Differences between revisions 2 and 3
Revision 2 as of 2007-12-18 08:48:19
Size: 1246
Editor: anonymous
Comment:
Revision 3 as of 2007-12-18 09:42:37
Size: 4948
Editor: anonymous
Comment:
Deletions are marked like this. Additions are marked like this.
Line 26: Line 26:

'''Di lavoro si muore perchè di precarietà si vive'''
 
La strage alla ThyssenKrupp di Torino non è nulla di diverso dalle
quotidiane giornate scandite nel nostro paese da almeno quattro morti
sul lavoro: in agricoltura, nei cantieri edili, nelle fabbriche, nei
servizi alla persona e alle imprese. A questi numeri si devono
aggiungere gli infortuni e gli incidenti gravi ai danni dei
lavoratori in nero e dei migranti. Per evidenziare la portata del
fenomeno delle morti sul lavoro l’Eurispes ci consegna queste cifre:
dall’aprile del 2003 (anno di inizio della 2° Guerra del Golfo)
all’aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita
durante le operazioni belliche sono stati 3.520. I morti sul lavoro
in Italia dal 2003 all’ottobre del 2006 sono stati 5.252.
Freddi numeri dietro ai quali però ci sono delle persone che non
possono essere messe in paragone con i militari in guerra. Chi esce
di casa la mattina per andare a lavorare non è consapevole che
potrebbe non tornare a casa, non ha firmato un contratto il cui
progetto prevede la morte. Se muore, non viene considerato un eroe ma
un’anonima morte bianca.
Noi, invece, li chiamiamo omicidi. Veri e propri crimini perpetrati e
preventivati. Logica e diretta conseguenza della concorrenza
capitalistica come si è sviluppata in questi anni, basata tutta su
una competitività esasperata e ricercata sui bassi costi (che creano
appalti al massimo ribasso) e sull’assenza d’investimenti
“improduttivi” (così qualcuno giudica le spesa sulla sicurezza). La
maggior parte delle volte gli ispettori del lavoro (e RLS) anzichè
controllare le aziende diventano loro consulenti. Questo processo di
precarizzazione lavorativa e di vita in atto in Italia ormai da
diversi anni che ci constringe a ore interminabili di straordinari,
al lavoro notturno piuttosto che ad accettare lavori e contratti di
merda con tempi e ritmi inumani che non ci fanno percepire i livelli
di rischio costanti. E allora veloce ci chiedono di andare sempre più
veloce e noi non riusciamo a fermarci! Questo perchè neanche la
produzione si deve fermare, mai!
 
  Ma il 10 dicembre a Torino una grande manifestazione in solidarietà
delle vittime della ThyssenKrupp ha fischiato la dirigenza sindacale
e istituzionale, il padre del più giovane degli operai morti
nell’acciaieria, sommessamente urlava, diretto ai padroni, “prima o
poi, brucerete anche voi”.
Vogliamo essere al fianco di questi operai e di tutte e tutti quelli
che muoiono ogni giorno ma vengono presto dimenticati dai media.
 
Il comitato nomortilavoro.noblogs.org da appuntamento alle ore 17 il
18 dicembre al Colosseo per dire basta a personaggi come Veltroni e i
sindacati confederali che vogliono fare fiaccolate ed accendere il
Colosseo in ricordo dei morti di Torino.
Il Colosseo dovrebbe essere acceso ogni volta che viene evitata una
pena capitale. In quest’occasione invece il governo e il partito del
sindaco di Roma non hanno fatto niente per evitare che la
precarizzazione portasse ancora a morire sui posti di lavoro.Non
fanno niente per evitare che gli infortuni e i morti vengano previsti
nei preventivi delle grandi e medie imprese, così come la routine dei
piccoli imprenditori edili è quella di abbandonare davanti agli
ospedali operai rumeni infortunati. Saremmo li martedi per
denunciare la loro ipocrisia e per portare il nostro totem dove
verranno attaccati dei chiodi in ricordo delle ultime 100 morti di
quest’anno.
 
