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IRAQ: ALTRI DUE MARINES UCCISI; 3.817 I CADUTI USA

Altri due militari americani hanno perso la vita in due distinte operazioni in Iraq: lo ha reso noto il Comando Usa. Un marine e' stato ucciso ieri in combattimento nella provincia occidentale di al-Anbar, roccaforte della guerriglia e cuore del famigerato 'Triangolo Sunnita'. A venerdi' risale invece la morte di un soldato, rimasto gravemente ferito in scontri con i ribelli vicino a Baiji, 180 chilometri a nord di Baghdad, teatro oggi di un duplice attentato. Stando ai dati ufficiali, e' cosi' salito a non meno di 3.817, compresi sette dipendenti civili del Pentagono, il numero complessivo delle perdite subite dagli Stati Uniti nel Paese arabo dal marzo 2003, quando scatto' l'invasione per rovesciare il regime dittatoriale di Saddam Hussein. Identico il computo, ma con tre unita' ancora da confermare, pubblicato sul sito specializzato in Internet all'indirizzo www.icasualties.org. Secondo quest'ultima fonte, gli effettivi statunitensi morti dall'inizio di ottobre ammontano gia' a dieci, a 66 quelli periti in settembre: quest'ultimo e' stato il computo piu' pesante dall'agosto 2006, quando furono 65. Il totale mensile peggiore in assoluto rimane quello del novembre 2004, all'epoca della battaglia di Falluja, con 137 soldati uccisi; seguono l'aprile dello stesso anno, con 135, e il maggio scorso con 126.

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[#appunti Appunti e note redazionali]

[:RorFonti: Fonti]

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

IRAQ:12 MORTI E OLTRE 60 FERITI PER 4 ATTENTATI A BAGHDAD

E' di almeno dodici morti e 65 feriti il bilancio globale di quattro distinti attacchi dinamitardi avvenuti in giornata in diverse zone di Baghdad, e quasi tutti realizzati con la tecnica dell'auto-bomba. Lo hanno riferito fonti del ministero della Difesa irachena, secondo cui l'attentato piu' grave e' stato compiuto nella centralissima piazza al-Khoulani, dove e' saltata in aria una vettura imbottita di esplosivo: otto i morti, compresi donne e bambini, e non meno di 35 i feriti. le altre esplisioni si sopno registrate nel sobborgo settentrionale di al-Shaab, nel quartiere sud-orientale di al-Zafaraniyah e infine in quello di al-Binouk, che si estende nella parte est della citta', a ridosso della baraccopoli sciita di Sadr City, roccaforte nella capitale dei segiaci dell'imam radicale Moqtada al-sadr. In precedenza era stato colpito dallo scoppio di due bombe il ponte di Diyala, piu' volte preso di mira in passato, ma senza conseguenze per i passanti; la struttura e' essenziale per garantire i collegamenti stradali tra la capitale e l'Iraq settentrionale.

IRAQ: BAGHDAD, GUARDIE PRIVATE SPARANO E UCCIDONO 2 DONNE

Guardie private ancora sotto accusa in Iraq: due contractor stranieri hanno ucciso due donne nel centro di Baghdad senza che apparentemente l'attacco fosse giustificato. La sparatoria e' avvenuta nel quartiere di Karrada e nello stesso giorno in cui il governo iracheno ha chiesto all'americana Blackwater un risarcimento astronomico per la sparatoria di tre settimane fa costata la vita a 17 persone. L'incidente di oggi e' accaduto nel crocevia di Masbar, considerato una delle zone piu' sicure della capitale. Una portavoce dell'ambasciata americana, Mirembe Nantongo, si e' affrettata a dire che la missione diplomatica Usa non e' coinvolta nell'accaduto. Secondo i testimoni, la scorta di un convoglio civile che attraversava Karrada ha fatto segno alla conducente di una Oldsmobile bianca di lasciar passare e quando la donna non ha obbedito, ha aperto il fuoco. Lei e un'altra donna che viaggiava sul sedile del passeggero sono rimaste uccise da colpi alla testa, mentre due bambini che erano sul sedile posteriore sono rimasti illesi. Sull'auto sono stati contati 40 fori di proiettile. Appena 24 ore prima dell'incidente, il ministero dell'Interno aveva annunciato regole piu' stringenti per le guardie private. Le autorita' irachene chiedono che la Blackwater paghi 8 milioni di dollari alla famiglia di ciascuna delle vittime. Si tratta degli stessi criteri adottati dalla Libia per risarcire le famiglie delle vittime dell'attentato del 1988 a Lockerbie.

