomposizione di 21 persone. Secondo quando riportato dall'agenzia "Aswat al Iraqi" potrebbe trattarsi dei cadaveri di 21 studenti universitari considenrando che alcuni di loro avevano addosso ancora la divisa scolastica.

PALESTINA

Uno dei più influenti membri di Hamas in Cisgiordania, lo sceicco Maher Kharas, è stato arrestato ieri a Nablous da forze palestinesi fedeli al presidente Mahmoud Abbas. Secondo Hamas, che da giugno controlla la Striscia di Gaza, le forze di sicurezza di Fatah, il movimento del presidente Abbas, hanno interrogato in Cisgiordania negli ultimi tre mesi 700 suoi affiliati, 150 dei quali sarebbero tuttora in stato di detenzione. Intanto Israele ha rilasciato 90 prigionieri palestinesi. Un gesto che è stato però considerato insufficiente dal governo palestinese in Cisgiordania: “Si fosse trattato di una misura più ‘pesante’, sarebbe stato diverso, ma le decisioni prese in questo modo e in maniera unilaterale da Israele sostengono poco il nostro governo” ha detto Ashraf Ajrami, ministro palestinese incaricato del dossier prigionieri.

Violenti incidenti sono scoppiati a Islamabad fra sostenitori dei partiti islamici d'opposizione e polizia. Gli scontri sono inziati quando i militanti islamici sono scesi per le strade a manifestare contro l'intenzione del presidente Pervez Musharraf di ricandidarsi alle elezioni presidenziali del 6 ottobre prossimo. Secondo testimoni la polizia avrebbe iniziato a disperdere la folla quando i manifestanti si sono avvicinati al palazzo della Corte Suprema. Secondo alcuni testimoni gli agenti avrebbero compiuto anche diversi arresti.

SAN SALVADOR

Salvador Sanchez, noto giornalista salvadoregno è stato ucciso la scorsa settimana mentre usciva dalla sua abitazione per recarsi al lavoro. La notizia è stata diffusa solo nella tarda serata di ieri. Sanchez lavorava per tre emittenti considerata di "sinistra" e critiche nei confronti del governo conservatore di Antonio Saca. Secondo quanto diramato dalla polizia non ci sarebbero testimoni oculari dell'omicidio. Gli inquirenti escludono che l'assassinio del giornalista sia avvenuto a scopo di rapina considerando che a Sanchez non è stato rubato alcun effetto personale.

MAROCCO

Violenti disordini tra forze dell’ordine e manifestanti che protestavano per le vie di Sefrou (200 chilometri a est di Rabat) contro il caro vita si sono conclusi con circa cinquanta feriti. La manifestazione era stata organizzata dall’Associazione marocchina dei diritti umani (Amdh) per denunciare il “rincaro dei prezzi dei prodotti alimentari”. Secondo alcune testimonianze, i manifestanti (30 dei quali sono stati fermati e interrogati) hanno saccheggiato alcuni negozi e lanciato pietre contro la polizia.

EGITTO

Migliaia di lavoratori del settore tessile hanno organizzato ieri una protesta per chiedere il pagamento di arretrati e il licenziamento del presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda per la quale lavorano. Gli operai hanno chiesto che le somme dovute siano versate entro la fine del mese di Ramadan. Secondo alcuni osservatori si tratta della più grande manifestazione organizzata nel paese negli ultimi 20 anni. Ricordiamo che il settore tessile in Egitto occupa la gran parte degli occupati e rapresenta il settore di punta dell'industria egiziana.

ITALIA

‘’’COSENZA: UDIENZA PROCESSO SUD RIBELLE’’’ (corrisp. ROR: 01’40’’)

Oggi sono stati ascoltati vari testimoni “eccellenti”, che hanno smontato il teorema Fiordalisi circa la presunta organizzazione eversiva coperta dalla sigla di Radio GAP. Il nuovo P.M., che ha sostituito Fiordalisi (promosso a più alto incarico), sembra essersi reso conto anche lui dell’inconsistenza delle accuse. Sentiamo una compagna presente oggi all’udienza come testimone.

