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ITALIA

Movimenti per la casa

Sgombero, questa mattina dello stabile occupato dai movimenti per la casa romani in via degli Eucalipti nel quartiere di Centocelle. Nel pomeriggio gli stessi movimenti sono saliti sul tetto di ??? per protestare e reclamare risposte concrete all'emergenza abitativa alla vigilia del consiglio comunale sul piano casa, previsto per domani. CORRISPONDENZA DAL VIVO.

Presidio contro Rewind Diverse decine di studenti e studentesse dell'Onda Anomala hanno manifestato questa mattina con un presidio di fronte al Palazzo di Giustizia di Torino, per protestare contro l'inizio del processo nei confronti di alcune persone coinvolte secondo le accuse negli incidenti del G8 Universitario del 19 maggio dello scorso anno. L'udienza preliminare è stata rinviata al prossimo 1 aprile per un vizio di forma. La manifestazione, che ha visto la partecipazione anche di studenti e studentesse anche da altre città vicine, si è svolta, non senza menzione dell'accaduto, il giorno dopo i 7 arresti e le 23 perquisizioni contro le compagne e i compagni torinesi e Radio Black Out. Ascoltiamo la CORRISPONDENZA realizzata questa mattina da Radio Onda d'Urto.

Diaz

Sono passati quasi dieci anni, ma Genova non si dimentica, si spera non solo per gli aggiornamenti giudiziari, come quello di oggi: in mattinata il procuratore Pio Macchiavello durante la sua arringa ha chiesto per i 27 imputati delle violenze nella scuola Diaz più di 110 anni di reclusione. "Non si possono dimenticare le terribili ferite inferte a persone inermi" ha detto il procuratore generale che ha aggiunto: "La premeditazione, i volti coperti. La falsificazione del verbale d'arresto dei 93 no global e le bugie circa la loro presunta resistenza. La sistematica e indiscriminata aggressione". Gli imputati sono tutti funzionari ed agenti della Polizia di Stato, tra loro Spartaco Mortola, all’epoca capo della Digos, ora vice questore di Torino e spesso e volentieri “presente” in Val di Susa. A novembre 2008 il processo di primo grado si era chiuso con la condanna di tredici dei ventinove imputati.

Non uno di meno

ASCOLTARE PRIMA CORRISPONDENZA

Occupazione alla Principe di Piemonte I genitori, il personale docente e A.T.A. del 49° Circolo Didattico "Principe di Piemonte" di Roma hanno deciso di occupare la scuola per protestare e per informare sui provvedimenti governativi che hanno ormai portato la scuola pubblica al collasso. “Un processo – si legge nel comunicato - iniziato da circa 15 anni, in cui la politica scolastica dei vari governi che si sono succeduti è stata caratterizzata prioritariamente da una dotazione di risorse finanziarie sempre più esigua, fino ad arrivare al quasi completo azzeramento dei finanziamenti ministeriali; parallelamente si assiste ad un crescente finanziamento nei confronti della scuola privata in evidente contrasto costituzionale.” La protesta e' dovuta anche al mancato finanziamento per le supplenze e al carente funzionamento amministrativo e didatticom che reso, di fatto, impossibile il regolare svolgimento delle attività didattiche ed educative. L'occupazione – simbolica – e' iniziata ieri e continuera' fino a domani.

L'Aquila

Era la giornata delle chiavi da appendere alle transenne del corso per tornare a chiedere, come domenica scorsa, la riapertura del centro storico, dopo il sisma dello scorso 6 aprile. Ma i manifestanti, almeno un migliaio, hanno raggiunto quell' universo di vicoli e vicoletti, della zona rossa dell'Aquila, da dieci mesi interdetti.

gli aquilani hanno così espresso la loro indignazione contro i ritardi nella rimozione delle macerie e le mancate case assegnate, e la loro protesta si è anche rivolta contro l'informazione che, secondo loro, non rende giustizia di una realtà drammatica. A farne le spese una troupe del Tg1, all'Aquila per un servizio di approfondimento. Gli aquilani li hanno apostrofati a suon di «scodinzolini, scodinzolini!», accusando l'emittente nazionale di aver diffuso un'immagine falsata della situazione in Abruzzo

Mantova

Asilo comunale accetta solo bambini cristiani. Accade a Goito, paesino i provincia di Mantova. Dove l’amministrazione comunale ha approvato un regolamento dove all’articolo 1 c’è scritto che possono accedere all’asilo solo bambini appartenenti a famiglie che accettano«l’ispirazione cristiana della vita».

disastro petrolio Monza

E' stato aperto presso la Procura del Tribunale di Monza un fascicolo per disastro ambientale e avvelenamento delle acque per l'inquinamento del Lambro provocato dalla fuoriuscita di oli combustibili dai depositi avvenuta ieri. Il petrolio che e' stato versato nel Lambro, dopo lo sversamento di 600mila litri di petrolio, e che e' arrivato al Po stara' nel 'Grande fiume' per cinque giorni. E' questa la previsione della Protezione civile dell'Emilia-Romagna che ha diffuso un'allerta agli enti locali che si affacciano sul Po. Parte del materiale inquinante interessera' l'asta del fiume nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Ferrara fino a lunedi'. Sono in corso analisi chimico-fisiche da parte di Arpa e la realizzazione di tre sbarramenti in Provincia di Piacenza per il contenimento e il parziale recupero del materiale inquinante. Intanto, due sbarramenti con le panne, barriere galleggianti, sono quelle che cercheranno di arginare la marea nera che sta percorrendo il Po, dopo lo sversamento nel Lambro.

