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Il ministro dell'Interno Salazar annuncia l'adozione di nuove misure per l'estrazione in acque profonde Il ministro dell'Interno americano, Ken Salazar, ha annunciato l'adozione di nuove misure in merito alla sospensione delle trivellazioni petrolifere in acque profonde dopo che un giudice della Louisiana ha annullato ieri la moratoria di sei mesi decisa dal presidente Barack Obama. Il giudice distrettuale Martin Feldman aveva accolto il ricorso guidato dalla Honbeck Offshore Services, attiva nel campo delle trivellazioni, che sosteneva che la decisione della Casa Bianca è arbitraria perché nulla dimostra che le trivellazioni ad una profondità superiore ai 500 piedi (oltre 150 metri) siano più pericolose delle altre. "Ogni giorno - ha detto Salazar - mentre il petrolio continua a fuoriuscire dal pozzo della Bp, abbiamo la dimostrazione della necessità di una interruzione delle trivellazioni in acque profonde". La Casa Bianca ha già risposto al pronunciamento del tribunale annunciando un immediato ricorso in appello.

Pakistan, scontri esercito-miliziani: 43 morti nel nord ovest del Paese

Almeno 43 presunti militanti integralisti islamici e quattro soldati pachistani sono stati uccisi ieri in bombardamenti e scontri a fuoco nella regione tribale di Orakzai, nel nord ovest. A riferirlo è la televisione Geo News. I caccia dell'aviazione pachistana hanno distrutto diversi covi talebani nell'area di Nandar Mela e di Sattar Killay provocando 35 vittime e decine di feriti. In un altro scontro in Orakzai Superiore sono morti otto militanti e quattro soldati. Secondo fonti militari, nei mesi scorsi l'esercito ha ripreso il controllo di molti territori talebani nella regione tribale a ridosso della frontiera afghana.

Usa, generale McChrystal verso la rimozione dall'incarico Il capo delle forze Usa in Afghanistan aveva dileggiato su Rolling Stone l'amministrazione Obama Il generale Stanley McChrystal, comandante delle forze Usa in Afghanistan, è ad un passo dalla rimozione. Il generale è stato richiamato a Washington per dare spiegazioni dopo un'intervista alla rivista 'Rolling Stone', dove criticava duramente numerosi esponenti dell'amministrazione Obama. Secondo alcune fonti, il generale ha già offerto le sue dimissioni al Pentagono. Ma il presidente Obama, pur osservando che McChrystal ha mostrato "chiaramente scarso giudizio" con le sue dichiarazioni", ha affermato ieri sera che intende ascoltarlo direttamente alla Casa Bianca "prima di prendere una decisione finale" sul suo destino. Nell'articolo, McChrystal esprimeva "delusione" nei confronti di un presidente Obama "poco preparato e poco impegnato", definiva "un clown" il consigliere per la sicurezza nazionale James Jones, ironizzava sul vice-presidente Biden con giochi di parole osceni sul suo cognome. Il presidente Obama aveva reagito "con rabbia" alle parole del generale e ordinato il suo rientro immediato a Washington per un colloquio 'faccia a faccia'. Secondo la Casa Bianca McChrystal ha commesso "un errore enorme" e "tutte le opzioni sono sul tavolo", compresa la rimozione dall'incarico

.Russia, tagli Gazprom a Bielorussia raggiungono il 60 percento Alexei Miller, l'amministratore delegato del colosso russo Gazprom, annuncia di aver esteso al 60 i tagli ai rifornimenti di gas alla Bielorussia. Miller, in un'intervista alla tv NTV, ha aggiunto che il transito del gas dalla Bielorussia all'Europa procede a pieno volume. Ieri la Bielorussia aveva tagliato il transito del gas russo verso l'Europa dopo uno scontro con Mosca per il mancato pagamento di 200 milioni di dollari di debiti da parte di Minsk. Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko aveva definito quella con la Russia una "guerra del gas".

Giamaica, arrestato narcotrafficante Dudus

Il narcotrafficante giamaicano Christopher "Dudus" Coke e' stato arrestato. La caccia all'uomo per catturarlo scateno' nel maggio scorso la rivolta nel quartiere di Kingston in cui Coke era visto come una sorta di protettore e di "Robin Hood" disposto a morire per il suo popolo. In realta' "Dudus" era inseguito da una richiesta di estradizione partita dagli Stati Uniti, che intendono processarlo per traffico di armi e droga come capo della banda "Shower Posse". La rivolta di Kingtston lascio' sul terreno 74 morti. Coke e' stato arrestato alla periferia di Kingston, ed era in compagnia di un religioso che, secondo la stampa locale, lo stava accompagnando in un consolato americano. Adesso il boss si trova in un carcere di massima sicurezza, dal quale ha lanciato un appello ai suoi concittadini perche' non perdano la calma.

Libano: se attacca nostre navi umanitarie Israele subira' le conseguenze

Israele subirà le conseguenze di un suo eventuale attacco alle navi libanesi dirette a Gaza. È quanto ha scritto il ministro degli Esteri libanese Ali Ashami in una lettera inviata alle Nazioni Unite, dove di legge che "Israele sarà considerato pienamente responsabile di qualsiasi attacco al Libano". Beirut, ha proseguito il capo della diplomazia, "non può proibire a una nave di lasciare i suoi portti se il suo carico, i passeggeri e la destinazione è complementare con la legge libanese". Israele, dal canto suo, ha avvertito che userà "tutti i mezzi necessari" per fermare la flottiglia libanese carica di aiuti umanitari per Gaza. La nave 'Jiulia' è attualmente ferma nel porto di Tripoli e avrebbe già ricevuto il via libera a salpare dal governo. Il ministro dei trasporti libanese Ghazi Aridi, infatti, lunedì aveva detto di aver autorizzato la partenza della nave per Cipro, aggiungendo che lo stato di guerra esistente tra Libano e Israele impedisce alla nave di dirigersi direttamente verso Gaza.

