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ITALIA

Incidente sul lavoro, operaio muore nello stabilimento Ilva di Taranto

Un operaio polacco, Paurovic Zigmontian, di 54 anni, e' morto in un incidente sul lavoro avvenuto la notte scorsa nello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto.

L'uomo era dipendente di una ditta specializzata in montaggi, la Pirson. L'operaio stava smontando alcune parti dell'altoforno 4, un impianto fermo dal mese di luglio per lavori di rifacimento, quando e' stato colpito dal braccio di una gru ed precipitato da un'altezza di 14 metri. L'operaio e' morto sul colpo. Indagini sono state avviate dagli ispettori del lavoro e dai carabinieri.

La procura di Taranto ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e ha disposto il sequestro dell'impianto in cui e' morto l'operaio polacco Paurovic Zigmontian. Si e' trattato del terzo infortunio mortale all'interno dello stabilimento siderurgico dall'inizio dell'anno e anche in questa occasione la vittima e' un lavoratore dell'appalto. AUDIO

Aprilia

Dopo la manifestazione del 5 dicembre sotto la regione, nuova mobilitazione il 14 questa volta nazionale.AUDIO

Studente

Oggi in assemblea le donne dell'onda che ci raccontano come parteciperanno allo scipoero generale e alla manif. contro il decreto garfagna. AUDIO

Scuola. Rinviata al 2010 la riforma delle superiori

Partira’ “dal 1° settembre 2010” la riforma del secondo ciclo, inizialmente prevista per il 1° settembre 2009". Il ministro dell’Istruzione Gelmini annuncia cosi’, in una nota, il rinvio di un anno dell’attuazione della riforma delle scuole superiori. Questo “per dare modo alle scuole e alle famiglie di essere correttamente informate sui rilevanti cambiamenti e sulle innovazioni degli indirizzi. In particolare – aggiunge il Ministero – sul secondo ciclo si aprira’ un confronto con tutti i soggetti della scuola sull’applicazione metodologico-didattica dei nuovi regolamenti”. Domani altra giornata di partecipazione e di lotta contro i provvedimenti Gelmini e contro la Crisi. “Solidali con gli studenti e le studentesse della Grecia, l’Onda tornera’ in piazza per dare un ulteriore segnale di vitalità!

Grecia: disordini davanti a carcere, incidenti limitati nella notte

ATENE/MADRID - Incidenti stamane davanti al carcere di massima sicurezza di Korydallos, fuori Atene, tra giovani che hanno lanciato bombe molotov e pietre e gli agenti che hanno risposto con candelotti lacrimogeni, riferiscono i media. Circa settecento giovani stanno adesso facendo un sit-in di protesta davanti al carcere. Il sindaco di Korydallos ha criticato l'eccesso di risposta della polizia.

Nella notte si sono verificati tafferugli e scaramucce fra giovani manifestanti e la polizia nei dintorni del Politecnico, nel centro di Atene. Nel quartiere di Exarchia, dove si trova il Politecnico, una quarantina di giovani hanno lanciato pietre contro le forze anti-sommossa, che hanno tirato candelotti lacrimogeni per disperderli. Tre persone sono state fermate.

Secondo una fonte della polizia, il Politecnico e altre 15 università e un centinaio di licei ad Atene e Salonicco sono occupati dagli studenti dall'inizio della settimana, per protesta contro la morte di Alexis Grigoropoulos. Ad Atene e nel resto del paese da ieri si registra comunque un calo della tensione e gli scontri sono limitati alle vicinanze delle università di Atene e Salonicco.

Incidenti si sono verificati ieri sera anche in Spagna e Danimarca.

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Grecia: disordini davanti a carcere, incidenti limitati nella notte

ATENE/MADRID - Incidenti stamane davanti al carcere di massima sicurezza di Korydallos, fuori Atene, tra giovani che hanno lanciato bombe molotov e pietre e gli agenti che hanno risposto con candelotti lacrimogeni, riferiscono i media. Circa settecento giovani stanno adesso facendo un sit-in di protesta davanti al carcere. Il sindaco di Korydallos ha criticato l'eccesso di risposta della polizia.

