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Editoriale
NOTIZIE BREVI
ESTERI
CENSURA E COMMISSIONI SPECIALI PER DIFENDERE MILITARI IMPEGNATI A GAZA
Il primo ministro uscente Ehud Olmert ha nominato il ministro della Giustizia Daniel Friedmann a capo di una commissione che avrà il compito di assistere ufficiali dell’esercito che potrebbero essere chiamati a rispondere di crimini di guerra. Il provvedimento è stato preso per ostacolare eventuali procedimenti internazionali contro membri dell’esercito, informano mezzi di stampa locali; contemporaneamente l'ufficio del censore militare israeliano sta applicando severe restrizioni sulla circolazione di informazioni che potrebbero portare all’identificazione di ufficiali dell’esercito coinvolti nell’operazione ‘Piombo fuso’ che in 22 giorni ha causato la morte di oltre 1300 persone, per lo più civili. Il divieto imposto riguarda la pubblicazione e diffusione di nomi, fotografie, video attraverso cui si può risalire all’identità dei singoli individui; ai militari – ai quali già durante le operazioni di guerra erano stati confiscati i telefoni cellulari - è stato inoltre vietato di rilasciare interviste. “Al ministero della Difesa hanno la concreta preoccupazione – ha scritto il quotidiano israeliano ‘Haaretz’ – che le interviste rilasciate alla stampa da ufficiali che descrivono la distruzione di abitazioni o le perdite civili in aree in cui comandavano truppe possano trasformarsi in vere e proprie dichiarazioni di auto-accusa che potrebbero poi essere usate da organizzazioni per i diritti umani e gruppi politici nell’ambito di procedimenti giudiziari”. Proprio ieri, 230 associazioni belghe e francesi hanno depositato alla Corte penale internazionale (Cpi/Icc) un rapporto contenente accuse per presunti crimini di guerra commessi dall’esercito israeliano durante i 22 giorni di offensiva a Gaza. “Non ci facciamo molte illusioni” aveva detto alla MISNA l’avvocato Georges Henri Beauthier, rappresentante legale dei querelanti (noto per aver portato davanti alla giustizia l’ex-dittatore cileno Augusto Pinochet) aggiungendo però di essere pronto a ricorrere anche al Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Pakistan: missili Usa su Waziristan, dieci morti
PESHAWAR - E' salito a dieci il numero delle vittime del drone americano che nel Nord Waziristan pachistano, ai confini con l'Afghanistan, ha lanciato tre missili. Lo riferisce la televisione pachistana Geo Tv.
Secondo un alto responsabile delle forze di sicurezza pachistane, citato dall'Afp, l'attacco "ha distrutto un reparto di combattenti islamici" e, tra le vittime, cinque di nazionalità straniera erano "combattenti di Al Qaida".
L'obiettivo del raid americano, secondo fonti di stampa pachistana, era la casa di un uomo, Khalil, nei pressi della città di Mir Ali. Secondo testimoni, il drone avrebbe lanciato tre missili: dieci le persone rimaste uccise, mentre diversi sono i feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni.
Quello di oggi è il primo attacco di un aereo americano senza pilota, dall'insediamento di Barack Obama e accade il giorno dopo la nomina di Richard Holbrooke come inviato speciale americano per Afghanistan e Pakistan.
I droni vengono utilizzati dall'esercito americano e dalla Cia per contrastare il terrorismo frontaliero e gli insorgenti taleban in Afghanistan e si sono spesso spostati in Pakistan, provocando le ire e le ferme reazioni, con minacce di guerra, da parte del governo di Islamabad.
Petrolio: Bolivia nazionalizza societaà Chaco (BP)
LA PAZ, 23 gen (AWP/ats/ansa) Il presidente boliviano Evo Morales ha oggi annunciato la nazionalizzazione della società petrolifera privata Chaco, del gruppo Pan American Energy, filiale della britannica BP.
