Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

per GR ho guardato www.radiondadurto.org/ www.informa-azione.info/ nomortilavoro.noblogs.org/ www.globalproject.info ma non ho tagliato nulla e gli audio da onda d'urto sono da scaricare! baci daria

ESTERI

La pace secondo Israele: approvato piano per 549 abitazioni su terreni sottratti ai palestinesi.Gerusalemme. Le autorità sioniste hanno approvato un piano che prevede la costruzione di 549 nuove abitazioni per i coloni, a sud di Gerusalemme. Ne ha dato notizia un dirigente di "Ir Amim", un gruppo israeliano, che ha spiegato che la municipalità di Gerusalemme ha autorizzato un progetto per un nuovo insediamento, che sarà edificato sui terreni della cittdina di Beit Safafa, sulla strada Gerusalemme-Hebron. Il "piano 5834B" prevede la costruzione di cinque edifici di sei piani su terreni sottratti ai palestinesi. Il nuovo insediamento sarà interconnesso a quelli già esistenti nel sud di Gerusalemme, compresi Har Homa e Gilo. Tutto questo, nonostante le richieste internazionali, rivolte a Israele, di "congelare" le attività coloniale in vista della ripresa degli "accordi di pace". Una pace che lo stato ebraico non vuole.

GRECIA: OCCUPATA E BLOCCATA LA BORSA AD ATENE ALLA VIGILIA DELLO SCIOPERO GENERALE

Sindacati e lavoratori sul piede di guerra anche in Grecia. Un gruppo di militanti del Pame, la principale sigla sindacale greca, hanno occupato e bloccato stamani la Borsa di Atene, per protestare contro le misure di austerità varate dal governo socialista per appianare il debito pubblico. L'intenzione degli occupanti è di restare per tutta la giornata e fino ad ora la polizia non è intervenuta per mettere fine alla protesta, che avviene alla vigilia dello sciopero generale di 24 ore proclamato per domani. Un blocco che fermerà aerei, treni, trasporti urbani, scuole, uffici, supermarket, banche, ospedali, tribunali e determinerà un black out informativo in virtù dell'adesione dei giornalisti. La protesta, convocata dal sindacato del settore privato, Gsee, ha trovato anche l'adesione della confederazione dei dipendenti pubblici, Adedy, e del sindacato comunista Pame, che hanno già scioperato lo scorso 10 febbraio. Il servizio con Achille, nostro corrispondente da Atene.

[Scarica il contributo audio, durata: 59 sec.]

domani sciopero generale in grecia contro le misure anticrisi del governo. Chi si pu sentire? Io posso provare a verificare se manifesto o liberazione hanno mandato qualcuno...

ITALIA

COMUNICATO di RADIOBLACKOUT

23/02/10 Comunicato sulla perquisizione a Radio Blackout 105.250 fm

Nel pieno della campagna "spegni la censura, accendi blackout!", ad un mese dalla scadenza prevista del contratto d'affitto con cui Chiamparino cerca di mettere a tacere una storica voce libera e indipendente della città, Radio Blackout subisce questa mattina un nuovo attacco censorio e intimidatorio. Con la scusa di un'operazione di polizia inconsistente, volta a criminalizzare l'Assemblea Antirazzista Torinese, che da mesi organizza appuntamenti pubblici di protesta contro l'orrore dei centri di identificazione ed espulsione, la radio viene di fatto sequestrata per più di 6 ore, impedendoci di andare in onda con il nostro consueto palinsesto di quotidiana contro-informazione. Per più di un'ora è stato anche staccato il segnale radio. Messi sotto sequestro apparecchiature informatiche fondamentali per la quotidiana attività della radio.

