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lavoro Ancora un suicidio alla Foxconn

Ancora un suicidio alla Foxconn, il decimo. Non è servito a nulla fargli firmare la lettera che lo impegnava a non farlo. Un giovane dipendente si è buttato dal balcone di un edificio dormitorio della città-fabbrica della Foxconn Technology Group di Shenzhen, l'enorme stabilimento industriale nel sud della Cina in cui lavorano 400mila persone. Proprio ieri, incalzato dalla pressione dei media, Terry Gou, il boss dell'azienda taiwanese che produce componenti per la Apple e per altri grandi marchi dell'elettronica, aveva visitato lo stabilimento e aperto i cancelli alla stampa per dimostrare come le condizioni di vita e di lavoro dei suoi dipendenti non fossero poi così deleterie. L'ultima vittima aveva 23 anni ed era immigrato dalla lontana provincia nord-occidentale di Gansu,

[Thembani Ngongoma, abitante della baraccopoli di Kennedy road, alla periferia della città sudafricana di Durban è in questi giorni in viaggio in Italia per mostrare l’altra faccia dei Mondiali di calcio africani “Per fare bella Durban in tanti sono stati cacciati, spostati perché capanne e ripari di fortuna non ‘macchiassero’ la faccia patinata che si vuole mostrare al mondo, senza consultare la gente, senza chiedere il loro parere. Nuove costruzioni, grandi infrastrutture pensate da chi non conosce la città, sono state calate dall’alto senza tenere in considerazione le nostre esigenze. E lo stesso ho visto a L’Aquila”riferisce

ITALIA

immigrazione

Quest’anno sulle navi di stato, sui voli senz’appello oltre 830 migranti sono stati riconsegnati alla Libia, tra cui donne e bambini. senza tener conto del restante numero di uomini e donne che fuggono non dalla libia ma da luoghi sempre più affamati, per cercare l' ultima possibilità di vita, lo ha detto Giusy D’Alconzo, coordinatrice delle attività di ricerca della sezione italiana di Amnesty International (Ai), durante la presentazione, stamani a Roma, del rapporto annuale dell’organizzazione sullo ‘stato di salute’ della giustizia e dei diritti umani nel mondo. “La logica che criminalizza i migranti – ha sottolineato D’Alconzo - è quella che ha guidato il ‘pacchetto sicurezza’, con risultati ben lontani dagli obiettivi dichiarati del provvedimento, la garanzia di maggiore sicurezza. Nella parte dedicata all’Italia, i ricercatori di Ai denunciano sgomberi forzati illegali delle comunità Rom, espulsioni di migranti verso luoghi in cui sono a rischio di violazioni dei diritti umani, provvedimenti delle autorità che hanno messo a repentaglio i diritti di migranti e richiedenti asilo. Nell’ultimo rapporto dell’organizzazione, che nel 2011 celebrerà 50 anni d’esistenza, si afferma ancora: “Un equo accesso all’istruzione, all’alloggio, alle cure sanitarie e all’occupazione ha continuato a essere negato ai Rom. Le autorità hanno introdotto una nuova normativa che potrebbe tradursi in attività discriminatorie”

viene chiamata con questo appellativo dall'Istituto nazionale di Statistica che rivela che oggi in Italia ci sono oltre 2 milioni di persone che non studiano, non lavorano e non si formano. I segnali di ripresa non sono affatto buoni. Anzi, sono inesistenti. Se la manovra varata due giorni fa dal governo ha fatto capire agli italiani quale sarà il futuro del paese per i prossimi tre anni, il rapporto annuale dell'Istat descrive con numeri e tabelle la situazione in cui versa il Paese dopo due anni di crisi mondiale, "la più dura della storia recente" riporta il dossier. Neet. Il dato più preoccupante è quello che riguarda i Neet ovvero i giovani fra i 15 e i 29 anni, con forti problemi economici, che non lavorano né studiano. Il nostro paese ne conta attualmente 2 milioni e sono, secondo l'Istat, spesso giovani che per l'impossibilità di trovare lavoro, sono costretti a rimanere a vivere con i genitori fino a tarda età. Per l'ex ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa erano semplicemente "bamboccioni", l'Istat li raggruppa sotto l'acronimo asettico di una categoria che se pronunciata risulta, in realtà, molto più preoccupante: fuori dai canali di educazione, occupazione o formazione. "A spasso" direbbero i più.


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