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ESTERI

ITALIA

Torino (corrispondenza)

Assemblea RAM (corrispondenza)

Presidio Campidoglio Siparietto


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ESTERI

‘’’GAZA’’’

Testimoni hanno riferito di una forte esplosione causata da una bomba e da un missile contro la zona di frontiera. Secondo le fonti l'esplosione non ha provocato vittime. I residenti di Rafah hanno cominciato a fuggire dalle loro case per paura durante l'attacco dell'aereo che ha colpito almeno tre volte. Uno dei principali obiettivi dell'operazione israeliana Piombo fuso è stata proprio la zona dei tunnel che corrono sotto il confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto e attraverso i quali passano merci di tutti i tipi per aggirare il blocco israeliano. Secondo le autorità israeliane, in questo modo arrivano anche i razzi che vengono poi tirati sulle città israeliane. Il primo ministro israeliano Ehud Olmert questa mattina ha messo in guardia su altri possibili attacchi affermando che, riferisce il quotidiano Haaretz, quello in atto “non è un cessate-il-fuoco ma una sospensione del fuoco a fronte delle infrazioni di Hamas, pertanto possiamo continuare e ritenere l’esercito libero di agire”Ieri un veicolo militare israeliano era caduto in un'imboscata di militanti palestinesi sul confine meridionale della Striscia. Un soldato israeliano è morto ed altri tre sono rimasti feriti. Ne è seguita una sparatoria sulla frontiera, la chiusura di tutti i varchi di confine ed una serie di incursioni nella striscia da parte di blindati e di elicotteri e droni israeliani. Un missile è stato sparato questa mattina da militanti palestinesi della Striscia di Gaza contro il deserto del Negev in Israele. Nessuno è stato ferito.

‘’’TERRITORI OCCUPATI’’’

Nel 2008 il numero di nuove abitazioni negli insediamenti ebraici in Cisgiordania è cresciuto del 69 per cento rispetto all'anno precedente: lo rivela un rapporto dell'organizzazione 'Peace Now'. In particolare sarebbero 1.518 le abitazioni realizzate lo scorso anno contro le 898 del 2007. Tale sviluppo si riflette sulla popolazione ebraica nella West Bank salita dalle 270 mila unità del 2007 alle 285 mila dello scorso anno, con un tasso di crescita superiore a quello di Israele. Sulla questione degli insediamenti, inoltre, pesa la promessa elettorale del leader del Likud Benyamin Nethanyahu che - in caso di vittoria nelle elezioni di febbraio - si è impegnato a permetterne lo sviluppo, considerato da molte parti come uno dei principali ostacoli alla definizione di un accordo di pace con i palestinesi.

‘’’IRAN’’’

Quattro giovani fra i 18 e i 20 anni sono stati impiccati in Iran perchè riconosciuti colpevoli di avere sequestrato e violentato un ragazzo di 16 anni. Lo scrive oggi il quotidiano Qods. I fatti, secondo il giornale, risalgono ad un anno fa. All'epoca, dunque, uno o più degli impiccati doveva essere minorenne. Le esecuzioni sono avvenute ieri nel carcere di Mashhad, nell'est del Paese. I quattro avevano rapito due ragazzi di 16 anni davanti ad una scuola e li avevano portati nel deserto fuori dalla città. Uno dei due sequestrati era riuscito a fuggire, mentre il secondo era stato violentato. Queste impiccagioni portano a 36 il numero delle esecuzioni di cui si è avuta notizia in Iran dall'inizio dell'anno. Nel 2008 erano state 246

‘’’SOMALIA’’’

