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'''ARMI: AFFARI IN CRESCITA, NONOSTANTE LA CRISI ECONOMICA MONDIALE'''

Se c’è un settore che progredisce a gonfie vele, nonostante la crisi economica mondiale, è quello degli armamenti: lo dimostrano gli ultimi dati diffusi dall’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri), che negli ultimi cinque anni ha registrato un aumento del 22% del volume del commercio di armi rispetto al quinquennio precedente. “Queste cifre riflettono preoccupazioni già formulate in precedenza sulle corse agli armamenti in atto in diverse regioni del mondo” sottolinea l’istituto con sede in Svezia, secondo il quale “i paesi ricchi in risorse naturali hanno acquisito quantità considerevoli di aerei da combattimento, mentre i paesi rivali vicini hanno reagito a tali acquisti ordinando anche loro equipaggiamenti bellici”. Il Sipri nota una crescita notevole di acquisti nel Sud-est asiatico (Indonesia, Singapore, Malesia,Vietnam), che si colloca al primo posto tra le regioni importatrici (il 41%); seguono l’Europa, il Medio Oriente, le Americhe e, ultima, l’Africa. Gli Stati Uniti restano il primo esportatore mondiale di equipaggiamenti militari, coprendo il 30% delle vendite mondiali. Nel periodo 2004-2009, il 39% delle vendite statunitensi si è indirizzato in Asia e Oceania mentre il 36% è andato in Medio Oriente. A caratterizzare l’ultimo quinquennio è stato, oltre all’impennata nelle vendite di aerei da combattimento, un importante aumento degli acquisti di armi in America Latina.

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'''ISRAELE: LA COLONIZZAZIONE NON SI FERMA'''

Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha ripetuto durante una riunione di partito che i progetti di costruzione di alloggi a Gerusalemme (inclusa la parte orientale della città, a maggioranza araba) "andranno avanti" anche per il futuro. "Le costruzioni a Gerusalemme, come in ogni altro luogo (di Israele) continueranno, secondo quella che è stata la consuetudine negli ultimi 42 anni", ha tagliato corto Netanyahu rispondendo a un deputato del suo partito (Likud, destra) che, durante una riunione del gruppo parlamentare alla Knesset, lo interrogava su eventuali contraccolpi della crisi in atto con gli Usa e con altri attori della comunità internazionale dopo la contestata autorizzazione da parte del suo governo di un nuovo progetto edilizio a Gerusalemme est.
L'Autorità nazionale palestinese (Anp) non è sorpresa per le dichiarazioni con cui oggi il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha ribadito l'intenzione di continuare ad autorizzare progetti edilizi a Gerusalemme, inclusa la parte orientale (a maggioranza araba) della città, perché sa che Netanyahu "non è interessato a raggiungere la pace". Lo ha detto all'ANSA Nemer Hammad, consigliere per i rapporti con i media del presidente palestinese, Abu Mazen (Mahmud Abbas).
La decisione di Israele di costruire nuovi alloggi a Gerusalemme est "é illegale e mette in pericolo l'accordo provvisorio per i negoziati indiretti israelo-palestinesi": lo ha detto al Cairo il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton.

'''PALESTINA: SCONTRI CON ESERCITO ISRAELIANO A RAMALLAH'''

Almeno sette giovani palestinesi sono rimasti feriti o contusi oggi nel corso di scontri con militari israeliani in Cisgiordania, all'altezza del posto di controllo di Atara, alle porte di Ramallah. Lo riferiscono fonti mediche palestinesi citate dall'agenzia Maan, secondo le quali tre studenti sarebbero stati feriti da colpi d'arma da fuoco e quattro, fra cui una ragazza, colpiti da proiettili di gomma. Un portavoce militare israeliano ha confermato a sua volta le informazioni sui disordini - conclusisi con la chiusura del punto di passaggio di Atara - riferendo però di aver avuto notizia finora di quattro dimostranti feriti, oltre che di un soldato colpito da una sassata al capo e medicato sul posto. La protesta è stata innescata dalle procedure dei controlli e coincide con la chiusura dei varchi fra Cisgiordania e Israele decisa dal ministero della Difesa israeliano fin da venerdì scorso per timori di incidenti o attentati e prorogata poi fino a domani sera. La tensione si è propagata da Gerusalemme, dopo la contestata decisione del governo israeliano di autorizzare nuovi progetti edilizi nella parte est della città (a maggioranza araba) e sullo sfondo dei timori e della passioni religiose generate dalla riapertura - prevista proprio per oggi - di una sinagoga storica, appena restaurata nel quartiere ebraico della città vecchia.
Barricate sono state erette dalle forze armate israeliane all’interno della Città Vecchia di Gerusalemme dove stanno per confluire manifestanti palestinesi diretti verso la moschea di Al Aqsa. Lo riferiscono mezzi d’informazione palestinesi confermando il clima di tensione nella parte orientale della città dove è stato prorogato, per il quarto giorno consecutivo, lo stato d’allerta e il divieto di accesso alla ‘Spianata delle moschee’ per i palestinesi al di sotto dei 50 anni. Le restrizioni imposte dal governo israeliano mirano a fiaccare lo sciopero generale indetto dai movimenti palestinesi in vista dell’inaugurazione dopo il restauro, dell’antica sinagoga di Hourva, prevista nel pomeriggio. Già ieri una cerimonia religiosa di introduzione dei rotoli della Bibbia nella sinagoga, all’interno della Città vecchia, si era svolta sotto il controllo della polizia che ha anche prolungato fino alla mezzanotte di domani il totale isolamento della Cisgiordania, in vigore da Giovedì scorso. Rinnovate tensioni si sono manifestate anche nel fine-settimana quando guardie di frontiera israeliane hanno aggredito un corteo di ragazzi che manifestava nelle aree di Bab Hatta e Ras Al Amoud: i giovani avevano lanciato pietre contro i militari che hanno risposto con lacrimogeni e proiettili d’acciaio rivestiti in gomma.


