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Niger, disastro ambientale

In Niger le miniere di uranio gestite da Areva stanno provocando gravi danni ambientali ed economici, come denuncia Greenpeace.

Ad Akokan, in Niger, non conviene respirare a cuor leggero ed è meglio evitare di bere acqua. In realtà, forse sarebbe bene anche non passeggiare per le strade. Akokan è una città tossica, un piccolo villaggio in cui si respira, si beve e si cammina sul veleno. E' questo il risultato di quelle miniere di uranio gestite da Areva, che avrebbero dovuto fare da volano all'economia del Paese e invece si sono trasformate in un boccone avvelenato, nel vero senso della parola. Villaggi tossici. Le accuse al colosso francese, leader nel settore dell'energia nucleare, sono elencate, nero su bianco, in un dossier pubblicato il 30 marzo da Greenpeace, redatto in base ai dati ottenuti dalle ispezioni effettuate lo scorso novembre. Un rapporto che smentisce le dichiarazioni della società pubblica. Areva, già chiamata in causa nel 2007, si era impegnata a bonificare i territori in cui sorgono le miniere di uranio che ha in concessione. Secondo i tecnici della Ong ambientalista, però, quelle bonifiche non hanno mai avuto luogo e il risultato è che nelle città minerarie di Akokan e Arlit, a circa 850 chilometri a nordest della capitale Niamey, 80 mila persone vivono esposte a forti dosi di radioattività,

Intensi scambi di colpi di artiglieria ieri sera nel centro della capitale somala

Almeno quattordici civili sono rimasti uccisi ieri sera a Mogadiscio nel corso di combattimenti tra ribelli Shabaab e forze governative e dell'Unione africana (Ua). Una granata è stata sparata su un mercato, nel quartiere meridionale di Hamarweyn, provocando cinque morti e circa venti feriti - ha riferito Ali Muse, capo dei servizi di ambulanze della capitale - mentre altri due civili sono deceduti in un esplosione avvenuta nei pressi di una moschea al mercato di Bakara, sempre nella zona sud della capitale. Altri testimoni hanno riferito ad Al Jazeera di aver visto altri otto cadaveri di civili a terra dopo un intenso scambio di colpi di artiglieria fra i ribelli da una parte e le forze governative dall'altra. I combattimenti sono scoppiati dopo l'attentato kamikaze contro una base del contingente africano Amisom, che aveva causato la morte di sette persone. Da mesi i ribelli islamici Shabaab controllano gran parte di Mogadiscio: solo una piccola parte della città, quella vicino all'aeroporto, è ancora in mano al governo di transizione somalo sostenuto dalla comunità internazionale

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