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Kenya: più di 100 morti negli scontri

Si aggrava il bilancio delle vittime in Kenya a seguito degli scontri avvenuti domenica dopo la proclamazione a presidente di Mwai Kibaki, capo di Stato uscente.

Sono infatti 46 solo i morti accatastati nella morgue di Kisumu nel sud-ovest del Paese. Molte delle vittime sono state provocate dalla dura reazione della polizia che ha anche sparato sulla folla. A Kisumu è stato proclamato il coprifuoco, ma si pensa che lo stato di emergenza possa essere proclamato presto in tutto il Paese. La polizia ha comunicato all'agenzia Associated Press di aver avuto l'ordine di sparare per uccidere per impedire i disordini.

BILANCIO - Incidenti violentissimi erano scoppiati già al momento della proclamazione di Kibaki a presidente, vittoria respinta dalll'avversario Odinga come «inaccettabile frode» che «potrebbe gettare il Paese nel caos». A Kisumu c'erano già stati disordini con morti il giorno precedente; e le vittime sono probabilmente più delle 46 presenti nell'obitorio. Almeno una quindicina i morti in altre città della stessa area. Violentissimi incidenti, inoltre, anche negli slums di Nairobi dove ci sarebbero stati finora almeno 40 morti. La polizia ha proibito la manifestazione prevista per oggi in un grande Parco della capitale, in cui avrebbe si sarebbe dovuto proclamare Odinga «presidente del popolo». «Chiunque tenterà di dar vita a tale iniziativa, o di parteciparvi sarà tratto in arresto», è stato specificato dalle autorità, mentre il parco, dall'alba, è stato circondato dalle forze dell'ordine. Proibite anche le trasmissioni radiotelevisive in diretta. La tensione è molto forte, i pochi negozi aperti a Nairobi sono pieni di gente che fa incetta tutto il possibile.

Pakistan verso il rinvio delle elezioni.

La Commissione elettorale pachistana deciderà domani sul rinvio o meno delle elezioni in programma per l'8 gennaio prossimo. Da Islamabad, intanto, rimbalzano voci di un rinvio "di almeno quattro settimane se non più", secondo una fonte governativa che ha chiesto l'anonimato all'agenzia Afp. La Commissione elettorale ha "raccomandato" al governo il rivio di alcune settimane.

Oltre una quarantina di uffici elettorali sono stati distrutti dalla folla infuriata soltanto nella provincia meridionale pakistana del Sindh, roccaforte politica dell'ex premier Benazir Bhutto, nei tumulti seguiti all'assassinio della leader dell'opposizione, morta giovedi' in un attentato al termine di un comizio a Rawalpindi.

Ieri il Pml-Q, la Lega Musulmana del Pakistan-Frazione 'Qaid i-Azam' guidata dal presidente Pervez Musharaf, aveva annunciato la sospensone della campagna, ipotizzando un rinvio del voto di "dieci-dodici settimane".

Il partito di Benazir Bhutto, però, anche oggi si è detto contrario al rinvio delle elezioni. Il partito dell'ex primo ministro pachistano Nawaz Sharif, schierato all'opposizione, ha detto invece di ritenere "accettabile" un "leggero rinvio" delle elezioni.

Attacco dei talebani nel sud dell'Afghanistan, uccisi 16 poliziotti

Sedici agenti di polizia afgani sono rimasti uccisi in un attentato dei talebani nel sud dell'Afghanistan. Lo ha reso noto il ministero dell'Interno di Kabul.

Un commando talebano ha attaccato un checkpoint della polizia nel distretto di Maywand, nella provincia di Kandahar.

"Non abbiamo ancora trovato i cadaveri, ma la polizia di Kandahar ha lanciato una vasta operazione di ricerca", ha reso noto lo stesso ministero.

L'attacco è stato rivendicato da un portavoce dei talebani.

Usa: Guantanamo; morto quinto detenuto, era malato di cancro

Gli Stati Uniti hanno annunciato la morte a Guantanamo di un detenuto catturato quasi cinque anni fa in Afghanistan.

Abdul Razzak, 68 anni, era malato da tempo di cancro al colon ed era stato sottoposto a chemioterapia. Era stato catturato in Afghanistan e trasferito a Guantanamo nel gennaio 2003.

Razzak è il quinto detenuto a morire a Guantanamo. Nei casi precedenti si era sempre trattato di suicidio.

ITALIA

Allarme rifiuti, roghi e proteste nel napoletano. Si teme per i botti di stanotte

Ancora roghi e proteste nel Napoletano. Mentre aumentano sempre di più i cumuli di rifiuti che vengono dati alle fiamme, i cittadini, a Pianura, quartiere della periferia di Napoli, bloccano ancora la strada di accesso alla discarica Pisani, che non vogliono far riaprire, e i binari della linea circumflegrea che collega la città con il litorale domizio.

La notte scorsa sono stati oltre sessanta gli interventi dei Vigili del fuoco: Sant'Antimo, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia ma anche Cercola, Afragola, i quartieri della periferia di Napoli le aree più colpite. Cumuli che in molte aree del Napoletano si sta provvedendo a bagnare per evitare che, soprattutto stanotte, in occasione dei botti di Capodanno, possano prendere fuoco e sprigionare, così, diossina.

Tantissime anche le segnalazioni arrivate ai vigili del fuoco da parte di cittadini esasperati dai grossi cumuli, mini-discariche, che ormai bloccano gli ingressi delle abitazioni e intere strade. Intanto non cessa la protesta a Pianura, dove i cittadini temono che dopo circa dieci anni venga riaperta la discarica, mentre c'e' attesa, a Giugliano, per la chiusura definitiva del sito di stoccaggio di Taverna del Re.

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