Italia, Pomigliano vota si' all'intesa, ma Fiat rimane incerta Usa, giudice sospende stop alle trivellazioni in acque profonde deciso da Obama

Vince ma non sfonda il sì al referendum che si è svolto ieri allo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli: un voto che è servito ai lavoratori per esprimere il proprio “consenso” all'intesa siglata lo scorso 15 giugno tra la Fiat e la sigle sindacali, eccetto la Fiom. I sindacati si dicono soddisfatti del 62 percento dei consensi circa conquistato dal sì mentre il ministro Maurizio Sacconi afferma che 'adesso il paese è più moderno'. Ma nella fabbrica campana della Fiat sono tutti consapevoli che a pesare nel prossimo futuro sarà anche il 36 percento raggiunto dal fronte del no. Ora è tutto nelle mani della Fiat e qualcuno teme che l'azienda possa giocare sulla percentuale negativa registrata nella consultazione per tirarsi indietro e negare gli investimenti, ovvero i 700 milioni per il progetto nuova Panda a Pomigliano. Poco dopo i primi scrutini, che in verità sembravano profilare una vittoria del sì con oltre il 76 percento, il ministro del Lavoro Sacconi aveva esortato la Fiat a riconoscere che "vi sono tutte le condizioni per realizzare il promesso investimento in un contesto di pace sociale". Tuttavia, la Fiat potrebbe avere ripensamenti sul trasferimento della produzione della Panda dalla Polonia. Il Lingotto si aspettava una percentuale di favorevoli più vicina all'80 per cento.

Italia, suicidio sospetto Il giovane si sarebbe tolto la vita dopo solo quattro giorni di detenzione

Fermato per una rapina, Carmelo Castro, di soli 19 anni, non è più tornato a casa. Una volta entrato in carcere, il ragazzo non ne è mai più uscito. Cosa sia successo esattamente all'interno di piazza Lanza, il penitenziario di Catania, nessuno lo sa. I fatti risalgono al marzo 2009 quando il giovane viene fermato per aver compiuto la rapina che gli è costata la vita. Secondo la versione fornita dalle autorità penitenziarie, Carmelo sarebbe morto per le ferite procuratesi in seguito all'impiccagione nella sua cella. Il ragazzo avrebbe compiuto il gesto dopo solo quattro giorni di detenzione, il 28 marzo 2009. “La morte – si legge nel reperto dell'autopsia – è avvenuta per asfissia da impiccamento”. Carmelo si sarebbe ucciso, attaccando il lenzuolo allo spigolo della branda. Il pubblico ministero vorrebbe archiviare il caso come suicidio, ma i familiari si oppongono e chiedono la riapertura delle indagini. “Carmelo – dice Grazia La Venia, madre del giovane – non aveva alcun motivo di suicidarsi. Era un ragazzo molto tranquillo, faceva lavori saltuari e stava spesso a casa”. I dubbi dei familiari sono dovuti alla foto segnaletica che ritrae il ragazzo col volto tumefatto. Secondo i parenti, Carmelo avrebbe subito dei maltrattamenti. “Nella foto - continua la donna - mio figlio ha le labbra gonfie, l'occhio nero, l'orecchino rotto, le orecchie strappate, i vestiti sporchi di sangue. Non poteva fare tutto da solo. Non penso, poi, che mio figlio faceva un'abbondante mangiata prima di suicidarsi, visto che nello stomaco gli hanno trovato pezzi di carne e patate non digeriti. Non si trova neppure il lenzuolo con cui si è impiccato e le guardie che dovevano sorvegliarlo 24 ore su 24 dov'erano? Non metto in dubbio che abbia commesso la rapina, tutti possiamo sbagliare, ma non meritava di pagare con la vita”. La donna accusa anche la mancanza di collaborazione delle forze dell'ordine, che non sarebbero state in grado di fornirle una versione chiara dell'accaduto. “Una volta che hanno portato Carmelo in caserma – conclude Grazia - gli agenti mi avevano detto di stare tranquilla, che era una ragazzata e che Carmelo sarebbe tornato a casa tra mezz'ora. Sono rientrata e, poco dopo, mi è arrivata una telefonata, per informarmi che mio figlio non voleva collaborare e che lo trattenevano. Dove non mi è stato detto. Dopo l'arresto non ho mai più rivisto mio figlio, se non da morto. Voglio sapere solo la verità, capire cosa è successo in questi quattro giorni”. Perplessità su quanto accaduto a Castro, sono state espresse anche dall'associazione Antigone, contattata dal padre della vittima, che parla di inchieste svolte in maniera sbrigativa e sommaria. “Dalle indagini – afferma Stefano Anastasia, difensore civico di Antigone – non risultano elementi particolari, ma non è stato fatto tutto il possibile per scoprire la verità e le foto mostrano che il ragazzo non è stato trattato bene. Ora si sta cercando di bloccare l'archiviazione del caso per fare indagini sugli abiti di Carmelo e raccogliere le testimonianze dei suoi compagni di cella. Procedure che non erano state fatte in precedenza”. Quel che è più preoccupante, secondo Anastasia, è l'assoluta mancanza di attenzione e informazione su questo episodio, dovuta all'umile origine di Carmelo. “E' presto – conclude Anastasia – per dire la verità sui fatti, ma quando penso alla storia di Carmelo, mi viene in mente Stefano Cucchi, che proveniva da un contesto familiare meno fragile e aveva delle maggiori risorse culturali per chiedere giustizia. A Carmelo manca perfino questa possibilità”.

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