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'''Sommario''' '''FEMMINICIDI'''
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'''In primo Piano''' CALTANISSETTA - 19 GEN - Un uomo picchia la moglie e i figli per avere i soldi necessari a comprare eroina o psicofarmaci
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'''Editoriale''' TERAMO - 19 GEN - Un uomo ha ucciso la moglie, tagliandole la gola e poi ha chiamato i carabinieri per costituirsi.
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'''NOTIZIE BREVI''' MILANO - 16 GEN - Un uomo aggredisce ex moglie con fiamma ossidrica: non accettava la recente separazione. Ora è accusato di tentato omicidio
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'''ESTERI''' CALTANISSETTA - 16 GEN - Tre uomini sono accusati di avere stuprato la notte di Capodanno una ragazza di 18 anni.

OLBIA - 15 GEN - Ragazza 15enne denuncia lo zio per violenza sessuale.

FABRIANO - 15 GEN - Una donna ha denunciato di subire violenze sessuali continuate e minacce perpetrate da un uomo affittatario di una stanza nella casa della donna.

FIRENZE - 14 GEN - Quattro uomini tentano di stuprare una ragazza

BOLOGNA - 13 GEN - Un uomo ha tentato di stuprare una donna nel parco, che è riuscita a salvarsi gridando aiuto e attirando così l'attenzione di una coppia che l'ha aiutata.

BARI - 13 GEN - Un uomo è stato accusato di violenza sessuale aggravata perpetrata nei confronti di una giovane donna disabile.

GENOVA - 13 GEN - Si è aperta il processo per l'omicidio di Lisa Molino, uccisa a 21 anni dal marito.

IMOLA - 13 GEN - Ha patteggiato due anni di carcere l'uomo arrestato in marzo perché accusato di violenza sessuale su una ragazzina all’epoca dei fatti appena tredicenne.

ROMA- 13 GENNAIO - Un uomo armato tenta violenza sulla ex fidanzata, che riesce a liberarsi urlando e attirando l'attenzione di un altra donna

ROMA - 13 GENNAIO - Alcuni mesi fa aveva rapito il figlio portandolo via alla moglie, poi ha minacciato la donna e le ha chiesto del denaro.
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dalla rete delle comunità migranti e associazioni antirazziste di Roma:
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terranno dei presidi sotto le prefetture, per far sentire la nostra voce portare al governo le nostre proposte. terranno dei presidi sotto le prefetture, per far sentire la nostra voce portare al governo le nostre proposte.'''
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n. 6 Roma (vicino Metro Termini)'''

MARTEDì 19 GENNAIO PRESIDIO SOTTO
LA PREFETTURA. TROPPA (in)TOLLERANZA, NESSUN DIRITTO

Con i migranti di Rosarno, contro la Bossi-Fini e contro Maroni, il
razzismo e lo sfruttamento:
- 19 gennaio a Roma appuntamento sotto la prefettura in P.za Santi
Apostoli alle ore 16.00
- 24 gennaio a Roma l’assemblea nazionale sulle migrazioni, Via De Lollis,
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Esplode
una tragedia annunciata a Rosarno, uno dei ghetti del profondo Sud
d’Italia, una delle zone grigie senza diritti del Paese. Migliaia di
migranti sfruttati nei campi, ridotti in schiavitù e infine
perseguitati e deportati.
È una tragedia annunciata perché si
ripete, dopo la rivolta di Castelvolturno, una rivolta provocata
dall’odio razzista. Abbiamo assistito agli spari sugli africani che
provano ad affermare i propri diritti più elementari. A Rosarno negli
ultimi dieci anni la situazione è peggiorata, nell’assenza quasi totale
delle istituzioni locali e nazionali, mentre le denunce delle
associazioni, dei movimenti, dei rosarnesi e calabresi sensibili sono
state ignorate.
'''ore 18 risentire Torino - val sdi susa'''
Line 61: Line 55:
'''FANO, RITROVATA LA RAGAZZA 17ENNE, ARRESTATO IL PADRE'''
Line 62: Line 57:
Ma quello che è accaduto sulla Piana di Gioia Tauro è soltanto
l'ennesimo segnale del disagio profondo dei cittadini immigrati in
Italia. A pochi mesi dall’approvazione del Pacchetto sicurezza, si
determina sempre più concretamente un contesto sociale dove i più
deboli, gli invisibili sono merce da sfruttare. Sono le politiche
securitarie del governo a determinare la clandestinità di centinaia di
migliaia di persone, alimentando il lavoro nero nei campi, nei cantieri
nelle fabbriche, in tutto il Paese.
Questa mattina è stata ritrovata Almas, la ragazza pakistana di 17 anni scomparsa ieri a Fano all'uscita di scuola. La ragazza era stata rapita dal padre-padrone che non poteva vedere la figlia dopo che, per decisione del Tribunale dei minori di Ancona, la ragazza era stata allontanata dalla famiglia e affidata a un centro per ragazzi in difficoltà
Line 71: Line 59:
Ciò è ancor più vero nel
Sud del Paese. In Campania, in Sicilia, in Puglia e in Calabria
l’economia agricola si basa essenzialmente sulla manodopera straniera a
basso costo. Ed è lì che si negano i diritti più elementari: lavorano e
vivono come fantasmi, senza vie di fuga. Seguono le rotte
stagionali dei campi che vanno dal Tavoliere a Castel Volturno, da
Sibari a Rosarno fino a Cassibile, lavorando per pochi spiccioli e
vivendo in condizioni inaccettabili.
L'uomo voleva costringere la figlia a sposare un connazionale, contro la volontà di lei.
Line 80: Line 61:
Ed è qui che si
inserisce la questione mafiosa. Sono le mafie a gestire i traffici di
esseri umani, sono le mafie a controllare le campagne. Lo dicono le
tante inchieste che colpiscono la manovalanza criminale, senza però
individuare il livello superiore. Nel Sud del Paese, le politiche
securitarie giocano a favore delle organizzazioni mafiose: un salto
indietro di oltre 60 anni, quando il caporalato era la forma tipica di
organizzazione del lavoro agricolo.
In passato Almas è stata vittima di ripetuti maltrattamenti e imposizioni da parte del padre, che non accettava il suo modo di vivere "troppo occidentale". Ad aprile il padre l'ha picchiata fino a mandarla in ospedale: è quindi scattata una segnalazione ai Servizi sociali e il Tribunale dei minori ha affidato la ragazza alla comunità di accoglienza.
Line 89: Line 63:
Sono gravi e non possono
passare sotto silenzio le parole pronunciate dal commissario
prefettizio di Rosarno, che è Comune sciolto per mafia: la rivolta come
diversivo voluto dalla ‘ndrangheta per distogliere l’attenzione da
Reggio Calabria, dopo l’allarme bomba in procura. Parole ancora più
gravi quelle di Maroni, che invoca il pugno duro contro i clandestini
mentre è in corso la "caccia al nero" a colpi di fucile. Si profila in
questo modo un vero e proprio "modello Rosarno", uno schema di
deportazione brutale delle tante aree di degrado e sfruttamento che ha
già avuto un precedente a San Nicola Varco. E che adesso il governo
intende applicare a tappeto.
'''MILANO, PIU' DU UNO STUPRO AL GIORNO'''
Line 101: Line 65:
Per questi motivi siamo
solidali coi migranti di Rosarno e con tutti coloro nel nostro Paese
non ricevono un’accoglienza dignitosa e a cui non sono garantiti i
diritti elementari:
PER I DIRITTI E LA DIGNITA’ RIBELLARSI E’ GIUSTO
Milano detiene il triste record delle violenze sessuali in Italia: 480 casi nel 2009, più di uno al giorno. Secondo le statistiche la stragrande maggioranza degli stupri avviene sempre tra le mura domestiche, dove la gran parte dei violenti è di nazionalità italiana, come le vittime.
Line 107: Line 67:
Il
caso Rosarno è dunque un caso nazionale. Perché è un prodotto delle
politiche sulla sicurezza e un episodio del generale clima di
intolleranza che si respira in Italia, perché è un caso umanitario,
perché è un episodio dello sfruttamento comune nelle campagne del Sud,
perché è un prodotto della questione meridionale, perché si interseca
con la questione mafiosa, perché occorre ripristinare l’agibilità
politica e democratica in Calabria.
Alessandra Kustermann del Centro soccorso violenza sessuale spiega: "alla clinica Mangiagalli si sono registrati solo nell'ultimo anno più di 330 casi di violenza sessuale, a cui se ne sommano altri 220 di violenza domestica. I dati sono stabili rispetto agli anni precedenti - spiega Kustermann - sono però in aumento i casi di violenza sessuale con amnesia della vittima, quelli cioè in cui sono state utilizzate droghe da stupro o alcol". "Oggettivamente nella maggior parte dei casi di violenza sessuale la vittima conosce l'aggressore" e questo porta spesso le donne a non chiedere subito aiuto. Al contrario, praticamente tutte quelle che vengono aggredite da sconosciuti arrivano immediatamente al centro di soccorso.
Line 116: Line 69:
Ci appelliamo alla società
civile rosarnese, a quelle fasce di disagio sociale che vengono
sottomesse dal governo clientelarmafioso del territorio, affinché
riconoscano nei lavoratori immigrati un alleato nella lotta per il
riscatto da questo sistema soffocante. La solidarietà verticale che si
è espressa a Rosarno è tipica: con la crisi, è utile a padronato e
governo indirizzare il disagio sociale contro l’anello più debole in
una guerra tra poveri che impedisce di riconoscersi come ugualmente
sfruttati. Per questo è importante capire che la lotta per la
regolarizzazione dei lavoratori immigrati è la stessa lotta di tutti i
lavoratori italiani costretti al lavoro nero e alla crescente
precarietà sociale.
'''BACIO GAY AL COLOSSEO SI AI FILMATI DELLE TELECAMERE'''
Line 129: Line 71:
E’ importante dunque sostenere una
mobilitazione nazionale, che coinvolga le associazioni e i partiti, i
sindacati e le organizzazioni di massa, le realtà territoriali, la
chiesa, i movimenti, i cittadini e le cittadine che dicono no al
razzismo. Costruiamo una rete nazionale di solidarietà che supporti gli
africani prima sfruttati e poi deportati. E mobilitiamoci sui
territori, per costruire un movimento capace di dare un segnale forte
sul caso Rosarno, radicare il dissenso, progettare l’accoglienza.
Si è tenuta ieri mattina l'udienza del processo che vede coinvolti Roberto e Michele, i due ragazzi che, nella notte del luglio 2007, vennero fermati da una pattuglia di carabinieri al Colosseo, nei pressi della Gay Street di Roma, mentre si stavano baciando, e vennero denunciati per atti osceni in luogo pubblico. Il giudice ha disposto l'acquisizione dei video delle telecamere posizionate al Colosseo, accogliendo la richiesta avanzata dai legali dei gay. Adesso è il Comune di Roma, che gestisce gli impianti di videosorveglianza, che dovrà rendere disponibili le registrazioni.
Line 138: Line 73:
Se
di regole c’è bisogno, si tratta di leggi che tutelino i diritti dei
migranti, contro il lavoro nero, e politiche di accoglienza degne di
questo nome. Per questo motivo chiediamo la concessione del permesso di
soggiorno a tutti i migranti di Rosarno. Lanciamo una vertenza per la
regolarizzazione degli stranieri che lavorano in agricoltura. E
chiediamo una sanatoria generalizzata che salvaguardi la vita di
migliaia di cittadini sfruttati e soggiogati dalle mafie che gestiscono
la compravendita di forza lavoro.
Continua intanto lo sciopero della fame, partito con un sit-in in piazza Montecitorio due settimane fa, da due gay di Savona, Francesco e Manuel, che protestano affinché il parlamento calendarizzi la discussione sulle coppie di fatto. Da tutta Italia stanno arrivando manifestazioni di solidarietà all'iniziativa. E' partita una sorta di staffetta per lo sciopero ad oltranza a cui hanno aderito altre due persone, Giuliana del Progetto Moussa di Bari, che ha iniziato lo sciopero il 16 gennaio e un ragazzo di Roma, Luca che lo ha iniziato il 17 gennaio.
Line 148: Line 75:
- Dopo la protesta e
il corteo del 9 gennaio, dopo il sit-in con le arance insanguinate del
12 gennaio al Senato, dopo le tante iniziative che si sono svolte nel
Paese, la mobilitazione non si ferma, ma cresce.
Noi del MFLA non siamo pienamente in accordo con la forma di lotta dello sciopero della fame, nè tantomeno con i contenuti della lotta perchè vorremmo che i diritti siano riconosciuti a tutte e tutti individualmente, ad ogni singola persona, sia essa in coppia o meno, italiana o stranera. Comunque ci sembra importante non tralasciare questa notizia che comunque da visibilità ai gay.
Line 153: Line 77:
- Il 19 gennaio
a Roma, a Caserta e in tante altre città italiane si terranno dei
presidi sotto le prefetture, per far sentire la nostra voce portare al
governo le nostre proposte.

