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'''IMMUGRATI''' '''PALESTINA'''
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Sono oltre un migliaio gli immigrati del Bangladesh licenziati a Roma nelle ultime settimane. Un risultato prodotto dalla sanatoria, denuncia Dino Frisullo dell'associazione ‘Senzaconfine’. A partire dalla storia di Kamal, che sabato scorso ha tentato il suicidio perché il datore di lavoro non intendeva regolarizzarlo, Frisullo afferma: "Sono disperati, decine e decine di migliaia di Kamal in tutta Italia, perché il decreto Maroni dà tutto il potere al datore di lavoro. È lui che decide di legalizzare o no i suoi dipendenti "clandestini". E spesso invece li licenzia". Frisullo sottolinea inoltre l'inutilità di ricorrere alla denuncia in caso di licenziamento: "Se un lavoratore denuncia o apre una vertenza la conseguenza immediata è l'espulsione. Irrevocabile, perché "con accompagnamento alla frontiera", per l'effetto congiunto della Bossi-Fini e del decreto Maroni. Da dove avrebbe seguito la vertenza sindacale di Kamal, da Dacca? E non poteva neppure trovarsi un altro datore di lavoro disposto a regolarizzarlo, perché la Lega ha posto quella condizione dei tre mesi pregressi di contributi che rende difficile trovare, se non a suon di migliaia di euro, un nuovo datore di lavoro disposto a dichiarare il falso e ad assumersene i rischi". "Tutte le associazioni, gli uffici sindacali, le Chiese, le persone di buona volontà che in queste settimane si stanno limitando alla consulenza e all'assistenza legale, riflettano. Se non si cambiano questi requisiti, nel decreto Maroni che da questa settimana torna alla Camera o almeno nelle sue circolari applicative, dall'imbuto stretto passerà comunque una minoranza. E per gli altri, il rigetto sarà una condanna all'ergastolo della clandestinità. Al terrore dell'espulsione. Alla morte civile, alla quale Kamal ha deciso di preferire la morte fisica". Secondo Stefano Bianchi, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, non vi sono ancora dati sui licenziamenti avvenuti nelle ultime settimane ma si cominciano a registrare difficoltà e indisponibilità da parte dei datori di lavoro: 'Uno dei problemi, soprattutto qui a Roma dove molti immigrati lavorano come autonomi - afferma Bianchi - consiste nel fatto che la regolarizzazione non parla di questa categoria tagliandola quindi fuori dalla sanatoria' Per quelle colonie non spareremo un colpo. Un gruppo di riservisti dell'esercito israeliano ha fatto sapere al primo ministro Ariel Sharon di non voler esser inviato a pattugliare le 105 colonie create dagli israeliani in Cisgiordania e considerate illegali.  
I riservisti hanno sollecitato il governo a sgomberare rapidamente le colonie, dicendo che sono pronti a prestare servizio nei territori occupati, ma non a proteggere gli insediamenti illegali. Si tratta di 150 colonie, nate in maniera precaria con case prefabbricate e un generatore di elettricità, ma poi pian piano diventati stabili, che si estendono su un terreno di 5.400 chilometri quadrati nel territorio autonomo palestinese occupato da Israele in Cisgiordania.

D'altra parte, proprio oggi il ministro della Difesa, Benjamin Ben Eliezer, è stato attaccato per aver ordinato lo sgombero di tre colonie.
E il resto dell'esercito continua a sparare, e a coplire per la seconda volta in pochi giorni gli studenti.

Otto palestinesi, in gran parte studenti, sono stati feriti oggi dal fuoco dell'esercito israeliano alla periferia di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, a poca distanza dal luogo dove nella notte tra domenica e lunedi' 16 palestinesi sono stati uccisi in una incursione militare israeliana. Secondo la ricostruzione dell'accaduto fornita da fonti palestinesi, i soldati israeliani, per motivi ignoti, hanno aperto il fuoco da una postazione di sorveglianza mobile che tiene sotto controllo una vasta area alla periferia della citta' nel sud della Striscia di Gaza. Due degli otto feriti, tra i quali si contano anche due bambini di 5 anni e uno di 8, sono in gravi condizioni
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'''IMMIGRATI'''

Sono oltre un migliaio gli immigrati del Bangladesh licenziati a Roma nelle ultime settimane. Un risultato prodotto dalla sanatoria, denuncia Dino Frisullo dell'associazione ‘Senzaconfine’. A partire dalla storia di Kamal, che sabato scorso ha tentato il suicidio perché il datore di lavoro non intendeva regolarizzarlo, Frisullo afferma: "Sono disperati, decine e decine di migliaia di Kamal in tutta Italia, perché il decreto Maroni dà tutto il potere al datore di lavoro. È lui che decide di legalizzare o no i suoi dipendenti "clandestini". E spesso invece li licenzia". Frisullo sottolinea inoltre l'inutilità di ricorrere alla denuncia in caso di licenziamento: "Se un lavoratore denuncia o apre una vertenza la conseguenza immediata è l'espulsione. Irrevocabile, perché "con accompagnamento alla frontiera", per l'effetto congiunto della Bossi-Fini e del decreto Maroni. Da dove avrebbe seguito la vertenza sindacale di Kamal, da Dacca? E non poteva neppure trovarsi un altro datore di lavoro disposto a regolarizzarlo, perché la Lega ha posto quella condizione dei tre mesi pregressi di contributi che rende difficile trovare, se non a suon di migliaia di euro, un nuovo datore di lavoro disposto a dichiarare il falso e ad assumersene i rischi". "Tutte le associazioni, gli uffici sindacali, le Chiese, le persone di buona volontà che in queste settimane si stanno limitando alla consulenza e all'assistenza legale, riflettano. Se non si cambiano questi requisiti, nel decreto Maroni che da questa settimana torna alla Camera o almeno nelle sue circolari applicative, dall'imbuto stretto passerà comunque una minoranza. E per gli altri, il rigetto sarà una condanna all'ergastolo della clandestinità. Al terrore dell'espulsione. Alla morte civile, alla quale Kamal ha deciso di preferire la morte fisica". Secondo Stefano Bianchi, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, non vi sono ancora dati sui licenziamenti avvenuti nelle ultime settimane ma si cominciano a registrare difficoltà e indisponibilità da parte dei datori di lavoro: 'Uno dei problemi, soprattutto qui a Roma dove molti immigrati lavorano come autonomi - afferma Bianchi - consiste nel fatto che la regolarizzazione non parla di questa categoria tagliandola quindi fuori dalla sanatoria'


