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'''Innse''' Continua la protesta dei lavoratori della Innse: restano nelle cabine delle gru, a 10 m di altezza, dove sono saliti per protestare contro lo smantellamento dei macchinari della storica azienda milanese voluto dal proprietario Silvano Genta. I cinque erano saliti sulle gru verso le 12 di ieri mattina, dopo avere forzato il blocco di carabinieri e polizia. Il possibile incontro in Prefettura con il titolare dell'Innse Silvano Genta è sfumato: Genta ha, infatti, deciso di negare l'ipotesi di un confronto con i sindacati, che, inoltre, non potranno mantenere i contatti con gli operai sul carro ponte: la polizia ha loro vietato l'ingresso in fabbrica. |
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Centinaia di persone sono scese in piazza nella capitale Port-au-Prince formando un corteo che ha sfilato dalla zona industriale fino alla piazza del parlamento per protestare contro il veto del presidente René Préval ad un aumento del salario minimo giornaliero già approvato dall’assemblea legislativa. Fonti giornalistiche locali riferiscono che la mobilitazione è sfociata in incidenti con la polizia che ha disperso i dimostranti con gas lacrimogeni; segnalati alcuni feriti. La tensione sociale sul salario minimo giornaliero era sorta a Giugno dopo la decisione del parlamento di aumentarlo da 70 a 200 gourdes (da 1,2 a 3,4 euro); rinviando la legge alle camere, il presidente si era opposto affermando che “la questione non può essere iscritta che in una riflessione più ampia sulla creazione della ricchezza, la sua più equa ripartizione e soprattutto l’apertura del mercato del lavoro a una gioventù che rappresenta oltre la metà della nostra popolazione”. Se Preval ha difeso il veto sostenendo che vanifica gli sforzi del governo per fare fronte alla disoccupazione nel paese più povero dell’America Latina, i promotori della protesta lo hanno accusato di essersi messo al fianco della “borghesia”. In una sessione svolta ieri, il parlamento ha già rivisto l’aumento accogliendo in parte la contro-proposta del presidente di innalzarlo solo a 125 gourdes (2,2 euro); con una decisione ‘salomonica’, 55 deputati hanno votato per fissarlo a 150 gourdes (2,6 euro), sei si sono opposti, tre si sono astenuti e 15 hanno abbandonato l’aula. | Centinaia di persone sono scese in piazza nella capitale Port-au-Prince formando un corteo che ha sfilato dalla zona industriale fino alla piazza del parlamento per protestare contro il veto del presidente René Préval ad un aumento del salario minimo giornaliero già approvato dall’assemblea legislativa. Fonti giornalistiche locali riferiscono che la polizia ha caricato e fatto uso di lacrimogeni contro i manifestanti, che avevano lanciato qualche pietra; segnalati alcuni feriti, mentre non ci sarebbero stati arresti. Secondo i dimostranti il minimo salariale, che oggi per legge è di due dollari al giorno, è insufficiente per provvedere adeguatamente al proprio sostentamento e a quello delle famiglie. A maggio il parlamento aveva approvato una proposta che prevedeva di triplicare il minimo sindacale, ma il presidente haitiano, René Préval, si è rifiutato di trasformarla in legge. "Gli operai delle fabbriche che producono vestiti dovrebbero ricevere un aumento che porti il minimo salariale a 3 dollari, non di più" è stata la motivazione di Préval alla mancata trasformazione in legge della proposta parlamentale. Per gli oppositori all'aumento del minimo sindacale, una legge di questo tipo, renderebbe ancora più difficoltoso per gli haitiani avere un lavoro regolare. Oggi solo 250 mila haitiani, su una popolazione di 9 milioni, hanno un lavoro regolare. |
Ponte Galeria
Nella serata di lunedì e' arrivato nel CIE di Ponte Galeria un gruppo di algerini, appena trasferiti da Bari Palese. Tra di loro anche un ragazzo gravemente malato di cuore, che si lamenta e protesta: la polizia non ha provveduto a portare da Bari le medicine che deve prendere ogni giorno. Invece di procurare i farmaci, i poliziotti lo portano in infermeria e poi nella cella di sicurezza. Lì lo massacrano di botte, stufi di tutti questi stranieri sempre pronti a lamentarsi.