A ROMA APPUNTAMENTO SOTTO LA PREFETTURA IN P.ZZA SANTI APOSTOLI ALLE ORE 16.00
          
Line 164: Line 81:

'''ESTERI'''


'''RAPE AXE, IL PRESERVATIVO ANTISTUPRO'''

Ci sono voluti quasi due anni di test e ora è realtà. Il preservativo antistupro è il frutto del lavoro di una donna da sempre in prima linea nel combattere le violenze. Sonnette Ehlers, sudafricana, per motivi professionali ha avuto a che fare con molte donne vittime di stupri e ha deciso di contribuire di persona alla lotta contro quest'orrenda sopraffazione.
L’idea è tutto sommato semplice. Una membrana di plastica dura che, al suo interno, nasconde aculei e protuberanze. Questa sorta di preservativo va inserito nella vagina e si avvinghia letteralmente attorno al pene, una volta che questo vi entra in contatto. E non c’è modo di staccare la guaina se non tramite un intervento chirurgico. L’inventrice auspica che ogni medico che si dovesse confrontare con la rimozione del rape axe avverta le autorità, per consegnare lo stupratore alla giustizia.

C’è un sito dedicato a questa invenzione (http://www.antirape.co.za) sul quale si possono leggere istruzioni all’uso e avvertenze, oltre alle impressioni e alle domande che vengono poste a Sonnette Ehlers tramite un forum apposito. Sono proprio i quesiti posti dalle lettrici che hanno sollevato qualche velo polemico, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza della donna che ne facesse uso e circa la garanzia che l’aggressore non abbia modo di vendicarsi prima di cercare un medico disposto a rimuovere la morsa di plastica.

Approvato dalle autorità sanitarie, il rape axe verrà prodotto in Cina.