'''Fiat'''

Si è concluso da poco l'incontro tra i sindacati e il governo sulla questione degli esuberi alla Fiat.
La riorganizzazione del gruppo Fiat coinvolgera' complessivamente 8.100 lavoratori. Tutti, seppur con modalita' e tempi diversi, saranno posti in cassa integrazione straordinaria a zero ore. E' quanto prevede il ''Piano per superare la crisi di Fiat Auto'' presentato oggi a Roma dalla Fiat ai sindacati di categoria Fiom, Fim, Uilm e Uilm interessa tutti gli stabilimenti con la sola eccezione di MELFI Oltre alla cassa integrazione, il gruppo Fiat intende far ricorso, per le altre societa' del gruppo, alla mobilita'. Per l'innovazione dei prodotti, la Fiat Auto ''ha un programma di investimenti in attivo fisso e in Ricerca e Sviluppo per 2,5 miliardi di euro in media l'anno tra il 2002 e il 2005''. Gli stabilimenti piu' colpiti dal piano sono quelli di ARESE (Milano) e TERMINI IMERESE (Palermo). Nell'impianto lombardo circa 1.000 lavoratori impegnati nella produzione dell'auto ecologica non rientreranno piu' in azienda.. La produzione della Vamia sara' trasferita a Torino (Mirafiori). Pesante anche l'intervento a TERMINI IMERESE: tutti i circa 1.800 lavoratori andranno in cassa integrazione a zero ore A MIRAFIORI la cigs riguardera' da subito (dicembre) circa 1.350 lavoratori, considerando anche i dipendenti del cosiddetto indotto Fiat. A luglio se ne aggiungeranno 2.000 Nell'impianto di CASSINO, in provincia di Frosinone, sara' messo in cassa integrazione straordinaria un quarto dei lavoratori (circa 1.200 A POMIGLIANO, in provincia di Napoli, il piano dovrebbe interessare qualche decina di impiegati. I posti di lavoro persi, contando l'indotto, salirebbero complessivamente a 15.000
Ma nell'incontro, dal governo non sono arrivate ancora risposte concrete. prima dell'incontro, Berlusconi non aveva voluto dire nulla, limitandosi ad un generico"vediamo". Anche Maroni, ministro del lavoro, non ha voluto rilasciare dichiarazioni, sostenendo in tal modo di non voler influenzare l'incontro.
La sensazione diffusa è che il governo non abbia soluzioni alla crisi: finora, l'unica certezza è data dal rifiuto all'ipotesi di una "nazionalizzazione", sia pure sui generis, menmtrre non è fissato ancora la data in cui il goverrno illustrerà le sue proposte.
Tra le dichiarazioni governative, da segnalare quelle di Fini, che pesca nel suo elettorato di riferimento per parlare solo di Termini Imerese, e demandando alla Lega le risposte su Arese.
Ma proprio a Termini stamattina c'è stata una grande manifestazione, che ha visto la partecipazione di oltre 10.000 persone. Cassino, Arese, gli altri stabilimenti fiat, sono con il fiato sospeso, in attesa della convocazione dello sciopero confederale, prevista per venerdì prossimo, in concomitanza con lo sciopero generale.

'''Mutilazioni sessuali'''

La creazione di un reato specifico per le mutilazioni sessuali e l'inasprimento delle pene per coloro che praticano l'infibulazione. E' il contenuto della proposta di legge presentata dalla Lega e che sara' discussa giovedi' nella commissione giustizia della Camera, per vietare una ''pratica barbara e lesiva della dignita' della donna''. Benche' in Italia le mutilazioni sessuali siano gia' penalmente perseguibili, in base agli articoli 582 e 583 del codice penale, la Lega ritiene che sia necessaria l'individuazione di una fattispecie di reato specifica. ''Gli articoli 582 e 583 del codice penale - spiega Carolina Lussana, relatrice della legge e deputata del Carroccio- puniscono in modo generico le 'lesioni alla persona' e le pene che prevedono sono del tutto inadeguate alla gravita' del crimine. E' necessaria, invece, la creazione di un articolo specifico dedicato alle mutilazioni sessuali che punisca chiunque agevoli o favorisca l'esecuzione con la reclusione dai 6 ai 10 anni''. La proposta della Lega prevede anche sanzioni civili (interdizione perpetua dall'esercizio della professione per i medici, multe per i responsabili delle strutture sanitarie e decadenza della patria potesta' per i genitori) e il reato di favoreggiamento. Un inasprimento, dunque, delle sanzioni che costituisca per le comunita' di immigrati un deterrente all'esercizio di questa tortura.

La proposta di legge prevede l'esplicito divieto di praticare qualunque tipo di mutilazione genitale, tranne che, su indicazione dell'autorita' medica competente, per la salvaguardia della salute della persona. E' inoltre prevista l'istituzione presso il ministero dell'Interno di un numero verde per ricevere le denunce da parte di chi e' minacciato di mutilazioni sessuale. Sono circa 40 mila in Italia le donne che hanno subito mutilazioni sessuali, e ogni anno nel nostro Paese almeno 6 mila bambine di eta' compresa fra i 4 e i 12 anni sono sottoposte a questo tipo di violenza.
Purtroppo la proposta della lega, seppure sollevi un problema che ha bisogno di essere discusso, e che incide sul rapporto tra culture diverse, si inserisce all'interno di una politica tutta volta a presentare il mondo "altro" come negativo, e portatore di culture legalmente perseguibili.


== GR ORE 19.30 ==

=ESTERI=

'''Palestina'''

Per quelle colonie non spareremo un colpo. Un gruppo di riservisti dell'esercito israeliano ha fatto sapere al primo ministro Ariel Sharon di non voler esser inviato a pattugliare le 105 colonie create dagli israeliani in Cisgiordania e considerate illegali.
I riservisti hanno sollecitato il governo a sgomberare rapidamente le colonie, dicendo che sono pronti a prestare servizio nei territori occupati, ma non a proteggere gli insediamenti illegali. Si tratta di 150 colonie, nate in maniera precaria con case prefabbricate e un generatore di elettricità, ma poi pian piano diventati stabili, che si estendono su un terreno di 5.400 chilometri quadrati nel territorio autonomo palestinese occupato da Israele in Cisgiordania.

