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AGGRESSIONE ALL'IRAQ: LA SITUAZIONE AD OGGI
L'Iraq è disposto ad aprire le porte dei palazzi del presidente Saddam Hussein agli ispettori per il disarmo dell'Onu, ma non vuole che gli esperti guidati dallo svedese Hans Blix siano scortati da soldati occidentali. Lo ha dichiarato oggi alla rete televisiva Abc il rappresentante permanente iracheno presso le Nazioni Unite, Mohammed Alduri, il quale ha aggiunto che il paese potrebbe "fare in modo che le Nazioni Unite abbiano libero accesso" ai siti in questione, poiché l'obiettivo di Baghdad è di giungere a relazioni normali con gli Stati Uniti "molto rapidamente".
Ancora una volta, Saddam sembra aver giocato d'anticipo, infatti, l'accesso ai palazzi presidenziali ha costituito sino ad oggi il nodo intorno al quale si sono sviluppate quasi tutte le controversie: le ultime ispezioni, terminate nel '98, si erano arenate proprio davanti al rifiuto iracheno di aprire i palazzi. Secondo Washington, proprio qui potrebbero essere nascoste le temute armi chimiche del dittatore, ma ora che il regime sembra aver cambiato idea, concedendo quella che è la maggiore apertura dall'inizio della crisi, il lavoro degli ispettori potrà dunque svolgersi senza restrizioni, proprio come chiedevano gli Usa.
Riguardo agli sviluppi sul fronte della politica mediorientale c'è da segnalare il colloquio tenuto oggi al Cairo, tra il presidente siriano Bashar al Hassad e il capo dello Stato egiziano Hosni Mubarak, al termine del quale hanno reso pubblico un comunicato congiunto nel quale si dicono convinti della "necessità di rafforzare il fronte internazionale contro l'attacco". I due leader hanno anche invitato i responsabili di tutti i governi "ad affrontare la situazione con strumenti pacifici, così che gli abitanti della regione possano evitare l'orrore a cui potrebbero essere esposti".
L'appello è stato indirettamente raccolto dal re giordano Abdullah, arrivato oggi nel Kuwait per colloqui con l'emiro Jaber al Ahmad al Sabah.

DA LONDRA intanto si ha notizia che un'eventuale azione militare contro l'Iraq per forzare un cambio di regime a Baghdad sarebbe illegale. E' questo, secondo quanto scrive oggi il quotidiano britannico 'Financial Times', il parere dato al premier Tony Blair dall'ufficio del procuratore generale del Paese. I procuratori generali Lord Goldsmith e Harriet Harman, scrive il giornale, hanno avvertito Downing Street che un'invasione dell'Iraq volta a rovesciare il presidente Saddam Hussein violerebbe le leggi internazionali. Il parere, commenta il 'Ft', mette Blair in una posizione potenzialmente ''impossibile'' nei confronti degli Stati Uniti, che continuano a premere per un cambio di regime in Iraq. Forse proprio alla luce dell'avviso di Lord Goldsmith e Harman, comunque, il premier britannico aveva sottolineato il mese scorso in Parlamento che la Gran Bretagna ''agira' sempre nel rispetto della legge internazionale''

DA PARIGI, la Francia minimizza le divergenze sulla questione irachena all'interno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri francese, Dominique de Villepin, ha sottolineato in un'intervista radiofonica che "e' in corso un dialogo con gli americani" e che con Washington "c'e' convergenza di intenti". Sostenuti da Londra, gli Stati Uniti stanno cercando di imporre al Consiglio la necessita' di giungere a una nuova sola risoluzione che prepari la strada a un intervento militare, ma Francia, Cina e Russia si oppongono a questa stategia e Parigi ha proposto che l'ipotesi di un intervento militare sia contemplata in una seconda risoluzione vincolata a un eventuale rifiuto di Saddam di collaborare con gli ispettori. "Crediamo di poter arrivare a qualcosa in tempi brevi - ha detto de Villepin - siamo dello stesso avviso, opposti alla proliferazione e convinti che serva agire in fretta. Secondo noi un approccio in due fasi permette di avere la necessaria legittimazione ed efficacia". Secondo il capo della diplomazia francese, "ogni decisioone dovrebbe essere presa in accordo con le altre parti coinvolte, in particolare la parte araba".