Nomortilavoro.noblogs.org
nomortilavoro@autistici.org

Anchor(top)

[:rorinterattiva: Home page Ror interattiva]

[#appunti Appunti e note redazionali]

[:RorFonti: Fonti]

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Di lavoro si muore perchè di precarietà si vive

La strage alla ThyssenKrupp di Torino non è nulla di diverso dalle quotidiane giornate scandite nel nostro paese da almeno quattro morti sul lavoro: in agricoltura, nei cantieri edili, nelle fabbriche, nei servizi alla persona e alle imprese. A questi numeri si devono aggiungere gli infortuni e gli incidenti gravi ai danni dei lavoratori in nero e dei migranti. Per evidenziare la portata del fenomeno delle morti sul lavoro l’Eurispes ci consegna queste cifre: dall’aprile del 2003 (anno di inizio della 2° Guerra del Golfo) all’aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita durante le operazioni belliche sono stati 3.520. I morti sul lavoro in Italia dal 2003 all’ottobre del 2006 sono stati 5.252. Freddi numeri dietro ai quali però ci sono delle persone che non possono essere messe in paragone con i militari in guerra. Chi esce di casa la mattina per andare a lavorare non è consapevole che potrebbe non tornare a casa, non ha firmato un contratto il cui progetto prevede la morte. Se muore, non viene considerato un eroe ma un’anonima morte bianca. Noi, invece, li chiamiamo omicidi. Veri e propri crimini perpetrati e preventivati. Logica e diretta conseguenza della concorrenza capitalistica come si è sviluppata in questi anni, basata tutta su una competitività esasperata e ricercata sui bassi costi (che creano appalti al massimo ribasso) e sull’assenza d’investimenti “improduttivi” (così qualcuno giudica le spesa sulla sicurezza). La maggior parte delle volte gli ispettori del lavoro (e RLS) anzichè controllare le aziende diventano loro consulenti. Questo processo di precarizzazione lavorativa e di vita in atto in Italia ormai da diversi anni che ci constringe a ore interminabili di straordinari, al lavoro notturno piuttosto che ad accettare lavori e contratti di merda con tempi e ritmi inumani che non ci fanno percepire i livelli di rischio costanti. E allora veloce ci chiedono di andare sempre più veloce e noi non riusciamo a fermarci! Questo perchè neanche la produzione si deve fermare, mai!

  • Ma il 10 dicembre a Torino una grande manifestazione in solidarietà

delle vittime della ThyssenKrupp ha fischiato la dirigenza sindacale e istituzionale, il padre del più giovane degli operai morti nell’acciaieria, sommessamente urlava, diretto ai padroni, “prima o poi, brucerete anche voi”. Vogliamo essere al fianco di questi operai e di tutte e tutti quelli che muoiono ogni giorno ma vengono presto dimenticati dai media.

Il comitato nomortilavoro.noblogs.org da appuntamento alle ore 17 il 18 dicembre al Colosseo per dire basta a personaggi come Veltroni e i sindacati confederali che vogliono fare fiaccolate ed accendere il Colosseo in ricordo dei morti di Torino. Il Colosseo dovrebbe essere acceso ogni volta che viene evitata una pena capitale. In quest’occasione invece il governo e il partito del sindaco di Roma non hanno fatto niente per evitare che la precarizzazione portasse ancora a morire sui posti di lavoro.Non fanno niente per evitare che gli infortuni e i morti vengano previsti nei preventivi delle grandi e medie imprese, così come la routine dei piccoli imprenditori edili è quella di abbandonare davanti agli ospedali operai rumeni infortunati. Saremmo li martedi per denunciare la loro ipocrisia e per portare il nostro totem dove verranno attaccati dei chiodi in ricordo delle ultime 100 morti di quest’anno.

Nomortilavoro.noblogs.org nomortilavoro@autistici.org

Siti utili

http://www.globalproject.info/news-it.html

http://www.censurato.splinder.com/

www.informa-azione.info


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Anchor(appunti)

Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


[#top Torna a inizio pagina]

gror071218 (last edited 2008-06-26 09:55:05 by anonymous)