La nuova "grande operazione", fatta di 23 perquisizioni, 3 arresti "cautelari" in carcere e altre 3 custodie ai domiciliari è costruita, ancora una volta, su reati di scarsissima rilevanza penale: insulti, reati contro il patrimonio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale e una generica associazione a delinquere. Tre dei colpiti da questi provvedimenti sono nostri redattori. A ordire la trama contro i "nemici pubblici", il sostituto Pm Andrea Padalino, già salito agli onori delle cronache per la proposta razzista di rendere obbligatorie le impronte digitali per gli/le immigrati/e. Radio Blackout non si è mai sottratta dal denunciare pubblicamente con la propria attività informativa le ossessioni xenofobe di questo pubblico ministero. Non ci stupisce che con la dilatata perquisizione mattutina della nostra sede (e con l'operazione tutta) il Pm in odore di carriera cerchi anche una personale vendetta.

L'indagine si sgonfierà presto, il tutto si risolverà ancora una volta in un nulla di fatto. Ma intanto, attraverso la scusa di misure "cautelari", s'imprigionano e zittiscono le voci scomode. Per parte nostra diamo tutta la nostra solidarietà agli arresati e denunciati. Come mezzo di comunicazione libero e indipendente denunciamo la pretestuosità di un attacco che giudichiamo censorio e intimidatorio. Un attacco che, guarda caso, cade in un momento particolare della vita di Radio blackout e della stessa città di Torino. Mentre si preparano le elezioni regionali e l'ostensione della sindone, le contraddizioni che attraversano la città e il territorio circostante restano tutte aperte: crisi, disoccupazione,casse integrazione che volgono al termine, l'opposizione popolare all'Alta Velocità, le ribellioni dentro i Cie, il massacro della scuola pubblica. Si cerca insomma di normalizzare una delle poche voci libere della città.

Ma Radio Blackout non si fa intimidire e rilancia: la data di scadenza sul tappo continuiamo a non vederla... Spegni la censura, accendi Blackout!

23 febbraio 2010 La redazione di Radio Blackout

Nuovo tentativo di suicidio nel CIE di Ponte Galeria

corrispondenza Ror

23 febbraio. Questa mattina Radio Blackout è stata perquisita nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria coordinata dalla procura di Torino sui fatti del Cambio e sulle azioni degli ultimi due anni contro Lega, Cie e Cri. L'operazione poliziesca ha comportato decine di perquisizioni, anche in altre città, come Mantova, Cuneo, Trento. Tre persone sono state arrestate, tre sono state messe ai domiciliari e una è stata colpita dal divieto di dimora. Sequestrate le attrezzature informatiche necessarie per le attività della radio, il segnale è stato interrotto per più di un'ora.

Audio conferenza stampa

ITALTEL: SCIOPERO E CORTEO CONTRO LA CASSA INTEGRAZIONE

Ancora lotte per il diritto di lavoro, in Italia e non solo. Adesione totale, secondo i sindacati, allo sciopero di un'ora indetto stamani dai lavoratori della Italtel di Settimo Milanese, per protestare contro la cassa integrazione per 400 lavoratori in tutta Italia. Tutti i dipendenti, circa 1.200, sono usciti dagli uffici e hanno organizzato un corteo all'interno dell'azienda. I lavoratori di Settimo Milanese a rischio cassa integrazione sono 237, mentre, secondo il piano industriale dovrebbe chiudere del tutto lo stabilimento di Roma. I sindacati hanno chiesto un incontro urgente alla Regione Lombardia e alla Provincia di Milano, per discutere sulle prospettive occupazionali nell'area. Nel pomeriggio si terrà un'assemblea, durante la quale si deciderà la data per una manifestazione che coinvolga i dipendenti di tutte le aziende in crisi nell'Alto Milanese, dall'Eutelia alla Nokia Siemens. Stamattina intanto le parti si sono incontrate nella sede di Assolombarda: com'è andato l'incontro? Fabio Magnifico, segretario Fiom-Cgil di Milano direttamente impegnato nella vicenda Italtel.

[Scarica il contributo audio, durata: 47 sec.]

