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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Muore un algerino nel Centro di Ponte Galeria

Un immigrato algerino di 40 anni è morto in una camerata del Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria. Ad accorgersi che lo straniero non dava più segni di vita, sono stati, questa mattina, gli altri immigrati che hanno avvertito la polizia. Secondo quanto si è appreso il personale medico della Croce Rossa, sollecitato ad intervenire dalla polizia, ha constatato la morte dell'immigrato, arrivato ieri sera a Ponte Galeria da Modena, a causa "di un arresto cardiocircolatorio". Per gli altri immigrati, però, l'uomo sarebbe morto a causa delle percosse ricevute dai poliziotti. E' quanto emerge dalle interviste realizzate da "Radio Popolare": "Questa notte un algerino si è sentito male, è uscito per essere medicato, ma i poliziotti lo hanno picchiato e lo hanno rimandato in cella. Stamattina lo abbiamo trovato morto nella sua stanza". La testimonianza, riferisce una nota dell'emittente radiofonica, è stata raccolta ai microfoni di Radio Popolare Roma da un immigrato che si trova all'interno del Cie di Ponte Galeria. "Noi - ha detto l'immigrato - dicevamo a loro che era morto ma i poliziotti dicevano che faceva finta di essere morto per uscire e scappare. E' successo stanotte intorno alle 11. Non hanno fatto niente, lo hanno fatto sdraiare, lui ha cominciato a pregare perché aveva capito che stava per morire, ma loro continuavano a pensare che lui volesse uscire fuori per scappare". Per il direttore del Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria a Roma, Fabio Ciciliano, invece non ci sono dubbi relativamente alle cause della morte dell'immigrato, confermata a PeaceReporter. Ciciliano smentisce che il decesso sia avvenuto "a causa delle percosse". "L'uomo non è stato picchiato dalla polizia - ha detto Ciciliano a Peace Reporter - La causa del decesso è un arresto cardiocircolatorio. Il direttore del Centro di Ponte Galeria ha avvertito l'autorità giudiziaria che ha disposto l'autopsia per accertare le cause della morte.

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Associazione Studi giuridici sull'immigrazione

Il Prof. Fulvio Vassallo

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Assemblea degli studenti della sapienza sulla minaccia agli spazi occupati

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Torino Palazzo Nuovo, assediati i fascisti del Fuan antifascismo

Nuova provocazione dei fascisti del Fuan questa mattina a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell'università di Torino, a solo una settimana dagli scontri di lunedi 9 marzo con la polizia. Un gruppetto di fascisti si è presentato in mattinata innanzi le scalinate della sede universitarie, a fronte del divieto di propaganda emesso dal rettore Ezio Pelizzetti.

L'Onda antifascista si è fatta trovare ancora una volta pronta: un presidio di studenti e studentesse si è formato dinnanzi all'accesso di Palazzo Nuovo, creando un presidio informativo ed un cordone sanitario contro i fascisti. L'Onda ha ribadito la natura antifascista dell'università di Torino, richiedendo ancora una volta la liberazione dell'antifascista arrestato lunedi scorso.

Il Fuan ha provato a forzare il cordone ma ha trovato la resistenza e l'opposizione di centinaia di studenti e studentesse, che hanno respinto i fascisti indietro. Come sempre avviene, i fascisti hanno celato la loro presenza dietro allo schieramento di forze dell'ordine, intervenuto con i manganelli per aprire un varco al Fuan. Un antifascista è stato fermato e portato in questura.

Il gruppetto di fascisti si è quindi celermente rintanato, protetto da decine di digos, in uno spazio dell'università, venendo inseguito e assediato dall'Onda antifascista. Per ore il Fuan è stato costretto a rimanere rinchiuso nello spazio, mentre centinaia di studenti antifascisti si alternavano in interventi, slogan e cori antifascisti. Il Fuan hanno potuto prendere la via dell'uscita solo grazie agli uomini della digos a loro protezione.

