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'''M.O.: INTERROTTI CONTATTI CON NAVE IRLANDESE DIRETTA A GAZA''' '''La 'Rachel Corrie' in viaggio verso Gaza'''
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Gerusalemme - La Freedom Flotilla ha perso tutti i contatti con la nave di aiuti irlandese Rachiel Corrie, diretta a Gaza. 'Presumiamo che si tratti di un sabotaggio israeliano', ha affermato Audrey Bomse del Free Gaza Movement. A bordo del cargo ci sono attivisti filo-palestinesi provenienti da Irlanda e Malaysia. . Il cargo irlandese "Rachel Corrie" prosegue il suo viaggio verso Gaza: venerdì pomeriggio dovrebbe raggiungere la zona di interdizione di 20 miglia imposta da Israele. Greta Berlin, portavoce di Free Gaza, ha detto che la nave non intende fare tappe intermedie e che l’obiettivo resta quello di consegnare gli aiuti direttamente ai palestinesi. Nei giorni scorsi il ministero degli Esteri israeliano ha ribadito che alla nave sarà impedito l'accesso a Gaza: sarà intercettata in alto mare, ha spiegato, e accompagnata nel porto di Ashdod, dove il carico sarà ispezionato. C'è dunque timore sulla sorte della nave, a quattro giorni dal sanguinoso attacco contro la flottiglia.

BLACKOUT CONTATTI - «Ci troviamo a 170 miglia marine dalla Striscia di Gaza (circa 315 km, ndr), quando arriveremo a 120 miglia dalla costa diminuiremo la velocità di crociera - ha detto un'attivista ad Al Jazira -. Non abbiamo avuto ancora contatti con gli israeliani e al momento siamo tranquilli perché speriamo che capiscano che la nostra è una nave che trasporta solo aiuti umanitari e non vogliamo la violenza». Venerdì mattina i contatti via satellite hanno smesso temporaneamente di funzionare e gli organizzatori della "Freedom Flotilla" hanno accusato Israele di sabotaggio. Tanto più che due imbarcazioni della flottiglia (Challenger 1 e 2) sono state messe fuori uso una settimana fa da guasti improvvisi e non hanno potuto accogliere i giornalisti che intendevano seguire la "Rachel Corrie". A bordo del cargo ci sono 19 attivisti (cinque irlandesi, sei malesi, sei filippini, un britannico e un cubano), un carico di cemento, equipaggiamenti medici, giocattoli e carta per scrivere. Della missione fanno parte la premio Nobel irlandese Mairead Maguire e l'ex vice segretario dell'Onu Denis Halliday.
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'''ponte galeria'''

«No, no, addirittura morendo una persona!?!». Così rispondono - ai solidali che chiamano per sapere cosa succede - dal centralino del Cie di Ponte Galeria, prima di iniziare a respingere ogni altra domanda. Da dentro invece i reclusi raccontano che uno di loro è in fin di vita a causa del pestaggio subito da parte della polizia.
Cariche in seguito a un'evasione avvenuta al termine di una delle tante giornate d'oppressione e violenza all'interno del lager.
Nella sezione maschile, nella mattinata di ieri (3 giugno) hanno preso fuoco lenzuola e materassi, è iniziato lo sciopero della fame e della sete e in serata hanno tentano la fuga almeno dieci persone.
  
Tutto il resto potete ascoltarlo da questa corrispondenza registrata intorno alle ore 24.00:
http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/silenzioassordante/100604cie...
  
Poco dopo, dietro le mura cade il silenzio, la polizia riesce a entrare da alcune cancellate precedentemente forzate e infine chiude tutti nelle celle. Si passa alla conta, mentre il Cie inizia a spopolarsi di energumeni in divisa.
  
Tra le persone fermate durante la fuga c'è la conferma che qualcuno sia stato pestato violentemente ma non si riesce ad avere notizie sulle sue condizioni: dovrebbero essere circa quattro reclusi, tra loro una persona nata in Egitto potrebbe trovarsi in condizioni gravissime. Intanto in sei hanno conquistato la libertà.
  
