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'''VIAREGGIO''' '''GRECIA: NO BORDER LESVOS 2009'''
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Si aggrava il bilancio delle vittime e dei feriti dell'incidente avvenuto la scorsa notte poco dopo la stazione di Viareggio, dove un treno merci ha deragliato e due vagoni carichi di gas sono esplosi. A quasi 24 ore dallo scoppio, non c'è uniformità nemmeno sul numero reale dei morti. In un primo momento l'Asl versiliese e il quotidiano locale “La Nazione” avevano parlato di 16 morti e 37 feriti. I dati diffusi dal premier Berlusconi, riferiscono invece di 13 vittime e 35 feriti, di cui 13 in gravi condizioni. 4 i dispersi, decine i contusi e 1115 gli sfollati. Un ulteriore disastro è stato evitato grazie all'accortezza del capostazione che ha fermato due treni passeggeri carichi di centinaia di persone in arrivo nella stazione di Viareggio nei minuti immediatamente successivi all'incidente.
Sulla cause della sciagura le Ferrovie dello Stato hanno reso pubblico un comunicato secondo cui “il cedimento di un carrello di uno dei primi carri cisterna sia la causa più probabile di quanto accaduto". La Procura della Repubblica di Lucca ha aperto un'inchiesta, ipotizzando i reati di disastro ferroviario, omicidio colposo plurimo e incendio colposo. Dura la presa di posizione dell'Assemblea Nazionale Ferrovieri, che puntano il dito contro le normative nazionali e il comportamento della dirigenza delle Fs: "Il fatto che i carri – dicono i macchinisti in una nota - possano essere di proprietà delle singole aziende produttrici delle merci trasportate e non del gruppo FS non può essere utilizzato come giustificazione. Anzi, questa circostanza pone drammatici interrogativi sulle modalità di controllo e di verifica adottate per l'ammissione a circolare sulla rete”. Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporti, Fast ferrovie e Orsa ferrovie hanno indetto per domani un'ora di sciopero nel rispetto ai morti di Viareggio. Sempre l'Orsa ricorda gli innumerevoli incidenti sottovalutati delle scorse settimane: "Il 6 giugno c'é stato un incidente nella galleria dell'Appennino con il ferimento di un macchinista e l'interruzione della circolazione per tre ore e nello stesso giorno lo svio di un treno merci a Pisa S. Rossore che ha spezzato 5 chilometri di traversine. Il 22 giugno infine a Vaiano una cisterna contenente acido fluoridrico è deragliata venendo a contatto con un treno passeggeri in arrivo nel verso opposto provocando per diverse ore il blocco della circolazione nord-sud: da mesi – ricorda l'Orsa – denunciano gli insufficienti investimenti sulla rete in termini di sicurezza”.
In questi ultimi anni, l’isola di Lesvos rappresenta uno dei principali punti d’ingresso per migliaia di rifugiati ed immigrati che cercano di raggiungere l’Europa.Stipati su piccoli gommoni, tentano di attraversare i confini marittimi tra la Turchia e la Grecia ed alcuni di loro, spesso non ce la fanno. Negli ultimi 20 anni sono più di 1.100 gli immigrati ed i rifugiati dispersi nel mar Egeo.
La guardia costiera greca, nell’attuare le politiche nazionali ed europee di “prevenzione degli ingressi” viola i diritti dei rifugiati mettendo a rischio le loro vite. Nello stesso momento queste attività vengono sostenute dal Frontex, la cui prima nave opera all’isola sin dal mese di luglio 2008. Paganì (situato a 5km di distanza da Mitilene, la capitale dell’isola) è il posto dove si trova il centro di detenzione, al quale vengono portati i rifugiati e gli immigrati una volta arrivati a Lesvos e vi rimangono per settimane o mesi. È un carcere dove i diritti fondamentali dell’uomo non vengono rispettati. Inoltre l’edificio non è adatto ad ospitare delle persone, in quanto privo delle elementari infrastrutture. Per di più, ai rifugiati non è concessa alcuna possibilità di comunicazione, non vengono informati dei loro diritti e non è permesso loro di uscire nel cortile.
Dopo essere stati registrati nel sistema Eurodac, i rifugiati vengono dimessi con un foglio di via, che intima di lasciare il paese entro un mese. Alcuni di loro fanno richiesta d’asilo politico, finendo però nel caos burocratico che caratterizza questi procedimenti, subendo la violenza delle autorità (vi sono state 2 vittime nei pressi della Questura per gli stranieri ad Atene); infine, solo allo 0,60% di coloro che fanno domanda viene riconosciuto l’asilo politico.
Coloro che decidono di rimanere in Grecia e di trovare un lavoro, si sottopongono ad una serie di ingiustizie, ad orari lavorativi proibitivi, a condizioni disumane e a delle retribuzioni umilianti. La loro situazione precaria non concede a loro alcun diritto di associarsi per ottenere delle migliori condizioni lavorative. Un esempio molto recente è il tentato omicidio (tramite l’uso del vetriolo) di una donna straniera, lavoratrice e sindacalista ad Atene.
Coloro infine che cercano di riprendere il viaggio, per raggiunggere (di solito attraverso l’Italia) gli altri paesi europei, giungono in massa ai porti verso ovest come quello di Patrasso, dove le azioni repressive della guardia costiera sono un fenomeno quotidiano. Molto spesso i migranti vengono ritrovati morti nei container dei camion, tramite i quali hanno cercato di lasciare il paese. E coloro che ci riescono , se vengono poi rintracciati vengono rispediti in Grecia ai sensi del Regolamento di Dublino II.
Vi invitiamo di unirvi a noi in Agosto (dal 25 al 31) per condividere le esperienze di quello che succede ai confini, discutere sui problemi, coordinare le nostre azioni e combattere:
CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE
CONTRO I CENTRI DI DETENZIONE ED IL MALTRATTAMENTO DEGLI IMMIGRATI ED I RIFUGIATI
CONTRO LO SFRUTTAMENTO LAVORATIVO DEGLI IMMIGRATI
NO AI CONFINI
NESSUNO E’ ILLEGALE
UGUALI DIRITTI PER TUTTI
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'''BERLUSCONI CONTESTATO A VIAREGGIO'''