Nella notte si sono verificati tafferugli e scaramucce fra giovani manifestanti e la polizia nei dintorni del Politecnico, nel centro di Atene. Nel quartiere di Exarchia, dove si trova il Politecnico, una quarantina di giovani hanno lanciato pietre contro le forze anti-sommossa, che hanno tirato candelotti lacrimogeni per disperderli. Tre persone sono state fermate.

Secondo una fonte della polizia, il Politecnico e altre 15 università e un centinaio di licei ad Atene e Salonicco sono occupati dagli studenti dall'inizio della settimana, per protesta contro la morte di Alexis Grigoropoulos. Ad Atene e nel resto del paese da ieri si registra comunque un calo della tensione e gli scontri sono limitati alle vicinanze delle università di Atene e Salonicco.

Incidenti si sono verificati ieri sera anche in Spagna e Danimarca.

Sri Lanka, Ltte dichiara di aver ucciso almeno 90 soldati governativi

Sul sito web del Ltte (Liberation Tigers of Tamil Eelam), si legge che le Tigri tamil hanno ucciso diversi soldati governativi impegnati nell'avanzata verso la capitale de facto tamil di Kilinochchi. Negli scontri appena fuori della città sarebbero almeno 60 i militari dell'esercito di Colombo rimasti sul terreno, oltre a un imprecisato numero di feriti. Altri 29 soldati sono stati uccisi su un diverso fronte aperto a sud della città, mentre i feriti sarebbero almeno una sessantina. Secondo le fonti del ministero della Difesa, i soldati rimasti uccisi sarebbero 20 e 27 i ribelli tamil. Una squadriglia di elicotteri ha coperto l'avanzata dell'esercito compiendo diversi raid. E' sempre molto difficile verificare i bilanci dei combattimenti dal momento che la zona di guerra è interdetta a giornalisti e osservatori esterni.

DECISA L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE

Anche il Togo ha deciso di abolire la pena di morte. Lo si apprende da una nota del governo diffusa al termine del Consiglio dei ministri tenutosi ieri sera e nel quale è stata approvata la cancellazione della pena capitale dall’ordinamento giudiziario nazionale. L’abolizione della pena capitale, che in Togo non viene applicata da almeno 30 anni, è contenuta in un progetto di Legge che dovrà ora passare al vaglio del Parlamento. “L’abolizione della pena di morte, considerata come una pena umiliante e degradante e crudele dalla comunità delle Nazioni rispettose dei diritti umani, si è imposta alla coscienza collettiva dei togolesi dopo trent’anni di moratoria” si legge nella nota diffusa dal Consiglio dei ministri di Lomé, nella quale la punizione viene giudicata “irrimediabile” e “incompatibile” con la scelta del paese di dotarsi di “una giustizia che limiti gli errori giudiziari, corregga, educhi e garantisca i diritti inerenti la persona”. Solo qualche settimana fa anche il Burundi aveva cancellato la pena capitale dal proprio ordinamento, unendosi ai molti paesi africani che negli ultimi anni hanno preso decisioni analoghe. Il continente africano ha avuto, inoltre, un ruolo centrale nell’approvazione, lo scorso anno, da parte dell’Assemblea Generale dell’Onu della moratoria contro la pena di morte.

La fabbrica occupata di Chicago. Vincono gli operai

Dopo sei giorni di occupazione e una piccola vittoria, gli operai votano per porre fine alla protesta

I duecento operai della Republic Windows and Doors di Chicago hanno vinto una di quelle scommesse che si direbbero perse in partenza. Al sesto giorno di occupazione della fabbrica sono riusciti a strappare un risultato: la Bank of America, che aveva chiuso la linea di credito alla fabbrica di serramenti, ha concesso un prestito supplementare alla proprietà che permetterà di pagare le indennità di lavoro e la retribuzione delle ferie non sfruttate. Ciascun operaio percepirà 7.000 dollari. Ma di sicuro ciò non basterà a evitare la chiusura dello stabilimento. Nella notte, i lavoratori hanno votato per la fine dell'occupazione.