'''ANCORA DA TAGLIARE'''

'''I BAMBINI TESTIMONI DI VIOLENZE HANNO UN'ARMA IN PIU' PER DIFENDERSI'''

18 01 2010

Una notizia davvero importante per tutti; si aspettava da tempo. Il primo protocollo in Italia fra tribunali, procure, ospedali e forze dell’ ordine per proteggere i bambini testimoni di violenze. Finalmente due grandi novità: l’aver considerato la gravità dell’assistere alle violenze da parte dei minori, come pari nel danno, all’averle subite; e la novità di un lavoro di squadra, di rete che vede coinvolte le istituzioni che dialogano e collaborano tra loro. Infatti, spesso, la mancanza di dialogo e di collegamento tra le istituzioni, crea situazioni paradossali. Si vedono a volte genitori segnalati dalla scuola o dalle usl per condotte non lineari e, magari, gli stessi sono preferiti come affidatari per i figli rispetto all’ altro genitore, in cause di separazione.

Dai risultati dello studio condotto dall’associazione Differenza Donna, sono emerse quelle notizie agghiaccianti, che per gli “addetti ai lavori” sono ipotizzabili, anche se poi le statistiche sconcertano lo stesso. Infatti, si parla di circa mille donne all’anno che si rivolgono nei centri antiviolenza per denunciare di aver subito violenza dai mariti, e si indica come il 75% la percentuale di bambini che ha assistito direttamente alle violenze. Questi bambini che assistono ai soprusi sono bambini facilmente individuabili; ad esempio nelle scuole; poiché i loro comportamenti parlano chiaro. Aggressivi, depressi, incapaci a relazionarsi, facili ad ammalarsi e con problemi nell’apprendimento. Spesso per loro si può fare poco, poiché c’ è omertà, dettata dalla paura della mamma, ma anche della scuola. Queste leggi di intesa tra le istituzioni rendono tutti più forti ed efficienti, nell’ aiuto. Se si sente che c’è una “sponda”, una tutela vera, si dà più coraggio e motivazione alle mamme e agli operatori. Questo accordo diviene la possibilità di favorire la scoperta, la denuncia, di tutte quelle situazioni sommerse e non, ma che finora sono state sottovalutate.

Si è data voce finalmente, in modo più organico, al disagio e alla violenza psicologica che i bambini subiscono in quelle famiglie, dove apparentemente va tutto bene; oppure lì dove, poiché il problema è dei genitori, si è spesso sottovalutato cosa accadeva ai figli. Questi bambini vivono nell’ incertezza, nel terrore di vedere la propria mamma picchiata o violentata; assistono muti, temendo per la propria vita e per quella della loro mamma, all’ orrore dell’ abuso. Bambini che spesso “devono dimenticare” per farsi forza e non impazzire, ma che lotteranno per tutta la vita con ciò che hanno visto e udito. Bambini e bambine ai quali finora non è stata spesso riconosciuta e legittimata la loro “ferita”, come se fosse diversa da quella di chi ha subito l’abuso personalmente. Tragedie, entrambe, che segnano i piccoli in modo a volte irreversibile. Ma oggi c’è una speranza in più, di poter esserci, di poter aiutare questi bambini a recuperare una serenità, anche se pesantemente compromessa.

Questo protocollo è pensato per far si che sia immediata l’informazione da parte della procura ordinaria, verso quella dei minori. In tal modo il minore potrà essere sottratto in modo tempestivo all’essere testimone di violenze e abusi che si consumano in sua presenza nella famiglia. Saranno accelerate anche tutte quelle cause di separazione e divorzio che presentano notizie di violenza. Le mamme e i loro figli potranno essere accolti nelle strutture protette. Negli ospedali sarà istituito un codice rosa, per connotare la violenza psicologica, fisica e sessuale, rivolta a donne e bambini. Un grande passo avanti, che dà informazione e consapevolezza alle vittime, ridando loro dignità e diritti, calpestati e disconosciuti. Nessuno, e nessun patto potrà mai cancellare i segni di queste ferite; ma venire alla luce, essere accolti, difesi, curati, può far rinascere a una nuova vita.


'''BABY PROSTITUTA DI CARBONIA: 7 ACCUSATI UN SOLO COLPEVOLE'''

unionesarda.ilsole24ore.com
15 01 10

Baby-prostituta di Carbonia: 7 accusati, un solo colpevole

Dei sette uomini sotto accusa per la vicenda della baby-prostituta di Carbonia, sei sono stati assolti. Il Tribunale di Cagliari ha assolto quattro imputati, ne ha condannato due per stupefacenti e uno soltanto per favoreggiamento della prostituzione. La vittima, oggi ventenne: «Non è possibile».

La sentenza arriva poco prima delle sei del pomeriggio e lei, la sopravvissuta oggi ventenne che ha trascinato in Tribunale sette uomini di Carbonia con l'accusa di averla sfruttata quando era poco più di una bambina, di averle ceduto droga e di averle scattato foto compromettenti, ha la delusione dipinta sul volto: «Non è possibile, non è possibile, che cosa succede ora»?.

