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'''Editoriale'''
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'''EUSKADI: SINISTRA INDIPENDENTISTA PROPONE UN PIANO DI PACE'''

La sinistra indipendentista basca lancia un nuovo piano in sette punti per la superazione del conflitto con Madrid. Un piano che prevede il coinnolgimento della cittadinanza, di tutti i partiti, la possibilità di scegliere liberamente sul proprio futuro. Tutto in assenza di violenza, guardando esplicitamente ai processi di pace sud africano e irlandese. È stata l'avvocata Jone Gorizelaia, che partecipa alla "Conferenza internazionale processi di pace e risoluzione dei conflitti" in corso a Venezia, a dare lettura dei sette punti, condivisi e approvati, ha specificato, dalla base della sinistra indipendentista. La nuova proposta è avvenuta in contemporanea; mentre l'avvocata basca enumerava i paragrafi a Venezia, la stessa cosa avveniva ad Alzasua, in Navarra.
La sinistra basca assume, nel documento, il solenne impegno a rispettare ogni fase del processo decisionale che liberamente, pacificamente e democraticamente adotteranno i cittadini baschi. Nel documento si fa espresso riferimento al rifiuto di ingerenze e violenze esterne (sesto punto del piano), mentre l'ultimo paragrafo, il settimo, dice esplicitamente che: "Deve stabilirsi un processo di negoziazione tra ETA e lo Stato spagnolo che contempli la smilitarizzazione del paese, liberazione di prigionieri e prigioniere politiche basche, ritorno di esiliati ed esiliate e un trattamento giusto ed equo alle delle vittime del conflitto". L'intervento dell'avvocata basca ha riassunto le difficoltà di azione politica esistenti oggi per la sinistra basca, chiedendo allo stato spagnolo la liberazione dei dirigenti arrestati alcune settimane fa nella sede del sinfacato Lab e in altre località. Fra questi vi era anche Arnaldo Otegi, la cui liberazione è stata chiesta oggi dal leader del Sinn Fein Gerry Adams. Otegi e gli altri arrestati stavano discutendo sulla base di un documento che è stato distribuito alla base della sinistra indipendentista, discusso e approvato. Il passo che manca, per affrontare un cammino che la stessa Gorizelaia ha annunciato come lungo e difficile, è quello che rigaurda la legalizzazione di Batasuna, o di un movimentoi che ne raccolga l'eredità con questi nuovi punti cardine. Fino a oggi la ley de partidos spagnola impedisce, infatti, la creazione di movimenti politici legali laddove vi siano esponenti che abbiano militato o preso parte attivamrnte nella disciolta Herri Batasuna e tutte le sigle seguenti fino a Batasuna.


'''PAKISTAN: ATTENTATI, DECINE DI VITTIME NEL NORD-OVEST'''

Attentati e violenze hanno scosso ancora il Pakistan tra Sabato e oggi causando alcune decine tra vittime e feriti nelle regioni nord-occidentali del paese. L’attentato con il bilancio più pesante è avvenuto Sabato nei pressi di un posto di blocco a nord della città di Peshawar dove l’esplosione di un ordigno azionato da un attentatore suicida ha causato la morte di 15 persone, tra cui alcuni minori; altre 21 persone rimaste ferite, si trovano ancora ricoverate in ospedale. Oggi, un altro attentatore suicida ha invece azionato un ordigno nei pressi di una scuola di Badhaber causando la morte di quattro persone e il ferimento di altre 26. Un bollettino di guerra cui si aggiungono i bilanci provenienti dalle aree del Sud Waziristan e dalla valle di Swat dove insorti ed esercito si stanno confrontando direttamente e dove, secondo fonti governative, almeno 24 ribelli sarebbero stati uccisi negli ultimi due giorni. Sono comunque soprattutto i civili a pagare lo stato di crescente insicurezza attraversato dalle regioni nord-occidentali del Pakistan. Solo nell’ultima settimana, a Peshawar sono stati almeno cinque gli attentati suicidi organizzati, cui bisogna aggiungere gli scontri tra esercito e insorti che hanno effetti diretti sulle condizioni di vita della popolazione.