Manifestazione No Ponte
- Dei 16 miliardi di Euro complessivi previsti all'interno del piano per le infrastrutture varato dal governo, 1,3 sono stati destinati al Ponte sullo Stretto. Con rinnovato impegno compagne e compagni scendono in strada sabato prossimo a Messina per rispondere a politiche che piuttosto che una "risposta alla crisi" ancora una volta sono individuate come azioni per trasferire risorse dal pubblico alle imprese private. Una corrispondenza...(poi richiamare che sara' pubblicata la lunga domani).
Innse
Continua la protesta dei lavoratori della Innse: restano nelle cabine delle gru, a 10 m di altezza, dove sono saliti per protestare contro lo smantellamento dei macchinari della storica azienda milanese voluto dal proprietario Silvano Genta. I cinque erano saliti sulle gru verso le 12 di ieri mattina, dopo avere forzato il blocco di carabinieri e polizia. Il possibile incontro in Prefettura con il titolare dell'Innse Silvano Genta è sfumato: Genta ha, infatti, deciso di negare l'ipotesi di un confronto con i sindacati, che, inoltre, non potranno mantenere i contatti con gli operai sul carro ponte: la polizia ha loro vietato l'ingresso in fabbrica.
Israele-Palestina, otto arrestati in blitz notturno delle forze d'occupazione nel villaggio di Bil'in
Con un blitz notturno scattato domenica scorsa le forze armate israeliane hanno invaso il villaggio palestinese di Bil'in, 12 chilometri a ovest di Ramallah. L'operazione è iniziata alle intorno alle 3, ora locale, quando circa 200 soldati a volto coperto hanno fatto irruzione nel villaggio. Nel corso dell'intervento, che ufficialmente non avrebbe provocato morti e feriti, sono state arrestati sette palestinesi e un attivista di nazionalità statunitense del quale ancora non si conosce l'identità. Alla fine delle manovre, una folla, che nel frattempo si era radunata in piazza per lanciare pietre contro le jeep e i soldati ancora parzialmente mimetizzati, è stata dispersa dagli uomini in divisa per mezzo di bombe sonore. Il Comitato popolare di Bil'in ha chiesto al Comitato Diritti Umani di vigilare sul rilascio degli arrestati e sull'immediata cessazione dei raid notturni dell'esercito israeliano.
Iran, 24 condannati per traffico di droga vengono impiccati in massa a Karaj
Ventiquattro persone, condannate per traffico di droga, sono state impiccate nel carcere di Rajai-Shahr a Karaj in quella che è stata definita la più grande esecuzione di massa nella storia dell'Iran. A renderlo noto è stato il quotidiano riformatore Etemad che nell'edizione di ieri ha riportato la notizia divulgata dal viceprocuratore di Teheran Mahmoud Salarkia. Con queste, sale a 219 il numero delle impiccagioni eseguite in Iran dall'inizio dell'anno. Il provvedimento giunge a un mese dall'impiccagione di altri 20 trafficanti di droga. Nel 2008 il numero di pene di morte inflitte nel paese ha toccato quota 246. Più volte interrogato sull'argomento, il governo di Teheran ha sempre giustificato il suo operato affermando che la pena di morte è uno strumento necessario per il mantenimento della sicurezza pubblica e che viene applicato solo dopo lunghi e complessi procedimenti giudiziari e solo per reati come l'omicidio, lo stupro, la rapina a mano armata, il traffico di droga e l'adulterio.
