Differences between revisions 3 and 4
Revision 3 as of 2010-04-19 18:11:01
Size: 17064
Editor: anonymous
Comment:
Revision 4 as of 2010-04-28 08:52:46
Size: 2490
Editor: anonymous
Comment:
Deletions are marked like this. Additions are marked like this.
Line 26: Line 26:
'''Afghanistan: liberi 5 dei 9 dipendenti afgani di Emergency arrestati a Lashkargah'''

Assieme ai tre operatori italiani liberati ieri dopo che ogni accusa a loro carico era caduta, sabato 10 aprile erano stati arrestati anche 6 dipendenti afgani. Di questi, 5 sono stati già rilasciati.
Non si ancora niente invece, sulla sorte degli altri tre afgani prelevati nel corso della settimana apparentemente per le medesime accuse. Chiaramente, trattandosi di personale della Ong, Emergency si sta muovendo con ogni mezzo per poter garantire loro una difesa giusta e il rispetto di ogni diritto.
Matteo, Marco e Matteo da ieri sono finalmente liberi. Peacereporter ha intervistato Cecilia Strada, presidentessa di Emergency: "Sono tre persone libere, verso di loro non ė stata formulata alcuna accusa. Entro domani i tre cooperanti di Emergency dovrebbero tornare in Italia con un volo commerciale accompagnati dall'inviato del ministro Frattini per l'Afghanistan, Massimo Iannucci. Ma è ancora sequestrato a Kabul il personale afgano - almeno sei persone, ma potrebbero anche essere nove - e anche verso di loro non ė stata formalizzata alcuna accusa e i nostri avvocati stanno lavorando per tirarli fuori. Non si sa se sono in stato di fermo o di arresto".

Un'esplosione all'interno di una base dell'esercito afghano vicino a Kabul ha provocato la morte di almeno un soldato e il ferimento di altri due. Lo dicono fonti ufficiali. Ancora non è chiaro cosa abbia causato l'esplosione: il ministero della difesa afghano afferma che si è verificata mentre i militari stavano addestrandosi con armi pesanti. Una fonte della sicurezza che ha chiesto l'anonimato ha affermato che si è trattato di un attacco suicida, come anche il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid. Secondo quest'ultimo l'attacco suicida è avvenuto mentre i soldati afghani lavoravano con consiglieri militari stranieri e che fra le vittime vi sarebbero stranieri.


'''PAKISTAN: GRAVE ATTENTATO SUICIDA A ISLAMABAD'''

E' di almeno 30 morti il bilancio di un doppio attentato perpetrato nella città di Peshawar, in Pakistan. Un'autobomba nei pressi di una scuola ha causato la morte di uno scolaro di 8 anni ed il ferimento di diversi genitori che stavano attendendo l'uscita dei propri figli. Poco più tardi, in un mercato del rione di Qissa Khawani, oltre venti persone hanno trovato la morte in seguito ad un altro attentato.
L'attentatore che si è fatto esplodere nel popolare mercato della città nord occidentale di Peshawar è un "ragazzo di 15 o 16 anni" secondo quanto ha riferito Shafqat Malik, il responsabile degli artificeri che stanno investigando sul luogo dell'attentato che ha causato almeno 25 morti. Lo riferisce Geo News. Gli investigatori hanno trovato la testa e parte del corpo del sospetto kamikaze. Nell'attacco sono stati usati circa 6 chilogrammi di esplosivo rinforzato con biglie di acciaio. L'esplosione è avvenuta nel centrale bazar di Qissa Khawani mentre era in corso un corteo di protesta contro le interruzioni di corrente elettrica organizzata dal partito Jamaat-e-Islami (Ji). Fonti mediche riferiscono che 23 corpi sono stati portati all'ospedale Edhi. In un altro ospedale sono stati ricoverati oltre 40 feriti.


'''IRAQ: UCCISI DUE CAPI DI AL-QAEDA'''

I due capi di al-Qaeda in Iraq, Abu Omar al-Baghdadi e Abu Ayyub al-Masri, sono stati uccisi sabato nella regione di Tharthar, a nord di Baghdad. La notizia è stata comunicata soltanto oggi dal primo ministro Nouri al-Maliki. I due sono stati uccisi in un attacco congiunto di iracheni e statunitensi nei pressi del lago Tharthar. Il premier ha mostrato in conferenza stampa anche le foto dei corpi delle vittime, spiegando che i test del Dna effettuati dai militari Usa avrebbero confermato la loro identità.