D'altra parte, proprio oggi il ministro della Difesa, Benjamin Ben Eliezer, è stato attaccato per aver ordinato lo sgombero di tre colonie.
E il resto dell'esercito continua a sparare, e a coplire per la seconda volta in pochi giorni gli studenti.

Otto palestinesi, in gran parte studenti, sono stati feriti oggi dal fuoco dell'esercito israeliano alla periferia di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, a poca distanza dal luogo dove nella notte tra domenica e lunedi' 16 palestinesi sono stati uccisi in una incursione militare israeliana. Secondo la ricostruzione dell'accaduto fornita da fonti palestinesi, i soldati israeliani, per motivi ignoti, hanno aperto il fuoco da una postazione di sorveglianza mobile che tiene sotto controllo una vasta area alla periferia della citta' nel sud della Striscia di Gaza. Due degli otto feriti, tra i quali si contano anche due bambini di 5 anni e uno di 8, sono in gravi condizioni



'''Argentina'''

L'Unione dei lavoratori della stampa di Buenos Aires e la Rete Nazionale della Comunicazione, assieme ai lavoratori delle stampa della radio a bassa frequenza, continuano lo stato di allerme e mobilitazioni rispetto alla volontà da parte del governo di approvare una legge che provocherebbe la chiusura di 5000 emittenti, e la perdita di 50.000 posti di lavoro

Il progetto di legge, che stabilisce la pena di un anno di detenzione per chiunque eserciti il diritto alla comunicazione e alla libertà di espressione attraverso le radio di bassa e media frequenza, arriverà oggi alla Commissione Comunicazione del Senato.

Le radio che trasmettono in bassa e media frequenza sono soprattutto le radio locali e regionali

La Camera dei deputati aveva discusso il progetto, riservandosi di attendere l'esito del dibattito in commisione.
Al XIX Congresso del circolo sindacale della stampa e comunicazione del dipartimento di Cordoba, svoltosi alla fine di settembre, è stata espressa una condanna unanime della legge in discussione.
La Utpba sta continuando ad effettuare riunioni, assemblee e giornate di dibattito con i giornalisti delle emittenti per unificare, assieme alle altre organizzazioni, la lotta contro l'intento di chiudere i media di comunicazione regionali.

Il progetto di legge propone di modificare il Codice Penale per appplicare la pena di un anno di prigione a chiunque "senza autorizzazione del Comitato Federale di Radiodiffusione, realizzi emissioni radio o televisive, permanenti o transitorie"
In un momento in cui in Argentina sono forti le mobilitazioni e le proteste contro la situazione economica, il progetto di legge porterebbe ad impedire al comunicazione tra soggetti in movimento.




Iraq


= ITALIA =
'''Fiat'''

Termini Imerese si e' fermata ed e' scesa in piazza questa mattina per difendere lo stabilimento della Fiat che rischia la chiusura e i posti di lavoro di 3.500 persone, compreso l'indotto. Gli operai si sono mossi in corteo poco dopo le 9 dalla stazione ferroviaria del paese a 35 chilometri da Palermo,dove nelle prime ore della mattinata un gruppo di operai dello stabilimento Fiat ha occupato per pochi minuti la strada ferrata 'Palermo-Messina' in prossimita' della stazione di Fiumetorto. I treni sono stati fermati nelle stazioni di Campofelice e di Termini Imerese. Il blocco e' stato rimosso dopo una 'trattativa' tra i manifestanti, rappresentanti sindacali e funzionari della questura. Almeno 15.000 i dimostranti, con le famiglie al seguito, che si sono diretti verso il centro del paese, per congiungersi con un secondo corteo, di cittadini, formato da almeno altrettante persone. La colonna dei dipendenti Fiat e' stata aperta da una sfilata di camion carichi di lavoratori che sono passati tra gli applausi.A fianco dei dipendenti della Fiat sono scesi in piazza studenti, lavoratori, commercianti. Tutti i negozi della citta' sono rimasti chiusi. Nel corteo hanno sfilato alcune delegazioni di lavoratori del comparto metalmeccanico, e tra questi anche le tute blu del Cantiere navale di Palermo in corteo anche il sindaco, i parroci di Termini e diversi esponenti politici. Inattivo, per il secondo giorno consecutivo, lo stabilimento, paralizzato dallo sciopero.Una rappresentanza di sindacalisti di Termini, a conclusione della manifestazione, è partita per Roma per l'incontro tra sindacati e vertici Fiat.
l'incontro si è svolto nel pomeriggio di oggi, ed è durato poco più di un'ora.
La riorganizzazione del gruppo Fiat coinvolgera' complessivamente 8.100 lavoratori. Tutti, seppur con modalita' e tempi diversi, saranno posti in cassa integrazione straordinaria a zero ore. E' quanto prevede il ''Piano per superare la crisi di Fiat Auto'' presentato oggi a Roma dalla Fiat ai sindacati di cat

Aperto da paola,massimo,salvo alle ore 9.20 buona giornata a tutti/e

per massimo: se vuoi fare uno spazio sulla nuova legge sulla psichiatria in discussione, su indy toscana trovi tutti i documenti necessari per approfondire. Il 4 ottobre c'è stato un convegno per presentare questa legge, sempre in toscana http://italy.indymedia.org/features/toscana/ buon lavoro

Ore 9.30

Palestina

Operazione di machillage dell'esercito israeliano ai danni degli insediamenti di coloni. L'esercito israeliano ha smantellato la notte scorsa tre avamposti di coloni ebraici che erano stati istituiti in Cisgiordania senza l'autorizzazione delle autorita'. Lo ha riportato Radio Israele, specificando che i tre insediamenti erano ancora disabitati. L'azione e' avvenuta dopo che il ministro della Difesa, Benjamin Ben-Eliezer, ha ordinato di evacuare tutti gli insediamenti in Cisgiordania considerati illegali. Secondo quanto riporta Haaretz verranno evacuati in tutto fra i 20 ed i 30 insediamenti, cominciando da quelli non abitati.