IRAQ: ALTRI DUE MARINES UCCISI; 3.817 I CADUTI USA

Altri due militari americani hanno perso la vita in due distinte operazioni in Iraq: lo ha reso noto il Comando Usa. Un marine e' stato ucciso ieri in combattimento nella provincia occidentale di al-Anbar, roccaforte della guerriglia e cuore del famigerato 'Triangolo Sunnita'. A venerdi' risale invece la morte di un soldato, rimasto gravemente ferito in scontri con i ribelli vicino a Baiji, 180 chilometri a nord di Baghdad, teatro oggi di un duplice attentato. Stando ai dati ufficiali, e' cosi' salito a non meno di 3.817, compresi sette dipendenti civili del Pentagono, il numero complessivo delle perdite subite dagli Stati Uniti nel Paese arabo dal marzo 2003, quando scatto' l'invasione per rovesciare il regime dittatoriale di Saddam Hussein. Identico il computo, ma con tre unita' ancora da confermare, pubblicato sul sito specializzato in Internet all'indirizzo www.icasualties.org. Secondo quest'ultima fonte, gli effettivi statunitensi morti dall'inizio di ottobre ammontano gia' a dieci, a 66 quelli periti in settembre: quest'ultimo e' stato il computo piu' pesante dall'agosto 2006, quando furono 65. Il totale mensile peggiore in assoluto rimane quello del novembre 2004, all'epoca della battaglia di Falluja, con 137 soldati uccisi; seguono l'aprile dello stesso anno, con 135, e il maggio scorso con 126.

(www.repubblica.it)

ITALIA

  • URANIO: PARISI, 255 MILITARI MALATI DI TUMORE, 37 MORTI

Sono 255 i militari italiani impegnati all'estero - nel Balcani, in Afghanistan, il Iraq e il Libano, dal 1996 al 2006 -, che hanno accusato malattie tumorali. Di questi 37 sono morti. Si tratta di 161 militari dell'Esercito, 47 della Marina, 26 dell'Aeronautica, 21 dei Carabinieri. E' quanto ha riferito il ministro della Difesa, Arturo Parisi, alla commissione Uranio impoverito del Senato. Nello stesso periodo, ha detto Parisi, hanno riscontrato malattie tumorali 1.427 militari che non sono mai stati impiegati nelle missioni all'estero.

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

Scoppio in una fabbrica vicino Roma

Una esplosione si e' verificata all'interno della fabbrica inglese di armamenti leggeri, Simmel Difesa, di Colleferro, vicino a Roma. Quattordici persone sono rimaste ferite e un operaio di 35 anni ha perso la vita. Una breve corrispondenza da Colleferro, sull'accaduto e sulla Simmel Difesa.

http://italy2.peacelink.org/disarmo/articles/art_20358.html

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Gran Bretagna: ddl contro l'odio verso le persone omosessuali

Jack Straw, ministro della giustizia britannico, ha annunciato un disegno di legge per tutelare le persone omosessuali dall'incitamento all'odio. Ben Summerskill, responsabile dell'organizzazione Stonewall per la difesa dei diritti gay, ha apprezzato i propositi del governo. Qualcuno sostiene, pero', con affermazione opinabile, che il progetto rischi di innescare “le proteste dei difensori della liberta' di espressione”. Un portavoce ha, pertanto, assicurato che la legge “non impedira' critiche, ma solo gli atti che incitano all'odio contro gli omosessuali”.

Argentina: sacerdote alla sbarra per crimini durante la dittatura

La pubblica accusa ha chiesto la pena dell’ergastolo per l’ex-cappellano della polizia ‘Bonaerense’ Christian Von Wernich, accusato di violazioni dei diritti umani durante l’ultima dittatura (1976-’83), il primo sacerdote chiamato a rispondere di crimini commessi negli anni del regime militare di fronte a una corte argentina. Von Wermich, 69 anni, è chiamato a rispondere di sette omicidi, 31 casi di tortura e 42 sequestri commessi in cinque centri di detenzione clandestini allestiti nella vasta provincia di Buenos Aires. Il verdetto è atteso per oggi.

Slitta incontro Chavez-Tirofijo

Slitterà di “almeno un mese”, secondo la senatrice colombiana Piedad Córdoba, l’atteso incontro tra il presidente venezuelano Hugo Chávez e il capo storico e fondatore della guerriglia colombiana delle Farc Manuel ‘Tirofijo’ Marulanda per tentare di trovare un accordo che consenta il rilascio dei ‘prigionieri politici’ in mano al gruppo armato. Secondo Córdoba, incaricata dal governo di Bogotá di facilitare i colloqui tra le parti,le Farc ritengono che al momento non esistano ancora le condizioni minime di sicurezza per l’incontro, già previsto per ieri, ma infine rinviato.

