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'''In Iran più voti che votanti. E centinaia di arresti'''

La radio di Stato ha diffuso un primo bilancio degli scontri: le persone arrestate dalla polizia iraniana sabato a Teheran sono 457. Gran parte degli arresti sono stati effettuati intorno a piazza Azadi. Una quarantina di membri delle forze di sicurezza sono rimasti feriti e 34 edifici governativi sono stati danneggiati.

Il Consiglio dei Guardiani iraniano, da parte sua, non ha finora riscontrato "irregolarità di rilievo" nelle elezioni presidenziali del 12 giugno. Eppure, ricorda Cnn, in alcune circoscrizioni si sono avuti più voti conteggiati che elettori iscritti nelle liste elettorali.

In 50 distretti elettorali (su complessivi 360), finiti sotto la lente del Consiglio dei Guardiani iraniani "i voti sono risultati essere più dei votanti". Il candidato conservatore sconfitto, Mohsen Rezai, aveva denunciato questo tipo di irregolarità in 170 distretti. In Iran, tuttavia, gli elettori non sono obbligati a votare in un particolare seggio e possono esercitare il loro diritto anche in altre città: "I voti in più potrebbero essere di migranti o turisti", ha dichiarato il portavoce del Consiglio dei Guardiani, Abbasi Ali Katkhodai. Eventuali irregolarita' non avrebbero un effetto sul risultato elettorale: "Se supponiamo che i voti contati in questi 50 distretti siano circa tre milioni (su circa 38 milioni in totale, ndr) essi non possono cambiare il risultato nazionale", ha concluso Katkhodai.

Per la radio iraniana di Stato quella trascorsa è stata "la prima notte di pace e tranquillità dalle elezioni". Ma la calma è apparente, scrive il Washington Post : fino a tarda notte, riferiscono i blog e il New York Times, i sostenitori di Moussavi sono di nuovo saliti sui tetti delle abitazioni e hanno urlato "Morte al dittatore" e "Allah u Akbar".

La figlia dell'ex presidente iraniano Hashemi Rafsanjani, un degli uomini piu' influenti dell'Iran, è stata intanto rilasciata ieri sera dalle autorita' iraniane dopo una detenzione di alcune ore. La donna era stata arrestata assieme ad altri quattro membri della sua famiglia per avere partecipato a manifestazioni vietate dal regime. Lo ha annunciato la televisione di Stato.

Negli ultimi giorni la Tv nazionale aveva diffuso immagini di Faezeh Hashemi che in strada parlava a centinaia di manifestanti pro-Mousavi a Teheran. La figlia dell'ex-presidente Rafsanjani non ha mai nascosto la sua opposizione al presidente Mahmoud Ahmadinejad, la cui rielezione il 12 giugno è contestata da Mir Hossein Mousavi. Da parte sua Ahmadinejad ha accusato la famiglia di Rafsanjani di corruzione.

Il Financial Times intanto prova a guardare avanti: un partito alleato dei moderati, rivela il quotidiano britannico, ha invitato ieri il leader riformista Mousavi a dare vita a un 'blocco politico' capace di lanciare una campagna di lungo termine contro il governo 'illegittimo'. Il partito del Kargozaran, vicino a Akbar Hashemi-Rafsanjani, non riconosce nello stesso Moussavi, peraltro, il leader rappresentativo di tutte le opposizioni.

ESTERI

'''DELTA DEL NIGER: ATTACCATI IMPIANTI PETROLIFERI NELLO STATO DI RIVERS'''

