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'''Sommario'''

'''In primo Piano'''

'''Editoriale'''

'''NOTIZIE BREVI'''
'''è tutto da tagliareeee!!!'''


'''ITALIA'''


'''1.231 telefonate a una donna, denunciato'''


1.231 telefonate a una donna, denunciato (ANSA) - CREMONA, 18 MAGGIO - Un uomo di 38 anni di Crema (Cremona) e' stato denunciato per avere infastidito una ex collega di lavoro con 1.231 telefonate. La vicenda e' iniziata subito dopo l'estate scorsa quando la donna, per ragioni aziendali e' stata richiamata alla casa madre. L'uomo aveva sempre mostrato interesse nei confronti della donna, ma non era mai stato ricambiato: questa forse e' stata la causa della reazione. Per ora l'accusa e' di molestie, ma non e' escluso che possa tramutarsi in stalking.


'''Quattro aggressioni da parte di tifosi dell'Inter contro cittadini del Bangladesh'''

Una notte, quattro aggressioni, tutte contro uomini provenienti dal Bangladesh. Questi si sono recati dai carabinieri la scorsa sera, per denunciare di essere stati leggermente feriti da alcuni tifosi dell'Inter in due diverse aggressioni.

Infatti la prima è avvenuta verso le 21.05, nell'angolo tra via Lecco e via Gregorio. Mentre camminava, l'uomo di 33 anni si è imbattuto in un gruppetto di 6 giovani, tutti con la maglia dell'Inter. Dopo averlo insultato, lo hanno percorso con una l'asta di una bandiera. L'uomo è stato poi curato presso l'ospedale Santa Rita, per poi essere dimesso.

Alcuni minuti dopo, alle 21.30, la seconda aggressione. Sempre un gruppo di giovani tifosi interisti, questa volta una decina, ha picchiato ben tre cittadini del Bangladesh. La modalità è stata la stessa: insulti e poi percosse con un'asta della bandiera e con una bottiglia. Gli uomini del Bangladesh, aggrediti mentre si trovavano in corso Buenos Aires, hanno rispettivamente 23, 31 e 32 anni.
Uno dei tre è stato medicato al FatebeneFratelli, a causa di alcuni tagli alla mano destra.

La vicinanza tra i luoghi dell'accaduto e la breve distanza temporale tra i due scontri, fanno pensare agli inquirenti che potrebbe essere stato lo stesso gruppo di interisti ad effettuare entrambe le aggressioni.


'''genova: sentenza appello diaz'''

'''milano: sit.in davanti la prefettura'''

Martedì 18 maggio ore 18:00 presidio di fronte alla Prefettura

No al corteo di forza nuova sabato 22 maggio

Domani alle 18.00 saremo in presidio davanti alla prefettura, non possiamo
accettare che i nazifascisti sfilino liberamente per Milano, chi predica odio,
razzismo, sessismo, chi soffia sulle paure securitarie, chi si rifà a simboli
del ventennio, non deve avere nessuna agibilità e cittadinanza.

Basti ricordare i fatti avvenuti a Massa pochi giorni fa, quando i militanti
di Forza Nuova hanno apostrofato alcune ragazze a favore dell?utilizzo della
pillola abortiva RU186: "stupratele che tanto abortiscono".

Saremo in Prefettura perché non possiamo permettere che sia dato loro l?
ennesima possibilità di uno spazio, grazie anche alla compiacenza delle
Istituzioni della città che hanno già ampiamente dimostrato di sostenerli
concedendo patrocini e finanziamenti.

La Milano Antifascista dichiara:

"Milano non può tollerare questa vergogna, continueremo a denunciare qualunque
complicità o compiacenza da parte delle istituzioni, chi concede loro agibilità
e spazio pubblico: qui, ora, subito vanno fermati! Per questo saremo in piazza
anche il 22 maggio, da Piazza XXIV Maggio alle 14.00?


"Invitiamo l'Anpi Provinciale e tutti coloro che si sono espressi contro il
raduno a partecipare assieme a noi alle mobilitazioni e ad adoperarsi in ogni
forma, pubblicamente, per impedire un tale affronto alla città, interpretando
l'antifascismo come una pratica attuale e partigiana"



INIZIATIVE MAGGIO:

- martedì 18 maggio, ore 18.00 PRESIDIO IN PREFETTURA

- martedì 18 maggio, ore 21.00 ASSEMBLEA CITTADINA in Transiti

- giovedì 20 maggio, ore 11.00 CONFERENZA STAMPA davanti alla Banca dell?
Agricoltura in Piazza Fontana

- sabato 22 maggio, la mattina e la sera attraverseremo la piazza di Via
Padova, piazza antirazzista e dunque antifascista.

- sabato 22 maggio, ore 14.00 CONCENTRAMENTO in Piazza XXIV Maggio per un
corteo e una mobilitazione cittadina, per riprendersi con la lotta, la musica,
la cultura, la città.

Elanor 3333474725

'''La Milano Antifascista e Antirazzista in mobilitazione permanente contro il corteo di Forza nuova il 22 Maggio 2010'''


Fuori fascisti e razzisti dalle nostre città!!

Nel mese di maggio diverse forze di matrice nazi-fascista hanno previsto una serie di iniziative a Milano. Le loro idee sono vecchie, gli slogan sempre uguali: un misto di nazional-socialismo e populismo che non risponde alla precarietà dilagante, che non impensierisce certo le banche, ma fomenta razzismo e odio, alimentando guerre fra poveri per annullare il conflitto sociale e la solidarietà.

La Milano Antifascista e Antirazzista ha risposto con diverse mobilitazione, passando per il 25 aprile, l'1-2 maggio, attraversando i quartieri della città.

I quartieri meticci sono antifascisti perché attraversati da lotte per riconquistare diritti, libertà e dignità, lotte solidali e antirazziste. L’azione territoriale nei quartieri è un lavoro che continueremo a mettere in campo da San Siro a Via Padova, da Quarto Oggiaro a Ticinese, con molte iniziative che ogni realtà sociale costruirà nei propri territori. Un percorso di mobilitazione e denuncia che passerà anche per il centro della città, a partire da martedì in Prefettura, e giovedì in Piazza Fontana.

La Milano Antifascista e Antirazzista non permetterà che la storia si ripeta, non permetterà che, grazie a connivenze o compiacenze delle istituzioni, si lasci spazio ai nazi-fascisti e rigurgiti del ventennio che si proclamano avversari delle banche, ma sono invece utili idioti ad uso del potere. Così ci insegna anche la storia di Piazza Fontana, luogo simbolo della violenza fascista (e di Stato) e delle stragi nere, in cui i nazi-fascisti hanno addirittura annunciato di voler passare.

Non accetteremo nessun corteo di Forza Nuova per le nostre città! Perciò il 22 maggio la Milano che ama la libertà e rifiuta il fascismo e il razzismo sarà in Piazza XXIV Maggio dalle 14.00, per un corteo e una mobilitazione di lotta, un momento in cui concretamente far vivere l'antifascismo dentro a piazze e strade della città attraverso racconti, cultura e musica.


'''Omicidio Aldrovandi, i poliziotti assassini querelano la madre'''

Tre dei quattro poliziotti condannati in primo grado per eccesso colposo nell'omicidio di Federico Aldrovandi hanno querelato per diffamazione la madre del ragazzo, Patrizia Moretti, che in un'intervista li aveva definiti «delinquenti». A dare la notizia dal suo blog è stata la stessa Moretti, madre dello studente 18enne morto nel settembre 2005 a Ferrara, dopo un intervento di polizia.

Enzo Pontani, Monica Segatto e Luca Pollastri sono stati condannati a 3 anni e 6 mesi. La sentenza di primo grado, che coinvolgeva anche Paolo Forlani, è del luglio 2009.

In un articolo pubblicato nel luglio 2008 sul giornale La Nuova Ferrara, Patrizia Moretti commentava la drammatica vicenda di Riccardo Rasman, un altro giovane morto a Trieste nell'ottobre 2006, vittima delle violenze della polizia: «Spero che anche per loro (la famiglia di Rasman, ndr) si arrivi presto a un processo, come è giusto che sia, e che si giudichino quelle persone a prescindere dal fatto che sono poliziotti - disse Moretti -. Anche perché noi, io e Giuliana, la sorella di Riccardo, non consideriamo quelle persone come rappresentanti delle istituzioni, ma solo come delinquenti». E' stata quest'ultima frase a far scattare la querela da parte degli agenti condannati in primo grado.

L'udienza alla procura di Mantova è fissata per il 18 giugno. A fronteggiarsi saranno da una parte la famiglia Aldrovandi e due giornaliste della Nuova Ferrara e dell'Ansa, e dall'altra i tre agenti che hanno sporto querela.

