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Afghanistan: soldato britannico ucciso nel sud

LONDRA/KABUL - Un soldato britannico è rimasto ucciso, e un altro ferito, in un'esplosione avvenuta mentre erano di pattuglia, oggi, nel sud dell'Afghanistan. Lo ha annunciato il ministero della difesa britannico in un comunicato. La notizia è stata confermata anche dalla Forza di sicurezza internazionale (Isaf).

Circa 40 commando dei Royal Marines, ha precisato il ministero, stavano compiendo un "pattugliamento di sensibilizzazione" nella provincia di Helmand, una di quelle dove più attivi sono gli insorti taleban, quando sono stati investiti dall'esplosione. Sale così a 17 il bilancio dei militari stranieri morti in Afghanistan dall'inizio dell'anno. Il numero dei soldati britannici morti in Afghanistan dal 2001 sale a 89. Il Regno Unito ha circa 7'800 uomini nel paese asiatico, in maggioranza dispiegati nella turbolenta provincia di Helmand.

L'Isaf ha anche annunciato che due importanti leader Taleban sono stati uccisi in un'operazione congiunta delle truppe della Forza internazionale e dei militari afghani, il 18 febbraio, nella provincia meridionale di Helmand, roccaforte della ribellione. I taleban "hanno subito un altro brutto colpo", afferma in un comunicato il generale Carlos Branco, portavoce dell'Isaf. I due leader taleban sono il Mullah Abdul Matin e il Mullah Karim Agha, responsabili di numerosi attacchi contro Isaf e forze afghane a Helmand, aggiunge il comunicato. Non ci sono notizie di vittime

civili nell'operazione, afferma la nota.

‘DESAPARECIDOS’: FIGLIA 'RUBATA' CITA IN GIUDIZIO GENITORI ADOTTIVI

Un caso giudiziario inedito nella storia argentina domina le pagine dei quotidiani: per la prima volta la figlia di una coppia di ‘desaparecidos’, sottratta alla nascita alla madre, ha deciso di citare in giudizio il militare che la sequestrò e i genitori adottivi che la crebbero fino al 2000, prima che fosse accertata la sua vera identità. María Eugenia Sampallo Barragán, oggi 30 anni, si è presentata ieri al processo contro l’ex-capitano dell’esercito Enrique Berthier e la coppia formata da Osvaldo Rivas e María Cristina Gómez Pinto, accusati di sottrazione di minore e falsificazione dei documenti di identità. “La querelante ha preso atto che i suoi genitori adottivi non sono pentiti e non hanno mai rivelato quanto accadde, per quello ha deciso di denunciarli” ha precisato ai giornalisti Tomás Ojea Quintana, avvocato delle ‘Nonne di Plaza de Mayo’, che rappresenta la donna. La prima udienza si è chiusa con la presentazione dei capi d’accusa senza interventi degli imputati; il processo riprenderà oggi con la deposizione della querelante. Il 6 dicembre 1977 gli agenti del regime prelevarono dalla loro casa di Buenos Aires Mirta Mabel Barragán, incinta di sei mesi, e Leonardo Rubén Sampallo, con il loro bambino di tre anni; quest’ultimo venne consegnato il 30 dicembre successivo al nonno paterno ma non si seppe più nulla dei rapiti. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, appena nata María Eugenia fu portata ai genitori adottivi da Berthier, conosciuto anche come ‘il repressore di El Vesubio’, il centro di detenzione clandestino di La Tablada. Fu la stessa María Eugenia a rivolgersi otto anni fa alla Commissione nazionale per il diritto all’identità (Conadi) per chiedere il test del Dna con cui si accertò che era figlia di Barragán e Sampallo.

DITTATURA: EX-MINISTRO ARRESTATO PER SEQUESTRO DI PERSONA

L’ex-ministro dell’Interno e generale a riposo Albano Harguindeguy, in carica ai tempi della dittatura militare argentina, è stato arrestato con l’accusa di sequestro di persona; fonti della magistratura, precisano che Harguindeguy, 81 anni, è stato scortato dall’esercito nel tribunale di Buenos Aires, in ottemperanza a un mandato di arresto emesso il giorno prima. La corte ha deciso di concedere all’imputato gli arresti domiciliari in attesa di giudizio in considerazione della sua età. L’ex-ministro è accusato di aver fatto arrestare nel 1976, su ordine dell’allora dittatore Jorge Rafael Videla, l’imprenditore tessile Federico Gutheim e suo figlio Miguel per costringerli a sottoscrivere un accordo commerciale di esportazione con un'azienda di Hong Kong. Il caso è stato riaperto nel 2006 e vede imputati anche l’ex-dittatore Videla e l’allora ministro dell’economia José Alfredo Martinez de Hoz.

Colombia: Kouchner, Farc propongono liberare altro ostaggio

CARACAS - I guerriglieri delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) hanno proposto al presidente del Venezuela, Hugo Chavez, di liberare un quarto ex parlamentare ostaggio nei prossimi giorni o nelle prossime settimane. Lo ha annunciato il ministro degli esteri francese, Bernard Kouchner, a Caracas.

All'inizio del mese le Farc avevano annunciato la futura liberazione "unilaterale" di tre ex parlamentari, Gloria Polanco, Luis Eladio Perez e Orlando Beltran, catturati nel 2001. Kouchner, arrivato a Caracas poco prima, si era intrattenuto con i loro familiari e poi con il presidente Chavez.

Il quarto ex parlamentare sarebbe Jorge Eduardo Gechem, a sei anni da quando alcuni sequestratori costrinsero il pilota del suo aeroplano ad atterrare su una superstrada di campagna e lo portarono via nella giungla. La moglie di Gechem, Lucy, ha detto ai giornalisti che notizie della possibilità del rilascio le erano state date dalla senatrice Piedad Cordoba, che ha collaborato strettamente con Chavez nelle mediazioni con le Farc per il rilascio degli ostaggi.

"Lei (Piedad Cordoba, ndr) ha detto che Jorge Eduardo sta per essere rilasciato molto presto - ha detto Lucy Gechem - e che dobbiamo aspettarci che notizie arrivino in giornata. Celebreremo oggi in massa". Tuttavia in una successiva dichiarazione in tv Cordoba ha affermato di non aver parlato dell'imminente rilascio di Gechen e di aver solo detto che le Farc potrebbero annunciarne oggi la liberazione".

RAMOS HORTA SI RISVEGLIA DAL COMA

Vanno migliorando le condizioni del presidente Jose Ramos Horta che oggi i medici australiani hanno fatto uscire dal coma indotto. “Si sta lentamente svegliando. Ha iniziato a dire qualche parola ai familiari” ha detto il portavoce del capo di stato dal Royal Darwin hospital, in Australia, dove Ramos Horta è ricoverato dall’11 febbraio, in seguito a un’aggressione, la cui dinamica e scopi non sono ancora chiari. In quello che potrebbe esser stato un tentativo di sequestro da parte di ribelli guidati dall’ex maggiore dell’esercito Alfredo Reinado, morto nell’attacco, il premio nobel per la pace 1996 è stato colpito da due proiettili al torace e ha poi subito cinque interventi chirurgici. Una fonte dell’ospedale di Darwin ha detto che i medici sono ottimisti sul decorso delle condizioni del paziente. Intanto per “aiutare il governo” a indagare sul doppio attentato ai vertici dello stato, a Dili ieri sono arrivati tre agenti dell’Fbi

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