Continuano gli attacchi a impianti petroliferi nella regione meridionale del Delta del Niger, dove si concentrano i giacimenti di idrocarburi della Nigeria: il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) ha rivendicato nel fine-settimana gli attacchi a tre strutture di proprietà della società anglo-olandese Shell nello stato di Rivers. Da quando il Mend hanno avviato l’ultima campagna di sabotaggio (chiamata ‘Uragano Piper Alpha’) in risposta all’offensiva lanciata il mese scorso dall’esercito nella regione occidentale del Delta, questi sono i primi attacchi nello stato di Rivers, il più orientale degli stati nella regione del Delta. I quotidiani nigeriani dedicano ampio spazio al progetto di amnistia che il presidente Umaru Yar’Adua proporrà questa settimana ai militanti in cambio della consegna delle armi. “Considereremo – dice in un’intervista al quotidiano ‘Nigerian Tribune’ un comandante militare del Mend – solo l’eventualità di un ben coordinato accordo di pace sotto la supervisione di un mediatore internazionale”. Secondo i militanti, che sostengono di combattere per ottenere una diversa distribuzione dei proventi del petrolio, nella proposta di amnistia il governo nigeriano deve inserire anche un progetto per riformare l’amministrazione fiscale dello stato attribuendo la maggior parte delle entrate alle amministrazioni locali e alle comunità che vivono nella regione del Delta.

'''ATTENTATI E VITTIME CIVILI, PROSEGUE RITIRO AMERICANO'''

Almeno tre persone sono rimaste uccise e altre 12 ferite questa mattina a Baghdad per l’esplosione di un ordigno rudimentale nel quartiere di al-Hubaibiya. È l’ultimo di una serie di attentati che negli ultimi giorni hanno causato numerose vittime in diverse parti del paese. Il fatto più grave è avvenuto nel villaggio di Taza, vicino Kirkuk, dove si scava ancora tra le macerie di una settantina di abitazioni distrutte o danneggiate sabato per l’esplosione di un camion carico di esplosivo; mentre con il passare delle ore calano le possibilità e le speranze di trovare sopravvissuti, il bilancio parziale secondo fonti irachene è di 73 morti e 180 feriti. In 15 hanno invece perso la vita ieri in due diversi attentati a Baghdad che hanno anche causato il ferimento di 25 persone. Un’altra persona è rimasta uccisa a Mosul, nel nord del paese. La scia di attentati e violenze sta accompagnando la ripresa del controllo del territorio da parte dell’esercito iracheno che sta gradualmente occupando le posizioni lasciate libere dai soldati americani, il cui completo ritiro – almeno delle truppe di combattimento - è previsto per agosto 2010. Proprio ieri, soldati iracheni sono subentrati agli americani a Falluja, capoluogo della provincia di Anbar.

ITALIA

'''Termini Imerese, gli operai bloccano i treni'''

Le tute blu dello stabilimento Fiat di Termini Imerese hanno bloccato la circolazione dei treni alla stazione ferroviaria di Fiumetorto. Protestano contro la decisione del Lingotto di eliminare la produzione di automobili nella fabbrica siciliana. Molta tensione tra i circa 2 mila lavoratori che non credono alla possibilità di un futuro sganciato dalle auto.

Tra grida e rabbia inizia la nuova fase di dura protesta che ricorda, nei toni e nei metodi, quella che sette anni fa impedì la chiusura, che sembrava ormai scritta e inevitabile, dello stabilimento. "Come allora anche oggi - dice Roberto Mastrosimone della Fiom Cgil - impediremo i piani di quanti vogliono ancora una volta penalizzare Termini Imerese. Iniziamo con lo sciopero e l'occupazione dei binari della stazione, ma non ci fermeremo". Domani è atteso il vertice alla Regione, con Raffaele Lombardo e i sindacati, che dovrà definire una posizione e un documento unitari da sottoporre a Sergio Marchionne.


Il fallimento del negoziato con Opel "rende difficile spiegare" il piano di ristrutturazione della Fiat che vede uno stop alla produzione di auto per lo stabilimento di termini Imerese e un ridimensionamento per Pomigliano d'Arco, scrive oggi il Financial Times in un commento nella 'Lex Column' proprio dedicato al piano Fiat.

