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'''OPERAZIONE DELL’ESERCITO STATUNITENSE NEL SUD, VITTIME CIVILI'''

Erano civili e non sostenevano in alcun modo le attività della guerriglia, i sei uomini uccisi questa notte nel corso di un’incursione delle truppe americane nella provincia meridionale di Zabul: lo hanno detto diversi dirigenti politici locali, che hanno smentito la precedente versione dei comandi statunitensi. Secondo Mohammad Khasin Graned, presidente del Consiglio provinciale di Zabul, i militari hanno ucciso i civili dopo aver fatto irruzione in due abitazioni nel distretto di Shar-e-Safa. Il responsabile ha detto che gli abitanti dei villaggi della zona hanno deciso di portare i cadaveri delle vittime a Kandahar, la principale città del sud dell’Afghanistan, dove vorrebbero tenere un corteo di protesta. Il presidente afgano Hamid Karzai ha più volte chiesto ai comandi delle Forze armate straniere di evitare nuovi stragi di civili, frequenti nel corso delle cosiddette operazioni "anti-terrorismo".

''' Pakistan, attentato a una moschea sciita: oltre 30 morti'''

In corso una feroce battaglia tra sunniti e sciiti

Più di trenta sono morte e diverse decine sono rimaste ferite in seguito a un attentato che ha colpito una moschea nella provincia del Punjab.

Un gruppo di fedeli si stava avvicinando in processione alla moschea sciita di Dera Ghazi Khan, nel centro del Paese, per la preghiera del pomeriggio quando una bomba è esplosa. Apparentemente la detonazione è stata innescata a distanza con un telecomando. L’attentato non è ancora stato rivendicato, ma recentemente il Pakistan ha visto risorgere la violenza di stampo settario fra la maggioranza dei musulmani sunniti e la minoranza sciita. La stessa polizia non è ancora riuscita a ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti: secondo il capo dellapolizia locale si sarebbe trattato di un attentatore suicida, desumendolo dalla mancanza di un cratere sul terreno; secondo un commissario, invece, l'esplosione sarebbe stata provocata da un ordigno piantato sul terreno. In dicembre un’autobomba ha ucciso ventinove sciiti nella regione di Peshawar, mentre martedì una granata ha ucciso una persona vicino alla moschea sunnita di Dera Ismail Khan. Gli attacchi si sono finora concentrati nel nord-ovest del Paese, dove i talebani e altri gruppi sunniti hanno guadagnato terreno.

'''ELEZIONI SPAGNOLE: VOTANO ANCHE COLOMBIANI, PERUVIANI E ARGENTINI'''

Quasi mezzo milione di cittadini colombiani, peruviani e argentini residenti in Spagna potranno votare alle prossime elezioni municipali del 2011; in condizioni di reciprocità, anche 300.000 spagnoli residenti negli stessi paesi sudamericani avranno diritto al suffragio. Lo riferisce la stampa iberica precisando che il ministro degli Esteri Miguel Ángel Moratinos ha firmato un’intesa con il suo omologo colombiano Jaime Bermúdez che garantisce il voto ai colombiani che vivono legalmente in Spagna da più di cinque anni; accordi analoghi saranno sottoscritti oggi con il ministro degli Esteri peruviano, José Antonio García Belaunde, e la prossima settimana durante una visita in Spagna della presidente argentina Cristina Fernández de Kirchner. In Spagna risiedono attualmente 260.000 immigrati colombiani, 127.000 peruviani e 88.047 argentini; gli spagnoli residenti nei tre paesi sono, rispettivamente, 8191, 6903 e 272.761, secondo il censimento ufficiale. Già pronta anche l’intesa tra Madrid e il governo di Trinidad e Tobago, mentre sono in corso negoziati con un’altra dozzina di paesi, la metà dei quali in America Latina.
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'''IMMIGRAZIONE: PROTESTE DOPO VOTO SENATO, "MINACCIATO DIRITTO A SALUTE"'''