TORINO: PROPOSTA PROVOCATORIA AGLI OPERAI DELLA THYSSEN KRUPP

Continuiamo a parlare di lavoro e licenziamenti, soprattutto di quella che i sindacati hanno definito come una vera e propria provocazione: cassa integrazione in deroga in cambio della rinuncia ad azioni legali nei confronti della ThyssenKrupp e dell'azzeramento dei precedenti accordi. La multinazionale dell'acciaio ha avanzato ieri questa proposta a Fiom, Fim e Uilm durante l'incontro che si è svolto presso l'assessorato al Lavoro della Regione Piemonte. I sindacati chiedevano una tranche di cassa straordinaria in deroga per 8 mesi per circa 30 lavoratori, ex operai delle acciaierie di Corso Regina Margherita, che dal 2 marzo saranno senza copertura. A partire dal giorno successivo, infatti, l'azienda potrà procedere in modo unilaterale, licenziando i lavoratori e aprendo una procedura di mobilità obbligatoria. In cambio della concessione di questa cig, l'azienda ha dunque chiesto l'annullamento degli accordi precedenti e ha preteso che ulteriori incentivi all'esodo siano elargiti solo in base al ripristino del verbale di transazione tombale, già oggetto di aspre polemiche. Il servizio con Ciro Argentino, ex operaio della ThyssenKrupp di Torino sopravvissuto all'incendio del 6 dicembre 2007.

[Scarica il contributo audio, durata: 1 min.]

Alessandria - In movimento per il diritto alla casa

E' iniziata molto presto la giornata di mobilitazione della Rete Sociale per la Casa nella città di Alessandria. Appuntamento alle ore otto del mattino per dirigersi in Via Ugo Foscolo al quartiere Pista con l'intento di impedire lo sfratto per morosità incolpevole di una famiglia di migranti. Alle 9 e 30 si è presentato l'Ufficiale Giudiziario, accompagnato dalla proprietà e dall'avvocato. Ad una prima affermazione azzardata dove comunicava che dovevano assolutamente abbandonare l'alloggio, tutti sono stati ricondotti a più miti consigli. La presenza di una cinquantina di persone al picchetto antisfratto ha conquistato una proroga al 31 di Marzo, giornata entro la quale le Istituzioni sono chiamate a trovare una soluzione alternativa. Finito il blocco dello sfratto i manifestanti si sono diretti davanti al Comune di Alessandria dove ad attenderli c'erano altre famiglie e attivisti. In tutto circa una settantina le persone presenti al presidio davanti a Palazzo Rosso, per chiedere una soluzione alternativa per gli abitanti di Via Carlo Alberto 14, il blocco degli sfratti e la regolarizzazione delle occupazioni abitative di via Viora. I manifestanti hanno chiesto a gran voce un incontro con il Sindaco, nonchè assessore alla casa della città e visto che tardava ad arrivare, hanno invaso la carreggiata inscenando un blocco stradale nella centralissima Piazza Libertà, mandando in tilt il traffico cittadino. Solo a quel punto dal palazzo comunale comunicavano la disponibilità del Sindaco all'incontro nel corso del quale il primo cittadino ha preso l'impegno che per tutte le famiglie di via Carlo Alberto verrà trovata una soluzione alternativa nel tempo massimo di quindici giorni. Rassicurazioni sono arrivate anche sul versante del blocco degli sfratti, con l'amministrazione che si è impegnata ad assegnare case popolari prima del prossimo passaggio dell'Ufficiale giudiziario e per quanto riguarda la regolarizzazione delle occupazioni di via Viora che comunque non verranno sgomberate. La Rete Sociale per la Casa, che in questo momento organizza una trentina di famiglie, vigilerà che le buone intenzioni si trasformino in atti concreti e questa sera è in programma una nuova assemblea per decidere i prossimi passi da fare per tutelare il diritto alla casa. Solo la mobilitazione e l'autorganizzazione hanno prodotto questi primi risultati parziali. Si replica il giorno 26 Febbraio con il blocco dello sfratto di un'altra famiglia migrante e il 1 Marzo con la grande giornata di mobilitazione dei migranti e degli antirazzisti alessandrini.