Il presidente americano George W. Bush ha chiesto alle forze armate israeliane di evitare di colpire i civili mentre esercita il suo diritto all'autodifesa. Il presidente invita Israele a minimizzare il rischio alla popolazione civile nelle zone in cui operano le forze di difesa israeliane, ha detto il portavoce di Bush, Ari Fleischer. Il primo ministro israeliano Ariel Sharon e' atteso il 16 ottobre a Washington, dove avra' un colloquio alla Casa Bianca con Bush.Intanto la Lega Araba ha sollecitato ieri una riunione d'urgenza del comitato Al Quds per contrastare un eventuale trasferimento dell'ambasciata degli Stati Uniti in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme. L'appello e' stato rivolto dopo una riunione straordinaria nella capitale egiziana del 'comitato per il seguito del vertice arabo' dedicata alla crisi palestinese. La lega, in un comunicato, ha affermato di appoggiare una richiesta (palestinese) per una riunione urgente del comitato Al Quds. Creato nel 1975 per preservare il carattere islamico di Gerusalemme est, occupata e annessa da Israele, il comitato dipende dall'Organizzazione della conferenza islamica (Oci), e' presieduto dal re Mohammed VI del Marocco, e riunisce 15 paesi islamici e l'Autorita' palestinese.

Alcune ONG palestinesi denunciano che ci sono 350 adolescenti palestinesi detenuti in Israele Condannati alla reclusione da 6 a 12 mesi per lancio di pietre.Dall'inizio della seconda Intifada l'autorità israeliana ha arrestato 350 ragazzi tra i 14 e i 17 anni per lancio di pietre, e li ha condannati alla reclusione da 6 a 12 mesi. Oltre a questo, 340 bambini sono stati uccisi dal settembre 2000. I dati sono riportati nel rapporto steso da Adam Hanieh, della sezione palestinese dell'organizzazione Defence for children international, e di Sulaima Abu El-Haj, di Early Childhood Resource Center. Secondo questi operatori, i 350 ragazzi sono incarcerati in tre diversi centri di detenzione in Israele e circa 7mila sarebbe la stima dei minori feriti. "L'82% dei bambini che sono stati uccisi, non si trovavano in alcuna situazione di conflitto urbano, ma in luoghi dove avrebbero dovuto essere assolutamente al sicuro" ha dichiarato Sulaima Abu El-Haj. "Quanto al 18% restante, "E' stato ucciso in occasione di manifestazioni, mentre gettavano pietre o gridavano slogan, ma in generale non durante una fase di sparatoria" ha aggiunto. I ragazzi arrestati sono sottomessi all'ordine militare israeliano, "trattati da adulti e incarcerati con adulti". I 14-15enni vengono spesso incarcerati con minorenni israeliani che li maltrattano. Le Ong hanno anche denunciato che molti di questi giovani detenuti non ricevono la visita dei parenti, e che l'assistenza legale è molto limitata a causa della difficoltà degli avvocati palestinesi ad avere accesso ai centri di detenzione israeliani.

Guatemala

Si ricomincia tutto da capo nel processo per l'omicidio di di monsignor Juan José Gerardi Conedera , il vescovo ausiliare di Città del Guatemala, assassinato il 26 aprile 1998. Per l'omicidio in prima istanza erano stati condannati a 30 anni il colonnello Byron Lima Estrada, suo figlio, il capitano Byron Lima Oliva, l’ex guardaspalle presidenziale, José Obdulio Villanueva e a 20 l'ex segretario del vescovo ucciso, padre Mario Orantes. Gli imputati sono stati tutti assolti dalla Corte d'Appello della capitale guatemalteca. Monsignor Gerardi fu ucciso due giorni dopo aver pubblicato il rapporto "Guatemala Nunca Mas!" – realizzato nell’ambito del Progetto Diocesano Recupero Memoria Storica e Giustizia (Remhi) - in cui si attribuisce in larga parte agli apparati militari nazionali la responsabilità delle circa 200mila vittime del conflitto interno.

Colombia

A Bogotá verranno allenati e preparati dalle Forze Speciali colombiane4000 soldati statounitensi, con il compito di proteggere l'oleodotto situato nei pressi di Arauca, localitá Caño Limon, che rifornisce diariamente con 100.000 barili di petrolio la multinazionale USa "Occidental". Questo programma rientra nel pacchetto di aiuti speciali forniti dagli stati uniti alla Colombia, si tratta in particolare di un pogetto proposto dall'amministarzione Bush per difendere l'oleodotto da attacchi di "gruppi irregolari". Anche se il Congresso non ha ancora approvato i fondi per il 2003, in giugno autorizzó l'appropriazione di nove milioni di dollari per cominciare le operazioni. A questi soldati sará proibito per legge l'entrata in combattimento diretto con guerriglieri e paramilitari, e il loro numero non potrá superare le 800 unitá, (quindi, perché si stanno preparando in 4000?)in cui sono inclusi anche gli incaricati delle operazioni di fumigazione e altri soldati che si trovano nel paese lavorando contro il narcotraffico. Questa operazione é la prima in assoluto che si realizza nella storia recente, dal marcato accento antisovversivo. In una nota pubblicata dal New York Times sopra l'assunto, si spiega inoltre che la strategia risponde all'esigenza americana di rompere la dipendenza del petrolio del Medio Oriente, in vista della futura gerra con l'Iraq.

FIAT,Termini Imerese

Operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, che protesta contro i tagli previsti dall'azienda, questa mattina ha occupato per pochi minuti la strada ferrata 'Palermo-Messina' in prossimità della stazione di Fiumetorto. I treni sono stati fermati nelle stazioni di Campofelice e di Termini Imerese. Il blocco è stato rimosso dopo una 'trattativa' tra i manifestanti, rappresentanti sindacali e funzionari della questura.

Riforma del TSO

Alla Commissione affari sociali della Camera è iniziato, in comitato ristretto, l'esame della proposta di legge sulle malattie mentali, elaborato dalla relatrice Maria Burani Procaccini (Forza Italia) a partire dalle proposte presentate dalla stessa relatrice, dal capogruppo della Lega Nord, Alessandro Cè, e dal verde Paolo Cento. La proposta della relatrice si propone di innovare profondamente la legge 180 del 1978, la cosiddetta "legge Basaglia" e riprende le principali proposte dei due progetti di maggioranza: obbligatorietà delle cure psichiatriche; estensione del Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) dagli attuali sette giorni a due mesi; istituzione del Tso d'urgenza fino a 72 ore, esteso anche agli intossicati da alcol e stupefacenti; Accertamento sanitario obbligatorio (Aso) a domicilio, con possibilità di intervento delle forze dell'ordine, come per il Tso o il ricovero coatto; creazione di strutture residenziali ad assistenza continuata; istituzione di un pronto soccorso psichiatrico in tutti gli ospedali. Il confronto parlamentare si annuncia aspro, stando anche alle prime reazioni registrate un anno fa, dopo la presentazione dei tre progetti di legge. La divisione è netta tra chi sostiene che la legge 180 è da attuare pienamente, più che da riformare, e chi invece sostiene che i problemi di molti malati mentali e delle loro famiglie derivano da lacune ed errori di impostazione della legge del 1978.

Ore 13.00

Termini Imerese

Termini Imerese si e' fermata ed e' scesa in piazza questa mattina per difendere lo stabilimento della Fiat che rischia la chiusura e i posti di lavoro di 3.500 persone, compreso l'indotto. Gli operai si sono mossi in corteo poco dopo le 9 dalla stazione ferroviaria del paese a 35 chilometri da Palermo,dove nelle prime ore della mattinata un gruppo di operai dello stabilimento Fiat ha occupato per pochi minuti la strada ferrata 'Palermo-Messina' in prossimita' della stazione di Fiumetorto. I treni sono stati fermati nelle stazioni di Campofelice e di Termini Imerese. Il blocco e' stato rimosso dopo una 'trattativa' tra i manifestanti, rappresentanti sindacali e funzionari della questura. Almeno migliaia i dimostranti, con le famiglie al seguito, che si sono diretti verso il centro del paese, per congiungersi con un secondo corteo, di cittadini, formato da almeno altrettante persone. La colonna dei dipendenti Fiat e' stata aperta da una sfilata di camion carichi di lavoratori che sono passati tra gli applausi.A fianco dei dipendenti della Fiat sono scesi in piazza studenti, lavoratori, commercianti. Tutti i negozi della citta' sono rimasti chiusi. Nel corteo sfilano alcune delegazioni di lavoratori del comparto metalmeccanico, e tra questi anche le tute blu del Cantiere navale di Palermo in corteo anche il sindaco, i parroci di Termini e diversi esponenti politici. Inattivo, per il secondo giorno consecutivo, lo stabilimento, paralizzato dallo sciopero.Una rappresentanza di sindacalisti di Termini, a conclusione della manifestazione, partira' alla volta di Roma dove oggi i vertici della Fiat incontreranno i sindacati.

Per il segretario regionale della Fiom-Cgil, Claudio Sabattini, ex segretario nazionale del settore, i posti a rischio negli stabilimenti Fiat di tutta Italia sarebbero ottomila. Secondo Sabattini, oltre a Termini Imerese e ad Arese potrebbe essere colpito dal provvedimento di parziale cassa integrazione a zero ore anche lo stabilimento di Cassino.

Palestina

I palestinesi cercheranno oggi di calmare la situazione dopo due giorni di scontri interpalestinesi nella striscia di gaza, mentre oil primo ministro Ariel Sharon promette altri raid nello stesso territorio, dopoo quello di Khan Younis che ha fatto 16 morti lunedì. Il Comitato delle forze nazionali e islamiche, che raggruppa le 13 fazioni palestinesi, tra cui quella di Al Fatah, il movimento del dierigente palestinese Yasser Arafat, et Hamas, si è riunito nell anotte tra martedì e mercoledì a Gaza, per individuare un modo per calmare la situazione, dopo due giorni di scontri tra poliziotti palestinesi e militantio del movimento islamico Hamas.

Gli scontri erano cominciati lunedì, provocando 4 morti. Il capo di Hamas a Gaza, Ismail Haniyeh, ha dichiarato che l'incontro è terminato senza arrivare ad un accordo, ma che è stato comunque produttivo. Un responsabile di Al Fatah ha dichiarato che devono essere consegnati i responsabili dell'omicidio del colonello palestinese Rajeh Abou Lehya, per evitare che altri omicidi vengano commessi. Contemporaneamente, gli 11 gruppi rappresentati in seno all'OLP hanno fatto appello ai palestinesi affinchè cessino gli scontri interni.

Intanto l'esercito con la 'stella di David' ha demolito stamane le abitazioni di due palestinesi accusati di aver seminato il panico, due mesi fa, sparando ed uccidendo nel corso di un matrimomio israeliano. Il raid era stato compiuto nell'agosto scorso, non lontano dalla localita' palestinese in Cisgiordania, Salfit. Stamane la reazione israeliana: alcuni militari sono entrati nel villaggio di Salfit e, dopo aver imposto il copri-fuoco, hanno ordinato ai familiari di Abas e Bisher, attivisti del movimento di resistenza islamica, HAMAS, di lasciare le proprie abitazioni. Poco dopo gli artificieri hanno fatto detonare le cariche esplosive che, secondo alcuni testimoni presenti, hanno danneggiato anche le abitazioni vicine. Da quando il governo israeliano ha deciso questo tipo di rappresaglia nei confronti dei familiari di coloro che partecipano all'intifada, sono gia' state demolita una trentina di abitazioni. Stamane tra l'altro, in alcune localita' della Cisgiordania (tra le quali Tubas, Balatah ed Hebron), sono stati arrestati dodici palestinesi accusati di appartenere al movimento di Hamas.

USA

E' scontro tra il presidente Usa George W. Bush e i sindacati, dopo la decisione del capo della Casa Bianca di appellarsi ad una legge del ’47, il Taft-Hartley Act, per invocare la riapertura di 29 porti della COSTA OVEST dove i dipendenti sono in stato di agitazione dal 29 settembre. Bush è il primo presidente degli ultimi 25 anni ad invocare l'atto che prevede la revoca d'ufficio degli scioperi in casi di emergenza nazionale, Bush ha ottenuto il consenso della giustizia federale di San Francisco. La sua richiesta di un periodo di tregua di 80 giorni, sarà esaminata dai magistrati entro l’inizio della prossima settimana. Nel frattempo l’attività dei porti dovrà riprendere.