‘’’TORINO: FIAT MIRAFIORI, VERSO IL REFERENDUM SULL’ACCORDO DI LUGLIO’’’ (corrisp. ROR: da 11’50’’ a 09’25’’)

‘’’NAPOLI: CACCIATO DALLA CGIL DIRIGENTE SINDACALE’’’ (Indy Napoli)

I lavoratori e le lavoratrici iscritti alla Fillea Cgil di Napoli ed allo sportello antimobbing e i componenti del direttivo Provinciale, Regionale e Nazionale di categoria e della Camera del lavoro di Napoli denunciano la grave e illegittima decisione della Fillea Cgil di Napoli di licenziare il dirigente sindacale Ciro Crescentini, punto di riferimento da anni del movimento dei lavoratori dell’edilizia e del restauro, in quanto responsabile dello sportello. Il compagno Ciro organizzò nel 1998, in un cantiere edile, il primo nucleo di coordinamento dei lavoratori del restauro artistico per combattere il lavoro nero e ha difeso centinaia di operai edili di Napoli e Provincia contro le violazioni contrattuali, le norme per la tutela della sicurezza antinfortunistica e la salute, scontrandosi con l’arroganza padronale del settore, l’inerzia e l’indifferenza degli enti appaltanti pubblici e gli organismi di vigilanza - in primis le soprintendenze, l’Ispettorato del Lavoro e le ASL - i quali non hanno mai attivato controlli adeguati per stabilire regole e legalità. Per protestare contro questo atto illegittimo, molti delegati hanno deciso di dimettersi dagli organismi dirigenti provinciali, regionali, nazionali della Cgil e della Fillea Cgil, ormai avviato a diventare un sindacato di consulenza, dipendente dal potere politico e padronale. Ciro Crescentini è un’altra vittima del bassolinismo. Nei prossimi giorni si svolgeranno iniziative pubbliche in difesa del compagno e di denuncia dei gravissimi atti di malcostume all’interno della CGIL.

Gr 13:00

ESTERI

MYANMAR

E' aumentata in modo considerevole la presenza di manifestanti per le strade di Yangon. Da questa mattina, quando circa cinquemila monaci erano scesi per le strade a minifestare contro il regime della giunta militare, altre migliaia di persone si sono aggiunte alle proteste. Secondo quanto dichiarato da Bo Kyi dirigente dell'associazione di assistenza ai prigionieri politici in Myanmar, almeno 218 oppositori sarebbero stati detenuti e maltrattati da quando sono iniziate le proteste. "Non solo gli oppositori sono stati picchiati durante la loro detenzione ma vengono sottoposti a torture fisiche e mentali estreme durante l'inchiesta". Secondo Bo Kyi gli oppositori detenuti farebbero tutti parte della Lega Internazionale per la democrazia, partito della dissidente Aung San Suu Kyi.

IRAQ

Secondo quanto afferma il Journalistic Freedom Observatory, Jawad Sadun al-Dami, giornalista iracheno che lavorava per una emittente satellitare, sarebbe stato ucciso da un commando armato in una zona sudoccidentale di Baghdad. L'omicidio sarebbe avvenuto nella giornata di ieri nel quartiere di al Qadisiyah. Jawad Sadun al-Dami è il terzo cronista ucciso dall'inizio di settembre. In precedenza la stessa sorte era toccata a Amir Malallah al Rashidi e Muhammad Ghanim al Ubeidi. Dal 2003 secondo una stima effettuata dall'Iraqi Journalist Union sarebbero 236 i giornalisti che hanno perso la vita in attentati.

Una macabra scoperta ha interessato questa mattina la città di Baquba. In tre distinte fosse comuni sono stati scoperti i cadaveri in avanzato stato di decomposizione di 21 persone. Secondo quando riportato dall'agenzia "Aswat al Iraqi" potrebbe trattarsi dei cadaveri di 21 studenti universitari considenrando che alcuni di loro avevano addosso ancora la divisa scolastica.

PALESTINA

Uno dei più influenti membri di Hamas in Cisgiordania, lo sceicco Maher Kharas, è stato arrestato ieri a Nablous da forze palestinesi fedeli al presidente Mahmoud Abbas. Secondo Hamas, che da giugno controlla la Striscia di Gaza, le forze di sicurezza di Fatah, il movimento del presidente Abbas, hanno interrogato in Cisgiordania negli ultimi tre mesi 700 suoi affiliati, 150 dei quali sarebbero tuttora in stato di detenzione. Intanto Israele ha rilasciato 90 prigionieri palestinesi. Un gesto che è stato però considerato insufficiente dal governo palestinese in Cisgiordania: “Si fosse trattato di una misura più ‘pesante’, sarebbe stato diverso, ma le decisioni prese in questo modo e in maniera unilaterale da Israele sostengono poco il nostro governo” ha detto Ashraf Ajrami, ministro palestinese incaricato del dossier prigionieri.