Aggiungono inoltre che Ponte Galeria si sta riempendo di persone algerine che provengono dai Cie di tutta Italia e che il consolato ha già provveduto a identificare con il consueto “test linguistico” (in poche parole riconoscono la pronuncia dell'arabo...).
  
  
Aggiornamento delle ore 7.30:
 
In questo momento stanno trasportando nove persone in tribunale per quanto accaduto ieri.
 
   
Aggiornamento delle ore 11.00:
 
Sta per iniziare, al tribunale di piazzale Clodio, il processo contro i nove reclusi accusati di aver dato vita alla rivolta scoppiata la notte scorsa nel Cie di Ponte Galeria. Le accuse sono a loro carico sono: resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamenti.
Seguiranno ulteriori aggiornamenti...

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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

In primo Piano

Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

La 'Rachel Corrie' in viaggio verso Gaza

Il cargo irlandese "Rachel Corrie" prosegue il suo viaggio verso Gaza: venerdì pomeriggio dovrebbe raggiungere la zona di interdizione di 20 miglia imposta da Israele. Greta Berlin, portavoce di Free Gaza, ha detto che la nave non intende fare tappe intermedie e che l’obiettivo resta quello di consegnare gli aiuti direttamente ai palestinesi. Nei giorni scorsi il ministero degli Esteri israeliano ha ribadito che alla nave sarà impedito l'accesso a Gaza: sarà intercettata in alto mare, ha spiegato, e accompagnata nel porto di Ashdod, dove il carico sarà ispezionato. C'è dunque timore sulla sorte della nave, a quattro giorni dal sanguinoso attacco contro la flottiglia.

BLACKOUT CONTATTI - «Ci troviamo a 170 miglia marine dalla Striscia di Gaza (circa 315 km, ndr), quando arriveremo a 120 miglia dalla costa diminuiremo la velocità di crociera - ha detto un'attivista ad Al Jazira -. Non abbiamo avuto ancora contatti con gli israeliani e al momento siamo tranquilli perché speriamo che capiscano che la nostra è una nave che trasporta solo aiuti umanitari e non vogliamo la violenza». Venerdì mattina i contatti via satellite hanno smesso temporaneamente di funzionare e gli organizzatori della "Freedom Flotilla" hanno accusato Israele di sabotaggio. Tanto più che due imbarcazioni della flottiglia (Challenger 1 e 2) sono state messe fuori uso una settimana fa da guasti improvvisi e non hanno potuto accogliere i giornalisti che intendevano seguire la "Rachel Corrie". A bordo del cargo ci sono 19 attivisti (cinque irlandesi, sei malesi, sei filippini, un britannico e un cubano), un carico di cemento, equipaggiamenti medici, giocattoli e carta per scrivere. Della missione fanno parte la premio Nobel irlandese Mairead Maguire e l'ex vice segretario dell'Onu Denis Halliday.

AFGHANISTAN: ATTACCO CONTRO BASE NATO, SECONDO IN 13 GIORNI

Kandahar - La base aerea della Nato a Kandahar e' stata obiettivo di un secondo attacco talebano in tredici giorni. Quattro razzi sono stati sparati nella notte e altri due in mattinata. L'attacco ha causato il ferimento non grave di alcuni militari. La guerriglia talebana ha azzardato operazioni di un certo rilievo negli ultimi tempi. Il primo contro la base di Kandahar fu il 22 maggio scorso, mentre di recente e' stata colpita la base di Bragram.

Marea nera: Bp posiziona un nuovo 'tappo'

Nelle operazioni per il quarto tentativo di chiudere la perdita di petrolio nel Golfo del Messico, la Bp ha posizionato questa notte un tappo su un braccio flessibile del pozzo danneggiato dal quale fuoriesce greggio. Lo annunciano le reti Cnn e Msnbc. Secondo la societa' petrolifera, ci vorranno ora tra le 12 e le 24 ore per capire se la misura adottata funzioni.