Fabbrica occupata. Sabato scorso, i lavoratori della fabbrica hanno risposto alle lettere di interruzione della produzione con l'occupazione dei locali al 1333 di Hickory Avenue, dando inizio a una protesta rara negli Stati Uniti, una forma di protesta che non si vedeva dagli Anni Trenta, quando i lavoratori della General Motors occuparono gli impianti di Flint, nel Michigan. Leah Fried, sindacalista della United Electrical Workers (Uew) e una delle leader della protesta alla Republic, ha raccontato a PeaceReporter dei primi giorni dell'occupazione: sono 200 gli operai, per lo più di origine ispanica,che hanno partecipato attivamente alla protesta. Molti di loro hanno portato le proprie famiglie all'interno della fabbrica. La loro non è stata una protesta passiva, ma in questi giorni si sono occupati della cura dello stabilimento tirandolo a lucido. "Se fosse stato necessario, avremmo festeggiato il nostro Natale qui in fabbrica - dice Fried al telefono - è una battaglia troppo importante che non potevamo perdere; la nostra occupazione non ha mai avuto una time-line". Secondo i vertici dell'Uew, la Republic avrebbe violato anche le leggi statunitensi: l'avviso di chiusura degli stabilimenti va comunicato con un preavviso di sessanta giorni e non di tre, come è avvenuto a Chicago.

Piccole vittorie. L'azienda di Chicago è stata duramente colpita dalla crisi finanziaria ed economica andata in suppurazione proprio negli Usa. Negli ultimi due mesi, il suo fatturato ha subito un calo del 25 percento, passando da un volume d'affari di 4 milioni di dollari nel mese di ottobre, a 2,9 milioni in quello di novembre. L'amministrazione della società non ha usato giri di parole: "Non abbiamo altra scelta, la fabbrica deve interrompere la produzione". L'ufficio relazioni esterne ha respinto la richiesta di PeaceReporter di rilasciare una dichiarazione. Le negoziazioni tra Republic, Uew e i rappresentati della Bank of America, hanno portato qualche frutto: gli operai riceveranno le indennità arretrate e la retribuzione per i giorni di ferie di cui gli operai non hanno usufruito, così come prevede la legge federale. La somma ammonta a 1,75 milioni di dollari, 7.000 a testa. Il prestito, però, non permetterà alla Republic di mantenere in vita la produzione. Dalla Bank of America è stato chiarito che non verrà riaperta una linea di credito. Lo stipendio medio dei lavoratori della Republic è di 30mila dollari annui, somma che, secondo Fried, basta appena per il sostentamento delle famiglie e il pagamento dei mutui. Un'altra piccola vittoria è stata determinata dalla forte eco della protesta avuta in tutti gli Stati Uniti e non solo. Anche Barack Obama ha espresso solidarietà ai 200 lavoratori e dal mondo politico sono arrivate critiche alla Bank of America che ha di recente ricevuto 25 miliardi di dollari per il piano di salvataggio varato dall'amministrazione Bush.

Gli asserragliati della GM. Dagli Anni Trenta non si verificava un'occupazione di fabbrica da parte degli operai. Era il 30 dicembre del 1936 quando tremila operai incrociarono le braccia e misero i padroni della General Motors alla porta. Lo sciopero scoppiò per porre fine alle intimidazioni provenienti dalla direzione di fabbrica e perché la GM riconoscesse la United Auto Workers, l'associazione dei lavoratori del settore automobilistico. Allora fu una grande vittoria, adesso Fried spera gli operai di Chicago abbiano la stessa sorte di quelli di Flint.

ITALIA

Incidente sul lavoro, operaio muore nello stabilimento Ilva di Taranto

Un operaio polacco, Paurovic Zigmontian, di 54 anni, e' morto in un incidente sul lavoro avvenuto la notte scorsa nello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto.