AFGHANISTAN

Violenti incidenti sono scoppiati a Islamabad fra sostenitori dei partiti islamici d'opposizione e polizia. Gli scontri sono inziati quando i militanti islamici sono scesi per le strade a manifestare contro l'intenzione del presidente Pervez Musharraf di ricandidarsi alle elezioni presidenziali del 6 ottobre prossimo. Secondo testimoni la polizia avrebbe iniziato a disperdere la folla quando i manifestanti si sono avvicinati al palazzo della Corte Suprema. Secondo alcuni testimoni gli agenti avrebbero compiuto anche diversi arresti.

Sarebbero sette i sequestratori dei soldati italiani rimasti uccisi durante il blitz di questa mattina nella provincia di Farah che ha visto impegnate in un'operazione congiunta le forze speciali italiane e quelle britanniche. Secondo le informazioni giunte pare che la località dove i militari italiani erano sequestrati sarebbe stata individuata dagli uomini dell'intelligence italiana.

SAN SALVADOR

Salvador Sanchez, noto giornalista salvadoregno è stato ucciso è stato ucciso la scorsa settimana mentre usciva dalla sua abitazione per recarsi al lavoro. La notizia è stata diffusa solo nella tarda serata di ieri. Sanchez lavorava per tre emittenti considerata di "sinistra" e critiche nei confronti del governo conservatore di Antonio Saca. Secondo quanto diramato dalla polizia non ci sarebbero testimoni oculari dell'omicidio. Gli inquirenti escludono che l'assassinio del giornalista sia avvenuto a scopo di rapina considerando che a Sanchez non è stato rubato alcun effetto personale.

MAROCCO

Violenti disordini tra forze dell’ordine e manifestanti che protestavano per le vie di Sefrou (200 chilometri a est di Rabat) contro il caro vita si sono conclusi con circa cinquanta feriti. La manifestazione era stata organizzata dall’Associazione marocchina dei diritti umani (Amdh) per denunciare il “rincaro dei prezzi dei prodotti alimentari”. Secondo alcune testimonianze, i manifestanti (30 dei quali sono stati fermati e interrogati) hanno saccheggiato alcuni negozi e lanciato pietre contro la polizia.

EGITTO

Migliaia di lavoratori del settore tessile hanno organizzato ieri una protesta per chiedere il pagamento di arretrati e il licenziamento del presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda per la quale lavorano. Gli operai hanno chiesto che le somme dovute siano versate entro la fine del mese di Ramadan. Secondo alcuni osservatori si tratta della più grande manifestazione organizzata nel paese negli ultimi 20 anni. Ricordiamo che il settore tessile in Egitto occupa la gran parte degli occupati e rapresenta il settore di punta dell'industria egiziana.

SOMALIA

Tre soldati delle truppe governative, fra cui un comandante, sono morti durante i violentissimi scontri dei giorni scorsi nella parte settentrionale di Mogadiscio. I testimoni hanno parlato di "una delle battaglie peggiori mai avvenute nella capitale fra l'esercito del governo e i gruppi armati di oppositori". Le autorità locali hanno inoltre fatto sapere che altri tre soldati sono rimasti gravemente feriti.

ALGERIA

I forti temporali del fine settimana nella zona centro-orientale del paese hanno causato 13 morti ed enormi danni materiali: Batna, M’sila e Ain Defla, le aree più colpite. La protezione civile ha effettuato centinaia di interventi ma non è stata ancora in grado di fornire un bilancio della situazione: di certo, sono crollati due ponti, diverse strade sono interrotte e centinaia di abitazioni sono state invase dall’acqua.

NIGERIA

I militanti del Movimento di Emancipazione del Delta del Niger hanno informato di aver sciolto il cessate il fuoco e hanno informato che dalla mezzanotte riprenderanno gli attacchi contro le installazioni petrolifere straniere presenti nella zona. Secondo quanto dichiarato dal gruppo combattente la decisione sarebbe stata presa in mancanza di seri colloqui con il governo e dopo l'arresto di alcuni suoi leader.

ITALIA

GRADISCA D'ISONZO (GORIZIA)

Alcune decine di immigrati hanno tentato di fuggire, la scorsa notte, dal Ctp di Gradisca d'Isonzo, ma la fuga purtroppo non è riuscita. E' la terza volta in meno di un mese che gli immigrati tentano dal fuga dal Centro di Permanenza Temporanea. I reclusi sono saliti sui tetti della struttura e sono stati bloccati da Polizia e Carabinieri, che hanno sparato lacrimogeni. Alcuni immigrati - da quanto si e' saputo dalla Questura di Gorizia - sono rimasti feriti o contusi.


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

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gror070924 (last edited 2008-06-26 10:00:08 by anonymous)