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NOTIZIE BREVI

ITALIA

Un operaio è morto schiacciato stamane da un escavatore mentre stava lavorando, in provincia di Latina, in un cantiere stradale per la messa in sicurezza della via Pontina, all'altezza dello stabilimento della Plasmon. La vittima dell'incidente sul lavoro è un operaio di Sermoneta, travolto dal mezzo che stava facendo retromarcia. La dinamica dell'incidente è ancora al vaglio dei carabinieri

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Siparietto


Gr 13:00

ESTERI

TERRITORI OCCUPATI

Due responsabili del braccio armato della Jihad islamica in Cisgiordania, Ala Zayoud (33 anni) e Bajis Hamdya (32), sono stati catturati la scorsa notte nella zona di Jenin (Cisgiordania settentrionale) dopo aver tenuto testa per ore a reparti dell'esercito israeliano. Entrambi i miliziani - ricercati da diversi anni - sono rimasti feriti negli scontri a fuoco, ed uno di essi versa in condizioni gravi. Secondo fonti locali l'operazione dell'esercito israeliano si è estesa in diversi villaggi della zona di Jenin. Uno dei miliziani è stato localizzato nel villaggio di Yamun, l'altro nella vicina località di Silat al-Hartya. Le fonti aggiungono che durante la operazione militare, nei villaggi della zona è stato imposto il coprifuoco. Nel frattempo le Brigate dei martiri di al-Aqsa(al-Fatah) hanno rivendicato la paternità di un attacco armato contro una postazione militare israeliana avvenuto la scorsa notte a pochi chilometri da Ramallah. In quell'incidente non si sono avute vittime.

IRAQ

A quattro giorni dalle attese elezioni irachene, un triplice attentato suicida ha seminato la morte a nord-est di Baghdad, dove almeno 30 persone sono state uccise, tra cui una dozzina di poliziotti, e una cinquantina di altre sono rimaste ferite. Secondo fonti della polizia locale, intorno alle 9.15 locali (le 7.15 in Italia) un'auto imbottita di tritolo e guidata da un kamikaze si è diretta ad alta velocità contro una stazione di polizia di Baquba, capoluogo della turbolenta provincia mista di Diyala, 65 km a nord-est della capitale. Contemporaneamente, un'altra autobomba guidata da un secondo attentatore suicida, con indosso un'uniforme da poliziotto, è esplosa nei pressi di una caserma della polizia, poco distante dal luogo del primo attacco. Fonti di stampa riferiscono che mentre i soccorritori stavano portando le prime vittime all'ospedale centrale di Baquba, un terzo kamikaze, confondendosi tra i feriti, ha fatto detonare all'interno del pronto soccorso del nosocomio il corpetto esplosivo che nascondeva sotto i vestiti lacerati. Le stesse fonti affermano che l'obiettivo di questo terzo attentato era il capo della polizia della provincia, il generale Abdel Hussein Shummari, che al momento dell'esplosione si trovava nell'ospedale a visitare alcuni feriti. Shummari, assicurano le fonti, è però rimasto illeso. Le autorità di Baquba hanno intanto imposto il coprifuoco subito dopo gli attacchi, ma la portavoce del governatorato, Samira Shibli assicura che le operazioni di voto previste domenica prossima si svolgeranno da programma. Il triplice attentato odierno è il più sanguinoso da quello compiuto il 5 febbraio scorso contro pellegrini sciiti nel sud dell'Iraq, dove morirono una quarantina di persone.

DUBAI

Il capo della polizia di Dubai intende formulare una richiesta di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e per il capo del Mossad per il loro coinvolgimento nell'omicidio del leader di Hamas Mahmoud al-Mabhouh, avvenuto il 19 gennaio scorso negli Emirati. È quanto riporta oggi la tv al Jazeera, secondo cui Dahi Khalfan Tamim «ha detto che intende chiedere al Pubblico ministero di Dubai di emettere un ordine di arresto per Netanyahu e il capo del Mossad». Tamim ha poi aggiunto di essere «praticamente certo» che agenti israeliani siano coinvolti nell'assassinio del comandante di Hamas e punta il dito in particolare contro il capo del Mossad, Meir Dagan, di cui chiede l'arresto. Lunedì Tamim aveva detto che il Mossad ha «insultato» Dubai e i Paesi occidentali i cui passaporti sono stati utilizzati per coprire l'identità dei killer

SOMALIA

È salito a 12 morti e 40 feriti il bilancio dello scontro a fuoco iniziato la scorsa notte alla periferia di Mogadiscio tra i ribelli islamici e i miliziani del governo somalo sostenuti dalle truppe del contingente Amisom. Secondo quanto riferisce la radio locale 'Shabellè, i combattimenti hanno interessato i quartieri di Hodan, Waberi Daynile, Wardigley e Hawlwadag, che si trovano alla periferia della città. Testimoni affermano che i civili residenti in questi quartieri stanno scappando per paura di essere coinvolti negli scontri. Intanto, il leader locale dei Giovani Mujahidin, lo sceicco Ali Mohamed Hussein, ha annunciato che i suoi uomini avrebbero avuto la meglio sui militari governativi e del contingente di pace africano.

SUD AFRICA

La polizia sudafricana è intervenuta per sedare rivolte che sono scoppiate in alcuni slums nei sobborghi di Johannesburg. Gli agenti sono intervenuti con proiettili di gomma e cannoni ad acqua. Gli scontri hanno determinato anche il ferimento di un poliziotto, le cui condizioni sono stabili, e l'arresto di undici dimostranti. Da settimane si registrano richieste pressanti all'Anc, al governo dal 1994, per migliorare lo stato della sanità, dell'istruzione e delle infrastrutture. Durante le proteste, i manifestanti hanno bloccato le strade principali di una delle più ricche città africane, dando fuoco a pneumatici. I residenti dei quartieri degradati accusano la polizia e gli amministratori di corruzione e di appropriarsi di denaro destinato alle opere pubbliche.

ITALIA

LAVORO

Un centinaio di lavoratori hanno bloccato stamani la portineria sud-ovest dell'Alfa Romeo di Arese (Milano), per protestare contro il trasferimento a Torino dal 12 aprile del Centro stile e progettazione e della divisione Powertrain. «Andremo avanti con la mobilitazione contro il licenziamento mascherato di circa 300 dipendenti già in cassa integrazione», ha spiegato un delefato dello Slai-Cobas. Il presidio è stato organizzato anche per protestare contro il licenziamento di due delegati sindacali da parte di Innova Service, l'azienda che gestisce le portinerie sul sito. «Il prefetto di Milano si è impegnato perchè i due delegati, licenziati senza motivo, venissero riassunti - ha continuato Delle Donne - ma finora non abbiamo ricevuto nessun segnale positivo». I sindacati si preparano a una manifestazione che dovrebbe coinvolgere anche altre aziende in crisi del milanese, in programma per il 20 marzo ad Arese.

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