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Cinque soldati Usa finiscono davanti alla corte marziale: in Afghanistan uccidevano civili a sangue freddo

Per i soldati americani della compagnia 'Bravo' del 2° battaglione, 1° reggimento, l'ultima missione in Afghanistan è stata un vero inferno. Da quando lo sorso luglio hanno lasciato con la loro compagnia la base di Lewis-McChord a Tacoma, nello stato di Washington, per essere schierati a difesa dell'avamposto 'Ramrod', sul fronte di Kandahar, non hanno mai smesso di combattere.

Una serie ininterrotta di imboscate, attacchi notturni e violenti scontri a fuoco nei quali hanno visto molti loro compagni perdere la vita, altri la testa. Molti di loro hanno iniziato ad abusare di alcol e droga, e a sfogare le proprie angosce con la violenza, sia contro i compagni che contro gli afgani.

Lo scorso gennaio il soldato semplice Jeremy Morlock e altri due soldati della 'Bravo', Calvin Gibbs, 25 anni, e Andrew Holmes, 19 anni, sotto l'effetto di droghe hanno preso Gul Mudin, un civile afgano, forse un prigioniero, e lo hanno ammazzato scaricandogli addosso interi caricatori di mitra e lanciandogli contro delle bombe a mano.

Il 22 febbraio, Morlock e Gibbs hanno ripetuto l'impresa, stavolta insieme a un altro soldato, Michael Wagnon, 29 anni, di Las Vegas. La tecnica usata è stata la stessa: raffiche di mitra e granate. La vittima prescelta, sempre un civile afgano, si chiamava Marach Agha. La coppia è tornata a colpire di nuovo il 2 maggio. In questo caso con loro c'era il soldato Adam Winfield, 21 anni, e la vittima sacrificale rispondeva al nome di Mullah Abdallah.

Tre giorni dopo, Morlock e Gibbs hanno tirato giù dalla branda un loro commilitone e lo hanno picchiato selvaggiamente fino a ridurlo in fin di vita. La sua colpa era quella di aver denunciato ai superiori che diversi soldati della compagnia facevano uso di droga. In ospedale, dopo aver ripreso coscienza, il soldato ha deciso di raccontare anche degli omicidi. Così è partita l'inchiesta militare che ha portato al rimpatrio immediato dei cinque soldati, che ora rischiano l'ergastolo o la pena di morte.

PANAMA, PROTESTE CONTRO NUOVA LEGGE, MIGLIAIA IN PIAZZA NELLA CAPITALE

Convocate da 60 organizzazioni sociali, migliaia di persone sono scese in piazza a Città di Panama chiedendo la cancellazione della legge 177, a 24 ore dalla sua promulgazione da parte del presidente conservatore Ricardo Martinelli. La nuova normativa, già ribattezzata ‘legge salsiccia’ o ‘legge gambero’ - termini utilizzati solitamente per definire leggi ingannevoli – o “legge 9 in 1”, è stata presentata come una riforma per il settore dell’aviazione commerciale ma contiene in sé riforme radicali anche ai codici penale e del lavoro e a sei leggi, inclusa quella organica della polizia, colpendo il diritto di sciopero e abolendo il requisito dello studio di impatto ambientale su opere dichiarate dallo stato di “interesse sociale”. Secondo i promotori della protesta, la legge è stata approvata senza alcuna consultazione con i settori sociali e viola la Costituzione: nuove manifestazioni sono in programma da Lunedì, giorno in cui verrà presentato alla Corte suprema un ricorso di incostituzionalità, mentre si fa sempre più concreta l’ipotesi di uno sciopero generale. Il messaggio a Martinelli, ha detto all’agenzia ‘Efe’, la direttrice del Centro di incidenza ambientale di Panama, Raisa Banfield, è che i cittadini non si lasceranno imporre leggi “inconsulte”, sperando che “il presidente capisca e faccia un passo indietro”.

Israele, Knesset pronta a discutere del genocidio armeno in Turchia

L'assemblea adotterà una mozione che inasprirà ulteriormente le relazioni con Ankara

Il parlamento israeliano intende discutere entro il mese una mozione sul così detto genocidio armeno, la strage di cittadini armeni commessa in Turchia all'inizio del secolo scorso ma non riconosciuta da Ankara come piano deliberato di sterminio etnico. Un'iniziativa questa, che potrebbe portare a un riconoscimento del genocidio, inasprendo certamente la crisi con la Turchia, esplosa in seguito all'attacco israeliano alla Freedom Flotilla per Gaza. La sessione sul genocidio armeno è il frutto di un'iniziativa di Haim Oron, presidente del partito Meretz, che citato dal sito del quotidiano Haaretz ha assicurato che non si tratta di una vendetta nei confronti della Turchia, visto che la sua proposta risale a un anno fa: "Non possiamo essere complici di una negazione, perché come popolo ebraico siamo stati vittime di questi comportamenti", ha dichiarato Oron.

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Fiat: Bersani, a referendum vincera' si'

L'assenso del Pd all'accordo, ha quindi spiegato il segretario del Pd a Radio Anch'io, dipende dal fatto che non si puo' rinunciare a questo investimento, ma c'e' stata una forzatura e ora bisogna lavorare perche' sia riassorbita.

Sulla liberta' di impresa, Bersani ha commentato che il governo ha preso la strada piu' lunga e piu' improbabile.

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