Anche RUSSIA e PAESI EX URSS, NESSUN SOSTEGNO A GUERRA A IRAQ VERTICE A CHISINAU APERTO OGGI - La crisi irachena e la prospettiva - sostenuta da Mosca - di una dichiarazione solenne di tutti i paesi ex sovietici contraria a un'eventuale guerra contro Baghdad sono oggi al centro del vertice dei capi di Stato della Comunita' degli Stati indipendenti (Csi). Il summit si e' aperto stamani a Chisinau (Moldavia) e i lavori sono entrati nel vivo con una riunione plenaria a parte chiuse. Sono rappresentate al massimo livello 11 delle 12 repubbliche (l'unica eccezione e' il Turkmenistan) che aderiscono alla Csi, l'organizzazione nata dalle ceneri dell'Urss. Tra i temi in agenda, spiccano quello della sicurezza collettiva, del coordinamento della ''lotta al terrorismo internazionale e al separatismo'' e la cooperazione economica. Si discutera' tuttavia soprattutto di questioni dell'attualita' internazionale - riferisce l'agenzia Itar-Tass citando il padrone di casa, il presidente moldavo Vladimir Voronin - con particolare riferimento alla crisi irachena, che ha fatto inevitabilmente irruzione nel vertice. Secondo fonti diplomatiche russe, Mosca mira a ottenere il consenso di tutti partner su un documento che ''escluda qualsiasi forma di coinvolgimento, diretto o indiretto'', dei paesi ex sovietici della Csi in un'eventuale guerra all'Iraq e sostenga invece la via di una soluzione politica in sede Onu.

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GAZA,UFFICIALE UCCISO,'RAPITO PRESSO CASA E GIUSTIZIAT0'
Nuovi particolari sono emersi sull'inquietante uccisione, avvenuta oggi a Gaza, del colonnello Rajeha Abu Lyhia dei reparti antisommossa della polizia palestinese. L'uomo, secondo fonti informate, e' stato rapito stamani poco dopo essere uscito da casa. I suoi rapitori (che avevano il volto coperto) lo hanno condotto ad un incrocio stradale a nord di Gaza, dove lo hanno ucciso sparandogli da distanza ravvicinata. Una jeep della polizia palestinese che si trovava per caso nelle vicinanze ha cercato di inseguirli. Poco dopo, in un cimitero di Gaza, la famiglia Akel (che ha rivendicato la paternita' della eliminazione dell'ufficiale) ha condotto una cerimonia funebre in memoria del loro congiunto Yussef Akel per sancire cosi' che la sua morte era stata vendicata. Proprio Abu Lyhia, secondo loro, aveva ordinato un anno fa la dispersione con la forza di una dimostrazione in cui Yussef Akel era rimasto ucciso.
Intanto da KHAN YUNIS si apprende che sono saliti a quindici i civili palestinesi rimasti uccisi la scorsa notte nella incursione israeliana a Khan Yunis (Gaza). Lo hanno detto all'Ansa fonti locali. Il pesante bilancio e' ancora provvisorio, ma secondo il direttore dell'ospedale dottor Mohammed Abu Dallal, la gran parte delle uccisiomni sono state provocate dal missile israeliano sparato sulla folla. Lo stesso ospedale che è stato anch'esso successivamente preso di mira dagli elicotteri e dai mezzi corazzati degli aggressori israeliani.
Intanto Da Mosca, il Ministero degli esteri russo ha oggi deplorato l'azione militare condotta nelle ultime ore dalle forze armate israeliane nella localita' palestinese di Khan Yunis, durante la quale sono stati uccisi numerosi civili palestinesi e successivamente e' stato colpito anche un ospedale. ''Sebbene Israele abbia motivato la sua condotta come una risposta a un attacco palestinese contro un'insediamento di coloni a Gaza, l'intensita' dell'operazione e l'uso di carri armati e dell'aviazione in un'area densamente popolata appaiono chiaramente non proporzionati'', si legge in una nota diffusa oggi dal ministero degli esteri di Mosca. ''La Russia - e' scritto nella stessa nota - esprime le sue condoglianze alle famiglie delle vittime palestinesi (di Khan Yunis) e manifesta la sua solidarieta' ai feriti''. E' una iniziativa rara questa di Mosca che entra a pieno titolo ad occuparsi della questione mediorientale.