'''SOMALIA: GRAVE BILANCIO DI VITTIME DOPO FINE SETTIMANA DI SCONTRI'''

È salito a 20 morti e oltre 35 feriti il bilancio delle violenze che hanno attraversato nel fine settimana diverse aree di Mogadiscio. Lo riferiscono le emittenti locali, secondo cui molte delle vittime erano civili rimasti intrappolati negli scontri a fuoco o raggiunti da colpi di mortaio che hanno centrato case e palazzi dei quartieri residenziali. Sabato mattina almeno 10 persone, tra cui cinque agenti, sono morti nell’esplosione di una mina collocata nei pressi di una stazione di polizia nella parte meridionale della città, mentre altrettante vittime sono state causate dai colpi di mortaio esplosi dall’insurrezione contro l’aeroporto di Aden Adde, poco dopo l’arrivo del presidente Sheikh Sharif Sheikh Ahmed e del portavoce del parlamento, domenica pomeriggio. Soldati dell’esercito e truppe dell’Unione Africana (Amisom) hanno risposto al fuoco e bloccato l’accesso nella zona per alcune ore. Secondo il coordinatore del servizio di autoambulanze di Mogadiscio, Ali Muse, tutti i colpi di mortaio sparati contro l’aeroporto sarebbero atterrati su abitazioni e sul mercato di Bakara uccidendo altre 10 persone, tra cui quattro donne.


'''BOLIVIA: CONFERENZA SU MUTAMENTI CLIMATICI E BUEN VIVIR'''

Sono almeno 11.500 i rappresentanti di 107 paesi attesi da oggi a Cochabamba, nel centro della Bolivia, per la Conferenza mondiale dei popoli sui cambiamenti climatici e i diritti della Madre Terra, promossa dal governo del primo presidente indigeno Evo Morales. Dovrebbero esserci anche quattro presidenti latinoamericani – il venezuelano Hugo Chávez, l’ecuadoriano Rafael Correa, il paraguayano Fernando Lugo e il nicaraguense Daniel Ortega. ‘Invitati d’onore’ i popoli indigeni dell’Amazzonia, regione condivisa da nove paesi sudamericani, con il loro stile ancestrale di convivenza con la Madre Terra - il cosiddetto "Buen Vivir" - che tenta di resistere all’industrializzazione dilagante promossa dal nord del mondo. L'incontro si aprirà con l’analisi delle cause strutturali dei mutamenti climatici planetari per discutere poi di armonia con la natura, migranti climatici, popoli indigeni, debito climatico, protocollo di Kyoto, sviluppo di tecnologie sostenibili, ma anche agricoltura e sovranità alimentare. La Conferenza di Cochabamba, unica nel suo genere, è stata convocata in vista di quella organizzata dall’Onu in Messico a fine anno.


'''Sisma: Cina, quasi 2000 morti
Piu' di mille i feriti in condizioni critiche'''

Sisma: Cina, quasi 2000 morti (ANSA) - SHANGHAI, 19 APR - E' salito a 1944 il bilancio ufficiale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito mercoledi' scorso la Cina nord occidentale. Lo riferisce l'agenzia Nuova Cina. Secondo le ultime informazioni diffuse dal quartier generale dei soccorsi a Yushu, nella provincia del Qinghai, sarebbero 12315 i feriti dei quali 1134 in condizioni critiche. Il terremoto ha colpito mercoledi' scorso la provincia nord occidentale alle 7.49 del mattino, con una forza di magnitudo 7.1 della scala Richter.

