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'''TURCHIA: stupro ai danni di due ragazze da parte di centinaia di uomini''' Orrore e sgomento in una scuola media di Siirt, città turca nell'Anatolia sud-orientale, dove per due anni sette ragazzine fra i 14 e i 16 anni sono state violentate da decine di uomini - forse un centinaio - tra i 14 e i 70 anni, nell'omertà più completa. La denuncia viene oggi dal diffuso quotidiano laico Hurriyet, che in prima pagina titola appunto «Omertà sulle violenze», secondo cui circa 100 uomini sono stati sinora interrogati dalla polizia: per 17 di loro è scattato l'arresto mentre altri 25 sono ancora in stato di fermo. La vicenda, come riferisce il giornale, è venuta alla luce dal racconto fatto da una studentessa, H.T., di 14 anni, alla sua insegnante, che ha denunciato i fatti. Tutto è cominciato due anni fa quando il vice-direttore della scuola violentò nel suo ufficio la sorella di H.T., S.T. che ha oggi 16 anni. Poco tempo dopo il funzionario scolastico abusò anche della sorella minore e la voce che le due ragazzine erano ormai «disonorate» cominciò a spargersi a macchia d'olio prima dentro la scuola e poi fuori. Fu così che le due sorelle - alle quali intanto si erano aggiunte altre vittime, cinque ragazzine loro coetanee - cominciarono ad essere violentate prima da una decina di compagni di scuola e poi da numerosi altri uomini, tra i quali un agente di polizia, un militare e numerosi commercianti e artigiani locali. Tutti, secondo Hurriyet, appartenenti a «famiglie in vista» di Siirt che, dopo aver abusato delle ragazzine, regalavano loro dalle tre alle cinque lire turche (2-3 euro) oppure cioccolate e biscotti. |
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'''Vi serviamo ovunque, anche nei lager''' Con queste parole, oggi, un centinaio di persone tra studenti universitari, nativi e migranti, attivisti/e dei centri sociali, occupanti dei movimenti per il diritto all’abitare, antirazzisti e antirazziste si sono incontrati/e all’Università La Sapienza di Roma per dare vita a un’iniziativa di denuncia e boicottaggio contro i CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione per migranti). L’obiettivo dell'azione il gruppo “La Cascina”, che gestisce il servizio mensa della Facoltà di Economia e il bar universitario a piazzale Aldo Moro. Questa società, tramite l’affiliata “Auxilum”, dal 1° marzo è entrata nella gestione dei servizi interni al lager di Ponte Galeria. È stato aperto uno striscione che diceva «La cascina: complice dei lager! No ai CIE» davanti all’ingresso della mensa di Economia, poi in corteo spontaneo i manifestanti si sono spostati verso il bar di piazzale Aldo Moro, anch'esso gestito dalla stessa cascina ascolta la corrispondenza raccolta da ror questa mattina |
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Corrispondenza con Bilal, in sciopero della fame da più di un mese. | ieri sera nel cie di ponte galeria è arrivato un nuovo "ospite" la polizia lo ha picchiato brutalmente e lui al momento è in sciopero della fame, anche se tra i reclusi circola la voce che probabilmente verrà trasferito poichè tutti hanno assistito al suo pestaggio. intanto un altro detenuto che è in sciopero della fame da più di un mese ieri ha deciso di ingerire la batteria di una radio in protesta contro il CIE e per la liberazione sua e di tutti gli altri. |
Gr 19:30
Sommario
In primo Piano
Editoriale
NOTIZIE BREVI
ESTERI
TURCHIA: stupro ai danni di due ragazze da parte di centinaia di uomini
Orrore e sgomento in una scuola media di Siirt, città turca nell'Anatolia sud-orientale, dove per due anni sette ragazzine fra i 14 e i 16 anni sono state violentate da decine di uomini - forse un centinaio - tra i 14 e i 70 anni, nell'omertà più completa. La denuncia viene oggi dal diffuso quotidiano laico Hurriyet, che in prima pagina titola appunto «Omertà sulle violenze», secondo cui circa 100 uomini sono stati sinora interrogati dalla polizia: per 17 di loro è scattato l'arresto mentre altri 25 sono ancora in stato di fermo. La vicenda, come riferisce il giornale, è venuta alla luce dal racconto fatto da una studentessa, H.T., di 14 anni, alla sua insegnante, che ha denunciato i fatti. Tutto è cominciato due anni fa quando il vice-direttore della scuola violentò nel suo ufficio la sorella di H.T., S.T. che ha oggi 16 anni. Poco tempo dopo il funzionario scolastico abusò anche della sorella minore e la voce che le due ragazzine erano ormai «disonorate» cominciò a spargersi a macchia d'olio prima dentro la scuola e poi fuori. Fu così che le due sorelle - alle quali intanto si erano aggiunte altre vittime, cinque ragazzine loro coetanee - cominciarono ad essere violentate prima da una decina di compagni di scuola e poi da numerosi altri uomini, tra i quali un agente di polizia, un militare e numerosi commercianti e artigiani locali. Tutti, secondo Hurriyet, appartenenti a «famiglie in vista» di Siirt che, dopo aver abusato delle ragazzine, regalavano loro dalle tre alle cinque lire turche (2-3 euro) oppure cioccolate e biscotti.