«Controlliamo tutta la città di Baidoa compreso il Parlamento che abbiamo occupato mentre i suoi deputati apostati sono fuggiti all'estero per evitare la morte sicura»: così i 'Giovani mujahidin', formazione armata vicina ad al-Qaeda che controlla ormai quasi tutta zona meridionale della Somalia, annunciano ai lettori dei forum jihadisti sul web la conquista della città capitale del governo transitorio somalo, caduta subito dopo il ritiro delle truppe etiopi giunte nel paese due anni fa proprio per cacciare gli estremisti islamici dal paese. «Quando gli uomini della polizia e dell'esercito apostata del governo ci hanno visti sono subito fuggiti - si legge nel comunicato - abbiamo liberato Baidoa dai crociati e dagli apostati e la gente della città ci ha accolto festante». «Ora occupiamo l'aeroporto militare usato dagli etiopi, il palazzo presidenziale e il parlamento mentre intorno a noi migliaia di persone gridano 'Allah è grandè e festeggiano» continua il documento in cui si ammette che «ci sono state piccole sparatorie in alcune vie della città: le loro milizie hanno lasciato qui numerose armi e auto che sono ora il nostro bottino». Intanto secondo la Tv araba 'al-Jazeerà, alcune migliaia di persone sono scese in strada ieri pomeriggio per manifestare in favore dei 'Giovani mujahidin'. All'iniziativa ha preso parte anche il portavoce del gruppo, lo sceicco Mukhtar Robow,che in un comizio alla folla ha promesso l'applicazione in città della 'sharià.

‘’’COLOMBIA’’’

Una bomba è esplosa a Bogotà causando due morti e due feriti. L'attentato è avvenuto alle 21.00 (ora locale) davanti ad un bancomat di un esclusivo quartiere residenziale della parte settentrionale della capitale colombiana. Al momento s'ignora chi siano i responsabili, ma il ministro della Difesa Juan Manuel Santos ha detto di non escludere che l'attentato sia opera dei guerriglieri filo marxisti delle Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. «Sfortunatamente due persone sono morte», ha confermato alla stampa il ministro degli interni, Fabio Valencia Cossio, che si trova sul posto. Cossio ha precisato di aver convocato una riunione d'emergenza dei vertici delle forze di sicurezza per accertare le cause dell'esplosione, che ha inoltre provocato ingenti danni materiali.

‘’’BRASILE-ITALIA’’’

l presidente brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva non intende fare commenti ufficiali sul richiamo per consultazioni dell'ambasciatore italiano a Brasilia, Michele Valensise, in seguito al caso Battisti. È quanto si legge oggi sul sito del quotidiano «Folha». Già ieri il ministero degli Esteri brasiliano non aveva voluto commentare la vicenda. «Il ministero degli Esteri brasiliano non ha alcun commento da fare su una decisione che è delle autorità italiane -aveva detto un portavoce- Ma è necessario dire che questa non avrà conseguenze sulle relazioni diplomatiche tra i due Paesi»

‘’’GRECIA’’’

Gli agricoltori della regione meridionale greca del Peloponneso hanno riaperto il cruciale passaggio sullo stretto di Corinto, rompendo per la prima volta il fronte della protesta. Ma questa continua per il decimo giorno consecutivo, sia pure tra segni di stanchezza, sulla maggior parte del territorio nazionale bloccando le principali vie di comunicazione terrestri nel centro e nel nord della Grecia e ai valichi di frontiera con Bulgaria, Macedonia, Albania e Turchia. I contadini del Peloponneso dopo la riunione di ieri col ministro dell'agricoltura Sotiris Hatzigakis hanno annunciato che pure non essendo state accolte tutte le loro richieste erano stati fatti passi avanti e che avrebbero tolto il blocco sull'istmo che collega il sud al resto del paese. Il resto dei lavoratori, che considera insufficienti i 500 milioni offerti dal governo, mantiene tuttavia stamane i blocchi che stanno paralizzando l'economia del paese ponendo in crisi il commercio su gomma e i rifornimento di medicinali e derrate alimentari. Oggi è stato invece annullato dalla magistratura, su ricorso delle autorità, riferiscono i media, lo sciopero dei controllori di volo che avrebbe di fatto chiuso lo spazio aereo civile rendendo ancora più pesante la situazione. Continuano intanto le consultazioni tra gli agricoltori e non si esclude che di fronte alla lunga lotta, che sta creando reazioni sociali negative, e alla ferma posizione del governo, che ha assicurato «non darà un euro più» di quanto promesso, vi possano essere nuovi sviluppi

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