PROTESTE CONTRO LA GUERRA IN USA Decine di migliaia di persone hanno protestato a San Francisco, New York, Los Angeles e in altre città statunitensi contro il possibile e sempre più vicino attacco all'Iraq. Al grido di 'non vogliamo la guerra' migliaia di persone in corteo hanno sfilato lungo le principali vie della metropoli. E' palese il terrore di piombare in un altro lungo conflitto malgrado il quotidiano 'bombardamento' verbale di messaggi da parte del presidente G.W. Bush nei quali si promette vittoria contro il rais Saddam Hussein. Le manifestazioni di domenica sono state finora le più affollate. A Central Park c'erano alcuni familiari di vittime dell'attacco dell'11 settembre e vari personaggi del mondo del cinema.

Carcere

Due detenuti rinchiusi nel carcere Buoncammino di Cagliari si sono suicidati nei giorni scorsi impiccandosi alle grate dello loro celle. Il primo, condannato a tre anni di carcere per traffico internazionale di cocaina - secondo quanto riferisce il quotidiano L' Unione Sarda - si e' tolto la vita sabato scorso, mentre il secondo, in attesa di giudizio sempre per traffico internazionale di droga, si e' impiccato il giorno dopo. Su entrambi gli episodi indaga la Procura della Repubblica per dare certezza alle cause della morte e individuare le motivazioni del gesto.

Argentina, in pericolo la libertà di espressione

L'Unione dei lavoratori della stampa di Buenos Aires e la Rete Nazionale della Comunicazione, assieme ai lavoratori delle stampa della radio a bassa frequenza, continuano lo stato di allerme e mobilitazioni rispetto alla volontà da parte del governo di approvare una legge che provocherebbe la chiusura di 5000 emittenti, e la perdita di 50.000 posti di lavoro

Il progetto di legge, che stabilisce la pena di un anno di detenzione per chiunque eserciti il diritto alla comunicazione e alla libertà di espressione attraverso le radio di bassa e media frequenza, arriverà oggi alla Commissione Comunicazione del Senato.

Le radio che trasmettono in bassa e media frequenza sono soprattutto le radio locali e regionali

La Camera dei deputati aveva discusso il progetto, riservandosi di attendere l'esito del dibattito in commisione. Al XIX Congresso del circolo sindacale della stampa e comunicazione del dipartimento di Cordoba, svoltosi alla fine di settembre, è stata espressa una condanna unanime della legge in discussione. La Utpba sta continuando ad effettuare riunioni, assemblee e giornate di dibattito con i giornalisti delle emittenti per unificare, assieme alle altre organizzazioni, la lotta contro l'intento di chiudere i media di comunicazione regionali.

Il progetto di legge propone di modificare il Codice Penale per appplicare la pena di un anno di prigione a chiunque "senza autorizzazione del Comitato Federale di Radiodiffusione, realizzi emissioni radio o televisive, permanenti o transitorie" In un momento in cui in Argentina sono forti le mobilitazioni e le proteste contro la situazione economica, il progetto di legge porterebbe ad impedire al comunicazione tra soggetti in movimento.

Argentina, il 12 ottobre contro la Benetton

era il due ottobre quando 12 poliziotti armati arrivarono al campo di santa Rosa. In quel luogo, una famiglia mapuche di umile condizione aveva occupato e rimesso a nuovo recentemente una casa. Ma non avevavano tenuto conto di una cosa: che quel posto si trovava di fronte ad una proprietà della Benetton, pur non appartenendogli. La Benetton si è rivolta alla autorità, denunciando l'occupazione, e pretendendo lo sgombero della famiglia. La giustizia argentina, sempre solerte con i padroni, non ha esitato ad eseguire, arrivando al punto di posizionare una camionetta di polizia a guardia del posto, per evitare il rientro in casa della famiglia mapuche. In protesta contro la Benetton, la organizzazione Mapuche Tehuelche ha indetto per il prossimo 11 ottobre una riunione per coordinare le azioni da effettuare il prossimo 12 ottobre per riaffermare il proprio diritto alla terra. L'invito è a tutti e tutte, in quella data, di effettuare analoghe iniziative in qualsiasi luogo del mondo in cui sia presente un fabbrica o un negozio Benetton.

gRor ore 17,00

PALESTINA

Per quelle colonie non spareremo un colpo. Un gruppo di riservisti dell'esercito israeliano ha fatto sapere al primo ministro Ariel Sharon di non voler esser inviato a pattugliare le 105 colonie create dagli israeliani in Cisgiordania e considerate illegali.   I riservisti hanno sollecitato il governo a sgomberare rapidamente le colonie, dicendo che sono pronti a prestare servizio nei territori occupati, ma non a proteggere gli insediamenti illegali. Si tratta di 150 colonie, nate in maniera precaria con case prefabbricate e un generatore di elettricità, ma poi pian piano diventati stabili, che si estendono su un terreno di 5.400 chilometri quadrati nel territorio autonomo palestinese occupato da Israele in Cisgiordania.

D'altra parte, proprio oggi il ministro della Difesa, Benjamin Ben Eliezer, è stato attaccato per aver ordinato lo sgombero di tre colonie. E il resto dell'esercito continua a sparare, e a coplire per la seconda volta in pochi giorni gli studenti.

Otto palestinesi, in gran parte studenti, sono stati feriti oggi dal fuoco dell'esercito israeliano alla periferia di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, a poca distanza dal luogo dove nella notte tra domenica e lunedi' 16 palestinesi sono stati uccisi in una incursione militare israeliana. Secondo la ricostruzione dell'accaduto fornita da fonti palestinesi, i soldati israeliani, per motivi ignoti, hanno aperto il fuoco da una postazione di sorveglianza mobile che tiene sotto controllo una vasta area alla periferia della citta' nel sud della Striscia di Gaza. Due degli otto feriti, tra i quali si contano anche due bambini di 5 anni e uno di 8, sono in gravi condizioni