In effetti la sentenza pronunciata dal gup di Cagliari Ermengarda Ferrarese dopo oltre sette ore di camera di consiglio se non azzera l'accusa poco ci manca: tre condanne e quattro assoluzioni ma, soprattutto, un solo imputato, Giovanni Battista Schirra, 59 anni di Carbonia, colpevole di sfruttamento della prostituzione, detenzione di materiale pornografico e spaccio di droga. Sei anni e otto mesi la condanna a fronte dei nove anni e otto sollecitati dal pubblico ministero Rossana Allieri. Il giudice ha valutato di lieve entità la cessione di stupefacenti e per lo stesso motivo ha inflitto solo due anni e otto mesi a Franco Giganti, 45 anni, e Alfredo Porcu, 41 anni, entrambi di Carbonia. Contemporaneamente ha assolto quest'ultimo dall'accusa di calunnia nei confronti di Giganti in concorso con la ragazzina, processata dal Tribunale per i minori. Per Giganti e Porcu il pm aveva chiesto pene decisamente più severe: cinque anni e otto mesi per il primo, sette e anni e due mesi per il secondo.

Gli avvocati Gianluca e Antonello Aste, Gilberto Nurra ed Enrico Garofalo annunciano ricorso in appello ma, senza dubbio, la decisione di ieri sera apre un varco nella ricostruzione dell'accusa. Come spiegare altrimenti le assoluzioni «perché il fatto non sussiste» di Antonio Mameli, 53 anni, di San Giovanni Suergiu, accusato di sfruttamento della prostituzione e detenzione di materiale pornografico, Sergio Daga, 32 anni, di Iglesias, sotto processo per spaccio di droga e detenzione di materiale pornografico, Virginio Mei, 54 anni, di Carbonia, al quale era imputato lo sfruttamento della prostituzione, Luigi Biggio, 45 anni di Portoscuso, che si è difeso dall'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti? Le argomentazioni degli avvocati Renato Mura, Marco Aste, Leonardo Filippi, Mario Canessa e Carmelino Fenudi hanno demolito le accuse per le quali il pm aveva chiesto pene severissime: 4 anni per Mameli, 9 anni e 2 mesi per Daga, 10 mesi per Mei, 5 anni e 8 mesi per Biggio. Bisognerà leggere le motivazioni della sentenza per capire se il giudice abbia ritenuto che la ragazzina non abbia detto il vero o se le sue parole non abbiano trovato adeguati riscontri.

E comunque le tre condanne, soprattutto quella di Schirra, stanno lì a dimostrare che la ragazzina (assistita dall'avvocato Michela Zanda) non si è inventata tutto. Anzi. Non a caso le è stata riconosciuta una provvisionale di trentamila euro, il danno dovrà invece esser quantificato dal giudice civile in un separato giudizio anche se si può già prevedere che difficilmente raggiungerà i due milioni di euro sollecitati all'atto di costituzione di parte civile.

Storia brutta, da qualunque parte la si guardi, con una ragazzina di 14 anni che si vende per spiccioli e droga e qualche adulto che ne approfitta. La vicenda era saltata fuori per caso, cinque anni fa: una discussione in piazza con un adulto, la telefonata al 112 di un passante, il controllo e quelle foto hard sul telefonino dell'uomo. L'inchiesta si era presto allargata e sette uomini erano finiti sotto processo, con la città divisa tra colpevolisti e innocentisti. Ieri la sentenza, destinata a far discutere ancora.



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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

FEMMINICIDI

CALTANISSETTA - 19 GEN - Un uomo picchia la moglie e i figli per avere i soldi necessari a comprare eroina o psicofarmaci

TERAMO - 19 GEN - Un uomo ha ucciso la moglie, tagliandole la gola e poi ha chiamato i carabinieri per costituirsi.

MILANO - 16 GEN - Un uomo aggredisce ex moglie con fiamma ossidrica: non accettava la recente separazione. Ora è accusato di tentato omicidio

CALTANISSETTA - 16 GEN - Tre uomini sono accusati di avere stuprato la notte di Capodanno una ragazza di 18 anni.

OLBIA - 15 GEN - Ragazza 15enne denuncia lo zio per violenza sessuale.

FABRIANO - 15 GEN - Una donna ha denunciato di subire violenze sessuali continuate e minacce perpetrate da un uomo affittatario di una stanza nella casa della donna.

FIRENZE - 14 GEN - Quattro uomini tentano di stuprare una ragazza

BOLOGNA - 13 GEN - Un uomo ha tentato di stuprare una donna nel parco, che è riuscita a salvarsi gridando aiuto e attirando così l'attenzione di una coppia che l'ha aiutata.

BARI - 13 GEN - Un uomo è stato accusato di violenza sessuale aggravata perpetrata nei confronti di una giovane donna disabile.

GENOVA - 13 GEN - Si è aperta il processo per l'omicidio di Lisa Molino, uccisa a 21 anni dal marito.

IMOLA - 13 GEN - Ha patteggiato due anni di carcere l'uomo arrestato in marzo perché accusato di violenza sessuale su una ragazzina all’epoca dei fatti appena tredicenne.

ROMA- 13 GENNAIO - Un uomo armato tenta violenza sulla ex fidanzata, che riesce a liberarsi urlando e attirando l'attenzione di un altra donna

ROMA - 13 GENNAIO - Alcuni mesi fa aveva rapito il figlio portandolo via alla moglie, poi ha minacciato la donna e le ha chiesto del denaro.