'''NIGERIA: ATTACCHI DEL MEND NELLA REGIONE DEL DELTA DEL NIGER'''

Il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) principale gruppo della ribellione attiva nella ricca regione petrolifera ha rivendicato le due esplosioni verificatesi questa mattina a Warri vicino al palazzo del governatore, in concomitanza con l’apertura di una conferenza sulla pace e l’amnistia. Le esplosioni sono avvenute in rapida sequenza di fronte alla sede del governo dello stato meridionale e all’ingresso dell’edificio in cui si sarebbe dovuta svolgere la conferenza, organizzata dal giornale ‘Vanguard’ e sostenuta dallo stato del Delta. Le deflagrazioni tuttavia, non hanno causato feriti, grazie al fatto che l’attentato era stato segnalato dallo stesso Mend in una nota, dando tempo per l’evacuazione dell’edificio. Nella stessa nota il portavoce del movimento, Jomo Gbomo, annuncia che “nei prossimi giorni saranno attaccate installazioni petrolifere e infrastrutture di compagnie finora risparmiate dalle violenze, come la francese Total”. L’incontro, al quale avrebbero dovuto partecipare centinaia di rappresentanti politici e della società civile avrebbe dovuto affrontare la questione dell’amnistia, proposta sei mesi fa dal presidente Umaru Yar’Adua per risolvere le tensioni e i conflitti nel Delta ma entrata subito in una fase di stallo. “Il dialogo senza fine e le conferenze prive di esiti concreti non saranno più tollerati” avvisa il Mend, denunciando che “mentre i delegati chiacchierano senza raggiungere un accordo, le compagnie petrolifere rubano le risorse del terreno e i governatori saccheggiano le ricchezze delle popolazioni locali”.


'''FRANCIA: SCONFITTA DEL PARTITO DI SARKOZY ALLE REGIONALI'''

Dura sconfitta per il presidente Nicolas Sarkozy e il suo partito, l'Ump, al primo turno delle elezioni regionali in Francia, svoltosi ieri. Il Partito socialista ne esce infatti come rediviva prima forza politica nel Paese, al termine di uno scrutinio caratterizzato da un forte astensionismo. I calcoli ufficiali del Ministero dell'Interno danno i socialisti al 29,1%, esattamente tre punti sopra l'Ump; seguono i verdi di Europe ecologie, con il 12,3%, e il Fronte nazionale: il partito del leader xenofobo Jean Marie Le Pen raccoglie l'undici e mezzo per cento delle preferenze. Dati importanti, che però vanno analizzati tenendo presente che più della metà degli aventi diritto non si è recata al voto: gli astenuti sono infatti il 53,6%, circa il 14% in più rispetto alle regionali del 2004, ma il 3% in meno delle europee del 2009. Adesso parte la rincorsa verso il secondo turno di domenica prossima. Sono 4, su 26, le regioni dove la destra può ancora sperare di vincere. Comunque, se la sinistra saprà superare in questa settimana la cronica mancanza di unità, per il Partito socialista si profila il grande slam. Le trattative sono già partite. Importante in questo senso il ruolo dei verdi di Daniel Cohn Bendit, che, pur non ripetendo l'exploit delle scorse europee, si confermano comunque terza forza politica del Paese.

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  '''MORTI DI LAVORO: 3 VITTIME OGGI IN ITALIA'''

Tre operai sono morti oggi in Italia, in tre diversi infortuni sul lavoro. Il primo è avvenuto alle porte di Roma. Un operaio di 42 anni, per riparare un palo, è salito su una scala che si è rotta ed è precipitato da 8 metri. Un altro operaio, di 27 anni, è morto folgorato, mentre lavorava sulla linea elettrica della tratta ferroviaria Torino-Milano, nel vercellese. A Pozzuoli un giovane e' morto su una gru, perche' si e' rotto un tubo e gli ha sfondato il cranio.


'''CIE: PROTESTE E RIBELLIONI DEI MIGRANTI PRIGIONIERI'''

Pomeriggio di tensione ieri nel CIE di Gradisca, dove i reclusi sono stati fatti rimanere tutto il pomeriggio chiusi nelle celle, senza una spiegazione. Dopo un paio d’ora hanno cominciato una protesta, culminata con il rifiuto della cena - che gli operatori pretendevano di passar loro da sotto le porte «come fossimo dei cani». Scatta subito la ritorsione, con una decisa perquisizione, e poi ancora proteste. Solo intorno alle nove di sera la situazione si è calmata.
A Ponte Galeria, ieri i/le reclus* riferiscono di essere in sciopero della fame. Uno dei prigionieri non mangia da 19 giorni.
Parte domani con il titolo "Basta Lager! Chiudere tutti i Cie" una campagna di mobilitazione contro i centri di detenzione etnica. In particolare gli antirazzisti invitano a boiccottare quelle aziende come Sodexo e Esselunga (a Milano) che hanno il monopolio della distribuzione del cibo nei Cie, e cercano di portare all'interno del cibo per gli immigrati rinchiusi. Mentre continua lo sciopero della fame, ormai da oltre dieci giorni. "Nel cibo fornito, secondo quanto ci raccontano gli immigrati, ci sono sedativi".

Una sommossa è scoppiata nel Cie [Centro de Internamiento de Extranjeros, nella foto] di Madrid all’inizio della [scorsa] settimana. I reclusi hanno appiccato il fuoco in diverse stanze. Dalla strada si sentivano le urla dei detenuti “Al fuoco!”, “Raccontate quello che succede qui dentro!”, mentre gli allarmi antincendio non smettevano di suonare e i reclusi battevano sulle finestre. “Sono bruciati dei materassi, carta e altre cose. Non ne posso più. I poliziotti ci hanno picchiati, ma io sto bene”, racconta un recluso. Secondo i parenti, i detenuti faranno un altro sciopero della fame per protestare contro “il trattamento umiliante, razzista, vessatorio che ricevono quotidianamente da tre anni. Un trattamento che infrange tutti i diritti”. “Io sono razzista e voglio rispedirti al tuo cazzo di paese, bastardo”, è ciò che ha detto un poliziotto a un detenuto angolano prima di prenderlo a calci in pancia e mettergli la camicia di forza perché rifiutava di imbarcarsi. Il detenuto è stato riportato al centro in stato di semi-incoscienza. Qualche ora dopo è stato portato in ospedale – per di più era già gravemente ammalato. Da questa vicenda è partita la rivolta. Intanto si è saputo che il mese scorso c’erano state altre proteste: rivolte collettive, fronteggiamenti con i poliziotti (di cui molti sono stati feriti). Da qualche settimana La Croce Rossa è entrata nel Cie di Madrid con una sovvenzione di 200mila euro da parte del ministero dell’interno.


'''ROMA: RAID RAZZISTA A MAGLIANA, DOMANI CORTEO'''

Un gruppo di una quindicina di italiani ha compiuto ieri sera un raid contro un fast-food gestito da bengalesi, in via Murlo, alla Magliana, distruggendolo a colpi di bastone e ferendo quattro clienti, che sono stati portati in ospedale. Un corteo contro il razzismo, organizzato dalla comunità bengalese, sfilerà domani per le strade della Magliana. La manifestazione partirà alle 17 da via Murlo, davanti al bar attaccato e sfilerà per le strade del quartiere. «Il corteo nasce per denunciare cosa é accaduto e chiediamo solidarietà dei residenti - ha spiegato Bachu, rappresentante della comunità bengalese - vogliamo dire con forza che siamo in Italia per lavorare». A quanto riferito dai rappresentanti della comunità bengalese, venerdì ci sarà un altro corteo organizzato dal municipio XV.


'''ROMA: AGGRESSIONE FASCISTA ALL'UNIVERSITA' DI TOR VERGATA'''

Oggi all'Università di Tor Vergata era prevista un'iniziativa di “Popoli”, la sedicente ONLUS neofascista che ha fatto della causa del popolo Karen in birmania il paravento dietro cui coprire torbidi traffici di armi, droga e al tempo stesso fungere da maschera "umanitaria" ai gruppi fascisti che di cui è diretta emanazione, Casapound in primis. I compagni e le compagne hanno volantinato, sono andat* in rettorato, a chiedere ragione al rettore del perché avesse dato il suo permesso per un'iniziativa del genere. Dopo 20 min di discussione con il rettore, sono andat* a volantinare. Hanno, successivamente, trovato di fronte a loro 30-40 fasci (inclusi figuri di Casa Pound), che li hanno aggrediti. A un ragazzo è stato spezzato un dente, sono tre i ricoverati in ospedale.


'''TORINO: PRESIDIO PER LA LIBERTA' DI UN COMPAGNO TURCO'''

Lunedì 15 marzo alle 9,00 un gruppo di antifascisti ha tenuto un presidio di fronte al comune per sollevare alle Autorità cittadine la questione di AVNI ER, comunista turco che rischia l’espulsione in Turchia e quindi anche il carcere e la tortura. Contro l’espulsione del compagno turco hanno preso posizione pubblica il consiglio regionale della Puglia, quello provinciale di Lecce, quello regionale della Sardegna, della Toscana e della Campania.
Sono stati diffusi centinaia di volantini e al megafono un compagno invitava vivamente i consiglieri a difendere la Costituzione, sulla quale essi hanno giurato, e a prendere una posizione pubblica a favore del riconoscimento di rifugiato politico per AVNI ER.
Alcuni consiglieri si sono mostrati interessati e sensibili all’argomento tanto che anche il Presidente del Consiglio comunale (Beppe Castronovo del PRC) è uscito ad incontrare i compagni fuori dal Comune. Castronovo, dopo avere detto di conoscere approfonditamente l’argomento e di condividere, come gli altri consigli, la necessità di prendere posizione, ha detto che alla riunione dei capigruppo del consiglio comunale avrebbe presentato un ordine del giorno. Diceva Castronovo che, a causa della prossima tornata elettorale, il consiglio cesserà di riunirsi e riprenderà i lavori il 9 aprile. Non assicurava quindi, che la discussione sulla situazione di AVNI, si sarebbe potuta affrontare nella stessa giornata di lunedì 15 marzo. Castronovo comunque farà un comunicato stampa nel quale dichiarerà pubblicamente l’intenzione.
Staremo dunque a vedere se anche i consiglieri comunali di Torino sottoscriveranno una mozione contro l’espulsione di AVNI difendendo così la Costituzione sulla quale hanno giurato dopo essere stati eletti (ART. 10: “lo straniero al quale sia impedito l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”).


'''MILANO: ANNIVERSARIO UCCISIONE DAX'''

Si comincia questa sera alle 18 in via Pichi 3, al San Precario Space di Milano, con un'assemblea antifascista: saranno presenti compagni da Russia, Spagna e Napoli, oltre all'associazione Fausto e Iaio, Saverio Ferrari e l'associazione Dax16marzo2003. Si continua poi con un concerto in Conchetta questa sera, e il 16 marzo lo spettacolo "Verona Caput fasci" in via Brioschi, luogo dell'uccisione per mano fascista di Dax Davide Cesare. Il 18 infine un presidio in via Mancinelli con un murales per Dax, nel giorno dell'anniversario dell'uccisione di Fausto e Iaio.


'''ROMA: I REDDITI DEI POVERI PARLAMENTARI'''

Il vero 'Paperon de' Paperoni' resta Silvio Berlusconi: è il più ricco tra i componenti del Governo, tra i leader politici e, ovviamente, anche tra i parlamentari: 23 milioni. Al Senato svetta l'oncologo Umberto Veronesi, con un reddito di oltre 1,6 milioni di euro. Gli altri 'milionari' del Senato sono assai distanziati e trovano posto solo dalla 12/ma posizione in poi (all'11/ma c'é il deputato Denis Verdini con 1.282.034 euro): sono i senatori Alfredo Messina (1.260.164 euro) e l'editore e imprenditore Giuseppe Ciarrapico (1.175.516 euro).
Questa la top ten dei più ricchi del Parlamento: Silvio Berlusconi (Pdl) Camera 23.057.981, Santo Versace (Pdl) Camera 5.190.127, Antonio Angelucci (Pdl) Camera 3.530.528, Amato Berardi (Pdl) Camera 2.788.482, Giuseppe Consolo (Pdl) Camera 2.524.904, Umberto Veronesi (Pd) Senato 1.678.554, Gaetano Pecorella (Pdl) Camera 1.490.083, Nicolò Ghedini (Pdl) Camera 1.345.235 Donato Bruno (Pdl) Camera 1.293.235 Giulia Bongiorno (Pdl) Camera 1.288.440
Quanto ai più "poveri", spicca il nome del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, caduto da 4,5 milioni di euro di reddito 2007 a poco più di 39 mila nel 2008.

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Fonti

Gr 19:30

EDITORIALE

ARMI: AFFARI IN CRESCITA, NONOSTANTE LA CRISI ECONOMICA MONDIALE

Se c’è un settore che progredisce a gonfie vele, nonostante la crisi economica mondiale, è quello degli armamenti: lo dimostrano gli ultimi dati diffusi dall’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri), che negli ultimi cinque anni ha registrato un aumento del 22% del volume del commercio di armi rispetto al quinquennio precedente. “Queste cifre riflettono preoccupazioni già formulate in precedenza sulle corse agli armamenti in atto in diverse regioni del mondo” sottolinea l’istituto con sede in Svezia, secondo il quale “i paesi ricchi in risorse naturali hanno acquisito quantità considerevoli di aerei da combattimento, mentre i paesi rivali vicini hanno reagito a tali acquisti ordinando anche loro equipaggiamenti bellici”. Il Sipri nota una crescita notevole di acquisti nel Sud-est asiatico (Indonesia, Singapore, Malesia,Vietnam), che si colloca al primo posto tra le regioni importatrici (il 41%); seguono l’Europa, il Medio Oriente, le Americhe e, ultima, l’Africa. Gli Stati Uniti restano il primo esportatore mondiale di equipaggiamenti militari, coprendo il 30% delle vendite mondiali. Nel periodo 2004-2009, il 39% delle vendite statunitensi si è indirizzato in Asia e Oceania mentre il 36% è andato in Medio Oriente. A caratterizzare l’ultimo quinquennio è stato, oltre all’impennata nelle vendite di aerei da combattimento, un importante aumento degli acquisti di armi in America Latina.

IN PRIMO PIANO

ESTERI

ISRAELE: LA COLONIZZAZIONE NON SI FERMA

Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha ripetuto durante una riunione di partito che i progetti di costruzione di alloggi a Gerusalemme (inclusa la parte orientale della città, a maggioranza araba) "andranno avanti" anche per il futuro. "Le costruzioni a Gerusalemme, come in ogni altro luogo (di Israele) continueranno, secondo quella che è stata la consuetudine negli ultimi 42 anni", ha tagliato corto Netanyahu rispondendo a un deputato del suo partito (Likud, destra) che, durante una riunione del gruppo parlamentare alla Knesset, lo interrogava su eventuali contraccolpi della crisi in atto con gli Usa e con altri attori della comunità internazionale dopo la contestata autorizzazione da parte del suo governo di un nuovo progetto edilizio a Gerusalemme est. L'Autorità nazionale palestinese (Anp) non è sorpresa per le dichiarazioni con cui oggi il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha ribadito l'intenzione di continuare ad autorizzare progetti edilizi a Gerusalemme, inclusa la parte orientale (a maggioranza araba) della città, perché sa che Netanyahu "non è interessato a raggiungere la pace". Lo ha detto all'ANSA Nemer Hammad, consigliere per i rapporti con i media del presidente palestinese, Abu Mazen (Mahmud Abbas). La decisione di Israele di costruire nuovi alloggi a Gerusalemme est "é illegale e mette in pericolo l'accordo provvisorio per i negoziati indiretti israelo-palestinesi": lo ha detto al Cairo il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton.

PALESTINA: SCONTRI CON ESERCITO ISRAELIANO A RAMALLAH

Almeno sette giovani palestinesi sono rimasti feriti o contusi oggi nel corso di scontri con militari israeliani in Cisgiordania, all'altezza del posto di controllo di Atara, alle porte di Ramallah. Lo riferiscono fonti mediche palestinesi citate dall'agenzia Maan, secondo le quali tre studenti sarebbero stati feriti da colpi d'arma da fuoco e quattro, fra cui una ragazza, colpiti da proiettili di gomma. Un portavoce militare israeliano ha confermato a sua volta le informazioni sui disordini - conclusisi con la chiusura del punto di passaggio di Atara - riferendo però di aver avuto notizia finora di quattro dimostranti feriti, oltre che di un soldato colpito da una sassata al capo e medicato sul posto. La protesta è stata innescata dalle procedure dei controlli e coincide con la chiusura dei varchi fra Cisgiordania e Israele decisa dal ministero della Difesa israeliano fin da venerdì scorso per timori di incidenti o attentati e prorogata poi fino a domani sera. La tensione si è propagata da Gerusalemme, dopo la contestata decisione del governo israeliano di autorizzare nuovi progetti edilizi nella parte est della città (a maggioranza araba) e sullo sfondo dei timori e della passioni religiose generate dalla riapertura - prevista proprio per oggi - di una sinagoga storica, appena restaurata nel quartiere ebraico della città vecchia. Barricate sono state erette dalle forze armate israeliane all’interno della Città Vecchia di Gerusalemme dove stanno per confluire manifestanti palestinesi diretti verso la moschea di Al Aqsa. Lo riferiscono mezzi d’informazione palestinesi confermando il clima di tensione nella parte orientale della città dove è stato prorogato, per il quarto giorno consecutivo, lo stato d’allerta e il divieto di accesso alla ‘Spianata delle moschee’ per i palestinesi al di sotto dei 50 anni. Le restrizioni imposte dal governo israeliano mirano a fiaccare lo sciopero generale indetto dai movimenti palestinesi in vista dell’inaugurazione dopo il restauro, dell’antica sinagoga di Hourva, prevista nel pomeriggio. Già ieri una cerimonia religiosa di introduzione dei rotoli della Bibbia nella sinagoga, all’interno della Città vecchia, si era svolta sotto il controllo della polizia che ha anche prolungato fino alla mezzanotte di domani il totale isolamento della Cisgiordania, in vigore da Giovedì scorso. Rinnovate tensioni si sono manifestate anche nel fine-settimana quando guardie di frontiera israeliane hanno aggredito un corteo di ragazzi che manifestava nelle aree di Bab Hatta e Ras Al Amoud: i giovani avevano lanciato pietre contro i militari che hanno risposto con lacrimogeni e proiettili d’acciaio rivestiti in gomma.

NIGERIA: ATTACCHI DEL MEND NELLA REGIONE DEL DELTA DEL NIGER

Il Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend) principale gruppo della ribellione attiva nella ricca regione petrolifera ha rivendicato le due esplosioni verificatesi questa mattina a Warri vicino al palazzo del governatore, in concomitanza con l’apertura di una conferenza sulla pace e l’amnistia. Le esplosioni sono avvenute in rapida sequenza di fronte alla sede del governo dello stato meridionale e all’ingresso dell’edificio in cui si sarebbe dovuta svolgere la conferenza, organizzata dal giornale ‘Vanguard’ e sostenuta dallo stato del Delta. Le deflagrazioni tuttavia, non hanno causato feriti, grazie al fatto che l’attentato era stato segnalato dallo stesso Mend in una nota, dando tempo per l’evacuazione dell’edificio. Nella stessa nota il portavoce del movimento, Jomo Gbomo, annuncia che “nei prossimi giorni saranno attaccate installazioni petrolifere e infrastrutture di compagnie finora risparmiate dalle violenze, come la francese Total”. L’incontro, al quale avrebbero dovuto partecipare centinaia di rappresentanti politici e della società civile avrebbe dovuto affrontare la questione dell’amnistia, proposta sei mesi fa dal presidente Umaru Yar’Adua per risolvere le tensioni e i conflitti nel Delta ma entrata subito in una fase di stallo. “Il dialogo senza fine e le conferenze prive di esiti concreti non saranno più tollerati” avvisa il Mend, denunciando che “mentre i delegati chiacchierano senza raggiungere un accordo, le compagnie petrolifere rubano le risorse del terreno e i governatori saccheggiano le ricchezze delle popolazioni locali”.

FRANCIA: SCONFITTA DEL PARTITO DI SARKOZY ALLE REGIONALI

Dura sconfitta per il presidente Nicolas Sarkozy e il suo partito, l'Ump, al primo turno delle elezioni regionali in Francia, svoltosi ieri. Il Partito socialista ne esce infatti come rediviva prima forza politica nel Paese, al termine di uno scrutinio caratterizzato da un forte astensionismo. I calcoli ufficiali del Ministero dell'Interno danno i socialisti al 29,1%, esattamente tre punti sopra l'Ump; seguono i verdi di Europe ecologie, con il 12,3%, e il Fronte nazionale: il partito del leader xenofobo Jean Marie Le Pen raccoglie l'undici e mezzo per cento delle preferenze. Dati importanti, che però vanno analizzati tenendo presente che più della metà degli aventi diritto non si è recata al voto: gli astenuti sono infatti il 53,6%, circa il 14% in più rispetto alle regionali del 2004, ma il 3% in meno delle europee del 2009. Adesso parte la rincorsa verso il secondo turno di domenica prossima. Sono 4, su 26, le regioni dove la destra può ancora sperare di vincere. Comunque, se la sinistra saprà superare in questa settimana la cronica mancanza di unità, per il Partito socialista si profila il grande slam. Le trattative sono già partite. Importante in questo senso il ruolo dei verdi di Daniel Cohn Bendit, che, pur non ripetendo l'exploit delle scorse europee, si confermano comunque terza forza politica del Paese.

ITALIA

MORTI DI LAVORO: 3 VITTIME OGGI IN ITALIA

Tre operai sono morti oggi in Italia, in tre diversi infortuni sul lavoro. Il primo è avvenuto alle porte di Roma. Un operaio di 42 anni, per riparare un palo, è salito su una scala che si è rotta ed è precipitato da 8 metri. Un altro operaio, di 27 anni, è morto folgorato, mentre lavorava sulla linea elettrica della tratta ferroviaria Torino-Milano, nel vercellese. A Pozzuoli un giovane e' morto su una gru, perche' si e' rotto un tubo e gli ha sfondato il cranio.

CIE: PROTESTE E RIBELLIONI DEI MIGRANTI PRIGIONIERI

Pomeriggio di tensione ieri nel CIE di Gradisca, dove i reclusi sono stati fatti rimanere tutto il pomeriggio chiusi nelle celle, senza una spiegazione. Dopo un paio d’ora hanno cominciato una protesta, culminata con il rifiuto della cena - che gli operatori pretendevano di passar loro da sotto le porte «come fossimo dei cani». Scatta subito la ritorsione, con una decisa perquisizione, e poi ancora proteste. Solo intorno alle nove di sera la situazione si è calmata. A Ponte Galeria, ieri i/le reclus* riferiscono di essere in sciopero della fame. Uno dei prigionieri non mangia da 19 giorni. Parte domani con il titolo "Basta Lager! Chiudere tutti i Cie" una campagna di mobilitazione contro i centri di detenzione etnica. In particolare gli antirazzisti invitano a boiccottare quelle aziende come Sodexo e Esselunga (a Milano) che hanno il monopolio della distribuzione del cibo nei Cie, e cercano di portare all'interno del cibo per gli immigrati rinchiusi. Mentre continua lo sciopero della fame, ormai da oltre dieci giorni. "Nel cibo fornito, secondo quanto ci raccontano gli immigrati, ci sono sedativi".

Una sommossa è scoppiata nel Cie [Centro de Internamiento de Extranjeros, nella foto] di Madrid all’inizio della [scorsa] settimana. I reclusi hanno appiccato il fuoco in diverse stanze. Dalla strada si sentivano le urla dei detenuti “Al fuoco!”, “Raccontate quello che succede qui dentro!”, mentre gli allarmi antincendio non smettevano di suonare e i reclusi battevano sulle finestre. “Sono bruciati dei materassi, carta e altre cose. Non ne posso più. I poliziotti ci hanno picchiati, ma io sto bene”, racconta un recluso. Secondo i parenti, i detenuti faranno un altro sciopero della fame per protestare contro “il trattamento umiliante, razzista, vessatorio che ricevono quotidianamente da tre anni. Un trattamento che infrange tutti i diritti”. “Io sono razzista e voglio rispedirti al tuo cazzo di paese, bastardo”, è ciò che ha detto un poliziotto a un detenuto angolano prima di prenderlo a calci in pancia e mettergli la camicia di forza perché rifiutava di imbarcarsi. Il detenuto è stato riportato al centro in stato di semi-incoscienza. Qualche ora dopo è stato portato in ospedale – per di più era già gravemente ammalato. Da questa vicenda è partita la rivolta. Intanto si è saputo che il mese scorso c’erano state altre proteste: rivolte collettive, fronteggiamenti con i poliziotti (di cui molti sono stati feriti). Da qualche settimana La Croce Rossa è entrata nel Cie di Madrid con una sovvenzione di 200mila euro da parte del ministero dell’interno.

ROMA: RAID RAZZISTA A MAGLIANA, DOMANI CORTEO

Un gruppo di una quindicina di italiani ha compiuto ieri sera un raid contro un fast-food gestito da bengalesi, in via Murlo, alla Magliana, distruggendolo a colpi di bastone e ferendo quattro clienti, che sono stati portati in ospedale. Un corteo contro il razzismo, organizzato dalla comunità bengalese, sfilerà domani per le strade della Magliana. La manifestazione partirà alle 17 da via Murlo, davanti al bar attaccato e sfilerà per le strade del quartiere. «Il corteo nasce per denunciare cosa é accaduto e chiediamo solidarietà dei residenti - ha spiegato Bachu, rappresentante della comunità bengalese - vogliamo dire con forza che siamo in Italia per lavorare». A quanto riferito dai rappresentanti della comunità bengalese, venerdì ci sarà un altro corteo organizzato dal municipio XV.

ROMA: AGGRESSIONE FASCISTA ALL'UNIVERSITA' DI TOR VERGATA

Oggi all'Università di Tor Vergata era prevista un'iniziativa di “Popoli”, la sedicente ONLUS neofascista che ha fatto della causa del popolo Karen in birmania il paravento dietro cui coprire torbidi traffici di armi, droga e al tempo stesso fungere da maschera "umanitaria" ai gruppi fascisti che di cui è diretta emanazione, Casapound in primis. I compagni e le compagne hanno volantinato, sono andat* in rettorato, a chiedere ragione al rettore del perché avesse dato il suo permesso per un'iniziativa del genere. Dopo 20 min di discussione con il rettore, sono andat* a volantinare. Hanno, successivamente, trovato di fronte a loro 30-40 fasci (inclusi figuri di Casa Pound), che li hanno aggrediti. A un ragazzo è stato spezzato un dente, sono tre i ricoverati in ospedale.

TORINO: PRESIDIO PER LA LIBERTA' DI UN COMPAGNO TURCO

Lunedì 15 marzo alle 9,00 un gruppo di antifascisti ha tenuto un presidio di fronte al comune per sollevare alle Autorità cittadine la questione di AVNI ER, comunista turco che rischia l’espulsione in Turchia e quindi anche il carcere e la tortura. Contro l’espulsione del compagno turco hanno preso posizione pubblica il consiglio regionale della Puglia, quello provinciale di Lecce, quello regionale della Sardegna, della Toscana e della Campania. Sono stati diffusi centinaia di volantini e al megafono un compagno invitava vivamente i consiglieri a difendere la Costituzione, sulla quale essi hanno giurato, e a prendere una posizione pubblica a favore del riconoscimento di rifugiato politico per AVNI ER. Alcuni consiglieri si sono mostrati interessati e sensibili all’argomento tanto che anche il Presidente del Consiglio comunale (Beppe Castronovo del PRC) è uscito ad incontrare i compagni fuori dal Comune. Castronovo, dopo avere detto di conoscere approfonditamente l’argomento e di condividere, come gli altri consigli, la necessità di prendere posizione, ha detto che alla riunione dei capigruppo del consiglio comunale avrebbe presentato un ordine del giorno. Diceva Castronovo che, a causa della prossima tornata elettorale, il consiglio cesserà di riunirsi e riprenderà i lavori il 9 aprile. Non assicurava quindi, che la discussione sulla situazione di AVNI, si sarebbe potuta affrontare nella stessa giornata di lunedì 15 marzo. Castronovo comunque farà un comunicato stampa nel quale dichiarerà pubblicamente l’intenzione. Staremo dunque a vedere se anche i consiglieri comunali di Torino sottoscriveranno una mozione contro l’espulsione di AVNI difendendo così la Costituzione sulla quale hanno giurato dopo essere stati eletti (ART. 10: “lo straniero al quale sia impedito l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”).

MILANO: ANNIVERSARIO UCCISIONE DAX

Si comincia questa sera alle 18 in via Pichi 3, al San Precario Space di Milano, con un'assemblea antifascista: saranno presenti compagni da Russia, Spagna e Napoli, oltre all'associazione Fausto e Iaio, Saverio Ferrari e l'associazione Dax16marzo2003. Si continua poi con un concerto in Conchetta questa sera, e il 16 marzo lo spettacolo "Verona Caput fasci" in via Brioschi, luogo dell'uccisione per mano fascista di Dax Davide Cesare. Il 18 infine un presidio in via Mancinelli con un murales per Dax, nel giorno dell'anniversario dell'uccisione di Fausto e Iaio.

ROMA: I REDDITI DEI POVERI PARLAMENTARI

Il vero 'Paperon de' Paperoni' resta Silvio Berlusconi: è il più ricco tra i componenti del Governo, tra i leader politici e, ovviamente, anche tra i parlamentari: 23 milioni. Al Senato svetta l'oncologo Umberto Veronesi, con un reddito di oltre 1,6 milioni di euro. Gli altri 'milionari' del Senato sono assai distanziati e trovano posto solo dalla 12/ma posizione in poi (all'11/ma c'é il deputato Denis Verdini con 1.282.034 euro): sono i senatori Alfredo Messina (1.260.164 euro) e l'editore e imprenditore Giuseppe Ciarrapico (1.175.516 euro). Questa la top ten dei più ricchi del Parlamento: Silvio Berlusconi (Pdl) Camera 23.057.981, Santo Versace (Pdl) Camera 5.190.127, Antonio Angelucci (Pdl) Camera 3.530.528, Amato Berardi (Pdl) Camera 2.788.482, Giuseppe Consolo (Pdl) Camera 2.524.904, Umberto Veronesi (Pd) Senato 1.678.554, Gaetano Pecorella (Pdl) Camera 1.490.083, Nicolò Ghedini (Pdl) Camera 1.345.235 Donato Bruno (Pdl) Camera 1.293.235 Giulia Bongiorno (Pdl) Camera 1.288.440 Quanto ai più "poveri", spicca il nome del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, caduto da 4,5 milioni di euro di reddito 2007 a poco più di 39 mila nel 2008.

gror100315 (last edited 2010-03-15 18:37:51 by anonymous)