  
Line 65: Line 30:
'''PARMA: GROSSA MANIFESTAZIONE CONTRO L'INCENERITORE'''  
Line 67: Line 32:
Nonostante la pioggia, sab. 17 in 5.000 hanno sfilato per le strade di Parma contro la costruzione dell'inceneritore voluta da Enia e spacciata come soluzione al problema dei rifiuti dalle istituzioni locali.
La manifestazione ha avuto dimensione nazionale e ha visto la partecipazione di comitati contro l'inceneritore da molte parti d'Italia che hanno (o hanno avuto) un problema analogo a quello che oggi si sta affrontando a Parma. Oltre a questi anche numerose adesioni di collettivi, associazioni e partiti. Il corteo ha attraversato la città, arrivando a sfidare il torpore dello shopping del sabato nel centro di Parma, chissà se qualcuno dei solerti amministratori locali (Comune e Provincia) si è accorto di quello che è successo. Sicuramente questa straordinaria partecipazione incrina l'immagine che la politica locale da di sé stessa. Attorno ad Enia infatti ruotano tutta una serie di questioni che riguardano anche la svendita delle quote dell'ex-municipalizzata fino alla privatizzazione dell'acqua. Il tutto nel silenzio complice di un'informazione completamente asservita alle lobbies più potenti della città. Nonostante questa situazione l'autorganizzazione ha dimostrato che si può creare una rete di resistenza efficace per contrastare la svendita del nostro futuro.


'''TORINO: MANIFESTAZIONE NO-TAV NELLE PIAZZE'''
(audio: ROd'U)

Grande successo per l'iniziativa che ha visto sab. 17 tutti i comitati No Tav delle Valli Susa impegnati in una giornata di controinformazione in ventuno piazze a Torino. L'obiettivo del movimento No Tav era quello di bucare il muro di propaganda si tav del governo, delle istituzioni locali e dei media mainstream anche nel contesto metropolitano, riuscendo così a parlare con i torinesi e a spiegare le vere ragioni di chi si oppone all'opera. Ventuno i punti informativi allestiti a questo scopo durante tutta la giornata: al mattino numerosi i mercati interessati, da piazza Madama Cristina al Balun, da Corso Palestro a Piazza Santa Giulia, mentre gli studenti di molti istituiti superiori portavano volantini e bandiere anche all'interno delle proprie scuole. Il pomeriggio, nonostante la pioggia che ha bagnato turisti e No Tav, ha visto invece alcuni presidi statici, in alcuni dei punti turistici più affollati, dal Museo del Cinema a piazza Carignano a piazza Carlo Felice, e alcuni presidi itineranti al Parco del Valentino, al Parco della Mandria etc. La giornata si è conclusa la sera con un ultimo punto informativo ai Murazzi del Po. Mentre ieri, dom. 18, circa 100 persone sono partite alla volta di Strasburgo per portare in Europa i motivi del No all'alta velocità della popolazione della Vale. Alberto Perino, dei comitati No Tav di Val di Susa


'''Piemonte, Tentativo di rivolta nel carcere di Fossano'''

Ven. 16, dalle 17.20 fino alle 22 la polizia penitenziaria in servizio presso la Casa di Reclusione di Fossano (CN), è stata impegnata a sedare un grave tentativo di rivolta. Lo rende noto l'Osapp. La rivolta ha avuto luogo al secondo piano, dove è ubicata la sezione Penale al cui interno sono ristretti una sessantina di detenuti di nazionalità extracomunitaria, per reati che vanno dallo spaccio di stupefacenti al furto. Inizialmente, i reclusi hanno cominciato a sbattere le stoviglie e suppellettili, ma subito dopo, spiega l'Osapp, "la tensione è salita ed i detenuti hanno letteralmente sradicato il cancello di sbarramento della sezione (peso circa 4 quintali)". Tempestivamente è stato dato l'allarme, e tutto il personale a disposizione e libero dal servizio è stato chiamato ad intervenire. La Polizia Penitenziaria in poco tempo è riuscita a riportare l'ordine. "Sabato - comunica l'Osapp - anche grazie all'ausilio delle unità di Polizia penitenziaria provenienti dagli istituti Piemontesi, è stato effettuato il trasferimento di circa 15 detenuti ritenuti tra i promotori dei disordini che trarrebbero origine dal sovraffollamento e dalla mancanza di lavoro. Sempre nella mattinata, è stata effettuata una perquisizione generale con relativa bonifica dell'intero istituto, con l'ausilio delle unità cinofile della Polizia Penitenziaria". [...]
     