'''19/05/2010 PORTA UN FIORE AD AURO'''

Auro: 19 anni

19/05/1991: un incendio doloso di matrice fascista distrugge il C.S.O.A. Corto Circuito . Un giovane eritreo di nome Auro Bruni muore carbonizzato.
19/05/2010: 19 anni sono passati dalla morte di Auro: Auro aveva 19 anni!
19 volte abbiamo aumentato l’area del centro sociale occupando prima gli stabili vicini e costruendo un campo di calcetto sulle macerie del “corto vecchio”, proprio dove sei morto tu, Auro.
Oggi, le allora bozze di trattoria e palestra sono un’osteria popolare che fa “ la rivoluzione” con la forchetta, mentre la palestra con le sue 1000 arti marziali “difende” il diritto allo sport e “combatte” l’alienazione dei giovani nelle nostre periferie. Una sala “blu”, colore che annulla il limite fisico della parete per aprire agli infiniti spazi delle arti che la animano.
19 volte abbiamo ampliato i temi del conflitto, dal diritto alla casa al diritto all’abitare, dalla difesa del posto di lavoro al diritto al reddito e alla costruzione di un economia giusta e solidale.
19 mila barricate abbiamo costruito nelle strade di Roma, L’Aquila, Genova, Bilbao, Belfast, fino in Palestina e in Messico per difendere l’umanità, il pianeta, per abbattere muri culturali e legislativi e costruire un altro mondo possibile.
19 mila volte e anche di piu’ colpiremo gli INFAMI che ieri hanno ucciso Auro Bruni ieri, Carlo, Dax, Renato eStefano Cucchi oggi, come ci hanno insegnato i nostri nonni partigiani.
19 mila e di piu’ saranno i fiori perché
AURO E’ VIVO E LOTTA INSIEME A NOI


'''Fausto e Iaio: un sito e un blog per non dimenticare la loro vicenda'''


Fausto e Iaio - Il sito http://www.wix.com/faustoeiaio/homr

Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci sono passati alla memoria collettiva come Fausto e Iaio. Vittime degli anni di piombo, vennero uccisi a Milano il 18 marzo 1978 da un gruppo NAR, Brigata Franco Anselmi.
Tra gli appartenenti al gruppo di Anselmi c'è Massimo Carminati, che svolge i lavori sporchi per conto della banda della Magliana, e tra le molte cose, viene accusato di aver ucciso Carmine Pecorelli e ha lavorato con due ufficiali del Sismi a un tentativo di depistaggio dell'inchiesta sulla strage di Bologna, insieme a lui gli indiziati sono: Claudio Bracci, Guido Zappavigna e Mario Corsi. Nei loro confronti ci sono alcune prove pesanti e le dichiarazioni dei pentiti.

Da qualche giorno, per ricordare la loro storia, è nato un sito a loro dedicato con relativo blog, curato dall’Associazione Familiari e Amici di Fausto e Iaio e da Daniele Biacchessi.



'''Lucca - Aggressione di un gruppo dell'estrema destra a un Pub'''


    LUCCA - Ci potrebbero essere implicazioni politiche alla base dell'aggressione messa in atto da un gruppo di giovani lucchese riconducibili all'estrema destra lucchese, ai danni degli avventori della birreria Bruton.

Una rissa e' avvenuta nella notte di sabato alla birreria Bruton nella quale e' rimasto gravemente ferito un operaio di 38 anni. Per la vittima, colpita al volto da un bicchiere, i medici hanno stilato una prognosi di cinque mesi e non escludono che possa perdere l'uso di un occhio. A mettere sulla pista politica gli inquirenti il fatto che tre degli aggressori appartengono al disciolto gruppo dei Buldog della tifoseria della lucchese, e il fatto che il locale e' spesso frequentato anche da esponenti di sinistra. La polizia ha arrestato due ragazzi lucchesi, accusati di aver procurato le gravi lesioni all'avventore, lanciando bottiglie e bicchieri dall'esterno verso le finestre del locale. I poliziotti hanno anche perquisito le abitazioni dei due arrestati e qui avrebbero rinvenuto materiale che gli ha permesso di identificare altre due persone, ora denunciate a piede libero. Si tratta di un terzo membro dell'ex gruppo dei Buldog e di un ragazzo pisano. Ora gli inquirenti sono al lavoro per capire le motivazioni dell'aggressione per valutare se l'episodio sia riconducibile all'attivita' di un associazione a delinquere, oppure si tratti di una semplice rissa da bar. Non basta. La Polizia sta infatti valutando se altri episodi analoghi avvenuti in lucchesia siano riconducibili agli stessi indagati e nelle prossime ore ci potrebbero essere nuovi provvedimenti. Sull'episodio l'Asa, assemblea degli spazi autogestiti di Lucca, ha condannato l'aggressione con un duro comunicato nel quale si denuncia il clima intollerabile che si vive in citta' a causa delle ripetute aggressioni: 'Intimidazioni, si legge, da parte dei piu' che noti fascisti cui il comune di Lucca concede spazi per concerti e patrocini per iniziative culturali che appaiono sempre piu' come una copertura politica all'atteggiamento aggressivo di questi figuri '.



'''CIE Torino, continua la campagna contro CAMST'''


    continua a Torino la campagna contro la CAMST, la ditta di ristorazione che rifornisce il CIE di corso Brunelleschi e anche le scuole delle circoscrizioni 1 e 6

attraverso dei volantinaggi si denuncia la complicità di camst nella gestione dei lager per migranti e la cattiva qualità del servizio (businness is businness...)

in uno degli ultimi volantinaggi davanti a una scuola c'è stato un (civilissimo) confronto con due dipendenti CAMST, mentre la tipa del personale scolastico chiamava i vigili urbani...insomma la cosa non lascia indifferenti

dalla conversazione è emerso che sembra che qualche dirigente CAMST vada dicendo in giro che ci sono dei dark anarchici in città che lavorano per una ditta che vorrebbe subentrare nell'appalto!

insomma continuiamo a denunciare chi è complice nella gestione dei CIE, chiunque può andare davanti a una scuola materna o elementare della 1 o della 6 e spiegare cosa succede in quei lager

sotto alcuni istituti della 1 dove si è volantinato con relativo orario di ingresso:

- via dei Mille 15 ore 8,15 - 8,30

- corso Matteotti 6 ore 8,15 - 9,00

- via Biancamano 10 ore 8,15 - 8,30

- via Giulio 28/30 ore 8,15 - 9,00

- via Gioberti 9 ore 8,15 - 9,00

- via Gioberti 33 ore 8,15 - 9,00











'''EMERGENZA SFRATTI: RESISTONO GLI OCCUPANTI DI VIA MARSALA A PISA'''

Da stamani alle 8 in corso un'operazione di polizia per sgomberare un edificio in via Marsala, a Pisa, occupato da 8 famiglie che rivendicano il diritto ad avere un'abitazione. L'occupazione, in corso da due mesi, era stata organizzata per far fronte agli sfratti iniqui, legati all'incapacit delle famiglie di pagare l'affitto. Un'esperienza, quella della palazzina occupata di via Marsala, che aveva trovato l'appoggio della rete "Prendocasa" e degli abitanti della zona, accorsi in massa stamattina per dare solidariet agli occupanti. Alla richiesta di polizia e carabinieri di lasciare gli appartamenti, gli occupanti hanno risposto con un rumoroso battere di pentole, mestoli e posate. Vista la determinazione dei manifestanti, le autorit locali stanno tentando altre vie alternative all'utilizzo della forza. In Prefettura, nel frattempo, stato riunito il tavolo per l'ordine pubblico e la sicurezza. Intanto gli occupanti e i solidali hanno lanciato un pranzo di sostegno, invitando tutti e tutte a partecipare. Il servizio con Federico Giusti della rete Prendocasa.
[Scarica il contributo audio, durata: 1 min.]


'''Universita': occupazioni in tutta Italia'''


Universita': occupazioni in tutta Italia (ANSA) - ROMA, 18 MAG-Assemblee di ateneo e occupazioni in tutta Italia contro i tagli ai finanziamenti previsti dall'ipotesi di riforma del sistema universitario.La protesta rientra nella settimana di mobilitazione proclamata da una ventina di organizzazioni e associazioni della docenza universitaria e coinvolge tutti coloro che lavorano negli atenei: docenti, ricercatori, precari, lettori, personale tecnico-amministrativo assieme agli studenti. Domani e' prevista una manifestazione a Roma davanti al Senato.

'''UNIVERSITA': OCCUPATO IL RETTORATO DELLA SAPIENZA A ROMA'''

La giornata di oggi segna comunque l'inizio di una settimana densa di proteste nel settore universitario. Incontri, assemblee, sit-in e occupazioni verranno messi in atto in molti atenei italiani contro la riforma Gelmini, che taglia i finanziamenti pubblici agli istituti e limita il diritto allo studio. Al problema delle risorse si aggiunge la vertenza dei ricercatori a tempo indeterminato, a cui la riforma, ora al vaglio del Senato, sbarra la strada. In pratica, resteranno fuori da ogni possibilit di carriera poich la loro figura viene eliminata: ci saranno solo ricercatori a termine. Per questo motivo, stamattina sono stati occupati simbolicamente il rettorato dell'universit la Sapienza di Roma e dell'ateneo di Palermo. Nel pomeriggio sono previste iniziative di protesta a Bologna; a Milano c' in programma per domani l'astensione di studenti e docenti dalle lezioni. Dal rettorato occupato dell'Universita' la Sapienza la corrispondenza con Francesco Brancaccio, ricercatore



'''Padova - Contro il ddl Gelmini. Libera la ricerca, libera il sapere! Assemblea aperta al Palazzo del Bo'''

Nella giornata nazionale di protesta contro la riforma Gelmini, attualmente in discussione al Senato, nella città di Padova i ricercatori e gli studenti si sono dati appuntamento davanti al palazzo del Bò.

Qui si è svolta un'assemblea molto partecipata in cui ci si è confrontati per rivendicare una didattica ed una ricerca libera e indipendente ed una università garantita a tutti.

