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Sommario
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Editoriale
NOTIZIE BREVI
ESTERI
Brasile: ricerca rivela, 1,2 milioni di bambini lavoratori
SAN PAOLO - La piaga del lavoro minorile è lontana dall'essere debellata in Brasile. Una ricerca pubblicata oggi sul quotidiano Estado de S.Paulo rivela che, nel 2007, erano 1,2 milioni i bambini lavoratori.
Anche con il tetto minimo dei 14 anni fissato per legge, secondo i dati dell'Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (Ibge), il fenomeno è diffuso. Degli 1,2 milioni di minori interessati, 157 mila avrebbero tra i 5 e 9 anni.
La statistica rivela per il 60%, i bambini lavoratori non sono nemmeno pagati. In cambio della loro opera hanno solo vitto e alloggio. Il 17,3% sono adibiti alle pulizie nelle case dei ricchi.
La maggiore concentrazione dilavoro minorile risulta nel nordest, la regione più povera del paese, specialmente in mansioni di tipo agricolo, come nelle piantagioni di canna da zucchero.
Secondo Eduardo Nunes, presidente dell'Ibge, sul fenomeno pesano fattori culturali e, più ancora, di povertà. "In Brasile il reddito familiare medio è di circa 240 euro al mese, più del doppio rispetto a quello delle famiglie più bisognose con bambini lavoratori tra i 5 e i 14 anni".
Lo studio evidenzia inoltre che l'alfabetizzazione è ferma all'80% per i bambini e gli adolescenti che lavorano, mentre sale al 94% per quelli che non lavorano.
Unica notizia confortante: la proporzione dei lavoratori minorenni dai 5 ai 14 anni rispetto alla popolazione totale sarebbe in diminuzione, dal 4,5 nel 2006 al 4% nell'anno successivo.
AFGHANISTAN – Continua a far vittime civili la coalizione militare occidentale impegnata in Afghanistan: nella provincia meridionale di Kandahar militari della Nato hanno ucciso un uomo che, alla guida di un camion, si stava avvicinando a un posto di blocco. Secondo la ricostruzione fornita dai comandi dell’Alleanza atlantica, la vittima aveva ignorato un ordine di fermarsi.
INDIA – Sono state sequestrate molte armi e un gran quantità di munizioni all’interno dell’abitazione di New Delhi dove, questa mattina, si era asserragliato un gruppo di presunti estremisti: lo ha riferito un dirigente della polizia, secondo il quale nella sparatoria con gli agenti sono stati uccisi almeno due militanti. Lo scontro a fuoco ha seguito di pochi giorni una serie di attentati dinamitardi che, in alcuni mercati popolari della capitale, avevano causato 21 morti; a rivendicarne la responsabilità era stata una misteriosa organizzazione denominata “Mujaheddin indiani”.
SRI LANKA – Proseguono i violenti scontri tra militari cingalesi e separatisti di etnia tamil nel nord dello Sri Lanka: secondo un portavoce dell’esercito, combattimenti nei distretti di Kilinochchi, Vavuniya, Welioya e Jaffna hanno provocato ieri almeno 70 morti.
Colonia, guerriglia urbana per la Moschea: volano pietre tra 'no global' e 'no-Islam'
Con lanci di pietre e di vernice circa cento dimostranti hanno tentato di impedire l'apertura della conferenza stampa del "Congresso anti-islamizzazione" a Colonia, nell'ovest della Germania.
Alla conferenza, organizzata dal movimento "Pro Koeln" (Per Colonia), è prevista la partecipazione di numerosi esponenti dell'estrema destra europea. Con loro anche l'eurodeputato leghista Mario Borghezio. Da giorni sono state annunciate anche numerose contro-manifestazioni da parte dei no global.
I dimostranti hanno preso di mira una nave ormeggiata sul Reno, sulla quale doveva tenersi la conferenza stampa, costringendola a salpare. In precedenza i manifestanti avevano attaccato esponenti di "Pro Koeln" e "Pro Nrw" (Per Nordreno Westfalia) davanti al municipio del quartiere di Rodenkirchen con uova e vernice. Non e' chiaro se nella sassaiola qualcuno sia rimasto ferito.
Corteo anti-islam e contromanifestazioni L'obiettivo dichiarato dei "Pro Koln" è dire no alla grande moschea che sarà costruita nella città di Adenauer, e no al crescente peso dell'immigrazione islamica. Ma i partiti tradizionali e i sindacati si mobilitano per grandi controdimostrazioni. Con in testa il sindaco Fritz Schramma, democristiano come la cancelliera Angela Merkel: il sì del borgomastro alla moschea è stato determinante.
"È vergognoso che le leggi concedano le nostre piazze ai nemici della democrazia, una città tollerante come Colonia dovrebbe mostrarsi non violenta ma del tutto intollerante verso quella gente", ha detto Schramma. E in un'intervista al giornale conservatore Die Welt ha esortato i cittadini "a una rivolta degli uomini degni: chiudete i negozi, tirate giù le serrande d'ogni bottega e ogni finestra, mostrate un centro storico deserto per protesta agli agitatori dell'ultradestra populista".
Preparati al peggio La polizia si prepara al peggio: migliaia di agenti sono mobilitati. "Sarà per noi la prova più difficile degli ultimi anni", afferma Michael Temme, capo dello stato maggiore d'emergenza per l'ordine pubblico. Sono attesi un migliaio di partecipanti al congresso e al comizio della destra populista, sull'antica piazza Heumarkt nel cuore del centro storico. E a pochi passi, sulla piazza del Duomo, simbolo della città, i sindacati (Dgb), le Chiese e altri gruppi democratici terranno la contromanifestazione. A cui il borgomastro sarà il primo oratore.
Chi sono quelli di "Pro Koln" Al congresso contro la moschea sarà presente un po’ tutta la galassia dell’estrema destra europea. Tra gli altri interverranno il fiammingo Vlaams Belang, nato sulle ceneri del Vlaams Blok, partito sciolto dall’Alta Corte belga per incitamento alla discriminazione e all’odio razziale, e l’Npd, organizzazione orgogliosamente neonazista che in certe regioni del nord della Germania supera il 30 per cento dei consensi. L’Npd, per intenderci, è quel partito i cui deputati, un paio di anni fa, uscirono dall’aula mentre l’Assemblea osservava un minuto di silenzio in memoria delle vittime di Auschwitz, e che, in occasione del 60° anniversario della fine delle seconda guerra mondiale, pretendeva di poter andare a sventolare bandiere uncinate nei pressi della Porta di Brandeburgo, a pochi metri dal Memoriale della Shoah.
Aderiscono lFpo austriaco, sempre di estrema destra, e il Front National francese di Jean Marie Le Pen, per l'Italia sarà presente Mario Borghezio in rappresentanza della Lega Nord.
Annunciata, anche, la presenza del "Lavoro, Famiglia e Patria" di Henry Nitzsche, già membro della CDU ma indotto ad abbandonare il partito a seguito di sempre più esplicite manifestazioni di simpatia per l’estrema destra neonazista, e della rivista, anch’essa tedesca, Nation-Europa, e le cui pagine possono vantare la firma di Alain de Benoist, ideologo della Nuova Destra francese.
ITALIA
MILANO: RAGAZZO UCCISO - APPELLO FAMIGLIA ABDUL PER CORTEO DI DOMANI
Milano, 19 set. (Adnkronos) - "In questi giorni per noi molto difficili stiamo ricevendo la solidarieta' e l'affetto di tante persone. Per noi questa vicinanza e' molto importante perche' ci aiuta a superare il dolore per un fatto inspiegabile, ci da' coraggio e non ci fa sentire soli. Per questo ringraziamo tutti". Inizia cosi' la lettera-appello con la quale la famiglia di Abdul Gubre, il giovane ucciso a sprangate domenica mattina, invita a paertecipare alla manifestazione in programma per domani pomeriggio, a Milano, per dire "no al razzismo".
Siparietto
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NOTIZIE BREVI
ESTERI
CRISI POLITICA: GOVERNATORE DI PANDO RESTA IN CARCERE
Da oggi anche Miguel Insulza, segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (Osa), si unirà al tavolo del negoziato aperto ieri nei pressi di Cochabamba, nel centro della Bolivia, tra il governo e l’opposizione di destra in vista di un accordo capace di pacificare il paese e porre fine a una prolungata crisi politica. La conferma è arrivata direttamente da un portavoce del presidente Evo Morales, il quale ha ribadito la partecipazione del rappresentante di Osa alle trattative in qualità di mediatore, insieme ad altri organismi regionali e internazionali. Dell’incontro a porte chiuse iniziate ieri finora è trapelato molto poco, l’unica cosa nota è che nella riunione con i governatori (‘prefectos’) di otto dei nove dipartimenti del paese - a cominciare dagli “autonomisti” rappresentati dai governatori di Santa Cruz, Beni, Tarija e Chuquisaca- il presidente Morales ha presentato due nuovi documenti su cui discutere. Il primo, spiega la stampa locale, prevede la creazione di tre commissioni per affrontare i tre principali temi contestati dall’opposizione (la nuova Costituzione, le autonomie delle regioni e la gestione degli introiti del settore energetico), mentre il secondo pone la questione di come eleggere le autorità territoriali minori (consiglieri regionali e presidenti provinciali) per “approfondire la decentralizzazione”. Intanto il tribunale di La Paz ha confermato il fermo preventivo di Leopoldo Fernandez, il governatore dello stato settentrionale di Pando, accusato di essere il mandante dell’imboscata tesa da alcuni suoi sostenitori a una manifestazione di contadini sostenitori del governo e conclusasi con la morte di 17 persone (secondo l’ultimo bilancio ufficiale del ministero degli Interni) e la scomparsa di un centinaio di contadini. Fernandez, contro cui la procura della Repubblica ha aperto un procedimento per “genocidio”, si trova ora rinchiuso nel carcere di San Pedro, nel centro di La Paz.
DOPO OFFESE, ESPULSI RESPONSABILI ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA AMERICANA
Il direttore per le Americhe di Human Rights Watch (organizzazione non governativa con sede a Washington) e il suo vice sono stati espulsi nella notte dal Venezuela con effetto immediato per aver “violentato la Costituzione e le Leggi della Repubblica del Venezuela, aggredendo le istituzioni venezuelane e immischiandosi illegalmente negli affari interni del paese”. Lo ha fatto sapere il ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro, che , insieme a quello degli interni, ha firmato l’ordine di espulsione di Josè Miguel Vivanco, passaporto cileno e direttore dell’ufficio per l’America Latina, e del suo vice lo statunitense Daniel Wilkinson. I due ieri avevano tenuto una conferenza stampa nella quale avevano presentato un rapporto intitolato “Una decada di Chavez. Intolleranza politica e opportunità perse per il progresso dei diritti umani in Venezuela”, nella quale avevano ripetutamente criticato il presidente venezuelano Hugo Chavez. Dopo aver precisato che Vivanco si trovava già fuori dallo spazio aereo venezuelano, il ministro degli Esteri ha sottolineato come il direttore dell’organizzazione non governativa avesse “in maniera abusiva e grossolana, offeso le istituzioni e la democrazia nazionale”. “Qualunque altro straniero, in questo caso al servizio di organi del governo degli Stati Uniti, pretenda venire in Venezuela, utilizzando il nostro ordinamento democratico, la piena libertà di espressione per aggredire le istituzioni e la dignità del nostro paese sappia che avrà la stessa risposta” ha aggiunto Maduro, in conclusione.
Strage di indios boliviani, spunta l'ombra del neofascista Diodato
Potrebbe esserci un italiano neofascista, Marco Marino Diodato, dietro un massacro avvenuto nella notte tra l'11 e il 12 settembre a El Porvernir, in Bolivia, quando squadroni della morte legati a gruppi civici che si battono contro Evo Morales per l'autonomia regionale hanno ucciso quindici contadini indios che stavano andando a una dimostrazione di sostegno al presidente boliviano. Diodato, poco più che cinquantenne, è molto conosciuto in Bolivia, dove si è trasferito agli inizi degli anni Ottanta.
L'indice accusatore contro l'ex parà nato a San Giovanni Teatino (Chieti) lo punta Aldo Michel Irusta, ex parlamentare e giornalista, che non ha esitato a metterlo in relazione con il prefetto di Pando, Leopoldo Fernandez, attualmente agli arresti per aver violato lo stadio d'assedio imposto nel dipartimento. Il giornalista d'assalto Wilson Garcia Merida ha sostenuto che Diodato ha operato di recente nei dipartimenti della Mezzaluna (Santa Cruz, Beni, Pando e Tarija) "organizzando gruppi di killer" e che è stato in luglio a Cochabamba, dipartimento di cui era prefetto Manfred Reyes Villa, revocato nel referendum del 15 agosto.
Operante in Bolivia dalla fine degli anni '70 al servizio dei dittatori di Hugo Banzer e Luis Garcia Meza, qualcuno dice per conto della Cia, Diodato entrò nell'esercito boliviano. Sposò una nipote di Banzer e salì agli onori delle cronache quando fu arrestato nel giugno 1999 per una denuncia legata ad un giro di cellulari clonati dei vertici delle forze armate.
Il quotidiano El Nuevo Dia svelò che Diodato era titolare di una fabbrica per il montaggio di armi e riferi' dichiarazioni del pm Francisco Boreinstein, secondo cui "abbiamo cominciato con la clonazione dei telefonini e abbiamo trovato cose ben più gravi: traffico di armi, droga e riciclaggio di denaro". Con lui furono arrestati l'ex console onorario italiano a Santa Cruz, Fausto Barbonari, Tullio Diodato (padre di Marco), Giuseppe Paludi, Natale Armonio e Gianfranco Gabillio, che per il giornale Presencia rispondevano al mafioso Nitto Santapaola.
Condannato a dieci anni di carcere per narcotraffico l'ex parà, accusato anche dell'omicidio della pm che indagava su di lui Monica Von Borries, fuggì da una clinica dove era stato ricoverato, svanendo nel nulla. L'agenzia di stampa statale boliviana Abi riporta dichiarazioni di Michel, che intervenne a lato della pubblica accusa in un processo contro l'ex parà, secondo cui il prefetto di Pando Fernandez sarebbe legato alla "mafia di Diodato" e a narcotrafficanti operanti a Rio Branco, in Brasile.
Secondo Michel, Fernandez ha consolidato legami con il gruppo Diodato e ad un giro di introiti illeciti mediante case da gioco clandestine. L'ex parlamentare sostiene addirittura che alla struttura criminale lasciata da Diodato apparterrebbero, oltre Fernandez, anche il prefetto di Santa Cruz, Ruben Costas, ed esponenti dei Comitati civici di quel dipartimento. "L'attivita' delittuosa del gruppo di Diodato - ha detto - ha operato per oltre 10 anni a Santa Cruz con copertura dei Banzer, Jorge Tuto Quiroga e Gonzalo Sanchez de Lozada". E squadroni paramilitari finanziati da questo, ha concluso, hanno agito al servizio della prefettura di Pando nel massacro dell'11 e 12 settembre di contadini ed indigeni inermi.
TIKRIT: OTTO CIVILI UCCISI IN BOMBARDAMENTO AMERICANO
Otto civili, tutti membri della stessa famiglia, sono stati uccisi oggi da un elicottero americano che ha bombardato la loro abitazione. Lo riferisce l’agenzia di stampa irachena, Awsat al Iraq, citando fonti di polizia anonime le quali hanno precisato che “elicotteri americani hanno distrutto un’abitazione nel distretto di Al-Dour a sud di Tikrit”, nella provincia di Salah al-Din nel centro del paese.
Germania: tensione per raduno destra
Sabato manifestazione anti- moschea, 20 contromanifestazioni (ANSA) - BERLINO, 18 SET - Sta salendo la tensione a Colonia in vista del raduno e della manifestazione che l'estrema destra xenofoba europea ha indetto per sabato. In segno di protesta per la costruzione di una grande moschea e per la presunta islamizzazione della societa' tedesca. In contemporanea la mobilitazione dei movimenti democratici, dei sindacati, delle organizzazioni sociali e religiose, che hanno annunciato per sabato una serie di contromanifestazioni
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