ROMA - Silvio Berlusconi arriva nel pomeriggio a Viareggio, la città colpita dal disastro. Accolto dalla contestazione di un gruppo di persone, con fischi e urla di "buffone". Una protesta che coinvolge alcune centinaia di persone; ci sono anche momenti di tensione con la gente che invece lo sostiene.
La protesta contro il premier. "Sono stato al telefono finora con Bertolaso - aveva detto Berlusconi in mattinata, da Napoli - abbiamo già provveduto a trasferire i feriti più gravi negli ospedali e poi subito andrò a Viareggio a prendere in mano la situazione". Ma al suo arrivo le cose si fanno difficili. Un gruppo di cittadini presenti nella zona dell'incidente, in largo Risorgimento, non gradisce la sua presenza e gli grida "vergogna", "vai a casa" e frasi simili. Dopo momenti di tensione tra contestatori e sostenitori, il presidente del Consiglio si dirige poi al Municipio. La visita dura circa 15 minuti. La gente, fuori, continua a protestare. "Nel prossimo Consiglio dei ministri dichiareremo lo stato d'emergenza", annuncia il capo del governo. Poi esce dal retro. Mentre il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli esce sul davanti, e viene anche lui investito da urla e fischi dalla gente.
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'''HONDURAS'''
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La comunità internazionale condanna e prende le prime misure di ritorsione contro il governo spurio di Micheletti
La prima misura adottata dal presidente spurio dell'Honduras, al potere dopo il colpo di stato militare di sabato scorso, è stata quella di reprimere la popolazione che chiedeva in modo pacifico il ritorno di Manuel Zelaya, presidente legittimo, e la realizzazione di un referendum, che proponeva la creazione di una Assemblea Costituente e l'avvio di un processo per riformare la Costituzione.
I movimenti di truppe che si sono registrati durante tutta la mattinata di lunedí 29 giugno sono stati il preludio ad un attacco brutale che ha provocato vari feriti, arresti ed ha scatenato la caccia ai leader delle organizzazioni popolari che in questi giorni si sono mobilitati in tutto il paese.
È il caso di Carlos H. Reyes, segretario generale dello STIBYS, uno dei sindacati più combattivi del paese, il quale è riuscito a fuggire alla cattura ed attualmente si trova nascosto in un luogo non precisato.
Dopo i gravi fatti di lunedí esiste la chiara percezione che nei prossimi giorni la repressione possa aumentare, grazie anche allo sconcertante silenzio mediatico da parte di tutti i mezzi d'informazione nazionali, l'oscuramento di TeleSUR e l'arresto dei suoi giornalisti e l'occupazione da parte dell'Esercito della compagnia statale di telefonia, Hondutel.
"Eravamo di fronte alla Casa Presidenziale chiedendo pacificamente il ritorno alla democrazia e l'Esercito ha ricevuto l'ordine di reprimerci. Hanno iniziato a sparare pallottole di gomma e lacrimogeni -ha raccontato un membro dei movimenti sociali che, per ovvi motivi, ha voluto mantenere l'anonimato.
Hanno prima fatto entrare battaglioni dell'Esercito da un lato del viale ed immediatamente dopo, i corpi speciali che si trovavano all'interno della Casa Presidenziale da questa mattina sono scesi in strada ed è iniziata la persecuzione.
È stata una repressione brutale contro tutte le persone che si trovavano lì.”
 Il presidente dell'Honduras, Manuel Zelaya, destituito da un golpe militare, ha annunciato oggi che giovedì rientrerà in patria. Intervenendo in un incontro a Managua insieme ad altri presidenti latinoamericani, Zelaya ha sottolineato che dopo il colpo di Stato di domenica, in Honduras "la gente si è sollevata e il Paese è paralizzato".
'''AFGHANISTAN: KARZAI AVREBBE VINTO, MA CON BROGLI'''
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Zelaya ha assicurato che rientrerà a Tegucigalpa da Washington, dove domani parteciperà ad una riunione d'emergenza dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa), che condannerà il golpe nel paese centroamericano
“In Honduras- dice Zelaya- siamo di fronte ad un chiaro esempio d'intolleranza in mezzo ad un silenzio mediatico ed a strategie per creare il terrore tra la popolazione. Chiediamo ai mezzi informativi internazionali di raccontare ciò che in realtà sta accadendo. Questo è un colpo di stato, un colpo alla democrazia da parte dei militari e dei settori politici ed economici che cospirano contro essa.
È per questo motivo -ha concluso- che chiediamo alla comunità internazionale di sospendere le relazioni diplomatiche, commerciali ed economiche con questo governo di fatto. Se così non fosse, vorrebbe dire che sta dando la propria approvazione a questa repressione brutale contro il popolo".
 Le organizzazioni sociali dell’HONDURAS hanno immediatamente proclamato lo stato di agitazione per CHIEDERE IL RITORNO del presidente ZELAYA, la fine dello STATO D’ASSEDIO e il rispetto dell’ordinamento costituzionale.
 Soprattutto stanno chiedendo a tutte le istituzioni latinoamericane e internazionali di pronunciarsi contro il COLPO STATO e hanno chiamato alla mobilitazione in tutto il mondo in solidarietà con il popolo dell’Honduras.
A quattro giorni dal voto in Afghanistan, lo spoglio procede con grande lentezza e neppure l'affluenza alle urne e' stata annunciata. Domani dovrebbero esserci primi risultati parziali, mentre i definitivi potrebbero slittare al 17 settembre. Sembra che abbia votato il 50%, una grande partecipazione considerate le minacce dei talebani a chi avesse partecipato al voto. Secondo fondi occidentali, il presidente Karzai comunque avrebbe vinto al primo turno con una valanga di voti, il 72%, mentre il suo principale rivale nella corsa alla presidenza, Abdullah Abdullah, avrebbe ottenuto il 23% dei consensi. La notizia è sul quotidiano britannico Telegraph che cita i dati raccolti da un team di osservatori nei seggi elettorali. Ieri Abdullah Abdullah ha denunciato ieri "vasti brogli" orchestrati dal governo uscente. Abdullah ha detto che sarebbero stati gonfiati i dati sull'affluenza nel sud. Da giovedi' scorso, giorno delle elezioni presidenziali e provinciali in Afghanistan, la Commissione per i reclami elettorali ha ricevuto 225 denunce: di queste, 35 sono state definite ad "alta priorita'".
Secondo attacco ai militari italiani nella provincia di Farah, nell'ovest occidentale: una pattuglia di paracadutisti e' caduta in un'imboscata. Nessun ferito. I militari stavano svolgendo un'operazione a Shiwan, nel distretto di Bala Baluk. Prima un mezzo dell'esercito afgano e' saltato su una mina (nessun danno alle persone), poi gli insorti hanno sparato con armi leggere e Rpg. Gli italiani hanno risposto al fuoco, 'neutralizzando la minaccia', ha detto il comandante Castellano.
Per il capo degli stati maggiori americani, Ammiraglio Mike Mullen, Il conflitto in Afghanistan è "grave e si sta deteriorando" mentre i talebani si stanno dimostrando "sempre piu' forti": nel sud del paese gli insorti integralisti da sei anni fanno il bello e il cattivo tempo: le truppe Usa da sole non ce la fanno a mantenere la sicurezza. In luglio in Afgahanistan sono morti 44 soldati americani e i sondaggi mostrano un'opinione pubblica interna sempre piu' scettica sull'andamento della guerra: il 50% non sono convinti che valga la pena di restare in Afghanistan.
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Tra queste organizzazioni il sito www.hablahonduras.com è uno dei più attivi nel denunciare ciò che sta accadendo, riportando ora per ora i gravi eventi legati al colpo di stato.
 Fino a due ore fa era perfettamente visibile, ma da qualche decina di minuti questo sito appare oscurato. Visto che sono molteplici le denunce che il governo golpista sta oscurando i siti internet che intendono diffondere la verità, è molto probabile che anche questa pagina di notizie alternative e di prima mano sia stata interrotta per ordine governativo.
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 in solidarieta’ con le organizzazioni e
 i movimenti sociali honduregni
 ANCHE IN ITALIA A ROMA E' IN CORSO LA MOBILITAZIONE CON UN SIT-IN
 
