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‘’’SIRIA_sanzioni USA e accuse di vendita di missili agli Hezbollah’’’

‘’’CISGIORDANIA: attacchi a moschee da parte dei coloni’’’

‘’’AFGHANISTAN: attacco contro l’Isaf nella provincia di Helmand’’’

‘’’GRECIA: sciopero generale in corso’’’

‘’’NEPAL: aria di guerra civile’’’

‘’’VENEZUELA: otto morti in un carcere dopo una rissa’’’

ESTERI

La stampa governativa siriana si è stamani scagliata contro la Casa Bianca all'indomani della decisione del presidente Barack Obama di rinnovare di un anno le sanzioni economiche, decise nel 2004 dal suo predecessore George W. Bush, con l'accusa rivolta alla Siria di sostenere organizzazioni «terroristiche» e di minare la stabilità della regione. «Così facendo Obama sostiene apertamente le politiche aggressive israeliane», recita l'editoriale di al Baath, organo dell'omonimo partito al potere in Siria da quasi mezzo secolo. «L'annuncio del rinnovo delle sanzioni, contrarie come è noto al diritto internazionale, va contro la necessità del dialogo annunciata da Obama sin dall'inizio della sua presidenza», prosegue il giornale, che ribadisce che questa decisione «va contro gli sforzi di dialogo compiuti da esponenti del Dipartimento di Stato americano con la dirigenza siriana». Dopo cinque anni di gelo diplomatico, Washington ha di recente aperto alla Siria, decidendo anche di nominare un nuovo ambasciatore a Damasco, carica vacante dal 2005. Oggi fonti ufficiali della Difesa israeliana accusano la Siria di aver inviato missili terra-terra M600 ai militanti di Hezbollah in Libano lo scorso anno. Questi missili di fabbricazione siriana, un clone dell'iraniano Fateh-110, hanno un raggio d'azione di 300 chilometri. Molte figure di governo, tra cui il ministro della Difesa Ehud Barak, hanno però evitato di ribadire questa accusa. Non è chiaro nemmeno come Damasco abbia potuto trasferire i missili per via di complicazioni logistiche.

‘’’CISGIORDANIA: attacchi a moschee da parte dei coloni’’’

Un rapporto allarmato nel quale si attribuisce a frange di coloni degli insediamenti ebraici della Cisgiordania un piano organizzato di attacchi a moschee di località palestinesi circola in queste ore ai vertici del ministero della Difesa e dell'esercito israeliani. Lo rivela il giornale Haaretz, citando fonti militari di alto rango. Secondo il rapporto, gruppi oltranzisti progettano di concentrare proprio contro le moschee le loro violenze, al fine di alimentare la tensione come ritorsione ai blitz compiuti da militari e polizia israeliana in alcuni insediamenti e ai recenti fermi di coloni accusati di varie illegalità. L'allerta giunge all'indomani dell'incendio della moschea del villaggio di Luban a-Sharkya, fra Ramallah e Nablus, denunciato inizialmente come doloso e poi attribuito dalle indagini a un probabile corto circuito accidentale. Una vicenda che tuttavia ha lasciato uno strascico di sospetti e accuse da parte palestinese, sull'onda di precedenti episodi (in quei casi certamente dolosi e addebitati dalle stesse autorità israeliani ai coloni) che negli ultimi mesi sono culminati in Cisgiordania nel rogo di un'altra moschea, nella profanazione di una terza, nella devastazione di terreni agricoli di proprietà araba e - in generale - nel moltiplicarsi di raid e 'spedizioni punitive

‘’’AFGHANISTAN: attacco contro l’Isaf nella provincia di Helmand’’’

Undici soldati danesi e due interpreti afghani sono rimasti feriti nel corso di un attacco condotto da insorti nella provincia di Helmand, nel sud dell'Afghanistan. Lo ha annunciato lo stato maggiore danese secondo il quale i militari feriti appartengono alla base avanzata di Bridzar. L'attacco, hanno aggiunto le fonti, avvenuto poco prima di una tempesta di sabbia, ha avuto luogo a nord est della città di Gerehsk e i feriti, a causa della mancanza di visibilità, non hanno potuto essere condotti via con gli elicotteri, ma sono stati trasportati fino ad un'altra base danese, quella di Clifton. Sono 750 i militari danesi impegnati in Afghanistan con l'Isaf, la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza sotto comando Nato