ITALIA
Cresce la preoccupazione in molti ambienti in merito alle proposte di modifica della legge 180 sulla "salute mentale" che porta il nome di Basaglia. Stavolta è la Caritas ha esprimersi e lo fa affermando che "prima di riformarla, la Legge Basaglia sulla salute mentale andrebbe finalmente applicata". La Caritas esprime preoccupazione per la "patente di pericolosità sociale" dei malati mentali che la nuova proposta di legge n.174 dell'on. Burani Procaccini, ripristinerebbe come pericoloso sviluppo del controllo sociale. ''La prima osservazione che viene dalla lettura della rinnovata proposta di legge - spiega don Giancarlo Perego, responsabile dell'area nazionale di Caritas Italiana - e' che sembra dimenticare che la riforma psichiatrica - iniziata con la legge 180/78 e continuata, sul piano strutturale, con la legge 833/78 - attende ancora di essere applicata in modo completo, con l'attenzione ai parametri fissati e su tutto il territorio nazionale. Una seconda osservazione generale e' che la nuova proposta tende a punire e penalizzare le persone affette da patologia mentale, rifocalizzando l'attenzione sulla pericolosita' del malato, sulla necessita' della sua esclusione dal contesto di vita quotidiana ed elencando una serie di procedure di tipo giudiziale. Il paziente perde ogni possibilita' di autodeterminarsi: e' descritto sempre come 'oggetto' che altri rinchiudono, confinano per tempi lunghi, privano di diritti.




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ciao, apre salvo col G.R. delle 9,30

PALESTINA - ANCORA UN MASSACRO DI CIVILI PALESTINESI COMPIUTO DAL REGIME ISRAELIANO NELLA STRISCIA GAZA, UCCISI 10 PALESTINESI = Poco dopo la mezzanotte una ventina di carri armati, con l'appoggio di elicotteri, hanno compiuto un'incursione nel villaggio di al-Amal, a ovest del campo profughi di Khan Younis: il bilancio e' di dieci palestinesi morti e decine di altri feriti. L'inizio del raid e' stato accompagno dal lancio di un missile da un elicottero isrtaeliano contro una civile abitazione. L'incursione e' stata contrastata dal fuoco di militanti palestinesi che hanno dato battaglia. Come scusa per questo ennesimo eccidio le fonti militari israeliane hanno fornito quella consueta che militanti palestinesi avevano sparato contro un vicino insediamento di coloni.

"E' stata una notte terrificante", ha raccontato Mohammed Abu Moa'mmar, un ventiduenne di al-Amal, riunito con altri familiari in una stanza della sua casa mentre era ancora in corso l'offensiva israeliana, "I bambini piangevano, le donne urlavano. Sparavano da terra e dal cielo. Siamo rimasti insieme in questa stanza come se fossimo congelati". Decine di palestinesi hanno affollato l'ospedale di Khan Younis per avere notizie dei loro congiunti. Il dottor Dallal ha precisato che sono oltre ottanta i feriti ricoverati. Tra le persone rimaste vittime della battaglia vi e' anche una donna cinquantenne. L'operazione ha interessato anche l'abitato di Katiba, dove e' stato sparato il secondo missile sulla folla che si era riunita nei pressi di una moschea credendo che il raid israeliano fosse concluso.

Dopo il massacro, l'esercito israeliano ha pensato bene di dirigere l'aggressione anche contro l'ospedale palestinese di Khan Younis, mentre stavano affluendo i feriti causati dal fuoco degli israeliani ed almeno due persone sono rimaste ferite. Lo riferiscono testimoni. Il fuoco, secondo le fonti, ha colpito l'ospedale da tutte le parti, e i proiettili entravano dalle finestre e attraverso i muri. Le persone correvano in preda al panico cercando di evitare di essere colpite. Intanto l'esercito israeliano ha diffuso un comunicato in cui ha affermato le consuete menzogne rispetto al fatto che l'operazione ha consentito di smantellare "un'infrastruttura terroristica" del Movimento di resistenza islamica, Hamas.

BRASILE: PRESIDENZIALI, LULA E SERRA AL BALLOTTAGGIO (2)

  • - Brasilia, 7 ott. - 'Lula', che ieri ha compiuto 57 anni, per un soffio non ha centrato l'obiettivo della presidenza al primo turno. Il portavoce del suo partito, Andre Singer, ha ammesso l'inevitabilita' del ballottaggio. "Al secondo turno vinceremo", ha detto, "Lula e' comunque soddisfatto del risultato: 47% ed e' certo della vittoria". Il diretto rivale, Serra però non si scoraggia. "Si ricomincia daccapo. Da qui al ballottaggio dovremo spiegare meglio al Paese il nostro programma", ha detto dal suo quartier generale. Ma il voto inconcludente di ieri nelle presidenziali significa altre tre settimane di incertezza sui mercati finanziari che negli ultimi sei mesi hanno vissuto nella prospettiva di una vittoria dell'ex leader sindacale al suo quarto tentativo di conquistare la presidenza. "Dopo il 27 avremo tutti bisogno di una vacanza", ha detto Sandra Utsumi, capo econimista alla Bes Investimentos di San Paolo. Il processo elettorale nella quarta piu' grande democrazia al mondo -170 milioni di abitanti, di cui 50 milioni che vivono in miseria- e' stato seguito con estrema attenzione in tutta l'America Latina, cosi' come a Washington e a Wall Street dove una vittoria del candidato e' vista come un congedo dal modello di sviluppo economico di liberismo sfrenato, sostenuto dagli Stati Uniti. Per questo gli operatori finanziari newyorkesi preferirebbero Serra che porterebbe avanti la politica di centro-destra seguita dal presidente uscente Fernando Henrique Cardoso.

IRAQ: STASERA MESSAGGIO DI BUSH AL PAESE Washington, 7 ott. (Adnkronos) - Il Presidente Bush parlera' questa sera sull'Iraq in un messaggio al Paese da Cincinnati, nel Midwest. A quanto si apprende, egli puntera' a convincere gli scettici sulla necessita' di un'azione militare, ma non fornira' nuove prove sulla minaccia irachena

G.R. ore 13.00

AGGRESSIONE ALL'IRAQ: LA SITUAZIONE AD OGGI L'Iraq è disposto ad aprire le porte dei palazzi del presidente Saddam Hussein agli ispettori per il disarmo dell'Onu, ma non vuole che gli esperti guidati dallo svedese Hans Blix siano scortati da soldati occidentali. Lo ha dichiarato oggi alla rete televisiva Abc il rappresentante permanente iracheno presso le Nazioni Unite, Mohammed Alduri, il quale ha aggiunto che il paese potrebbe "fare in modo che le Nazioni Unite abbiano libero accesso" ai siti in questione, poiché l'obiettivo di Baghdad è di giungere a relazioni normali con gli Stati Uniti "molto rapidamente". Ancora una volta, Saddam sembra aver giocato d'anticipo, infatti, l'accesso ai palazzi presidenziali ha costituito sino ad oggi il nodo intorno al quale si sono sviluppate quasi tutte le controversie: le ultime ispezioni, terminate nel '98, si erano arenate proprio davanti al rifiuto iracheno di aprire i palazzi. Secondo Washington, proprio qui potrebbero essere nascoste le temute armi chimiche del dittatore, ma ora che il regime sembra aver cambiato idea, concedendo quella che è la maggiore apertura dall'inizio della crisi, il lavoro degli ispettori potrà dunque svolgersi senza restrizioni, proprio come chiedevano gli Usa. Riguardo agli sviluppi sul fronte della politica mediorientale c'è da segnalare il colloquio tenuto oggi al Cairo, tra il presidente siriano Bashar al Hassad e il capo dello Stato egiziano Hosni Mubarak, al termine del quale hanno reso pubblico un comunicato congiunto nel quale si dicono convinti della "necessità di rafforzare il fronte internazionale contro l'attacco". I due leader hanno anche invitato i responsabili di tutti i governi "ad affrontare la situazione con strumenti pacifici, così che gli abitanti della regione possano evitare l'orrore a cui potrebbero essere esposti". L'appello è stato indirettamente raccolto dal re giordano Abdullah, arrivato oggi nel Kuwait per colloqui con l'emiro Jaber al Ahmad al Sabah.

DA LONDRA intanto si ha notizia che un'eventuale azione militare contro l'Iraq per forzare un cambio di regime a Baghdad sarebbe illegale. E' questo, secondo quanto scrive oggi il quotidiano britannico 'Financial Times', il parere dato al premier Tony Blair dall'ufficio del procuratore generale del Paese. I procuratori generali Lord Goldsmith e Harriet Harman, scrive il giornale, hanno avvertito Downing Street che un'invasione dell'Iraq volta a rovesciare il presidente Saddam Hussein violerebbe le leggi internazionali. Il parere, commenta il 'Ft', mette Blair in una posizione potenzialmente impossibile nei confronti degli Stati Uniti, che continuano a premere per un cambio di regime in Iraq. Forse proprio alla luce dell'avviso di Lord Goldsmith e Harman, comunque, il premier britannico aveva sottolineato il mese scorso in Parlamento che la Gran Bretagna agira' sempre nel rispetto della legge internazionale

DA PARIGI, la Francia minimizza le divergenze sulla questione irachena all'interno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il ministro degli Esteri francese, Dominique de Villepin, ha sottolineato in un'intervista radiofonica che "e' in corso un dialogo con gli americani" e che con Washington "c'e' convergenza di intenti". Sostenuti da Londra, gli Stati Uniti stanno cercando di imporre al Consiglio la necessita' di giungere a una nuova sola risoluzione che prepari la strada a un intervento militare, ma Francia, Cina e Russia si oppongono a questa stategia e Parigi ha proposto che l'ipotesi di un intervento militare sia contemplata in una seconda risoluzione vincolata a un eventuale rifiuto di Saddam di collaborare con gli ispettori. "Crediamo di poter arrivare a qualcosa in tempi brevi - ha detto de Villepin - siamo dello stesso avviso, opposti alla proliferazione e convinti che serva agire in fretta. Secondo noi un approccio in due fasi permette di avere la necessaria legittimazione ed efficacia". Secondo il capo della diplomazia francese, "ogni decisioone dovrebbe essere presa in accordo con le altre parti coinvolte, in particolare la parte araba".

Anche RUSSIA e PAESI EX URSS, NESSUN SOSTEGNO A GUERRA A IRAQ VERTICE A CHISINAU APERTO OGGI - La crisi irachena e la prospettiva - sostenuta da Mosca - di una dichiarazione solenne di tutti i paesi ex sovietici contraria a un'eventuale guerra contro Baghdad sono oggi al centro del vertice dei capi di Stato della Comunita' degli Stati indipendenti (Csi). Il summit si e' aperto stamani a Chisinau (Moldavia) e i lavori sono entrati nel vivo con una riunione plenaria a parte chiuse. Sono rappresentate al massimo livello 11 delle 12 repubbliche (l'unica eccezione e' il Turkmenistan) che aderiscono alla Csi, l'organizzazione nata dalle ceneri dell'Urss. Tra i temi in agenda, spiccano quello della sicurezza collettiva, del coordinamento della lotta al terrorismo internazionale e al separatismo e la cooperazione economica. Si discutera' tuttavia soprattutto di questioni dell'attualita' internazionale - riferisce l'agenzia Itar-Tass citando il padrone di casa, il presidente moldavo Vladimir Voronin - con particolare riferimento alla crisi irachena, che ha fatto inevitabilmente irruzione nel vertice. Secondo fonti diplomatiche russe, Mosca mira a ottenere il consenso di tutti partner su un documento che escluda qualsiasi forma di coinvolgimento, diretto o indiretto, dei paesi ex sovietici della Csi in un'eventuale guerra all'Iraq e sostenga invece la via di una soluzione politica in sede Onu.

=========== GAZA,UFFICIALE UCCISO,'RAPITO PRESSO CASA E GIUSTIZIAT0' Nuovi particolari sono emersi sull'inquietante uccisione, avvenuta oggi a Gaza, del colonnello Rajeha Abu Lyhia dei reparti antisommossa della polizia palestinese. L'uomo, secondo fonti informate, e' stato rapito stamani poco dopo essere uscito da casa. I suoi rapitori (che avevano il volto coperto) lo hanno condotto ad un incrocio stradale a nord di Gaza, dove lo hanno ucciso sparandogli da distanza ravvicinata. Una jeep della polizia palestinese che si trovava per caso nelle vicinanze ha cercato di inseguirli. Poco dopo, in un cimitero di Gaza, la famiglia Akel (che ha rivendicato la paternita' della eliminazione dell'ufficiale) ha condotto una cerimonia funebre in memoria del loro congiunto Yussef Akel per sancire cosi' che la sua morte era stata vendicata. Proprio Abu Lyhia, secondo loro, aveva ordinato un anno fa la dispersione con la forza di una dimostrazione in cui Yussef Akel era rimasto ucciso. Intanto da KHAN YUNIS si apprende che sono saliti a quindici i civili palestinesi rimasti uccisi la scorsa notte nella incursione israeliana a Khan Yunis (Gaza). Lo hanno detto all'Ansa fonti locali. Il pesante bilancio e' ancora provvisorio, ma secondo il direttore dell'ospedale dottor Mohammed Abu Dallal, la gran parte delle uccisiomni sono state provocate dal missile israeliano sparato sulla folla. Lo stesso ospedale che è stato anch'esso successivamente preso di mira dagli elicotteri e dai mezzi corazzati degli aggressori israeliani. Intanto Da Mosca, il Ministero degli esteri russo ha oggi deplorato l'azione militare condotta nelle ultime ore dalle forze armate israeliane nella localita' palestinese di Khan Yunis, durante la quale sono stati uccisi numerosi civili palestinesi e successivamente e' stato colpito anche un ospedale. Sebbene Israele abbia motivato la sua condotta come una risposta a un attacco palestinese contro un'insediamento di coloni a Gaza, l'intensita' dell'operazione e l'uso di carri armati e dell'aviazione in un'area densamente popolata appaiono chiaramente non proporzionati, si legge in una nota diffusa oggi dal ministero degli esteri di Mosca. La Russia - e' scritto nella stessa nota - esprime le sue condoglianze alle famiglie delle vittime palestinesi (di Khan Yunis) e manifesta la sua solidarieta' ai feriti. E' una iniziativa rara questa di Mosca che entra a pieno titolo ad occuparsi della questione mediorientale.

ITALIA Cresce la preoccupazione in molti ambienti in merito alle proposte di modifica della legge 180 sulla "salute mentale" che porta il nome di Basaglia. Stavolta è la Caritas ha esprimersi e lo fa affermando che "prima di riformarla, la Legge Basaglia sulla salute mentale andrebbe finalmente applicata". La Caritas esprime preoccupazione per la "patente di pericolosità sociale" dei malati mentali che la nuova proposta di legge n.174 dell'on. Burani Procaccini, ripristinerebbe come pericoloso sviluppo del controllo sociale. La prima osservazione che viene dalla lettura della rinnovata proposta di legge - spiega don Giancarlo Perego, responsabile dell'area nazionale di Caritas Italiana - e' che sembra dimenticare che la riforma psichiatrica - iniziata con la legge 180/78 e continuata, sul piano strutturale, con la legge 833/78 - attende ancora di essere applicata in modo completo, con l'attenzione ai parametri fissati e su tutto il territorio nazionale. Una seconda osservazione generale e' che la nuova proposta tende a punire e penalizzare le persone affette da patologia mentale, rifocalizzando l'attenzione sulla pericolosita' del malato, sulla necessita' della sua esclusione dal contesto di vita quotidiana ed elencando una serie di procedure di tipo giudiziale. Il paziente perde ogni possibilita' di autodeterminarsi: e' descritto sempre come 'oggetto' che altri rinchiudono, confinano per tempi lunghi, privano di diritti.

gror071002 (last edited 2008-06-26 09:54:12 by anonymous)