ITALIA

* Il 19 gennaio a Roma, a Caserta, a Reggio Calabria e in tante altre città italiane si terranno dei presidi sotto le prefetture, per far sentire la nostra voce portare al governo le nostre proposte.

*A ROMA APPUNTAMENTO SOTTO LA PREFETTURA IN P.ZZA SANTI APOSTOLI ALLE ORE 16.00

* 24 gennaio a Roma l’assemblea nazionale sulle migrazioni, Via De Lollis, n. 6 Roma (vicino Metro Termini)

ore 18 risentire Torino - val sdi susa

FANO, RITROVATA LA RAGAZZA 17ENNE, ARRESTATO IL PADRE

Questa mattina è stata ritrovata Almas, la ragazza pakistana di 17 anni scomparsa ieri a Fano all'uscita di scuola. La ragazza era stata rapita dal padre-padrone che non poteva vedere la figlia dopo che, per decisione del Tribunale dei minori di Ancona, la ragazza era stata allontanata dalla famiglia e affidata a un centro per ragazzi in difficoltà

L'uomo voleva costringere la figlia a sposare un connazionale, contro la volontà di lei.

In passato Almas è stata vittima di ripetuti maltrattamenti e imposizioni da parte del padre, che non accettava il suo modo di vivere "troppo occidentale". Ad aprile il padre l'ha picchiata fino a mandarla in ospedale: è quindi scattata una segnalazione ai Servizi sociali e il Tribunale dei minori ha affidato la ragazza alla comunità di accoglienza.

MILANO, PIU' DU UNO STUPRO AL GIORNO

Milano detiene il triste record delle violenze sessuali in Italia: 480 casi nel 2009, più di uno al giorno. Secondo le statistiche la stragrande maggioranza degli stupri avviene sempre tra le mura domestiche, dove la gran parte dei violenti è di nazionalità italiana, come le vittime.

Alessandra Kustermann del Centro soccorso violenza sessuale spiega: "alla clinica Mangiagalli si sono registrati solo nell'ultimo anno più di 330 casi di violenza sessuale, a cui se ne sommano altri 220 di violenza domestica. I dati sono stabili rispetto agli anni precedenti - spiega Kustermann - sono però in aumento i casi di violenza sessuale con amnesia della vittima, quelli cioè in cui sono state utilizzate droghe da stupro o alcol". "Oggettivamente nella maggior parte dei casi di violenza sessuale la vittima conosce l'aggressore" e questo porta spesso le donne a non chiedere subito aiuto. Al contrario, praticamente tutte quelle che vengono aggredite da sconosciuti arrivano immediatamente al centro di soccorso.

BACIO GAY AL COLOSSEO SI AI FILMATI DELLE TELECAMERE

Si è tenuta ieri mattina l'udienza del processo che vede coinvolti Roberto e Michele, i due ragazzi che, nella notte del luglio 2007, vennero fermati da una pattuglia di carabinieri al Colosseo, nei pressi della Gay Street di Roma, mentre si stavano baciando, e vennero denunciati per atti osceni in luogo pubblico. Il giudice ha disposto l'acquisizione dei video delle telecamere posizionate al Colosseo, accogliendo la richiesta avanzata dai legali dei gay. Adesso è il Comune di Roma, che gestisce gli impianti di videosorveglianza, che dovrà rendere disponibili le registrazioni.

Continua intanto lo sciopero della fame, partito con un sit-in in piazza Montecitorio due settimane fa, da due gay di Savona, Francesco e Manuel, che protestano affinché il parlamento calendarizzi la discussione sulle coppie di fatto. Da tutta Italia stanno arrivando manifestazioni di solidarietà all'iniziativa. E' partita una sorta di staffetta per lo sciopero ad oltranza a cui hanno aderito altre due persone, Giuliana del Progetto Moussa di Bari, che ha iniziato lo sciopero il 16 gennaio e un ragazzo di Roma, Luca che lo ha iniziato il 17 gennaio.

Noi del MFLA non siamo pienamente in accordo con la forma di lotta dello sciopero della fame, nè tantomeno con i contenuti della lotta perchè vorremmo che i diritti siano riconosciuti a tutte e tutti individualmente, ad ogni singola persona, sia essa in coppia o meno, italiana o stranera. Comunque ci sembra importante non tralasciare questa notizia che comunque da visibilità ai gay.