'''MOGADISCIO: VITTIME CIVILI IN COMBATTIMENTI TRA MILITARI E INSORTI'''

È di almeno sette morti civili e 11 feriti il bilancio di scontri tra militari della missione di mantenimento della pace dell’Unione Africana (Amisom) e insorti armati avvenuti all’alba di ieri nella capitale somala. Secondo alcuni testimoni i combattimenti sono iniziati subito dopo l’attacco, da parte dei militanti, alla base del contingente burundese di Amisom a Jalle Siad, nella periferia nord di Mogadiscio. “I colpi di mortaio sparati dai combattenti verso la postazione militare non hanno colto il segno e sono andati ad abbattersi sulle abitazioni circostanti” ha raccontato un residente del vicino quartiere di Daynile, spiegando l’alto numero di morti civili nel combattimento. Circa 5000 uomini, militari del Burundi e dell’Uganda, sono dispiegati dal 2007 nel tentativo di riportare la stabilità a Mogadiscio. Il loro compito, oltre a proteggere il palazzo presidenziale e pochi punti strategici della capitale, è di aiutare il governo di transizione a respingere la massiccia offensiva dell’opposizione armata che intende rovesciare le istituzioni e prendere il controllo del paese.


'''MAROCCO: ARRESTATA HAIDAR, ATTIVISTA SAHARAWI'''

Aminetou Haidar è stata arrestata all'aeroporto di El Aaiun dalla polizia marocchina. L'attivista è impegnata da anni a difendere i diritti del popolo saharawi del Sahara occidentale. L'Ong italiana Cisp, Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli, ha condannato l'atto, definito "illegale".
Haidar è "una persona indifesa e non violenta, la cui sola colpa è di non aver mai smesso di sostenere attivamente i diritti del popolo saharawi. Il Cisp chiede a tutte le istituzioni italiane di adoperarsi, tramite opportune pressioni diplomatiche, affinché sia immediatamente riconsegnata alla sua famiglia".
Il lavoro di Aminetou Haidar per il popolo sharawi è certificato da numerosi premi internazionali. L'attivista è stata anche insignita della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Napoli in occasione di una delle sue visite in Italia.


'''GRECIA: IL GOVERNO SOCIALISTA CHIUDE L'UNIVERSITA' E MOBILITA 6500 AGENTI'''

La polizia ateniese è pronta a tutto. Il ministro dell'Interno greco Michalis Chrisochoidis ha imposto la massima allerta alle forze dell'ordine in occasione del 17 novembre, anniversario della rivolta del Politecnico datata 1973. Manifestazione repressa nel sangue che segnò l'inizio della fine per il regime dei Colonnelli. La ricorrenza arriva in un momento difficile per la Grecia: proseguono infatti le manifestazioni studentesche contro la riforma dell'università. Mentre si avvicina il processo per i due poliziotti presunti colpevoli della morte di Alexis Grigoropoulos, studente quindicenne ucciso durante le dimostrazioni del 6 dicembre scorso. Il ministro ha fatto chiudere le facoltà di Atene fino a mercoledì e ha schierato oltre 6.500 uomini in tutta la capitale. Allertati anche i servizi segreti in vista di un possibile attacco di Lotta rivoluzionaria, gruppo ritenuto responsabile del ferimento di sei agenti nelle scorse settimane.


'''ROMA: IL VERTICE MONDIALE FAO E' STATO INUTILE'''
(audio: R.O.d'U.)