La gestione di Chaco dovrebbe ora passare nelle mani della YPFB, il gruppo petrolifero dello Stato boliviano, affermano i media di La Paz, ricordando che la decisione era stata anticipata giorni fa dal ministro degli idrocarburi, Saul Avalos.
Morales ha firmato il decreto della nazionalizzazione durante una cerimonia a sorpresa organizzata negli impianti della stessa Pan American a Carrasco, nella regione centrale di Cochabamba. "Poco a poco stiamo riprendendo il controllo delle nostre imprese", ha commentato il presidente, secondo quanto ha riferito l'Agenzia boliviana d'informazione.
Morales ha precisato che La Paz intende prendere misure simili a quella decisa con Pan American anche con gli altri gruppi petroliferi stranieri che "non rispettano le leggi nazionali o gli impegni presi sul fronte degli investimenti da fare nel paese".
"Alcune società vogliono continuare a difendere il modello economico neoliberale, ma il popolo è cosciente del fatto che deve continuare a difendere le proprie risorse", ha sottolineato Morales.
L'intervento ha avuto luogo "nell'ambito delle azioni dello Stato per riprendere il controllo delle imprese statali", ha sottolineato l'Agenzia, ricordando che Chaco è "una delle principali produttrici di gas liquido da petrolio (gpl), e tra i principali fornitori di combustibili e diesel del paese".
Lula risponde a Napolitano su Battisti: il governo è sovrano
Il presidente brasiliano, Inacio Lula da Silva, ha scritto una lettera al collega italiano, Giorgio Napolitano, in risposta alla missiva con cui il capo dello Stato aveva espresso "stupore e rammarico" per ladecisione di negare l'estradizione dell'ex terroristo rosso Cesare Battisti. Lo riferisce la stampa brasiliana.
A quanto siapprende la lettera ribadisce che il governo brasiliano e' sovrano nella decisione di concedere o meno l'asilo politico all'ex terrorista. La lettera sara' consegnata questa sera all'ambasciatore italiano a Brasilia Michele Valensise dalla direttrice del Dipartimento per l'Europa del Ministero degli Esteri, Maria Edileuza.
Staminali: USA; primo sì a embrionali in uomo, su paralizzati
WASHINGTON - Via libera negli Stati Uniti alla prima sperimentazione al mondo che prevede l'uso di cellule staminali embrionali per curare lesioni spinali in pazienti paralizzati.
L'ente americano per il controllo sui farmaci, la Fda (Food and Drug Administration) ha autorizzato l'azienda Geron a cominciare la sperimentazione che, come tutti gli studi clinici, partirà da una fase I condotta su un piccolo numero di pazienti con lesioni spinali gravi e che dovrà verificare la sicurezza della terapia.
ITALIA
L'Unhcr critica l'Italia per la situazione nel centro di accoglienza di Lampedusa
Progettato per accogliere 850 persone al momento ne ospita più di 2000
L'agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite ha espresso oggi crecscente preoocupazione per le condizioni in cui sono costrette a vivere più di duemila persone, chiuse nel centro di prima accoglienza di Lampedusa.
Pirkko Kourula, direttore dell'ufficio europeo dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha chiesto oggi alle autorità italiane "di prendere tutti i provvedimenti necessari per risolvere la difficile crisi umanitaria che si sta dispiegando in questo momento a Lampedusa". Il centro di prima accoglienza sull'isola mediterranea, infatti, era stato progettato per accogliere ottocentocinquanta persone, ma al momento ne ospite più di duemila. Il risultato, fanno sapere da Ginevra, è che centinaia di persone sono costrette a dormire all'aperto sotto teli di plastica. In passato le persone, che arrivavano via mare, venivano subito trasferite in altri centri di accoglienza mentre la loro richiesta di asilo veniva valutata dalle autorità italiane. Ora, però, la legge impone che i migranti siano costretti a restare nel centro di arrivo fino a quando il loro iter burocratico non sia esaurito, e questo - denuncia la commissione per i rifugiati - ha provocato il collasso della struttura di Lampedusa.
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