Il giornale cita "i fattori a favore" del piano: "Il declino del centro-sinistra ha indebolito i sindacati", rileva il giornale finanziario, e il consolidamento del gruppo a livello mondiale "con i plausi del presidente americano Barack Obama ha spinto l'orgoglio italiano. L'accordo Opel però, dopo quello con Chrysler, avrebbe fornito una copertura politica - scrive il quotidiano della City - alla chiusura degli stabilimenti Fiat della Sicilia e di Napoli". Il fallimento dell'intesa con i tedeschi "renderà più difficile spiegare il piano di restringimento" della produzione nel Paese.

'''Industria, crollano fatturati e ordinativi'''

Il fatturato dell’industria italiana continua a calare. Su base annua gli ordinativi sono crollati del 32,2%, mentre il fatturato scende del 22.2%. Questo è quello che si evince dagli ultimi dati Istat riguardanti il mese di aprile.

L'Istituto nazionale di statistica comunica che, sulla base degli elementi finora disponibili, nel mese di aprile gli indici destagionalizzati del fatturato e degli ordinativi, hanno registrato, nel confronto con il mese precedente, una variazione nulla, il primo, e una riduzione del 3,7%, il secondo.

Il fatturato è aumentato sul mercato interno del 1.1%, mentre su quello estero è diminuito del 3.6%. Gli ordinativi, invece, hanno registrato un calo del 4% sul mercato interno, mentre sul mercato estero il ribasso si è attestato sul 3%. Nel confronto degli ultimi tre mesi (febbraio-aprile) con i tre mesi immediatamente precedenti (novembre-gennaio) le variazioni congiunturali sono state pari a meno 7,4% per il fatturato e meno 8,3% per gli ordinativi.

Anche l’industria dell’auto segue il trend negativo con calo di ordini e fatturato. Nel settore autoveicoli il calo di fatturato è stato del 31.1% su base annua, mentre quello nazionale è sceso del 5.5%. In calo anche gli indici sul mercato estero con un crollo del 58.1%. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica gli ordinativi del comparto sono calati del 20,2%: in lieve recupero quelli nazionali +4,6%, ancora in profondo rosso quelli esteri -44,5%.

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto

Gr 13:00

In primo Piano

In Iran più voti che votanti. E centinaia di arresti

La radio di Stato ha diffuso un primo bilancio degli scontri: le persone arrestate dalla polizia iraniana sabato a Teheran sono 457. Gran parte degli arresti sono stati effettuati intorno a piazza Azadi. Una quarantina di membri delle forze di sicurezza sono rimasti feriti e 34 edifici governativi sono stati danneggiati.

Il Consiglio dei Guardiani iraniano, da parte sua, non ha finora riscontrato "irregolarità di rilievo" nelle elezioni presidenziali del 12 giugno. Eppure, ricorda Cnn, in alcune circoscrizioni si sono avuti più voti conteggiati che elettori iscritti nelle liste elettorali.

In 50 distretti elettorali (su complessivi 360), finiti sotto la lente del Consiglio dei Guardiani iraniani "i voti sono risultati essere più dei votanti". Il candidato conservatore sconfitto, Mohsen Rezai, aveva denunciato questo tipo di irregolarità in 170 distretti. In Iran, tuttavia, gli elettori non sono obbligati a votare in un particolare seggio e possono esercitare il loro diritto anche in altre città: "I voti in più potrebbero essere di migranti o turisti", ha dichiarato il portavoce del Consiglio dei Guardiani, Abbasi Ali Katkhodai. Eventuali irregolarita' non avrebbero un effetto sul risultato elettorale: "Se supponiamo che i voti contati in questi 50 distretti siano circa tre milioni (su circa 38 milioni in totale, ndr) essi non possono cambiare il risultato nazionale", ha concluso Katkhodai.

Per la radio iraniana di Stato quella trascorsa è stata "la prima notte di pace e tranquillità dalle elezioni". Ma la calma è apparente, scrive il Washington Post : fino a tarda notte, riferiscono i blog e il New York Times, i sostenitori di Moussavi sono di nuovo saliti sui tetti delle abitazioni e hanno urlato "Morte al dittatore" e "Allah u Akbar".