Line 86: Line 41:

'''Sommario'''

'''In primo Piano'''

'''Editoriale'''

'''NOTIZIE BREVI'''
   
Line 97: Line 46:




Line 99: Line 53:
''' Afghanistan, liberi 5 dei 9 dipendenti afgani di Emergency arrestati a Lashkargah'''
Line 101: Line 54:
Assieme ai tre operatori italiani liberati ieri dopo che ogni accusa a loro carico era caduta, sabato 10 aprile erano stati arrestati anche 6 dipendenti afgani. Di questi, 5 sono stati già rilasciati.
Non si ancora niente invece, sulla sorte degli altri tre afgani prelevati nel corso della settimana apparentemente per le medesime accuse. Chiaramente, trattandosi di personale della Ong, Emergency si sta muovendo con ogni mezzo per poter garantire loro una difesa giusta e il rispetto di ogni diritto.
''' Niger, disastro ambientale'''
Line 104: Line 56:
'''GRAVE BILANCIO DI VITTIME DOPO FINE SETTIMANA DI SCONTRI'''
Line 106: Line 57:
È salito a 20 morti e oltre 35 feriti il bilancio delle violenze che hanno attraversato nel fine settimana diverse aree di Mogadiscio. Lo riferiscono le emittenti locali, secondo cui molte delle vittime erano civili rimasti intrappolati negli scontri a fuoco o raggiunti da colpi di mortaio che hanno centrato case e palazzi dei quartieri residenziali. Sabato mattina almeno 10 persone, tra cui cinque agenti, sono morti nell’esplosione di una mina collocata nei pressi di una stazione di polizia nella parte meridionale della città, mentre altrettante vittime sono state causate dai colpi di mortaio esplosi dall’insurrezione contro l’aeroporto di Aden Adde, poco dopo l’arrivo del presidente Sheikh Sharif Sheikh Ahmed e del portavoce del parlamento, domenica pomeriggio. Soldati dell’esercito e truppe dell’Unione Africana (Amisom) hanno risposto al fuoco e bloccato l’accesso nella zona per alcune ore. Secondo il coordinatore del servizio di autoambulanze di Mogadiscio, Ali Muse, tutti i colpi di mortaio sparati contro l’aeroporto sarebbero atterrati su abitazioni e sul mercato di Bakara uccidendo altre 10 persone, tra cui quattro donne. In Niger le miniere di uranio gestite da Areva stanno provocando gravi danni ambientali ed economici, come denuncia Greenpeace.
Line 108: Line 59:
'''MUTAMENTI CLIMATICI E "BUEN VIVIR", CONFERENZA MONDIALE A COCHABAMBA'''

Sono almeno 11.500 i rappresentanti di 107 paesi attesi da oggi a Cochabamba, nel centro della Bolivia, per la Conferenza mondiale dei popoli sui cambiamenti climatici e i diritti della Madre Terra, promossa dal governo del primo presidente indigeno Evo Morales. Dovrebbero esserci anche quattro presidenti latinoamericani – il venezuelano Hugo Chávez, l’ecuadoriano Rafael Correa, il paraguayano Fernando Lugo e il nicaraguense Daniel Ortega – chiamati a offrire il loro contributo per una nuova strategia globale a tutela dell’ambiente. ‘Invitati d’onore’ i popoli indigeni dell’Amazzonia, regione condivisa da nove paesi sudamericani, con il loro stile ancestrale di convivenza con la Madre Terra - il cosiddetto "Buen Vivir" - che tenta di resistere all’industrializzazione dilagante promossa dal nord del mondo. L'incontro si aprirà con l’analisi delle cause strutturali dei mutamenti climatici planetari per discutere poi di armonia con la natura, migranti climatici, popoli indigeni, debito climatico, protocollo di Kyoto, sviluppo di tecnologie sostenibili, ma anche agricoltura e sovranità alimentare. La Conferenza di Cochabamba, unica nel suo genere, è stata convocata in vista di quella organizzata dall’Onu in Messico a fine anno.

'''Afghanistan: esplosione in base militare afghana, vittime'''

KABUL - Un'esplosione all'interno di una base dell'esercito afghano vicino a Kabul ha provocato la morte di almeno un soldato e il ferimento di altri due. Lo dicono fonti ufficiali.

Ancora non è chiaro cosa abbia causato l'esplosione: il ministero della difesa afghano afferma che si è verificata mentre i militari stavano addestrandosi con armi pesanti.

Una fonte della sicurezza che ha chiesto l'anonimato ha affermato che si è trattato di un attacco suicida, come anche il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid. Secondo quest'ultimo l'attacco suicida è avvenuto mentre i soldati afghani lavoravano con consiglieri militari stranieri e che fra le vittime vi sarebbero stranieri.

La Nato da parte sua ha detto di essere informata dell'esplosione ma di non disporre di ulteriori informazioni.

'''Sisma: Cina, quasi 2000 morti
Piu' di mille i feriti in condizioni critiche'''

Sisma: Cina, quasi 2000 morti (ANSA) - SHANGHAI, 19 APR - E' salito a 1944 il bilancio ufficiale delle vittime del devastante terremoto che ha colpito mercoledi' scorso la Cina nord occidentale. Lo riferisce l'agenzia Nuova Cina. Secondo le ultime informazioni diffuse dal quartier generale dei soccorsi a Yushu, nella provincia del Qinghai, sarebbero 12315 i feriti dei quali 1134 in condizioni critiche. Il terremoto ha colpito mercoledi' scorso la provincia nord occidentale alle 7.49 del mattino, con una forza di magnitudo 7.1 della scala Richter.

'''Siparietto'''

----
Ad Akokan, in Niger, non conviene respirare a cuor leggero ed è meglio evitare di bere acqua. In realtà, forse sarebbe bene anche non passeggiare per le strade. Akokan è una città tossica, un piccolo villaggio in cui si respira, si beve e si cammina sul veleno. E' questo il risultato di quelle miniere di uranio gestite da Areva, che avrebbero dovuto fare da volano all'economia del Paese e invece si sono trasformate in un boccone avvelenato, nel vero senso della parola.
Villaggi tossici. Le accuse al colosso francese, leader nel settore dell'energia nucleare, sono elencate, nero su bianco, in un dossier pubblicato il 30 marzo da Greenpeace, redatto in base ai dati ottenuti dalle ispezioni effettuate lo scorso novembre. Un rapporto che smentisce le dichiarazioni della società pubblica. Areva, già chiamata in causa nel 2007, si era impegnata a bonificare i territori in cui sorgono le miniere di uranio che ha in concessione. Secondo i tecnici della Ong ambientalista, però, quelle bonifiche non hanno mai avuto luogo e il risultato è che nelle città minerarie di Akokan e Arlit, a circa 850 chilometri a nordest della capitale Niamey, 80 mila persone vivono esposte a forti dosi di radioattività,
 

Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA


Gr 13:00

ITALIA

ESTERI

Niger, disastro ambientale

In Niger le miniere di uranio gestite da Areva stanno provocando gravi danni ambientali ed economici, come denuncia Greenpeace.

Ad Akokan, in Niger, non conviene respirare a cuor leggero ed è meglio evitare di bere acqua. In realtà, forse sarebbe bene anche non passeggiare per le strade. Akokan è una città tossica, un piccolo villaggio in cui si respira, si beve e si cammina sul veleno. E' questo il risultato di quelle miniere di uranio gestite da Areva, che avrebbero dovuto fare da volano all'economia del Paese e invece si sono trasformate in un boccone avvelenato, nel vero senso della parola. Villaggi tossici. Le accuse al colosso francese, leader nel settore dell'energia nucleare, sono elencate, nero su bianco, in un dossier pubblicato il 30 marzo da Greenpeace, redatto in base ai dati ottenuti dalle ispezioni effettuate lo scorso novembre. Un rapporto che smentisce le dichiarazioni della società pubblica. Areva, già chiamata in causa nel 2007, si era impegnata a bonificare i territori in cui sorgono le miniere di uranio che ha in concessione. Secondo i tecnici della Ong ambientalista, però, quelle bonifiche non hanno mai avuto luogo e il risultato è che nelle città minerarie di Akokan e Arlit, a circa 850 chilometri a nordest della capitale Niamey, 80 mila persone vivono esposte a forti dosi di radioattività,

Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina

gror100419 (last edited 2010-04-28 10:42:04 by anonymous)