Docenti, dottorandi, ricercatori e studenti hanno proclamato una settimana di mobilitazione contro il ddl Gelmini che modificherà radicalmente la governance universitaria, i contratti di ricerca e il diritto allo studio.

Il prossimo appuntamento è per giovedì 20 maggio, alle ore 12.30 in Aula N al Liviano, per un'assemblea di Facoltà.




'''Torino - Comunicato su arresti e scarcerazioni per striscione su Porte Palatine'''

riceviamo e diffondiamo:

Dopo la scarcerazione di Gabriele avvenuta Sabato sera, anche l’arresto di Andrea si rivela illegittimo persino secondo il giudice che avrebbe dovuto confermarlo.
Gli sbirri che hanno aggredito i manifestanti a freddo, che venerdì si erano permessi di mettere uno striscione sulle Porte Palatine con la scritta “ Tutti Liberi”, sono stati smentiti anche dai loro compari della magistratura che non si sono sentiti di imbarcarsi in questa ennesima sfacciata provocazione, improvvisata da una banda di poliziotti in borghese che volevano mettersi in evidenza. Con loro rimane solo un fedelissimo servitore. Si chiama Massimo Numa ed è un velinaro della Stampa, pronto ad ogni menzogna basta che provenga dai corridoi delle questure o delle caserme dei Carabinieri .
Il buon direttore Mario Calabresi lo manda avanti ogni qualvolta c’è da scrivere –per infamare- degli anarchici, antagonisti e Squatter.
Ora passeremo alle denunce pubbliche dei picchiatori dello Stato.
Andrea e Gabriele sono liberi senza nessuna restrizione.



'''Quattro aggressioni da parte di tifosi dell'Inter contro cittadini del Bangladesh'''

Una notte, quattro aggressioni, tutte contro uomini provenienti dal Bangladesh. Questi si sono recati dai carabinieri la scorsa sera, per denunciare di essere stati leggermente feriti da alcuni tifosi dell'Inter in due diverse aggressioni.

Infatti la prima è avvenuta verso le 21.05, nell'angolo tra via Lecco e via Gregorio. Mentre camminava, l'uomo di 33 anni si è imbattuto in un gruppetto di 6 giovani, tutti con la maglia dell'Inter. Dopo averlo insultato, lo hanno percorso con una l'asta di una bandiera. L'uomo è stato poi curato presso l'ospedale Santa Rita, per poi essere dimesso.

Alcuni minuti dopo, alle 21.30, la seconda aggressione. Sempre un gruppo di giovani tifosi interisti, questa volta una decina, ha picchiato ben tre cittadini del Bangladesh. La modalità è stata la stessa: insulti e poi percosse con un'asta della bandiera e con una bottiglia. Gli uomini del Bangladesh, aggrediti mentre si trovavano in corso Buenos Aires, hanno rispettivamente 23, 31 e 32 anni.
Uno dei tre è stato medicato al FatebeneFratelli, a causa di alcuni tagli alla mano destra.

La vicinanza tra i luoghi dell'accaduto e la breve distanza temporale tra i due scontri, fanno pensare agli inquirenti che potrebbe essere stato lo stesso gruppo di interisti ad effettuare entrambe le aggressioni.




'''Carceri. Antigone: piano del governo non va bene'''

«Siamo grati al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la consapevolezza delle drammatiche criticita’ del sistema penitenziario dimostrata con le dichiarazioni rese in occasione della festa del Corpo di Polizia Penitenziaria. Il Capo dello Stato sostiene ormai ‘ineludibile l’attuazione di interventi normativi e organizzativi per il superamento delle molte criticita’’ ma tali interventi vanno intesi in un senso alto che mal si adatta ai miseri provvedimenti proposti dal Governo come il fantomatico piano di edilizia carceraria».
Lo dichiara il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, rilevando che «sono passati ormai quattro mesi dalla proclamazione dello stato di emergenza delle carceri e niente e’ accaduto. Bene hanno dunque fatto quelle organizzazioni sindacali di Polizia penitenziaria che hanno scelto di disertare le celebrazioni. C’e’ infatti ben poco da festeggiare di fronte alle condizioni disastrose in cui versano le nostre galere e ai suicidi di detenuti e poliziotti».


'''CARCERE. Un detenuto su sei sarà libero fra un anno'''


Lo rivelano i nuovi dati del Dipartimento amministrazione penitenziaria. Straniero il 37% della popolazione carceraria

Sono 11.460 i detenuti che devono scontare nelle carceri italiane una pena residua fino a un anno, sul totale di 36.001 condannati con sentenza definitiva. Il dato, aggiornato allo scorso 14 maggio, e' contenuto nel dossier statistico predisposto dal Dap, il dipartimento amministrazione penitenziaria, in occasione della celebrazione all'Arco di Costantino della 'Festa della Polizia penitenziaria' alla presenza fra gli altri del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del ministro della Giustizia Angelino Alfano.

Per quanto riguarda il resto dei detenuti, 7.108 hanno ancora da scontare una pena residua fra 1 e 2 anni, 4.845 da 2 a 3 anni, 5.077 da 3 a 5 anni, 4.088 da 5 a 10 anni, 1.595 da 10 a 20 anni, 335 oltre i 20 anni e 1.493 sono condannati all'ergastolo. Il numero piu' alto di detenuti e' rinchiuso nelle carceri della Lombardia che ne ospita 4.063 seguita dal Piemonte con 2.476, dall'Emilia-Romagna con 2.399, dal Lazio con 2.341, dalla Toscana con 2.278 e dalla Sicilia con 2.068.

Per quanto riguarda la popolazione detenuta straniera, che conta un totale di 24.910 fra imputati e condannati su 67.593, per quel che concerne la religione 9.838 sono di fede islamica, 4.034 cattolici, 2.644 ortodossi, 217 protestanti, 94 buddisti, 75 ebrei, 64 induisti, 8 anglicani e 3 testimoni di Geova, mentre 433 sono atei, 1.287 di altre fedi e per 6.213 non e' stata rilevata la religione.

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'''ITALIA'''

'''Siparietto'''
'''Turchia, esplosione in miniera. Ancora 30 minatori in attesa di essere portati in salvo'''

Sono ancora circa 30 i minatori turchi intrappolati a 540 metri di profondità in una miniera di carbone nei pressi della città di Zonguldak, sulla costa di Mar Nero, nella Turchia del Nord, che attendono di essere portati in salvo

Sono ancora circa 30 i minatori turchi intrappolati a 540 metri di profondità in una miniera di carbone nei pressi della città di Zonguldak, sulla costa di Mar Nero, nella Turchia del Nord, che attendono di essere portati in salvo. Lo ha riferito l'agenzia Anadolu smentendo così più rassicuranti notizie circa la loro sorte diffuse ieri da altri media secondo cui gli operai erano tutti vivi e sarebbero stati riportati in superficie in breve tempo. I minatori sono rimasti bloccati in galleria in seguito a un'esplosione avvenuta durante i lavori di scavo. Sconosciute le cause. Il ministro del Lavoro Omer Dincer citato da Anadolu spiega che la deflagrazione è stata registrata dopo che "gli operai hanno fatto brillare una carica di dinamite per aprire una galleria".
  
'''Afghanistan, attacco contro un convoglio Isaf: sale il bilancio. Morti anche almeno 5 soldati'''


Inizialmente sembrava che le vittime dell'attacco rivendicato dai talebani e avvenuto nel cuore di Kabul fossero tutte civili

È di almeno cinque soldati stranieri uccisi il bilancio dell'attentato kamikaze di stamani a Kabul contro un convoglio Isaf. Altre cinque militari stranieri sono rimasti feriti. Lo annuncia la polizia, citata dall'agenzia afgana Pajhwok. Mentre un altro funzionario della polizia locale ha riferito che sarebbero sette i soldati ammazzati, cinque statunitense e due canadesi.
A rivendicare l'attacco è arrivata una comunicazione dei talebani. diffuso anche sul loro sito internet. Il portavoce del gruppo, Dabihullah Mujahid, ha annunciato che il kamikaze entrato in azione oggi nella capitale afgana si chiamava Isamuddin ed era originario della zona di Qara Bagh, nella provincia di Kabul. "Il suo veicolo - ha aggiunto - aveva un carico di 750 chilogrammi di esplosivo e si è lanciato contro un convoglio della Nato, colpendo un gruppo di soldati americani che percorreva la via Darul-Aman, nel centro della capitale afgana". Secondo il portavoce talebano almeno sei veicoli militari sono stati distrutti e diversi soldati della Nato sarebbero morti, pur non fornendo un esatto bilancio delle vittime. Parlando invece questa mattina alla tv araba 'al-Jazeera', Mujahid sosteneva che l'attentato avrebbero provocato la morte e il ferimento di almeno 30 persone.