IMMIGRATI

Sono oltre un migliaio gli immigrati del Bangladesh licenziati a Roma nelle ultime settimane. Un risultato prodotto dalla sanatoria, denuncia Dino Frisullo dell'associazione ‘Senzaconfine’. A partire dalla storia di Kamal, che sabato scorso ha tentato il suicidio perché il datore di lavoro non intendeva regolarizzarlo, Frisullo afferma: "Sono disperati, decine e decine di migliaia di Kamal in tutta Italia, perché il decreto Maroni dà tutto il potere al datore di lavoro. È lui che decide di legalizzare o no i suoi dipendenti "clandestini". E spesso invece li licenzia". Frisullo sottolinea inoltre l'inutilità di ricorrere alla denuncia in caso di licenziamento: "Se un lavoratore denuncia o apre una vertenza la conseguenza immediata è l'espulsione. Irrevocabile, perché "con accompagnamento alla frontiera", per l'effetto congiunto della Bossi-Fini e del decreto Maroni. Da dove avrebbe seguito la vertenza sindacale di Kamal, da Dacca? E non poteva neppure trovarsi un altro datore di lavoro disposto a regolarizzarlo, perché la Lega ha posto quella condizione dei tre mesi pregressi di contributi che rende difficile trovare, se non a suon di migliaia di euro, un nuovo datore di lavoro disposto a dichiarare il falso e ad assumersene i rischi". "Tutte le associazioni, gli uffici sindacali, le Chiese, le persone di buona volontà che in queste settimane si stanno limitando alla consulenza e all'assistenza legale, riflettano. Se non si cambiano questi requisiti, nel decreto Maroni che da questa settimana torna alla Camera o almeno nelle sue circolari applicative, dall'imbuto stretto passerà comunque una minoranza. E per gli altri, il rigetto sarà una condanna all'ergastolo della clandestinità. Al terrore dell'espulsione. Alla morte civile, alla quale Kamal ha deciso di preferire la morte fisica". Secondo Stefano Bianchi, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, non vi sono ancora dati sui licenziamenti avvenuti nelle ultime settimane ma si cominciano a registrare difficoltà e indisponibilità da parte dei datori di lavoro: 'Uno dei problemi, soprattutto qui a Roma dove molti immigrati lavorano come autonomi - afferma Bianchi - consiste nel fatto che la regolarizzazione non parla di questa categoria tagliandola quindi fuori dalla sanatoria'

Fiat

Si è concluso da poco l'incontro tra i sindacati e il governo sulla questione degli esuberi alla Fiat. La riorganizzazione del gruppo Fiat coinvolgera' complessivamente 8.100 lavoratori. Tutti, seppur con modalita' e tempi diversi, saranno posti in cassa integrazione straordinaria a zero ore. E' quanto prevede il Piano per superare la crisi di Fiat Auto presentato oggi a Roma dalla Fiat ai sindacati di categoria Fiom, Fim, Uilm e Uilm interessa tutti gli stabilimenti con la sola eccezione di MELFI Oltre alla cassa integrazione, il gruppo Fiat intende far ricorso, per le altre societa' del gruppo, alla mobilita'. Per l'innovazione dei prodotti, la Fiat Auto ha un programma di investimenti in attivo fisso e in Ricerca e Sviluppo per 2,5 miliardi di euro in media l'anno tra il 2002 e il 2005. Gli stabilimenti piu' colpiti dal piano sono quelli di ARESE (Milano) e TERMINI IMERESE (Palermo). Nell'impianto lombardo circa 1.000 lavoratori impegnati nella produzione dell'auto ecologica non rientreranno piu' in azienda.. La produzione della Vamia sara' trasferita a Torino (Mirafiori). Pesante anche l'intervento a TERMINI IMERESE: tutti i circa 1.800 lavoratori andranno in cassa integrazione a zero ore A MIRAFIORI la cigs riguardera' da subito (dicembre) circa 1.350 lavoratori, considerando anche i dipendenti del cosiddetto indotto Fiat. A luglio se ne aggiungeranno 2.000 Nell'impianto di CASSINO, in provincia di Frosinone, sara' messo in cassa integrazione straordinaria un quarto dei lavoratori (circa 1.200 A POMIGLIANO, in provincia di Napoli, il piano dovrebbe interessare qualche decina di impiegati. I posti di lavoro persi, contando l'indotto, salirebbero complessivamente a 15.000 Ma nell'incontro, dal governo non sono arrivate ancora risposte concrete. prima dell'incontro, Berlusconi non aveva voluto dire nulla, limitandosi ad un generico"vediamo". Anche Maroni, ministro del lavoro, non ha voluto rilasciare dichiarazioni, sostenendo in tal modo di non voler influenzare l'incontro. La sensazione diffusa è che il governo non abbia soluzioni alla crisi: finora, l'unica certezza è data dal rifiuto all'ipotesi di una "nazionalizzazione", sia pure sui generis, menmtrre non è fissato ancora la data in cui il goverrno illustrerà le sue proposte. Tra le dichiarazioni governative, da segnalare quelle di Fini, che pesca nel suo elettorato di riferimento per parlare solo di Termini Imerese, e demandando alla Lega le risposte su Arese. Ma proprio a Termini stamattina c'è stata una grande manifestazione, che ha visto la partecipazione di oltre 10.000 persone. Cassino, Arese, gli altri stabilimenti fiat, sono con il fiato sospeso, in attesa della convocazione dello sciopero confederale, prevista per venerdì prossimo, in concomitanza con lo sciopero generale.

Mutilazioni sessuali

La creazione di un reato specifico per le mutilazioni sessuali e l'inasprimento delle pene per coloro che praticano l'infibulazione. E' il contenuto della proposta di legge presentata dalla Lega e che sara' discussa giovedi' nella commissione giustizia della Camera, per vietare una pratica barbara e lesiva della dignita' della donna. Benche' in Italia le mutilazioni sessuali siano gia' penalmente perseguibili, in base agli articoli 582 e 583 del codice penale, la Lega ritiene che sia necessaria l'individuazione di una fattispecie di reato specifica. Gli articoli 582 e 583 del codice penale - spiega Carolina Lussana, relatrice della legge e deputata del Carroccio- puniscono in modo generico le 'lesioni alla persona' e le pene che prevedono sono del tutto inadeguate alla gravita' del crimine. E' necessaria, invece, la creazione di un articolo specifico dedicato alle mutilazioni sessuali che punisca chiunque agevoli o favorisca l'esecuzione con la reclusione dai 6 ai 10 anni. La proposta della Lega prevede anche sanzioni civili (interdizione perpetua dall'esercizio della professione per i medici, multe per i responsabili delle strutture sanitarie e decadenza della patria potesta' per i genitori) e il reato di favoreggiamento. Un inasprimento, dunque, delle sanzioni che costituisca per le comunita' di immigrati un deterrente all'esercizio di questa tortura.