 DI FRONTE ALL’AMBASCIATA DELL’HONDURAS
VIA GIANBATTISTA VICO 40 ( Zona Metro Flaminio),ROMA
'''SOMALIA: CONTINUANO GLI SCONTRI ARMATI NELLA CAPITALE'''
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'''SARKOZY A NETANYAHU, CAMBIA MINISTRO ESTER'''
 
Una tempesta diplomatica minaccia di turbare le relazioni tra Israele e la Francia in seguito ad affermazioni attribuite al presidente francese Nicolas Sarkozy che in un colloquio la scorso mercoledì col premier israeliano Benyamin Netanyahu avrebbe consigliato a quest'ultimo di «sbarazzarsi» del suo ministro degli esteri Avigdor Lieberman per sostituirlo con l'attuale leader dell' opposizione e del partito di maggioranza relativa Kadima, signora Tzipi Livni. Il contenuto del colloquio - al quale hanno assistito una decina di membri della delegazione israeliana - è stato fatto trapelare alla stampa israeliana. Stando a quest'ultima Netanyahu avrebbe cercato di difendere Lieberman affermando che in privato la sua immagine è diversa da quella pubblica di 'falcò e di sostenitore di una linea di estrema destra. Dall' ufficio del ministro degli esteri a Gerusalemme è giunta una furente reazione nella quale si accusa il capo dello stato francese «di intollerabile ingerenza negli affari interni di Israele».
Sono almeno venti le persone che hanno perso la vita negli scontri avvenuti tra sabato e domenica a Mogadiscio tra forze fedeli al governo di transizione somalo (Tfg) - appoggiate dai caschi verdi della missione dell'Unione Africana (Amisom) - ed elementi dell'opposizione armata. Il ministro della Difesa, Yusuf Mohamed, ha dichiarato che negli scontri di sabato - avvenuti presso un posto di blocco governativo, lungo una delle strade che collega Mogadiscio con le campagne meridionali - sarebbero morte almeno 11 persone e ne sarebbero rimaste ferite altre 22. Secondo quanto riferito da fonti locali, invece, nella giornata di domenica le vittime sarebbero cinque e 17 i feriti, alcuni dei quali civili. Il bilancio è però destinato ad aggravarsi. Il governo somalo, guidato da Sheik Sharif e supportato dalle Nazioni Unite, aveva cercato invano nei giorni scorsi un'intesa con i ribelli, molti dei quali legati ad al-Quaeda, al fine di ottenere una tregua durante il mese del Ramadan. Sheik Hassan Dahir Aweys, leader del movimento Hizbul Islam, ha risposto con un secco rifiuto all'appello governativo, mentre Bare Adan Khoje, comandante del gruppo terrorista al-Shabab, ha accusato l'esecutivo di voler approfittare del cessate il fuoco per riarmarsi e ha dichiarato che ci sarà un'escalation delle violenze. Intanto un altro attentato, il cui obiettivo era la residenza dell'ex-sindaco della città, ha ferito questa mattina cinque soldati a Beledwyne, nel centro del paese a ridosso della frontiera con l'Etiopia.
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'''GAZA'''
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La Spirit of Humanity, l’imbarcazione del Free Gaza Movement partita ieri dal porto cipriota di Larnaca alla volta della Striscia, è stata circondata al largo delle coste palestinesi dai sei navi della marina israeliana e costretta ad attraccare lontano da Gaza. La barca degli attivisti internazionali trasportava tonnellate di medicinali e generi di prima necessità destinati alla popolazione palestinese. I presenti sulla barca sarebbe stati fermati da Israele in attesa dell'espulsione. www.radiondadurto.org
Intanto oggi l'ong americana Human Rights Watch ha accusato Israele di avere ucciso, durante l'operazione Piombo Fuso, almeno 29 civili, tra i quali otto bambini, attraverso missili sparati da aerei senza pilota in totale spregio delle norme internazionali che vietano l'uso di droni in zone civili.
'''AFRICA: RAGGIUNTO IL MILIARDO DI ABITANTI'''
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'''MISTERO SULLA MORTE (L'ENNESIMA!) DI UN GIORNALISTA IN RUSSIA ''' Un rapporto del Population Reference Bureau annuncia che la popolazione africana ha raggiunto il miliardo. Con una crescita annuale di 24 milioni ci si aspetta inoltre che entro il 2050 sarà addirittura raddoppiata. Il rapporto indica che anche se in alcuni stati nordafricani l'incremento sta rallentando, nel continente sub-sahariano la media di figli per donna è ancora di 5.3, la più alta del mondo.
Secondo il rapporto l'Afrca ha anche la popolazione più giovane del pianeta e in pochi anni sarà africano circa il 30% dei giovani di tutto il mondo. Nello studio si riferisce anche che l'incidenza dell'HIV in Africa sembra diminuire anche se rimangono paesi come lo Zwaziland dove è infetto il 26% della popolazione in età lavorativa.
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E' morto oggi, due mesi dopo un'aggressione, Yaroslav Yaroshenko, giornalista e attivista per i diritti umani.
Dopo l'uccisione nel 2006 di Anna Politkovskaja, quella a gennaio di Anastasia Baburova, collaboratrice della Novaia Gazeta e dell' avvocato difensore dei diritti civili, Stanislav Markelov, freddati assieme nel pieno centro di Mosca, a infittire l'elenco delle morti sospette in Russia, arriva quella di Yaroslav Yaroshenko.
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Yaroslav Yaroshenko, 63 anni, direttore del mensile impegnato nella difesa dei diritti umani Corruzione e Criminalità di Rostov sul Don, nella Russia Meridionale, è morto dopo due mesi di agonia, da quando cioè, il 30 aprile, era stato trovato in fin di vita fuori dalla propria abitazione.
La polizia ad oggi non ha mai aperto un'inchiesta sull'avvenuto: secondo gli agenti si sarebbe trattato infatti di una tragica fatalità e Yaroshenko avrebbe battuto la testa dopo essere scivolato.
Completamente diversa la versione che danno amici e colleghi del giornalista, secondo cui le ferite riportate da Yaroshenko non sarebbero compatibili con una caduta.
Serghiei Sleptsov, vice direttore di Corruzione e Criminalità , ipotizza che dietro l'uccisione di Yaroshenko ci sia una vendetta per le denunce lanciate dalle pagine del giornale. Sleptsov ha inoltre ricordato di aver vissuto un analogo episodio nel 2007, quando alcuni uomini, rimasti ignoti, lo avevano aggredito.
'''NIGER: MANIFESTAZIONI ANTIGOVERNATIVE, DECINE DI FERITI'''