ESTERI

Francia, un altro suicidio in carcere

L'ennesima morte in carcere è avvenuta nel penitenziario minorile di Orvault, dove si è impiccato un sedicenne con problemi psichici. Un adolescente è stato trovato morto nella doccia della sua cella nel carcere minorile (Epm) di Orvault. Il giovane ha prima messo alcuni vestiti sotto le lenzuola, in modo da far credere alle guardie di essere andato a letto, ma poi si è nascosto nella doccia, dove si è impiccato. Il ragazzo, dell'età di circa sedici anni, era un giovane "assai fragile", secondo quanto riferito ed era stato più volte ricoverato in ospedali psichiatrici.

Sarkozy Rwanda

Rinnovamento dell’amicizia franco-gabonese con firma di un nuovo accordo di difesa: così viene presentata dalla stampa africana la visita del presidente francese Nicolas Sarkozy in corso da stamattina a Franceville e quindi a Libreville. Nonostante l’intenzione dichiarata del capo dell’Eliseo di voltare pagina sugli anni della ‘Françafrique’, la fitta rete di relazioni tra Parigi e le sue ex-colonie spesso definita sinonimo di clientelismo, corruzione e neocolonialismo, è la terza volta in meno di tre anni che il presidente francese visita il piccolo paese (1,5 milioni di abitanti) dalle risorse petrolifere in declino. In realtà, secondo gli osservatori, per Parigi si tratta di riconfermare la sua presenza militare in Africa occidentale, con la scelta di Libreville come unica base nella regione, dopo la prossima chiusura di quella di Dakar (Senegal). Sul fronte economico, il presidente Omar Bongo, sostenuto da Parigi alle elezioni di Agosto, viene visto un buon garante per la stabilità del paese e dunque per gli interessi francesi (petrolio con ‘Total’, manganese con ‘Comilog’) ultimamente in concorrenza con quelli della Cina. Tra i possibili punti in agenda dell’incontro, la questione del legno gabonese, dopo l’interdizione di esportare legname allo stato grezzo: si tratterà di ottenere ulteriore garanzie di risarcimento per le società francesi operative nel paese. Ad ogni modo, sottolinea la stampa africana e internazionale, è in ballo la definizione di nuovi rapporti all’insegna della trasparenza, dopo alcuni anni di ‘incomprensione’ e di ‘cattiva pubblicità’ in Francia per il presidente defunto Ali Bongo, contro cui è aperto un procedimento penale sull’origine “dubbiosa” dei suoi beni. Domani Sarkozy partirà per un viaggio lampo a Kigali (il primo da un presidente francese in 25 anni, ndr) in quello che viene presentata come “la visita della riconciliazione” dopo la ripresa dei rapporti diplomatici tra la Francia e il Rwanda, lo scorso Novembre. Solo Lunedì era stata annunciata la riapertura dell’ambasciata del Ruanda a Parigi. Dopo un breve incontro col presidente Paul Kagamé, il capo dell’Eliseo visiterà il Memoriale del genocidio del 1994: un evento che fu all’origine della ‘rottura’ tra i due paesi nel 2006, quando un giudice francese spiccò mandati d’arresto nei confronti di nove personalità vicine a Kagamé, accusate dell’attentato del 94 che uccise l’allora presidente Juvénal Habyarimana, e segnò l’inizio del genocidio. Sulla via della riconciliazione, ad inizio anno la giustizia francese aveva annunciato la creazione di un’apposita sezione del Tribunale di Parigi per perseguitare e giudicare i presunti autori del genocidio rifugiati sul territorio francese. Tuttavia la stampa ruandese non dà molto risalto all’arrivo di Sarkozy o ne parla con poco entusiasmo: al di là dell’aspetto diplomatico vengono citati gli interessi economici di Parigi nel paese delle ‘mille coline’, valutato dalle organizzazioni finanziarie internazionali come un “paradiso per il mondo degli affari”. Dopo Londra e Washington, diventati partner privilegiati di Kigali, anche la Francia auspica l’avvio di progetti comuni nei settori dell’energia, dell’agricoltura e delle foreste in una regione, quella dei Grandi Laghi, ricca di risorse minerarie. Una visita che viene valutata da organizzazioni dei diritti umani come un “volta-faccia poco democratico” di Parigi, potenza coinvolta nel genocidio, che si lega a un governo, quello di Kagamé che è parte in causa nel conflitto in corso dal 1998 in Kivu (Congo) a nome di interessi commerciali.

