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'''Blitz in un bordello clandestino. In manette il generale Reza Zarei
Imbarazzato il regime: era responsabile di una campagna di moralizzazione
Teheran, nudo con sei prostitute
Arrestato il capo della polizia'''


Donne a Teheran
TEHERAN - Era il baluardo della moralità in città. A lui era affidata la difesa dei costumi e la lotta alla corruzione. A quanto pare, però, nella vita privata il generale Reza Zarei, capo della polizia di Teheran, non seguiva esattamente alla lettera le leggi. Così, dopo essere stato trovato nudo in compagnia di sei donne in un bordello clandestino, è stato arrestato. Lo scandalo ha messo in comprensibile imbarazzo il regime, da un anno impegnato in un giro di vite nei confronti delle pratiche considerate troppo libertine.

L'arresto risalirebbe a un mese fa, ma le autorità iraniane lo hanno confermato solamente ieri, senza peraltro spiegarne ufficialmente le motivazioni. Secondo varie testate internazionali, tra le quali il sito web del quotidiano israeliano Yedioth Aharonoth, Reza Zarei sarebbe stato sorpreso in atteggiamenti inequivocabili con sei prostitute durante un blitz della polizia in un locale sotterraneo e, dato che nella Repubblica islamica la prostituzione è severamente vietata, è finito in manette.

Allo scandalo dell'arresto di un capo della polizia si aggiunge quello suscitato dal fatto che proprio al generale era stato affidato il compito di reprimere duramente le pratiche ritenute immorali e contrarie ai precetti dell'Islam. Nell'ultimo anno la campagna diretta da Zarei, che è stato ovviamente costretto a dimettersi, ha portato all'incarcerazione di migliaia di ragazze, di solito perché indossavano veli che lasciavano uscire troppo i capelli, indumenti che facevano intravedere il corpo o pantaloni troppo corti.

Non è ancora chiaro se l'arresto del capo della polizia avrà effetti sull'applicazione di queste norme, che rappresentano il più duro giro di vite dai tempi della rivoluzione del 1979. Proprio ieri un portavoce delle autorità giudiziarie ha annunciato che tre studenti sono stati condannati a 22, 26 e 30 mesi di reclusione per aver propagandato la democrazia. I tre erano in carcere da un anno, nonostante una corte di appello avesse ordinato il loro rilascio.

(16 aprile 2008)

 

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Blitz in un bordello clandestino. In manette il generale Reza Zarei Imbarazzato il regime: era responsabile di una campagna di moralizzazione Teheran, nudo con sei prostitute Arrestato il capo della polizia

Donne a Teheran TEHERAN - Era il baluardo della moralità in città. A lui era affidata la difesa dei costumi e la lotta alla corruzione. A quanto pare, però, nella vita privata il generale Reza Zarei, capo della polizia di Teheran, non seguiva esattamente alla lettera le leggi. Così, dopo essere stato trovato nudo in compagnia di sei donne in un bordello clandestino, è stato arrestato. Lo scandalo ha messo in comprensibile imbarazzo il regime, da un anno impegnato in un giro di vite nei confronti delle pratiche considerate troppo libertine.

L'arresto risalirebbe a un mese fa, ma le autorità iraniane lo hanno confermato solamente ieri, senza peraltro spiegarne ufficialmente le motivazioni. Secondo varie testate internazionali, tra le quali il sito web del quotidiano israeliano Yedioth Aharonoth, Reza Zarei sarebbe stato sorpreso in atteggiamenti inequivocabili con sei prostitute durante un blitz della polizia in un locale sotterraneo e, dato che nella Repubblica islamica la prostituzione è severamente vietata, è finito in manette.

Allo scandalo dell'arresto di un capo della polizia si aggiunge quello suscitato dal fatto che proprio al generale era stato affidato il compito di reprimere duramente le pratiche ritenute immorali e contrarie ai precetti dell'Islam. Nell'ultimo anno la campagna diretta da Zarei, che è stato ovviamente costretto a dimettersi, ha portato all'incarcerazione di migliaia di ragazze, di solito perché indossavano veli che lasciavano uscire troppo i capelli, indumenti che facevano intravedere il corpo o pantaloni troppo corti.

Non è ancora chiaro se l'arresto del capo della polizia avrà effetti sull'applicazione di queste norme, che rappresentano il più duro giro di vite dai tempi della rivoluzione del 1979. Proprio ieri un portavoce delle autorità giudiziarie ha annunciato che tre studenti sono stati condannati a 22, 26 e 30 mesi di reclusione per aver propagandato la democrazia. I tre erano in carcere da un anno, nonostante una corte di appello avesse ordinato il loro rilascio.

(16 aprile 2008)

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