La proposta di legge prevede l'esplicito divieto di praticare qualunque tipo di mutilazione genitale, tranne che, su indicazione dell'autorita' medica competente, per la salvaguardia della salute della persona. E' inoltre prevista l'istituzione presso il ministero dell'Interno di un numero verde per ricevere le denunce da parte di chi e' minacciato di mutilazioni sessuale. Sono circa 40 mila in Italia le donne che hanno subito mutilazioni sessuali, e ogni anno nel nostro Paese almeno 6 mila bambine di eta' compresa fra i 4 e i 12 anni sono sottoposte a questo tipo di violenza. Purtroppo la proposta della lega, seppure sollevi un problema che ha bisogno di essere discusso, e che incide sul rapporto tra culture diverse, si inserisce all'interno di una politica tutta volta a presentare il mondo "altro" come negativo, e portatore di culture legalmente perseguibili.

GR ORE 19.30

=ESTERI=

Palestina

Per quelle colonie non spareremo un colpo. Un gruppo di riservisti dell'esercito israeliano ha fatto sapere al primo ministro Ariel Sharon di non voler esser inviato a pattugliare le 105 colonie create dagli israeliani in Cisgiordania e considerate illegali. I riservisti hanno sollecitato il governo a sgomberare rapidamente le colonie, dicendo che sono pronti a prestare servizio nei territori occupati, ma non a proteggere gli insediamenti illegali. Si tratta di 150 colonie, nate in maniera precaria con case prefabbricate e un generatore di elettricità, ma poi pian piano diventati stabili, che si estendono su un terreno di 5.400 chilometri quadrati nel territorio autonomo palestinese occupato da Israele in Cisgiordania.

D'altra parte, proprio oggi il ministro della Difesa, Benjamin Ben Eliezer, è stato attaccato per aver ordinato lo sgombero di tre colonie. E il resto dell'esercito continua a sparare, e a coplire per la seconda volta in pochi giorni gli studenti.

Otto palestinesi, in gran parte studenti, sono stati feriti oggi dal fuoco dell'esercito israeliano alla periferia di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, a poca distanza dal luogo dove nella notte tra domenica e lunedi' 16 palestinesi sono stati uccisi in una incursione militare israeliana. Secondo la ricostruzione dell'accaduto fornita da fonti palestinesi, i soldati israeliani, per motivi ignoti, hanno aperto il fuoco da una postazione di sorveglianza mobile che tiene sotto controllo una vasta area alla periferia della citta' nel sud della Striscia di Gaza. Due degli otto feriti, tra i quali si contano anche due bambini di 5 anni e uno di 8, sono in gravi condizioni

Argentina

L'Unione dei lavoratori della stampa di Buenos Aires e la Rete Nazionale della Comunicazione, assieme ai lavoratori delle stampa della radio a bassa frequenza, continuano lo stato di allerme e mobilitazioni rispetto alla volontà da parte del governo di approvare una legge che provocherebbe la chiusura di 5000 emittenti, e la perdita di 50.000 posti di lavoro

Il progetto di legge, che stabilisce la pena di un anno di detenzione per chiunque eserciti il diritto alla comunicazione e alla libertà di espressione attraverso le radio di bassa e media frequenza, arriverà oggi alla Commissione Comunicazione del Senato.

Le radio che trasmettono in bassa e media frequenza sono soprattutto le radio locali e regionali

La Camera dei deputati aveva discusso il progetto, riservandosi di attendere l'esito del dibattito in commisione. Al XIX Congresso del circolo sindacale della stampa e comunicazione del dipartimento di Cordoba, svoltosi alla fine di settembre, è stata espressa una condanna unanime della legge in discussione. La Utpba sta continuando ad effettuare riunioni, assemblee e giornate di dibattito con i giornalisti delle emittenti per unificare, assieme alle altre organizzazioni, la lotta contro l'intento di chiudere i media di comunicazione regionali.

Il progetto di legge propone di modificare il Codice Penale per appplicare la pena di un anno di prigione a chiunque "senza autorizzazione del Comitato Federale di Radiodiffusione, realizzi emissioni radio o televisive, permanenti o transitorie" In un momento in cui in Argentina sono forti le mobilitazioni e le proteste contro la situazione economica, il progetto di legge porterebbe ad impedire al comunicazione tra soggetti in movimento.

Iraq

ITALIA

Fiat

Termini Imerese si e' fermata ed e' scesa in piazza questa mattina per difendere lo stabilimento della Fiat che rischia la chiusura e i posti di lavoro di 3.500 persone, compreso l'indotto. Gli operai si sono mossi in corteo poco dopo le 9 dalla stazione ferroviaria del paese a 35 chilometri da Palermo,dove nelle prime ore della mattinata un gruppo di operai dello stabilimento Fiat ha occupato per pochi minuti la strada ferrata 'Palermo-Messina' in prossimita' della stazione di Fiumetorto. I treni sono stati fermati nelle stazioni di Campofelice e di Termini Imerese. Il blocco e' stato rimosso dopo una 'trattativa' tra i manifestanti, rappresentanti sindacali e funzionari della questura. Almeno 15.000 i dimostranti, con le famiglie al seguito, che si sono diretti verso il centro del paese, per congiungersi con un secondo corteo, di cittadini, formato da almeno altrettante persone. La colonna dei dipendenti Fiat e' stata aperta da una sfilata di camion carichi di lavoratori che sono passati tra gli applausi.A fianco dei dipendenti della Fiat sono scesi in piazza studenti, lavoratori, commercianti. Tutti i negozi della citta' sono rimasti chiusi. Nel corteo hanno sfilato alcune delegazioni di lavoratori del comparto metalmeccanico, e tra questi anche le tute blu del Cantiere navale di Palermo in corteo anche il sindaco, i parroci di Termini e diversi esponenti politici. Inattivo, per il secondo giorno consecutivo, lo stabilimento, paralizzato dallo sciopero.Una rappresentanza di sindacalisti di Termini, a conclusione della manifestazione, è partita per Roma per l'incontro tra sindacati e vertici Fiat. l'incontro si è svolto nel pomeriggio di oggi, ed è durato poco più di un'ora. La riorganizzazione del gruppo Fiat coinvolgera' complessivamente 8.100 lavoratori. Tutti, seppur con modalita' e tempi diversi, saranno posti in cassa integrazione straordinaria a zero ore. E' quanto prevede il Piano per superare la crisi di Fiat Auto presentato oggi a Roma dalla Fiat ai sindacati di cat

gror091002 (last edited 2008-06-26 09:59:56 by anonymous)