Il vertice apertosi stamani ha annunciato in abstracto una nuova strategia per combattere la fame, ma non ha previsto impegni, fondi e responsabilità. Dall'allarme lanciato da Christoffersen due anni fa gli affamati sono cresciuti di 200 milioni. Al vertice si parla di riformare l'agenzia ma non si è fatto cenno - anzi, lo si è cancellato - al riferimento temporale del 2025 per l'eradicazione totale della fame nel mondo. Così come è stato ignorato l'appello del direttore generale della Fao, Jacques Diouf, di stanziare 44 miliardi di dollari l'anno per il sostegno all'agricoltura. Oltre alla Fao, esistono altre agenzie che si occupano di sviluppo, fame, agricoltura e via dicendo. Ovvero degli stessi problemi della Fao: il Fondo internazionale per lo sviluppo dell'agricoltura ingoia 435,7 milioni di dollari l'anno; il World Food Programme 5 miliardi di dollari l'anno; il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite 4 miliardi e 440 milioni.
In effetti, come è stato anche evidenziato al vertice parallelo delle Ong riunite a Roma, il vero problema non sarebbero i soldi. Ma il fatto che le politiche agricole e alimentari e la gestione delle risorse vengano formalmente demandate a organismi come la Banca mondiale, che ha enormi responsabilità nell'aver causato l'attuale crisi alimentare. E che tali soldi vengano spesi per la gestione delle agenzie, anzichè venire investiti direttamente sul campo. Sovranità alimentare, autonomia, gridano a gran voce le organizzazioni di agricoltori e di pescatori dei Paesi africani e asiatici in crisi. Ma finché si spenderà mezzo milione di dollari per organizzare un vertice internazionale come il G8 dell'Aquila, e allo stesso vertice si prometteranno soldi (20 miliardi di dollari) per i poveri e gli affamati che non arriveranno, le loro grida rimarranno inascoltate. Nel 2009 circa un miliardo di persone ha sofferto la fame.
Inoltre, l'assenza dei leader del G8 al vertice, anticipata con le dichiarazioni di ieri circa l'accordo tra Usa e Cina per sminuire i risultati del vertice di Copenaghen sul clima: è un chiaro messaggio di come i Paesi ricchi cerchino ancora di imporre la loro politica nei confronti di quelli poveri.
Fuori dal vertice, nelle vie di una Roma blindata, manifestazione con bandiere e trattori dei contadini aderenti alla Rete dei Municipi Contadini e ad Altragricoltura. In un migliaio sono arrivati da tutta Italia, in particolar modo dalla Sicilia, per urlare ai grandi della Terra tutta la rabbia di chi la terra, quella vera, la lavora tutti i giorni.

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'''Siparietto'''
'''ROMA: MORTO UN PRIGIONIERO DI PONTE GALERIA'''
(audio: ROR)


'''MILANO: NUOVO TENTATIVO DI SGOMBERARE IL LEONCAVALLO'''

In previsione dell'arrivo dell'ufficiale giudiziario i compagni e le compagne dello storico centro sociale milanese hanno promosso iniziative per tutta la notte. Domani mattina l'appuntamento per tutti e tutte è alle sette in via Watteau. Seguiremo in diretta la mobilitazione di domani mattina a partire dalle 6, con il contributo della redazione milanese.


'''GENOVA: CHIEDONO ASILO POLITICO I 5 KURDI RESPINTI DA FRANCIA E SPAGNA'''
(audio: R.O.d'U.)

Sono al momento in Questura i cinque cittadini di etnia curda sbarcati ieri a Genova dopo un'odissea di una settimana e il rifiuto di accoglierli da parte di Spagna e Francia. Adesso, dovranno essere ospitati da un centro di accoglienza, ma secondo le prime informazioni, al momento non sembra che ce ne sia alcuno disponibile a riceverli. Secondo i giornali genovesi, i cinque si erano imbarcati una settimana fa da Diyarbakir, regione del sud-est della Turchia. Due di loro (un musicista e un commerciante) erano stati condannati a 38 anni di galera ciascuno con l'accusa di essere fiancheggiatori del PKK, il Partito dei lavoratori curdi. Respinti una prima volta a Genova, poi a Marsiglia e a Barcellona, i cinque sono tornati in Italia, di nuovo nel capoluogo ligure. Questa volta, ad accoglierli c'erano un interprete e alcuni avvocati solidali. Noi sentiamo uno dei legali, l'avvocato Laura Tartarini


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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