(non so se la notizia è già circolata, io non lo sapevo) Scatti stipendiali per gli insegnanti, ma solo per quelli di religione. Lo ha stabilito il ministero dell'Economia lo scorso 28 dicembre. Mentre i sindacati della scuola sono alle prese con un complicato rinnovo del contratto in favore di tutti i docenti e gli Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) della scuola, alla chetichella quelli di religione nella busta paga del mese di maggio troveranno una gradita sorpresa: il "recupero" degli scatti (del 2,5 per cento per ogni biennio, a partire dal 2003) sulla quota di retribuzione esclusa in questi anni dal computo. Supplenti compresi.

http://www.repubblica.it/scuola/2010/01/16/news/aumenti_prof_religione-1971395/

ESTERI

RAPE AXE, IL PRESERVATIVO ANTISTUPRO

Ci sono voluti quasi due anni di test e ora è realtà. Il preservativo antistupro è il frutto del lavoro di una donna da sempre in prima linea nel combattere le violenze. Sonnette Ehlers, sudafricana, per motivi professionali ha avuto a che fare con molte donne vittime di stupri e ha deciso di contribuire di persona alla lotta contro quest'orrenda sopraffazione. L’idea è tutto sommato semplice. Una membrana di plastica dura che, al suo interno, nasconde aculei e protuberanze. Questa sorta di preservativo va inserito nella vagina e si avvinghia letteralmente attorno al pene, una volta che questo vi entra in contatto. E non c’è modo di staccare la guaina se non tramite un intervento chirurgico. L’inventrice auspica che ogni medico che si dovesse confrontare con la rimozione del rape axe avverta le autorità, per consegnare lo stupratore alla giustizia.

C’è un sito dedicato a questa invenzione (http://www.antirape.co.za) sul quale si possono leggere istruzioni all’uso e avvertenze, oltre alle impressioni e alle domande che vengono poste a Sonnette Ehlers tramite un forum apposito. Sono proprio i quesiti posti dalle lettrici che hanno sollevato qualche velo polemico, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza della donna che ne facesse uso e circa la garanzia che l’aggressore non abbia modo di vendicarsi prima di cercare un medico disposto a rimuovere la morsa di plastica.

Approvato dalle autorità sanitarie, il rape axe verrà prodotto in Cina.

ANCORA DA TAGLIARE

I BAMBINI TESTIMONI DI VIOLENZE HANNO UN'ARMA IN PIU' PER DIFENDERSI

18 01 2010

Una notizia davvero importante per tutti; si aspettava da tempo. Il primo protocollo in Italia fra tribunali, procure, ospedali e forze dell’ ordine per proteggere i bambini testimoni di violenze. Finalmente due grandi novità: l’aver considerato la gravità dell’assistere alle violenze da parte dei minori, come pari nel danno, all’averle subite; e la novità di un lavoro di squadra, di rete che vede coinvolte le istituzioni che dialogano e collaborano tra loro. Infatti, spesso, la mancanza di dialogo e di collegamento tra le istituzioni, crea situazioni paradossali. Si vedono a volte genitori segnalati dalla scuola o dalle usl per condotte non lineari e, magari, gli stessi sono preferiti come affidatari per i figli rispetto all’ altro genitore, in cause di separazione.

Dai risultati dello studio condotto dall’associazione Differenza Donna, sono emerse quelle notizie agghiaccianti, che per gli “addetti ai lavori” sono ipotizzabili, anche se poi le statistiche sconcertano lo stesso. Infatti, si parla di circa mille donne all’anno che si rivolgono nei centri antiviolenza per denunciare di aver subito violenza dai mariti, e si indica come il 75% la percentuale di bambini che ha assistito direttamente alle violenze. Questi bambini che assistono ai soprusi sono bambini facilmente individuabili; ad esempio nelle scuole; poiché i loro comportamenti parlano chiaro. Aggressivi, depressi, incapaci a relazionarsi, facili ad ammalarsi e con problemi nell’apprendimento. Spesso per loro si può fare poco, poiché c’ è omertà, dettata dalla paura della mamma, ma anche della scuola. Queste leggi di intesa tra le istituzioni rendono tutti più forti ed efficienti, nell’ aiuto. Se si sente che c’è una “sponda”, una tutela vera, si dà più coraggio e motivazione alle mamme e agli operatori. Questo accordo diviene la possibilità di favorire la scoperta, la denuncia, di tutte quelle situazioni sommerse e non, ma che finora sono state sottovalutate.

Si è data voce finalmente, in modo più organico, al disagio e alla violenza psicologica che i bambini subiscono in quelle famiglie, dove apparentemente va tutto bene; oppure lì dove, poiché il problema è dei genitori, si è spesso sottovalutato cosa accadeva ai figli. Questi bambini vivono nell’ incertezza, nel terrore di vedere la propria mamma picchiata o violentata; assistono muti, temendo per la propria vita e per quella della loro mamma, all’ orrore dell’ abuso. Bambini che spesso “devono dimenticare” per farsi forza e non impazzire, ma che lotteranno per tutta la vita con ciò che hanno visto e udito. Bambini e bambine ai quali finora non è stata spesso riconosciuta e legittimata la loro “ferita”, come se fosse diversa da quella di chi ha subito l’abuso personalmente. Tragedie, entrambe, che segnano i piccoli in modo a volte irreversibile. Ma oggi c’è una speranza in più, di poter esserci, di poter aiutare questi bambini a recuperare una serenità, anche se pesantemente compromessa.