L'uomo era dipendente di una ditta specializzata in montaggi, la Pirson. L'operaio stava smontando alcune parti dell'altoforno 4, un impianto fermo dal mese di luglio per lavori di rifacimento, quando e' stato colpito dal braccio di una gru ed precipitato da un'altezza di 14 metri. L'operaio e' morto sul colpo. Indagini sono state avviate dagli ispettori del lavoro e dai carabinieri.

La procura di Taranto ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo e ha disposto il sequestro dell'impianto in cui e' morto l'operaio polacco Paurovic Zigmontian. Si e' trattato del terzo infortunio mortale all'interno dello stabilimento siderurgico dall'inizio dell'anno e anche in questa occasione la vittima e' un lavoratore dell'appalto.

RIFIUTI: STOCCAGGIO ILLECITO ILVA, DENUNCIATO RIVA

GENOVA - Il presidente del cda del Gruppo Ilva, Emilio Riva, il direttore dello stabilimento di Genova, Giuseppe Frustaci, i responsabili dello smaltimento dei rifiuti, Franco Risso e Enrico Calderari, sono stati denunciati dai carabinieri del Noe per stoccaggio illecito di rifiuti. Il materiale sequestrato, residui della attività dell' altoforno, chiuso in modo definitivo nel 2005, era stato accumulato tra il 1998 e il 2005.

Nonostante fosse stato in parte smaltito, sia attraverso la eliminazione sia con il recupero del ferro dal polverino, l'accumulo aveva superato in grande misura le quantità indicate dalla legge. Il decreto legislativo 152 del 2006 impone infatti di non stoccare più di venti metri cubi di rifiuti o, in seconda istanza, obbliga a eliminarli entro tre mesi. Se si oltrepassano questi limiti è necessario avere una autorizzazione della Provincia, che nel caso dello stabilimento dell'Ilva di Genova, dicono i carabinieri del Noe, non è stata chiesta. Oggi i carabinieri presentano gli atti al magistrato di turno per chiedere la convalida dei provvedimenti e in particolare del sequestro del materiale.

L'operazione del Noe di Genova è stata condotta sia con una ispezione aerea eseguita da bordo di un elicottero, sia con una verifica a terra, compiuta ieri, che ha consentito di calcolare la quantità di rifiuti accumulati nello stabilimento di Genova Cornigliano, nell'area dell'ex parco minerario. Nel caso venga richiesta l'autorizzazione per uno stoccaggio superiore ai limiti di legge, hanno spiegato i carabinieri, è necessario seguire una serie di prescrizioni, come il controllo delle falde sotterranee e la predisposizione di opere strutturali per riparare i materiali dagli eventi esterni. Nel caso dell'Ilva di Genova, spiega il Noe, il polverino di acciaio e la pasta di zolfo erano invece accumulati all'aria aperta senza protezioni. Il polverino era stato stoccato fino al 2005 mentre i residui di zolfo fino al 2002. L'indagine prosegue per valutare se i materiali siano o meno pericolosi. Al momento il Noe lo esclude, sia in base a una analisi fornita dalla stessa Ilva sia per la natura dei due rifiuti speciali. Una perizia potrebbe essere comunque richiesta dal pm.

G8: SPRAY URTICANTE; CONDANNATO VINCENZO CANTERINI

GENOVA - Vincenzo Canterini, l'ex comandante del VII Nucleo Sperimentale Antisommossa che intervenì in diverse occasioni durante il G8 di Genova, è stato condannato a quattro mesi di reclusione per violenza privata, per aver utilizzato uno spray urticante, nei confronti di alcuni avvocati che si erano radunati in sit-in lungo le strade di Genova il 20 luglio 2001. Il giudice monocratico Nicoletta Cardini ha accolto la tesi del pubblico ministero Francesco Cardona Albini per quello che riguarda il reato di violenza privata mentre ha assolto Canterini dal reato di lesioni.

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gror081211 (last edited 2008-12-11 18:26:04 by anonymous)