Corea del Sud, raid della polizia in una fabbrica di automobili occupata
Per porre fine allo sciopero di centinaia di lavoratori, durato più di due mesi, circa 400 poliziotti hanno assaltato una fabbrica di automobili sud coreana. Gli agenti si sono calati da un container trasportato da un elicottero e hanno attaccato gli occupanti con idranti e gas lacrimogeno. Dopo un giorno di combattimenti, durante cui i lavoratori si sono difesi lanciando bulloni con delle fionde, la polizia ha invaso la fabbrica, eccezion fatta per uno degli edifici, dove si trovano gli impianti di verniciatura, dentro il quale si sono rifugiate 520 persone. La polizia avrebbe evitato gli scontri all'interno di questo fabbricato "per i rischi legati alla presenza in esso di materiale infiammabile". La maggior parte dei lavoratori continua ad occupare lo spazi e ha annunciato di voler "combattere fino alla morte" nel caso in cui la polizia dovesse entrare nell'edificio occupato con la forza.
India, approvata nuova legge sull'istruzione obbligatoria gratuita
La camera bassa del parlamento indiano ha definitivamente approvato oggi una legge che stabilisce la gratuità della scuola dell'obbligo. Le norme che vengono introdotte prevedono da un lato la creazione di nuove scuole pubbliche di quartiere e, nello stesso tempo, dall'altro lato impongono un obbligo per le scuole private di riservare almeno un quarto dei posti disponibili a bambini non abbienti. Attualmente almeno 70 milioni di bambini non ricevono alcuna scolarizzazione e più di un terzo della popolazione è analfabeta. Per i bambini con disabilita' - a voi lascio i commenti - il governo ha allo studio un progetto di costruzione di scuole speciali. L'approvazione della legge pone anche fine alla diffusa pratica per la quale le scuole impongono tasse di ammissione ai genitori per garantire un posto ai loro figli, e al potere di discrezionale da parte dei funzionari di ammettere o meno gli alunni. I critici comunque sostengono che il governo non ha ancora chiarito con quali fondi intende pagare il progetto, inoltre non riguarda i bambini sotto l'età dei sei anni e quindi di fatto non riconosce l'importanza dell'istruzione nei primi anni. Infine, viene obiettato che questa disciplina non potrà efficacemente incidere sull'ingiusto sistema scolastico indiano che ha al suo interno profonde discriminazioni e differenze di qualità tra le scuole private ben finanziate e quelle pubbliche con insegnati poco qualificati e strutture di bassa qualità. Attualmente l'India spende in istruzione il 3 percento del prodotto interno lordo.
Haiti
Centinaia di persone sono scese in piazza nella capitale Port-au-Prince formando un corteo che ha sfilato dalla zona industriale fino alla piazza del parlamento per protestare contro il veto del presidente René Préval ad un aumento del salario minimo giornaliero già approvato dall’assemblea legislativa. Fonti giornalistiche locali riferiscono che la polizia ha caricato e fatto uso di lacrimogeni contro i manifestanti, che avevano lanciato qualche pietra; segnalati alcuni feriti, mentre non ci sarebbero stati arresti. Secondo i dimostranti il minimo salariale, che oggi per legge è di due dollari al giorno, è insufficiente per provvedere adeguatamente al proprio sostentamento e a quello delle famiglie. A maggio il parlamento aveva approvato una proposta che prevedeva di triplicare il minimo sindacale, ma il presidente haitiano, René Préval, si è rifiutato di trasformarla in legge. "Gli operai delle fabbriche che producono vestiti dovrebbero ricevere un aumento che porti il minimo salariale a 3 dollari, non di più" è stata la motivazione di Préval alla mancata trasformazione in legge della proposta parlamentale. Per gli oppositori all'aumento del minimo sindacale, una legge di questo tipo, renderebbe ancora più difficoltoso per gli haitiani avere un lavoro regolare. Oggi solo 250 mila haitiani, su una popolazione di 9 milioni, hanno un lavoro regolare.