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'''CRISI POLITICA: GOVERNATORE DI PANDO RESTA IN CARCERE'''

Da oggi anche Miguel Insulza, segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa), si unirà al tavolo del negoziato aperto ieri nei pressi di Cochabamba, nel centro della Bolivia, tra il governo e l’opposizione di destra in vista di un accordo capace di pacificare il paese e porre fine a una prolungata crisi politica. La conferma è arrivata direttamente da un portavoce del presidente Evo Morales, il quale ha ribadito la partecipazione del rappresentante di Osa alle trattative in qualità di mediatore, insieme ad altri organismi regionali e internazionali. Dell’incontro a porte chiuse iniziate ieri finora è trapelato molto poco, l’unica cosa nota è che nella riunione con i governatori (‘prefectos’) di otto dei nove dipartimenti del paese - a cominciare dagli “autonomisti” rappresentati dai governatori di Santa Cruz, Beni, Tarija e Chuquisaca- il presidente Morales ha presentato due nuovi documenti su cui discutere. Il primo, spiega la stampa locale, prevede la creazione di tre commissioni per affrontare i tre principali temi contestati dall’opposizione (la nuova Costituzione, le autonomie delle regioni e la gestione degli introiti del settore energetico), mentre il secondo pone la questione di come eleggere le autorità territoriali minori (consiglieri regionali e presidenti provinciali) per “approfondire la decentralizzazione”. Intanto il tribunale di La Paz ha confermato il fermo preventivo di Leopoldo Fernandez, il governatore dello stato settentrionale di Pando, accusato di essere il mandante dell’imboscata tesa da alcuni suoi sostenitori a una manifestazione di contadini sostenitori del governo e conclusasi con la morte di 17 persone (secondo l’ultimo bilancio ufficiale del ministero degli Interni) e la scomparsa di un centinaio di contadini. Fernandez, contro cui la procura della Repubblica ha aperto un procedimento per “genocidio”, si trova ora rinchiuso nel carcere di San Pedro, nel centro di La Paz.

'''DOPO OFFESE, ESPULSI RESPONSABILI ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA AMERICANA'''

Il direttore per le Americhe di Human Rights Watch (organizzazione non governativa con sede a Washington) e il suo vice sono stati espulsi nella notte dal Venezuela con effetto immediato per aver “violentato la Costituzione e le Leggi della Repubblica del Venezuela, aggredendo le istituzioni venezuelane e immischiandosi illegalmente negli affari interni del paese”. Lo ha fatto sapere il ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro, che , insieme a quello degli interni, ha firmato l’ordine di espulsione di Josè Miguel Vivanco, passaporto cileno e direttore dell’ufficio per l’America Latina, e del suo vice lo statunitense Daniel Wilkinson. I due ieri avevano tenuto una conferenza stampa nella quale avevano presentato un rapporto intitolato “Una decada di Chavez. Intolleranza politica e opportunità perse per il progresso dei diritti umani in Venezuela”, nella quale avevano ripetutamente criticato il presidente venezuelano Hugo Chavez. Dopo aver precisato che Vivanco si trovava già fuori dallo spazio aereo venezuelano, il ministro degli Esteri ha sottolineato come il direttore dell’organizzazione non governativa avesse “in maniera abusiva e grossolana, offeso le istituzioni e la democrazia nazionale”. “Qualunque altro straniero, in questo caso al servizio di organi del governo degli Stati Uniti, pretenda venire in Venezuela, utilizzando il nostro ordinamento democratico, la piena libertà di espressione per aggredire le istituzioni e la dignità del nostro paese sappia che avrà la stessa risposta” ha aggiunto Maduro, in conclusione.


'''Strage di indios boliviani, spunta l'ombra del neofascista Diodato'''

Potrebbe esserci un italiano neofascista, Marco Marino Diodato, dietro un massacro avvenuto nella notte tra l'11 e il 12 settembre a El Porvernir, in Bolivia, quando squadroni
della morte legati a gruppi civici che si battono contro Evo Morales per l'autonomia regionale hanno ucciso quindici contadini indios che stavano andando a una dimostrazione di sostegno al
presidente boliviano. Diodato, poco più che cinquantenne, è molto conosciuto in Bolivia, dove si è trasferito agli inizi degli anni Ottanta.