I migranti senza permesso di soggiorno che si rivolgeranno alle strutture della Chiesa non dovranno temere nessuna denuncia: è stata la reazione della Conferenza episcopale italiana (Cei), attraverso monsignor Domenico Segalini, vescovo di Palestrina e presidente della Commissione per le migrazioni della Cei, all’approvazione ieri al Senato dell’emendamento che autorizza i medici delle strutture sanitarie a denunciare i migranti non regolari che si rivolgono a loro per le cure. Il provvedimento fa parte del disegno di legge sulla sicurezza pubblica (ddl 733), noto anche come ‘pacchetto sicurezza’, approvato con 154 voti favorevoli e 114 contrari. Ferme critiche sono giunte anche dalle varie associazioni di riferimento della professione medica e organizzazioni non governative. “É una cosa molto grave” è stato il commento di Vincenzo Saraceni, presidente dell’Associazione medici cattolici italiani (Amc): “Sono certo - ha aggiunto Saraceni - che i medici si asterranno dal denunciare gli irregolari a cui presteranno cure. E noi daremo indicazioni in tal senso”. Il rispettoso ma fermo dissenso "per una norma che va contro l’etica e la deontologia” è stato ribadito dal presidente della Federazione dell’ordine dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco, aggiungendo che potrebbe rivelarsi molto controproducente per la salute pubblica. La norma “va contro il principio di base della tutela della salute, cioè il libero accesso alle strutture” ha continuato Bianco, il quale ha anche precisato che sul piano della sicurezza esistevano già precise prescrizioni di legge. “Se viene da noi un clandestino che è stato accoltellato, picchiato o è moribondo - ha detto ancora Bianco - abbiamo già l’obbligo di referto” come per i cittadini italiani, “ma allargare questa norma a tutti i clandestini mi sembra sia un vulnus alla ragione e alla coscienza”. "La preoccupazione - ha detto Kostan Moschochoritis, direttore generale di Medici senza Frontiere-Italia - è che nonostante l’obiezione dei medici il provvedimento creerà nell’immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e di diffidenza in grado di ostacolarne l’accesso alle strutture sanitarie: tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa marginalizzazione sanitaria di una fetta della popolazione straniera”. In molti sottolineano i rischi per la salute pubblica, ma anche quello di alimentare una sorta di ‘assistenza medica’ parallela, illegale e gestita dalla criminalità.

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NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

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OPERAZIONE DELL’ESERCITO STATUNITENSE NEL SUD, VITTIME CIVILI

Erano civili e non sostenevano in alcun modo le attività della guerriglia, i sei uomini uccisi questa notte nel corso di un’incursione delle truppe americane nella provincia meridionale di Zabul: lo hanno detto diversi dirigenti politici locali, che hanno smentito la precedente versione dei comandi statunitensi. Secondo Mohammad Khasin Graned, presidente del Consiglio provinciale di Zabul, i militari hanno ucciso i civili dopo aver fatto irruzione in due abitazioni nel distretto di Shar-e-Safa. Il responsabile ha detto che gli abitanti dei villaggi della zona hanno deciso di portare i cadaveri delle vittime a Kandahar, la principale città del sud dell’Afghanistan, dove vorrebbero tenere un corteo di protesta. Il presidente afgano Hamid Karzai ha più volte chiesto ai comandi delle Forze armate straniere di evitare nuovi stragi di civili, frequenti nel corso delle cosiddette operazioni "anti-terrorismo".

Pakistan, attentato a una moschea sciita: oltre 30 morti

In corso una feroce battaglia tra sunniti e sciiti

Più di trenta sono morte e diverse decine sono rimaste ferite in seguito a un attentato che ha colpito una moschea nella provincia del Punjab.

Un gruppo di fedeli si stava avvicinando in processione alla moschea sciita di Dera Ghazi Khan, nel centro del Paese, per la preghiera del pomeriggio quando una bomba è esplosa. Apparentemente la detonazione è stata innescata a distanza con un telecomando. L’attentato non è ancora stato rivendicato, ma recentemente il Pakistan ha visto risorgere la violenza di stampo settario fra la maggioranza dei musulmani sunniti e la minoranza sciita. La stessa polizia non è ancora riuscita a ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti: secondo il capo dellapolizia locale si sarebbe trattato di un attentatore suicida, desumendolo dalla mancanza di un cratere sul terreno; secondo un commissario, invece, l'esplosione sarebbe stata provocata da un ordigno piantato sul terreno. In dicembre un’autobomba ha ucciso ventinove sciiti nella regione di Peshawar, mentre martedì una granata ha ucciso una persona vicino alla moschea sunnita di Dera Ismail Khan. Gli attacchi si sono finora concentrati nel nord-ovest del Paese, dove i talebani e altri gruppi sunniti hanno guadagnato terreno.

ELEZIONI SPAGNOLE: VOTANO ANCHE COLOMBIANI, PERUVIANI E ARGENTINI

Quasi mezzo milione di cittadini colombiani, peruviani e argentini residenti in Spagna potranno votare alle prossime elezioni municipali del 2011; in condizioni di reciprocità, anche 300.000 spagnoli residenti negli stessi paesi sudamericani avranno diritto al suffragio. Lo riferisce la stampa iberica precisando che il ministro degli Esteri Miguel Ángel Moratinos ha firmato un’intesa con il suo omologo colombiano Jaime Bermúdez che garantisce il voto ai colombiani che vivono legalmente in Spagna da più di cinque anni; accordi analoghi saranno sottoscritti oggi con il ministro degli Esteri peruviano, José Antonio García Belaunde, e la prossima settimana durante una visita in Spagna della presidente argentina Cristina Fernández de Kirchner. In Spagna risiedono attualmente 260.000 immigrati colombiani, 127.000 peruviani e 88.047 argentini; gli spagnoli residenti nei tre paesi sono, rispettivamente, 8191, 6903 e 272.761, secondo il censimento ufficiale. Già pronta anche l’intesa tra Madrid e il governo di Trinidad e Tobago, mentre sono in corso negoziati con un’altra dozzina di paesi, la metà dei quali in America Latina.

ITALIA

IMMIGRAZIONE: PROTESTE DOPO VOTO SENATO, "MINACCIATO DIRITTO A SALUTE"

I migranti senza permesso di soggiorno che si rivolgeranno alle strutture della Chiesa non dovranno temere nessuna denuncia: è stata la reazione della Conferenza episcopale italiana (Cei), attraverso monsignor Domenico Segalini, vescovo di Palestrina e presidente della Commissione per le migrazioni della Cei, all’approvazione ieri al Senato dell’emendamento che autorizza i medici delle strutture sanitarie a denunciare i migranti non regolari che si rivolgono a loro per le cure. Il provvedimento fa parte del disegno di legge sulla sicurezza pubblica (ddl 733), noto anche come ‘pacchetto sicurezza’, approvato con 154 voti favorevoli e 114 contrari. Ferme critiche sono giunte anche dalle varie associazioni di riferimento della professione medica e organizzazioni non governative. “É una cosa molto grave” è stato il commento di Vincenzo Saraceni, presidente dell’Associazione medici cattolici italiani (Amc): “Sono certo - ha aggiunto Saraceni - che i medici si asterranno dal denunciare gli irregolari a cui presteranno cure. E noi daremo indicazioni in tal senso”. Il rispettoso ma fermo dissenso "per una norma che va contro l’etica e la deontologia” è stato ribadito dal presidente della Federazione dell’ordine dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco, aggiungendo che potrebbe rivelarsi molto controproducente per la salute pubblica. La norma “va contro il principio di base della tutela della salute, cioè il libero accesso alle strutture” ha continuato Bianco, il quale ha anche precisato che sul piano della sicurezza esistevano già precise prescrizioni di legge. “Se viene da noi un clandestino che è stato accoltellato, picchiato o è moribondo - ha detto ancora Bianco - abbiamo già l’obbligo di referto” come per i cittadini italiani, “ma allargare questa norma a tutti i clandestini mi sembra sia un vulnus alla ragione e alla coscienza”. "La preoccupazione - ha detto Kostan Moschochoritis, direttore generale di Medici senza Frontiere-Italia - è che nonostante l’obiezione dei medici il provvedimento creerà nell’immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e di diffidenza in grado di ostacolarne l’accesso alle strutture sanitarie: tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa marginalizzazione sanitaria di una fetta della popolazione straniera”. In molti sottolineano i rischi per la salute pubblica, ma anche quello di alimentare una sorta di ‘assistenza medica’ parallela, illegale e gestita dalla criminalità.

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