Independence days 18-19-20-21 Marzo

4 giorni di festival itinerante 4 giorni di dibattiti, workshop, proiezioni, cibo, teatro e musica Verso il 28 marzo, quando si riuniranno a Roma i Ministri del Welfare e del Lavoro

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Operaio muore stritolato da una macchina nel catanzarese

Un operaio, Francesco Comita', di 40 anni, e' morto oggi in un incidente sul lavoro accaduto in localita' Martelletto di Settingiano, nel catanzarese. L'uomo e' rimasto schiacciato da un macchinario trita-sassi. All'incidente non avrebbero assistito testimoni. I carabinieri sono stati avvertiti che un cadavere era stato trovato sotto la pressa e sono intervenuti. Adesso i militari stanno compiendo i primi accertamenti per stabilire la dinamica dell'incidente.

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Rifiuti, 10 arresti del Noe per traffico illecito

Esercito israeliano: abbiamo ucciso civili durante l'operazione Piombo Fuso

I militari che hanno partecipato all'operazione "piombo fuso" denunciano regole d'ingaggio troppo "permissive" Soldati israeliani denunciano di aver ucciso civili palestinesi 'per errore' durante l'operazione "Piombo fuso" a causa delle regole d'ingaggio troppo "permissive". Lo riferisce il quotidiano israeliano Haaretz, che riporta le dichiarazioni di alcuni soldati impegnati nella missione, rilasciate durante la conferenza conclusiva di un corso di preparazione nell'accademia militare . In questa occasione soldati e ufficiali hanno accusato l'esercito israeliano di aver sparato contro i civili e di aver deliberatamente distrutto le loro proprietà. In una delle testimonianze rilasciate, un soldato ha raccontato l'uccisione di una donna e dei suoi figli perché il cecchino non era stato informato della loro presenza. Alla base di queste uccisioni, secondo i militari intervenuti al convegno, ci sono regole d'ingaggio troppo "permissive", affermazione che Tel Aviv ha sempre smentito, giudicando, al contrario, di aver condotto l'operazione militare nel rispetto delle più alte norme etiche. Di fronte al clamore suscitato dall'articolo di Haaretz, un portavoce militare ha dichiarato che le forze armate "non hanno informazioni a sostegno degli eventi denunciati, ne verificheranno la veridicità e, se necessario, apriranno un'inchiesta".

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

Algerino muore nel Cie di Ponte Galeria

La notizia arriva da uno degli 'ospiti' della struttura: stava male, non lo hanno curato

"Hanno ammazzato un algerino". La notizia, ancora non confermata, è arrivata poche ore fa dall'interno del Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria a Roma. A contattarci uno dei ragazzi rinchiusi, del quale non riveliamo il nome. "Stava male, ieri sera, ed è stato portato nell'infermeria del centro. Non si sa cosa avesse, di quale malattia soffriva. I poliziotti lo hanno portato nell'infermeria, dove è stato visitato. Pensavano che fingesse. Pensavano che non avesse nulla".

La nostra fonte ci riferisce che i poliziotti lo hanno picchiato e che gli è stato detto di 'andarsi a prendere le medicine al suo Paese'. "Quando lo hanno dimesso dall'infermeria, prima che rientrasse nella stanza, lo hanno menato. Lo abbiamo trovato morto stamattina, nella sua stanza. Abbiamo chiamato i poliziotti, che si sono avvicinati e hanno cominciato a muoverlo, con i piedi. Poi lo hanno portato fuori". Da quanto tempo era dentro? "Solo due giorni". Quanti anni aveva? "Ventiquattro".