‘’’GRECIA: sciopero generale in corso’’’

Altra giornata di sciopero generale in Grecia contro le misure di austerità varate dal governo per il piano di salvataggio di Fmi e Ue con programma di 30 miliardi di euro di tagli e risparmi, in cambio di 110 miliardi di euro di aiuti da perte dell'Ue e del Fmi. La stretta prevede tra l'altro il taglio di tredicesima e quattrordicesima, il congelamento dei salari e la riforma delle pensioni. Secondo i sindacati saranno tre milioni i greci che oggi parteciperanno allo sciopero. Durante la notte sono entrati in sciopero i controllori di volo, provocando la chiusura dello spazio aereo greco dalla mezzanotte di ieri a domani. Da questa mattina hanno incrociato le braccia gli addetti dei trasporti urbani, autobus e metropolitane, ed anche al Porto del Pireo sono fermi i traghetti. Gli impiegati pubblici hanno iniziato già ieri una mobilitazione di 48 ore. Nel settore medico vengono garantiti solo gli interventi d'urgenza. Bloccato anche il settore radiotelevisivo, con i giornalisti in sciopero per 24 ore. Nel pomeriggio è prevista una manifestazione per le strade di Atene.

Ieri sera le municipalità di Agios Dimitrios’e Vyrona’s (nella periferia di Atene) sono state occupate dai lavoratori in sciopero

‘’’NEPAL: aria di guerra civile’’’

In Nepal tornano a soffiare venti di guerra civile. A un anno esatto dalla crisi del governo di coalizione, gli ex ribelli maoisti hanno indetto uno sciopero generale a oltranza che sta paralizzando il paese e che rischia di riaccendere la violenza. Il leader dei maoisti, Kamal 'Prachanda', ha trasformato le manifestazioni del primo maggio in una sfida al premier Madhav Kumar, portando a Kathamndu centinaia di migliaia di persone che hanno di fatto occupato la capitale chiedendo le dimissioni immediate del governo, accusato di ritardare il varo della nuova Costituzione repubblicana. Da sabato i negozi, gli uffici e le fabbriche sono chiusi, i trasporti commerciali e i mezzi pubblici sono fermi, viveri e carburanti scarseggiano e le strade sono diventate accampamenti per i manifestanti 'rossi', guardati a vista da schiere di soldati e poliziotti in tenuta antisommossa. Finora non ci sono stati gravi scontri I maoisti si dicono pronti a portare avanti la protesta fino a quando non avranno ottenuto le dimissioni del primo ministro Kumar, che dal canto suo ha dichiarato di essere pronto a lasciare il governo solo a condizione che i maoisti interrompano prima la protesta e rinuncino all'integrazione degli ex guerriglieri nel nuovo esercito repubblicano. Proprio su questo punto si era spaccato, un anno fa, il governo di unità nazionale dominato dai maoisti e guidato da 'Prachanda'. I maoisti hanno combattuto per dieci anni una 'guerra popolare' volta a rovesciare la monarchia feudale e a instaurare un regime socialista. Gli accordi di pace del 2006 hanno prodotto un compromesso: la fine della monarchia e la nascita di una repubblica parlamentare.

‘’’VENEZUELA: otto morti in un carcere dopo una rissa’’’

‘È di otto detenuti morti e altri tre feriti il bilancio di una rissa scoppiata in un carcere del Venezuela, il Santa Ana dello stato di Tachira. Lo ha riferito la direttrice nazionale del servizio penitenziario occidentale, Consuelo Cerrada, precisando che la situazione dell'istituto di pena è tornata sotto controllo. Secondo dati raccolti dall'Osservatorio venezuelano delle Prigioni (Ovp), nel paese l'anno scorso sono rimasti uccisi 366 detenuti e la cifra degli omicidi in carcere quest'anno potrebbe superare i 400

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