L'indice accusatore contro l'ex parà nato a San Giovanni Teatino (Chieti) lo punta Aldo Michel
Irusta, ex parlamentare e giornalista, che non ha esitato a metterlo in relazione con il prefetto di Pando, Leopoldo Fernandez, attualmente agli arresti per aver violato lo stadio d'assedio imposto nel dipartimento. Il giornalista d'assalto Wilson Garcia Merida ha sostenuto
che Diodato ha operato di recente nei dipartimenti della Mezzaluna (Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija) "organizzando gruppi di killer" e che è stato in luglio a Cochabamba, dipartimento di cui era prefetto Manfred Reyes Villa, revocato nel referendum del 15 agosto.

Operante in Bolivia dalla fine degli anni '70 al servizio dei dittatori di Hugo Banzer e Luis Garcia Meza, qualcuno dice per conto della Cia, Diodato entrò nell'esercito boliviano. Sposò una nipote di Banzer e salì agli onori delle cronache quando fu arrestato nel giugno 1999 per una denuncia legata ad un giro di cellulari clonati dei vertici delle forze armate.
 
Il quotidiano El Nuevo Dia svelò che Diodato era titolare di una fabbrica per il montaggio di armi e riferi' dichiarazioni del pm Francisco Boreinstein, secondo cui "abbiamo cominciato con la clonazione dei telefonini e abbiamo trovato cose ben più gravi: traffico di armi, droga e riciclaggio di denaro". Con lui furono arrestati l'ex console onorario italiano a Santa Cruz, Fausto Barbonari, Tullio Diodato (padre di Marco), Giuseppe Paludi, Natale Armonio e Gianfranco Gabillio, che per il giornale Presencia rispondevano al mafioso Nitto Santapaola.

Condannato a dieci anni di carcere per narcotraffico l'ex parà, accusato anche dell'omicidio della pm che indagava su di lui Monica Von Borries, fuggì da una clinica dove era stato ricoverato, svanendo nel nulla. L'agenzia di stampa statale boliviana Abi riporta dichiarazioni di Michel, che intervenne a lato della pubblica accusa in un processo contro l'ex parà, secondo cui il prefetto
di Pando Fernandez sarebbe legato alla "mafia di Diodato" e a narcotrafficanti operanti a Rio Branco, in Brasile.

Secondo Michel, Fernandez ha consolidato legami con il gruppo Diodato e ad un giro di introiti illeciti mediante case da gioco clandestine. L'ex parlamentare sostiene addirittura che alla
struttura criminale lasciata da Diodato apparterrebbero, oltre Fernandez, anche il prefetto di Santa Cruz, Ruben Costas, ed esponenti dei Comitati civici di quel dipartimento.
"L'attivita' delittuosa del gruppo di Diodato - ha detto - ha operato per oltre 10 anni a Santa Cruz con copertura dei Banzer, Jorge Tuto Quiroga e Gonzalo Sanchez de Lozada".
E squadroni paramilitari finanziati da questo, ha concluso, hanno agito al servizio della prefettura di Pando nel massacro dell'11 e 12 settembre di contadini ed indigeni inermi.

'''TIKRIT: OTTO CIVILI UCCISI IN BOMBARDAMENTO AMERICANO'''

Otto civili, tutti membri della stessa famiglia, sono stati uccisi oggi da un elicottero americano che ha bombardato la loro abitazione. Lo riferisce l’agenzia di stampa irachena, Awsat al Iraq, citando fonti di polizia anonime le quali hanno precisato che “elicotteri americani hanno distrutto un’abitazione nel distretto di Al-Dour a sud di Tikrit”, nella provincia di Salah al-Din nel centro del paese.

'''Germania: tensione per raduno destra'''

Sabato manifestazione anti- moschea, 20 contromanifestazioni
(ANSA) - BERLINO, 18 SET - Sta salendo la tensione a Colonia in vista del raduno e della manifestazione che l'estrema destra xenofoba europea ha indetto per sabato. In segno di protesta per la costruzione di una grande moschea e per la presunta islamizzazione della societa' tedesca. In contemporanea la mobilitazione dei movimenti democratici, dei sindacati, delle organizzazioni sociali e religiose, che hanno annunciato per sabato una serie di contromanifestazioni

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CRISI POLITICA: GOVERNATORE DI PANDO RESTA IN CARCERE

Da oggi anche Miguel Insulza, segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa), si unirà al tavolo del negoziato aperto ieri nei pressi di Cochabamba, nel centro della Bolivia, tra il governo e l’opposizione di destra in vista di un accordo capace di pacificare il paese e porre fine a una prolungata crisi politica. La conferma è arrivata direttamente da un portavoce del presidente Evo Morales, il quale ha ribadito la partecipazione del rappresentante di Osa alle trattative in qualità di mediatore, insieme ad altri organismi regionali e internazionali. Dell’incontro a porte chiuse iniziate ieri finora è trapelato molto poco, l’unica cosa nota è che nella riunione con i governatori (‘prefectos’) di otto dei nove dipartimenti del paese - a cominciare dagli “autonomisti” rappresentati dai governatori di Santa Cruz, Beni, Tarija e Chuquisaca- il presidente Morales ha presentato due nuovi documenti su cui discutere. Il primo, spiega la stampa locale, prevede la creazione di tre commissioni per affrontare i tre principali temi contestati dall’opposizione (la nuova Costituzione, le autonomie delle regioni e la gestione degli introiti del settore energetico), mentre il secondo pone la questione di come eleggere le autorità territoriali minori (consiglieri regionali e presidenti provinciali) per “approfondire la decentralizzazione”. Intanto il tribunale di La Paz ha confermato il fermo preventivo di Leopoldo Fernandez, il governatore dello stato settentrionale di Pando, accusato di essere il mandante dell’imboscata tesa da alcuni suoi sostenitori a una manifestazione di contadini sostenitori del governo e conclusasi con la morte di 17 persone (secondo l’ultimo bilancio ufficiale del ministero degli Interni) e la scomparsa di un centinaio di contadini. Fernandez, contro cui la procura della Repubblica ha aperto un procedimento per “genocidio”, si trova ora rinchiuso nel carcere di San Pedro, nel centro di La Paz.

DOPO OFFESE, ESPULSI RESPONSABILI ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA AMERICANA

Il direttore per le Americhe di Human Rights Watch (organizzazione non governativa con sede a Washington) e il suo vice sono stati espulsi nella notte dal Venezuela con effetto immediato per aver “violentato la Costituzione e le Leggi della Repubblica del Venezuela, aggredendo le istituzioni venezuelane e immischiandosi illegalmente negli affari interni del paese”. Lo ha fatto sapere il ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro, che , insieme a quello degli interni, ha firmato l’ordine di espulsione di Josè Miguel Vivanco, passaporto cileno e direttore dell’ufficio per l’America Latina, e del suo vice lo statunitense Daniel Wilkinson. I due ieri avevano tenuto una conferenza stampa nella quale avevano presentato un rapporto intitolato “Una decada di Chavez. Intolleranza politica e opportunità perse per il progresso dei diritti umani in Venezuela”, nella quale avevano ripetutamente criticato il presidente venezuelano Hugo Chavez. Dopo aver precisato che Vivanco si trovava già fuori dallo spazio aereo venezuelano, il ministro degli Esteri ha sottolineato come il direttore dell’organizzazione non governativa avesse “in maniera abusiva e grossolana, offeso le istituzioni e la democrazia nazionale”. “Qualunque altro straniero, in questo caso al servizio di organi del governo degli Stati Uniti, pretenda venire in Venezuela, utilizzando il nostro ordinamento democratico, la piena libertà di espressione per aggredire le istituzioni e la dignità del nostro paese sappia che avrà la stessa risposta” ha aggiunto Maduro, in conclusione.

Strage di indios boliviani, spunta l'ombra del neofascista Diodato

Potrebbe esserci un italiano neofascista, Marco Marino Diodato, dietro un massacro avvenuto nella notte tra l'11 e il 12 settembre a El Porvernir, in Bolivia, quando squadroni della morte legati a gruppi civici che si battono contro Evo Morales per l'autonomia regionale hanno ucciso quindici contadini indios che stavano andando a una dimostrazione di sostegno al presidente boliviano. Diodato, poco più che cinquantenne, è molto conosciuto in Bolivia, dove si è trasferito agli inizi degli anni Ottanta.

L'indice accusatore contro l'ex parà nato a San Giovanni Teatino (Chieti) lo punta Aldo Michel Irusta, ex parlamentare e giornalista, che non ha esitato a metterlo in relazione con il prefetto di Pando, Leopoldo Fernandez, attualmente agli arresti per aver violato lo stadio d'assedio imposto nel dipartimento. Il giornalista d'assalto Wilson Garcia Merida ha sostenuto che Diodato ha operato di recente nei dipartimenti della Mezzaluna (Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija) "organizzando gruppi di killer" e che è stato in luglio a Cochabamba, dipartimento di cui era prefetto Manfred Reyes Villa, revocato nel referendum del 15 agosto.

Operante in Bolivia dalla fine degli anni '70 al servizio dei dittatori di Hugo Banzer e Luis Garcia Meza, qualcuno dice per conto della Cia, Diodato entrò nell'esercito boliviano. Sposò una nipote di Banzer e salì agli onori delle cronache quando fu arrestato nel giugno 1999 per una denuncia legata ad un giro di cellulari clonati dei vertici delle forze armate.

Il quotidiano El Nuevo Dia svelò che Diodato era titolare di una fabbrica per il montaggio di armi e riferi' dichiarazioni del pm Francisco Boreinstein, secondo cui "abbiamo cominciato con la clonazione dei telefonini e abbiamo trovato cose ben più gravi: traffico di armi, droga e riciclaggio di denaro". Con lui furono arrestati l'ex console onorario italiano a Santa Cruz, Fausto Barbonari, Tullio Diodato (padre di Marco), Giuseppe Paludi, Natale Armonio e Gianfranco Gabillio, che per il giornale Presencia rispondevano al mafioso Nitto Santapaola.

Condannato a dieci anni di carcere per narcotraffico l'ex parà, accusato anche dell'omicidio della pm che indagava su di lui Monica Von Borries, fuggì da una clinica dove era stato ricoverato, svanendo nel nulla. L'agenzia di stampa statale boliviana Abi riporta dichiarazioni di Michel, che intervenne a lato della pubblica accusa in un processo contro l'ex parà, secondo cui il prefetto di Pando Fernandez sarebbe legato alla "mafia di Diodato" e a narcotrafficanti operanti a Rio Branco, in Brasile.

Secondo Michel, Fernandez ha consolidato legami con il gruppo Diodato e ad un giro di introiti illeciti mediante case da gioco clandestine. L'ex parlamentare sostiene addirittura che alla struttura criminale lasciata da Diodato apparterrebbero, oltre Fernandez, anche il prefetto di Santa Cruz, Ruben Costas, ed esponenti dei Comitati civici di quel dipartimento. "L'attivita' delittuosa del gruppo di Diodato - ha detto - ha operato per oltre 10 anni a Santa Cruz con copertura dei Banzer, Jorge Tuto Quiroga e Gonzalo Sanchez de Lozada". E squadroni paramilitari finanziati da questo, ha concluso, hanno agito al servizio della prefettura di Pando nel massacro dell'11 e 12 settembre di contadini ed indigeni inermi.

TIKRIT: OTTO CIVILI UCCISI IN BOMBARDAMENTO AMERICANO

Otto civili, tutti membri della stessa famiglia, sono stati uccisi oggi da un elicottero americano che ha bombardato la loro abitazione. Lo riferisce l’agenzia di stampa irachena, Awsat al Iraq, citando fonti di polizia anonime le quali hanno precisato che “elicotteri americani hanno distrutto un’abitazione nel distretto di Al-Dour a sud di Tikrit”, nella provincia di Salah al-Din nel centro del paese.

Germania: tensione per raduno destra

Sabato manifestazione anti- moschea, 20 contromanifestazioni (ANSA) - BERLINO, 18 SET - Sta salendo la tensione a Colonia in vista del raduno e della manifestazione che l'estrema destra xenofoba europea ha indetto per sabato. In segno di protesta per la costruzione di una grande moschea e per la presunta islamizzazione della societa' tedesca. In contemporanea la mobilitazione dei movimenti democratici, dei sindacati, delle organizzazioni sociali e religiose, che hanno annunciato per sabato una serie di contromanifestazioni

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