EUSKADI: SINISTRA INDIPENDENTISTA PROPONE UN PIANO DI PACE

La sinistra indipendentista basca lancia un nuovo piano in sette punti per la superazione del conflitto con Madrid. Un piano che prevede il coinnolgimento della cittadinanza, di tutti i partiti, la possibilità di scegliere liberamente sul proprio futuro. Tutto in assenza di violenza, guardando esplicitamente ai processi di pace sud africano e irlandese. È stata l'avvocata Jone Gorizelaia, che partecipa alla "Conferenza internazionale processi di pace e risoluzione dei conflitti" in corso a Venezia, a dare lettura dei sette punti, condivisi e approvati, ha specificato, dalla base della sinistra indipendentista. La nuova proposta è avvenuta in contemporanea; mentre l'avvocata basca enumerava i paragrafi a Venezia, la stessa cosa avveniva ad Alzasua, in Navarra. La sinistra basca assume, nel documento, il solenne impegno a rispettare ogni fase del processo decisionale che liberamente, pacificamente e democraticamente adotteranno i cittadini baschi. Nel documento si fa espresso riferimento al rifiuto di ingerenze e violenze esterne (sesto punto del piano), mentre l'ultimo paragrafo, il settimo, dice esplicitamente che: "Deve stabilirsi un processo di negoziazione tra ETA e lo Stato spagnolo che contempli la smilitarizzazione del paese, liberazione di prigionieri e prigioniere politiche basche, ritorno di esiliati ed esiliate e un trattamento giusto ed equo alle delle vittime del conflitto". L'intervento dell'avvocata basca ha riassunto le difficoltà di azione politica esistenti oggi per la sinistra basca, chiedendo allo stato spagnolo la liberazione dei dirigenti arrestati alcune settimane fa nella sede del sinfacato Lab e in altre località. Fra questi vi era anche Arnaldo Otegi, la cui liberazione è stata chiesta oggi dal leader del Sinn Fein Gerry Adams. Otegi e gli altri arrestati stavano discutendo sulla base di un documento che è stato distribuito alla base della sinistra indipendentista, discusso e approvato. Il passo che manca, per affrontare un cammino che la stessa Gorizelaia ha annunciato come lungo e difficile, è quello che rigaurda la legalizzazione di Batasuna, o di un movimentoi che ne raccolga l'eredità con questi nuovi punti cardine. Fino a oggi la ley de partidos spagnola impedisce, infatti, la creazione di movimenti politici legali laddove vi siano esponenti che abbiano militato o preso parte attivamrnte nella disciolta Herri Batasuna e tutte le sigle seguenti fino a Batasuna.

PAKISTAN: ATTENTATI, DECINE DI VITTIME NEL NORD-OVEST

Attentati e violenze hanno scosso ancora il Pakistan tra Sabato e oggi causando alcune decine tra vittime e feriti nelle regioni nord-occidentali del paese. L’attentato con il bilancio più pesante è avvenuto Sabato nei pressi di un posto di blocco a nord della città di Peshawar dove l’esplosione di un ordigno azionato da un attentatore suicida ha causato la morte di 15 persone, tra cui alcuni minori; altre 21 persone rimaste ferite, si trovano ancora ricoverate in ospedale. Oggi, un altro attentatore suicida ha invece azionato un ordigno nei pressi di una scuola di Badhaber causando la morte di quattro persone e il ferimento di altre 26. Un bollettino di guerra cui si aggiungono i bilanci provenienti dalle aree del Sud Waziristan e dalla valle di Swat dove insorti ed esercito si stanno confrontando direttamente e dove, secondo fonti governative, almeno 24 ribelli sarebbero stati uccisi negli ultimi due giorni. Sono comunque soprattutto i civili a pagare lo stato di crescente insicurezza attraversato dalle regioni nord-occidentali del Pakistan. Solo nell’ultima settimana, a Peshawar sono stati almeno cinque gli attentati suicidi organizzati, cui bisogna aggiungere gli scontri tra esercito e insorti che hanno effetti diretti sulle condizioni di vita della popolazione.

MOGADISCIO: VITTIME CIVILI IN COMBATTIMENTI TRA MILITARI E INSORTI

È di almeno sette morti civili e 11 feriti il bilancio di scontri tra militari della missione di mantenimento della pace dell’Unione Africana (Amisom) e insorti armati avvenuti all’alba di ieri nella capitale somala. Secondo alcuni testimoni i combattimenti sono iniziati subito dopo l’attacco, da parte dei militanti, alla base del contingente burundese di Amisom a Jalle Siad, nella periferia nord di Mogadiscio. “I colpi di mortaio sparati dai combattenti verso la postazione militare non hanno colto il segno e sono andati ad abbattersi sulle abitazioni circostanti” ha raccontato un residente del vicino quartiere di Daynile, spiegando l’alto numero di morti civili nel combattimento. Circa 5000 uomini, militari del Burundi e dell’Uganda, sono dispiegati dal 2007 nel tentativo di riportare la stabilità a Mogadiscio. Il loro compito, oltre a proteggere il palazzo presidenziale e pochi punti strategici della capitale, è di aiutare il governo di transizione a respingere la massiccia offensiva dell’opposizione armata che intende rovesciare le istituzioni e prendere il controllo del paese.

MAROCCO: ARRESTATA HAIDAR, ATTIVISTA SAHARAWI

Aminetou Haidar è stata arrestata all'aeroporto di El Aaiun dalla polizia marocchina. L'attivista è impegnata da anni a difendere i diritti del popolo saharawi del Sahara occidentale. L'Ong italiana Cisp, Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli, ha condannato l'atto, definito "illegale". Haidar è "una persona indifesa e non violenta, la cui sola colpa è di non aver mai smesso di sostenere attivamente i diritti del popolo saharawi. Il Cisp chiede a tutte le istituzioni italiane di adoperarsi, tramite opportune pressioni diplomatiche, affinché sia immediatamente riconsegnata alla sua famiglia". Il lavoro di Aminetou Haidar per il popolo sharawi è certificato da numerosi premi internazionali. L'attivista è stata anche insignita della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Napoli in occasione di una delle sue visite in Italia.

GRECIA: IL GOVERNO SOCIALISTA CHIUDE L'UNIVERSITA' E MOBILITA 6500 AGENTI

La polizia ateniese è pronta a tutto. Il ministro dell'Interno greco Michalis Chrisochoidis ha imposto la massima allerta alle forze dell'ordine in occasione del 17 novembre, anniversario della rivolta del Politecnico datata 1973. Manifestazione repressa nel sangue che segnò l'inizio della fine per il regime dei Colonnelli. La ricorrenza arriva in un momento difficile per la Grecia: proseguono infatti le manifestazioni studentesche contro la riforma dell'università. Mentre si avvicina il processo per i due poliziotti presunti colpevoli della morte di Alexis Grigoropoulos, studente quindicenne ucciso durante le dimostrazioni del 6 dicembre scorso. Il ministro ha fatto chiudere le facoltà di Atene fino a mercoledì e ha schierato oltre 6.500 uomini in tutta la capitale. Allertati anche i servizi segreti in vista di un possibile attacco di Lotta rivoluzionaria, gruppo ritenuto responsabile del ferimento di sei agenti nelle scorse settimane.

ROMA: IL VERTICE MONDIALE FAO E' STATO INUTILE (audio: R.O.d'U.)

Il vertice apertosi stamani ha annunciato in abstracto una nuova strategia per combattere la fame, ma non ha previsto impegni, fondi e responsabilità. Dall'allarme lanciato da Christoffersen due anni fa gli affamati sono cresciuti di 200 milioni. Al vertice si parla di riformare l'agenzia ma non si è fatto cenno - anzi, lo si è cancellato - al riferimento temporale del 2025 per l'eradicazione totale della fame nel mondo. Così come è stato ignorato l'appello del direttore generale della Fao, Jacques Diouf, di stanziare 44 miliardi di dollari l'anno per il sostegno all'agricoltura. Oltre alla Fao, esistono altre agenzie che si occupano di sviluppo, fame, agricoltura e via dicendo. Ovvero degli stessi problemi della Fao: il Fondo internazionale per lo sviluppo dell'agricoltura ingoia 435,7 milioni di dollari l'anno; il World Food Programme 5 miliardi di dollari l'anno; il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite 4 miliardi e 440 milioni. In effetti, come è stato anche evidenziato al vertice parallelo delle Ong riunite a Roma, il vero problema non sarebbero i soldi. Ma il fatto che le politiche agricole e alimentari e la gestione delle risorse vengano formalmente demandate a organismi come la Banca mondiale, che ha enormi responsabilità nell'aver causato l'attuale crisi alimentare. E che tali soldi vengano spesi per la gestione delle agenzie, anzichè venire investiti direttamente sul campo. Sovranità alimentare, autonomia, gridano a gran voce le organizzazioni di agricoltori e di pescatori dei Paesi africani e asiatici in crisi. Ma finché si spenderà mezzo milione di dollari per organizzare un vertice internazionale come il G8 dell'Aquila, e allo stesso vertice si prometteranno soldi (20 miliardi di dollari) per i poveri e gli affamati che non arriveranno, le loro grida rimarranno inascoltate. Nel 2009 circa un miliardo di persone ha sofferto la fame. Inoltre, l'assenza dei leader del G8 al vertice, anticipata con le dichiarazioni di ieri circa l'accordo tra Usa e Cina per sminuire i risultati del vertice di Copenaghen sul clima: è un chiaro messaggio di come i Paesi ricchi cerchino ancora di imporre la loro politica nei confronti di quelli poveri. Fuori dal vertice, nelle vie di una Roma blindata, manifestazione con bandiere e trattori dei contadini aderenti alla Rete dei Municipi Contadini e ad Altragricoltura. In un migliaio sono arrivati da tutta Italia, in particolar modo dalla Sicilia, per urlare ai grandi della Terra tutta la rabbia di chi la terra, quella vera, la lavora tutti i giorni.

ITALIA

ROMA: MORTO UN PRIGIONIERO DI PONTE GALERIA (audio: ROR)

MILANO: NUOVO TENTATIVO DI SGOMBERARE IL LEONCAVALLO

In previsione dell'arrivo dell'ufficiale giudiziario i compagni e le compagne dello storico centro sociale milanese hanno promosso iniziative per tutta la notte. Domani mattina l'appuntamento per tutti e tutte è alle sette in via Watteau. Seguiremo in diretta la mobilitazione di domani mattina a partire dalle 6, con il contributo della redazione milanese.

GENOVA: CHIEDONO ASILO POLITICO I 5 KURDI RESPINTI DA FRANCIA E SPAGNA (audio: R.O.d'U.)

Sono al momento in Questura i cinque cittadini di etnia curda sbarcati ieri a Genova dopo un'odissea di una settimana e il rifiuto di accoglierli da parte di Spagna e Francia. Adesso, dovranno essere ospitati da un centro di accoglienza, ma secondo le prime informazioni, al momento non sembra che ce ne sia alcuno disponibile a riceverli. Secondo i giornali genovesi, i cinque si erano imbarcati una settimana fa da Diyarbakir, regione del sud-est della Turchia. Due di loro (un musicista e un commerciante) erano stati condannati a 38 anni di galera ciascuno con l'accusa di essere fiancheggiatori del PKK, il Partito dei lavoratori curdi. Respinti una prima volta a Genova, poi a Marsiglia e a Barcellona, i cinque sono tornati in Italia, di nuovo nel capoluogo ligure. Questa volta, ad accoglierli c'erano un interprete e alcuni avvocati solidali. Noi sentiamo uno dei legali, l'avvocato Laura Tartarini

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Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

SERIE ATTENTATI E VIOLENZE MANTENGONO NORD-OVEST PAESE NEL CAOS

Attentati e violenze hanno scosso ancora il Pakistan tra Sabato e oggi causando alcune decine tra vittime e feriti nelle regioni nord-occidentali del paese. L’attentato con il bilancio più pesante è avvenuto Sabato nei pressi di un posto di blocco a nord della città di Peshawar dove l’esplosione di un ordigno azionato da un attentatore suicida ha causato la morte di 15 persone, tra cui alcuni minori; altre 21 persone rimaste ferite, si trovano ancora ricoverate in ospedale. Oggi, un altro attentatore suicida ha invece azionato un ordigno nei pressi di una scuola di Badhaber causando la morte di quattro persone e il ferimento di altre 26. Un bollettino di guerra cui si aggiungono i bilanci provenienti dalle aree del Sud Waziristan e dalla valle di Swat dove insorti ed esercito si stanno confrontando direttamente e dove, secondo fonti governative, almeno 24 ribelli sarebbero stati uccisi negli ultimi due giorni. Sono comunque soprattutto i civili a pagare lo stato di crescente insicurezza attraversato dalle regioni nord-occidentali del Pakistan. Solo nell’ultima settimana, a Peshawar sono stati almeno cinque gli attentati suicidi organizzati, cui bisogna aggiungere gli scontri tra esercito e insorti che hanno effetti diretti sulle condizioni di vita della popolazione.

MOGADISCIO: VITTIME CIVILI IN COMBATTIMENTI TRA MILITARI E INSORTI

È di almeno sette morti civili e 11 feriti il bilancio di scontri tra militari della missione di mantenimento della pace dell’Unione Africana (Amisom) e insorti armati avvenuti all’alba di ieri nella capitale somala. Secondo alcuni testimoni i combattimenti sono iniziati subito dopo l’attacco, da parte dei militanti, alla base del contingente burundese di Amisom a Jalle Siad, nella periferia nord di Mogadiscio. “I colpi di mortaio sparati dai combattenti verso la postazione militare non hanno colto il segno e sono andati ad abbattersi sulle abitazioni circostanti” ha raccontato un residente del vicino quartiere di Daynile, spiegando l’alto numero di morti civili nel combattimento. Circa 5000 uomini, militari del Burundi e dell’Uganda, sono dispiegati dal 2007 nel tentativo di riportare la stabilità a Mogadiscio. Il loro compito, oltre a proteggere il palazzo presidenziale e pochi punti strategici della capitale, è di aiutare il governo di transizione a respingere la massiccia offensiva dell’opposizione armata che intende rovesciare le istituzioni e prendere il controllo del paese.

ITALIA

CHIEDERANNO ASILO A GENOVA I 5 KURDI RESPINTI DA FRANCIA E SPAGNA

Sono al momento in Questura i cinque cittadini di etnia curda sbarcati ieri a Genova dopo un'odissea di una settimana e il rifiuto di accoglierli da parte di Spagna e Francia. Adesso, dovranno essere ospitati da un centro di accoglienza, ma secondo le prime informazioni, al momento non sembra che ce ne sia alcuno disponibile a riceverli. Secondo i giornali genovesi, i cinque si erano imbarcati una settimana fa da Diyarbakir, regione del sud-est della Turchia. Due di loro (un musicista e un commerciante) erano stati condannati a 38 anni di galera ciascuno con l'accusa di essere fiancheggiatori del PKK, il Partito dei lavoratori curdi. Respinti una prima volta a Genova, poi a Marsiglia e a Barcellona, i cinque sono tornati in Italia, di nuovo nel capoluogo ligure. Questa volta, ad accoglierli c'erano un interprete e alcuni avvocati solidali. Noi sentiamo uno dei legali, l'avvocato Laura Tartarini

Uccisa una prostituta a Bologna

La giovane, una 22enne rumena, è stata colpita da numerose coltellate. Ci sono due fermati

BOLOGNA - Una prostituta rumena di 22 anni è stata uccisa a coltellate a Bologna durante la notte e sono già scattati i fermi per due italianim, accusati dell'omicidio. A raccogliere la donna in via delle Serre, alla periferia ovest della città, una ambulanza del 118. La donna aveva numerose coltellate all'addome e alla schiena ed è morta durante il trasporto all'ospedale Maggiore. Ad avvertire il 118, per mandare un'ambulanza sul posto, ma anche la polizia, è stato un amico della vittima, un bolognese di 60 anni che stava dormendo. Era stato chiamato al telefono dalla donna attorno alle 5. La prostituta gli aveva gridato «aiuto, aiuto, sto male».

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


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gror091116 (last edited 2009-11-16 18:40:08 by anonymous)