Diverse persone sono rimaste ferite negli scontri che hanno opposto manifestanti e polizia nel fine-settimana a Niamey e in varie altre città del paese. Gli attivisti erano scesi in piazza per protestare contro la nuova Costituzione approvata con un referendum voluto dal presidente Mamadou Tandja, lo scorso 4 Agosto, che prolunga di tre anni il suo mandato in scadenza e consente al capo dello stato di ricandidarsi alle prossime elezioni. Nella capitale le forze dell’ordine hanno disperso cortei a cui partecipavano alcune centinaia di persone, con gas lacrimogeni e manganellate; secondo diverse fonti, episodi simili si sono verificati in altre città del paese. Nelle regioni del nord del paese, esponenti del gruppo ribelle Movimento dei nigerini per la giustizia (Mnj) sono in attesa da più di due mesi di poter incontrare i responsabili del governo con cui avviare i negoziati per risolvere il conflitto. Finora l’esecutivo ha respinto le richieste di liberazione di prigionieri e di fine dello stato d’emergenza nelle regioni settentrionali di Agadez. La ribellione - in armi nel nord del paese da due anni e mezzo – sostiene di combattere per una migliore distribuzione dei proventi minerari delle zone settentrionali, a favore delle popolazioni locali.


'''GRECIA: CONTINUA IL GRANDE INCENDIO'''

Continua per il terzo giorno l’incendio a nordest di Atene che ha finora distrutto 12.000 ettari di bosco. Cipro, Italia e Unione Europea hanno inviato in aiuto aerei “Canadair” ed elicotteri. Sono migliaia le persone fuggite da Stamata, Dionysos, Drafi e Aghios Stefanos: le località più colpite, alle pendici del monde Pendeli. Non sono chiare le cause dell’incendio, ma sull’area che ha preso fuoco, riferisce la stampa greca, era in atto un contenzioso tra locali e governo per la costruzione di una discarica.


'''IRAN: SCOPERTO GRANDE GIACIMENTO PETROLIFERO'''

È stata annunciata oggi dal ministro del Petrolio iraniano, Gholam-Hossein Nozari, la scoperta di un immenso giacimento di greggio nel sud-ovest del Paese, effettuata grazie a una serie di trivellazioni che hanno raggiunto i 5'026 metri di profondità. Secondo le stime, sarebbe "la più grande riserva petrolifera rinvenuta negli ultimi cinque anni" con 8,83 miliardi di barili di oro nero. Il giacimento è situato presso la città di Sousangerd, nella provincia del Khuzestan, nelle vicinanze di alcune raffinerie già esistenti.
Nozari ha auspicato un rapido incremento della produzione petrolifera iraniana dagli attuali 4,2 barili al giorno a 5,3 nel 2010. La Repubblica isalmica, le cui riserve di greggio sono cresciute negli ultimi tre anni da 90 a 138 miliardi di barili, è il secondo maggior produttore di petrolio dell'OPEC e il terzo a livello mondiale, preceduto da Arabia Saudita e Canada.


'''STATI UNITI: PROBABILE UN'INCHIESTA GIUDIZIARIA SULLE TORTURE DELLA CIA'''

Con l'accordo del presidente Barack Obama, il Dipartimento della Giustizia ha l'intenzione di riaprire una decina di inchieste su presunti casi di tortura od abusi commessi da agenti della Cia durante interrogatori in Iraq e in Afghanistan. L'ipotesi della riapertura di una serie di casi e' stata ventilata oggi dal New York Times, a poche ore dalla pubblicazione di un rapporto su casi di tortura od abusi commessi nel 2004, senza escludere l'ipotesi di incriminare alcuni degli agenti della Cia. Uno dei casi in questione - di cui lo stesso Nyt aveva parlato sabato - riguarda Abd al-Rahim al-Nashiri, considerato il cervello dell'attentato alla Cole nel 1999, con 17 marinai Usa uccisi. Nel 2004 Al-Nashiri sarebbe stato minacciato di morte con una pistola e un trapano elettrico durante un interrogatorio, oltre a subire sedute di 'waterboarding', cioè di affogamento simulato per ottenere informazioni. Intanto fa rientro in Afghanistan uno dei più giovani detenuti di Guantanamo, Mohammed Jawad, messo in libertà dal giudice lo scorso 30 luglio.


'''CILE: I MAPUCHE CHIEDONO UN INCONTRO CON LA PRESIDENTE BACHELET'''

Sono pronti a una ‘tregua’ nelle mobilitazioni e occupazioni di proprietà private, riprese da settimane nel sud per il recupero delle loro terre ancestrali rivendicate dal XIX secolo, se la presidente Michelle Bachelet si recherà in visita nella regione di La Araucanía, dove si concentrano le proteste. Al termine di un grande raduno organizzato nella località di Puerto Domínguez, i dirigenti indigeni Mapuche hanno chiesto di negoziare direttamente con Bachelet, “non con intermediari”, attraverso i ‘lonkos’ (dirigenti comunitari) e werkenes (messaggeri). “Stiamo formando un comitato tecnico per stilare le nostre proposte” ha detto il ‘lonko’ Jorge Calfuqueo, annunciando per oggi una nuova marcia di protesta a Temuco, capitale regionale di La Araucanía, in solidarietà con la famiglia di Jaime Mendoza Collío, il giovane Mapuche ucciso nei giorni scorsi da un poliziotto durante lo sgombero di una tenuta occupata nei pressi di Collipulli. Circa un mese fa, un centinaio di rappresentanti di comunità Mapuche si erano recati a Santiago nel tentativo, fallito, di ottenere udienza dalla presidente. Costretti per la maggior parte a vivere in povertà, i Mapuche rappresentano il 6% dei circa 16 milioni di cileni.
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'''L'ORDINE DEI MEDICI BOCCIA IL PACCHETTO SICUREZZA'''
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Oggi pomeriggio la Rete contro il Pacchetto sicurezza si è recata presso la sede dell'Ordine dei Medici di Roma, in via G.B. De Rossi 9, per chiedere una presa di posizione pubblica sul Ddl 733 (Pacchetto sicurezza), che verrà votato in Senato nei prossimi giorni. '''AGRIGENTO: INDAGATI PER IL REATO DI IMMIGRAZIONE CLANDESTINA I 5 SOPRAVVISSUTI'''
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Un gruppo di attiviste e attivisti, con striscioni e cartelli: 'Respingiamo il Pacchetto sicurezza' 'Siamo tutt@ clandestin@' , è entrato all'interno della sede e ha chiesto al direttore dell'Ordine, Dino Cosi, di incontrare i manifestanti.
Il direttore ha accettato il confronto con la Rete no pacchetto sicurezza e ha ribadito la contrarietà dell'Ordine al disegno di legge, come precedentemente affermato.
Ha inoltre annunciato la partecipazione dei medici al presidio di domani sotto il Senato alle ore 15.30.
Respingiamo il pacchetto sicurezza
Saranno iscritti nel registro degli indagati per il reato di immigrazione clandestina i cinque eritrei, quattro uomini e una donna, soccorsi giovedì scorso nel Canale di Sicilia. I cinque sono i sopravvissuti di un gruppo di oltre ottanta extracomunitari africani partiti dalla Libia tre settimane fa. Il Procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, parla di "un atto dovuto" in attesa di verificare se i cinque eritrei salvati abbiano il diritto allo status di rifugiato politico. Ma la Procura di Agrigento indaga anche per omicidio colposo plurimo. L'indagine e' ancora a carico di ignoti. Gli inquirenti stanno valutando, inoltre, la condotta della forze armate maltesi che, secondo il racconto dei superstiti, avrebbero incrociato il gommone e dato agli eritrei il carburante per proseguire la traversata. ll presidente Napolitano ha chiesto un chiarimento al ministro dell'Interno Maroni sull'ultima strage di migranti nel canale di Sicilia.
E’ “paradossale” che naufraghi in cerca di protezione internazionale siano accusati del reato di ingresso irregolare: lo sottolinea l’Asgi, Associazione studi giuridici sull’immigrazione, poco dopo la conferma che i cinque eritrei approdati a Lampedusa la settimana scorsa hanno presentato richiesta d’asilo. L’Asgi chiede l’apertura di un’inchiesta volta a verificare il “funzionamento” e la “tempestività” dei soccorsi nel Mediterraneo. “Nel ricordare che il salvataggio delle vita in mare costituisce un principio cardine del diritto internazionale e che tale principio sovrasta e precede ogni altra finalità di controllo e contrasto dell'immigrazione irregolare.
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'''CARCERI: ANTIGONE;UN TERZO MORTI PER SUICIDIO, 500 IN 9 ANNI '''
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Un terzo dei decessi che si verificano in carcere sono dovuti a suicidio e in 9 anni sono stati 500 i detenuti che si sono tolti la vita dietro le sbarre. Lo riferisce il rapporto Antigone, citando dati raccolti dall'associazione 'Ristretti Orizzontì. Nel primo trimestre 2009 - si legge nell'indagine - su 36 morti, i suicidi sono stati 13: tutti uomini, 4 stranieri e 9 italiani. A questi si affiancano 6 casi da accertare. In tutto il 2008, a fronte di 121 decessi complessivi, 42 sono stati per suicidio. Di questi, 4 erano donne e 38 uomini; e 35 erano italiani e 7 stranieri. In nove anni, dal 2000 al marzo 2009, all'interno delle strutture penitenziarie dislocate su tutto il territorio nazionale, sono morte 1.365 persone. Di queste, 501, oltre un terzo, per suicidio. Nel 1990 i suicidi furono solo 23. La punta si raggiunse nel 2001 con ben 69 suicidi. '''POTENZA: PROTESTA DEGLI OPERAI DELLA LASME'''
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'''Verso il g8 de l'Aquila ''' Momenti di tensione a Potenza, nella sede di Confindustria, dove era stata convocata una riunione sulla situazione della Lasme.L'azienda dell'indotto Fiat di Melfi (Potenza) ha deciso di chiudere e collocare in mobilita' circa 174 persone. I lavoratori, che dal primo pomeriggio facevano un presidio alla sede degli industriali, hanno superato le forze dell'ordine, hanno forzato una porta finestra e hanno invaso un terrazzo adiacente alla sede di Confindustria.
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una serie di mobilitazioni da domani davanti al Senato, per il presdiio contro il pacchetto sicurezza, fino alla marcia-corteo del 10 luglio, una serei di appuntamenti che portaranno in piazza e nella strade gli auilani e le aquilane terremotate, i movimenti di lotta delle varie città italaine e tutte e tutti coloro che non accettano di vedere che la crisi viene utilizzata come scusa per affamare, indebolire, criminalizzare chi ogni giorno rischia la propria vita sui posti di lavoro, chi ha lottao contro la morte per venire a vivere qui,chi non accetta la mercificazione della cultura e del sapere, chi difende il proprio territorio dalla speculazione.
corr ror
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'''NAPOLI: '''
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PROTESTANO I DISOCCUPATI, I CASSAINTEGRATI E I LAVORATORI DELLE AZIENDE IN CRISI
Mondo del lavoro in mobilitazione ancora una volta a Napoli. Proteste dei disoccupati, dei rappresentanti della Cgil ma anche dei lavoratori dell'Atitech e della Tirrenia navigazione stamattina, nei pressi del Teatro San Carlo, dove è annunciato l'arrivo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Alcuni disoccupati sono saliti su delle impalcature presenti all'interno della galleria Umberto, mentre momenti di tensione si sono registrati tra le forze di polizia e gli operai dell'Atitech, che volevano esporre uno striscione sopra una transenna vicina al San Carlo. A quanto pare gli agenti hanno usato anche i manganelli per zittire le rivendicazioni dei lavoratori. Presenti in piazza anche i senza lavoro del Progetto Isola. Ai nostri microfoni Giovanni Sannino, segretario Fillea Cgil della Campania.

24 agosto 2009 - Gr 19:30

In primo Piano

GRECIA: NO BORDER LESVOS 2009

In questi ultimi anni, l’isola di Lesvos rappresenta uno dei principali punti d’ingresso per migliaia di rifugiati ed immigrati che cercano di raggiungere l’Europa.Stipati su piccoli gommoni, tentano di attraversare i confini marittimi tra la Turchia e la Grecia ed alcuni di loro, spesso non ce la fanno. Negli ultimi 20 anni sono più di 1.100 gli immigrati ed i rifugiati dispersi nel mar Egeo. La guardia costiera greca, nell’attuare le politiche nazionali ed europee di “prevenzione degli ingressi” viola i diritti dei rifugiati mettendo a rischio le loro vite. Nello stesso momento queste attività vengono sostenute dal Frontex, la cui prima nave opera all’isola sin dal mese di luglio 2008. Paganì (situato a 5km di distanza da Mitilene, la capitale dell’isola) è il posto dove si trova il centro di detenzione, al quale vengono portati i rifugiati e gli immigrati una volta arrivati a Lesvos e vi rimangono per settimane o mesi. È un carcere dove i diritti fondamentali dell’uomo non vengono rispettati. Inoltre l’edificio non è adatto ad ospitare delle persone, in quanto privo delle elementari infrastrutture. Per di più, ai rifugiati non è concessa alcuna possibilità di comunicazione, non vengono informati dei loro diritti e non è permesso loro di uscire nel cortile. Dopo essere stati registrati nel sistema Eurodac, i rifugiati vengono dimessi con un foglio di via, che intima di lasciare il paese entro un mese. Alcuni di loro fanno richiesta d’asilo politico, finendo però nel caos burocratico che caratterizza questi procedimenti, subendo la violenza delle autorità (vi sono state 2 vittime nei pressi della Questura per gli stranieri ad Atene); infine, solo allo 0,60% di coloro che fanno domanda viene riconosciuto l’asilo politico. Coloro che decidono di rimanere in Grecia e di trovare un lavoro, si sottopongono ad una serie di ingiustizie, ad orari lavorativi proibitivi, a condizioni disumane e a delle retribuzioni umilianti. La loro situazione precaria non concede a loro alcun diritto di associarsi per ottenere delle migliori condizioni lavorative. Un esempio molto recente è il tentato omicidio (tramite l’uso del vetriolo) di una donna straniera, lavoratrice e sindacalista ad Atene. Coloro infine che cercano di riprendere il viaggio, per raggiunggere (di solito attraverso l’Italia) gli altri paesi europei, giungono in massa ai porti verso ovest come quello di Patrasso, dove le azioni repressive della guardia costiera sono un fenomeno quotidiano. Molto spesso i migranti vengono ritrovati morti nei container dei camion, tramite i quali hanno cercato di lasciare il paese. E coloro che ci riescono , se vengono poi rintracciati vengono rispediti in Grecia ai sensi del Regolamento di Dublino II. Vi invitiamo di unirvi a noi in Agosto (dal 25 al 31) per condividere le esperienze di quello che succede ai confini, discutere sui problemi, coordinare le nostre azioni e combattere: CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE DELL’IMMIGRAZIONE CONTRO I CENTRI DI DETENZIONE ED IL MALTRATTAMENTO DEGLI IMMIGRATI ED I RIFUGIATI CONTRO LO SFRUTTAMENTO LAVORATIVO DEGLI IMMIGRATI NO AI CONFINI NESSUNO E’ ILLEGALE UGUALI DIRITTI PER TUTTI

ESTERI

AFGHANISTAN: KARZAI AVREBBE VINTO, MA CON BROGLI

A quattro giorni dal voto in Afghanistan, lo spoglio procede con grande lentezza e neppure l'affluenza alle urne e' stata annunciata. Domani dovrebbero esserci primi risultati parziali, mentre i definitivi potrebbero slittare al 17 settembre. Sembra che abbia votato il 50%, una grande partecipazione considerate le minacce dei talebani a chi avesse partecipato al voto. Secondo fondi occidentali, il presidente Karzai comunque avrebbe vinto al primo turno con una valanga di voti, il 72%, mentre il suo principale rivale nella corsa alla presidenza, Abdullah Abdullah, avrebbe ottenuto il 23% dei consensi. La notizia è sul quotidiano britannico Telegraph che cita i dati raccolti da un team di osservatori nei seggi elettorali. Ieri Abdullah Abdullah ha denunciato ieri "vasti brogli" orchestrati dal governo uscente. Abdullah ha detto che sarebbero stati gonfiati i dati sull'affluenza nel sud. Da giovedi' scorso, giorno delle elezioni presidenziali e provinciali in Afghanistan, la Commissione per i reclami elettorali ha ricevuto 225 denunce: di queste, 35 sono state definite ad "alta priorita'". Secondo attacco ai militari italiani nella provincia di Farah, nell'ovest occidentale: una pattuglia di paracadutisti e' caduta in un'imboscata. Nessun ferito. I militari stavano svolgendo un'operazione a Shiwan, nel distretto di Bala Baluk. Prima un mezzo dell'esercito afgano e' saltato su una mina (nessun danno alle persone), poi gli insorti hanno sparato con armi leggere e Rpg. Gli italiani hanno risposto al fuoco, 'neutralizzando la minaccia', ha detto il comandante Castellano. Per il capo degli stati maggiori americani, Ammiraglio Mike Mullen, Il conflitto in Afghanistan è "grave e si sta deteriorando" mentre i talebani si stanno dimostrando "sempre piu' forti": nel sud del paese gli insorti integralisti da sei anni fanno il bello e il cattivo tempo: le truppe Usa da sole non ce la fanno a mantenere la sicurezza. In luglio in Afgahanistan sono morti 44 soldati americani e i sondaggi mostrano un'opinione pubblica interna sempre piu' scettica sull'andamento della guerra: il 50% non sono convinti che valga la pena di restare in Afghanistan.

SOMALIA: CONTINUANO GLI SCONTRI ARMATI NELLA CAPITALE

Sono almeno venti le persone che hanno perso la vita negli scontri avvenuti tra sabato e domenica a Mogadiscio tra forze fedeli al governo di transizione somalo (Tfg) - appoggiate dai caschi verdi della missione dell'Unione Africana (Amisom) - ed elementi dell'opposizione armata. Il ministro della Difesa, Yusuf Mohamed, ha dichiarato che negli scontri di sabato - avvenuti presso un posto di blocco governativo, lungo una delle strade che collega Mogadiscio con le campagne meridionali - sarebbero morte almeno 11 persone e ne sarebbero rimaste ferite altre 22. Secondo quanto riferito da fonti locali, invece, nella giornata di domenica le vittime sarebbero cinque e 17 i feriti, alcuni dei quali civili. Il bilancio è però destinato ad aggravarsi. Il governo somalo, guidato da Sheik Sharif e supportato dalle Nazioni Unite, aveva cercato invano nei giorni scorsi un'intesa con i ribelli, molti dei quali legati ad al-Quaeda, al fine di ottenere una tregua durante il mese del Ramadan. Sheik Hassan Dahir Aweys, leader del movimento Hizbul Islam, ha risposto con un secco rifiuto all'appello governativo, mentre Bare Adan Khoje, comandante del gruppo terrorista al-Shabab, ha accusato l'esecutivo di voler approfittare del cessate il fuoco per riarmarsi e ha dichiarato che ci sarà un'escalation delle violenze. Intanto un altro attentato, il cui obiettivo era la residenza dell'ex-sindaco della città, ha ferito questa mattina cinque soldati a Beledwyne, nel centro del paese a ridosso della frontiera con l'Etiopia.

AFRICA: RAGGIUNTO IL MILIARDO DI ABITANTI

Un rapporto del Population Reference Bureau annuncia che la popolazione africana ha raggiunto il miliardo. Con una crescita annuale di 24 milioni ci si aspetta inoltre che entro il 2050 sarà addirittura raddoppiata. Il rapporto indica che anche se in alcuni stati nordafricani l'incremento sta rallentando, nel continente sub-sahariano la media di figli per donna è ancora di 5.3, la più alta del mondo. Secondo il rapporto l'Afrca ha anche la popolazione più giovane del pianeta e in pochi anni sarà africano circa il 30% dei giovani di tutto il mondo. Nello studio si riferisce anche che l'incidenza dell'HIV in Africa sembra diminuire anche se rimangono paesi come lo Zwaziland dove è infetto il 26% della popolazione in età lavorativa.

NIGER: MANIFESTAZIONI ANTIGOVERNATIVE, DECINE DI FERITI

Diverse persone sono rimaste ferite negli scontri che hanno opposto manifestanti e polizia nel fine-settimana a Niamey e in varie altre città del paese. Gli attivisti erano scesi in piazza per protestare contro la nuova Costituzione approvata con un referendum voluto dal presidente Mamadou Tandja, lo scorso 4 Agosto, che prolunga di tre anni il suo mandato in scadenza e consente al capo dello stato di ricandidarsi alle prossime elezioni. Nella capitale le forze dell’ordine hanno disperso cortei a cui partecipavano alcune centinaia di persone, con gas lacrimogeni e manganellate; secondo diverse fonti, episodi simili si sono verificati in altre città del paese. Nelle regioni del nord del paese, esponenti del gruppo ribelle Movimento dei nigerini per la giustizia (Mnj) sono in attesa da più di due mesi di poter incontrare i responsabili del governo con cui avviare i negoziati per risolvere il conflitto. Finora l’esecutivo ha respinto le richieste di liberazione di prigionieri e di fine dello stato d’emergenza nelle regioni settentrionali di Agadez. La ribellione - in armi nel nord del paese da due anni e mezzo – sostiene di combattere per una migliore distribuzione dei proventi minerari delle zone settentrionali, a favore delle popolazioni locali.

GRECIA: CONTINUA IL GRANDE INCENDIO

Continua per il terzo giorno l’incendio a nordest di Atene che ha finora distrutto 12.000 ettari di bosco. Cipro, Italia e Unione Europea hanno inviato in aiuto aerei “Canadair” ed elicotteri. Sono migliaia le persone fuggite da Stamata, Dionysos, Drafi e Aghios Stefanos: le località più colpite, alle pendici del monde Pendeli. Non sono chiare le cause dell’incendio, ma sull’area che ha preso fuoco, riferisce la stampa greca, era in atto un contenzioso tra locali e governo per la costruzione di una discarica.