La figlia dell'ex presidente iraniano Hashemi Rafsanjani, un degli uomini piu' influenti dell'Iran, è stata intanto rilasciata ieri sera dalle autorita' iraniane dopo una detenzione di alcune ore. La donna era stata arrestata assieme ad altri quattro membri della sua famiglia per avere partecipato a manifestazioni vietate dal regime. Lo ha annunciato la televisione di Stato.

Negli ultimi giorni la Tv nazionale aveva diffuso immagini di Faezeh Hashemi che in strada parlava a centinaia di manifestanti pro-Mousavi a Teheran. La figlia dell'ex-presidente Rafsanjani non ha mai nascosto la sua opposizione al presidente Mahmoud Ahmadinejad, la cui rielezione il 12 giugno è contestata da Mir Hossein Mousavi. Da parte sua Ahmadinejad ha accusato la famiglia di Rafsanjani di corruzione.

Il Financial Times intanto prova a guardare avanti: un partito alleato dei moderati, rivela il quotidiano britannico, ha invitato ieri il leader riformista Mousavi a dare vita a un 'blocco politico' capace di lanciare una campagna di lungo termine contro il governo 'illegittimo'. Il partito del Kargozaran, vicino a Akbar Hashemi-Rafsanjani, non riconosce nello stesso Moussavi, peraltro, il leader rappresentativo di tutte le opposizioni.

ESTERI

DELTA DEL NIGER: ATTACCATI IMPIANTI PETROLIFERI NELLO STATO DI RIVERS

Continuano gli attacchi a impianti petroliferi nella regione meridionale del Delta del Niger, dove si concentrano i giacimenti di idrocarburi della Nigeria: il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) ha rivendicato nel fine-settimana gli attacchi a tre strutture di proprietà della società anglo-olandese Shell nello stato di Rivers. Da quando il Mend hanno avviato l’ultima campagna di sabotaggio (chiamata ‘Uragano Piper Alpha’) in risposta all’offensiva lanciata il mese scorso dall’esercito nella regione occidentale del Delta, questi sono i primi attacchi nello stato di Rivers, il più orientale degli stati nella regione del Delta. I quotidiani nigeriani dedicano ampio spazio al progetto di amnistia che il presidente Umaru Yar’Adua proporrà questa settimana ai militanti in cambio della consegna delle armi. “Considereremo – dice in un’intervista al quotidiano ‘Nigerian Tribune’ un comandante militare del Mend – solo l’eventualità di un ben coordinato accordo di pace sotto la supervisione di un mediatore internazionale”. Secondo i militanti, che sostengono di combattere per ottenere una diversa distribuzione dei proventi del petrolio, nella proposta di amnistia il governo nigeriano deve inserire anche un progetto per riformare l’amministrazione fiscale dello stato attribuendo la maggior parte delle entrate alle amministrazioni locali e alle comunità che vivono nella regione del Delta.

ATTENTATI E VITTIME CIVILI, PROSEGUE RITIRO AMERICANO

Almeno tre persone sono rimaste uccise e altre 12 ferite questa mattina a Baghdad per l’esplosione di un ordigno rudimentale nel quartiere di al-Hubaibiya. È l’ultimo di una serie di attentati che negli ultimi giorni hanno causato numerose vittime in diverse parti del paese. Il fatto più grave è avvenuto nel villaggio di Taza, vicino Kirkuk, dove si scava ancora tra le macerie di una settantina di abitazioni distrutte o danneggiate sabato per l’esplosione di un camion carico di esplosivo; mentre con il passare delle ore calano le possibilità e le speranze di trovare sopravvissuti, il bilancio parziale secondo fonti irachene è di 73 morti e 180 feriti. In 15 hanno invece perso la vita ieri in due diversi attentati a Baghdad che hanno anche causato il ferimento di 25 persone. Un’altra persona è rimasta uccisa a Mosul, nel nord del paese. La scia di attentati e violenze sta accompagnando la ripresa del controllo del territorio da parte dell’esercito iracheno che sta gradualmente occupando le posizioni lasciate libere dai soldati americani, il cui completo ritiro – almeno delle truppe di combattimento - è previsto per agosto 2010. Proprio ieri, soldati iracheni sono subentrati agli americani a Falluja, capoluogo della provincia di Anbar.

