Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Afghanistan: due soldati italiani uccisi, due feriti

KABUL - Due soldati italiani sono stati uccisi e altri due sono stati gravemente feriti in seguito ad un attacco subito nel nordest dell'Afghanistan. È quanto ha appreso l'agenzia di stampa italiana da fonti locali.

Secondo quanto si è saputo, quattro mezzi italiani erano diretti verso la località di Bala Murghab quando è esploso un ordigno rudimentale (ied) di quelli usati spesso per attacchi contro le forze internazionali in Afghanistan. Due militari sono morti ed altri due sono rimasti gravemente feriti, ma non sono in pericolo di morte. Uno dei soldati feriti è una donna.

Afghanistan: precipitato un aereo con 43 persone a bordo

KABUL - Un aereo della compagnia privata Pamir, "scomparso dai radar" in Afghanistan, è precipitato a nord della capitale Kabul, "vicino al Salang Pass". Lo indica il ministero degli Interni afghano, precisando che a bordo vi erano 38 passeggeri e 5 membri dell'equipaggio.

"Siamo molto preoccupati, l'aereo potrebbe essere andato giù", aveva riferito in precedenza Mohammad Omar, governatore della provincia di Kunduz, nel nord dell'Afghanistan.

Teheran trasferirà 1.200 chili di uranio ad Ankara

L'Iran ha raggiunto un accordo per lo scambio di combustibile nucleare con Brasile e Turchia. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri di Ankara Ahmet Davutoglu da Teheran dove sono in corso i negoziati tra le autorita' iraniane e il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e il premier turco Recep Tayyip Erdogan. I due leader stanno cercando di trovare un accordo complessivo che sblocchi lo scambio ed eviti all'Iran una nuova tornata di sanzioni. Secondo l'intesa originaria, siglata a Vienna il 1 ottobre scorso, Teheran avrebbe ceduto 1.200 chili di uranio arrichhito al 3,5 percento in cambio di barre di combustibile raffinato al 20 percento processate prima in Russia e poi in Francia. - "Abbiamo raggiunto un accordo dopo 18 ore di trattative", ha spiegato Davutoglu ai giornalisti specificando che l'annuncio formale sara' dato domani dopo l'ultima revisione del documento da parte del presidente iraniano, Mahmoud Ahmdinejad, del brasiliano Lula e del turco Erdogan.

MOGADISCIO: COMBATTIMENTI NELLE STRADE, TENSIONI IN PARLAMENTO

Sono almeno 25 le vittime e oltre 50 i feriti provocati dagli scontri armati cominciati ieri in diversi quartieri di Mogadiscio prima di una tesa seduta del parlamento: lo ha riferito l’emittente locale “Radio Garowe”, che cita i responsabili dei servizi di ambulanza della capitale. Secondo queste fonti, combattimenti si sono verificati nei pressi della sede del parlamento ma anche nelle vicinanze del mercato popolare di Bakara e nei quartieri di Wardhingley, Hodan e Hawlwadag. Secondo “Radio Garowe”, colpi di artiglieria pesante sono stati esplosi sia dai militanti del gruppo anti-governativo “Shebab” sia dai “peacekeeper” dell’Unione Africana (UA) che sostengono il governo federale di transizione (Tfg). Ali Yahin Gedi, vice-presidente dell’organizzazione non governativa somala “Elman Rights Group”, ha sottolineato ieri sera che gli ospedali di Mogadiscio sono al collasso e che centinaia di famiglie stanno lasciando la città a causa degli scontri. La giornata di ieri è stata caratterizzata anche da tensioni politiche. Al termine della seduta del parlamento, la prima da Dicembre, il presidente dell’assemblea Sheikh Aden Madobe ha sostenuto che con un voto a larga maggioranza i deputati hanno sfiduciato il governo. Questa versione dei fatti, però, è stata contestata dal primo ministro Omar Abdirashid Ali Sharmarke e da alcuni parlamentari della maggioranza. Sulle posizioni e i voti espressi durante la seduta “Radio Garowe” non si sbilancia e propone invece una riflessione di respiro più ampio. “I contrasti in parlamento – questa la tesi dell’emittente - rendono impossibile a questo debole governo sostenuto dall’Onu di imporre lo stato di diritto in un paese per lo più sotto il controllo di una potente insurrezione”. La Somalia è ostaggio di conflitti armati ed emergenze umanitarie pressoché senza soluzione di continuità dal 1991, l’anno della caduta del presidente Siad Barre.

IL FILOSOFO CHOMSKY RESPINTO DA ISRAELE

“A Israele non piace quello che dici” avrebbe risposto l’ufficiale israeliano incaricato del controllo passaporti a Noam Chomsky, linguista e filosofo americano di origine ebraica che in questi giorni avrebbe dovuto tenere alcune lezioni in un’università dei Territori occupati. Lo scambio di battute sarebbe avvenuto ad Allenby Bridge, uno dei posti di frontiera che consentono di raggiungere la Cisgiordania dalla Giordania. Da Amman, dove ha fatto ritorno ieri sera, Chomsky ha raccontato al quotidiano israeliano “Haaretz” che il visto di ingresso gli è stato negato dopo tre ore di interrogatorio. Alla “Bir Zeit University”, un ateneo nei pressi di Ramallah, avrebbe dovuto tenere due lezioni sulla politica interna ed estera degli Stati Uniti. Ad “Haaretz”, Chomsky ha detto: “È difficile pensare che a qualcuno sia negato il visto di ingresso perché non fa lezione a Tel Aviv, una cosa del genere potrebbe accadere forse solo in regimi stalinisti”. Professore di linguistica e filosofia al “Massachussets Institute of Technology” (Mit) di Boston, uno degli atenei più prestigiosi degli Stati Uniti, Chomsky ha criticato con severità la guerra israeliana che tra il 2008 e il 2009 provocò nella Striscia di Gaza oltre 1400 vittime. Le origini ebraiche hanno finora spinto il filosofo verso una visione equilibrata del conflitto israelo-palestinese. “Sono a favore della soluzione dei due stati” ha detto Chomsky ad "Haaretz", sottolineando il rischio che Tel Aviv si limiti a concedere ai palestinesi solo “pezzi di terra”. Secondo un portavoce del governo israeliano, il visto di ingresso al filosofo potrebbe essere stato negato a causa di “un malinteso”, in sostanza un intreccio di competenza tra il ministero degli Interni e quello della Difesa.

ITALIA

Siracusa, detenuto si impicca in carcere E' il 26° suicidio in cella nel 2010

' stato trovato morto sabato mattina nel carcere Cavadonna di Siracusa, Domenico Franzese, di Afragola (Napoli), 45 anni, che avrebbe finito di scontare la pena a fine ottobre 2011. Franzese si è impiccato nella cella del reparto accettazione dove si trovava da alcuni giorni, proveniente dal carcere napoletano di Poggioreale. Quello di Franzese è il 26° suicidio nelle carceri italiane dall'inizio dell'anno.

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina