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In primo Piano

In tutta Italia non si arresta la mobilitazione contro la riforma della scuola. Nonostante le timide aperture del ministro Gelmini, gli studenti vanno avanti. A Roma il corteo degli universitari è confluito in quello degli studenti medi che aspettavano proprio nei pressi della Stazione Termini. Tutti insieme, percorrendo via Cavour, stanno andando verso piazza Venezia. Proprio in piazza Esedra sono arrivati - più o meno consapevoli che la manifestazione era di sinistra - quattro giovanissimi ragazzi (tre maschi e una femmina) con svastiche e croci celtiche. Immediata la reazione dei manifestanti che li hanno fatti uscire dalla manifestazione. Gli slogan sono quelli di sempre: no alla legge 133, alla privatizzazione dell'Università, ai tagli della finanziaria, alla riforma promossa dal Governo. Uno striscione apre il corteo degli universitari: "Noi la crisi non la paghiamo".

Milano. "Siamo oltre 60mila" afferma dal palco allestito in piazza del Duomo Vincenzo Moriello, segretario funzione pubblica della Cgil lombardia, parlando alla grande folla di lavoratori riunitisi in piazza e che sono stati raggiunti, poco prima di mezzogiorno, dagli studenti. In testa al corteo uno striscione dedicato ai quattro studenti dell'Agnesi denunciati a inizio settimana per aver tentato di occupare il liceo: "Io non ho paura. Le denunce non fermano l'onda". Gli studenti medi sono confluiti in piazza al termine di un corteo per le vie del centro che ha visto la partecipazione di circa 400 ragazzi, mentre una cinquantina di universitari sono arrivati dopo un presidio presso le segreterie delle facoltà in via Santa Sofia. Unico momento di tensione quando un gruppo di circa cinquanta ragazzi si sono staccati per correre in direzione della Galleria Vittorio Emanuele. Qui hanno trovato un cordone delle forze dell'ordine pronto a sbarrare loro la strada e hanno deviato in direzione di Via Santa Margherita.

Napoli. Corteo di studenti delle scuole medie superiori e degli universitari a Napoli contro la riforma Gelmini. Gli studenti, partiti da piazza Mancini, stanno sfilando per le vie della città. Il corteo terminerà a piazza del Plebiscito per stazionare fuori alla Prefettura. Gli studenti hanno affisso davanti all'ingresso della sede dell'agenzia di lavoro interinale Adecco e della sede regionale della Corte dei conti in via Marina dei manifesti con sopra scritto: "Attenzione, generatore di crisi". I manifestanti hanno transennato simbolicamente l'accesso ai due edifici con nastri bianchi e rossi, affissi anche all'ingresso dell'università Federico II. Nel corteo ci sono dei trampolieri che riproducono l'allegoria di "Alice nel paese delle meraviglie" con riferimento ironico alla situazione finanziaria.

Pisa. Alcuni binari della stazione di Pisa sono stati occupati da partecipanti alla manifestazione in corso stamani nella città contro la legge 133, a cui stanno prendendo parte sia studenti universitari che medi. Sono stati accesi anche fumogeni. Alla stazione sono presenti le forze dell'ordine.La manifestazione era partita intorno alle 9 da piazza XX Settembre, sotto il Comune. Tra i 200 e i 300 i partecipanti.

Cagliari. Un corteo di 5000 studenti universitari e delle Medie superiori sta attraversando le vie di Cagliari per protestare contro la legge 133 sulla riforma della scuola e dell'università. La manifestazione, che si concluderà in piazza San Cosimo, è aperta da studenti che, ispirandosi alla canzone The wall, indossano maschere bianche e recano uno striscione con la scritta ironica "non ci serve l'istruzione".

Torino. Una bara di cartone nera con la fascia tricolore e la scritta 'Studenti e dipendenti affranti' con davanti due lumini con i santini del premier Silvio Berlusconi e del ministro Giulio Tremonti e l'annuncio mortuario che recita 'Si e' spenta in data 6 agosto 2008 l'università causa legge 133. Ne danno il triste annuncio gli studenti tutti e i dipendentì. E' l'immagine che caratterizza la contro inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico di Torino che si sta svolgendo nel piazzale davanti all'ateneo dove è in corso la cerimonia ufficiale che apre il nuovo anno della facoltà. A Chivasso, al termine di un corteo studentesco di protesta: una cinquantina di ragazzi ha cercato di entrare in un liceo dove si stava facendo regolarmente lezione, solo dopo l'intervento dei carabinieri la situazione è tornata calma.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

VERSO REVISIONE O CANCELLAZIONE DEL ‘PLAN COLOMBIA’?

Una richiesta di revisione del ‘Plan Colombia’, l’ambizioso programma anti-droga e anti-guerriglia finanziato dal 2000 dalla Casa Bianca, è stata avanzata dal senatore e neoeletto vice-presidente americano Joseph Biden, in vista di una sua probabile sostituzione. Su richiesta di Biden, il ‘Gao’ (Government accountability office) americano ha raccomandato che il Dipartimento di stato sviluppi insieme alle autorità colombiane una strategia che consenta al governo di Bogotá di assumere progressivamente la gestione del piano anche per iniziare a diminuire gli aiuti finora elargiti da Washington (stimati in oltre cinque miliardi di dollari), come da tempo propongono i democratici. Secondo il ‘Gao’ il programma è almeno parzialmente fallito, per quanto riguarda la lotta al narcotraffico: occorre dunque ridefinire competenze e responsabilità americane e fissare nuovi e più concreti obiettivi. L’arrivo di Barack Obama alla Casa Bianca coincide con un momento particolarmente critico per il governo del presidente Alvaro Uribe: dopo aver fatto della lotta ai gruppi armati la sua priorità, l’esecutivo affronta al momento uno scandalo per un numero imprecisato di esecuzioni arbitrarie di civili ‘camuffati da guerriglieri per mano delle forze armate che ha portato nei giorni scorsi alla rimozione di 27 militari e martedì alle dimissioni del comandante in capo dell’esercito, generale Mario Montoya. Oltre al timore di non vedersi rinnovati i finanziamenti americani, il governo è preoccupato anche per l’esito dei negoziati per un Trattato di libero commercio (Tlc) con gli Stati Uniti, bloccati su istanza dei democratici che chiedono tra l’altro maggiori garanzie sulla tutela dei diritti umani in Colombia.

Pakistan: numerosi morti in attacco missili, forse drone

ISLAMABAD - Almeno dieci combattenti insorti sono state uccise oggi in un nuovo attacco missilistico nel Nord Ovest del Pakistan, al confine con l'Afghanistan, probabilmente compiuto con un drone (aereo senza pilota) americano. Lo ha detto un responsabile dei servizi di sicurezza pachistano.

Precipita la situazione nel nord est del Congo. Vertice a Nairobi

Presieduto dal segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, si tiene oggi a Nairobi il vertice dei Paesi dei Grandi Laghi per discutere della tragedia del Nord Kivu, la regione del Nord Est della Repubblica democratica del Congo (Rdc, ex Zaire), quasi ai confini del Ruanda, dove e' in corso una spietata ribellione che coinvolge centinaia di migliaia di civili, ormai allo sbando. Intanto anche stamane, prima dell'apertura della riunione, Kudura Kasongo, il portavoce del presidente del Congo, ha ribadito le accuse di atrocita' contro la popolazione civile commesse dai ribelli guidati dal generale Laurent Nkunda.

Guerra in Caucaso, rapporto Ocse avvalora versione russa: fu la Georgia ad attaccare

Il Cremlino aveva ragione. A tre mesi esatti dall'inizio della guerra nel Caucaso, "nuovi resoconti dai osservatori militari indipendenti sullo scoppio del conflitto tra Georgia e Russia mettono in dubbio le asserzioni di Tbilisi, che sostiene di avere agito per difendersi da un'aggressione dei separatisti e della Russia". Lo scrive il New York Times.

In un lungo e dettagliato articolo in prima pagina, il quotidiano americano agomenta che "i resoconti suggeriscono che l'inesperto esercito georgiano attaccò la capitale separatista Tskhinvali, isolata, il 7 agosto, aprendo indiscriminatamente il fuoco con artiglieria e missili, mettendo a repentaglio la vita di civili, dei peacekeepers russi e di osservatori indifesi".

Letti gli sviluppi dell'indagine - non ancora conclusa - di un team internazionale all'opera con mandato Osce (Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa), il NYT, in pratica, avalla la versione russa dei fatti sull'inizio della guerra. Il quotidiano riporta anche i commenti dubbiosi del governo georgiano, che lascia intendere di non trovare affidabile la ricostruzione. "Chi stava contando le esplosioni? Suona un po' strano", dice il viceministro degli Esteri Giga Bokeria, poco convinto dai numeri: colpi di artiglieria e razzi a intervalli di 15-20 secondi e almeno 48 finiti nel giro della prima ora di bombardamenti in zone abitate da civili.

Ma un'accurata cronologia tratta dai documenti stilati nel corso dell'indagine lascia effettivamente pochi dubbi su chi abbia lanciato la prima operazione militare.

Sull'intricata vicenda, che ha visto Mosca e Tbilisi lanciarsi accuse reciproche per mesi, l'Osce preferisce per ora restare cauta e non commentare, anche perché il rislutato dell'inchiesta non è stata ancora ufficializzata. Il New York Times fa notare che la squadra al lavoro comprende un finlandese, un bielorusso e anche un polaccco, non facilmente sospettabile di posizioni filorusse. ITALIA

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