L'ANTIFASCISMO NON E' UNA RICORRENZA

Il 22 febbraio 1980 Valerio Verbano fu assassinato dai fascisti dei NAR. Fu assassinato perchè comunista, voleva e cercava una società senza più sfruttamento e ingiustizie: aveva lavorato ad un'inchiesta sulle collusioni fra neofascisti, stato e criminalità organizzata. Roberto Scialabba fu ucciso il 28 febbraio 1978, durante una aggressione squadrista dei fascisti dei NAR (Fioravanti C. e V., Anselmi, Alibrandi), a Cinecitta'. L'assassinio fu rivendicato come vendetta per Acca Larentia. La stampa, ovviamente, pubblicò la notizia del suo assassinio come un regolamento di conti per questioni di droga per snaturare del contenuto politico un'aggressione fascista. Valerio, militante nell?area dell?Autonomia, attivo nel collettivo del Liceo scientifico Archimede e nel quartiere; Roberto, militante di Lotta Continua poi attivo nell?Autonomia e impegnato nell?occupazione di via Calpurnio Fiamma; entrambi compagni operativi e legati a percorsi di liberazione antagonisti e anticapitalisti.

Percorsi che vedevano la contrapposizione ai modelli tradizionali della politica (partiti e partitini) e lo sviluppo di un?organizzazione autonoma tra i /le proletari/e, a cominciare dal proprio territorio, al fine di costruire una società altra da quella (capitalistica) esistente.

Valerio e Roberto erano entrambi rivoluzionari ed è per questo che furono eliminati; praticavano l'antifascismo come aspetto necessario della lotta di classe nel quartiere e in tutta la città. Era, quindi, parte integrante della loro scelta politica quotidiana sia come individui che comunisti.

Come ogni anno ci ritroviamo tutti e tutte insieme per ricordarli. Per ricordare e far presente come l'antifascismo, per noi, come per Roberto e Valerio, si inserisca all?interno di una pratica quotidiana di opposizione ai modelli di gestione autoritaria dei territori ed alla loro svendita da parte della classe dirigente in favore degli interessi privati. Ed è proprio perché pensiamo che l'antifascismo non sia riducibile a sterili liturgie, a merce elettorale, a vetrina spettacolare o a valore commerciale, ma vada praticato quotidianamente a partire dalle lotte, dalla presenza e dal lavoro sui territori, che oggi scendiamo in piazza con un apposito striscione per rilanciare un opposizione di classe che ha come sua naturale controparte lo sfruttamento dei padroni e le loro istituzioni locali e nazionali. Come si sta verificando per la Provincia di Roma che sostiene gli scellerati progetti dell?inceneritore di Albano contro le popolazioni locali mentre al contempo cerca falsamente di accreditarsi come interlocutrice dei movimenti.

Mercoledì 24 FEBBRAIO VALERIO VERBANO-ROBERTO SCIALABBA

'MEMORIA E IMPEGNO' ASSEMBLEA CITTADINA ore 17

facoltà di Fisica vecchio edificio Università la Sapienza

Assemblea Coordinata e Continuativa Contro la Precarietà, Spazio Sociale Occupato ?Ex-51? Valle Aurelia ? Roma, CSOA ?I Pò? Marino, Comitato di lotta Quadraro, Combat

RU486: le Regioni divise tra day hospital e ricovero ordinario notizia un po' vecchia, vedete voi

20 FEB - Un’inchiesta de Il Bisturi rivela che, alla vigilia dell’arrivo della pillola abortiva, solo 6 Regioni hanno deciso (3 per il ricovero ordinario e 3 per il day hospital) quale via di somministrazione adottare. Le altre aspettano indicazioni da Roma e c’è qualcuno che ha rimandato la scelta al dopo elezioni di marzo.