'''Kabul: morti sei soldati Nato'''

Cinque sono americani, riferiscono fonti dell'Alleanza


Kabul: morti sei soldati Nato (ANSA) - KABUL, 18 MAG - Sono sei i soldati della Nato uccisi oggi nell'attentato di Kabul. Lo riferiscono fonti dell' Alleanza, precisando che 5 sono americani. Nell'attentato kamikaze contro un convoglio di mezzi Nato sono morte 20 persone, i feriti sarebbero una cinquantina. I talebani, che hanno rivendicato l'attacco, sostengono di aver utilizzato 750 chilogrammi di esplosivo



'''GUINEA-BISSAU'''
 
DISTRUTTA REDAZIONE SETTIMANALE PER ARTICOLO SU TRAFFICO STUPEFACENTI


Ha dovuto sospendere le pubblicazioni il settimanale ‘Diário Bissau’ in seguito alla distruzione del principale computer della sua redazione e all’aggressione ai danni del suo direttore, João de Barros. Un gruppo di persone vicine allo scomparso presidente João Bernardo ‘Nino’ Vieira – ucciso lo scorso anno in circostanze ancora non chiare e a poche ore di distanza da un attentato contro il capo di stato maggiore Tagme Na Waie, morto anch’egli – si è introdotto lo scorso Sabato nella redazione del settimanale criticando in particolare la pubblicazione di un articolo intitolato “Guinea Bissau, presunto narco-stato” in cui venivano sostenuti i legami di Vieira e di altri uomini forti del paese, uccisi negli ultimi 12 mesi, con il traffico internazionale di stupefacenti. La notizia è stata riferita alla Misna da fonti missionarie locali secondo cui una persona implicata nei fatti è già stata arrestata. Tra i più poveri paesi del continente, la Guinea Bissau ha un’economia ufficiale prevalentemente legata all’esportazione degli anacardi (di cui è il quinto produttore mondiale), ma possiede anche ingenti riserve, solo parzialmente sfruttate, di bauxite, fosfati e, soprattutto, di petrolio. Negli ultimi anni, comunque, la principale minaccia alla stabilità del paese sembra provenire dal traffico internazionale di stupefacenti che, proprio in Guinea Bissau, avrebbe stabilito una delle sue principali basi nel continente africano, uno snodo sempre più centrale nel narcotraffico proveniente sia dall’America Latina (cocaina e derivati) che dall’Asia (oppiacei). Secondo gli esperti, il flusso di denaro legato al traffico di stupefacenti avrebbe acuito le differenze interne e la competizione tra i vari settori dell’oligarchia che governa il paese.[GB]





 
'''SRI LANKA'''
 
IL GIORNO DELLA VITTORIA... E DEI CRIMINI DI GUERRA


Un anno fa il governo di Colombo dichiarava sconfitti i ribelli delle Tigri per la liberazione della patria tamil (Ltte), alla fine di una battaglia nel nord del paese, e finita la guerra civile secessionista in Sri Lanka. Una vittoria costata la vita a decine di migliaia di civili, intrappolati per mesi tra i due fuochi in quello che è stato l’ultimo e più cruento atto di una guerra durata tre decenni e con 100.000 morti. Mentre l’esercito si prepara a ricevere un trionfale riconoscimento nel primo anniversario della vittoria, gruppi internazionali per i diritti umani tornano ad accusare i militari di Colombo di essere i principali responsabili dell’eccidio di civili nelle ultime settimane di guerra e chiedono alle Nazioni Unite l’apertura di un’inchiesta internazionale. Prove raccolte dall’International Crisis Group (Icg), e citate in un rapporto diffuso alla vigilia dell’anniversario dall’organizzazione indipendente con sede a Bruxelles, suggeriscono che tra Gennaio e Maggio 2009, i mesi in cui fu portata l’offensiva finale nei distretti tamil del Nord, “le forze di sicurezza dello Sri Lanka commisero crimini di guerra di cui sono potenzialmente responsabili i vertici politici e militari”. Il gruppo afferma di avere raccolto testimonianze, foto, immagini satellitari ed altre prove che dimostrano “il bombardamento intenzionale di civili” fatti prima convogliare nelle cosiddette “No fire zone”, dove avrebbero dovuto essere al sicuro; ugualmente l’esercito avrebbe bombardato intenzionalmente ospedali e i luoghi dove si stavano svolgendo operazioni umanitarie, come la consegna di cibo ai civili e il recupero dei feriti e dei malati da parte della Croce Rossa. Accuse che già emersero nei giorni della battaglia finale nella regione di Vanni, conclusasi sulle coste del distretto di Mullaitivu con almeno 150.000 persone sotto le bombe, ma che allora come oggi sono respinte dall’esercito e dal governo. Il rapporto del Icg sottolinea anche le responsabilità delle ‘tigri tamil’ che impedirono con la forza ai civili di fuggire dalle zone di combattimento, raggruppando quante più possibili persone intorno alle loro postazioni allo scopo di indurre un intervento della comunità internazionale ad imporre un cessate-il-fuoco per scongiurare i massacri di civili, cosa che non avvenne. L’intervento internazionale, caldeggiato da Gran Bretagna, Francia, Unione Europea e Stati Uniti, fu osteggiato da Cina e India, alleate dello Sri Lanka ed oggi tra i primi soggetti coinvolti nel progetto di ricostruzione nel Nord del paese. Il presidente Mahinda Rajapakse, riconfermato a Gennaio in elezioni anticipate da lui convocate, è più forte che mai dopo che il suo unico e sconfitto rivale nella corsa elettorale, l’ex capo di stato maggiore generale Sarath Fonseka autore della vittoria militare, è in attesa di un processo marziale per avere rivelato dettagli che confermerebbero i sospetti di crimini di guerra e contro l’umanità e il coinvolgimento del ministro della Difesa, fratello del capo di Stato. Più forte di prima è anche il partito del presidente, Sri Lanka Freedom Party, cui l’elettorato ha di recente assicurato 144 seggi su 225 nel Parlamento, mentre l’opposizione vive da anni una fase di profonda debolezza. Ad un anno dalla soluzione militare sembra più che mai lontana, però, la soluzione politica alle divisioni tra maggioranza di lingua cingalese e religione prevalentemente buddista e la minoranza di lingua tamil e religione prevalentemente hindu, problemi emersi con la partenza dei colonizzatori inglesi e infine sfociati in conflitto armato nel 1982. Non sarebbe un problema per il presidente ottenere i sei voti mancanti per arrivare alla maggioranza di tre quarti del parlamento necessaria per quelle riforme costituzionali - ad esempio in favore di un federalismo o di un’amministrazione decentrata - che potrebbero rispondere alla richiesta dei tamil di un maggiore coinvolgimento politico. Piuttosto, Rajapakse ha accantonato le richieste politiche puntando sullo sviluppo economico del Nord, per decenni semi-isolato sotto una sorta di amministrazione parallela dei ribelli. Un progetto affidato in particolare al ministro dell’Economia, anch’egli fratello del capo di stato. Ma le modalità con cui ciò è portato avanti, denunciano osservatori locali, somigliano più a un’occupazione di un territorio nemico che a un piano di sviluppo, con una massiccia presenza di militari, immigrati cingalesi da altre regioni e investitori stranieri nei settori chiave, che fa temere ai tamil una marginalizzazione anche nei loro territori. Secondo osservatori, le resistenze del governo a portare il confronto a livello politico rischiano di posporre solamente il riemergere delle tensioni, poiché se in patria il movimento secessionista non ha più capi né forze, all’estero è tutt’altro che sconfitta la mobilitazione della diaspora in favore della causa tamil che ha sempre sostenuto e soprattutto ampiamente finanziato.[BF]



'''Pedofilia: Australia, accuse a vescovo'''

Indagini su casi occultati. Nel mirino l'arcivescovo Wilson

Pedofilia: Australia, accuse a vescovo (ANSA) - SYDNEY, 18 MAG - La polizia del Nuovo Galles del sud, in Australia, sta indagando sulle accuse mosse all'arcivescovo cattolico di Adelaide Philip Wilson Questi, appena rieletto presidente della Conferenza episcopale australiana, avrebbe ignorato diversi casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti negli anni '70 e '80 e sarebbe coinvolto in una 'congiura del silenzio' contro le vittime. Wilson ha negato di essere a conoscenza degli abusi.


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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

è tutto da tagliareeee!!!

ITALIA

1.231 telefonate a una donna, denunciato

1.231 telefonate a una donna, denunciato (ANSA) - CREMONA, 18 MAGGIO - Un uomo di 38 anni di Crema (Cremona) e' stato denunciato per avere infastidito una ex collega di lavoro con 1.231 telefonate. La vicenda e' iniziata subito dopo l'estate scorsa quando la donna, per ragioni aziendali e' stata richiamata alla casa madre. L'uomo aveva sempre mostrato interesse nei confronti della donna, ma non era mai stato ricambiato: questa forse e' stata la causa della reazione. Per ora l'accusa e' di molestie, ma non e' escluso che possa tramutarsi in stalking.

Quattro aggressioni da parte di tifosi dell'Inter contro cittadini del Bangladesh

Una notte, quattro aggressioni, tutte contro uomini provenienti dal Bangladesh. Questi si sono recati dai carabinieri la scorsa sera, per denunciare di essere stati leggermente feriti da alcuni tifosi dell'Inter in due diverse aggressioni.

Infatti la prima è avvenuta verso le 21.05, nell'angolo tra via Lecco e via Gregorio. Mentre camminava, l'uomo di 33 anni si è imbattuto in un gruppetto di 6 giovani, tutti con la maglia dell'Inter. Dopo averlo insultato, lo hanno percorso con una l'asta di una bandiera. L'uomo è stato poi curato presso l'ospedale Santa Rita, per poi essere dimesso.