Spagna: contro l'accanimento terapeutico

Il parlamento andaluso dovrebbe approvare a breve la legge della Morte Degna, la prima in Spagna ad impedire l'obiezione di coscienza ai medici ed ampliare la definizione di malattia terminale e di agonia. Il testo parlerà specificamente di persone con infermità gravi irreversibili, come richiesto dall'associazione Diritto a Morire Degnamente (DMD). La legge, specifica il presidente di DMD, permetterà che pazienti con infermità degenerative, in stato vegetativo, inclusi i malati e le malate di Alzheimer avanzato, possano rifiutare gli accanimenti terapeutici, come l'alimentazione tramite sonda o qualunque supporto vitale. La legge, se entrerà in vigore, sarà vincolante per tutti i centri medici, inclusi quelli religiosi, senza permettere alcun margine di dubbio. Una legge dovrebbe colmare un vuoto per cui, in molti casi, la fase terminale del paziente dipende dal medico. Secondo esponenti del partito dell'Unione Istituzionale "l'approvazione della legge è una stupenda opportunità per dimostrare che la servitù alle gerarchie ecclesiastiche è parte del passato, promulgando una legge che sviluppa il diritto sociale e del cittadino, come contemplato dallo statuto andaluso".

Darfur cessate il fuoco

Cessate il fuoco immediato, un programma di integrazione dei militanti del Movimento giustizia e uguaglianza (Jem) nell’esercito sudanese e l’impegno delle parti a sottoscrivere un trattato di pace definitivo entro il 15 Marzo: sono questi gli aspetti essenziali dell’intesa siglata questa sera a Doha, in Qatar. L’accordo è stato raggiunto un anno dopo la firma, sempre nell’emirato, di un documento che prevedeva una serie di aperture e concessioni reciproche da parte di Khartoum e del Jem con l’obiettivo di condurre a negoziati di pace. Nell'accordo in particolare si affermerebbe che il governo e il gruppo ribelle avrebbero “trovato un’intesa sulla partecipazione del Movimento giustizia e uguaglianza a tutti i livelli di amministrazione secondo modalità che saranno concordate dalle parti”. Proprio su questo e altri aspetti, in realtà, molto resta da capire. Solo questa mattina un dirigente del Jem aveva definito la scadenza del 15 Marzo non realistica. Parole in contrasto con quelle pronunciate ieri sera dal presidente sudanese, Omar Hassan al-Bashir, secondo il quale “in Darfur ci sarà la pace prima delle elezioni” nazionali previste ad Aprile. L’intesa non sarebbe invece stata sottoscritta da alcuni gruppi ribelli minori, come ad esempio dall’Esercito di liberazione del Sudan.

ARGENTINA

‘DESAPARECIDOS’: NONNE DI PLAZA DE MAYO RITROVANO 100°esimo NIPOTE Ha vissuto per 32 anni senza conoscere la sua vera identità, Francisco Madariaga Quintela, figlio di due ex-militanti ‘Montoneros’, rapito appena nato dai militari durante l’ultima dittatura (1976-1983). Le Nonne di Plaza de Mayo hanno annunciato che Francisco ha potuto finalmente riabbracciare suo padre, Abel Pedro Madariaga, oggi segretario della stessa organizzazione umanitaria. Si tratta del ‘nipote’ numero 100 restituito alla sua famiglia di origine grazie all’opera delle ‘Abuelas’ che dal 1977, in piena dittatura, si battono per ritrovare i neonati sequestrati alle loro madri tenute in prigionia e affidati a gerarchi del regime. La madre di Francisco, Silvia Quintela, fu sequestrata il 17 Gennaio 1977 a Florida, nella periferia nord di Buenos Aires, quando era incinta di sei mesi e da allora è ‘desaparecida’. Le Nonne di Plaza de Mayo continuano a cercare altri 400 bambini rapiti dai militari durante la dittatura di cui si ignora la sorte.[FB]

FINE


ESTERI

GRECIA: OCCUPATA E BLOCCATA LA BORSA AD ATENE ALLA VIGILIA DELLO SCIOPERO GENERALE

Sindacati e lavoratori sul piede di guerra anche in Grecia. Un gruppo di militanti del Pame, la principale sigla sindacale greca, hanno occupato e bloccato stamani la Borsa di Atene, per protestare contro le misure di austerità varate dal governo socialista per appianare il debito pubblico. L'intenzione degli occupanti è di restare per tutta la giornata e fino ad ora la polizia non è intervenuta per mettere fine alla protesta, che avviene alla vigilia dello sciopero generale di 24 ore proclamato per domani. Un blocco che fermerà aerei, treni, trasporti urbani, scuole, uffici, supermarket, banche, ospedali, tribunali e determinerà un black out informativo in virtù dell'adesione dei giornalisti.

VEDERE SE C'E' AGGIORNAMENTO

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EVENTUALMENTE IN CODA TORINO (quella dalla radio)