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ITALIA

rifiuti tossici roncigliano

La scoperta è stata fatta ieri mattina, al chilometro 24,500 della via Ardeatina, da una pattuglia della Polizia Stradale di Albano che era in perlustrazione.

Fusti tossici abbandonati in strada, alle porte della discarica di Roncigliano, al confine tra i comune di Albano e Roma. La scoperta è stata fatta ieri mattina, al chilometro 24,500 della via Ardeatina, da una pattuglia della Polizia Stradale di Albano che era in perlustrazione. In un piazzale, sono stati rinvenuti ben 12 fusti, alcuni dei quali aperti, con all’interno liquidi di natura tossica. Sul posto, nel giro di poche ore, sono stati fatti arrivare anche i tecnici dell’Arpa Lazio – che hanno rilevato dei campioni per le analisi – ed anche i Vigili del Fuoco. Parte dei liquidi, sono stati riversati in strada. Probabilmente, si tratta di rifiuti tossici, a quanto pare una miscela di solventi e collanti, abbandonati lì da qualche vicina industria. Nei prossimi giorni, i Comuni di Albano e Roma dovranno provvedere alla bonifica dell’area che, nel frattempo, è stata delimitata e posta sotto sequestro dalla Polizia Provinciale.

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NOTIZIE BREVI

ESTERI

ALMENO DUE VITTIME, UNANIME CONDANNA PER REPRESSIONE GOVERNO GOLPISTA

Almeno due persone, secondo un bilancio fornito dalla polizia, sono state uccise in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine da quando, Lunedì sera, è tornato in Honduras il deposto presidente Manuel Zelaya, rifugiato presso l’ambasciata del Brasile, verso la quale è stata intanto interrotta ogni forma di rifornimento. Ieri sono stati tra 10.000 e 15.000 i sostenitori di Zelaya a manifestare nelle strade di Tegucigalpa, sfidando la repressione di polizia e militari che, secondo fonti della società civile, ha già fatto, oltre ai morti dozzine di feriti e detiene, in due stadi di Tegucigalpa, centinaia di arrestati. A lanciare un ennesimo avvertimento al governo golpista è stato Ban Ki-moon, Segretario generale dell’Onu, annunciando che le Nazioni Unite sospendono l’assistenza tecnica elettorale a due mesi dalle presidenziali, sottolineando che a suo parere “non esistono le condizioni per l’organizzazione di un voto credibile che porti pace e stabilità”. Una decisione che suona anche come risposta agli annunci del presidente di fatto Roberto Micheletti su eventuali disponibilità a trattare solo a condizione di nuove elezioni. Energica è stata anche la condanna espressa dall’Unione delle nazioni sudamericane (Unasur), che ha chiesto “l’immediato e incondizionato” ritorno al potere di Zelaya, deposto lo scorso Giugno con un golpe.

Spagna, arrestato a Valencia pilota argentino dei 'voli della morte'

Julio Alberto Poch è accusato di aver guidato gli aerei da dove venivano lanciati in mare i corpi dei dissidenti politici

La polizia spagnola ha arrestato Julio Alberto Poch, 57 anni, pilota di linea della compagnia olandese Transavia, sospettato di essere coinvolto nella "guerra sporca" scoppiata in Argentina tra il 1976 e il 1983. Gli agenti iberici lo hanno catturato oggi durante una sosta del suo volo, diretto ad Amsterdam, all'aeroporto di Valencia Manises. Sono bastati solo quaranta minuti ai poliziotti che, dopo aver contattato l'Interpol, hanno fatto scattare le manette ai polsi di Poch. Secondo gli inquiernti l'uomo sarebbe sospettato di aver partecipato in qualità di pilota ai cosidetti "voli della morte" durante i quali i prigionieri politici dei militari argentini venivano narcotizzati e gettati in mare dall'aereo. Durante i sette anni di governo della giunta militare in Argentina circa trentamila civili sono morti o dichiarati "desaparecidos". Le autorità hanno rivelato che Poch, che possiede la doppia nazionalità olandese e argentina, sia stato un pilota militare della famigerata Scuola di Meccanica Navale di Buenos Aires che fra l'altro è stato uno dei più grandi centri di detenzione e tortura del regime militare argentino. Nel 2005 la Corte Suprema Argentina ha dichiarato illegittime le leggi di amnistita che avevano protetto da possibili procedimenti penali coloro che al tempo violarono i diritti dell'uomo.

ITALIA

Due morti sul lavoro

Un operaio, del quale non sono state rese note le generalità, e' morto stamani a Tarsia, nelle vicinanze di Cosenza, in un incidente sul lavoro verificatosi in un cantiere per la costruzione di una galleria sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Al momento non si conosce la dinamica dell'accaduto. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti gli agenti della Polstrada di Cosenza.

Incidente mortale su lavoro stamani a Macchiareddu, nella zona industriale di Cagliari. Un operaio di 34 anni e' morto, travolto da un pesante macchinario, mentre lavorava in una cartiera. Al momento non si hanno altri particolari. Si sa solo che sul posto sono intervenuti i carabinieri e un'equipe del 118 che non ha potuto far altro che constatare il decesso.

GIUSTIZIA, MORTO PER INFARTO PROCURATORE DI ASTI

ASTI - E' morto a Torino il procuratore capo di Asti Maurizio Laudi. E' stato colto da un infarto nella sua abitazione.

Maurizio Laudi, che attualmente era anche segretario di Magistratura Indipendente, era stato nominato procuratore di Asti nel gennaio dello scorso anno. In magistratura dal '74, Laudi aveva lasciato Torino dopo moltissimi anni di servizio alla procura, prima come sostituto e poi come aggiunto. Una scelta per lui obbligata, visto che una norma della riforma dell'ordinamento giudiziario non consentiva di ricoprire per più di otto anni gli incarichi di vertice degli uffici giudiziari. Nel capoluogo piemontese - da cui si era allontanato solo quando era stato eletto componente del Csm - aveva tra l'altro diretto la Direzione distrettuale antimafia e aveva coordinato il gruppo che si occupa dei reati di terrorismo ed eversione. Davanti al Csm, Laudi è stato il "difensore" del gip di Milano Clementina Forleo nella procedura di trasferimento d'ufficio che le era stata aperta dalla Prima Commissione. Grande amante del calcio, Laudi era stato anche giudice sportivo.

Senza andare troppo indietro nel tempo ricordiamo l’inchiesta sugli “ecoterroristi” Sole, Baleno e Silvano, che tanto fece notizia sui giornali. Il Pm dichiarò con convinzione che le prove a carico degli imputati erano tali da considerarsi “granitiche”. Grazie a quelle prove Sole e Baleno morirono suicidandosi in carcere e agli arresti domiciliari, Silvano fece 6 anni di prigione. Quell’inchiesta fu una bufala colossale, le prove granitiche si sbriciolarono, l’ecoterrorismo si rivelò un banale furto ed un danneggiamento, e in cassazione tutti gli imputati furono assolti; la notizia che aveva fatto tanto scalpore non ne fece altrettanto quando si dimostrò fasulla, nessuno ammise lo sbaglio e l’accanimento giudiziario per due morti e sei anni di galera fatti gratuitamente.

Siparietto


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