Alcuni minuti dopo, alle 21.30, la seconda aggressione. Sempre un gruppo di giovani tifosi interisti, questa volta una decina, ha picchiato ben tre cittadini del Bangladesh. La modalità è stata la stessa: insulti e poi percosse con un'asta della bandiera e con una bottiglia. Gli uomini del Bangladesh, aggrediti mentre si trovavano in corso Buenos Aires, hanno rispettivamente 23, 31 e 32 anni. Uno dei tre è stato medicato al FatebeneFratelli, a causa di alcuni tagli alla mano destra.

La vicinanza tra i luoghi dell'accaduto e la breve distanza temporale tra i due scontri, fanno pensare agli inquirenti che potrebbe essere stato lo stesso gruppo di interisti ad effettuare entrambe le aggressioni.

genova: sentenza appello diaz

milano: sit.in davanti la prefettura

Martedì 18 maggio ore 18:00 presidio di fronte alla Prefettura

No al corteo di forza nuova sabato 22 maggio

Domani alle 18.00 saremo in presidio davanti alla prefettura, non possiamo accettare che i nazifascisti sfilino liberamente per Milano, chi predica odio, razzismo, sessismo, chi soffia sulle paure securitarie, chi si rifà a simboli del ventennio, non deve avere nessuna agibilità e cittadinanza.

Basti ricordare i fatti avvenuti a Massa pochi giorni fa, quando i militanti di Forza Nuova hanno apostrofato alcune ragazze a favore dell?utilizzo della pillola abortiva RU186: "stupratele che tanto abortiscono".

Saremo in Prefettura perché non possiamo permettere che sia dato loro l? ennesima possibilità di uno spazio, grazie anche alla compiacenza delle Istituzioni della città che hanno già ampiamente dimostrato di sostenerli concedendo patrocini e finanziamenti.

La Milano Antifascista dichiara:

"Milano non può tollerare questa vergogna, continueremo a denunciare qualunque complicità o compiacenza da parte delle istituzioni, chi concede loro agibilità e spazio pubblico: qui, ora, subito vanno fermati! Per questo saremo in piazza anche il 22 maggio, da Piazza XXIV Maggio alle 14.00?

"Invitiamo l'Anpi Provinciale e tutti coloro che si sono espressi contro il raduno a partecipare assieme a noi alle mobilitazioni e ad adoperarsi in ogni forma, pubblicamente, per impedire un tale affronto alla città, interpretando l'antifascismo come una pratica attuale e partigiana"

INIZIATIVE MAGGIO:

- martedì 18 maggio, ore 18.00 PRESIDIO IN PREFETTURA

- martedì 18 maggio, ore 21.00 ASSEMBLEA CITTADINA in Transiti

- giovedì 20 maggio, ore 11.00 CONFERENZA STAMPA davanti alla Banca dell? Agricoltura in Piazza Fontana

- sabato 22 maggio, la mattina e la sera attraverseremo la piazza di Via Padova, piazza antirazzista e dunque antifascista.

- sabato 22 maggio, ore 14.00 CONCENTRAMENTO in Piazza XXIV Maggio per un corteo e una mobilitazione cittadina, per riprendersi con la lotta, la musica, la cultura, la città.

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La Milano Antifascista e Antirazzista in mobilitazione permanente contro il corteo di Forza nuova il 22 Maggio 2010

Fuori fascisti e razzisti dalle nostre città!!

Nel mese di maggio diverse forze di matrice nazi-fascista hanno previsto una serie di iniziative a Milano. Le loro idee sono vecchie, gli slogan sempre uguali: un misto di nazional-socialismo e populismo che non risponde alla precarietà dilagante, che non impensierisce certo le banche, ma fomenta razzismo e odio, alimentando guerre fra poveri per annullare il conflitto sociale e la solidarietà.

La Milano Antifascista e Antirazzista ha risposto con diverse mobilitazione, passando per il 25 aprile, l'1-2 maggio, attraversando i quartieri della città.

I quartieri meticci sono antifascisti perché attraversati da lotte per riconquistare diritti, libertà e dignità, lotte solidali e antirazziste. L’azione territoriale nei quartieri è un lavoro che continueremo a mettere in campo da San Siro a Via Padova, da Quarto Oggiaro a Ticinese, con molte iniziative che ogni realtà sociale costruirà nei propri territori. Un percorso di mobilitazione e denuncia che passerà anche per il centro della città, a partire da martedì in Prefettura, e giovedì in Piazza Fontana.

La Milano Antifascista e Antirazzista non permetterà che la storia si ripeta, non permetterà che, grazie a connivenze o compiacenze delle istituzioni, si lasci spazio ai nazi-fascisti e rigurgiti del ventennio che si proclamano avversari delle banche, ma sono invece utili idioti ad uso del potere. Così ci insegna anche la storia di Piazza Fontana, luogo simbolo della violenza fascista (e di Stato) e delle stragi nere, in cui i nazi-fascisti hanno addirittura annunciato di voler passare.

Non accetteremo nessun corteo di Forza Nuova per le nostre città! Perciò il 22 maggio la Milano che ama la libertà e rifiuta il fascismo e il razzismo sarà in Piazza XXIV Maggio dalle 14.00, per un corteo e una mobilitazione di lotta, un momento in cui concretamente far vivere l'antifascismo dentro a piazze e strade della città attraverso racconti, cultura e musica.

Omicidio Aldrovandi, i poliziotti assassini querelano la madre

Tre dei quattro poliziotti condannati in primo grado per eccesso colposo nell'omicidio di Federico Aldrovandi hanno querelato per diffamazione la madre del ragazzo, Patrizia Moretti, che in un'intervista li aveva definiti «delinquenti». A dare la notizia dal suo blog è stata la stessa Moretti, madre dello studente 18enne morto nel settembre 2005 a Ferrara, dopo un intervento di polizia.

Enzo Pontani, Monica Segatto e Luca Pollastri sono stati condannati a 3 anni e 6 mesi. La sentenza di primo grado, che coinvolgeva anche Paolo Forlani, è del luglio 2009.

In un articolo pubblicato nel luglio 2008 sul giornale La Nuova Ferrara, Patrizia Moretti commentava la drammatica vicenda di Riccardo Rasman, un altro giovane morto a Trieste nell'ottobre 2006, vittima delle violenze della polizia: «Spero che anche per loro (la famiglia di Rasman, ndr) si arrivi presto a un processo, come è giusto che sia, e che si giudichino quelle persone a prescindere dal fatto che sono poliziotti - disse Moretti -. Anche perché noi, io e Giuliana, la sorella di Riccardo, non consideriamo quelle persone come rappresentanti delle istituzioni, ma solo come delinquenti». E' stata quest'ultima frase a far scattare la querela da parte degli agenti condannati in primo grado.

L'udienza alla procura di Mantova è fissata per il 18 giugno. A fronteggiarsi saranno da una parte la famiglia Aldrovandi e due giornaliste della Nuova Ferrara e dell'Ansa, e dall'altra i tre agenti che hanno sporto querela.

19/05/2010 PORTA UN FIORE AD AURO

Auro: 19 anni

19/05/1991: un incendio doloso di matrice fascista distrugge il C.S.O.A. Corto Circuito . Un giovane eritreo di nome Auro Bruni muore carbonizzato. 19/05/2010: 19 anni sono passati dalla morte di Auro: Auro aveva 19 anni! 19 volte abbiamo aumentato l’area del centro sociale occupando prima gli stabili vicini e costruendo un campo di calcetto sulle macerie del “corto vecchio”, proprio dove sei morto tu, Auro. Oggi, le allora bozze di trattoria e palestra sono un’osteria popolare che fa “ la rivoluzione” con la forchetta, mentre la palestra con le sue 1000 arti marziali “difende” il diritto allo sport e “combatte” l’alienazione dei giovani nelle nostre periferie. Una sala “blu”, colore che annulla il limite fisico della parete per aprire agli infiniti spazi delle arti che la animano. 19 volte abbiamo ampliato i temi del conflitto, dal diritto alla casa al diritto all’abitare, dalla difesa del posto di lavoro al diritto al reddito e alla costruzione di un economia giusta e solidale. 19 mila barricate abbiamo costruito nelle strade di Roma, L’Aquila, Genova, Bilbao, Belfast, fino in Palestina e in Messico per difendere l’umanità, il pianeta, per abbattere muri culturali e legislativi e costruire un altro mondo possibile. 19 mila volte e anche di piu’ colpiremo gli INFAMI che ieri hanno ucciso Auro Bruni ieri, Carlo, Dax, Renato eStefano Cucchi oggi, come ci hanno insegnato i nostri nonni partigiani. 19 mila e di piu’ saranno i fiori perché AURO E’ VIVO E LOTTA INSIEME A NOI

Fausto e Iaio: un sito e un blog per non dimenticare la loro vicenda

Fausto e Iaio - Il sito http://www.wix.com/faustoeiaio/homr

Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci sono passati alla memoria collettiva come Fausto e Iaio. Vittime degli anni di piombo, vennero uccisi a Milano il 18 marzo 1978 da un gruppo NAR, Brigata Franco Anselmi. Tra gli appartenenti al gruppo di Anselmi c'è Massimo Carminati, che svolge i lavori sporchi per conto della banda della Magliana, e tra le molte cose, viene accusato di aver ucciso Carmine Pecorelli e ha lavorato con due ufficiali del Sismi a un tentativo di depistaggio dell'inchiesta sulla strage di Bologna, insieme a lui gli indiziati sono: Claudio Bracci, Guido Zappavigna e Mario Corsi. Nei loro confronti ci sono alcune prove pesanti e le dichiarazioni dei pentiti.