Bangladesh: gigantesco incendio nel centro di Dacca, 108 morti

DACCA - Un gigantesco incendio causato probabilmente da un corto circuito è divampato ieri sera nel centro storico di Dacca, la capitale del Bangladesh, causando almeno 108 morti e più di cento feriti, diversi dei quali sono in condizioni critiche. Le fiamme, che hanno avviluppato almeno sette edifici, hanno trasformato in tragedia una festa nuziale che si svolgeva su un terrazza e fra le vittime ci sono anche donne e bambini.

Ad essere colpito è stato uno dei quartieri più densamente popolati del centro storico di Dacca e, secondo prime informazioni, l'incendio è stato provocato dall'esplosione di un trasformatore elettrico alle 22:30 locali (le 18:30 in Svizzera). Le fiamme si sono propagate in pochissimo tempo in una serie di edifici a più piani del quartiere di Kayettuli, intrappolando centinaia di persone.

Il rogo si era già molto esteso prima che i vigili del fuoco riuscissero a intervenire, ha riferito il capo dei pompieri, Abu Nayeem, segnalando che "sul tetto di un edificio si stava svolgendo un matrimonio" ed è forse per questo motivo, ha aggiunto, che il numero delle vittime è così elevato. Al piano terra dei palazzi andati a fuoco c'erano negozi di prodotti chimici, un fattore che sicuramente ha contribuito ad alimentare le fiamme in maniera abnorme, per giunta in abitazioni di antica costruzione che hanno ritardato l'intervento dei soccorritori: "Ci siamo battuti per entrare attraverso rampe di scale molto strette", ha raccontato il capo dei pompieri.

In Bangladesh, uno dei paesi più densamente popolati del mondo e con un elevato tasso di povertà, gli incendi innescati da cortocircuiti e altre carenze dei sistemi elettrici sono frequenti dato che le normative edilizie sono rispettate solo di rado.

ITALIA

ponte galeria

«No, no, addirittura morendo una persona!?!». Così rispondono - ai solidali che chiamano per sapere cosa succede - dal centralino del Cie di Ponte Galeria, prima di iniziare a respingere ogni altra domanda. Da dentro invece i reclusi raccontano che uno di loro è in fin di vita a causa del pestaggio subito da parte della polizia. Cariche in seguito a un'evasione avvenuta al termine di una delle tante giornate d'oppressione e violenza all'interno del lager. Nella sezione maschile, nella mattinata di ieri (3 giugno) hanno preso fuoco lenzuola e materassi, è iniziato lo sciopero della fame e della sete e in serata hanno tentano la fuga almeno dieci persone.

Tutto il resto potete ascoltarlo da questa corrispondenza registrata intorno alle ore 24.00: http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/silenzioassordante/100604cie...

Poco dopo, dietro le mura cade il silenzio, la polizia riesce a entrare da alcune cancellate precedentemente forzate e infine chiude tutti nelle celle. Si passa alla conta, mentre il Cie inizia a spopolarsi di energumeni in divisa.

Tra le persone fermate durante la fuga c'è la conferma che qualcuno sia stato pestato violentemente ma non si riesce ad avere notizie sulle sue condizioni: dovrebbero essere circa quattro reclusi, tra loro una persona nata in Egitto potrebbe trovarsi in condizioni gravissime. Intanto in sei hanno conquistato la libertà.

Aggiungono inoltre che Ponte Galeria si sta riempendo di persone algerine che provengono dai Cie di tutta Italia e che il consolato ha già provveduto a identificare con il consueto “test linguistico” (in poche parole riconoscono la pronuncia dell'arabo...).

Aggiornamento delle ore 7.30:

In questo momento stanno trasportando nove persone in tribunale per quanto accaduto ieri.

Aggiornamento delle ore 11.00:

Sta per iniziare, al tribunale di piazzale Clodio, il processo contro i nove reclusi accusati di aver dato vita alla rivolta scoppiata la notte scorsa nel Cie di Ponte Galeria. Le accuse sono a loro carico sono: resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamenti. Seguiranno ulteriori aggiornamenti...


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gror100604 (last edited 2010-06-04 17:14:50 by anonymous)