IRAN: SCOPERTO GRANDE GIACIMENTO PETROLIFERO

È stata annunciata oggi dal ministro del Petrolio iraniano, Gholam-Hossein Nozari, la scoperta di un immenso giacimento di greggio nel sud-ovest del Paese, effettuata grazie a una serie di trivellazioni che hanno raggiunto i 5'026 metri di profondità. Secondo le stime, sarebbe "la più grande riserva petrolifera rinvenuta negli ultimi cinque anni" con 8,83 miliardi di barili di oro nero. Il giacimento è situato presso la città di Sousangerd, nella provincia del Khuzestan, nelle vicinanze di alcune raffinerie già esistenti. Nozari ha auspicato un rapido incremento della produzione petrolifera iraniana dagli attuali 4,2 barili al giorno a 5,3 nel 2010. La Repubblica isalmica, le cui riserve di greggio sono cresciute negli ultimi tre anni da 90 a 138 miliardi di barili, è il secondo maggior produttore di petrolio dell'OPEC e il terzo a livello mondiale, preceduto da Arabia Saudita e Canada.

STATI UNITI: PROBABILE UN'INCHIESTA GIUDIZIARIA SULLE TORTURE DELLA CIA

Con l'accordo del presidente Barack Obama, il Dipartimento della Giustizia ha l'intenzione di riaprire una decina di inchieste su presunti casi di tortura od abusi commessi da agenti della Cia durante interrogatori in Iraq e in Afghanistan. L'ipotesi della riapertura di una serie di casi e' stata ventilata oggi dal New York Times, a poche ore dalla pubblicazione di un rapporto su casi di tortura od abusi commessi nel 2004, senza escludere l'ipotesi di incriminare alcuni degli agenti della Cia. Uno dei casi in questione - di cui lo stesso Nyt aveva parlato sabato - riguarda Abd al-Rahim al-Nashiri, considerato il cervello dell'attentato alla Cole nel 1999, con 17 marinai Usa uccisi. Nel 2004 Al-Nashiri sarebbe stato minacciato di morte con una pistola e un trapano elettrico durante un interrogatorio, oltre a subire sedute di 'waterboarding', cioè di affogamento simulato per ottenere informazioni. Intanto fa rientro in Afghanistan uno dei più giovani detenuti di Guantanamo, Mohammed Jawad, messo in libertà dal giudice lo scorso 30 luglio.

CILE: I MAPUCHE CHIEDONO UN INCONTRO CON LA PRESIDENTE BACHELET

Sono pronti a una ‘tregua’ nelle mobilitazioni e occupazioni di proprietà private, riprese da settimane nel sud per il recupero delle loro terre ancestrali rivendicate dal XIX secolo, se la presidente Michelle Bachelet si recherà in visita nella regione di La Araucanía, dove si concentrano le proteste. Al termine di un grande raduno organizzato nella località di Puerto Domínguez, i dirigenti indigeni Mapuche hanno chiesto di negoziare direttamente con Bachelet, “non con intermediari”, attraverso i ‘lonkos’ (dirigenti comunitari) e werkenes (messaggeri). “Stiamo formando un comitato tecnico per stilare le nostre proposte” ha detto il ‘lonko’ Jorge Calfuqueo, annunciando per oggi una nuova marcia di protesta a Temuco, capitale regionale di La Araucanía, in solidarietà con la famiglia di Jaime Mendoza Collío, il giovane Mapuche ucciso nei giorni scorsi da un poliziotto durante lo sgombero di una tenuta occupata nei pressi di Collipulli. Circa un mese fa, un centinaio di rappresentanti di comunità Mapuche si erano recati a Santiago nel tentativo, fallito, di ottenere udienza dalla presidente. Costretti per la maggior parte a vivere in povertà, i Mapuche rappresentano il 6% dei circa 16 milioni di cileni.

ITALIA

AGRIGENTO: INDAGATI PER IL REATO DI IMMIGRAZIONE CLANDESTINA I 5 SOPRAVVISSUTI

Saranno iscritti nel registro degli indagati per il reato di immigrazione clandestina i cinque eritrei, quattro uomini e una donna, soccorsi giovedì scorso nel Canale di Sicilia. I cinque sono i sopravvissuti di un gruppo di oltre ottanta extracomunitari africani partiti dalla Libia tre settimane fa. Il Procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, parla di "un atto dovuto" in attesa di verificare se i cinque eritrei salvati abbiano il diritto allo status di rifugiato politico. Ma la Procura di Agrigento indaga anche per omicidio colposo plurimo. L'indagine e' ancora a carico di ignoti. Gli inquirenti stanno valutando, inoltre, la condotta della forze armate maltesi che, secondo il racconto dei superstiti, avrebbero incrociato il gommone e dato agli eritrei il carburante per proseguire la traversata. ll presidente Napolitano ha chiesto un chiarimento al ministro dell'Interno Maroni sull'ultima strage di migranti nel canale di Sicilia. E’ “paradossale” che naufraghi in cerca di protezione internazionale siano accusati del reato di ingresso irregolare: lo sottolinea l’Asgi, Associazione studi giuridici sull’immigrazione, poco dopo la conferma che i cinque eritrei approdati a Lampedusa la settimana scorsa hanno presentato richiesta d’asilo. L’Asgi chiede l’apertura di un’inchiesta volta a verificare il “funzionamento” e la “tempestività” dei soccorsi nel Mediterraneo. “Nel ricordare che il salvataggio delle vita in mare costituisce un principio cardine del diritto internazionale e che tale principio sovrasta e precede ogni altra finalità di controllo e contrasto dell'immigrazione irregolare.

POTENZA: PROTESTA DEGLI OPERAI DELLA LASME

Momenti di tensione a Potenza, nella sede di Confindustria, dove era stata convocata una riunione sulla situazione della Lasme.L'azienda dell'indotto Fiat di Melfi (Potenza) ha deciso di chiudere e collocare in mobilita' circa 174 persone. I lavoratori, che dal primo pomeriggio facevano un presidio alla sede degli industriali, hanno superato le forze dell'ordine, hanno forzato una porta finestra e hanno invaso un terrazzo adiacente alla sede di Confindustria.

gror090824 (last edited 2009-08-24 17:33:49 by anonymous)