Da qualche giorno, per ricordare la loro storia, è nato un sito a loro dedicato con relativo blog, curato dall’Associazione Familiari e Amici di Fausto e Iaio e da Daniele Biacchessi.

Lucca - Aggressione di un gruppo dell'estrema destra a un Pub

  • LUCCA - Ci potrebbero essere implicazioni politiche alla base dell'aggressione messa in atto da un gruppo di giovani lucchese riconducibili all'estrema destra lucchese, ai danni degli avventori della birreria Bruton.

Una rissa e' avvenuta nella notte di sabato alla birreria Bruton nella quale e' rimasto gravemente ferito un operaio di 38 anni. Per la vittima, colpita al volto da un bicchiere, i medici hanno stilato una prognosi di cinque mesi e non escludono che possa perdere l'uso di un occhio. A mettere sulla pista politica gli inquirenti il fatto che tre degli aggressori appartengono al disciolto gruppo dei Buldog della tifoseria della lucchese, e il fatto che il locale e' spesso frequentato anche da esponenti di sinistra. La polizia ha arrestato due ragazzi lucchesi, accusati di aver procurato le gravi lesioni all'avventore, lanciando bottiglie e bicchieri dall'esterno verso le finestre del locale. I poliziotti hanno anche perquisito le abitazioni dei due arrestati e qui avrebbero rinvenuto materiale che gli ha permesso di identificare altre due persone, ora denunciate a piede libero. Si tratta di un terzo membro dell'ex gruppo dei Buldog e di un ragazzo pisano. Ora gli inquirenti sono al lavoro per capire le motivazioni dell'aggressione per valutare se l'episodio sia riconducibile all'attivita' di un associazione a delinquere, oppure si tratti di una semplice rissa da bar. Non basta. La Polizia sta infatti valutando se altri episodi analoghi avvenuti in lucchesia siano riconducibili agli stessi indagati e nelle prossime ore ci potrebbero essere nuovi provvedimenti. Sull'episodio l'Asa, assemblea degli spazi autogestiti di Lucca, ha condannato l'aggressione con un duro comunicato nel quale si denuncia il clima intollerabile che si vive in citta' a causa delle ripetute aggressioni: 'Intimidazioni, si legge, da parte dei piu' che noti fascisti cui il comune di Lucca concede spazi per concerti e patrocini per iniziative culturali che appaiono sempre piu' come una copertura politica all'atteggiamento aggressivo di questi figuri '.

CIE Torino, continua la campagna contro CAMST

  • continua a Torino la campagna contro la CAMST, la ditta di ristorazione che rifornisce il CIE di corso Brunelleschi e anche le scuole delle circoscrizioni 1 e 6

attraverso dei volantinaggi si denuncia la complicità di camst nella gestione dei lager per migranti e la cattiva qualità del servizio (businness is businness...)

in uno degli ultimi volantinaggi davanti a una scuola c'è stato un (civilissimo) confronto con due dipendenti CAMST, mentre la tipa del personale scolastico chiamava i vigili urbani...insomma la cosa non lascia indifferenti

dalla conversazione è emerso che sembra che qualche dirigente CAMST vada dicendo in giro che ci sono dei dark anarchici in città che lavorano per una ditta che vorrebbe subentrare nell'appalto!

insomma continuiamo a denunciare chi è complice nella gestione dei CIE, chiunque può andare davanti a una scuola materna o elementare della 1 o della 6 e spiegare cosa succede in quei lager

sotto alcuni istituti della 1 dove si è volantinato con relativo orario di ingresso:

- via dei Mille 15 ore 8,15 - 8,30

- corso Matteotti 6 ore 8,15 - 9,00

- via Biancamano 10 ore 8,15 - 8,30

- via Giulio 28/30 ore 8,15 - 9,00

- via Gioberti 9 ore 8,15 - 9,00

- via Gioberti 33 ore 8,15 - 9,00

EMERGENZA SFRATTI: RESISTONO GLI OCCUPANTI DI VIA MARSALA A PISA

Da stamani alle 8 in corso un'operazione di polizia per sgomberare un edificio in via Marsala, a Pisa, occupato da 8 famiglie che rivendicano il diritto ad avere un'abitazione. L'occupazione, in corso da due mesi, era stata organizzata per far fronte agli sfratti iniqui, legati all'incapacit delle famiglie di pagare l'affitto. Un'esperienza, quella della palazzina occupata di via Marsala, che aveva trovato l'appoggio della rete "Prendocasa" e degli abitanti della zona, accorsi in massa stamattina per dare solidariet agli occupanti. Alla richiesta di polizia e carabinieri di lasciare gli appartamenti, gli occupanti hanno risposto con un rumoroso battere di pentole, mestoli e posate. Vista la determinazione dei manifestanti, le autorit locali stanno tentando altre vie alternative all'utilizzo della forza. In Prefettura, nel frattempo, stato riunito il tavolo per l'ordine pubblico e la sicurezza. Intanto gli occupanti e i solidali hanno lanciato un pranzo di sostegno, invitando tutti e tutte a partecipare. Il servizio con Federico Giusti della rete Prendocasa. [Scarica il contributo audio, durata: 1 min.]

Universita': occupazioni in tutta Italia

Universita': occupazioni in tutta Italia (ANSA) - ROMA, 18 MAG-Assemblee di ateneo e occupazioni in tutta Italia contro i tagli ai finanziamenti previsti dall'ipotesi di riforma del sistema universitario.La protesta rientra nella settimana di mobilitazione proclamata da una ventina di organizzazioni e associazioni della docenza universitaria e coinvolge tutti coloro che lavorano negli atenei: docenti, ricercatori, precari, lettori, personale tecnico-amministrativo assieme agli studenti. Domani e' prevista una manifestazione a Roma davanti al Senato.

UNIVERSITA': OCCUPATO IL RETTORATO DELLA SAPIENZA A ROMA

La giornata di oggi segna comunque l'inizio di una settimana densa di proteste nel settore universitario. Incontri, assemblee, sit-in e occupazioni verranno messi in atto in molti atenei italiani contro la riforma Gelmini, che taglia i finanziamenti pubblici agli istituti e limita il diritto allo studio. Al problema delle risorse si aggiunge la vertenza dei ricercatori a tempo indeterminato, a cui la riforma, ora al vaglio del Senato, sbarra la strada. In pratica, resteranno fuori da ogni possibilit di carriera poich la loro figura viene eliminata: ci saranno solo ricercatori a termine. Per questo motivo, stamattina sono stati occupati simbolicamente il rettorato dell'universit la Sapienza di Roma e dell'ateneo di Palermo. Nel pomeriggio sono previste iniziative di protesta a Bologna; a Milano c' in programma per domani l'astensione di studenti e docenti dalle lezioni. Dal rettorato occupato dell'Universita' la Sapienza la corrispondenza con Francesco Brancaccio, ricercatore

Padova - Contro il ddl Gelmini. Libera la ricerca, libera il sapere! Assemblea aperta al Palazzo del Bo

Nella giornata nazionale di protesta contro la riforma Gelmini, attualmente in discussione al Senato, nella città di Padova i ricercatori e gli studenti si sono dati appuntamento davanti al palazzo del Bò.

Qui si è svolta un'assemblea molto partecipata in cui ci si è confrontati per rivendicare una didattica ed una ricerca libera e indipendente ed una università garantita a tutti.

Docenti, dottorandi, ricercatori e studenti hanno proclamato una settimana di mobilitazione contro il ddl Gelmini che modificherà radicalmente la governance universitaria, i contratti di ricerca e il diritto allo studio.

Il prossimo appuntamento è per giovedì 20 maggio, alle ore 12.30 in Aula N al Liviano, per un'assemblea di Facoltà.

Torino - Comunicato su arresti e scarcerazioni per striscione su Porte Palatine

riceviamo e diffondiamo:

Dopo la scarcerazione di Gabriele avvenuta Sabato sera, anche l’arresto di Andrea si rivela illegittimo persino secondo il giudice che avrebbe dovuto confermarlo. Gli sbirri che hanno aggredito i manifestanti a freddo, che venerdì si erano permessi di mettere uno striscione sulle Porte Palatine con la scritta “ Tutti Liberi”, sono stati smentiti anche dai loro compari della magistratura che non si sono sentiti di imbarcarsi in questa ennesima sfacciata provocazione, improvvisata da una banda di poliziotti in borghese che volevano mettersi in evidenza. Con loro rimane solo un fedelissimo servitore. Si chiama Massimo Numa ed è un velinaro della Stampa, pronto ad ogni menzogna basta che provenga dai corridoi delle questure o delle caserme dei Carabinieri . Il buon direttore Mario Calabresi lo manda avanti ogni qualvolta c’è da scrivere –per infamare- degli anarchici, antagonisti e Squatter. Ora passeremo alle denunce pubbliche dei picchiatori dello Stato. Andrea e Gabriele sono liberi senza nessuna restrizione.

Quattro aggressioni da parte di tifosi dell'Inter contro cittadini del Bangladesh

Una notte, quattro aggressioni, tutte contro uomini provenienti dal Bangladesh. Questi si sono recati dai carabinieri la scorsa sera, per denunciare di essere stati leggermente feriti da alcuni tifosi dell'Inter in due diverse aggressioni.

