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SERIE ATTENTATI E VIOLENZE MANTENGONO NORD-OVEST PAESE NEL CAOS

Attentati e violenze hanno scosso ancora il Pakistan tra Sabato e oggi causando alcune decine tra vittime e feriti nelle regioni nord-occidentali del paese. L’attentato con il bilancio più pesante è avvenuto Sabato nei pressi di un posto di blocco a nord della città di Peshawar dove l’esplosione di un ordigno azionato da un attentatore suicida ha causato la morte di 15 persone, tra cui alcuni minori; altre 21 persone rimaste ferite, si trovano ancora ricoverate in ospedale. Oggi, un altro attentatore suicida ha invece azionato un ordigno nei pressi di una scuola di Badhaber causando la morte di quattro persone e il ferimento di altre 26. Un bollettino di guerra cui si aggiungono i bilanci provenienti dalle aree del Sud Waziristan e dalla valle di Swat dove insorti ed esercito si stanno confrontando direttamente e dove, secondo fonti governative, almeno 24 ribelli sarebbero stati uccisi negli ultimi due giorni. Sono comunque soprattutto i civili a pagare lo stato di crescente insicurezza attraversato dalle regioni nord-occidentali del Pakistan. Solo nell’ultima settimana, a Peshawar sono stati almeno cinque gli attentati suicidi organizzati, cui bisogna aggiungere gli scontri tra esercito e insorti che hanno effetti diretti sulle condizioni di vita della popolazione.

MOGADISCIO: VITTIME CIVILI IN COMBATTIMENTI TRA MILITARI E INSORTI

È di almeno sette morti civili e 11 feriti il bilancio di scontri tra militari della missione di mantenimento della pace dell’Unione Africana (Amisom) e insorti armati avvenuti all’alba di ieri nella capitale somala. Secondo alcuni testimoni i combattimenti sono iniziati subito dopo l’attacco, da parte dei militanti, alla base del contingente burundese di Amisom a Jalle Siad, nella periferia nord di Mogadiscio. “I colpi di mortaio sparati dai combattenti verso la postazione militare non hanno colto il segno e sono andati ad abbattersi sulle abitazioni circostanti” ha raccontato un residente del vicino quartiere di Daynile, spiegando l’alto numero di morti civili nel combattimento. Circa 5000 uomini, militari del Burundi e dell’Uganda, sono dispiegati dal 2007 nel tentativo di riportare la stabilità a Mogadiscio. Il loro compito, oltre a proteggere il palazzo presidenziale e pochi punti strategici della capitale, è di aiutare il governo di transizione a respingere la massiccia offensiva dell’opposizione armata che intende rovesciare le istituzioni e prendere il controllo del paese.

ITALIA

Uccisa una prostituta a Bologna

La giovane, una 22enne rumena, è stata colpita da numerose coltellate. Ci sono due fermati

BOLOGNA - Una prostituta rumena di 22 anni è stata uccisa a coltellate a Bologna durante la notte e sono già scattati i fermi per due italianim, accusati dell'omicidio. A raccogliere la donna in via delle Serre, alla periferia ovest della città, una ambulanza del 118. La donna aveva numerose coltellate all'addome e alla schiena ed è morta durante il trasporto all'ospedale Maggiore. Ad avvertire il 118, per mandare un'ambulanza sul posto, ma anche la polizia, è stato un amico della vittima, un bolognese di 60 anni che stava dormendo. Era stato chiamato al telefono dalla donna attorno alle 5. La prostituta gli aveva gridato «aiuto, aiuto, sto male».

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