ITALIA

Termini Imerese, gli operai bloccano i treni

Le tute blu dello stabilimento Fiat di Termini Imerese hanno bloccato la circolazione dei treni alla stazione ferroviaria di Fiumetorto. Protestano contro la decisione del Lingotto di eliminare la produzione di automobili nella fabbrica siciliana. Molta tensione tra i circa 2 mila lavoratori che non credono alla possibilità di un futuro sganciato dalle auto.

Tra grida e rabbia inizia la nuova fase di dura protesta che ricorda, nei toni e nei metodi, quella che sette anni fa impedì la chiusura, che sembrava ormai scritta e inevitabile, dello stabilimento. "Come allora anche oggi - dice Roberto Mastrosimone della Fiom Cgil - impediremo i piani di quanti vogliono ancora una volta penalizzare Termini Imerese. Iniziamo con lo sciopero e l'occupazione dei binari della stazione, ma non ci fermeremo". Domani è atteso il vertice alla Regione, con Raffaele Lombardo e i sindacati, che dovrà definire una posizione e un documento unitari da sottoporre a Sergio Marchionne.

Il fallimento del negoziato con Opel "rende difficile spiegare" il piano di ristrutturazione della Fiat che vede uno stop alla produzione di auto per lo stabilimento di termini Imerese e un ridimensionamento per Pomigliano d'Arco, scrive oggi il Financial Times in un commento nella 'Lex Column' proprio dedicato al piano Fiat.

Il giornale cita "i fattori a favore" del piano: "Il declino del centro-sinistra ha indebolito i sindacati", rileva il giornale finanziario, e il consolidamento del gruppo a livello mondiale "con i plausi del presidente americano Barack Obama ha spinto l'orgoglio italiano. L'accordo Opel però, dopo quello con Chrysler, avrebbe fornito una copertura politica - scrive il quotidiano della City - alla chiusura degli stabilimenti Fiat della Sicilia e di Napoli". Il fallimento dell'intesa con i tedeschi "renderà più difficile spiegare il piano di restringimento" della produzione nel Paese.

Industria, crollano fatturati e ordinativi

Il fatturato dell’industria italiana continua a calare. Su base annua gli ordinativi sono crollati del 32,2%, mentre il fatturato scende del 22.2%. Questo è quello che si evince dagli ultimi dati Istat riguardanti il mese di aprile.

L'Istituto nazionale di statistica comunica che, sulla base degli elementi finora disponibili, nel mese di aprile gli indici destagionalizzati del fatturato e degli ordinativi, hanno registrato, nel confronto con il mese precedente, una variazione nulla, il primo, e una riduzione del 3,7%, il secondo.

Il fatturato è aumentato sul mercato interno del 1.1%, mentre su quello estero è diminuito del 3.6%. Gli ordinativi, invece, hanno registrato un calo del 4% sul mercato interno, mentre sul mercato estero il ribasso si è attestato sul 3%. Nel confronto degli ultimi tre mesi (febbraio-aprile) con i tre mesi immediatamente precedenti (novembre-gennaio) le variazioni congiunturali sono state pari a meno 7,4% per il fatturato e meno 8,3% per gli ordinativi.

Anche l’industria dell’auto segue il trend negativo con calo di ordini e fatturato. Nel settore autoveicoli il calo di fatturato è stato del 31.1% su base annua, mentre quello nazionale è sceso del 5.5%. In calo anche gli indici sul mercato estero con un crollo del 58.1%. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica gli ordinativi del comparto sono calati del 20,2%: in lieve recupero quelli nazionali +4,6%, ancora in profondo rosso quelli esteri -44,5%.

Siparietto

Gr 9:30

ESTERI

ITALIA

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gror090622 (last edited 2009-06-22 17:39:21 by anonymous)