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FEMMINICIDI

“Perseguita l’ex moglie”, un arresto per stalking a Brolo BROLO. Un uomo di 46 anni è stato arrestato dai carabinieri a Brolo con l'accusa di stalking nei confronti della ex moglie e resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. I militari sono intervenuti in casa della donna perché l'ex marito stava compiendo atti persecutori. L'uomo ha minacciato e spintonato i militari, ai quali ha opposto resistenza. Ora è rinchiuso in camera di sicurezza in attesa del rito direttissimo. Uomo tenta di violentare più volte la ex moglie

Potenza: Un arresto per tentata violenza sessuale

Uomo ammazza la moglie a colpi di badile

Pordenone: uccide la moglie a badilate È morta poco dopo le 22 nell'ospedale di Pordenone, di 50 anni, la donna kosovara aggredita a colpi di badile dal marito nel pomeriggio a Visinale di Sopra di Pasiano di Pordenone. . L'accusa nei riguardi del marito, di 52 anni - fermato dagli stessi militari dell'Arma poco dopo l'aggressione e ora in carcere a Pordenone, è di omicidio aggravato dai vincoli di parentela.

Aiuto parroco accusato di pedofilia

BOLZANO. Un giovane laico che svolge attività in parrocchia in un paese nei dintorni di Bressanone, è stato arrestato per pedofilia. Secondo le prime informazioni, le vittime sarebbero quattro ragazzi che facevano i chierichetti in parrocchia e che avrebbero riferito delle molestie subite ai genitori. Il giovane, un ventottenne responsabile dei chierichetti di Varna, un paesino di 4 mila abitanti in valle Isarco, è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale su minori e di produzione e detenzione di materiale pedopornografico.

Misure cautelari agli attivisti di Chiaiano Non bastava l’immondizia che sta riempiendo e distruggendo il parco delle colline. Non bastavano le botte prese dai manifestanti nei giorni della protesta. A due anni dalla rivolta di Chiaiano la polizia si è presentata a casa degli attivisti del presidio per notificare 5 provvedimenti di misura cautelare tra arresti domiciliari e obbligo di firma per "pericolosità sociale". Gli eventi sono quelli famosissimi delle prime cariche a Chiaiano del 23 maggio 2008 quando la polizia caricò il presidio. Era il prologo delle cariche del giorno dopo quando due ragazzi sarebbero addirittura stati scaraventati giù da via Cupa dei Cani rischiando di morire. Gli elementi che a distanza di così tanto tempo qualificherebbero la "pericolosità sociale" sono ancora più incredibili: per Egidio e Davide è il fatto di essere stati fermati in un camion (quello della manifestazione dello Jatevenne Day il 30 settembre 2008) insieme al proprietario dello stesso che nel camion teneva una falce. Situazione per la quale all'epoca del fermo del camion non ricevettero nessuna accusa perché fu subito accertato che la falce apparteneva al proprietario che di mestiere fa il contadino. Per Pietro addirittura la situazione è paradossale: proprio il 23 maggio fu fermato durante le cariche e processato per resistenza. Quindi sarebbe due volte inquisito per le stesse cose!! E l'elemento che secondo il Pm accerterebbe la sua "pericolosità", il fatto di parlare col megafono agli altri manifestanti, è stato già derubricato nel giudizio del tribunale come un atto non rivolto ad aizzare la folla ma a mantenere la calma. E così a pagare sono ancora una volta le persone che lottano per il diritto alla salute di tutti e che cercano di esprimere il proprio dissenso ad una scellerata politica dei rifiuti. Ascoltiamo una corrispondenza con un compagno di Napoli.

LA situazione a ponte galeria

Ponte Galeria, i detenuti: “La rivolta è partita da un pestaggio”

Parlano i reclusi: "La rabbia è esplosa quando la polizia ha picchiato uno dei ragazzi che aveva tentato la fuga. Hanno sparato cinque colpi in aria, perchè ci calmassimo". In isolamento circa 20 persone, che ora rischiano l'arresto Sono in isolamento i detenuti che hanno capeggiato la rivolta di stanotte nel centro di identificazione e espulsione di Roma, a Ponte Galeria. Una ventina in tutto, identificati dalle telecamere a circuito chiuso, potrebbero essere nelle prossime ore arrestati per i danneggiamenti causati nella notte. “È iniziato tutto verso le 22,30 quando la polizia ha picchiato uno dei ragazzi che aveva tentato la fuga insieme a altri quattro o cinque che sono riusciti a scappare. Allora è esplosa la rabbia. Alcuni dei detenuti hanno iniziato a lanciare agli agenti delle bottigliette dell'acqua, poi hanno divelto le porte e i bagni, e hanno dato fuoco ai materassi e alle coperte e sono saliti sui tetti. Saranno stati una ventina di persone”. Un altro recluso. invece ha confermato gli spari, registrati da una telefonata in notturna da radio Onda Rossa: “Hanno sparato cinque colpi in aria, perchè ci calmassimo”.

Un recluso racconta a Redattore Sociale. “Sono dieci giorni che sto dentro, e ogni giorno ne ho vista una. Chi si taglia con le lamette, chi minaccia il suicidio”. Lui è in Italia dal 1984, ed è appena uscito dal carcere per una condanna di un anno per spaccio. La sua paura più grande, paradossalmente, è di non essere rimpatriato. “Ma come? Dopo 26 anni in Italia non mi hanno identificato? E dopo un anno di carcere devo fare ancora sei mesi di detenzione, poi se non riescono a rimpatriarmi mi rimettono in libertà col foglio di via, che vale cinque giorni, e dal sesto giorno se mi fermano mi condannano per un altro anno, e poi dopo il carcere ritorno al Cie, non è possibile!”.

Intanto le celle della sezione maschile del Cie di Roma sono isolate una dall'altra. La tensione è ancora alta e le forze dell'ordine presidiano la struttura. Ma le tensioni non sono solo a Roma. Dall'entrata in vigore del pacchetto sicurezza, l'8 agosto 2009, il prolungamento del periodo di trattenimento nei Cie, passato da 2 a 6 mesi, ha generato proteste, rivolte e scioperi della fame nei centri di tutta Italia. L'ultimo a Milano, dove a marzo uno sciopero della fame dei detenuti si era protratto per cinque giorni. Aggiornamenti nella corrispondenza …

Il Circolo Pink ritira la querela per diffamazione e riceve dal quotidiano Libero 15.000 euro a titolo di risarcimento.

Il Circolo Pink accetta l'accordo proposto dai legali di Libero che ha visto imputati la giornalista Cristiana Lodi e l'ex direttore responsabile del quotidiano Libero, Alessandro Sallusti, denunciati dal Circolo Pink, a seguito di un articolo offensivo e diffamatorio pubblicato da Libero nell'agosto del 2003.

La storia La vicenda risale all'agosto del 2003, quando a Verona viene annunciata la visita del presidente Silvio Berlusconi. Le manifestazioni di dissenso vennero organizzate e pubblicizzate per tempo, tanto che il presidente rinunciò all'opera in Arena, per timore del popolo dei fischietti. Venne comunque il giorno successivo, ad incontrare il cancelliere tedesco Schröeder e girò per la città, circondato da una folla di giornalisti e cineoperatori. In quell'occasione il presidente del Circolo Pink Gianni Zardini ricevette una telefonata da una giornalista, che si presentò come Anna Benedini de La Voce di Mantova mentre in realtà era Cristiana Lodi. La giornalista chiese un'intervista, che le fu concessa, sulle iniziative di protesta per l'arrivo di Berlusconi, visto che il Circolo Pink figurava tra i promotori. Il giorno successivo sul quotidiano Libero un lungo articolo in cui il Circolo Pink viene definito calderone di lesbiche, gay, transessuali ma anche circolo con un occhio di riguardo ai pedofili.

Nel 2009 l'Italia ha esportato armi per circa 5 miliardi di euro Si tratta di un aumento del 61,3% rispetto al 2008: le armi sono per la metà destinate a paesi extra area Nato e Unione Europea.

ESTERI

Naufragio in Egitto sulla rotta per l'Italia. 2 morti e 13 dispersi Un'imbarcazione con a bordo decine di emigranti diretti in Italia ha fatto naufragio oggi al largo delle coste egiziane, dove i servizi di soccorso hanno ripescato i corpi senza vita di due uomini. L'imbarcazione, che secondo i superstiti trasportava una quarantina di persone, si è rovesciata a circa tre chilometri dalle coste egiziane, al largo della provincia di Kafr el-Cheikh. Venticinque dei passeggeri sono stati soccorsi e due cadaveri sono stati recuperati, mentre le ricerche continuano per ritrovare gli altri passeggeri dispersi in mare. Le cause dell'incidente sono sconosciute per il momento. La guardia costiera aveva già fermato, martedì scorso, un'altra imbarcazione nello stesso tratto di mare, con 40 passeggeri a bordo. (gdg)

GIOVANE PALESTINESE UCCISO, TENSIONI E PROTESTE NELLA ‘GIORNATA DELLA TERRA’ Un ragazzo palestinese di 15 anni è stato ucciso da soldati israeliani che hanno aperto il fuoco nei pressi dell’aeroporto internazionale Yasser Arafat a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’agenzia ‘Maan’ secondo cui Mohammed Zen Ismail al Farmawi è stato raggiunto da alcuni proiettili ma l’autoambulanza giunta sul posto per assisterlo non è riuscita a condurlo al più vicino ospedale a causa del violento scontro a fuoco in corso nella zona. Secondo le prime ricostruzioni le violenze sarebbero cominciate quando i militari israeliani hanno cercato di impedire lo svolgersi di un corteo in occasione, oggi, del 34° anniversario della Giornata della Terra, un appuntamento annuale in cui i palestinesi commemorano la morte di sei agricoltori uccisi mentre protestavano contro la confisca delle loro terre da parte degli israeliani.

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO DONNE IN POLITICA E PER LO SVILUPPO, PRIMA CONFERENZA A KINSHASA È in corso a Kinshasa la prima conferenza nazionale sulla partecipazione femminile alla vita politica del paese. Obiettivo dell’iniziativa, promossa dalla Lega delle donne congolesi per le elezioni (Lifce), è di trarre un bilancio del ruolo delle donne nella vita politica del paese sin dall’indipendenza dal Belgio cinquant’anni fa, per favorirne una maggiore partecipazione allo sviluppo. “È un’occasione per le donne impegnate in politica, esponenti della società civile e militanti per i diritti di prendere la parola e raccontare il loro quotidiano, il loro lavoro in seno ai partiti politici. Interverranno anche donne imprenditrici e del settore finanziario” ha detto Eve Bazaiba, presidente della Lifce. Pur essendo demograficamente maggioritarie nella Repubblica democratica del Congo – sottolinea il quotidiano di Kinshasa ‘Le Potentiel’ – le donne sono poco rappresentate nelle istituzioni: 49 donne su 500 deputati all’Assemblea nazionale, sei donne su 108 senatori, cinque ministri su 45, nessuna donne governatrice di provincia.

Gr 13:00

Non bastava l’immondizia che sta riempiendo e distruggendo il parco delle colline. Non bastavano le botte prese dai manifestanti nei giorni della protesta. A due anni dalla rivolta di Chiaiano la polizia si è presentata a casa degli attivisti del presidio per notificare 5 provvedimenti di misura cautelare tra arresti domiciliari e obbligo di firma per "pericolosità sociale". Gli eventi sono quelli famosissimi delle prime cariche a Chiaiano del 23 maggio 2008 quando la polizia caricò il presidio. Era il prologo delle cariche del giorno dopo quando due ragazzi sarebbero addirittura stati scaraventati giù da via Cupa dei Cani rischiando di morire. Gli elementi che a distanza di così tanto tempo qualificherebbero la "pericolosità sociale" sono ancora più incredibili: per Egidio e Davide è il fatto di essere stati fermati in un camion (quello della manifestazione dello Jatevenne Day il 30 settembre 2008) insieme al proprietario dello stesso che nel camion teneva una falce. Situazione per la quale all'epoca del fermo del camion non ricevettero nessuna accusa perché fu subito accertato che la falce apparteneva al proprietario che di mestiere fa il contadino. Per Pietro addirittura la situazione è paradossale: proprio il 23 maggio fu fermato durante le cariche e processato per resistenza. Quindi sarebbe due volte inquisito per le stesse cose!! E l'elemento che secondo il Pm accerterebbe la sua "pericolosità", il fatto di parlare col megafono agli altri manifestanti, è stato già derubricato nel giudizio del tribunale come un atto non rivolto ad aizzare la folla ma a mantenere la calma. E così a pagare sono ancora una volta le persone che lottano per il diritto alla salute di tutti e che cercano di esprimere il proprio dissenso ad una scellerata politica dei rifiuti. Ascoltiamo una corrispondenza con un compagno di Napoli.

ITALIA

Perde il lavoro, si butta dal sesto piano

Un uomo di 60 anni, licenziato lo scorso ottobre, si è buttato dal balcone del suo appartamento al sesto piano di un edificio in zona Cinecittà, periferia est della capitale. A raccontare ai soccorritori la disperazione dietro quel gesto e' stata la moglie, consapevole dello stato d'animo, della crisi in cui da ottobre, da quando aveva perso il lavoro, era entrato il marito, 60 anni, e per questo gli stava vicino piu' che poteva: ma e' bastato un attimo di distrazione - ha detto ai soccorritori - un momento in cui non era nella stanza con lui, che l'uomo ha deciso di farla finita. Si e' buttato dal sesto piano, ed e' morto sul colpo, riferisce il 118. Non ha lasciato biglietti o messaggi - dice la polizia che e' intervenuta - ma la moglie ha spiegato cosi' il suo gesto: non sapeva darsi pace da quando ad ottobre aveva perso il lavoro, era depresso.

ISRAELE IMMIGRAZIONE: VITTIME E ARRESTI AL CONFINE CON L’EGITTO

Con l’uccisione di un giovane eritreo di 26 anni, ammazzato ieri al confine tra Egitto e Israele, sale a 12 il numero dei migranti assassinati lungo la frontiera del Sinai. Lo hanno riferito fonti della sicurezza egiziana, precisando che le guardie di frontiera hanno aperto il fuoco ieri contro un gruppetto di migranti che stava cercando di entrare in territorio israeliano: il bilancio dell’operazione è di un giovane ucciso, due feriti e di altre 11 persone arrestate, tra cui tre donne etiopiche e un bambino di due anni. Nel fine settimana altri due giovani eritrei (33 e 31 anni) erano stati uccisi con modalità identiche. Dopo anni di politica tollerante, dal 2007 il governo egiziano ha moltiplicato l’utilizzo della forza alla frontiera a causa di forti pressioni israeliane. L’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha chiesto all’inizio del mese di Marzo l’apertura di un’inchiesta indipendente sugli omicidi commessi alla frontiera con Israele. Secondo le stime (altre fonti ritengono che il bilancio reale di queste vittime sia molto più elevato) citate dal commissario Onu tra Luglio 2007 e Ottobre 2008 almeno 33 migranti sono stati uccisi nel Sinai; poi, dopo un’apparente pausa di sei mesi, altre 19 persone hanno perso la vita tra Maggio e Dicembre 2009. Questa rotta migratoria viene segnalata “in crescita” dagli esperti, soprattutto tra gli africani provenienti dalle zone orientali del continente (Somalia, Sudan, Etiopia, Eritrea). Sia l’Onu che le organizzazioni dei diritti umani hanno più volte sottolineato che proprio per la loro provenienza, molti dei migranti che passano per il Sinai sono potenziali richiedenti asilo.

Pena morte: Amnesty, 2009,esecuzioni 714 Cina esclusa, rapporto sfida 'muro' informazione Pechino

Pena morte: Amnesty, 2009,esecuzioni 714 (ANSA) - ROMA, 30 MAR - Nel 2009, almeno 714 persone sono state messe a morte nel mondo. Lo rende noto l'ultimo rapporto di Amnesty International. L'organizzazione precisa che dal totale mancano i dati della Cina. Amnesty per la prima volta sfida il muro innalzato da Pechino sulle cifre delle 'migliaia' di condanne inflitte ed eseguite e non pubblica gli scarsi dati in suo possesso. Le 714 esecuzioni sono avvenute in 18 Paesi del mondo, contro le 2390 in 25 Stati registrate nel 2008.

Londra, 30 marzo - Stando al The Guardian di Londra, un gruppo di parlamentari britannici potrebbe chiedere al governo di rivedere le modalità di vendita di armi britanniche a Israele, dopo voci secondo cui armi britanniche sono state usate da Israele nell'aggressione terroristica ai danni della striscia di Gaza, tra il dicembre 2008 e il gennaio 2009.

Un ordigno esplosivo ha ucciso i militari in una provincia curda al confine con l'Iraq. L'esercito accusa i separatisti del Pkk

Tre militari turchi sono morti questa mattina nell'esplosione di una mina presso la località di Cukurka, nella provincia di Hakkari al confine con l'Iraq. Fonti militari, rilanciate dall'emittente privata Ntv, riferiscono che la mina sarebbe stata collocata da ribelli separatisti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk). L'ordigno comandato a distanza sarebbe esploso al passaggio del veicolo sul quale viaggiavano i militari. I militanti del Pkk utilizzano le zone dell'Iraq settentrionale come base per lanciare attacchi contro l'esercito turco.

Somalia

Centinaia di persone hanno manifestato oggi lungo le strade di Mogadiscio, per protestare contro i militanti di Al-Shabaab. I manifestanti, tra i quali molte donne e bambini, hanno intonato slogan contro il gruppo islamista radicale che controlla la maggior parte del sud della Somalia. Si tratterebbe in assoluto della seconda manifestazione pubblica contro gli Shabaab. La protesta è stata organizzata nei pochi distretti di Mogadiscio controllati dal governo. Uno degli organizzatori, Moyhadin Hassan Afrah, ha detto che la gente ha deciso di manifestare dopo la profanazione, ad opera degli stessi ribelli islamici, delle tombe di alcuni religiosi sufi. Afrah ha dichiarato di aver marciato anche contro la presenza di combattenti stranieri al servizio degli Shabaab.

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gror100330 (last edited 2010-03-30 17:07:40 by anonymous)