Infatti la prima è avvenuta verso le 21.05, nell'angolo tra via Lecco e via Gregorio. Mentre camminava, l'uomo di 33 anni si è imbattuto in un gruppetto di 6 giovani, tutti con la maglia dell'Inter. Dopo averlo insultato, lo hanno percorso con una l'asta di una bandiera. L'uomo è stato poi curato presso l'ospedale Santa Rita, per poi essere dimesso.

Alcuni minuti dopo, alle 21.30, la seconda aggressione. Sempre un gruppo di giovani tifosi interisti, questa volta una decina, ha picchiato ben tre cittadini del Bangladesh. La modalità è stata la stessa: insulti e poi percosse con un'asta della bandiera e con una bottiglia. Gli uomini del Bangladesh, aggrediti mentre si trovavano in corso Buenos Aires, hanno rispettivamente 23, 31 e 32 anni. Uno dei tre è stato medicato al FatebeneFratelli, a causa di alcuni tagli alla mano destra.

La vicinanza tra i luoghi dell'accaduto e la breve distanza temporale tra i due scontri, fanno pensare agli inquirenti che potrebbe essere stato lo stesso gruppo di interisti ad effettuare entrambe le aggressioni.

Carceri. Antigone: piano del governo non va bene

«Siamo grati al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la consapevolezza delle drammatiche criticita’ del sistema penitenziario dimostrata con le dichiarazioni rese in occasione della festa del Corpo di Polizia Penitenziaria. Il Capo dello Stato sostiene ormai ‘ineludibile l’attuazione di interventi normativi e organizzativi per il superamento delle molte criticita’’ ma tali interventi vanno intesi in un senso alto che mal si adatta ai miseri provvedimenti proposti dal Governo come il fantomatico piano di edilizia carceraria». Lo dichiara il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, rilevando che «sono passati ormai quattro mesi dalla proclamazione dello stato di emergenza delle carceri e niente e’ accaduto. Bene hanno dunque fatto quelle organizzazioni sindacali di Polizia penitenziaria che hanno scelto di disertare le celebrazioni. C’e’ infatti ben poco da festeggiare di fronte alle condizioni disastrose in cui versano le nostre galere e ai suicidi di detenuti e poliziotti».

CARCERE. Un detenuto su sei sarà libero fra un anno

Lo rivelano i nuovi dati del Dipartimento amministrazione penitenziaria. Straniero il 37% della popolazione carceraria

Sono 11.460 i detenuti che devono scontare nelle carceri italiane una pena residua fino a un anno, sul totale di 36.001 condannati con sentenza definitiva. Il dato, aggiornato allo scorso 14 maggio, e' contenuto nel dossier statistico predisposto dal Dap, il dipartimento amministrazione penitenziaria, in occasione della celebrazione all'Arco di Costantino della 'Festa della Polizia penitenziaria' alla presenza fra gli altri del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del ministro della Giustizia Angelino Alfano.

Per quanto riguarda il resto dei detenuti, 7.108 hanno ancora da scontare una pena residua fra 1 e 2 anni, 4.845 da 2 a 3 anni, 5.077 da 3 a 5 anni, 4.088 da 5 a 10 anni, 1.595 da 10 a 20 anni, 335 oltre i 20 anni e 1.493 sono condannati all'ergastolo. Il numero piu' alto di detenuti e' rinchiuso nelle carceri della Lombardia che ne ospita 4.063 seguita dal Piemonte con 2.476, dall'Emilia-Romagna con 2.399, dal Lazio con 2.341, dalla Toscana con 2.278 e dalla Sicilia con 2.068.

Per quanto riguarda la popolazione detenuta straniera, che conta un totale di 24.910 fra imputati e condannati su 67.593, per quel che concerne la religione 9.838 sono di fede islamica, 4.034 cattolici, 2.644 ortodossi, 217 protestanti, 94 buddisti, 75 ebrei, 64 induisti, 8 anglicani e 3 testimoni di Geova, mentre 433 sono atei, 1.287 di altre fedi e per 6.213 non e' stata rilevata la religione.

ESTERI

Turchia, esplosione in miniera. Ancora 30 minatori in attesa di essere portati in salvo

Sono ancora circa 30 i minatori turchi intrappolati a 540 metri di profondità in una miniera di carbone nei pressi della città di Zonguldak, sulla costa di Mar Nero, nella Turchia del Nord, che attendono di essere portati in salvo

Sono ancora circa 30 i minatori turchi intrappolati a 540 metri di profondità in una miniera di carbone nei pressi della città di Zonguldak, sulla costa di Mar Nero, nella Turchia del Nord, che attendono di essere portati in salvo. Lo ha riferito l'agenzia Anadolu smentendo così più rassicuranti notizie circa la loro sorte diffuse ieri da altri media secondo cui gli operai erano tutti vivi e sarebbero stati riportati in superficie in breve tempo. I minatori sono rimasti bloccati in galleria in seguito a un'esplosione avvenuta durante i lavori di scavo. Sconosciute le cause. Il ministro del Lavoro Omer Dincer citato da Anadolu spiega che la deflagrazione è stata registrata dopo che "gli operai hanno fatto brillare una carica di dinamite per aprire una galleria".

Afghanistan, attacco contro un convoglio Isaf: sale il bilancio. Morti anche almeno 5 soldati

Inizialmente sembrava che le vittime dell'attacco rivendicato dai talebani e avvenuto nel cuore di Kabul fossero tutte civili

È di almeno cinque soldati stranieri uccisi il bilancio dell'attentato kamikaze di stamani a Kabul contro un convoglio Isaf. Altre cinque militari stranieri sono rimasti feriti. Lo annuncia la polizia, citata dall'agenzia afgana Pajhwok. Mentre un altro funzionario della polizia locale ha riferito che sarebbero sette i soldati ammazzati, cinque statunitense e due canadesi. A rivendicare l'attacco è arrivata una comunicazione dei talebani. diffuso anche sul loro sito internet. Il portavoce del gruppo, Dabihullah Mujahid, ha annunciato che il kamikaze entrato in azione oggi nella capitale afgana si chiamava Isamuddin ed era originario della zona di Qara Bagh, nella provincia di Kabul. "Il suo veicolo - ha aggiunto - aveva un carico di 750 chilogrammi di esplosivo e si è lanciato contro un convoglio della Nato, colpendo un gruppo di soldati americani che percorreva la via Darul-Aman, nel centro della capitale afgana". Secondo il portavoce talebano almeno sei veicoli militari sono stati distrutti e diversi soldati della Nato sarebbero morti, pur non fornendo un esatto bilancio delle vittime. Parlando invece questa mattina alla tv araba 'al-Jazeera', Mujahid sosteneva che l'attentato avrebbero provocato la morte e il ferimento di almeno 30 persone.

Kabul: morti sei soldati Nato

Cinque sono americani, riferiscono fonti dell'Alleanza

Kabul: morti sei soldati Nato (ANSA) - KABUL, 18 MAG - Sono sei i soldati della Nato uccisi oggi nell'attentato di Kabul. Lo riferiscono fonti dell' Alleanza, precisando che 5 sono americani. Nell'attentato kamikaze contro un convoglio di mezzi Nato sono morte 20 persone, i feriti sarebbero una cinquantina. I talebani, che hanno rivendicato l'attacco, sostengono di aver utilizzato 750 chilogrammi di esplosivo

GUINEA-BISSAU

DISTRUTTA REDAZIONE SETTIMANALE PER ARTICOLO SU TRAFFICO STUPEFACENTI

Ha dovuto sospendere le pubblicazioni il settimanale ‘Diário Bissau’ in seguito alla distruzione del principale computer della sua redazione e all’aggressione ai danni del suo direttore, João de Barros. Un gruppo di persone vicine allo scomparso presidente João Bernardo ‘Nino’ Vieira – ucciso lo scorso anno in circostanze ancora non chiare e a poche ore di distanza da un attentato contro il capo di stato maggiore Tagme Na Waie, morto anch’egli – si è introdotto lo scorso Sabato nella redazione del settimanale criticando in particolare la pubblicazione di un articolo intitolato “Guinea Bissau, presunto narco-stato” in cui venivano sostenuti i legami di Vieira e di altri uomini forti del paese, uccisi negli ultimi 12 mesi, con il traffico internazionale di stupefacenti. La notizia è stata riferita alla Misna da fonti missionarie locali secondo cui una persona implicata nei fatti è già stata arrestata. Tra i più poveri paesi del continente, la Guinea Bissau ha un’economia ufficiale prevalentemente legata all’esportazione degli anacardi (di cui è il quinto produttore mondiale), ma possiede anche ingenti riserve, solo parzialmente sfruttate, di bauxite, fosfati e, soprattutto, di petrolio. Negli ultimi anni, comunque, la principale minaccia alla stabilità del paese sembra provenire dal traffico internazionale di stupefacenti che, proprio in Guinea Bissau, avrebbe stabilito una delle sue principali basi nel continente africano, uno snodo sempre più centrale nel narcotraffico proveniente sia dall’America Latina (cocaina e derivati) che dall’Asia (oppiacei). Secondo gli esperti, il flusso di denaro legato al traffico di stupefacenti avrebbe acuito le differenze interne e la competizione tra i vari settori dell’oligarchia che governa il paese.[GB]

SRI LANKA

IL GIORNO DELLA VITTORIA... E DEI CRIMINI DI GUERRA

Un anno fa il governo di Colombo dichiarava sconfitti i ribelli delle Tigri per la liberazione della patria tamil (Ltte), alla fine di una battaglia nel nord del paese, e finita la guerra civile secessionista in Sri Lanka. Una vittoria costata la vita a decine di migliaia di civili, intrappolati per mesi tra i due fuochi in quello che è stato l’ultimo e più cruento atto di una guerra durata tre decenni e con 100.000 morti. Mentre l’esercito si prepara a ricevere un trionfale riconoscimento nel primo anniversario della vittoria, gruppi internazionali per i diritti umani tornano ad accusare i militari di Colombo di essere i principali responsabili dell’eccidio di civili nelle ultime settimane di guerra e chiedono alle Nazioni Unite l’apertura di un’inchiesta internazionale. Prove raccolte dall’International Crisis Group (Icg), e citate in un rapporto diffuso alla vigilia dell’anniversario dall’organizzazione indipendente con sede a Bruxelles, suggeriscono che tra Gennaio e Maggio 2009, i mesi in cui fu portata l’offensiva finale nei distretti tamil del Nord, “le forze di sicurezza dello Sri Lanka commisero crimini di guerra di cui sono potenzialmente responsabili i vertici politici e militari”. Il gruppo afferma di avere raccolto testimonianze, foto, immagini satellitari ed altre prove che dimostrano “il bombardamento intenzionale di civili” fatti prima convogliare nelle cosiddette “No fire zone”, dove avrebbero dovuto essere al sicuro; ugualmente l’esercito avrebbe bombardato intenzionalmente ospedali e i luoghi dove si stavano svolgendo operazioni umanitarie, come la consegna di cibo ai civili e il recupero dei feriti e dei malati da parte della Croce Rossa. Accuse che già emersero nei giorni della battaglia finale nella regione di Vanni, conclusasi sulle coste del distretto di Mullaitivu con almeno 150.000 persone sotto le bombe, ma che allora come oggi sono respinte dall’esercito e dal governo. Il rapporto del Icg sottolinea anche le responsabilità delle ‘tigri tamil’ che impedirono con la forza ai civili di fuggire dalle zone di combattimento, raggruppando quante più possibili persone intorno alle loro postazioni allo scopo di indurre un intervento della comunità internazionale ad imporre un cessate-il-fuoco per scongiurare i massacri di civili, cosa che non avvenne. L’intervento internazionale, caldeggiato da Gran Bretagna, Francia, Unione Europea e Stati Uniti, fu osteggiato da Cina e India, alleate dello Sri Lanka ed oggi tra i primi soggetti coinvolti nel progetto di ricostruzione nel Nord del paese. Il presidente Mahinda Rajapakse, riconfermato a Gennaio in elezioni anticipate da lui convocate, è più forte che mai dopo che il suo unico e sconfitto rivale nella corsa elettorale, l’ex capo di stato maggiore generale Sarath Fonseka autore della vittoria militare, è in attesa di un processo marziale per avere rivelato dettagli che confermerebbero i sospetti di crimini di guerra e contro l’umanità e il coinvolgimento del ministro della Difesa, fratello del capo di Stato. Più forte di prima è anche il partito del presidente, Sri Lanka Freedom Party, cui l’elettorato ha di recente assicurato 144 seggi su 225 nel Parlamento, mentre l’opposizione vive da anni una fase di profonda debolezza. Ad un anno dalla soluzione militare sembra più che mai lontana, però, la soluzione politica alle divisioni tra maggioranza di lingua cingalese e religione prevalentemente buddista e la minoranza di lingua tamil e religione prevalentemente hindu, problemi emersi con la partenza dei colonizzatori inglesi e infine sfociati in conflitto armato nel 1982. Non sarebbe un problema per il presidente ottenere i sei voti mancanti per arrivare alla maggioranza di tre quarti del parlamento necessaria per quelle riforme costituzionali - ad esempio in favore di un federalismo o di un’amministrazione decentrata - che potrebbero rispondere alla richiesta dei tamil di un maggiore coinvolgimento politico. Piuttosto, Rajapakse ha accantonato le richieste politiche puntando sullo sviluppo economico del Nord, per decenni semi-isolato sotto una sorta di amministrazione parallela dei ribelli. Un progetto affidato in particolare al ministro dell’Economia, anch’egli fratello del capo di stato. Ma le modalità con cui ciò è portato avanti, denunciano osservatori locali, somigliano più a un’occupazione di un territorio nemico che a un piano di sviluppo, con una massiccia presenza di militari, immigrati cingalesi da altre regioni e investitori stranieri nei settori chiave, che fa temere ai tamil una marginalizzazione anche nei loro territori. Secondo osservatori, le resistenze del governo a portare il confronto a livello politico rischiano di posporre solamente il riemergere delle tensioni, poiché se in patria il movimento secessionista non ha più capi né forze, all’estero è tutt’altro che sconfitta la mobilitazione della diaspora in favore della causa tamil che ha sempre sostenuto e soprattutto ampiamente finanziato.[BF]

Pedofilia: Australia, accuse a vescovo

Indagini su casi occultati. Nel mirino l'arcivescovo Wilson

Pedofilia: Australia, accuse a vescovo (ANSA) - SYDNEY, 18 MAG - La polizia del Nuovo Galles del sud, in Australia, sta indagando sulle accuse mosse all'arcivescovo cattolico di Adelaide Philip Wilson Questi, appena rieletto presidente della Conferenza episcopale australiana, avrebbe ignorato diversi casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti negli anni '70 e '80 e sarebbe coinvolto in una 'congiura del silenzio' contro le vittime. Wilson ha negato di essere a conoscenza degli abusi.


Gr 13:00

ESTERI

Afghanistan, attacco suicida contro convoglio Nato

  • E' accaduto a Kabul, Bala Murghab, luogo dell'agguato di oggi, è uno dei principali fronti italiani della guerra in Afghanistan, dove il governo italiano continua a mandare sempre più soldati a uccidere per conto terzi.

È di almeno 20 morti il bilancio dell'attentato kamikaze contro un un convoglio Nato che si trovava nei pressi del parlamento sette i militari americani rimasti uccisi. Intanto, è già arrivata via telefono la rivendicazione dell'attacco per bocca di un portavoce dei talebani. La zona colpita ospita, oltre al Parlamento, il museo nazionale, un ospedale gestito da occidentali, il ministero dell'Energia.

INDIA ATTENTATO CONTRO AUTOBUS dela POLIZIA

E’ di almeno 40 morti il bilancio parziale di un attentato attribuito dai media locali ai ribelli maoisti e compiuto oggi nel distretto di Dantewada (stato di Chhattisgarh, nel centro del paese). Ad essere attaccato è stato un autobus a bordo del quale si trovavano paramilitari e agenti di polizia. Secondo prime ricostruzioni il mezzo è stato investito dall’esplosione di una mina o di un altro ordigno piazzato sul ciglio della strada. Si tratta del terzo attacco del genere avvenuto negli ultimi due mesi, lo scorso 8 Maggio sei paramilitari erano stati uccisi dall’esplosione di una mina; ad Aprile erano stati oltre 70 i soldati e poliziotti caduti in un’imboscata. I ribelli sostengono di aver intrapreso la lotta armata per instaurare un governo egalitario d’ispirazione maoista e per emancipare i dalit (fuoricasta) e i tribali, oggi emarginati agli ultimi gradini della società.

ITALIA

  • L'impegno bellico dell'Italia in Afghanistan continua a crescere senza sosta, in termini di uomini e mezzi da combattimento inviati al fronte, e quindi anche di costi economici e, come si è visto oggi, umani.

Sta iniziando infatti il dispiegamento dei famosi rinforzi promessi da Berlusconi a Obama, che nel giro di alcuni mesi porterà le truppe italiane schierate sul fronte afgano dalle 3.300 attuali ad oltre 4mila.

Tra poche settimane verrà inviato un quarto 'battle group' formato da due compagnie di bersaglieri della brigata Garibaldi con cingolati Dardo e da una compagnia della brigata di fanteria corazzata Pinerolo dotata dei nuovi carri Freccia. Il dispiegamento verrà completato dopo l'estate con l'invio del reggimento lagunari Serenissima, forti dei loro mortai da 120 millimetri.

Tutto questo farà lievitare ad almeno 750 milioni di euro il costo annuo della missione di guerra italiana in Afghanistan, che ancora oggi il governo italiano si ostina a definire missione di pace. Missione di pace questa, che uccide brutalmente uomini, donne, bambini e bambine in nome di interessi economici e alleanze politice e, nient altro.

SGOMBERATA L'OFFICINA-VITTORIO OCCUPATO di ostia

Questa mattina alle ore 6.00, le forze dell'ordine in assetto antisommossa hanno sgomberato la chiesetta dell'ex colonia Vittorio Emanuele.

Una dozzina di camionette attualmente presidiano il lungomare impedendo l'accesso alla via che costeggia lo spazio. La zona è letteralmente blindata.

Il tutto avviene a poche ore da un tavolo in municipio sulla vertenza del Teatro del Lido.


Gr 9:30

ESTERI

ITALIA


Appunti e note redazionali

Cosenza, riprende il sud ribelle. - Radio a Palermo - Incontro con lavoratore Zanon, Occhi Rossi, Sgombero Pisa

Servizi audio della giornata


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gror100518 (last edited 2010-05-18 17:48:33 by anonymous)