NOTIZIE BREVI

ESTERI

POPOLAZIONE IN FUGA DOPO SCONTRI NEL SUD-OVEST

In seguito ai combattimenti che negli ultimi giorni hanno interessato diverse zone della Somalia sud-occidentale, un numero imprecisato di civili sta fuggendo dalle regioni di Bay e Bakol in cerca di luoghi più sicuri. Lo riferiscono fonti locali aggiungendo che i fuggitivi si stanno dirigendo verso la regione di Gedo, a sud, dove già nei giorni scorsi erano arrivati altre migliaia di civili. Ieri, combattimenti tra esercito e combattenti appartenenti alle milizie dei cosiddetti ‘shebab’ avevano causato numerose vittime nel distretto di Rabdhure, nella regione di Bakol; altri combattimenti di minore intensità erano stati segnalati a Baladweyn, nella regione di Galgadud. Gli ‘shebab’ controllano attualmente diverse città del sud del paese, ma gli equilibri interni si stanno modificando dopo l’insediamento di un governo guidato da una parte della vecchia opposizione armata dell’Alleanza per la ri-liberazione della Somalia (Ars). Più tranquilla la situazione a Mogadiscio, sebbene l’esplosione di ordigni abbia causato ieri il ferimento di due soldati della missione dell’Unione Africana e un agguato di ignoti la morte di un operatore del Programma alimentare mondiale (Pam).

Il New Mexico abolisce la pena capitale

Il Governatore del Nuovo Messico Bill Richardson ha firmato la legge che abolisce la pena di morte nello Stato. Il Nuovo Messico diventa così il secondo Stato a vietare le esecuzioni da quando la Corte Suprema degli Stati Uniti ha reintrodotto la pena capitale nel 1976. Richardson, un democratico che in precedenza era favorevole alla pena capitale, ha dichiarato che firmare la legge e' la "più difficile decisione" della sua vita politica.

La più pesante condanna ora sarà all'ergastolo senza la possibilità di libertà condizionata. Con la firma del provvedimento legislativo, il Nuovo Messico si aggiunge a 14 altri Stati che non prevedono la pena capitale. Il New Jersey, nel 2007, è stato il primo e solo altro stato a mettere fuori legge la pena capitale dopo la sua reintroduzione decisa dalla Corte Suprema. Il Nuovo Messico ha giustiziato una sola persona dal 1960, Terry Clark che uccise un bambino. L'esecuzione è avvenuta

Obama: sostegno alla decriminalizzazione dell'omosessualità

Nuovo passo avanti di Barack Obama sui diritti civili: gli Stati Uniti, a differenza di quando fecero sotto George W. Bush, sottoscriveranno la dichiarazione presentata a novembre dalla Francia per decriminilizzare in tutto il mondo l'omosessualita', ancora reato in 91 nazioni. Il testo, appoggiato da decine di Paesi occidentali, aveva irritato il Vaticano e diverse nazioni islamiche. Robert Wood, portavoce del dipartimento di Stato, ha detto che l'amministrazione Obama si unira' alle altre 66 nazioni che hanno sostenuto la dichiarazione con cui nel dicembre scorso le Nazioni Unite condannarono le violazioni dei diritti umani sul fronte dell'orientamento sessuale. "Gli Stati Uniti hanno sempre schiettamente difeso i diritti umani e criticato gli abusi compiuti in tutto il mondo" ha detto Wood, "per questo ci uniamo agli altri sostenitori di questa dichiarazione e continueremo a ricordare ai Paesi l'importanza del rispetto dei diritti umani di tutti in tutte le sedi appropriate". Immediata si e' levata la voce entusiasta delle organizzazioni gay. Obama, ha detto Mark Bromley, presidente del Council for Global Equality, "su questo tema da' un'energica strigliata alla opposizione assunta in precedenza dall'amministrazione Bush che cercava di negare l'applicazione universale della tutela dei diritti umani di lesbiche, gay, bisessuali e trans".

Sciopero generale, la Francia si ferma per 24 ore

Sciopero generale in Francia contro la politica del governo di Nicolas Sarkozy giudicata inefficace di fronte alla crisi, che sta colpendo duramente, giorno dopo giorno, il Paese: imprese che continuano a licenziare e a chiudere, conflitti aziendali sempre piu' duri, radicali anche nelle forme e negli scontri che oppongono manager e operai.

A distanza di circa due mesi dalla manifestazione del 29 gennaio che aveva mobilitato quasi due milioni e mezzo di persone, i sindacati chiamano i dipendenti pubblici e gli operai delle imprese private a scioperare e a far sentire ancora la loro voce in piu' di 200 iniziative organizzate a Parigi e nelle piu' grandi citta' d'oltralpe.

Al di là del numero delle persone che scenderanno in piazza, lo sciopero ha già incassato il sostegno massiccio dell'intera popolazione: secondo un sondaggio dell'istituto Ifop pubblicato dal sito internet del settimanale Paris Match, il 78% dei francesi definisce "giustificata" la giornata di domani, e sono il 62% a giudicare "cattiva" la politica del governo di fronte alla crisi.

I sindacati vogliono che il governo s'impegni a proteggere di più i posti di lavoro e a prendere misure per rilanciare il potere d'acquisto. Ma l'Eliseo ha già fatto sapere che non ci saranno "interventi supplementari" dopo i 2,6 miliardi di euro decisi il 18 febbraio scorso a favore delle famiglie più fragili.

Ma da allora la situazione economica non è migliorata, anzi: le imprese continuano a mettere in cassa integrazione e a licenziare. Ha quasi fatto scandalo, per esempio, che il gruppo Total abbia annunciato la soppressione di 555 posti di lavoro, malgrado abbia realizzato benefici mai raggiunti. Di fronte a questo clima sociale, il governo cerca di mettere pressione sul Medef, la confindustria francese.

I ministri dell' Economia, Christine Lagarde, e del Lavoro, Bruce Hortefeux, chiedono che i manager che ricorrono nelle loro imprese a una "massiccia" cassa integrazione e a licenziamenti rinuncino ad incassare i loro 'bonus'. Gli imprenditori si trovano così sotto la pressione del governo e della piazza: l'esecutivo vuole un loro diverso atteggiamento, mentre i sindacati li accusano di accrescere la tensione sociale. Il segretario della Cgt, il principale sindacato, di sinistra, Bernard Thibault, ha definito "provocatorio" l'atteggiamento degli imprenditori, replicando alla presidente del Medef, Laurence Parisot, secondo la quale lo sciopero di domani "ha un costo in termini di demagogia e di illusioni create".

Un rapporto del CICR accusa la CIA di "torture" "Quante persone torturate in nostro nome?": una rosa per protestare davanti alla Casa Bianca nel 2006 Didascalia: "Quante persone torturate in nostro nome?": una rosa per protestare davanti alla Casa Bianca nel 2006 (Reuters)

Un documento confidenziale del Comitato internazionale della Croce Rossa conferma le torture avvenute nelle prigioni segrete della CIA. Ora ci sono abbastanza prove per aprire procedure giudiziarie, sostengono le organizzazioni di difesa dei diritti umani.

Il documento, redatto nel 2007, si basa sui colloqui che i delegati del Comitato internazionale della Croce Rossa hanno avuto con 14 detenuti trasferiti dalle prigioni della CIA al campo di Guantanamo, a Cuba.

I prigionieri descrivano le tecniche d'interrogatorio utilizzate dai servizi segreti statunitensi nelle carceri segrete. Il rapporto giunge alla conclusione che questi trattamenti "costituiscono una tortura".

A procurarsi il rapporto è stato Mark Danner, scrittore e professore all'Università di Berkeley. Estratti del documento sono stati pubblicati all'inizio di questa settimana dalla New York Review of Book, in un articolo intitolato "US Torture: Voices from the Black Sites".

"È un rapporto devastante per l'amministrazione Bush", afferma Reed Brody, portavoce di Human Rights Watch. "È un documento molto importante, che conferma quanto già avevamo sentito da diverse fonti; adesso però la prova viene dagli stessi detenuti".

La conclusione è che gli ufficiali americani si sono resi colpevoli di attività criminali, in aperta violazione alle leggi statunitensi ed internazionali, afferma Brody, autore di diversi libri sugli abusi nei confronti dei detenuti.