Ormai manca solo la “fustella”. Una volta che il Poligrafico dello Stato terminerà la stampa delle etichette, contenenti il codice a barra e le altre indicazioni di legge, la ditta francese produttrice della RU 486 inizierà a spedire le confezioni in tutta Italia. Questione di qualche settimana al massimo (si parla realisticamente di metà marzo), hanno confermato dal quartier generale di Parigi della Exelgyn. Tutto a posto, quindi? Non tanto, perché al momento – secondo i dati raccolti da Il Bisturi - solo sei Regioni italiane (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana, Trento e Veneto) hanno già deciso come somministrare la RU 486 alle donne che vorranno effettuare l’aborto farmacologico in alternativa a quello chirurgico. Tutte le altre non hanno ancora preso una decisione. In particolare, Lombardia, Toscana e Veneto hanno deliberato per il ricovero ordinario per tutta la durata dell’interruzione di gravidanza (normalmente tre giorni), mentre Emilia Romagna, Piemonte e P.A. di Trento, hanno seguito la via della possibilità del day hospital, prevedendo appositi protocolli che consentono comunque il monitoraggio costante della donna, anche al di fuori dell’ospedale, per l’arco di tempo necessario all’aborto.

Le altre Regioni aspettano indicazioni. Indicazioni che potrebbero prendere la forma di vere e proprie linee guida nazionali, come auspicato dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi (che ha mantenuto la delega politica per le questioni etiche) e dal sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella o, come preferito dalle Regioni, di un’intesa in Conferenza Stato Regioni. Su tutto peserà senz’altro il parere del Consiglio superiore di sanità, annunciato dal ministro Ferruccio Fazio (anche se la richiesta formale di parere non è stata ancora inoltrata al neo presidente Enrico Garaci), che tornerà a pronunciarsi sulla RU 486 dopo averlo già fatto in occasione della sperimentazione della pillola all’ospedale S. Anna di Torino nel biennio 2004/2005. Comunque ad oggi nulla è ancora stato deciso e il quadro che emerge dall’indagine è quello di una preoccupante confusione, almeno nelle Regioni ancora indecise sul da farsi.

In questi ultimi casi, infatti, pur essendo state fatte riunioni, attivati tavoli tecnici e commissioni sanitarie allo scopo di raccogliere i pareri degli esperti e per sviluppare analisi dei costi a seconda degli scenari prospettabili, per il momento si è stabilito di aspettare. E tra le motivazioni poste figura anche l’esito delle elezioni di marzo, “perché – hanno rilevato alcuni interlocutori – questa decisione non è solo sanitaria ma anche etica e politica”.

LE REGIONI E LA RU486

Sì al day hospital: Emilia Romagna, Piemonte, P.A. di Trento

Solo ricovero ordinario: Lombardia, Toscana, Veneto

Non hanno ancora deciso: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna Sicilia, Umbria, Valle d’Aost a Nota: La P.A. di Bolzano non ha risposto all’inchiesta

Fonte: indagine de Il Bisturi – febbraio 2010

GOITO, ALL' ASILO SI ACCETTANO SOLO BIMBI DI FAMIGLIE CRISTIANE

Il regolamento, all'articolo 1, pone come condizione per iscrivere il figlio all'asilo l'accettazione di una sorta di preambolo religioso: la provenienza da una famiglia cattolica o cristiana, escludendo di fatto molte famiglie di immigrati di diverso orientamento religioso. Resta da stabilire se nell'ispirazione cristiana siano comprese le coppie divorziate o i non credenti.

La giunta di centrodestra - capeggiata dal sindaco Anita Marchetti, area Udc, appoggiata da parte del Pdl e dalla Lega Nord - motiva tale decisione con il fatto che «pur essendo l'asilo pubblico, da sempre viene gestito secondo criteri che si ispirano al cristianesimo».

Il centrosinistra ha sollevato in aula il tema dell'incostituzionalità. Ma la maggioranza si è detta certa che la preclusione dell'iscrizione a un asilo da sempre gestito con criteri cristiani non va contro i dettati della Costituzione. In pratica si vuole rispettare la tradizione di una gestione. La vicenda è già stata segnalata all'Anci da una consigliere dell'opposizione. Ha chiesto di fare pressioni sulla giunta di Goito per impedire che tale regolamento discriminatorio venga attuato. (23 febbraio 2010)


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina