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'''Sommario'''

'''In primo Piano'''

'''Editoriale'''

'''NOTIZIE BREVI'''

'''ITALIA'''

'''ESTERI'''

'''Siparietto'''

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'''ESTERI'''

  
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'''ITALIA'''




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''' Afghanistan, liberi 5 dei 9 dipendenti afgani di Emergency arrestati a Lashkargah'''
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Assieme ai tre operatori italiani liberati ieri dopo che ogni accusa a loro carico era caduta, sabato 10 aprile erano stati arrestati anche 6 dipendenti afgani. Di questi, 5 sono stati già rilasciati.
Non si ancora niente invece, sulla sorte degli altri tre afgani prelevati nel corso della settimana apparentemente per le medesime accuse. Chiaramente, trattandosi di personale della Ong, Emergency si sta muovendo con ogni mezzo per poter garantire loro una difesa giusta e il rispetto di ogni diritto.
''' Niger, disastro ambientale'''
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'''GRAVE BILANCIO DI VITTIME DOPO FINE SETTIMANA DI SCONTRI'''
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È salito a 20 morti e oltre 35 feriti il bilancio delle violenze che hanno attraversato nel fine settimana diverse aree di Mogadiscio. Lo riferiscono le emittenti locali, secondo cui molte delle vittime erano civili rimasti intrappolati negli scontri a fuoco o raggiunti da colpi di mortaio che hanno centrato case e palazzi dei quartieri residenziali. Sabato mattina almeno 10 persone, tra cui cinque agenti, sono morti nell’esplosione di una mina collocata nei pressi di una stazione di polizia nella parte meridionale della città, mentre altrettante vittime sono state causate dai colpi di mortaio esplosi dall’insurrezione contro l’aeroporto di Aden Adde, poco dopo l’arrivo del presidente Sheikh Sharif Sheikh Ahmed e del portavoce del parlamento, domenica pomeriggio. Soldati dell’esercito e truppe dell’Unione Africana (Amisom) hanno risposto al fuoco e bloccato l’accesso nella zona per alcune ore. Secondo il coordinatore del servizio di autoambulanze di Mogadiscio, Ali Muse, tutti i colpi di mortaio sparati contro l’aeroporto sarebbero atterrati su abitazioni e sul mercato di Bakara uccidendo altre 10 persone, tra cui quattro donne. In Niger le miniere di uranio gestite da Areva stanno provocando gravi danni ambientali ed economici, come denuncia Greenpeace.
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'''MUTAMENTI CLIMATICI E "BUEN VIVIR", CONFERENZA MONDIALE A COCHABAMBA'''

Sono almeno 11.500 i rappresentanti di 107 paesi attesi da oggi a Cochabamba, nel centro della Bolivia, per la Conferenza mondiale dei popoli sui cambiamenti climatici e i diritti della Madre Terra, promossa dal governo del primo presidente indigeno Evo Morales. Dovrebbero esserci anche quattro presidenti latinoamericani – il venezuelano Hugo Chávez, l’ecuadoriano Rafael Correa, il paraguayano Fernando Lugo e il nicaraguense Daniel Ortega – chiamati a offrire il loro contributo per una nuova strategia globale a tutela dell’ambiente. ‘Invitati d’onore’ i popoli indigeni dell’Amazzonia, regione condivisa da nove paesi sudamericani, con il loro stile ancestrale di convivenza con la Madre Terra - il cosiddetto "Buen Vivir" - che tenta di resistere all’industrializzazione dilagante promossa dal nord del mondo. L'incontro si aprirà con l’analisi delle cause strutturali dei mutamenti climatici planetari per discutere poi di armonia con la natura, migranti climatici, popoli indigeni, debito climatico, protocollo di Kyoto, sviluppo di tecnologie sostenibili, ma anche agricoltura e sovranità alimentare. La Conferenza di Cochabamba, unica nel suo genere, è stata convocata in vista di quella organizzata dall’Onu in Messico a fine anno.

'''Afghanistan: esplosione in base militare afghana, vittime'''

KABUL - Un'esplosione all'interno di una base dell'esercito afghano vicino a Kabul ha provocato la morte di almeno un soldato e il ferimento di altri due. Lo dicono fonti ufficiali.

Ancora non è chiaro cosa abbia causato l'esplosione: il ministero della difesa afghano afferma che si è verificata mentre i militari stavano addestrandosi con armi pesanti.

Una fonte della sicurezza che ha chiesto l'anonimato ha affermato che si è trattato di un attacco suicida, come anche il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid. Secondo quest'ultimo l'attacco suicida è avvenuto mentre i soldati afghani lavoravano con consiglieri militari stranieri e che fra le vittime vi sarebbero stranieri.

La Nato da parte sua ha detto di essere informata dell'esplosione ma di non disporre di ulteriori informazioni.

'''Sisma: Cina, quasi 2000 morti
Piu' di mille i feriti in condizioni critiche'''

Sisma: Cina, quasi 2000 morti (ANSA) - SHANGHAI, 19 APR - E' salito a 1944 il bilancio ufficiale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito mercoledi' scorso la Cina nord occidentale. Lo riferisce l'agenzia Nuova Cina. Secondo le ultime informazioni diffuse dal quartier generale dei soccorsi a Yushu, nella provincia del Qinghai, sarebbero 12315 i feriti dei quali 1134 in condizioni critiche. Il terremoto ha colpito mercoledi' scorso la provincia nord occidentale alle 7.49 del mattino, con una forza di magnitudo 7.1 della scala Richter.

'''Siparietto'''

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Ad Akokan, in Niger, non conviene respirare a cuor leggero ed è meglio evitare di bere acqua. In realtà, forse sarebbe bene anche non passeggiare per le strade. Akokan è una città tossica, un piccolo villaggio in cui si respira, si beve e si cammina sul veleno. E' questo il risultato di quelle miniere di uranio gestite da Areva, che avrebbero dovuto fare da volano all'economia del Paese e invece si sono trasformate in un boccone avvelenato, nel vero senso della parola.
Villaggi tossici. Le accuse al colosso francese, leader nel settore dell'energia nucleare, sono elencate, nero su bianco, in un dossier pubblicato il 30 marzo da Greenpeace, redatto in base ai dati ottenuti dalle ispezioni effettuate lo scorso novembre. Un rapporto che smentisce le dichiarazioni della società pubblica. Areva, già chiamata in causa nel 2007, si era impegnata a bonificare i territori in cui sorgono le miniere di uranio che ha in concessione. Secondo i tecnici della Ong ambientalista, però, quelle bonifiche non hanno mai avuto luogo e il risultato è che nelle città minerarie di Akokan e Arlit, a circa 850 chilometri a nordest della capitale Niamey, 80 mila persone vivono esposte a forti dosi di radioattività,
 

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ESTERI

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Gr 13:00

ITALIA

ESTERI

Niger, disastro ambientale

In Niger le miniere di uranio gestite da Areva stanno provocando gravi danni ambientali ed economici, come denuncia Greenpeace.

Ad Akokan, in Niger, non conviene respirare a cuor leggero ed è meglio evitare di bere acqua. In realtà, forse sarebbe bene anche non passeggiare per le strade. Akokan è una città tossica, un piccolo villaggio in cui si respira, si beve e si cammina sul veleno. E' questo il risultato di quelle miniere di uranio gestite da Areva, che avrebbero dovuto fare da volano all'economia del Paese e invece si sono trasformate in un boccone avvelenato, nel vero senso della parola. Villaggi tossici. Le accuse al colosso francese, leader nel settore dell'energia nucleare, sono elencate, nero su bianco, in un dossier pubblicato il 30 marzo da Greenpeace, redatto in base ai dati ottenuti dalle ispezioni effettuate lo scorso novembre. Un rapporto che smentisce le dichiarazioni della società pubblica. Areva, già chiamata in causa nel 2007, si era impegnata a bonificare i territori in cui sorgono le miniere di uranio che ha in concessione. Secondo i tecnici della Ong ambientalista, però, quelle bonifiche non hanno mai avuto luogo e il risultato è che nelle città minerarie di Akokan e Arlit, a circa 850 chilometri a nordest della capitale Niamey, 80 mila persone vivono esposte a forti dosi di radioattività,

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