Il rapporto fornisce senz'altro nuove munizioni a coloro che chiedono di perseguire alcuni membri dell'amministrazione Bush, prosegue il portavoce di Human Rights Watch.

"Ci sono certamente abbastanza prove per aprire un'indagine criminale sul programma statunitense di detenzione segreta dopo gli attentati dell'11 settembre", aggiunge Rob Freer, di Amnesty International.

"Quando il CICR usa il termine 'tortura' non lo fa alla leggera. La tortura è un crimine perseguito dalle leggi internazionali e quando ci sono delle asserzioni credibili le autorità statunitensi sono obbligate ad investigare e devono portare davanti alla giustizia i presunti colpevoli".

ITALIA

IMMIGRAZIONE: APPELLO ASGI CONTRO PACCHETTO SICUREZZA

Nuovo allarme dell'Asgi, associazione studi giuridici sull'immigrazione, contro il pacchetto sicurezza in arrivo in Parlamento: l'articolo 45 (comma 1, lettera f) del disegno di legge, se approvato, non permetterebbe ai neonati con genitori privi del permesso di soggiorno di essere registrati all'anagrafe. Per l'Asgi questa è "una palese violazione dei principi costituzionali e della dichiarazione Onu dei diritti dei bambini". Fra le altre cose, questa norma renderebbe invisibili allo Stato, all'Asl e ai medici decine di migliaia di bambini ogni anno, esponendoli così al rischio di epidemie. Il servizio con Fulvio Vassallo, dell'Asgi

BRUNETTA: GLI STUDENTI DELL'ONDA SONO GUERRIGLIERI

ROMA - Gli studenti dell'Onda sono dei "guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri". Lo ha detto il ministro della Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta, al termine di una conferenza stampa a Palazzo Chigi tenuta insieme alla collega della scuola, Mariastella Gelmini.

A chi faceva notare al ministro che nella scuola la protesta sta montando, il ministro ha risposto: "non vedo molta protesta, vedo ogni tanto delle azioni di guerriglia da parte della associazione Onda. Ma vedo - ha aggiunto - che nelle votazioni degli organi di rappresentanza degli studenti l'Onda non esiste. Sono un democratico e quindi credo molto più al voto che alle azioni azioni di guerriglia. L'Onda non l'ho vista nelle recenti elezioni degli studenti - ha insistito Brunetta - quindi sono dei guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri".

COMMERCIO ESTERO: A GENNAIO EXPORT-25,8%, PEGGIORE DAL 1986

ROMA - Le esportazioni italiane a gennaio nel complesso sono diminuite del 25,8% rispetto a gennaio 2008 e del 5,9% rispetto a dicembre. Lo rileva l'Istat, spiegando che a livello tendenziale il dato è il peggiore dall'86. Le importazioni sono diminuite a gennaio del 24,1% rispetto all'anno prima e dell'1,5% rispetto a dicembre. Il saldo è stato negativo per 3.585 milioni di euro, in miglioramento comunque rispetto al disavanzo di 4.105 milioni di euro dello stesso mese del 2008. Tra i dati peggiori delle esportazioni, a livello tendenziale, c'é quello degli autoveicoli, con un -49% (-37,2% le importazioni).

Senza lavoro s'impicca a 52 anni

A Gravina in Puglia, non sapeva come mantenere la famiglia (ANSA) - BARI, 18 MAR - Un uomo di 52 anni e padre di tre figli si e' impiccato oggi ad un albero del suo podere, a Gravina in Puglia, con un laccio di naylon. Lo ha fatto perche' non aveva piu' un lavoro e non sapeva come far fronte alle spese della famiglia. E' l'unico elemento certo che emerge dai colloqui avuti dai carabinieri con i parenti dell'uomo, caduto in uno stato di confusione dopo aver perduto il lavoro alcuni mesi fa. Aveva tentato disperatamente un nuovo lavoro, ma non era andata bene.

Siparietto


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gror090319 (last edited 2009-03-19 18:21:31 by anonymous)