Questo protocollo è pensato per far si che sia immediata l’informazione da parte della procura ordinaria, verso quella dei minori. In tal modo il minore potrà essere sottratto in modo tempestivo all’essere testimone di violenze e abusi che si consumano in sua presenza nella famiglia. Saranno accelerate anche tutte quelle cause di separazione e divorzio che presentano notizie di violenza. Le mamme e i loro figli potranno essere accolti nelle strutture protette. Negli ospedali sarà istituito un codice rosa, per connotare la violenza psicologica, fisica e sessuale, rivolta a donne e bambini. Un grande passo avanti, che dà informazione e consapevolezza alle vittime, ridando loro dignità e diritti, calpestati e disconosciuti. Nessuno, e nessun patto potrà mai cancellare i segni di queste ferite; ma venire alla luce, essere accolti, difesi, curati, può far rinascere a una nuova vita.

BABY PROSTITUTA DI CARBONIA: 7 ACCUSATI UN SOLO COLPEVOLE

unionesarda.ilsole24ore.com 15 01 10

Baby-prostituta di Carbonia: 7 accusati, un solo colpevole

Dei sette uomini sotto accusa per la vicenda della baby-prostituta di Carbonia, sei sono stati assolti. Il Tribunale di Cagliari ha assolto quattro imputati, ne ha condannato due per stupefacenti e uno soltanto per favoreggiamento della prostituzione. La vittima, oggi ventenne: «Non è possibile».

La sentenza arriva poco prima delle sei del pomeriggio e lei, la sopravvissuta oggi ventenne che ha trascinato in Tribunale sette uomini di Carbonia con l'accusa di averla sfruttata quando era poco più di una bambina, di averle ceduto droga e di averle scattato foto compromettenti, ha la delusione dipinta sul volto: «Non è possibile, non è possibile, che cosa succede ora»?.

In effetti la sentenza pronunciata dal gup di Cagliari Ermengarda Ferrarese dopo oltre sette ore di camera di consiglio se non azzera l'accusa poco ci manca: tre condanne e quattro assoluzioni ma, soprattutto, un solo imputato, Giovanni Battista Schirra, 59 anni di Carbonia, colpevole di sfruttamento della prostituzione, detenzione di materiale pornografico e spaccio di droga. Sei anni e otto mesi la condanna a fronte dei nove anni e otto sollecitati dal pubblico ministero Rossana Allieri. Il giudice ha valutato di lieve entità la cessione di stupefacenti e per lo stesso motivo ha inflitto solo due anni e otto mesi a Franco Giganti, 45 anni, e Alfredo Porcu, 41 anni, entrambi di Carbonia. Contemporaneamente ha assolto quest'ultimo dall'accusa di calunnia nei confronti di Giganti in concorso con la ragazzina, processata dal Tribunale per i minori. Per Giganti e Porcu il pm aveva chiesto pene decisamente più severe: cinque anni e otto mesi per il primo, sette e anni e due mesi per il secondo.

Gli avvocati Gianluca e Antonello Aste, Gilberto Nurra ed Enrico Garofalo annunciano ricorso in appello ma, senza dubbio, la decisione di ieri sera apre un varco nella ricostruzione dell'accusa. Come spiegare altrimenti le assoluzioni «perché il fatto non sussiste» di Antonio Mameli, 53 anni, di San Giovanni Suergiu, accusato di sfruttamento della prostituzione e detenzione di materiale pornografico, Sergio Daga, 32 anni, di Iglesias, sotto processo per spaccio di droga e detenzione di materiale pornografico, Virginio Mei, 54 anni, di Carbonia, al quale era imputato lo sfruttamento della prostituzione, Luigi Biggio, 45 anni di Portoscuso, che si è difeso dall'accusa di spaccio di sostanze stupefacenti? Le argomentazioni degli avvocati Renato Mura, Marco Aste, Leonardo Filippi, Mario Canessa e Carmelino Fenudi hanno demolito le accuse per le quali il pm aveva chiesto pene severissime: 4 anni per Mameli, 9 anni e 2 mesi per Daga, 10 mesi per Mei, 5 anni e 8 mesi per Biggio. Bisognerà leggere le motivazioni della sentenza per capire se il giudice abbia ritenuto che la ragazzina non abbia detto il vero o se le sue parole non abbiano trovato adeguati riscontri.

E comunque le tre condanne, soprattutto quella di Schirra, stanno lì a dimostrare che la ragazzina (assistita dall'avvocato Michela Zanda) non si è inventata tutto. Anzi. Non a caso le è stata riconosciuta una provvisionale di trentamila euro, il danno dovrà invece esser quantificato dal giudice civile in un separato giudizio anche se si può già prevedere che difficilmente raggiungerà i due milioni di euro sollecitati all'atto di costituzione di parte civile.

Storia brutta, da qualunque parte la si guardi, con una ragazzina di 14 anni che si vende per spiccioli e droga e qualche adulto che ne approfitta. La vicenda era saltata fuori per caso, cinque anni fa: una discussione in piazza con un adulto, la telefonata al 112 di un passante, il controllo e quelle foto hard sul telefonino dell'uomo. L'inchiesta si era presto allargata e sette uomini erano finiti sotto processo, con la città divisa tra colpevolisti e innocentisti. Ieri la sentenza, destinata a far discutere ancora.


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