ITALIA
Vi serviamo ovunque, anche nei lager
Con queste parole, oggi, un centinaio di persone tra studenti universitari, nativi e migranti, attivisti/e dei centri sociali, occupanti dei movimenti per il diritto all’abitare, antirazzisti e antirazziste si sono incontrati/e all’Università La Sapienza di Roma per dare vita a un’iniziativa di denuncia e boicottaggio contro i CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione per migranti).
L’obiettivo dell'azione il gruppo “La Cascina”, che gestisce il servizio mensa della Facoltà di Economia e il bar universitario a piazzale Aldo Moro. Questa società, tramite l’affiliata “Auxilum”, dal 1° marzo è entrata nella gestione dei servizi interni al lager di Ponte Galeria.
È stato aperto uno striscione che diceva «La cascina: complice dei lager! No ai CIE» davanti all’ingresso della mensa di Economia, poi in corteo spontaneo i manifestanti si sono spostati verso il bar di piazzale Aldo Moro, anch'esso gestito dalla stessa cascina
ascolta la corrispondenza raccolta da ror questa mattina
Siparietto
Gr 13:00
TERRITORI OCCUPATI: scontri tra coloni ed esercito israeliano
GAZA: scontri tra miliziani e Tsahal
SIRIA: colloqui notturni in Egitto. Si teme una guerra con Israele
LIBANO: Hezbollah risponde al rapporto ONU
Afghanistan, avvelenate dodici alunne a Kunduz
TURCHIA: stupro ai danni di due ragazze da parte di centinaia di uomini
Daghestan, in corso operazione dell'esercito russo: caccia al guerrigliero Vagabov
GRECIA: sciopero di 48 ore. Bloccato il porto del Pireo
INCIDENTI SUL LAVORO: un morto e un ferito nelle prime dodici ore di giornata
CIE: bloccato il presidio a Bologna. Due giorni di iniziative a Milano. Corrispondenza da Ponte Galeria ESTERI TERRITORI OCCUPATI: scontri tra coloni ed esercito israeliano Un gruppo di coloni israeliani si è ieri scontrato in Cisgiordania con una pattuaglia dell'esercito dello stato ebraico che ha sbarrato loro la strada mentre tentavano di entrare in un villaggio palestinese. Secondo quanto hanno reso noto ieri sera fonti militari a Gerusalemme, gli incidenti sono avvenuti nei pressi dell'insediamento di Yitzahr, non lontano da Nablus. Quando si sono visti impedire l'ingresso nel villaggio di Madameh, i coloni hanno risposto con una sassaiola contro i militari. Un soldato è rimasto ferito e a un mezzo militare sono state tagliate le gomme. Un minorenne coinvolto nei disordini è stato arrestato. Un portavoce militare ha detto che l'episodio avrà strascichi giudiziari dopo la conclusione dell'inchiesta che sarà avviata immediatamente. Non è chiaro perchè i coloni volessero raggiungere il villaggio palestinese. L'insediamento di Yitzahr ha comunque fama di essere uno dei più estremisti della Cisgiordania Uno scontro a fuoco è avvenuto questa mattina nella parte meridionale della Striscia di Gaza tra alcuni miliziani palestinesi ed elementi dell'esercito israeliano. Lo riferisce il sito del giornale giordano 'al-Doustour'. Secondo il sito informativo di Hamas, 'Palestine-infò, un pescatore palestinese sarebbe invece rimasto ferito dopo che una motovoedetta israeliana ha aperto il fuoco contro la sua imbarcazione al largo di Rafah, a sud di Gaza Ci sarebbe il timore di una guerra tra Siria e Israele dietro la visita «di poche ore» e a sorpresa che il presidente siriano Bashar al-Assad ha condotto ieri notte in Egitto. Lo riportano i media arabi, secondo cui l'urgenza del viaggio sarebbe mirato proprio a stemperare la tensione regionale. In particolare, un commentatore siriano fa notare come Assad, che la scorsa settimana aveva negato il rifornimento di missili Scud da parte della Siria a Hezbollah, avrebbe voluto render chiaro all'Egitto che quelle informazioni erano false. Il presidente siriano, infatti, ritiene che quelle accuse «sono una scusa di Israele per scatenare una guerra», riportano i media locali. Nel loro meeting, Assad e il presidente egiziano Hosni Mubarak avrebbero anche discusso dei colloqui per la riconciliazione palestinese tra Fatah e Hamas. La visita di Assad in Egitto è stata la prima dalla Seconda guerra del Libano, quando definì «mezzi uomini» i leader arabi che non difendevano il movimento libanese di Hezbollah Il movimento sciita libanese anti-israeliano Hezbollah ha condannato con forza il recente rapporto delle Nazioni Unite sull'applicazione della risoluzione 1559 del Consiglio di Sicurezza, che chiede lo «scioglimento e disarmo» di tutte le fazioni armate in Libano. Il rapporto, l'undicesimo firmato dall'inviato speciale del segretario generale dell'Onu per l'applicazione della risoluzione 1559 del 2004 Terji Roed Larsen, afferma che «la componente armata di Hezbollah rimane la più sigificativa milizia nel Paese». Le armi di Hezbollah, si afferma ancora nel documento, pongono «una sfida chiave alla sicurezza dei civili libanesi e all'autorità del governo». In un comunicato, Hezbollah ha replicato affermando che il rapporto «rappresenta una palese tutela sul Libano». L'organizzazione sciita, che ha il sostegno di Iran e Siria, afferma di non essere «una milizia, ma bensì un movimento di resistenza che difende la sua terra e fa da deterrente contro ogni aggressione». Nel rapporto non si fa alcun riferimento alle affermazioni di Israele secondo cui la Siria starebbe fornendo missili Scud al movimento Hezbollah. Ieri, gli Stati Uniti hanno affermato di non aver ancora determinato se il trasferimento di tali missili dalla Siria sia effettivamente avvenuto, cosa che Damasco e Beirut negano. Non si conosce ancora la dinamica dell'eccidio, nel quale hanno perso la vita anche un'insegnate e un impiegato Secondo fonti mediche locali della città di Kunduz, capoluogo dell'omonima provincia dell'Afghanistan settentrionale, almeno 14 persone sono rimaste vittime di un avvelenamento collettivo. In totale 14 persone, comprese 12 studentesse della Fatima Zahra Girl School, un insegnante e un impiegato sono state misteriosamente avvelenate e sono state trasportate in ospedale, ha detto oggi il medico Hamayon Khamush, dottore che opera nella struttura ospedaliera della città di Kunduz. Al momento non sono note le motivazioni che sarebbero dietro a questo avvelenamento collettivo. Ieri, sempre nella provincia di Kunduz, i talebani hanno rivendicato il rapimento di otto impiegati di una compagnia di costruzioni locale Un incidente simile a Shina, sobborgo della capitale Kabul, ha costretto una decina di studentesse a essere ricoverate. Stando a quanto raccontato dalle ragazze coinvolte, alcune persone sono entrate nelle classi sparando materiale tossico. Nessun gruppo ha rivendicato finora la responsabilità dell'attacco Orrore e sgomento in una scuola media di Siirt, città turca nell'Anatolia sud-orientale, dove per due anni sette ragazzine fra i 14 e i 16 anni sono state violentate da decine di uomini - forse un centinaio - tra i 14 e i 70 anni, nell'omertà più completa. La denuncia viene oggi dal diffuso quotidiano laico Hurriyet, che in prima pagina titola appunto «Omertà sulle violenze», secondo cui circa 100 uomini sono stati sinora interrogati dalla polizia: per 17 di loro è scattato l'arresto mentre altri 25 sono ancora in stato di fermo. La vicenda, come riferisce il giornale, è venuta alla luce dal racconto fatto da una studentessa, H.T., di 14 anni, alla sua insegnante, che ha denunciato i fatti. Tutto è cominciato due anni fa quando il vice-direttore della scuola violentò nel suo ufficio la sorella di H.T., S.T. che ha oggi 16 anni. Poco tempo dopo il funzionario scolastico abusò anche della sorella minore e la voce che le due ragazzine erano ormai «disonorate» cominciò a spargersi a macchia d'olio prima dentro la scuola e poi fuori. Fu così che le due sorelle - alle quali intanto si erano aggiunte altre vittime, cinque ragazzine loro coetanee - cominciarono ad essere violentate prima da una decina di compagni di scuola e poi da numerosi altri uomini, tra i quali un agente di polizia, un militare e numerosi commercianti e artigiani locali. Tutti, secondo Hurriyet, appartenenti a «famiglie in vista» di Siirt che, dopo aver abusato delle ragazzine, regalavano loro dalle tre alle cinque lire turche (2-3 euro) oppure cioccolate e biscotti. Le truppe del ministero dell'Interno e i servizi segreti russi hanno lanciato questa mattina un'operazione di polizia contro miliziani armati in un'area del Daghestan, repubblica del Caucaso del nord, dove è attiva la guerriglia integralista. Questo il contenuto di un comunicato letto da un portavoce dei servizi segreti russi in Daghestan, citato dall'agenzia stampa Interfax. L'operazione, secondo il portavoce, si svolge nei pressi del villaggio di Gurguki, e gli agenti stanno rastrellando le zone dei boschi attorno, dove si nasconderebbero degli uomini del comandante Magomedali Vagabov, una quarantina circa di guerriglieri. Vagabov sarebbe stato legato sentimentalmente a una donna che si è uccisa come kamikaze nella metropolitana di Mosca, il 29 marzo, causando la morte di 40 persone in due attentati Scatta oggi lo sciopero di 48 ore, contro il piano di austerità, dei lavoratori greci affiliati al sindacato comunista Pame, cui si sono aggiunti i medici che si asterranno dal lavoro oggi e domani contestando una riduzione dei fondi agli ospedali pubblici. Hanno invece sospeso il loro sciopero di 48 ore gli assistenti di volo per non creare ulteriori disagi nei trasporti già compromessi dalle ceneri vulcaniche. Alle proteste di oggi si aggiungerà domani quella di 24 ore dei dipendenti pubblici affiliati al sindacato Adedy, che non si trasformerà però in sciopero generale in quanto l'altra grande confederazione del settore privato, Gsee, non vi ha aderito malgrado gli inviti. Gsee, che pure critica le misure di austerità, ha chiesto una riunione al governo, tra il 23 e il 26 aprile, facendo dipendere da questa un eventuale sciopero. Le proteste coincidono con i colloqui, rinviati a causa dell'emergenza islandese e che dovrebbero partire oggi, della missione Ue-Fmi con cui Atene vuol definire le condizioni finanziarie ed economiche per un eventuale aiuto. Aderendo allo sciopero convocato dal Pame, operatori portuali e tecnici bloccano stamani gli accessi al porto del Pireo impedendo l'attività commerciale. I lavoratori sfidano così la decisione di un tribunale che ha dichiarato illegale la protesta È morto schiacciato da una ruspa in movimento, Ilario Moro Merella, di 45 anni, di Santa Maria Coghinas, finito, per cause in corso di accertamento, sotto le ruote del pesante mezzo che stava eseguendo opere di sbancamento in una lottizzazione in località Istrigoni, all'uscita di Porto Pozzo, nel comune di Santa Teresa di Gallura. Poco dopo le 9:30 nella località marittima, caratterizzata da numerose villette a schiera, in un terreno nel quale erano in corso opere di sbancamento e urbanizzazione per una nuova lottizzazione, una ruspa, durante una retromarcia, ha investito Ilario Moro Merella. Sul luogo è intervenuto il personale del 118 che non ha potuto far altro che constatare il decesso dell'uomo e assistere anche l'autista della ruspa, che è sotto shock. Un operaio, un uomo di 47 anni, è stato coinvolto in un incidente mentre era al lavoro nel pastificio Divella a Rutigliano. L'uomo ha avuto il braccio destro schiacciato in una macchina e guarirà in una trentina di giorni. A quanto si è saputo l'operaio, era al lavoro nel turno di notte tra il 20 e il 21 aprile, addetto alla lavorazione della pasta secca quando, per cause non ancora accertate, ha avuto il braccio destro schiacciato dalla macchina. L'uomo è stato soccorso dai suoi compagni di lavoro e trasportato all' ospedale Il volantinaggio di solidarietà con i reclusi nei CIE è stato bloccato da Digos e Carabinieri che hanno perquisito tutti i partecipanti, con il pretesto di un controllo per la ricerca di esplosivi. I compagni e le compagne sono ancora fermi in attesa dell'arrivo dei legali. ieri sera nel cie di ponte galeria è arrivato un nuovo "ospite" la polizia lo ha picchiato brutalmente e lui al momento è in sciopero della fame, anche se tra i reclusi circola la voce che probabilmente verrà trasferito poichè tutti hanno assistito al suo pestaggio. intanto un altro detenuto che è in sciopero della fame da più di un mese ieri ha deciso di ingerire la batteria di una radio in protesta contro il CIE e per la liberazione sua e di tutti gli altri.
Gr 9:30
ESTERI ITALIA