Brasile La commisione per i diritti umani dello stato di Sao Paulo ha pubblicato una inchiesta sulle condizioni di lavoro nel ciclo della canna da zucchero. Negli ultimi tre anni risulta un incremento sostanziale degli incidenti anche mortali di questi lavoratori, specie dopo l’impulso dato a livello internazionale nella produzione di etanolo di cui il Brasile è il più grande produttore al mondo. Nel 2005, solo nelle fabbriche che producono etanolo ci sono stati 415 morti e nei primi sei mesi di quest’anno i morti sono già 260. L’aumento della produzione di etanolo a fini di esportazione verso gli Usa, ha richiamato nello stato di San Paulo tantissimi immigrati che vengono impiegati nel taglio e raccolta della canna che si effettua ancora a mano per oltre il 60% della produzione. I salari non superano gli 80-100 dollari al mese.

Iraq L’organizzazione mondiale della sanità ha confermato la presenza di colera in Irak. Secondo l’agenzia Associated Press del 6 ottobre, i casi finora accertati dal OMS sarebbero 3315, a fronte di circa 30.000 casi di diarrea acuta che, se non curata adeguatamente, potrebbe far scatenare una vera e propria epidemia.

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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Appunti e note redazionali

http://it.geocities.com/antirepressione/italia/cervantes.html

  • Con enorme piacere siamo lieti di comunicare che, proprio poche ore fa, è stata emessa la Sentenza di Appello nell’ambito del processo a carico di alcuni compagni anarchici inquisiti nell’Operazione Cervantes.
  • TUTTI ASSOLTI dalle accuse, per le quali erano stati invece precedentemente condannati in primo grado.

Per chi avesse la memoria corta, ricordo che l’Operazione Cervantes, avviata il 27 luglio 2004, secondo disposizione emessa dai sostituti procuratori Vitello e De Falco della Procura di Roma, fu l´ennesima operazione repressiva nei confronti del movimento anarchico. Un centinaio le persone perquisite, di cui 34 indagate per "associazione sovversiva, terrorismo ed eversione dell'ordine democratico" (270/270bis). Le indagini erano finalizzate all'individuazione degli autori degli attentati all'istituto Cervantes di Roma (Giugno ’03), alla caserma dei carabinieri di Via s.Siricio a Roma, in cui perse due falangi il maresciallo Sindona (Novembre ’03) e al tribunale di Viterbo (Gennaio ’04). Ebbe inizio così un’inchiesta dalle proporzioni gigantesche. Intercettazioni telefoniche e ambientali dal contenuto irrisorio parvero allora sufficienti a convalidarla, al fine di confermare l´ipotesi, già avanzata in precedenza dall'adesso procuratore generale Antonio Marini, dell'esistenza di un'organizzazione basata su 2 livelli, uno pubblico l'altro clandestino, e di condannare un numero illimitato di persone per il reato di associazione sovversiva. Così, dietro un´operazione di vasta scala, "giustificata" con l´indagine sull'invio dei plichi esplosivi, si palesava in realtà ancora una volta l´intenzione dello Stato di reprimere il movimento anarchico in tutte le sue espressioni, nonché di proseguire nell’ambito progetto di estirpazione di qualsiasi tendenza conflittuale nella società e di annientamento di ogni volontà di radicale cambiamento sociale. Per questa inchiesta furono rinviati a giudizio e rinchiusi in galera 9 compagni. Il processo iniziò nel settembre del 2005 e si concluse nel febbraio 2006, con l’emissione della sentenza di primo grado: la Corte escluse per tutti l'associazione sovversiva, e decretò 6 assoluzioni totali, ma anche la condanna di 3 compagni per episodi specifici. Oggi, 8 febbraio 2007, la Sentenza di Appello ha decretato che anche questi ultimi debbano essere assolti dalle pesanti accuse.

Un saluto alla libertà ritrovata.

http://www.tusciaweb.it/notizie/2007/ottobre/7_11carabinierii.htm

30/11 ROMA, PRESENZA IN AULA E PRESIDIO PER PROCESSO "OPERAZIONE CERVANTES"

Il 27 luglio 2004 agenti di Ros e DIGOS irrompono nelle abitazioni di circa un centinaio di anarchici e anarchiche in varie regioni d'Italia e in Sardegna, notificando un numero imprecisato di avvisi di garanzia per associazione sovversiva con finalità di terrorismo (articoli 270 e 270 bis c.p.), identificata nella Federazione Anarchica Informale. I nostri compagni Titto, Simone, Tombolino e Sergio vengono arrestati, oltre che per il reato associativo, con accuse specifiche che riguardano vari e differenti attacchi contro il dominio. Il 26 maggio 2005 lo stato compie un ulteriore giro di vite, rendendo esecutive altre 5 custodie cautelari firmate dallo stesso giudice, che emette anche una ventina di avvisi di garanzia. Massimo, Stefano, Valentina, Danilo e Claudia vengono tradotti in varie prigioni statali. Si tratta dell'"Operazione Cervantes". Architettata da ROS e DIGOS, voluta dal Ministro degli Interni Pisanu e affidata al pool romano dell'antiterrorismo con i pm Vitello, De Falco e Capaldo, coordinati da Ionta, si inserisce in un contesto repressivo che la vede affiancata da numerose altre indagini e conseguenti arresti su tutto il territorio dello stato italiano. Oltre a quella di Roma differenti procure, nello specifico delle città di Lecce, Cagliari, Bologna e ultimamente Firenze decretano l'esistenza di altrettante associazioni sovversive operanti sui territori di propria pertinenza: tutte riconducibili alla Federazione Anarchica Informale. A questo elenco vanno aggiunte le perquisizioni, gli arresti e gli avvisi di garanzia per associazione sovversiva ordinati dalla procura di Pisa e confluiti nell'imminente processo che avrà inizio il prossimo 5 dicembre. Lo scorso 26 settembre la gup di Roma Ciriaco ha disposto il rinvio a giudizio per gli 8 tra compagni e compagne ancora detenuti e per Sergio, a cui alcuni mesi prima erano già stati dati i domiciliari, poi tramutati in obbligo di firma giornaliero e obbligo di dimora nel comune di Roma (misura in seguito revocata).

Lo stato sguinzaglia i propri apparati repressivi perseguendo e imprigionando gli individui in conflitto con l'ordine vigente, chiamando allo stesso tempo alle armi il proprio apparato mediatico per celebrarne e giustificarne l'operato in nome della "guerra al terrorismo". In questa fase di crisi lo stato di belligeranza è ormai dichiarato esplicitamente: l'imposizione di una condizione di terrore permanente, la creazione di un generalizzato "complesso dell'assedio" legittima qualsiasi mezzo di controllo sociale con il fine di stanare ed eliminare i nemici interni ed esterni, rendendo allo stesso tempo accettabile la prospettiva di una mera sopravvivenza come unica aspirazione esistenziale. Oggi più che mai la guerra è lo spauracchio evocato per compattare il fronte interno sull'imperativo di una sicurezza che altro non è se non la difesa militare dello stato di cose attuale, nonché per inibire e stroncare sul nascere ogni manifestazione della crescente e diffusa insofferenza a questo ordine di sfruttamento e coercizione. Oltre ai facilmente individuabili soggetti sovversivi l'offensiva poliziesco-giudiziaria investe ormai ogni forma di disturbo ai sempre più precari equilibri socio-economici: dalla detenzione e deportazione su vasta scala dei migranti alla criminalizzazione e repressione sistematica degli scioperi non concertati e delle lotte in difesa del territorio dalla devastazione industriale, passando per l'intensificazione degli sgomberi di case e campi nomadi. L'attacco repressivo sferrato contro gli anarchici, oltre che a tentare di chiudere i conti con una realtà in conflitto permanente con tutte le manifestazioni del dominio, ha il chiaro scopo di fungere da deterrente per tutti gli sfruttati che avrebbero sempre più motivi per insorgere e di terrorizzare con l'esemplarità del castigo ogni potenziale oppositore. In questo scenario avrà inizio il 30 novembre il processo ai nostri compagni e alle nostre compagne: rompere l'isolamento loro imposto significa portare fuori dalle sbarre le istanze di rivolta che attraverso la loro detenzione qualcuno vorrebbe sradicare ed annientare, quelle istanze che ancora minacciano di contagiare strati sempre più ampi di questa società terminale.

La solidarietà tra chi si ribella, nella varietà delle sue manifestazioni, è un'arma capace di far cambiare di campo la paura.

IL 30 NOVEMBRE SAREMO IN AULA PER FAR SENTIRE QUELLA STESSA SOLIDARIETA' AI NOSTRI COMPAGNI E ALLE NOSTRE COMPAGNE.

ROS

Anche se il ROS ha una origine recente, la struttura anticrimine dell'Arma, nella sua genesi e nei compiti assegnati, rappresenta l'evoluzione ininterrotta di una cultura del contrasto alla criminalità organizzata che trae origine dalla lotta al terrorismo.

I suoi principali compiti sono: contrasto alla criminalità organizzata, all'eversione ed al terrorismo interno ed internazionale, mediante l'analisi e il raccordo informativo, nonché il supporto tecnico-logistico alle attività investigative.

http://www.tmcrew.org/movime/@@@/2lovecc.htm

Servizi audio della giornata


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gror071009 (last edited 2008-06-26 09:54:11 by anonymous)